Il declino dell'impero romano

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L'OCSE produce annualmente un interessante libretto, chiamato OECD in Figures, che riassume la situazione dei paesi membri. Ecco cosa contiene la sezione "OECD in graphs" nell'edizione 2006-2007, fresca di stampa.

Pochi grafici, che pero' danno l'idea del declino; possono essere consultati, assieme alle altre figure, nel sito dell'OCSE.  

Ricordo che l'OCSE comprende 30 paesi "sviluppati", dagli Stati Uniti alla Polonia.

Il PIL pro capite dell'Italia e' leggermente inferiore alla media OCSE (28.500 contro 29.000 dollari a parita' di potere d'acquisto). Il PIL pro capite del Regno Unito (che con Craxi avevamo raggiunto a mezzo di qualche trucco contabile) e' di 32.500 dollari.

Il tasso di crescita del PIL in Italia dal 1995 al 2005 e' superiore solo a quello del Giappone (1.3 % contro 1.2%). In confronto la crescita e' stata del 7.5% in Irlanda, del 3.6% in Spagna, del 3.3% negli Stati Uniti.

Il tasso di sovra-qualificazione della popolazione (nativi e immigrati), cioe' una misura di quanto il capitale umano e' male utilizzato, e' in Italia sostanzialmente inferiore solo a Spagna e Grecia.

Il tasso di occupazione di persone tra i 55 e i 64 anni in Italia e' piu' alto solo di quelli della Turchia, Slovacchia e Polonia.

Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia e' il piu' alto nell'OCSE, ad eccezione solo di Polonia, Slovacchia e Grecia.

La spesa, privata e pubblica, in sanita' e' in Italia inferiore alla media OCSE.

Il numero di connessioni a banda larga a internet, per ogni 100 abitanti, e' in Italia inferiore alla media OCSE.

L'investimento in fondi pensione privati, in percentuale del PIL, e' tra i piu' bassi nell'OCSE (superiore solo a Sud Corea, Slovacchia, Lussemburgo, Turchia, Grecia): il 2,8% in Italia contro il 124% dell'Olanda, il 11,7% della Svizzera, il 98,9% degli Stati Uniti, il 70% del Regno Unito, il 52% dell'Irlanda (la media OCSE e' l'87,6%).

Si noti che non ho selezionato io gli indicatori riportati. Ho riassunto la posizione dell'Italia in ognuno dei grafici riportati (escludendo quelli non disaggregati per paese). Si fa fatica ad essere ottimisti.

Le storielle che si contano ai bimbi sulla ragioni per la caduta dell'impero romano, citano il declino dei valori, la corruzione, la disoccupazione, la salute pubblica e l'avvelenamento da piombo, ....

Ma cosa ci vuole a cambiare le tubature?

 

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Commenti

Ci sono 9 commenti

Condividerei tutto quanto scritto se non fosse che da qualche tempo sono tormentato da un dubbio.

E se quello che chiamiamo "declino" sia semplicemente una deviazione, forse temporanea, forse definitiva, dal percorso di sviluppo che ci aspettavamo (in senso economico)?

Se l'economia italiana stesse puntando a un modello di sviluppo da secondo mondo, un'economia relativamente povera in cui non servono molti laureati?

Dice: ma se non punti alla crescita, nel mondo delle derivate prime, sei destinato al declino.

E infatti: terminato il percorso di aggiustamento verso il nuovo modello di sviluppo, si ricomincerebbe a crescere (tanto conta il tasso di incremento, mica i livelli).

E poi: le priorità degli italiani sembrano essere altre, come dimostrano le forze politiche emergenti e il ritorno in grande stile del Vaticano come forza in grado di influenzare le scelte politiche (nulla contro il Vaticano in sè, solo sembrerebbe che, dove la sua influenza è forte, la crescita economica è debole).

Dice: ma allora che ci fa l'Italia nell'area dell'euro? E perché cambiamo cellulare ogni 6 mesi come i dinamici cittadini britannici?

Perché ci piace sognare (e infatti siamo indebitati fino al collo).

Non so se augurarmi di sbagliarmi o no. In fin dei conti, è meglio essere la Slovenia o l'Italia, in termini dinamici?

La storia va avanti, ma anche indietro, a volte e purtroppo.

Dopo dieci anni di Forza Italia e la delusione di questo governo, sono davvero depresso.

 

 

 

 

 

 

 

Mah, capisco i dubbi, ma mi pare che un modello da secondo mondo non abbia speranze senza le stesse riforme che ci darebbero uno shot al primo di mondo, prime fra tutte la flessibilita' del lavoro, basse tasse, enorme riduzione della spesa pubblica (tutta, ma quella inefficiente prima). Chi e' il secondo mondo dopo tutto? la Polonia, la Romania, l'Estonia? Mi par dura competere con questi senza "molti laureati", cioe' senza stare vicino alla frontiera tecnologica e/o senza specializzarsi in servizi un po' avanzati. Con cosa competi, col costo del lavoro? O  ci specializziamo nel turismo?   A me declino  pare.  Non  inevitabile, ma con questa tendenza... Concordo pienamente sui motivi della depressione.

 

declino si; impero romano ne vedo poco...

 

licenza poetica...

 

Il commento di Boldrin è molto, molto pertinente. Salvo con nome "declino_ma_vivo_bene.pdf".

Del resto, perché nei paesi che ci ospitano corrono così tanto?

Perché sono costretti. Qui, se non corri, il mutuo non lo paghi.

Infatti, appena fanno abbastanza soldi, si comprano la villa in Italia e ci vanno ad invecchiare.

Quindi Boldrin ha ragione.

L'ultimo dubbio rimane: siccome non c'è un pasto gratis, chi paga?

Penso al nostro debito pubblico.

Sono diviso tra due convinzioni. a) è una spada di Damocle che può decapitarci da un momento all'altro, b) non è un grosso problema, basta tenerlo sotto controllo, Berlusca ha fatto casino ma è colpa sua fino a un certo punto, è il percorso di aggiustamento che conta, stiamo tornando in carreggiata, l'Europa guarda questo.

Però l'elevato livello di debito pubblico ci rende più fragili rispetto a eventuali cataclismi, politici od economici.

La storia ci riserva sempre delle sorprese.

Quindi continuo a non essere tranquillo.

 

 

 

 

 

 

Le osservazioni di M. Boldrin sono ovviamente corrette.

Altrimenti non si capisce perche' "tutti" vogliono aver la casa in R.A.P (Rhone-Alpes-Provence) o Chiantishire. "tutti" include il fanaticamente anti-France R. Perle, di fama "neo"con.

 

Posso solo confermare da vita vissuta (5 anni) che un paese in cui la crescita economica e' assai piu' impetuosa che il lento declino italico-europoide (piu' o meno meno Eire & U.K.), la vita e' orrenda. Consiglio a tutti una passeggiata non a Taipei, dove ogni tanto si vede un albero, ma a Kao-h-Hsiung.

 

 

Gli italici hanno zero volonta' di esser Spartani, si era capito.

Mi domando solo se non si potesse invece di dare esempi come la Mafia, i magistrati venduti e i professori ordinari che mettono in cattedra le amanti e gli amanti, produrrre qualche caso di nuova produzione culturale un pochino interessante. Tommaso Aquinate e Giuseppe verdi non contano.

Un solo modesto avviso ai naviganti di eta' avanzata. Mentre va benissimo far tagliar la stoffa della camicia a Borrelli a Milano e a Barba a Napoli, preghiate gli dei che vi proteggono che non vi tocchi di esser tagliati da un bisturi in un ospedale d'Italia.  

 

E' molto seducente, l'acquerello dipinto da michele. E difatti credo che abbia proprio ragione, che la stragrande maggioranza degli italiani si faccia dolcemente e languidamente sedurre da quest'acquerello.

C'e' anche la storiella del pescatore napoletano (saggio e indolente) che chiacchiera col turista (americano, milanese, whatever). Il napoletano si riposa vicino alla propria barca tirata in secco sulla battigia, godendosi il sole caldo. Il *milanese-americano-indiano-cinese-vietnamita* gli chiede: "ma cosa fai, perche' stai li' senza far nulla invece di uscire con la barca, pescare tanto pesce, venderlo al mercato, fare soldi...?" Replica il napoletano "e cosa me ne farei, del pesce e dei soldi?" "Beh, potresti comprare delle nuove reti, magari una barca nuova,..." " Si', e poi?" chiede ancora il napoletano. "Potresti espandere la tua attivita', assumere degli altri pescatori, ..." "Si' ma poi?" "...magari mettere su una piccola azienda alimentare che affianchi la tua attivita' pescatoria..." "E poi?"

"E poi ti puoi riposare, con tutti quei soldi!"

"E io cosa sto facendo?" ribatte tranquillo il napoletano. 

 

sono d'accordo. anch'io ho apprezzato molto l'acquerello di Michele. proviamo a prenderlo sul serio fino in fondo pero’, almeno per un momento. che senso ha allora prendersale vivacemente con Captain Mussi, Mortazza, Baffino o chi per loro? In fin dei conti, se il madato dell'elettorato e' quello di condurci ad un declino lento e costante, mi sembra che questi signori stiano lavorando egregiamente: implementano politiche del cazzo in linea con i piu' profondi desideri dei propri elettori (almeno per quanto concerne l'Italietta nostra, Downs ci ha preso in pieno dunque...) criticare il governo, scrivere di riforma del mercato del lavoro o di liberalizzazioni diventa allora un puro divertissement intelletuale. ma se di divertissement si tratta, perche' non parlare di cose davvero divertenti, come la buona cucina, il sesso, la musica o la letteratura? Tra l'altro, sempre per seguire il discorso di Michele, e' proprio su questi temi che noi italiani dovremmo avere uno straccio di vantaggio comparato...meglio sfruttarlo, no? ed andarci a leggere cosa scrivono di produttivita' e tassi di crescita sui blog inglesi o su quelli spagnoli...