Estate che passa, governo che indulta

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Come sospettavamo, questo governo sembra destinato a sgovernare come i precedenti, indultando a destra ed a manca. Nonostante le buone intenzioni di Luigi Bersani.

Dopo aver calato le mutande di fronte alle violenze dei tassisti - ed averli quindi "indultati" due volte: una non perseguendoli per i blocchi stradali, e l'altra cedendo sulla questione licenze - e mentre si prepara a fare lo stesso con farmacisti, avvocati, notai ed altri parassiti assortiti, questo governo pianifica, coerentemente, d'indultare pure i loro "fratelli maggiori".

Detto altrimenti, pianifica di metter fuori di galera i pochissimi truffatori che son finiti dentro, e di tener fuori per sempre i moltissimi che in galera dovrebbero andarci a scontare ruberie di denaro pubblico e privato. Questa e' la nuova versione dell'amnistia generalizzata proponendo la quale il padrone della provincia di Benevento (dov'e' Benevento?) aveva iniziato la sua carriera di ministro della "giustizia" (le virgolette questa volta mi sembrano proprio obbligatorie.)

E' estate, ma, oltre a sposare il figlio in pompa magna e a spese nostre, sottolineando il suo raggiunto status di feudatario con accesso alla sala del trono, Mastella lavora anche a beneficio dei suoi elettori, che devono evidentemente essere frequentatori abituali delle patrie galere. Fra questi, e qui la collusione fra gruppi di potere raggiunge livelli nuovi, c'e' anche quel losco figuro di Cesare Previti , per tirare il quale fuori di prigione apparentemente, i reati di corruzione e concussione sono stati mantenuti fra quelli oggetto d'indulto!

Bersani, dal lato suo, sostiene con molte parole e, al momento, pochi fatti che lui non e' stato sconfitto e che ha appena iniziato a liberalizzare. Se qualcuno trova in questo suo lungo colloquio su Repubblica dei fatti che supportino il tono ottimista del nostro, me lo faccia sapere. Io non li ho trovati. Certo, ribadisce l'intenzione di andare avanti e son certo che lo fa in buona fede. Vedremo cosa arriva a fine estate, ma, al contrario di cio' che lui sostiene, in Italia i simboli contano: aver ceduto con i tassisti e' grave proprio per il valore simbolico della categoria e per i metodi di protesta illegali che costoro hanno adottato e che son passati senza punizione. Se, come dice anche lui, in molti si son defilati subito al primo conflitto dicendo "io non c'entro" o facendo la parte dei mediatori interessati (Prodi in primis, apparentemente!), davvero si puo' essere ottimisti per cio' che verra'?

 

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Commenti

Ci sono 2 commenti

In effetti devo confessare che, con grande imbarazzo, sull'inopportunità dell'indulto per i reati di corruzione (visti anche gli effetti sul futuro) mi sento in accordo con Di Pietro.

ma perche' l'imbarazzo? vabbe' di pietro e' un uomo un po' confuso e con tanti tanti difetti ma da quand'e' che e' diventato un "cattivo"? forse piu' o meno da quando craxi e'diventato un "buono".