Come i ''grillini'' si sono fatti fregare in Lombardia e Veneto

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In questo articolo spiego come le peculiarità del tatarellum hanno penalizzato in modo particolare i movimenti con candidati appoggiati da una sola lista. La possibilità di votare solo per il governatore e non per la lista ha portato all'esclusione del Movimento 5 Stelle dai consigli regionali di Lombardia e Veneto.

Inoltre, è interessante osservare l'evoluzione di lungo periodo della ripartizione tra destra e sinistra dei governatorati. Essenzialmente, siamo tornati al 2000.

Il segno politico generale delle elezioni regionali del 28-29 marzo è abbastanza chiaro ed è stato abbondantemente commentato (vedere per esempio quiqui): il centrodestra si mostra in espansione grazie alla Lega, il PdL continua la sua meridionalizzazione, il centrosinistra continua a mostrarsi in sofferenza e il PD continua a essere in coma. Ma veniamo ai due aspetti che hanno ricevuto scarsa attenzione.

L'effetto ''singola lista'' sui grillini.

Il sistema elettorale regionale richiede essenzialmente di assegnare due voti, uno per il candidato governatore (che determina anche l'assegnazione del premio di maggioranza) e uno per la parte proporzionale dei seggi del consiglio regionale. La particolarità del sistema è che un voto dato unicamente a un partito si traduce automaticamente in un voto dato al candidato governatore appoggiato dal partito, mentre un voto dato unicamente al candidato governatore non si traduce automaticamente in un voto per uno dei partiti collegati. Questo appare ragionevole quando esistono partiti multipli che appoggiano un unico candidato, dato che in tal caso è impossibile stabilire univocamente la volontà dell'elettore. Un po' meno ragionevole è l'applicazione di questa regola a candidati appoggiati da un singolo partito. È infatti vero che un un elettore può scegliere il voto disgiunto, dando il voto a un candidato e a un partito diverso da quelli che lo appoggiano. Ma se si vota unicamente un candidato governatore appoggiato da un'unica lista si potrebbe affermare che l'intenzione dell'elettore è chiara.

In ogni caso, quello che ci interessa qua è la seguente osservazione empirica. I candidati appoggiati da un singolo partito, almeno nelle regioni del centro-nord, manifestano un grado di ''fedeltà'' dei propri elettori, per quanto riguarda il voto al partito, nettamente inferiore alla media. Credo sia legittimo sospettare che parecchi elettori siano confusi e pensino che il voto al candidato governatore si traduca automaticamente in un voto al partito. Le conseguenze di questa confusione sono state particolarmente gravi per il Movimento 5 Stelle. Per comprendere cosa è successo guardiamo alla distribuzione del voto in Lombardia.

Voti governatoreVoti partitiTasso di fedeltà
Centrodestra2.704.3642.479.36891,68%
Centrosinistra1.603.6661.421.68888,65%
UDC225.849164.07872,65%
Mov. 5 Stelle144.58599.39068,74%
Comunisti113.75487.22176,68%
Forza Nuova27.35811.28141,23%

Totale4.819.5764.263.02688,45%

Il tasso di fedeltà è la percentuale di voti al governatore che diventano anche voti validi per uno dei partiti che appoggia il governatore. Si noti anzitutto come a livello generale poco meno del 90% degli elettori che danno un voto valido per il governatore danno anche un voto valido a un partito. Dato che normalmente la differenza tra percentuali ottenute dai governatori e percentuali ottenute dai partiti che li appoggiano è ridotta (con eccezioni; si veda ad esempio la Campania), questo induce a pensare che il voto effettivamente disgiunto (voto a un governatore e a un partito che non lo sostiene) sia un fenomeno numericamente meno importante del voto che viene dato unicamente al governatore, senza preferenza al partito.

I candidati governatori di centrodestra e centrosinistra erano sostenuti da coalizioni multipartito, tutti gli altri candidati erano sostenuti da una unica lista. La differenza nel tasso di fedeltà è manifesta. A cosa può essere dovuta?

La mia tesi è che sia dovuta principalmente alla confusione dell'elettorato, che non capisce come un voto al candidato sia distinto dal voto al partito, e che in realtà per i partiti più piccoli è solo il voto al partito quello che ha conseguenze reali. Si noti infatti che un comportamento ''strategico'' dovrebbe condurre esattamente al risultato opposto a quello osservato, ossia l'uso del voto disgiunto con preferenza al meno peggiore tra i due candidati governatori con maggiori possibilità di vittoria e voto al partito per la parte dei seggi proporzionali.  Per esempio, per massimizzare il proprio impatto un elettore UDC (o di qualunque altro sostenitore di liste senza speranza di ottenere il governatorato) avrebbe dovuto scegliere quello che considerava il meno peggio tra Formigoni e Penati, e poi votare il simbolo UDC (d'accordo, in Lombardia era irrilevante dato che la vittoria di Formigoni era scontata; ma in Piemonte di scontato non c'era nulla). Questo non è accaduto, ed esiste invece qualche evidenza anedottica che sia accaduto l'esatto contrario. Che l'elettorato sia confuso mi pare naturale, date le caratteristiche barocche del tatarellum. Tale confusione ha impatto minore per gli elettori di coalizioni multipartito, dato che dalla scheda appare ovvio che la scelta del partito non è equivalente alla scelta del governatore. Gli altri invece sembrano confondersi molto di più. O, almeno, tendono a confondersi molto di più nelle regioni del centro-nord. Nelle regioni del sud gli elettori sembrano capire meglio come funziona il sistema elettorale, per ragioni che sarebbe troppo lungo approfondire ora.

Quanto è importante questo effetto? Nel caso del Movimento 5 Stelle è stato estremamente rilevante. La tabella seguente mostra il tasso di fedeltà medio per regione e il tasso di fedeltà del Mov. 5 Stelle, e calcola la percentuale di voti che avrebbe potuto ottenere il movimento con un tasso di fedeltà del 90%.

Tasso medioTasso 5 stellePercentuale 5 stelle 

Percentuale 5 stelle

con fedeltà al 90%

 

Piemonte85,9277,093,674,25
Lombardia88,4568,742,333,03
Veneto88,2872,092,583,20
Emilia Romagna91,7278,626,006,81
Campania94,2593,491,331,29

Per capire meglio come sono calcolati i numeri dell'ultima colonna, prendiamo il caso della Lombardia. In questa regione, come abbiamo visto, il candidato governatore del Mov. 5 stelle ha ottenuto 144.585 voti, mentre il partito ne ha ottenuti 99.390, con un tasso di fedeltà del 68,74%. Se invece il tasso di fedeltà fosse stato del 90%, il numero di voti al partito sarebbe stato pari a 130.126 (=144.585*0,9), ossia il partito avrebbe ottenuto 30.737 voti in più. Questo avrebbe accresciuto anche il numero totale dei voti validi ai partiti dello stesso ammontare. Il 3,03% che appare nell'ultima colonna è quindi calcolato come

 

3,03%=(99.390+30.737)/(4.263.026+30.737)

 

Calcoli simili valgono per le altre regioni. In sostanza si puo concludere quanto segue:

  1. In Lombardia un tasso di fedeltà del 90% avrebbe permesso al movimento 5 stelle di superare la barriera del 3% ed entrare quindi in consiglio regionale. Il tasso minimo di fedeltà che avrebbe permesso l'entrata in consiglio regionale è l'89,1%, di pochissimo superiore alla media regionale e inferiore alla fedeltà del centrodestra.
  2. Anche in Veneto un tasso di fedeltà del 90% avrebbe permesso di entrare in consiglio regionale. Il tasso minimo di fedeltà che avrebbe permesso l'entrata in consiglio regionale è l'84,22%, inferiore di 4 punti alla media regionale

Se i ''grillini'' avessero manifestato la stessa fedeltà degli elettori del centrodestra ora avrebbero rappresentanti sia in Lombardia sia in Veneto. Lo stesso sarebbe accaduto se i ''grillini'' lombardo-veneti avessero avuto lo stesso tasso di fedeltà di quelli campani.

Notare che il movimento era cosciente del problema. In un post immediatamente precedente le elezioni, Grillo scrisse sul suo blog:

 

Domenica e lunedì si vota. Ricordate di fare una doppia croce, una sul simbolo del MoVimento 5 Stelle con il nome del candidato e una sul simbolo del MoVimento 5 Stelle con la preferenza.
È IMPORTANTE FARE UNA DOPPIA CROCE PER ELEGGERE ALMENO UN CONSIGLIERE, ditelo anche ai vostri amici.

 

Evidentemente, o il messaggio non è stato  trasmesso con sufficiente chiarezza oppure gli elettori del Movimento 5 Stelle non sono assidui lettori del blog di Beppe Grillo. Tra parentesi, in realtà non serviva una doppia croce. Era sufficiente una singola croce sul simbolo del partito. Invece tanti elettori hanno messo una singola croce nel posto sbagliato, ossia sul candidato governatore.

Update. Il lettore LazyChild ci segnala che in Lombardia parte dell'effetto di infedeltà è dovuto al fatto che in alcune province il movimento non ha presentato liste collegate (e nessuno si è preoccupato di fare decretini interpretativi in extremis). In effetti mancava la lista nelle province di ComoLecco e Sondrio. In queste province il tasso di fedeltà è stato forzatamente zero. Sono però anche province con pochi votanti. Nelle province in cui la lista era presente il tasso di fedeltà è stato comunque parecchio più basso che per centrodestra e centrosinistra. Per esempio a Milano, la provincia numericamente più importante, il tasso di fedeltà è stato del 79,84% ed a Brescia del 75,49%. In Veneto invece la lista del movimento era presente in tutte le province.

 

La prospettiva di lungo periodo.

Queste sono state le quarte elezioni in cui si usava per le regioni il sistema elettorale del tatarellum, usato per la prima volta nel 1995. Dato che per l'elezione del governatore il sistema usato è di fatto l'uninominale all'inglese, è facile dire chi vince e chi perde in ciascuna elezione. Negli ultimi 20 anni tutte le regioni a statuto ordinario sono state chiaramente governate da una coalizione appartenente a uno dei due blocchi principali. Escludendo il Molise, l'evoluzione dei vincitori nelle rimanenti 14 regioni a statuto ordinario è mostrato dalla seguente tabella.

Regione1995200020052010
PiemonteDestraDestraSinistraDestra
LiguriaSinistraDestraSinistraSinistra
LombardiaDestraDestraDestraDestra
VenetoDestraDestraDestraDestra
Emilia RomagnaSinistraSinistraSinistraSinistra
ToscanaSinistraSinistraSinistraSinistra
UmbriaSinistraSinistraSinistraSinistra
MarcheSinistraSinistraSinistraSinistra
LazioSinistraDestraSinistraDestra
AbruzziSinistraDestraSinistraDestra
CampaniaDestraSinistraSinistraDestra
BasilicataSinistraSinistraSinistraSinistra
PugliaDestraDestraSinistraSinistra
CalabriaSinistraDestraSinistraDestra

La tabella mostra che 7 regioni non hanno mai cambiato colore politico. Sappiamo anche che in realtà le maggioranze che governano queste regioni sono sempre state rilevanti, quindi le vittorie non sono state dovute a ''fortuna'' in elezioni vinte sul fil di lana. Oltre alle 7 regioni ''inamovibili'' ci sono due regioni ''quasi inamovibili''. Liguria e Piemonte hanno visto la vittoria della stessa coalizione in tre delle 4 elezioni, centrosinistra in Liguria e centrodestra in Piemonte. Va segnalato però che le elezioni in Piemonte (compresa questa) tendono a essere vinte con margine assai ristretto.

Tra le regioni che hanno avuto due governi di un colore e due di un altro, tre (Abruzzi, che ha votato nel 2008, Lazio, Calabria) hanno cambiato coalizione vincente in ogni elezione. La Campania ha invece iniziato con un governo di destra, ha poi iniziato i dieci anni di bassolinismo nel 2000, ed è ora ritornata alla destra.  La Puglia esibisce invece un pattern abbastanza unico: è stata vinta per le prime due elezioni del periodo dalla destra e poi è passata al centronistra. Va communque ricordato che Vendola ha vinto in entrambe le elezioni per meno della maggioranza dei voti.

In sostanza, la situazione è ritornata al 2000, dato che le swing regions hanno completato il ciclo più recente ritornando al centrodestra. In quel ciclo elettorale il centrodestra conquistò 8 regioni su 14, mentre in questo ciclo ne ha vinte 7. Se questo ciclo continua dovremmo osservare almeno alcune di queste regioni tornare al centrosinistra nel 2015. Ma, ovviamente, la soluzione politica potrebbe cambiare radicalmente con un riallineamento dei due schieramenti.

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Commenti

Ci sono 27 commenti

 Mi sono fatto fregare anch'io - in Toscana (NON per Grillo - per i radicali). Una legge pazzesca.

A dir la verità la Toscana è una delle regioni che si è fatta la sua legge elettorale, simile al tatarellum ma un po' differente. Tra le differenze c'è una soglia più alta per l'accesso ai seggi, pari al 4%. Visti i risultati conseguiti, i radicali non avevano comunque alcuna speranza, anche con un tasso di fedeltà del 100%. Quindi, non ti crucciare.

È possibile che il problema sia dovuto al fatto che non abbiano presentato le liste in qualche provincia?

io ero scrutatore in un seggio della provincia di Varese e da noi forza nuova presentava solo la lista del candidato governatore, non aveva liste collegate. Magari per grillo è stato lo stesso (credo che in provincia di como non avessero sufficienti firme) per cui non era possibile votare la lista proporzionale collegata..

Hai ragione, in Lombardia, mancava la lista in provincia di Como, Lecco e Sondrio. In queste province il tasso di fedeltà è stato forzatamente zero. Sono però anche province con pochi votanti. L'effetto di confusione resta. Ho aggiunto un update al testo principale per discutere questa cosa.

 

...fare un po' di polemica in allegria con sandro, che e' tanto tempo, e questo e' il primo post sulle elezioni:) Vendola prende il 48/49% dei voti urlando in televisione che "noi con le tasse ci paghiamo i pulmini per i bimbi handicappati". E' un bel problema per chi crede alla versione del teorema dell'elettore mediano in cui l'elettore mediano non vuole le tasse... (perche' poi c'e' anche la versione in cui l'elettore mediano, essendo piu' povero della media, orrore, vorrebbe tasse SPROPOSITATE e FOLLI). Inoltre, Vendola e' comunista. Altro rompicapo per il fan dell'elettore mediano conservatore, uno che si dice comunista che prende il 48% dei voti? Vendola e' anche omosessuale, quindi manco a dire, beh si c'avra' il vizietto delle tasse, pero' e' uno casa e famiglia. Devo pero' ammettere una cosa. Il nuovo partito di Vendola si chiama "Sinistra, ecologia e liberta'". Hanno messo liberta' nei titoli di testa. Che questa sia la definitiva prova empirica che "il liberismo e' di sinistra"?

Sandro, forse mi sbaglio, ma non è che in Lombardia e Veneto dove il nome del vincitore era strascontato qualche elettore ha dato il voto al proprio partito di riferimento, dando una preferenza solo al candidato governatore grillino?

Può essere, l'evidenza anedottica citata nel testo è esattamente in questa direzione. Mi pare però (ma è solo sensazione di pelle) che sia difficile giustificare la divaricazione tra i tassi di fedeltà dei grillini e quelli medi dell'elettorato solo con questo fattore.

Inoltre la bassa fedeltà si riscontra, nelle regioni del nord, per tutte le candidature appoggiate da un'unica lista. Particolarmente interessante è il caso del Piemonte. Oltre ai grillini, tra i sicuri perdenti per governatore c'era anche Renzo Rabellino, appoggiato da una coalizione assolutamente improbabile (da ''Forza Toro'' a ''Forza Nuova'' passando per l'Udeur). Per costoro il tasso di fedeltà è stato del 92,4%. Ossia, il basso tasso di fedeltà non sembra essere una caratteristica dei candidati governatori con probabilità nulla di vittoria. Sembra invece essere specifica dei candidati appoggiati da un'unica lista.

Non ci sono numeri che possano giustificare il madornale errore che è stato commesso dai "Grillini" in questa tornata elettorale per le Regionali nel Veneto.

Nel Veneto come nelle altre Regioni, Beppe Grillo, in barba a tutti i suoi procalmi di "Una testa un voto" e della "Democrazia dal basso" .. ha IMPOSTO il candidato Governatore.

In particolare nel veneto esisteva già da anni un coordinamento Regionale che è stato spazzato via assieme a tutto il suo certosino lavoro da questa assurda imposizione dall'alto.
Nonostante le richieste di rimettere il mandato fatta a  Borrelli perchè ritornasse la "legalità" di "una testa un voto", egli decise di tirare dritto per la sua strada spaccando praticamente il movimento Grillino regionale a metà... Metà degli ATTIVISTI in questa tornata sono rimasti con le mani in mano .. o peggio sono passati in IDV.

Se si fosse corsi tutti assieme .. avremmo sicuramente preso non 2 .. ma 3 consiglieri regionali. Ricordo come Comuni come Ponzano Veneto, in cui l'anno scorso il candidato sindaco per la lista 5 stelle prese il 6,7%, in questa tornata, dopo queste prese di posizipone non condivise, crollò comprensibilmente al 2,55%.

Altro dato che evidenzia il fatto che proprio nella roccaforte di Borrelli a treviso si ottenne il risultato più basso di tutta la regione .. a Treviso in particolare il governatore grillino ha perso in un sol botto quasi il 30% di consensi dalle sue amministrative del 2008.

In definitiva il crollo fu sottolineato anche da un comunicato stampa che TUTTI gli ex candidati sindaci riuniti delle ex liste ciiviche 5 stelle della regione veneto alle aministrative 2009 sottoscrissero alla vigilia del voto nel quale prendevano le distanze dal monivento in quanto NON democraticamente costituito.

per senso di completezza e trasparenza

Franco

Franco, non conoscevo queste vicende interne al movimento 5 stelle del Veneto. Però mi sembra che questo spieghi, al massimo, il minore consenso della lista rispetto ad altre regioni. In realtà, anche così, se tutti queli che hanno votato per il candidato governatore avessero votato anche per la lista un paio di seggi in Veneto il movimento li avrebbe presi.

Secondo te c'è stata gente che ha apposta votato solo il governatore ma non la lista? Se le cose stanno come dici tu (ossia c'era scontento di base verso un candidato governatore considerato ''imposto'') allora sarebbe casomai dovuto accadere il contrario.

Solito vizio della sinistra.

 

Hanno appena iniziato e già hanno preso tutte le brutte abitudini...

vi segnalo un mio post e vi ringrazio degli spunti.

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Ci credono davvero gli elettori a 5 stelle?

Leggendo e rileggendo i risultati, comunque positivi e per i media sorprendenti, sto cercando di capire i segnali ed i feedback che si possono dedurre.

 

Molti che incontro mi alludono a questo exploit inaspettato, come dicevo poch’anzi, ma di inaspettato c’è poco, dato che per chi si informa fuori dai media tradizionali, sa che c’è un grosso movimento di opinione e di volontari, di lettori di blog, che sono coscienti e consapevoli di questa nuova realtà.

Io credo invece che per noi e per il lavoro che abbiamo fatto, il risultato sia stato al ribasso, cioè abbiamo ottenuto molto meno delle nostre effettive possibilità, ma questo non è un fattore di sconfitta ma solo di costatazione che serve del tempo e affinare le strategie per costruire la consapevolezza.

Proprio sulla consapevolezza degli elettori vorrei tornare tra poco. Intanto leggetevi queste osservazioni fatte sul voto, mirate a capirne dei feedback sul “movimento 5 stelle”.Link:Come i “grillini” si sono fatti fregare in Lombardia e Veneto.

Continua…

 

 

Il centrodestra oggi ne ha vinte 6 regioni e non 7.

Credo che si consideri anche l' abruzzo, in cui causa governatore dimissionario si è votato  in anticipo nel dicembre 2008

Buongiorno,

volevo solo segnalare questo link in merito all'andamento del Movimento a 5 stelle a Treviso post-elezioni.

http://www.beppegrillo.it/2010/04/movimento_5_ste_1.html

Buon ascolto nonchè visione.

Antonio

P.S. Sul blog, due giorni prima c'è una disamina anche sulla situazione dell'Emilia Romagna

Antonio70, tu ne sai qualcosa di più di come sono andate le cose in Veneto? Io non ne so nulla, ma ti assicuro che leggere interviste come quello che hai linkato, con tanto di diffide e scomuniche ''a chi è vicino'', non fa una bella impressione.

Il motivo della sconfitta al primo turno? Trova le differenze tra questo e quello

Una differenza ve la dico io: ... al secondo c'ero anch'io... eravamo a Cartura (PD), 5000 anime di paese.

Alla fine il m5s un seggio l'hanno conquistato! E adesso vediamo se, come nelle altre città, saranno in grado di meritarlo.

 

 

In Veneto le cose sono andate molto bene. Tieni conto che prendere metà voti dell'uDC (in Veneto!) spendendo circa 10000 euro per l'intera campagna elettorale... Posso dire tranquillamente che è la cifra media spesa per organizzare solo un paio di serate da altri candidati consiglieri, nemmeno eletti poi!

L'obiettivo del Movimento era semplicemente farsi "vedere" a livello regionale. Se veniva anche un consigliere era "grasso che colava" e ci sono andati sorprendentemente vicino. Nel comune di Venezia ad esempio un consigliere è stato eletto. Il Movimento vuole partire dai comuni e dalle problematiche vicinissime a noi. Non sono un "grillino" e nemmeno un candidato (in futuro Grillo dovrebbe lentamente sganciarsi dal Movimento) ma ultimamente le argomentazioni da loro esposte mi stanno convincendo (acqua a gestione pubblica, risparmio energetico, ruolo della politica locale) e mi piacerebbe provare a dare una mano. 

Le critiche è ovvio che ci siano (anche nella mia associazione scout si polemizza a manetta quand'è il momento di eleggere un direttivo). Ma qua è ben diverso. I fatti dell'Emilia e del Veneto mi sembra che siano stati chiariti. Ti posso dire che il calo dei voti preso dal referente trevigiano in casa sua è evidente, ma ogni turnata elettorale fa storia a sé.

... e comunque la frase citata di Gandhi "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." calza a pennello!

 

 

Bene, in 5 minutini date una letta a questo post del sito di Grillo (tralasciate il migliaio di commenti...):

http://www.beppegrillo.it/2010/06/pensione_a_70_anni.html#comments

Un commento però lo lancio io: ma perché si continua a parlare del problema delle intercettazioni? Anche oggi BS ha tuonato contro l'intollerabilità di essere ascoltati. Ma stiamo scherzando? Ma la priorità dov'è? E io adesso dovrò accettare di andare in pensione a 70 anni perché questi si sono sbagliati?

Non ho capito il commento. Nell'ordine:

- il post di Grillo, al solito, è un coacervo di bestialità populiste che non stanno in piedi mischiate alla solita denuncia del privilegio di qualcuno che serve per far urlare di rabbia i gonzi.

- i commenti sono nella maggior parte urla incazzate ed incoerenti, quindi mi fanno solo rallegrare di avere i lettori ed i commenti che abbiamo. Mi dispiace che il popolo italico sia incazzato, ma non uscira certo da questa situazione incazzandosi ancor di più, chiedendo la luna del pozzo ed ascoltando un inutile demagogo come Grillo.

- certo, proibire le intercettazioni e mettere il bavaglio alla stampa è prova che il piano di BS è fare il peronismo. Non è che non l'andiamo spiegando da tempo ...

- cosa c'entra il tuo andare in pensione a 70 anni (me too, by the way) con le intercettazioni? Chi si sarebbe sbagliato a fare che cosa?