Ed il MEF commentò...

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(si fa per dire)

Scrivo questo breve addendum al post di qualche giorno fa dopo aver letto il primo commento del Ministero dell'Economia e della Finanze (MEF) alle rilevazioni Istat pubblicate oggi.

Secondo il MEF i fattori responsabili del rallentamento dell'economia sono: i) terrorismo, ii) crisi dei migranti, iii) brexit.

i) L'unico Paese che sicuramente ha risentito degli attacchi terroristici è la Francia. Come gli attacchi a Parigi e a Nizza abbiano potuto avere effetti sull'andamento della crescita italiana nel secondo trimestre lo sanno solo al ministero. Tanto più che l'agenzia nazionale del turismo ci fa sapere che nei primi 6 mesi le presenze di turisti sono aumentate del 3,3% e quelle degli arrivi del 5,1%. Insomma la vocazione turistica italiana è salva.

ii) In che modo la crisi dei migranti freni la crescita è altrettanto misterioso. Non era forse che per gestire la crisi in corso il governo aveva chiesto lo 0,3% di deficit aggiuntivo?

iii) Il voto per la brexit c'è stato nell'ultima settimana del trimestre. Ora, o in via XX settembre credono che anche gli effetti macro siano retroattivi come le loro decisioni sulle tasse, o ci stanno bellamente prendendo per i fondelli.

Ricordo ancora una volta che nel documento di programmazione economica e finanziaria di aprile la crescita 2016 è prevista all'1,2% (2,2% nominale), il deficit al 2,3%, il rapporto debito/pil 132,4%.

A meno di miracoli, a cui non sembrano credere neanche i tecnici del MEF - " Diverse fonti di Governo, compreso il Ministro dell'Economia e delle Finanze, avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il DEF sarebbero state messe in discussione da questo nuovo scenario, e numerosi previsori (dal FMI all'OCSE) hanno già rivisto al ribasso le stime della crescita mondiale" si legge nella nota - il PIL crescerà quest'anno dello 0,6% (metà del previsto).

Notare inoltre l'equilibrismo logico: nulla si dice sul fatto che FMI e OCSE abbiano rivisto al ribasso le stime di crescita italiana oltre che mondiale.

Come intende il governo reagire al fatto che le sue previsioni sono ora carta straccia? 

Il ministero punta sugli investimenti, ci dicono. Ma gli investimenti sono sia pubblici che privati e dipendono, oltre che dalla volontà del governo, dalle condizioni economiche nelle quali le imprese si muovono. Nel bollettino Istat di maggio si leggeva "gli investimenti beneficeranno del rafforzamento delle attese sulla crescita dell'economia e del miglioramento delle condizioni del mercato del credito". Miglioramento delle attese sulla crescita e miglioramento del mercato del credito ... è uno scherzo? 

"La strategia di recupero della competitività e della capacità produttiva del sistema-paese continua con il mix di strumenti che ha consentito di invertire la tendenza al declino e ripristinare la crescita: riforme strutturali che migliorano la funzionalità del paese a tutti i livelli, riduzione della pressione fiscale e semplificazione del sistema tributario, investimenti per recuperare competitività e potenziale produttivo." Insomma fuffa, parole, ciacole.

E sul fronte del debito? Verrà tenuto sotto controllo mettendo sul mercato una ulteriore quota di azioni di Poste Italiane.

Tutto qui? Tutto qui

A questo punto vien da farsi una domanda: in via XX Settembre hanno idea di cosa si sta cucinando o no? 

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Commenti

Ci sono 9 commenti

Caro Costantino

ma pensi che al MEF siano tutti  scemi? Lo sanno benissimo.  Come disse Juncker 'noi tutti sappiamo bene cosa bisognerebbe fare, ma non sappiamo come farci rieleggere se lo facessimo' E non lo fanno. Così Renzi e Padoan sanno benissimo cosa bisognerebbe fare. Non lo fanno perchè gli ELETTORI NON LO VOGLIONO (ANCORA).  Punto. Basta. Fine. 

Magari nel 2020 o nel 2030 una parte consistente degli elettori si renderà conto che i responsabili della crisi non sono l'euro, i tedeschi cattivi, i politici ladri, i ricchi, le cavallette, le scie chimiche etc. - ma se stessi o i loro figli/padri/amici/colleghi. Forse la situazione politica cambierà.  Ci sarà il famoso patto dei produttori (di  cui sento parlare dagli  anni Settanta), nascerà un partito politico veramente riformatore e, dopo un violento scorntro sociale forse si faranno le riforme. L'Italia diventerà un paese moderno ed efficiente. Forse. Per ora, per favore risparmiaci i post da Grillo Parlante. Bastiamo noi  professori  

Caro Giovanni, 

con tranquillità ferregostana, permettimi due o tre pensieri.

1) Il commento di Costantino non è certo l'editoriale del secolo. Fa solo osservazioni, corrette a mio avviso, a fronte di un evento rilevante e di dichiarazioni che (vista la rilevanza dell'evento) lasciano alquanto a desiderare.

2) Tu sembri essere convinto che al MEF "sappiano" cosa sarebbe necessario fare ma siano semplicemente impediti dal farlo. Cosa te lo fa pensare? Tu, io ed altri conosciamo molti dei soggetti che governano quel ministero e ... io ho molte ragioni per dubitare siano davvero consapevoli di quanto ci vuole. Parlo seriamente e, se necessario, faremo anche i nomi (che sono per altro noti) ma, avendo discusso con molti di costoro per svariati decenni, ho davvero sovverchi dubbi essi sappiano quel che ci vuole. Credo invece siano convinti che con un po' di spesa pubblica in più e con qualche aggiustamento qui e là l'Italia ritornerà a crescere. Quale evidenza obiettiva hai per pensare altrimenti?

3) Io non trovo ragionevole classificare ogni commento che evidenzi le gravissime insufficienze delle politiche economiche messe in atto dal governo Renzi come "grillino"!
Per svariate ragoni:
- Perché, se così fosse, allora dovremmo concludere che solo le azioni di politica economica prese da MR&Co sono sensate, e non mi sembra.
- Perché sarà anche sempre colpa dell'elettorato ma le SCELTE fatte dal governo, dagli 80 euro alla gestione della crisi  bancaria, NON erano né le uniche possibili né le uniche che l'elettorato fosse in grado di accettare.  
- Ed infine perché, e forse qui mi ripeto, se decidiamo che tutto ciò che era possibile fare è stato fatto e quello che non è stato fatto è perché l'elettorato non lo voleva, allora finiamo nel famoso mondo del signor Pangloss.

E questo - non sembra anche a te? - mai è stato il modo di vedere il "vincolo politico" di nFA. O no?

Hugs, m 

Quello che penso è che al MEF forse sappiano anche cosa fare ma non possono farlo per un preciso indirizzo politico che viene da Palazzo Chigi. La prova, a mio avviso, sta nelle ripetute e imbarazzate dichiarazioni a cui è costretto PCP per inseguire/sostenere il premier.

Su quello che vogliono o non vogliono gli elettori non mi pronuncio sia perché l'ho già fatto in altra sede (e penso si sappia che non ho, ora, alcuna fiducia negli elettori), sia perché non è compito mio/nostro ragionare in base ad un ipotetico consenso.

Per quanto riguarda il Grillo parlante, ritengo che non si possa non commentare una rilevazione come quella Istat e la stridente illogicità della risposta del MEF. Non è grillismo, è interesse per la politica a cui personalmente non ho intenzione di rinunciare.

Abbracci

Ma ciò che gli elettori vogliono dipende anche e non poco da ciò che gli propongono i leader politici, i media, le élite. I margini di scelta dei politici sono limitati ma abbastanza ampi, e su quelli conviene focalizzarsi.

(Perciò anche il ruolo di nfa non è trascurabile. Ruolo nei confronti di una parte delle élite, Renzi incluso, oltre che di una parte dell'elettorato. Con qualche conseguenza sullo stile comunicativo più efficace.)

...sono diverse, chi emette le note non è quello che fa gli studi, o prepara i provvedimenti (non mi stupirebbe nemmeno sapere che non si conoscono affatto), chi emette le note lo fa ben sapendo a chi deve dar conto: ricordo certe note durante i Tremonti days al cui confronto questa è un trattato economico, il timbro MEF poi non significa niente: il MEF è un organo politico al cui interno ci sono strutture tecniche, organizzative e di comunicazione molto poco dipendenti l'una dall'altra.

Chiusa la parte polemica sul MEF io invece andrei a guardare cosa vuol dire ciò, ovvero che poichè siamo in piena frenata (vanno bene anche gli alieni, Tremonti usò il mostro dei videogames) al MEF sono diventati molto pessimisti, prendono atto che cresceremo del solito prefisso telefonico e stanno preparando le pezze a colori per gli annunciati provvedimenti di settembre, che saranno ridimensionati sicuramente.
Si chiama terreno preparatorio....

Last but not least: ancora nessuno su nFA che non scriva due parole sull'APE, non sull'efficacia, di cui nulla so, ma sul fatto che sia l'emblema del modello superfisso: X va in pensione (come non conta), così Y prenderà il suo posto e creeremo "nuovi posti di lavoro". Geniale.

devo essermelo perso. O forse non ho fatto attenzione, e' quella cosa di Tito?

Uff, che palle, ancora con questa storia di pensioniamo papa' per dar lavoro al figlio?

Beh,  dai,  scrivi tu una nota, Marco : ) 

Giovanni e Costantino, non sono completamente d'accordo con voi sulla sfiducia verso gli elettori.

Questo governo non è quello votato dagli Italiani nelle elezioni. In effetti, non lo era nemmeno il governo Letta prima di questo, e neanche il governo Monti ancora prima. Per cui, mi riesce difficile vedere un legame causa-effetto cristallino tra ciò che vogliono gli elettori e ciò che fanno i vari governi. 

Certo, quando un governo vuole fare qualcosa veramente, la fa: vedi il jobs act e la riforma della costituzione con questo governo, la legge per abolire l'IMU di Letta o la legge Fornero per Monti.

Avete ragione a dire di avere sfiducia negli elettori: se dopo tutti questi anni non è cambiato niente, può sembrare che quello sia un problema. Credo, però, che anche Fabrizio non manchi di tanto il bersaglio dicendo che la classe politica e le elite controllano TV e giornali in maniera molto forte e decidono che minestra passa il convento e questo influenza il modo di vedere le cose dell'opinione pubblica. Per cui, se sei una persona nata e cresciuta in Italia, che ha studiato in Italia e ha visto come si lavora in Italia, se ogni volta che c'è un problema tutte le soluzioni che politici ed esperti discutono passano in un modo o nell'altro per lo Stato (o più Stato, o cambiare le leggi o le regole, o più controlli, etc.), immagino ti venga naturale pensare lo spazio delle soluzioni come immerso nello Stato. E' una cosa che dai per scontato. E' il modello superfisso. Sono d'accordo col dubbio di Michele: forse al MEF c'è gente che davvero, in buona fede, crede che lo Stato sia la risposta...

Per questo credo che il problema sia più complesso e capirne il nocciolo sia la questione essenziale per chi vuole cercare di cambiare e far ripartire questo paese 

Trovano sempre scuse legate a drammi internazionali per giustificare quest'Italia che arranca sempre di più. Vergognosi e ipocriti.