Alitalia: una valutazione dell'accordo

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Anche se i dettagli non sono ancora interamente noti la vicenda Alitalia sembra avviarsi verso la sua conclusione, più o meno sulle linee che sono state indicate lo scorso agosto. Forse è già stato detto tutto quello che c'era da dire, ma qualche parola finale la vogliamo aggiungere.

I lettori perdoneranno l'uso di una storica vignetta di Altan. Crediamo sintetizzi la conclusione della vicenda nel modo più efficace possibile. Cerchiamo però di andare un po' più a fondo, perché la vicenda Alitalia è stata veramente uno specchio di quanto sia malato il paese. Quello che abbiamo visto e sentito dalla classe politica, da quella imprenditoriale e dai mandarini dei media è stato, se non altro, molto istruttivo. Andiamo per ordine.

Premessa

Di Alitalia su questo sito abbiamo parlato in abbondanza. Abbiamo espresso nei termini più chiari possibili cosa pensiamo di Berlusconi e della sua ripugnante demagogia sulla pretesa ''italianità'' della compagnia. Abbiamo anche detto molto chiaramente cosa pensiamo di quella banda di parassiti che hanno l'ardire di farsi chiamare ''imprenditori'' e che si sono dilettati a trescare con il potere politico. Il prezzo esatto che hanno preteso per finanziare la demagogia del nostro novello Peron lo conosceremo solo con il tempo, quando osserveremo l'evoluzione delle concessioni pubbliche di cui sono beneficiari. Abbiamo documentato la grottesca ipocrisia della pretesa motivazione patriottica degli imprenditori, abbiamo evidenziato il disprezzo per la legalità contenuto nel decreto, così come la sua evirazione dei poteri dell'Antitrust. Di tutto ciò abbiamo già parlato e quindi non lo ripeteremo. Parleremo invece di cose a cui finora, per una ragione o per l'altra, abbiamo dedicato poca attenzione.

Avanspettacolo

Cominciamo, giusto per ridere un po', dalle associazioni dei consumatori. Marcello ne ha discusso all'inizio dell'anno, mettendo in luce la dipendenza di tali associazioni dal finanziamento del governo e degli enti locali. Marcello segnalava come l'Unione Nazionale Consumatori, fondata nel lontano 1955, sembrasse essere la più seria. Bene, nel comunicato stampa oggi emesso tale organizzazione riporta la seguente dichiarazione del suo segretario generale, Massimiliano Dona:

 

“Alla fine è prevalso il senso di responsabilità e l’interesse generale, criteri che dovrebbero sempre essere osservati nelle circostanze difficili”.

“Ora la nuova compagnia aerea è attesa da sfide importanti e difficili. Ci auguriamo che nell’affrontarle il management di Cai, oltre a confrontarsi con le rappresentanze sindacali, voglia ascoltare le legittime richieste delle associazioni consumatori per troppo tempo rimaste inascoltate”

 

Qualcuno lo ha informato che, con grande senso di responsabilità, questi stanno rimonopolizzando il trasporto aereo domestico? E qualcuno lo ha informato, anche solo per sentito dire, che il monopolio di solito non è particolarmente favorevole ai consumatori? In Italia le associazioni dei consumatori contano poco. Visto quello che dicono, possiamo solo aggiungere ''per fortuna''.

Il Partito Democratico.

Passiamo a cose più serie, il Partito Democratico e più segnatamente la sua linea di politica economica. Cosa abbiamo imparato dal suo comportamento nella vicenda Alitalia? Andiamo con calma, e partiamo da lontano.

Partiamo dal dicembre 2006, quando il governo Prodi annunciò la sua intenzione di cedere gran parte della quota Alitalia. Leggete questo articolo del Corriere dell'epoca e scoprirete, almeno per quel che ci riguarda con un certo orrore, come le coordinate essenziali del piano attuale fossero ben presenti già allora. Vale la pena citare dall'articolo, datato 2 dicembre 2006.

 

Ai nastri di partenza ci sarebbe una bella fetta dell’imprenditoria italiana, quella che si è già misurata con imprese difficili. E le banche, come Banca Intesa e Unicredit, in continuo movimento. Alla gara per Alitalia sono interessati da Roberto Colaninno, a Carlo De Benedetti, da Carlo Toto a Diego Della Valle.

 

e poi

 

Il premier [ossia Prodi, ndr] sembra non voler scontentare nessuno. Di qui la scelta di una gara che metterà in competizione offerte che trovano nel governo appoggi differenti. Si sa, ad esempio, che i Ds vedrebbero bene un’alleanza con l’AirOne di Carlo Toto, magari con l’appoggio di un forte istituto finanziario. Sulla stessa pista potrebbe correre l’interesse di Roberto Colaninno. E in fondo alla cordata potrebbe esserci l’alleanza con Lufthansa.

 

Lasciamo perdere il tono dell'articolo (l'imprenditoria italiana che si è ''già misurata con imprese difficili''; ma per favore...). La verità è che fin da prima del bando il centrosinistra brigava per sottrarre la vendita Alitalia a una procedura transparente di mercato e invece allocarla a banche o imprenditori ''amici''. Banca Intesa, Colaninno e Toto avevano messo gli occhi, e iniziato a cercare alleanze politiche, fin da allora.

Fin da prima del bando di vendita del gennaio 2007, è stato chiaro che all'interno del centrosinistra c'erano due modi differenti di affrontare il problema. Bersani e pochi altri apparivano più favorevoli a una linea che chiamare ''di mercato'' è un po' troppo, ma che perlomeno non poneva la ''italianità'' come condizione alla vendita. Diverse altre forze,esplicitamente o implicitamente, la vedevano in modo diverso. Si può sempre contare su Bertinotti per sentire qualcosa di stupido e statalista, e anche in questa occasione non ha deluso. Ma forze ben più pesanti, come ad esempio Rutelli, erano all'opera. Il risultato fu il confuso e confusionario bando di gara del gennaio 2007, che sembrava fatto apposta per non combinare nulla e per far scappare chiunque non appartenesse alla ristretta schiera dei ben introdotti. E infatti il bando iniziò subito ad avere problemi e alla fine andò a ramengo.

Messo alle strette, con Alitalia sempre più in perdita e sempre più insopportabile, che fece il governo Prodi? Non liquidò la società, non adottò una procedura trasparente di vendita, non eliminò tutte le clausole che avevano fatto fallire il primo bando di gara ma si rimise sull'unica strada che apparentemente conosceva, quella dei contatti riservati e delle trattative private. Si arrivò così alla famosa offerta Air France, che saltò poi per aria (disgraziatamente, visto l'esito attuale) grazie a Berlusconi e ai sindacati.

Perché questo lungo prologo? Perché è utile per capire come il comportanento del PD e in particolare di Veltroni nell'ultimo mese non è il risultato di un'aberrazione o di un errore, ma la prosecuzione naturale di una linea che il centrosinistra ha perseguito con costanza e coerenza quando era al governo. Non è stata la presenza di Matteo Colaninno nel governo ombra che ha dettato il sostegno alla soluzione anti-mercato e pro-soliti noti. Al contrario. È stato il sostegno alla soluzione anti-mercato che ha dettato la candidatura di Colaninno prima e il suo ruolo nel governo ombra poi.

C'è, a dir la verità, un residuo di dibattito. Per esempio Bersani nel giugno 2008 intervenne sul Corriere contro la concertazione corporativa del governo Berlusconi dichiarando

Parlo adesso di Alitalia. Si affida senza gara ad una grande banca, già parte in causa, la gestione di un percorso sgombro da ogni vincolo di trasparenza, di vigilanza e di non discriminazione. Una cosa mai vista, che travolgendo una miriade di legittimi interessi, genererà una sacco di guai.

Bersani inoltre si è speso con una certa coerenza, fino all'ultimo, a favore di una soluzione che mettesse da parte la sciocchezza dell'italianità e non considerasse gli euro stranieri come danari di serie B. Comunque, gli esponenti del PD non sono stati certo in prima linea nel denunciare l'operazione di rimonopolizzazione e sospensione dei poteri Antitrust. C'è stato al più qualche timido accenno, per esempio d'Alema, in un'intervista al Sole 24 Ore ha dichiarato

 

E’ almeno bizzarro che sia passato praticamente sotto silenzio che per costituire la cosiddetta cordata a difesa dell'italianità siano state modificate le regole anti-trust, la legge Marzano e sia stato consentito di accollare alla collettività i debiti lasciando al subentrante solo la polpa redditizia della compagnia.

 

Ma sono state dichiarazioni sporadiche (il titolo del'intervista, significativamente, era ''Bene Cai ma serve l'alleato''). In ogni caso, il segno vero dell'intervento del PD in questa vicenda non ha portato la firma di Bersani ma quella dei vari Veltroni, Rutelli e Colaninno junior.

Qualche differenza tra centrosinistra e centrodestra in questa vicenda è emersa. Primo, il centrosinistra è istintivamente portato al dialogo e al compromesso con il sindacato. Il centrodestra invece continua a fare quello che ha fatto ai tempi della battaglia sull'art. 18 dello statuto dei lavoratori: si presenta sbraitando e sparando in aria, minacciando sfracelli, e poi appena il sindacato reagisce scappa sotto il tavolo guaendo. In questa occasione, è corso da Veltroni perché convincesse la CGIL a venire a patti, uno spettacolo abbastanza esilarante. Secondo, il centrosinistra pur perseguendo lo stesso tipo di soluzioni neocorporative è stato più attento al rispetto dello stato di diritto. Tutto sommato, la soluzione Air France, oltre a essere più conveniente per i contribuenti, non implicava la sospensione dell'Antitrust e l'amnistia per i dirigenti Alitalia.

Ma se guardiamo al nucleo centrale dell'idea di politica industriale (e di politica economica più in generale) non c'è vera differenza tra centrodestra e centrosinistra. A entrambi pare perfettamente adeguato intervenire attivamente e pesantemente nella gestione di imprese e industrie nazionali, organizzando cordate, stabilendo condizioni e dettando finanche comportamenti operativi come quelli relativi alle relazioni industriali. Entrambi diffidano del libero mercato e della trasparenza, al punto che a nessuno è venuto in mente che Alitalia (o i suoi assets in modo separato) potessero semplicemente e direttamente essere messi in vendita al miglior offerente, senza condizioni di sorta. La longa manus del politico deve sempre esser lì, a guidare e controllare che l'impresa non cada nelle mani sbagliate. Patetico.

La Commissione Antitrust

In un paese nel quale è abitudine difendere con le unghie e con i denti le proprie prerogative istituzionali, per assurde che siano, ci si sarebbe attesi una vivace resistenza da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio nota come Antitrust, all'amputazione dei suoi poteri. Per amor di potere, se non per amor dei consumatori. Attesa vana. Il coraggio e la determinazione con cui il Presidente dell'Autorità Antonio Catricalà era intenzionato ad affrontare la vicenda risultavano già chiari da un articolo del Sole 24 Ore del 31 luglio relativo alla progettata fusione tra Alitalia e AirOne, in cui leggiamo quanto segue.

 

Il presidente dell'Autorità, Antonio Catricalà, interpellato a margine di un'audizione in commissione Agricoltura alla Camera su eventuali problemi di concorrenza legati all'ipotesi che nel nuovo piano Alitalia possa detenere il 65% delle rotte nazionali, non si sbilancia. «Dobbiamo verificare questi dati con una analisi del traffico nazionale e delle singole rotte». La compatibilità, spiega Catricalà, «dipenderà da come si colloca per le singole rotte».

 

Troppa irruenza avvocato, si componga. Quando era più giovane, solo un paio di anni fa, sembrava avere le idee più chiare. In una intervista a La Stampa del 4 dicembre 2006 aveva osato un po' di più, anche se non troppo.

 

Per salvare Alitalia ora si parla di fonderla con AirOne o un altro vettore nazionale: il problema si complica ulteriormente?
«La nostra legge istituiva vieta concentrazioni che restringono la concorrenza o che rafforzano posizioni già dominanti. Però l’articolo 25 consente delle deroghe a fronte di un programma governativo concordato con l’Authority a condizione che questa operazione sia favorevole per il mercato e i consumatori e che vengano subito fissati tempi ben precisi per il rientro nei limiti fissati dall’Antitrust».

 

Almeno ammetteva le posizioni dominanti. Comunque, tanto che il bell'Antonio verificava e studiava ci ha pensato il governo a toglierlo dall'imbarazzo, emanando un bel decreto in cui diceva che l'Antritrust, nel trasporto aereo, non ci doveva metter becco.

Il più recente intervento il Catri lo ha tenuto presso le commissioni riunite del senato il 23 settembre. Una delle due commissioni è presieduta da Grillo, Luigi purtroppo e non Beppe, persona dagli interessi variegati e di respiro europeo. Le notizie che sono giunte di quell'intervento, non siamo purtroppo riusciti a trovare l'audizione intera, riportano queste dichiarazioni

 

"Questa Autorita' -dichiara- dovra' vigilare, e non manchera' di farlo, sul comportamento delle nuove imprese che dovessero derivare dalle operazioni di concentrazione che saranno autorizzate' secondo il Dl di modifica della legge Marzano".

In particolare, spiega Catricala', "se l'impresa risultante dalle operazioni di concentrazione sara' qualificabile come dominante sui mercati nei quali operera', sara' pienamente soggetta al divieto di abusare della propria posizione, tanto a svantaggio dei concorrenti, quanto a danno dei consumatori".

"Non manchera', inoltre -aggiunge- di essere attentamente valutata anche l'esistenza di eventuali conflitti di interesse" in merito a partecipazioni incrociate.

 

I consumatori possono quindi possono dormire sonni tranquilli perché l’organismo che lui presiede vigilerà. Sarà che quando uno sente dire che uno vigila, la prima cosa che viene in mente è Albertone nostro in una delle sue più riuscite caratterizzazioni, e questo non aiuta. Ma poi, dopo che si è vigilato, che si fa? Nel merito poi della sospensione dei poteri, il Catri pare si sia limitato a chiedere che tale sospensione sia solo temporanea. Un po' come consigliare di chiudere la stalla, ma assicurarsi prima che i buoi siano scappati tutti ma proprio tutti. Questo è in linea con l'intervista a La Stampa del 2006, con il trascurabile particolare che allora si reclamava che i limiti temporali venissero discussi con l'Antitrust e fissati in anticipo, ora ci si limita a chiedere al governo che, per favore, una volta fatti i suoi comodi chiuda la porta. Comunque aspettiamo le minute dell'audizione, magari siamo stati troppo pessimisti.

I media

Per settimane giornali e telegiornali hanno riportato la vicenda Alitalia facendo da cassa di risonanza alle dichiarazioni altisonanti di politici ed imprenditori interessati, senza informare seriamente i loro lettori sull'unico punto veramente rilevante: il fallimento di Alitalia non sarebbe stato una tragedia nazionale, come ripetuto in continuazione da tutti. Sabena, Swiss Air, e molte altre compagnie sono fallite senza causare disastri. Era tanto difficile informare i lettori sulle conseguenze di quei fallimenti?

Conclusione

Scoraggiante. Veramente l'immagine di un paese incartato, imbelle e incapace di sollevarsi. I capoccia del'industria, della politica e dei media (in particolare il signore che è capoccia in tutti e tre i gruppi) a fare gli affari loro, e il popolo a guardare più o meno come in un reality show.

E anche oggi i media, continuando con il loro tradizionale ruolo di portatori d'acqua dei politici e della grande industria, ci propinano la storiella dell'armoniosa e geniale soluzione del problema, con un fondo sul Corriere in cui si presenta questa ignobile porcheria come buona politica, nada menos. Vogliamo essere ottimisti anche contro ogni buon senso, vogliamo sperare che prima o poi uno spiraglio di buona politica si vedrà veramente. Ma il cammino sarà molto, molto lungo.

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Commenti

Ci sono 44 commenti

Davvero un ottimo articolo, per la capacità di sintesi e per la capacità di fare distinzioni. Ad esempio avete evidenziato opportunamente le differenze di approccio e comportamento fra Rutelli, Bersani e Veltroni, cosa che rischia di disperdersi nella confusione di queste ultime settimane.

NFA è sempre meglio, grazie.

 

 

In Italia le associazioni dei consumatori contano poco. Visto quello che dicono, possiamo solo aggiungere ''per fortuna''.

 

A onor del vero, chi canta fuori dal coro c'e' anche li': l'ADUC ha espresso posizioni ben diverse, e sostanzialmente simili alle nostre. Ecco il loro commento di ieri :

Alitalia: + 321%. Minestra andata a male


Tutti contenti per la soluzione trovata per Alitalia? Proprio per niente! A pagare per questo patto scellerato saranno gli utenti. Un esempio? Prendiamo un volo per Parigi. Con Alitalia si paga il 321% in piu' rispetto ad un volo low cost! Il volo Roma-Linate ha lo stesso prezzo di un volo Roma-Parigi, con una compagnia low cost! A marzo scorso i sindacati rifiutarono la proposta di Air France definendola "minestra acida". E ora cos'e'? Una minestra andata a male ma con eguale faccia tosta si grida al salvataggio! Sugli utenti sono stati, sono e saranno scaricati tutti i costi dell'operazione, dai debiti Alitalia (bad company) alle tratte monopolistiche (good company). Non sono bastati 5 miliardi e 187 milioni di euro buttati negli ultimi 10 anni, oltre ai costi aggiuntivi della esclusivita' delle tratte aeree. Per i prossimi anni si continuera' con l'assalto al portafoglio del contribuente e con l'elogio a quanti si sono spesi per salvare quello che non c'era da salvare.

 

 

Finalmente un riassunto per chi, come il sottoscritto, non ha avuto sufficienti peli sullo stomaco per seguire la vicenda nella sua interezza. Adoro questi vostri articoli con un linguaggio  così croccante e sfizioso. Certo, voi lì in Amerika adesso non ve la passate proprio bene con quei "problemucci" di carattere finanziario, ma è da apprezzare il fatto che vi stiano a cuore le vicende della disgraziata patria italica. Su Alitalia, come aveva sottolineato Michele rispondendo a un mio commento, si sono accumunatii tutti gli errori possibili, in maniera trasversale: economici, politici, di concorrenza, di buonsenso soprattutto. Uno spettacolo desolante che il popolo bue secondo me ha capito e compreso. Mediamente (forse sono fortunato io), tutte le persone che ho interpellato credono che la soluzione trovata sia una buffonata alla N. Io, da parte mia, provo un profondo senso di sdegno e di vergogna. Aveva ragione Gaber. 

 

Sono talmente arrabbiato per come è andata questa vicenda che sarei pronto, da subito, a firmare per l'indipendenza del veneto, idea a cui mi oppongo, io che veneto non sono e non ci vivo, perchè se le mie tasse devono servire a queste sconcezze è meglio separati, almeno i danni sono minori !

Ai sindacati: Atitech e i suoi 800 operai sono scomparsi, l'handling è scomparso, i piloti "in esubero" sono di meno, ma le rotte del piano industriale sono uguali, le intercontinentali sono 13 da milano  e 3 da roma (La ladrona), con inoltre il monopolio sulla milano-roma, il partner straniero avete deciso che sarà lufthansa, senza spiegare perchè, e ve lo dico io il perchè: lufthansa stava intercettando il mercato del nord, e questo alla lega non piace, ai monopolisti in pectore nemmeno, air france sarebbe stata più romanocentrica e con il suo hub (CDG) ben posizionato, giusto per esempio: se io da napoli voglio volare in America, da adesso o volo CAI con Napoli-Milano-USA o niente, perchè lufthansa ha l'hub su francoforte, ma non ha un volo napoli-francoforte.Beh, comunque li frego, perchè sono anni che uso british . Ma il senso è chiaro, vogliamo un partner che per cinque anni ci faccia fare i soldi che vogliamo e non rompe tanto le scatole sul mercato domestico, portandoci via i clienti del nord e al centro-sud è poco o mal presente, fra cinque anni, se ingrassiamo ancora tutto OK, altrimenti gli vendiamo la baracca e arrivedereci. Da questo punto di vista il niet è politico, BS ha detto fin troppe volte: preferisco lufthansa, chissa perchè...

Altro aspetto non considerato sono le contropartite politiche che si stanno giocando:WV sarà stato pur sempre favorevole a una ipotesi del genere, ma volete mettere lo sfizio di vedere BS sulla graticola ? Allora perchè è intervenuto (e molto pesantemente) sulla CGIL ? Quale è la contropartita ? Si sbloccheranno anche gli altri assetti di potere, tipo RAI e Corte Costituzionale ?

Insomma, perchè in quel posto lo dobbiamo sempre prendere noi ? Mi ricordo una vignetta di ALTAN, che vi invito a trovare, sulla prima finanziaria Prodi: i due vecchietti guardano le foglie che cadono e commentano: "E' autunno, le foglie cadono, e gli uccelli volano basso" L'altro: "Sì, ma i culi sono sempre gli stessi".

 

Ottimo articolo sia per stile che per contenuti, grazie.

Contesto solo la data di pubblicazione...leggerlo può rovinare il finesettimana :-(

 

 

Partiamo dal dicembre 2006, quando il governo Prodi annunciò la sua

intenzione di cedere gran parte della quota Alitalia. Leggete questo articolo del Corriere dell'epoca

e scoprirete, almeno per quel che ci riguarda con un certo orrore, come

le coordinate essenziali del piano attuale fossero ben presenti già

allora.

 

Da Prodi, l'uomo che amministrò in qualità di presidente dell'IRI, la (s)vendita dell'Alfa Romeo al gruppo FIAT, non ci si poteva attendere di meglio. Né si poteva sperare in un intervento pro mercato di D'Alema, regista della privatizzazione di Telecom Italia a favore di Colaninno.

"Così fan tutte le belle / Giusti Dei che mai sarà? / Non c'è alcuna novità! / Accader non può di peggio, ah, no, ah, no!"  [W.A. Mozart, Le Nozze di Figaro]

 

 

 

... nel salotto di Vespa, Veltroni ha elogiato il ruolo dei sindacati (in particolare della sua CGIL) elogiando il loro lavoro al passo con i tempi: "curare gli interessi dei lavoratori in modo dinamico" ...

(è una espressione che si commenta da sola per ogni immagine che riesce ad evocare :-)

La vicende Alitalia non e' affatto una buffonata o un ardito "pacco" di una manciata di principianti !!! Anzi.

Come avete sapientemente e storicamente dimostrato l'obiettivo che oggi stanno centrando è stato pensato e pianificato da tempo (probabilmente è la cambiale che Silvio ha firmato quando Veltroni lo ha fatto rinascere, rilanciandolo nella partita che alla vigilia di una illusoria "ridistribuzione" ha portato il governo Prodi alla caduta...)

Nelle stesse ore e con le stesse "confederazioni sindacali" si è compiuta un'altra operazione che rientra nella strategia (affatto liberale e straordinariamente contro la poltiglia umana di "forza lavoro" che oggi con freddezza potrebbe essere catalogata come la classe degli "esuberi") tesa a monopolizzare ogni "euro pubblico" massimizzando i profitti con l'aumento costante ed impietoso di "forza lavoro" fortemente precarizzata, senza diritti e a costi sempre più' bassi ... si chiama produttività ma per l'individuo (e le famiglie) si chiama disperazione ... ma questa è materia sociologica e molto "irrilevante" per la scienza macroeconomica ...

 Bravi i piloti che si sono fatti "svendere" dai comandanti che ottengono un contratto da "dirigente" (???) ... dirigente di che ??? (scommetto "senza sapere" che per i comandanti lo stipendio aumenta ... per non parlare di cosa prevede un qualsiasi contratto da dirigente pubblico ma meglio privato ... )

che sia la svolta: i piloti prendono in mano la compagnia ?

 ... al momento restano gli assistenti di volo che pero' sono ampiamente sostituibili (ossia poco potere contrattuale): la moltitudine a spasso aumenta di giorno in giorno ... peccato che con la clausola dell'anzianità saranno le ragazze e i ragazzi piu' giovani a stare fuori ...

grande piano industriale: il modello CAI si tiene le hostess piu' vecchie (...e quelle di Toto)  :-)

 

 

... per capire cosa ci aspetta, leggere l'editoriale di Tremonti sul Corriere di oggi. Sì, è di Tremonti, non di Bertinotti.

 

sono il primo a notare il misspelling di Becker? cosa vinco?

 

Se, superando la noia e le citazioni biblico-evangeliche (ultimamente, un vero must per il nuovo papista Julius), un passo è interessante:

 

La logica del mercato va correttamente applicata per rendere cibo

e acqua più disponibile per tutti, in modo efficiente e senza sprechi.

Ma non deve essere applicata per rendere il cibo e l'acqua un nuovo e

formidabile strumento per conseguire profitti privati di monopolio o

rendite di posizione

 

Ohibò, niente "nuova Alitalia" delle risorse idriche?

E la faremo finita, finalmente, con le multi-utilities di proprietà comunale?

Eventualmente, qualcuno mi svegli con un pizzicotto ........

 

Noisefromamerika al GOVERNO !!!!!

Primi effetti della magistrale soluzione Alitalia: per finanziare l'operazione aumentano le tasse sui biglietti. Tutti i biglietti ovviamente, non solo quelli Alitalia. Modo sicuro per aumentare la domanda e l'occupazione nel settore.

 

Adesso Report (Rai3) su Alitalia. Eccellente.


Collanino non sapeva nulla della passamaglieria...

 

 

Marcegaglia esce da CAI.

Era ora ed erano tante le voci fortemente critiche anche all'interno di Confindustria.

Certo, se non fosse mai entrata sarebbe stato molto meglio ......

 

 

A venir meno

sarebbero Claudio Sposito (fondo Clessidra), Marco Fossati (Findim),

l’armatore Gianluigi Aponte, (Msc Crociere) e la famiglia Marcegaglia.

Candidati ad entrare, invece, Nerio Alessandri (Technogym), Francesco

Micheli e Giuseppe Fontana (gruppo Fontana).

 

ma che cos'è? una giostra?

 

DkFranz: Dagospia dice che

"E' dovuto intervenire di persona il Cavaliere Berlusconi per far ritornare sui suoi passi Emma Marcegaglia,

intenzionata a lasciare la carovana del Cai, che dovrebbe rimettere in

piedi quel che resta dell'Alitalia. L'abbandono eventuale del

presidente della Confindustria - ha chiosato Berlusconi - avrebbe pregiudicato l'intera operazione, quindi, per amor di patria, resta al tuo posto. Anche perché la Marcegaglia, nell'impresa Cai, ha gettato sul banco appena 10 milioni di euro: noccioline di fronte all'enormità dell'operazione Alitalia. " (il grassetto non è mio)

Se Marcegaglia resta arriva lo stesso Technogym? Io ho il salumiere sotto casa che due milioni da buttare in CAI li ha messi da parte. Basta mettere una fiche no? E chi gira la ruota?

Se ti può consolare ecco una foto targata 2005 (penso) della ministra delle pari opportunità, quella che adesso è sobria e "gli altri no": http://www.dagospia.com/img/foto/10-2008/1987.jpg

 

Antefatto: ricevo una telefonata dalla mia ragazza, straniera e residente all'estero, che mi spiega di aver ricevuto una strana email da parte della compagnia aerea Easyjet, relativamente all'ultimo viaggio effettuato dalla stessa in Italia nel mese di ottobre.

Ecco il testo della lettera:

We are writing to inform you that unfortunately we have had to increase the communal tax (similar to APD, Air Passenger Duty) applicable to all flights departing from all Italian airports, by €2.

This is the result of a change in the decree n.166 of 27/10/2008 approved by the Italian Authorities. Please click here to the Ministry of Finance site where the specific decree is published.

Although easyJet strongly disagrees with this surcharge, we have to collect this amount from our passengers, including those who have booked a flight from Italy prior to this law coming into force. This also, regrettably affects passengers who have already travelled with us. Unfortunately as you will be aware as per our terms and conditions if taxes and charges outside of our control are raised, we are obliged to pass on the cost to you the customer

Più sconcertato di lei corro a controllare il decreto citato, sperando si tratti di una qualche forma di phishing. Purtroppo quando leggo il titolo "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, recante disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi" capisco che la mail è autentica...

Mi faccio coraggio e inizio a leggere... e all'art. 2 si chiarisce l'arcano...

 

"5-bis. All'articolo 6-quater, comma 2, primo periodo, del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, le parole: «di un euro a passeggero» sono sostituite dalle seguenti: «di tre euro a passeggero». Il comma 3 del medesimo articolo 6-quater, e' sostituito dal seguente:

«3. Le maggiori somme derivanti dall'incremento dell'addizionale, disposto dal comma 2, sono versate dai soggetti tenuti alla riscossione direttamente su una contabilita' speciale aperta presso la Tesoreria centrale dello Stato gestita dall'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e intestata al Fondo speciale di cui al comma 2. L'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) provvede a comunicare semestralmente al Fondo di cui al comma 2 il numero dei passeggeri registrati all'imbarco dagli scali nazionali nel semestre precedente, suddiviso tra utenti di voli nazionali ed internazionali per singolo aeroporto».

 

A parte la solita formidabile tecnica legislativa e le perplessità sul fatto di richiedere ad un cittadino straniero, in base ad una legge italiana, una tassa per un servizio di cui si è già usufruito e che è stato interamente pagato, mi domando piuttosto che figura ci facciamo nei confronti di tutti quei turisti che si vedono recapitare una mail del genere?

Sbaglio o una delle "ragioni" (rectius: pretesti) per cui si è voluta salvare Alitalia riguardava la tutela del turismo?

D'altro canto, però si può solo esser fieri dell'inventiva dimostrata dal governo che è riuscito a spillare i soldi del salvataggio persino ad una cittadina svedese che non ha mai viaggiato su un aereo col tricolore!

Che dire... consoliamoci... in Amerika succede di peggio!  ;)

ma non mi risulta che un tributo possa essere aumentato con effetto retroattivo! Mi pare fosse consuetudine che le norme tributarie non hanno valore retroattivo...o sbaglio?

 

In realtà in Italia le uniche leggi che (per dettato costituzionale) non possono avere effetto retroattivo sono quelle penali. Per quanto riguarda le altre, basta che la legge specifichi che la stessa è applicabile ad una fattispecie passata (quindi che è retroattiva) che voila...

Che poi il fatto che il codice dei contribuenti spieghi che le leggi tributarie non debbano essere retroattive se non in casi straordinari vale quanto una frase scritta sulla sabbia...

PS: a ben vedere in questo caso poi la legge non mi sembra neanche tecnicamente retroattiva, dato che la stessa è entrata in vigore il 27 ottobre e il viaggio in questione è avvenuto il 30 ottobre (ovviamente con l'effetto sorpresa nessun vettore avrà avuto il tempo di organizzarsi). Gli effetti però non sono meno paradossali...

Due commenti rapidi.

Primo. si era già parlato della faccenda dell'addizionale in questo commento dal titolo significativo. Triste, ma non sorprendente, che la norma venga ora attuata con zelo degno di miglior causa,

Secondo, hai perfettamente ragione sul fatto che il divieto di retroattività si applichi solo alle leggi penali. Per le leggi fiscali purtroppo non è affatto una novità. Per esempio, la ''tassa per l'Europa'' che venne imposta dal governo Prodi I era in sostanza una supplemento ex post sull'imposta sul reddito dell'anno precedente.

Faccio notare che è una legge di conversione di un decreto legge del 28 agosto 2008 e quindi la norma era già in vigore da agosto (dal momento della pubblicazione su G.U. del decreto legge).

E' un' altra perla del salvataggio Aliatalia e di questo governo disastroso che ha vinto le elezioni dicendo che le tasse sono troppo alte e che le avrebbe abbassate.

Fra gli effetti di rimbalzo delle politiche industriali del nostro governo liberale ecco qui.

...innanzitutto rileggo il mio commento e vedo che mi sbagliavo: nessuno è riuscito a far soldi, in compenso l'Italia è riuscita a perdere 5 mld di € , niente male..

Sul punto: SE la politica si tiene lontana Alitalia farà l'unica cosa sensata: chiuderà e/o sraà venduta al miglior offerente, cinque anni dopo aver bruciato altri 5 mld, 4 pubblici e uno privato. Un mld l'anno, come se poi si dovesse aumentare l'Iva di un punto. Ah, già, lo faremo.

Next steps: Ferrovie dello stato e Telecom Italia. Scommettiamo ?

per tutti quelli che si stracciano le vesti riguardo alla "svendita" di questa o quella partecipazione statale (es. Telecom): ma davvero siete conviti che questa società valga MOLTO di più  della presente quotazione di borsa? Accattatavill'. Se si tratta di società quotate in borsa investiteci tutti i risparmi (i vostri non quelli dello Stato o della Cassa Depositi e Prestiti) e fate l'affare della vita. E se non basta, fate intervenire Finivest (per quelli di destra) oppure Legacoop (per quelli di sinistra): abbiamo una compagnia aerea! abbiamo una società di telecomunicazioni! Abbiamo...

Ma è stato chiuso un account con permessi da redattore oppure è stato hackerato?

A giudicare dalla descrizione direi la seconda.

Ultimamente il sito sembra essere attaccato con ricorrenza da commentatori/bot...

Si, Martino ci sta lavorando