Cina? No, grazie, meglio Mirafiori.

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La questione Mirafiori, cominciata con l'annuncio dello spostamento del progetto LO in Serbia, sembra arrivata a una svolta finale, grazie all'accordo di Mirafiori.

Riassumo le grandi linee dell'accordo, che non ricalca fedelmente quello di Pomigliano, sia per la parte retributiva, sia per quello che riguarda i rapporti sindacato/azienda.

Secondo me costituisce un accordo al ribasso per entrambe le parti e, comunque, niente di memorabile se non per il fatto che introduce il “contratto aziendale”, contratto che deroga in alcune limitate parti al CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro). Ma questo, comunque, era già avvenuto per Pomigliano, di cui si sta stendendo l'accordo conclusivo in queste ore.

L'accordo riguarda essenzialmente gli operai addetti alla “linea continua montaggio scocche”, la famosa “catena di montaggio”, e si divide, direi, in tre aspetti: quello salariale, quello dell'organizzazione del lavoro e quello sindacale.

Alcune clausole dell'accordo sono dello stesso genere di Pomigliano, tipo non si può scioperare contro l'accordo stesso una volta firmato o, anche, la firma del presente implica la decadenza di ogni precedente accordo.

Aspetti salariali correlati all'organizzazione del lavoro.

Dal 2008 a Mirafiori si lavora secondo lo standard Ergo-UAS (quello che la FIOM, per Pomigliano, ha definito “schiavitù” a Mirafiori lo aveva accettato dal 2008, evidentemente secondo la FIOM siamo due razze diverse ...). Secondo la FIAT, grazie a questo ritmo di lavoro (la FIOM ha un altro punto di vista), si possono perdere 10 minuti di pausa a turno, monetizzati a parte nel salario, con una voce che non farà parte del cumulo per il TFR, e che sarà di ben Euro 0,1877 lordi/ora (pag. 7 dell'accordo). Evito facili ironie, ma commento alla fine.

Sono poi abolite una serie di voci dello stipendio che saranno ora riunite in una unica voce “superminimo” per un totale di circa 9 € mese lordi. Sono quindi aboliti una serie di accordi stipulati fra il 1945 ed il 1968 (sic!) che riguardavano appunto questi aspetti delle pause e delle relative “indennità”.

Il nodo centrale è però nella premessa, a pag. 2 : “la futura società applicherà un contratto collettivo specifico di primo livello ... (omissis)..."

Altri istituti contrattuali (ferie, anzianità, eccetera) verranno inseriti in fase di stesura del contratto collettivo specifico "coerentemente con le finalità della Joint Venture".(Boh ... ammetto di non avere inteso cosa questo implichi)

Mi piacerebbe avere i dati a disposizione e poter comparare il trattamento salariale (lordo) d'un lavoratore di Mirafiori, secondo questo nuovo contratto, con quello d'un lavoratore in posizione analoga negli USA, in Germania e, soprattutto, in Francia e Spagna. Spero che il "sapere diffuso" costituito dai lettori del blog permetta di poter fare ciò che io non so fare.

Aspetti di organizzazione del lavoro.

Le possibili turnazioni sono varie: 15 turni di 8 ore, pausa pranzo a centro turno, 18 turni di 8 ore, pausa pranzo a fine turno (come a Pomigliano), infine un incredibile (secondo me) 12 turni da 10 ore con pausa pranzo a centro turno. I turni sono a discrezione dell'azienda, poi ci sono gli eventuali straordinari, recuperi di produzione, assenteismo (che è fissato nella misura massima del 6% per il primo anno, mentre a Pomigliano è collegato agli eventi non riconducibili a fattori epidemiologici).

Per spiegare: il sistema a 15 turni è lo standard attuale in Fiat, i 18 turni sono lo standard di tutto il mondo, nonchè quello futuro di Pomigliano. Poichè si dovrebbe produrre una autovettura di fascia alta, il 15 turni è compatibile con i margini attesi. Penso si siano tenuti l'opportunità dei 18 turni per verifica della produttività, se è bassa passeranno ai 18 turni. I 12 turni da 10 ore non so da quale testa siano usciti fuori, credo che il turno da 10 ore sulla linea esista solo in Cina.

Aspetti sindacali (pag. 42 e segg.)

È qui che si è incagliata la FIOM, che, a quanto pare, non aveva nulla da ridire sul contenuto dell'accordo per quanto riguarda i primi due aspetti! Più precisamente, la FIOM si oppone alla rappresentanza delegata ai soli sindacati firmatari dell'accordo. Perchè, per il resto, checchè se ne dica e se ne parli, non cambia assolutamente niente:

 

Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ai sensi dell'art. 19 L. 300/1970 (statuto dei lavoratori) dalle Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente accordo

 

Quindi, sembra, non dalle altre. Ma non sono un giuslavorista, però secondo me l'art. 19 dice tutt'altro, quindi?

Rimane il monte ore di permessi sindacali fruibili (anzi, FIAT ne concede un aumento...), rimane la trattenuta in busta paga della quota sindacale (pag. 45 dell'accordo).

Sono costituite una marea di Commissioni paritetiche fra sindacati e azienda per vigilare sull'accordo e su altri aspetti, sta di fatto che in caso di mancato accordo l'Azienda può procedere comunque.

La domanda è : dov'è la rivoluzione?

Da nessuna parte per i diritti dei lavoratori (che sono nella L. 300 e non nei contratti, la FIOM ripete l'errore di Pomigliano); da nessuna parte per i sindacati: a patto che firmino l'accordo, che per loro non è un brutto accordo, potranno continuare a fare i sindacalisti retribuiti dall'azienda, e potranno metter becco su questioni cruciali, come le assunzioni.

Devo dire, invece, che non è un buon accordo per gli operai. La monetizzazione della pausa persa è ridicola; la turnazione su 10 ore è semplicemente follia, folle anche chi, in FIAT, l'ha pensata! Provate a fare 10 ore su una linea di montaggio e vedrete che alla decima ora vi appare la Madonna, io come cliente non vorrei essere sull'auto i cui bulloni sono stati avvitati da un operaio stanco e a fine turno.

Anche la FIAT non compie alcun passo in avanti. Rischia una causa infinita dalla FIOM per quella clausola sulle R.S.A., che possono essere formate solo dai firmatari dell'accordo; non parla di rimettere sui giusti binari della produttività uno stabilimento improduttivo quanto Pomigliano; non chiude più i rubinetti per i permessi sindacali straordinari; non cerca di riportare la dialettica interna ad un'azienda al rapporto azienda/lavoratore, ma ritorna al sistema azienda/sindacati. Basti pensare che eventuali miglioramenti per la produttività suggeriti dal singolo lavoratore devono sempre passare “al vaglio” della famose commissioni paritetiche (pag. 41). Folle!

Last but not least: in un accordo in cui si prevede la firma di un contratto di assunzione “individuale”, all'amerikana, non c'è alcun meccanismo premiante, non c'è traccia di incentivi, come se tutti i lavoratori fossero uguali, l'eccellenza continua a non essere premiata, anzi mortificata tramite il “vaglio”. Un accordo molto cinese: molto lavoro, nessun incentivo al lavoratore, molto grasso per i dirigenti del partito (in Cina), ossia per i sindacalisti (in Italia).

Ma quali sono le differenze con Pomigliano ?

A Pomigliano c'è stata una rottura con un sistema di gestione della fabbrica in cui il sindacato sostanzialmente non rompe le scatole, ma ne vengono tollerati gli abusi, tipo i permessi elettorali a iosa, per cui il senso dell'accordo era : io azienda gestisco la fabbrica secondo i miei criteri, tu sindacato cessi di avere ogni privilegio, qui si lavora, tanto che anche per i sindacalisti sono previsti i recuperi di orario.

A Mirafiori i sindacati sono presenti in tutte le commissioni "paritetiche", potranno godere di ore di permessi sindacali anche oltre le 80 ore previste dalla L. 300 (ribadisco: e non dal CCNL!!)

A Pomigliano la monetizzazione delle pause perse, le ore di straordinario, le integrazioni salariali non sono nell'accordo, ma faranno parte di separata trattativa, a Mirafiori sono nell'accordo.

A Pomigliano si intravedevano i nodi irrisolti del manifatturiero: bassa produttività, sindacato invasivo, lassismo generale, e la FIAT affermava che così non si poteva andare avanti, imponendo aut-aut, ma riconoscendo la possibilità di vantaggi salariali per i lavoratori, a Mirafiori si cerca il consenso del sindacato su tutto (a patto che firmi), offrendogli di mantenere i privilegi, ma si offrono basse compensazioni retributive ai lavoratori, e addirittura mantenendosi sul vago per aspetti importanti come il premio di produttività, le ferie, il fondo integrativo.

Insomma: non c'è alcun modello amerikano (se non per il contratto di assunzione "individuale"), polacco o tedesco, ma un pastrocchio all'italiana, la FIAT sarà abbastanza libera di fare quel che le pare, i sindacati mantengono il loro potere, i lavoratori potranno sempre rifarsi all'ottimo post di Sandro Brusco...

Breve nota per i contribuenti italiani: nell'attesa dell'entrata in vigore della Joint-Venture Fiat-Chrysler è previsto un anno (dodici mesi) di CIGS a carico del contribuente stesso! Deve essere per questo che il Sig. Sacconi, Ministro della Repubblica, è contento e parla di “accordo storico”: può tornare a dire la sua la politica che su Pomigliano è stata a guardare...

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Commenti

Ci sono 73 commenti

Marco, grazie per l'attesissimo post! Che ha il grande merito, a mio avviso, rispetto a quanto si legge sui giornali, di considerare tutti e tre gli "aspetti" e di farlo separatamente.

Come mi hai suggerito, ripropongo qui (con marginali modifiche) il commento che avevo appena postato nel dibattito a margine del pezzo su pomigliano. Come risulterà, pare che sulla non-portata storica di questa firma in pochi siano essere d'accordo con te... ma, del resto, tu non devi far vendere giornali! ;-D

Comunque sia, per gli amerikani che disdegnano i giornali italici segnalo tre pezzi il cui confronto, imho, è interessante e istruttivo.

Ancora Pietro Ichino sul Corsera (personalmente continuo a trovarlo il più lucido, con il limite che neppure stavolta entra nel merito dell'accordo dal punto di vista delle condizioni di lavoro, soffermandosi invece solo sulle questioni della contrattazione e della rappresentatività sindacale).

Al contrario di quanto fa - not surprising - Massimo Giannini su Repubblica.

 

Il secondo dato: questo accordo è obiettivamente peggiorativo della condizione di lavoro degli operai e della funzione di diritto del sindacato. Si può anche sostenere che non c'erano alternative, e che firmare era la sola opzione consentita, per evitare che la Fiat smobilitasse. Tuttavia chi oggi parla di "svolta storica" abbia il buon senso di riconoscere che si è trattato di una firma su un accordo-capestro basato su un ricatto. Legittimo, per un'impresa privata. Ma pur sempre ricatto.

 

Al di là della sua posizione, chiedo lumi ai professori su affermazioni quali:

 

Si dice che Marchionne punti a un modello di relazioni industriali all'americana, dove il parametro è Detroit e non più Torino. Probabilmente è così. Ma questo tradisce una volta di più i contenuti veri del Lodo Fiat-Chrysler. Non è la prima che ha comprato la seconda, com'è sembrato all'inizio. Ma in prospettiva sarà la seconda ad aver comprato la prima, nello schema classico del "reverse take-over".

 

Oscar Giannino sul Messaggero sostiene l'esatto contrario:

 

Ma sbaglia moltissimo chi, credendo così di dar manforte a Sergio Marchionne, parla di “svolta americana”. Non lo è affatto. [...]

La verità è che a questi accordi “dal basso”, proposti con forza dalla Fiat di Marchionne battendo la strada delle deroghe ai contratti nazionali che Confindustria di suo da due anni aveva aperto col consenso degli stessi sindacati che condividono la nuova impostazione a Pomigliano e Mirafiori, sono finalmente la reazione italiana a limiti e storture del tutto italiane.

 

 

Marco ti rispondo per quel che so e capisco.

Ichino (anche sul suo blog) pone l'accento sulla riforma della rappresentanza sindacale, su cui lui ha presentato una proposta di legge. Pietro Ichino è un giuslavorista di grande fama, e la sua posizione non ha a che vedere con la mia delusione sull'accordo di Mirafiori. Convengo assolutamente con Ichino che è necessario stabilire un nuovo modello di relazioni, che a un tavolo ci si siede in due (azienda e lavoratori), non azienda e 17 sindacati.

Sia Giannini che Gallino su Repubblica (che Scalfari precedentemente, deve essere la linea di Repubblica..) hanno scritto un cumulo di fesserie dietrologiche e cospiratorie (rileggetevi gli articoli di Scalfari su Pomigliano e Marchionne, si ride di gusto), per cui non vorrei commentare. Sul "reverse take-over" guardo ai dati: è Fiat a detenere Chrysler e non viceversa, chi comanda in Chrysler è Marchionne, che è l'AD di Fiat, sul fatto che una cultura "amerikana" dell'impresa e del mercato arrivi in Italia dovremmo esserne grati e fare processioni di ringraziamento, Repubblica preferisce i processi (indiziari e sballati, fra l'altro).

Su Oscar Giannino non avevo letto il suo articolo sul Messaggero, ma oggi ho letto il suo blog, e mi sembra che arriviamo alle stesse conclusioni: nessuna "svolta", anzi, un ritorno al passato, anche su Pomigliano (il precedente accordo non prevedeva l'esclusione dei non firmatari, ad esempio).

Molto chiaro. Mi rileggerò anche il tuo post su Pomigliano e cercherò di approfondire il raffronto tra i due accordi. Nel caso di Mirafiori mi pare rilevante l'azzeramento della possibilità di scioperi ed interruzioni determinati da piccoli gruppi che fossero in disaccordo su contratti o suoi aspetti

Questa parte era anche su Pomigliano, anzi fu la maggior parte del contendere fra FIOM e FIAT.

 

Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ai sensi dell'art. 19 L. 300/1970 (statuto dei lavoratori) dalle Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente accordo

 

Quindi, sembra, non dalle altre. Ma non sono un giuslavorista, però secondo me l'art. 19 dice tutt'altro, quindi?

 

Art.19 (vigente, post referendum abrogativo del 1995)

Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell'ambito delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell'unità produttiva.
Nell'ambito di aziende con più unità produttive le rappresentanze sindacali possono istituire organi di coordinamento.

Sì, difatti la FIAT si rifà all'art.19 proprio per far fuori la FIOM. Il problema, come discusso anche nel link che ho messo, è che poichè esistono una marea di accordi sindacali, alcuni recepiti anche per legge, è che la la FIOM può dire: su quest'accordo, che si applica in questo stabilimento, c'è anche la mia firma, e quindi ho diritto alla r.s.a. Poi FIAT lo negherà, ci sarà una causa, etc.,etc.

Ancora meglio: il delegato FIOM si presenta nell'ambito della lista FILM, ed è sicuramente eletto, visto che la FIOM è maggioritaria, e ti ritrovi il "nemico" in casa.

O ancora: creo un sindacato che chiamerò FIMM, firmo l'accordo, poi cambio casacca e sotto esce scritto FIOM.

O, last but not least, la CGIL campania ha invitato la FIOM a firmare solo "tecnicamente" l'accordo di Pomigliano.

Insomma, io in questo casino non ci sarei entrato, bastava e avanzava la firma "individuale" sul contratto di assunzione, che già impegna a non scioperare contro l'accordo, pena il licenziamento.

E' una stupidata formale tutta italiana, mi viene voglia di dire "politica", questa di impedire alla FIOM di formare una delegazione di fabbrica.

E' anche una stupidità della FIOM non fare un'assemblea dei suoi iscritti e dire: noi firmiamo, non perchè siamo d'accordo, ma perchè una causa è lunga e non è detto che la vinci, e se non siamo nelle commissioni paritetiche (previste solo a Mirafiori al momento, ma non mi stupirebbe se saltassero fuori anche a Pomigliano, a questo punto) sarà peggio.

Devo dire, invece, che non è un buon accordo per gli operai. La monetizzazione della pausa persa è ridicola; la turnazione su 10 ore è semplicemente follia, folle anche chi, in FIAT, l'ha pensata! Provate a fare 10 ore su una linea di montaggio e vedrete che alla decima ora vi appare la Madonna, io come cliente non vorrei essere sull'auto i cui bulloni sono stati avvitati da un operaio stanco e a fine turno.

A prima vista (in catena di montaggio non ho mai lavorato) mi sembra un'osservazione sensata, ma questo tipo di organizzazione esiste in altri stabilimenti, in Italia o fuori? E cosa succede alle auto prodotte lí? E che interesse avrebbe la FIAT a produrre auto difettose? Oggi il cliente si incazza, ti fa causa, pubblicizza il suo disappunto in rete ed alla fine l'azienda produttrice si trova a pagare un prezzo molto alto per una qualità insoddisfacente.

 

A prima vista (in catena di montaggio non ho mai lavorato) mi sembra un'osservazione sensata, ma questo tipo di organizzazione esiste in altri stabilimenti, in Italia o fuori? E cosa succede alle auto prodotte lí? E che interesse avrebbe la FIAT a produrre auto difettose? Oggi il cliente si incazza, ti fa causa, pubblicizza il suo disappunto in rete ed alla fine l'azienda produttrice si trova a pagare un prezzo molto alto per una qualità insoddisfacente.

 

Beh, e quindi il problema dove sta? In tal caso a rimetterci sarebbe l'azienda. Del resto la qualita' Fiat non e' mai stata eccelsa, neanche in anni di elevato potere contrattuale del sindacato.

Ringrazio l'autore dell'articolo. Finalmente leggo un commento che parte direttamente dal testo dell'accordo. C'è però una cosa che mi lascia perplesso. L'autore dice che la FIOM è in contraddizione perchè su Pomigliano aveva detto che l'Ergo-UAS era schiavitu' mentre per Mirafiori lo accetta senza fiatare. Ricordo anche io la dura presa di posizione di FIOM sull'Ergo UAS applicato a Pomigliano. Pure la polemica tra Brancaccio e Boldrin su Micromega si era soffermata su questo punto. Possibile che la FIOM operi due pesi e due misure? non può essere che l'Ergo-UAS avesse caratteristiche diverse nei due impianti? oppure può darsi che a Mirafiori la battaglia era già stata fatta ed era stata persa? non condivido la posizione politica della FIOM ma il discorso dei ritmi di lavoro mi pare il punto più serio e dolente e vorrei capirci qualcosa in più. Grazie.

L'Ergo-UAS è applicato a Mirafiori dal 2008 (pag. 1 del documento), ed è anche applicato a Melfi da tempo, come si desume dal documento della FIOM linkato a proposito della soppressione dei 10 minuti di pausa.

Per quel che riguarda la possibilità che siano diversi è impossibile: l'Ergo-UAS è uno studio degli sforzi e dell'ergonomia, per cui si afferma che se un operaio, ad esempio, compie 10 sforzi consecutivi con il braccio dx per montare un semiasse dovrà poi spostarsi sulla linea per compiere 10 sforzi con il braccio sx (è un esempio, non prendetelo per buono!), al fine di bilanciare gli sforzi fisici e non stresare alcuna parte del suo corpo in più rispetto a un'altra. L'Ergo-UAS è uguale dappertutto (tanto che è uno studio giapponese).

Quindi è incomprensibile perchè Melfi e Mirafiori sì, Pomigliano no, ma la mia personale impressione è che l'Ergo-Uas su pomigliano era una scusa per dire un no strumentale ad una perdita di privilegi sindacali, che è poi il punto su cui si arenò definitivamente la FIOM.

c'é Pellizzetti che sul Fatto quotidiano che parla di voi...ma non in positivo...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/31/perche-io-sto-con-la-fiom/84408/comment-page-7/#comment-1396204

Buona notizia.

Se uno come colui parlasse di noi in positivo, allora sì che dovremmo cominciare seriamente a preoccuparci!

Ho la netta impressione che il Sig. Pellizzetti non abbia letto il mio post e parli per partito preso contro nFA.

All'italiana: i fatti separati dalle opinioni, anzi solo le opinioni, i fatti non contano.

Segnalo, grazie a Phastidio, un discreto fondo di Scalfari su Repubblica, con spunti interessanti, se non altro per la virata di 180° di scalfari stesso, che prima dell'estate parlava di oscuri complotti marchionnologi, adesso vede le cose da un punto di vista aziendale e industriale. Che anche Scalfari legga nFA?

 

Finalmente un ottimo articolo che spiega le cose in modo chiaro, tanto piu' se paragonato ai tromboni e alla canea che tiene banco sui media.

Pero' ho una domanda. Cosa succede se un gruppo di lavoratori (magari appartenente ad uno dei sindacati che hanno firmato l'accordo) decide di scioperare? La Fiat chiama la polizia e fa arrestare gli sciperanti? Ovviamente no. Li licenzia in tronco? Nemmeno questo e' possibile perche' comunque c'e' la tutela dell'articolo 18, senza considerare che il diritto di sciopero e' garantito dalla Costituzione. Nessun Tribunale in Italia potrebbe mai considerare uno sciopero come giusta causa per il licenziamento.

Quindi e' tutta una sceneggiata? E cosa significa "non si puo' scioperare contro l'accordo stesso"? Se ci fossero in futuro controversie sulla interpretazione di una clausola i lavoratori non potrebbero scioperare per tutelare un loro interesse?

 

Cosa succede se un gruppo di lavoratori (magari appartenente ad uno dei sindacati che hanno firmato l'accordo) decide di scioperare?

 

Non succede assolutamente niente, purchè lo sciopero non sia contro l'accordo stesso.Difatti il diritto di sciopero è sancito dalla Costituzione, sia pure "nei limiti stabiliti dalla legge", ma qui siamo di fronte a un contratto.

 

"non si puo' scioperare contro l'accordo stesso"?

 

Beh, scioperare contro l'accordo significherebbe una inadempienza contrattuale, visto che i termini dell'accordo andranno a far parte del contratto "individuale" stesso, per cui, se nel contratto è previsto il licenziamento per questo tipo di violazione (e lo è) direi che le conseguenze sono automatiche. Per rendere nulla una simile clausola contrattuale dovrebbe scioperare il 100% dei lavoratori, a meno che alla FIAT non ci sia Reagan..

Devo dire che molte volte in FIAT ci si è trovati di fronte ad accordi firmati dai sindacati, e poi sconfessati dai COBAS, che hanno poi scioperato contro quell'accordo, con danno e scuorno di tutti, questa clausola, che sembra assurda, è il frutto di venti anni di tensioni sindacali in FIAT.

Vorrei ringraziare l'autore per aver spiegato chiaramente la materia. Un modello di quello che si dovrebbe leggere sui giornali o sentire in televisione, ed invece non si trova nè sui giornali nè in televisione.

Segnalo solo che su LaVoce è uscito un articolo sul caso FIAT che riprende il post di nFA nella conclusione che l'accordo non è "epocale".

Personalmente stimo i redattori de LaVoce, per cui il fatto che condividano la conclusione è fonte di soddisfazione, il fatto che si stia giungendo da più parti alla stessa conclusione dovrebbe ravvivare il dibattito sui giornali, che invece continuano a non spiegare nulla.

Welcome in Italy...

 

 

 

Fiat auto ha investito 2,3 miliardi nel 2008 , 1,5 nel 2009.

E' credibile l'investimento di 20 mld , solo in Italia , di cui parla Marchionne?

Per implementare investimenti non bastano i soldi occorre chi trasforma i soldi in stabilimenti e macchine.


 

E' credibile l'investimento di 20 mld , solo in Italia , di cui parla Marchionne?

 

Dipende. Questo è, più o meno, il piano industriale, se i sindacati (FIOM) lo avessero letto allora (aprile) adesso nessuno parlerebbe, c'era già tutto, o quasi: flessibilità, 18 turni, nuove relazioni sindacali, ma siamo in Italia e nessuno legge, o meglio tirano a campare o, a Napoli si dice, vottano a scurdà. Il problema è che Marchionne è abituato a pensare in termini di "azienda", non di convenienza.

Riguardo i 20 mld credo che SM ci metta dentro anche il costo di sviluppo dei nuovi modelli, quindi 20 mld è un costo più che plausibile, forse addirittura sottostimato. Poi dipende anche da altri fattori, gli accordi sulle fabbriche sono uno di questi, il mercato è l'altro.

Il famoso piano industriale che Landini & Camusso sostengono non sia stato loro presentato ..... mostrandosi, ancora una volta, semplicemente pretestuosi.

Ma, sai, lo sforzo di andare a cercarsi le informazioni disponibili - e di studiarsele - non lo fa chi è abituato da anni a ricevere salamelecchi ed a contare su diritti di veto, e sente la terra franare sotto i piedi con il cambiamento d'impostazione ......

Ma esiste ancora la fabbrica FIAT di motori in provincia di Avellino?

Perchè non se ne parla mai?

Salve a tutti, vi leggo sempre con piacere, ma questa volta vorrei fare un appunto.

Marco, quello postato da te e` un elenco di buoni propositi.

Un piano industriale e` tutt'altra cosa.

Come dice il Dott. Boldrin, e` fatto di numeri, di date di luoghi, etc...

Secondo te e` lo stesso piano che ha illustrato ad Obama per ricevere i finanziamenti ?

ihihihihih

Ho avuto modo di visionare i piani industriali di altre aziende/multinazionali metalmeccaniche e il minimo era:

- Quanto denaro investire

- Con quali tempistiche

- Dove investire (suddivisione % lungo i site)

- Per fare cosa (impianti da ammodernare e prodotti da mettere in linea)

- Eventuali aumenti/diminuzione di livelli occupazionali lungo i vari site.

- Risultati attesi e previsionali del soggetto e del mercato

 

Non entro nel merito se sia giusto o sbagliato quello che fa SM o la FIOM, ma quello presentato da SM non e` un piano industriale.

Con stima

 

Cassiodoro

 

Marco, una piccola puntualizzazione :10 ore su una linea di produzione non si fanno solo in Cina, io ad Avezzano (Italy) ne faccio 12 (dodici) da 12(dodici)anni.     www.micron.com/italy/

ci credo Franco ma una linea di mascheratura o di diffusione non è faticosa come una linea di montaggio auto

Franco non ho motivi per non crederti, a tutti capita di lavorare anche oltre le 12 ore (a me è capitato spessissimo, sabati e domeniche comprese), ma ritengo 12 ore continue su una "linea" (comprese quelle di produzione di wafer in silicio) improponibili per un essere umano, salvo rare eccezioni, ovvero in un anno una volta al mese può capitare, ma se questa è la regola in micron dovreste ribellarvi.

E lo dice un imprenditore. Se invece hai altre mansioni il discorso può anche cambiare in funzione degli incentivi e della "fatica" del lavoro. Conosco molte persone che probabilmente vanno oltre le dodici ore giornaliere, ma sono ben pagati e stimolati. E non lavorano sulla linea.

Ops ... quale coincidenza ... ihihihihhi

Io sono di Numonyx.

 

Cassiodoro

Commento spostato

 

C'era una intervista a Prescott sulla Repubblica cartacea di ieri

http://www.confprofessioni.eu/files/download/rassegnastampa/RS120111.PDF

e anche lui sosteneva che comunque era meglio trovare l'accordo con i sindacati. 


 

Secondo me costituisce un accordo al ribasso per entrambe le parti e, comunque, niente di memorabile

 

 

i sindacati mantengono il loro potere, i lavoratori potranno sempre rifarsi all'ottimo post di Sandro Brusco...

 

Questo avevo scritto nel mio post, direi che gli operai se ne sono accorti, i sindacati no. La FIOM in primis continua a dare un volto "politico" al voto, dimenticando che a Mirafiori rappresenta il 13% degli operai, e che il 46% non è iscritto ad alcun sindacato, quindi delle rimostranze della FIOM non gliene fregava un fico secco.

Ho solo un dubbio personale: quanto ha pesato in senso contrario l'endorsement di Silvio Berlusconi, che ha dichiarato a poche ore dal voto: io sto con Marchionne? Quanti hanno votato NO pur di non dargli ragione ? Io penso che quell'affermazione abbia spostato un bel pò di indecisi. Ma è solo una considerazione personale, senza alcun riscontro dei dati.

I dati dicono che il 55% ha detto SI', che gli operai addetti alla linea continua hanno detto in maggioranza NO, che adesso sono tutti in un bel casino all'italiana. Credo che occorrerebbe un colpo d'ala della dirigenza FIAT (che però ultimamente si diverte al muro contro muro..), per mantenere l'impianto dell'accordo (i 18 turni possibili, le pause mensa e le pause in sè per sè servono veramente per l'aumento della produttività), mentre concederei economicamente qualcosa in più di quei quattro pidocchi che hanno offerto. Ma non sono un operaio FIAT, e nemmeno SM. Per quel che mi riguarda poi non ho alcuna fiducia nel sindacato italiano, che persegue solo interessi e privilegi di casta, per cui peggiorerei l'accordo per i sindacati, firmatari e non.

Incredibile, perfino peggio di Pomigliano... Il risultato è pessimo. Non si controlla il montaggio con questi numeri. Non credo che Federmeccanica seguirà più l'avventuriero Marchionne, che a quanto pare di ''comando in fabbrica'' si intende poco. Le sue battute intempestive sui ''festeggiamenti a Detroit'' hanno pesato più della uscita di Berlusconi dell'altro ieri.

Resta irrisolto il divario di produttività tra gli impianti italiani e gli impianti esteri. La vedo brutta.