Entertainment by C. Mastella

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Dite quello che volete, ma una cosa a Mastella va riconosciuta: è un maestro dell'avanspettacolo.

Dopo una penosa esclusione dalle poltrone che dura ormai da quasi un anno, Clemente Mastella ha finalmente ritrovato casa. Sarà candidato del PdL alle prossime europee. Dato che alle europee si possono dare le preferenze e data l'indubbia capacità del nostro di controllare una congrua quota di dette preferenze (almeno finché dimostra di aver potere), la sua elezione è praticamente certa. In cambio, Mastella offre al centrodestra una serie di enti locali, a cominciare da Benevento, in cui attualmente governa il centrosinistra in alleanza con l'UDEUR. Della serie: teniamoci strette tutte le poltrone possibili, che alla fine risultano utili.

In tutta onestà, la scelta appare abbastanza logica e sensata. Mastella è indistinguibile, politicamente e umanamente, dalla stragrande maggioranza dei parlamentari meridionali del centrodestra. Quella appare la sua casa naturale, a cui apparteneva inizialmente e da cui si dovette temporaneamente allontare per fare quello che un uomo come lui è chiamato a fare, ossia acchiappar poltrone. Ma Mastella ha sempre un qualcosa di più, una verve comica che ormai sospettiamo non sia affatto involontaria. Il gigione ci piglia per il culo, sa che noi sappiamo che ci piglia per il culo, e lo stesso ci strizza l'occhietto per dire ''vedete che la vita umana è tutta una commedia? Sentite cosa vi sparo adesso''. Sulla sua decisione ci dice quindi cose come questa:

 

"È maturata da intese che sono intervenute - ha spiegato Mastella - e che hanno preso l'abbrivio soprattutto quando non c'è stata la possibilità di presentarsi da soli per l'insistenza del Pd di andare a tutti i costi alla soglia di sbarramento del 4%"

 

Ovviamente Mastella lo sa che il PdL ha insistito quanto e più del PD sulla soglia di sbarramento, ma cosa importa? È come se ci strizzasse l'occhietto e ci dicesse ''sentite che cazzata vi sparo adesso''.

Oppure leggete il seguente pezzo di aria fritta, tratto direttamente dal comunicato in cui si sancisce la rinnovata alleanza Berlusconi-Mastella:

 

Dalla Campania - si legge ancora nella nota - può e deve partire l'attenzione per l'intero Mezzogiorno, la cui promozione sociale ed economica è interesse dell'intera nazione. Si tratta di agevolare un processo che non punti solo sul rilancio nominalistico dell'atavica 'questione meridionale, ma che abbia come punto fermo la valorizzazione delle risorse naturali e delle aspirazioni territoriali di cui è dotato l'intero Sud

 

Impagabile, semplicemente impagabile. Dai, lo sappiamo tutti che non si possono dire cose del genere restando seri. E infatti è come se vedessimo il suo sorrisino di sottofondo, l'eterno occhiolino strizzato a significare ''credevate veramente che non fosse più possibile dire queste fregnacce? E io vi mostro il contrario''. E giù a sghignazzare.

Grazie Mastella. È un bel po' di tempo che tu e i tuoi scherani state mandando il paese in malora, e vediamo che non avete intenzione di smettere. Ma, almeno, nel frattempo ci fate divertire.

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Commenti

Ci sono 135 commenti

Si, in effetti Clemente Mastella, acrobata trapezista fra i più sprezzanti nello sfidare il ridicolo, ci propina queste cazzate che potrebbero far ridere...in realtà se, al Sud, le cose non cambiano ho paura che fra un po' ci sarà poco da ridere.

Ma quando è che la Storia trascinerà via con se questi personaggi, senza dimenticarsi, ovviamente, degli entusiasti elettori? 

 

Certo che il PD ora non ha veramente piu' scuse. Eliminato il capro espiatorio a sinistra, eliminato il capro espiatorio a destra. Rimangono loro soli soli. Cosi' sara' finalmente evidente il nulla  politico creato dalla gang VeltroniD'alemaRutelli&Friends. Ah no, aspe'....c'e' ancora dipietro da biasimare se le cose vanno male. Mannagg'

Dato che alle europee si possono dare le preferenze e data l'indubbia capacità del nostro di controllare una congrua quota di dette preferenze (almeno finché dimostra di aver potere), la sua elezione è praticamente certa.

Ditegli che qui a Bruxelles lo attendiamo con impazienza :-)

Invero stiamo attendendo con ancora maggior impazienza le statistiche delle presenze dei deputati alle sedute del Parlamento Europeo (e delle Commissioni), grazie all'approvazione di una mozione-trasparenza di M. Cappato.

State certi che la Broccaggine Mesta degli taliani figurerà ancora una volta in testa alla graduatoria. Mi prenoto da subito per segnalare a nFA il momento della pubblicazione.

RR 

 

Dopo una penosa esclusione dalle poltrone che dura ormai da quasi un anno, Clemente Mastella ha finalmente ritrovato casa.

 

Non mi aspettavo alcunché di diverso, ma han fatto davvero presto a reintegrare questo imperituro paradigma di ogni possibile nefandezza politica, perfetto interprete democristo del piede in due scarpe.

 

 

Dato che alle europee si possono dare le preferenze e data l'indubbia capacità del nostro di controllare una congrua quota di dette preferenze (almeno finché dimostra di aver potere), la sua elezione è praticamente certa

 

Dal che si deduce che le preferenze - pur se anch'io gradirei scegliere chi mi rappresenta - non risolvono un problema legato alla scadente qualità degli attori sulla scena politica ed alla sostanziale, arrogante disonestà di molti professionisti della poltrona.

 

 

Mastella è indistinguibile, politicamente e umanamente, dalla stragrande maggioranza dei parlamentari meridionali del centrodestra

 

Suvvia Sandro, non solo del centrodestra .....


Comunque, la chicca è proprio:

 

la valorizzazione [.......] delle aspirazioni territoriali di cui è dotato l'intero Sud

 

Non ho capito che cosa vuole: il Regno delle due Sicilie 2.0?

 

 

Suvvia Sandro, non solo del centrodestra .....

 

Hai ragine Franco, faccio ammenda. No, certo non solo del centrodestra.

C'è una cosa che, stranamente, nessuno ha notato, nemmeno Sandro che non se le lascia mai scappare queste.

Domanda: chi fece cadere il governo Prodi, aprendo la strada alle elezioni anticipate ed all'ascesa di BS a primo ministro?

Risposta: Clemente Mastella.

Non so quanto abbondanti siano i fichi a Ceppaloni, né CM mi sembra persona d'aver rimorsi d'alcun tipo, ma i 30 denari, con gli interessi, mi sembran pagati.

E no, Michele, con queste affermazioni sei un farabutto. Almeno questo è quello che dice Mastella stesso sul Corriere di oggi. "Farabutti. Ma quale conto saldato. Piuttosto, a Berlusconi e Fini dico grazie perchè sono stati generosi". Insomma, qua si vola alto, si parla di generosità e tu invece fai delle basse insinuazioni. Vergognati.

E, continuando a volare alto, segnalo l'intervista, sempre sul Corriere, a Lady Calderoli (definizione del Corriere), al secolo Gianna Gancia, uno dei possibili candidati del Pdl alla presidenza della provincia di Cuneo. "Mi spaventa che qualcuno possa catalogarmi come "la compagna di" e calpestare tutto il resto: io sono una donna, una madre, un'appassionata militante e sì, anche la compagna di Roberto Calderoli. ... Ci ho pensato tanto e sì, ho dato la mia disponibilità a questa candidatura". Insomma, guai ad insinuare che lei abbia goduto di qualche vantaggio. E del resto, chi potrebbe pensarlo dopo avere letto questa profonda riflessione politica? "La Lega è Umberto Bossi e Umberto Bossi è la gente".

 

Non è che non ci avessi pensato, ma onestamente a me pare che questa sia una transazione diversa. Non ho mai ben capito perché Mastella abbia fatto cadere Prodi; era ministro di giustiza e godeva di un potere invidiabile, dato che con i suoi tre senatori era determinante per la maggioranza al Senato. Non ci credo che abbia buttato tutto questo alle ortiche per un posto al Parlamento europeo. Se voleva poteva stare con Prodi, bloccare la legge dello sbarramento al 4%, e andare al Parlamento Europeo con la sua lista. Non so se oltre a questo ci sono stati payoffs di altro tipo, tutto è possibile, ma il solo posto al parlamento europeo certo non è paga sufficiente.

A me pare che questa transazione sia di mutua convenienza. Per il PdL l'unico costo è sacrificare una poltrona altrimenti occupabile da altro membro della casta. Ma ricordiamoci che Mastella, anche se ha sicuramente perso un po' di consenso, un po' di voti li mobilita ancora. Se riesce a portare alla lista PdL uno 0,6-0,7% è possibile che faccia guadagnare un seggio in più al PdL (ci sono 72 seggi ma lo sbarramento al 4% escluderà un po' di voti validi e farà pesare di più i voti di chi passa lo sbarramento). Alle politiche il PdL ha avuto paura che Mastella facesse perder voti, ma ora Mastella è assai meno prominente e si può star tranquilli che l'elettorato di centrodestra non si sturberà più di tanto. Quindi il costo non è neanche tanto costo: alla fine è probabile che il seggio di Mastella sia aggiuntivo rispetto a quello che il PdL avrebbe preso senza Mastella. In più, il centrodestra ha ottenuto in cambio la promessa di un ribaltone in vari enti locali in cui UDEUR ora governa con il centrosinistra, e l'ha ottenuta per iscritto. Forse la provincia di Benevento può apparire meno glamourous di Starsburgo, ma in realtà un bel po' di soldini ci passano e i politici nostrani lo sanno benissimo. Si tratta quindi di un buon bottino per il PdL.

In sostanza, a me pare che il PdL abbia fatto un buon affare, come c'era da aspettarsi dato che il bargaining power di Mastella a questo punto è abbastanza ridotto. Mastella pure ci ha guadagnato qualcosa, visto il vicolo cieco in cui si era messo, ma non molto. Corre senza simbolo del suo partito e per grazia di qualcun altro. Meglio che niente, ma non è gran cosa. Non c'è quindi bisogno di ipotizzare più complicate transazioni intertemporali: questa transazione conveniva a entrambi. Ovviamente, pronto a rimangiarmi quello che ho detto se appare evidenza di transazioni più complicate. Ma finora questa evidenza non c'è.

 

Questa è la dimostrazione che le preferenze sono uno strumento di controllo del potere cosi' come lo sono le liste uniche : Solo da 2 punti diversi di potere

Non sono sicuro di capire bene questo commento. Cosa c'è da dimostrare? È ovvio che le preferenze sono uno strumento di controllo del potere, e non conosco alcuna persona sensata che lo abbia mai negato. Con il sistema delle preferenze chi viene eletto lo decidono i cittadini che danno le preferenze stesse; ossia, finsicono eletti i politici meglio in grado di ottenere le preferenze degli elettori. Senza preferenze, chi viene eletto lo decidono i capi di partito al momento della compilazione delle liste. Ovviamente sono due strumenti diversi di controllo del potere (in questo caso il potere di decidere chi va al parlamento europeo), che assegnano il potere a gruppi diversi. Peraltro, la differenza non è nemmeno così forte; per avere le preferenze devi anzitutto essere in lista, e per esserci devi piacere ai capipartito.

Se invece vuoi dire che anche con le preferenze possono essere eletti degli autentici cialtroni, questo è verissimo. Ma a quel punto non c'è sistema elettorale che tenga. Se agli italiani piacciono i cialtroni, saranno cialtroni i rappresentanti che si scelgono.

 

Devo ammettere che la polemica preferenze si/preferenze no mi lascia abbastanza indifferente. Il vero problema è proporzionale o maggioritario. Tra i sistemi effettivamente utilizzati, mi pare che il maggioritario con primarie sia quello che meglio da agli elettori la possibilità di scegliere i candidati. Il proporzionale, in tutte le sue salse, tende invece a concentrare il potere nelle mani dei capipartito (e a generare una serie di altri effetti negativi tipo aumento della spesa pubblica, come documentato da Persson e Tabellini).

Con il proporzionale, anche in presenza di preferenze, sono comunque i capipartito che decidono chi mettere in lista. Permettere le preferenze può generare qualche benvenuta azione di distrurbo che rovina i piani iniziali, come nell'esempio raccontato da Renzino, ma non molto di più. Se un politico da veramente fastidio ai capi basta non metterlo in lista, e a quel punto hai voglia dar preferenze.

Dovendo scegliere per forza tra due sistemi pessimi, il proporzionale con lista chiusa e il proporzionale con preferenze, quale è meglio? Sono d'accordo con Alberto Lusiani che l'esperienza dell'uso delle preferenze in Italia non è affatto positivo. Però sono meno certo di condividere l'affermazione ''i meccanismi interni ai partiti che determinano le candidature sono migliori''. Ovviamemte c'è un problema generale di misurare la qualità dei candidati, ma l'impressione ''di pancia'' che ho è che i sistemi siano abbastanza equivalenti. Se guardiamo al caso specifico di Mastella, cosa sarebbe successo senza preferenze? Ci sarebbe comunque stato l'accordo e Mastella avrebbe ricevuto un posto in lista in grado di assicurargli l'elezione.

Il problema sta nel manico, ossia nel fatto che a) ci sono elettori che seguono Mastella e b) in entrambi gli schieramenti, la presenza di un Mastella (o di un Roberto Fiore, o di un Turigliatto) non genera tra gli elettori un moto di ripulsa politica e morale che li porta ad abbandonare lo schieramento. Date queste condizioni di fondo, preferenze o meno importa relativamente poco. Con il maggioritario, si spera, le cose potrebbero migliorare. Una cosa è accettare Mastella (o Fiore, o Turigliatto) nel tuo schieramento, altra cosa è votarlo esplicitamente come tuo candidato nella tua circoscrizione. Forse Mastella riuscirebbe a sopravvivere in qualche distretto del beneventano (non son sicuro) ma Turigliatto e Fiore sicuramente no.

 

 

Con il maggioritario, si spera, le cose potrebbero migliorare. Una cosa è accettare Mastella (o Fiore, o Turigliatto) nel tuo schieramento, altra cosa è votarlo esplicitamente come tuo candidato nella tua circoscrizione.

 

Credo che questo sia il punto. Le preferenze contano realmente se possono diventare strumento in grado di spostare elettori da uno schieramento (o partito) all'altro. Il che, ovviamente, è improbabile che avvenga se in ogni lista sono presenti decine di candidati di ogni tipo. Nel qual caso caso le preferenze possono servire solo a voto di scambio, prove di forza tra diverse correnti interne a un partito o a lasciar fuori qualche candidato privo delle sufficienti clientele.

Viceversa, l'uninominale permette all'elettore di incrociare la valutazione "partito A vs partito B" con la valutazione "candidato del partito A vs candidato del partito B". Solo in questo caso la qualità delle persone conta. Tra l'altro, lega il singolo eletto al proprio collegio, con - in teoria - maggiore accountability. Non a caso Forza Italia, che si è sempre basata sulla forza del Leader, ha sempre osteggiato l'uninominale che, si riteneva, favorisse leggermente ai tempi (bei tempi?:-D) i DS, che avevano politici più "vicini alla gente", "più radicati nel territorio".

Certo, i colleggi "blindati" ci saranno sempre. Anche con il vecchio sistema elettorale si assisteva ad aspri scontri pre-elettorali per accaparrarseli. Così come con qualunque sistema chi ha enormi clientele (o chi ha possibilità di comprare i voti per un tot al chilo) sarà eletto. Sappiamo che un sistema perfetto non esiste.

 

Mah, c'è da dire che, perlomeno in Italia, i partiti (PDL in particolare, ma anche IDV) sono diventati molto centrati sulla figura del leader. Questa caxxata pazzesca del "Berlusconi presidente" ovunque sui simboli di partito, senza alcuna rilevanza costituzionale e ormai senza nemmeno alcuna rilevanza istituzionale (pure in Sardegna sul simbolo c'era scritto "Berlusconi presidente"!) credo possa oscurare qualunque accountability del candidato, anche nel maggioritario. Vediamo se funziona il giochino con l'elezione diretta del presidente della Sardegna e la tesi acquista rilevanza empirica.

 

Sembra si vada verso la vittoria del Pdl in Sardegna.

Bene, me ne rallegro.

P.S. Non sto cercado di fare dell'umorismo. Me ne rallegro per davvero.

il primo ministro del 1936, presto se ne andra' dalla scena, o per andare al Quirinale (come si lesse a volte, piace a lui) o allo stadio.

Ergo il partito dela liberta' scomparira'.

Le aggregazioni successive sono largamente determinate da come si comporta il 30% degli italiani che pensa che vi sia un destino per la liberta' (dubito sia piu' del 30%)

 

nel 1980 lavoravo in una televisione privata e allora tutti i vari esperti dicevano che berlusconi sarebbe uscito di scena.    Sicuramente l'età conta ma, da megalomane qual'è, sarà lui stesso a occuparsi della successione. Ed ha già iniziato in sardegna e abruzzo. Secondo me l'italia è pronta per una donna dopo BS

Michele che il tuo scenario si stia avverando? Cadono le prime teste...

Dallo stesso articolo del corrierino:

 

"Afferma Di Pietro che il suo partito costruirà l'alternativa al bavaglio all'informazione, al blocco della lotta alla criminalità, a un economia soltanto a favore dei ricchi"

 

Ecco, arriva ...... rifondazione dipietrista ..... :-)

Al di là della battuta, peraltro inevitabile, parole di questo tipo dimostrano, a mio avviso, come non esistano, nel Belpaese, alternative politiche credibili, supportate da una vera capacità di elaborazione culturale che prescinda dai luoghi comuni.

E, davvero, la strada è tutta da costruire, ma il "cavaliere bianco" non abita qui ......

solo per chi guarda la televisione.

come spiegò acutamente il prof. Parisi (nella nota sul tema "Andiamo bene in Ohio, in Abruzzo incontrammo problemi") la visione cosidetta "Barack-Obama-We-Can" di tale Veltroni venne mostrata impotente.

Veltroni forse terrà la sua parola e verrà in Africa (lo invito qui subito a bere il caffé e gli spiego un po' di elementi che non ha ben compreso, visto che pensa l'Africa sia principalmente il posto dove nascono i figli di A. Jolie)

Ma il problema rimane aperto: Visione (di Boldrin) resistere alla tirannia (visto che Berlusconi-Brunetta-Carfagna-Cicchitto-Mastella & Inc. trionfano) o pensare a un partito di opposizione?

se possibile evitare i lazzi, i frizzi, e i cachinni, il sottoscritto sconsiglia di rivolgersi a repubblichini con il Nobel, scrittori di romanzi gialli, rivoluzionari da operetta.

Rimane la possibile scesa in campo di Alba Parietti di galagoal (non è detto sia una pessima idea)

 

Se fosse quella di Galagoal chi non voterebbe per Alba? Purtroppo temo che il tempo sia passato anche per lei.

Eppure le primarie di Firenze indicano uno strada. Il candidato del PD che ha vinto le primarie ha 34 anni!!! Non sono segnali che meritano fiducia?

La caduta di Veltroni era inevitabile. Il PD in Sardegna si presentava con Rifondazione. Non si può continuare a tenere i piedi un due staffe, se non ci sarà una svolta in questo senso anche nelle Regioni rosse potrebbero accadere cose mai viste...

 

 

 

Perche veltroni a 34 anni era più furbo di adesso ?

L'età  di per se non grantisce la  modernità guarda la Carfagna. La situazione è molto semplice il PD " NON HA IDEE !!!!!!!!!!!" e non ce le ha indipendentemente dall' età . In emilia è solo un gestore di potere, magari cadessero le regioni rosse almeno si potrebbe tentare una ripartenza e si potrebbero aprire gli armadi e finalmente seppellire gli scheletri. Magari potremo andare in supermercati diversi dalla coop e pagare le merci a prezzo di mercato. Almeno Mastella le idee chiare le ha, sa dove vuole andare e sà benissimo che ceppaloni non è l' Arizona che i suoi elettori preferiscono la mozzarella all'hamburgher

 

Eppure le primarie di Firenze indicano uno strada. Il candidato del PD che ha vinto le primarie ha 34 anni!!!

 

La sola eta' non conta. E' un figlio di papa' della casta (come originariamente sia Veltroni che D'Alema e anche la giovane deputata Madia) oppure e' una persona valida che ha mostrato di possedere qualita' utili nel mondo reale fuori dal mondo distorto dei funzionari e portaborse di partito?

PD/FIRENZE: RAZZANELLI (UDC), RENZI CANDIDATO GRAZIE A VOTI ELETTORI PDL 

Va bene le primarie ma per favore che le vinca il candidato del partito !!!!!!

E' l'incredibile caso di WV, che affetto da rara sindrome da specchio ha deciso di farsi da parte. Si tirerà davvero fuori per sempre ? ai posteri l'ardua sentenza.

Non so se dire qualcosa cum grano salis o stare zitto (mastella è pur sempre un conterraneo..).

Vista la discussione propendo per lo stare zitto, un tipo una volta ha scritto che la politica è come il calcio: la tua squadra può essere pure una ciofeca, ma tu continui a tifare e a dire "arbitro cornuto"..

Solo un appunto su una cosa detta da Michele Boldrin, non sono d'accordo sul fatto che la politica debba essere fatta da chi ha fatto altro (riuscendovi) nella vita, non c'è alcuna logica in ciò, non è detto che chi affetta bene il salame in salumeria possa essere un buon politico, nè che un buon politico possa affettare bene il salame.

Se riesci a salire in politica (quella vera, non quella servile della casta) hai tutta la mia ammirazione, oltre che il voto, e non ti chiedo come affetti il salame, ma come governi. Il problema, secondo me,  nasce con il riciclo: un politico incapace io lo butterei (il buon CM da Ceppaloni ne è un ottimo esempio), ma quello niente, come un rifiuto organico torna sempre a galla... a cerca del suo angolino di potere. Questa è la distorsione da eliminare, non CM. Poi siamo 58 milioni di Ct della Nazionale, oserei dire anche 40 mln di presdelcons, 5-6 milioni capi di partiti di sinistra. Che sono, per l'appunto circa 5-6 milioni di partiti.

Per i nostalgici: ricordate il Kit di "cuore" sul partito di sinistra fai-da-te? Lo devono aver comprato tutti, ma proprio tutti.

Concordo sul fatto che "fare bene nella vita" non sia per niente requisito necessario e sufficiente per fare buona politica.

Mi sembra che BS sia la dimostrazione che "far bene nella vita" (e bisognerebbe sempre vedere come si è "fatto" e sul punto non c'è bisogno di aggiungere altro rispetto alle critiche di nFA sul capitalismo italiano, evitando altresì ogni riferimento complottardo a fatti specifici, peraltro coperti dal Lodo Alfano) non sia garanzia di buona politica.

Sul perchè nonostante tutto BS continui a prendere voti è, per me, un mistero. Forse su tutto c'è la forte leadership che riesce ad esercitare, nonostante tutto (anche grazie alla potenza di fuoco dei media). Che FI prima e il PDL adesso non siano altro che un'accozzaglia di tutto e del suo contrario non c'è bisogno di dire. Per adesso Berlusconi e il potere di governo funzionano da collante ma credo che il destino del PDL sia segnato come lo era quello del PD. Con la differenza che il PD almeno prova a rinnovarsi democraticamente attraverso le primarie. Mentre la fine del PDL potrebbero essere molto più rumorosa a meno che BS non raggiunga in tempo il Colle e regali all'Italia altri 12 anni di "monarchia"... 

 

Solo un appunto su una cosa detta da Michele Boldrin, non sono d'accordo sul fatto che la politica debba essere fatta da chi ha fatto altro (riuscendovi) nella vita, non c'è alcuna logica in ciò, non è detto che chi affetta bene il salame in salumeria possa essere un buon politico, nè che un buon politico possa affettare bene il salame.

 

Non è quello il punto.E' che l' ex salumiere se perde la poltrona torna a fare il salumiere, il politico di professione va a vivere sotto i ponti.O più probabilmente nel CDA di una municipalizzata, dove se va bene viene pagato per far nulla, se no si organizza il suo giro di clientele affossando ulteriormente bilancio e prestazioni dell' azienda.

Se una piccola parte dei politici sono in queste condizioni non è un gran problema, ma da noi sono tanti che un sacco di enti esistono solo per dare una sistemazione ai trombati.

Inoltre questa gente sa parlare quasi solo di se stessa e delle strategie di partito.Fare o meno il PD? Con o senza primarie? L' Ulivo mondiale?Questioni che hanno una loro importanza ma non dovrebbero tener banco per anni, specie in pubblico.

 

Solo un appunto su una cosa detta da Michele Boldrin, non sono d'accordo sul fatto che la politica debba essere fatta da chi ha fatto altro (riuscendovi) nella vita, non c'è alcuna logica in ciò, non è detto che chi affetta bene il salame in salumeria possa essere un buon politico, nè che un buon politico possa affettare bene il salame.

 

La discussione sarebbe lunga e complessa ed io, per una volta, ho sonno. Ma non condivido quanto dici, per lo meno non lo condivido dal punto di vista normativo. Che poi ovunque nel mondo i sistemi politici siano stati disegnati per creare incentivi a diventare politici di professione non ci piove. La casta che si autoperpetua non è un'esclusiva italiana ...

Non c'è alcuna evidenza empirica che il politico di professione sappia governare "meglio" (nell'interesse del paese, non suo) del politico "temporaneo" o non di professione. Proprio non c'è evidenza alcuna. I grandi cambiamenti in positivo vengono quasi sempre da politici non di professione. Vorrei sottolineare che non serve cominciare a far politica a 60 anni per non essere un politico professionista! Quaranta o cinquanta bastano ed avanzano!

Noto anche che l'anomalia del "politico puro"  in Italia è propria solo della sinistra e di qualche membro di AN. Solo fra costoro trovi gente che non ha MAI fatto un lavoro vero e non lo saprebbe nemmeno fare. Quasi tutto il PdL è fatto di politici non di professione, ed è a mio avviso una delle tante ragioni per cui vincono. Il grande successo della Lega a livello locale viene dal fatto che ad amministrare i comuni mandano gente che sa cosa vuol dire amministrare e lavorare, non filosofi in decadenza.

Ma ho sonno, quindi non mi dilungo. Rimango convinto che, a voi a cui il PD sta a cuore, risulterebbe utile spazzare via tutta la classe dirigente del PD attuale rimpiazzandola con gente che sino ad ora ha fatto l'imprenditore, l'operaio, l'avvocato, il ricercatore, eccetera. Insomma, o vi inventate una "lega di sinistra", o siete sconfitti per i prossimi vent'anni.

Ovviamente non succederà ... ora vi inventerete un altro "giovane" e "brillante" Madio e via con le pippe programmatiche un'altra volta ...

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Mastella non verrà!

 

Vorrei si leggesse l’articolo di oggi, 18 febbraio 2009, in la Repubblica sul caso MILLS; e magari  si raccogliessero/aggiungessero altre testimonianze “estere”. Forza nFA!

Ecco l’articolo:

“La condanna dell'ex legale di Silvio Berlusconi David Mills a quattro anni e mezzo di carcere per aver mentito, dietro compenso di denaro, per favorire il premier, trova ampio risalto sulla stampa straniera, che dedica diversi articoli e, in alcuni casi, la prima pagina, al caso e al coinvolgimento diretto del presidente del Consiglio.
"Avvocato condannato per corruzione per aver protetto Berlusconi" titola l'International Herald Tribune. Nel pezzo a firma di Rachel Donadio, apparso anche sul New York Times, si mostra sorpresa per il fatto che la notizia, "che avrebbe mandato in fibrillazione il sistema politico di diversi Paesi", non abbia meritato l'apertura dei telegiornali serali italiani, monopolizzati dalle dimissioni di Walter Veltroni da segretario del Partito Democratico dopo la sconfitta alle elezioni in Sardegna di Renato Soru. "Così la notizia del giorno non era la corruzione, ma il dominio sempre più esteso sull'Italia di Berlusconi", si legge sul quotidiano, che sottolinea, in un lungo e duro articolo, come da co-imputato nello stesso processo, Berlusconi sia riuscito a garantirsi l'immunità grazie al Lodo Alfano e come "in 15 anni di dominio della vita politica italiana, sia riuscito a trasformare ogni sconfitta legale in un capitale politico". E ancora: "Più Berlusconi riesce a manipolare il sistema a suo vantaggio, più italiani sembrano ammirarlo".
Ampio spazio alla sentenza su Mills sui giornali britannici. Il Guardian alla vicenda dedica diversi servizi, dalla caduta di Mills, "che dopo la tempesta giudiziaria in Italia ha cercato di mantenere un basso profilo", al Lodo Alfano, "considerato una priorità del governo Berlusconi" grazie al quale il premier ha conquistato l'immunità, "e la sentenza di ieri mostra quanto sia stato utile", anche se la Corte costituzionale, rileva sempre il quotidiano britannico, deve pronunciarsi ancora sulla sua legittimità.
Il tribunale ha riconosciuto Mills colpevole di aver accettato 600mila euro da Silvio Berlusconi, si legge sull'Independent, "in cambio di aver taciuto informazioni che avrebbero potuto danneggiare il premier". Segue un ritratto dell'avvocato, "brillante, dalle amicizie importanti, ma troppo impulsivo".
Anche sul francese Figaro si parla delle vicende giudiziarie italiane. "Lo scorso ottobre, Silvio Berlusconi si è messo al riparo della giustizia facendo approvare una legge che gli garantisce l'immunità penale durante il suo mandato alla guida del governo italiano. Immunità che non copre però il suo ex avvocato, condannato per falsa testimonianza in favore del Cavaliere", si legge sul giornale, che sottolinea come Mills non sia l'unico legale del premier ad essere condannato al carcere e cita Cesare Previti, riconosciuto "colpevole di corruzione di magistrati nell'affare Fininvest".
Per lo spagnolo El Pais, la sentenza "getta un'ombra inquietante" sul Cavaliere, mentre El Mundo richiama in prima pagina il caso Mills, "l'avvocato corrotto da Berlusconi per mentire".

 

Ora, è possibile chiedersi, perché il nostro sistema politico non entra “in fibrillazione” all’idea di un premier già imputato di corruzione?

Perché?

Forse, perché siamo complici!

Perché siamo in troppi a esser complici!

Perché siamo abituati a esser complici!

E impauriti!

E senza proposte di lotta!

E senza cultura liberale!

E senza spirito democratico!

E senza cultura del limite!

 

Si potrebbe proporre qualcosa, un’ idea piccola piccola, e semplice,

per chi non vuole essere annoverato tra i complici, tra gli impauriti, tra gli indifferenti,

tra gli ignoranti della cultura liberale,

tra i poveri di pratica democratica,

tra i privi di senso del limite!

La mia proposta, qui, da noi, è questa.
Un solo cartello, con un gruppo di persone libere, non più di dieci/venti,

un gruppo aperto a persone di ogni formazione e cultura e mestiere,

(sono cmq invitati gli”intellettuali”, se sanno dare esempio questa volta, e i “politici”)

davanti a Palazzo Chigi,

tutti i giorni, organizzando turni,

con un testo, ad esempio, di tipo gobettiano:

non vogliamo avere animo da schiavi: vogliamo conoscere la verità”,

in silenzio,

per l’intera durata dell’attuale premierato.

 

Non è forse un dovere per le persone libere!
E non è forse il minimo per un paese civile!

E quale sarà l’apporto di noiseFromAmeriKa?

Con il silenzio complice, la democrazia è già altro;

con il silenzio fellone si è proni di fronte al potente di turno!

O no?

In ogni caso, è sicuro, Mastella non verrà!

 

Severo Laleo

 

 

 

 

 

Ora, è possibile chiedersi, perché il nostro sistema politico non entra “in fibrillazione” all’idea di un premier già imputato di corruzione?

Perché?

Forse, perché siamo complici!

Perché siamo in troppi a esser complici!

Detto e certificato dal Direttore delle Finanze.

RR

Su Water Loo, come da vignetta presa da qui, adesso è fin troppo facile sparare: io comunque l'ho fatto anche in tempi non sospetti e dunque non ho sensi di colpa.

Su certo ambiente sinistro, da cui anche il nostro è uscito, mi pare che si sia espresso bene proprio quell'autore da cui Veltroni ha tratto quell'esclamazione (continuamo a farci del male!) con cui ha coronato il suo De Profundis al PD.

Noto inoltre che dinnanzi alla sparizione del PD, tutti riportano la propria diagnosi sulla sconfitta del PD medesimo proprio alla linea politica che essi magari già sposano con l'ovvia implicazione che, se si è arrivati a questa situazione, è certamente colpa degli altri: i comunisti, italiani rifondati o unitari, vedono nel dissolvimento del PD l'occasione per un rilancio dello scontro sociale a favore di salari pensioni e braccianti; Di Pietro vorrebbe che si riflettesse sulle manchevolezze del PD in tema di giustizia...insomma non c'è ne uno che dica, a sinistra: abbiamo sbagliato facciamo un'analisi non politic(ist)a della faccenda, utilizzando strumenti analitici che non siano i discorsi carpiti da Maria Latella al bar della camera sulle prossime mosse di D'Alema, un'altro che farebbe benissimo a dimettersi  anche lui e a girare il mondo con la barca a vela in leasing ("giro, vedo gente, faccio cose").

Comunque direi che la fine del PD, meritata, non sia molto diversa da quella che toccherà al PDL-comiche finali, quando il padre padrone (per rimanere su suggestioni sarde) della baracca, come ogni faraone che si rispetti, si farà seppellire con i tutti i suoi averi (voti e lacchè facce di bronzo comprese)...tutti questi discorsi sulle differenze tra PD e PDL in termini di unità mi paiono ridicoli: se e quando venisse meno il collante del potere e la forza bruta del demiurgo di arcore, il PDL farà la stessa fine del PD.

 

 

Qual'è il suo "referente romano"?

 

I calzini a pois ti dicono nulla?

 

I calzini a pois ti dicono nulla?

 

Ah, ma guarda un po'! Non mi dire! Ed io che non me lo sarei mai immaginato.

Insomma, è coerente il commercialista: siccome pensa che gli economisti non servano a nulla e debbano stare zitti (mentre i commercialisti servono a tutto ed hanno il diritto/dovere di parlare a ripetizione) chi ci mette a gestire le imposte nazionali? Un'economista silente. La poverina, come dire, ha provato ad esprimersi ma non ci è riuscita. Ha altre doti, oltre a quella d'essere silente?