Finalmente Alitalia e' in buone mani: quelle der Pupone.

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Elenco le boiate proferite negli ultimi giorni, a proposito di Alitalia, dal Ministro Francesco Rutelli, in arte Pupone.

In questi giorni Rutelli sembra divertirsi un mondo improvvisandosi CEO di Alitalia. Continua a spararne di grosse, senza che nessuno glielo faccia, gentilmente, notare.

Boiata 1. La perdita di Alitalia sarebbe un danno per il nostro turismo.

Bien sur, Monsieur Rutelli. Se Alitalia fallisse, Delta, EasyJet e British smetterebbero di portare turisti in Italia, perche' ci vogliono male e sono invidiosi della nostra vittoria ai mondiali. E' ovvio che, al contrario, le rendite monopolistiche godute per anni ed anni da Alitalia, concretizzandosi in prezzi esorbitanti, hanno rallentato lo sviluppo del turismo.

Boiata 2. Il risanamento di Alitalia richiede che la compagnia concentri il traffico su Fiumicino, a scapito di Malpensa.

Stupiti? Dov'e' il collegio elettorale di Rutelli? A Roma, ovviamente. L'aspetto osceno e' che il Pupone non si e' neanche degnato di motivare la sua proposta. Si e' limitato ad asserire che Alitalia ha cominciato ad accumulare perdite nel '99, anno in cui ha spostato quote di traffico su Malpensa. A parte che Alitalia spreca soldi da tempo immemorabile, sarebbe ora che Rutelli imparasse la differenza tra correlazione e causalita'. -- Giorgio suggerisce che il fatto che la compagnia debba far giungere gli equipaggi da Roma ogni mattina potrebbe avere qualche effetto negativo sul conto economico. :-) (E comunque: Fini si e' dichiarato d'accordo con la proposta rutelliana. Dov'e' il collegio di Fini?)

Boiata 3. Alitalia dovrebbe uscire dall'alleanza SkyTeam per allearsi con un vettore asiatico.

E' proprio un grande. Una manciata di consorzi gestisce la stra-grande maggioranza delle rotte, soprattutto quelle intercontinentali, e lui vuole fare da solo. Con una compagnia asiatica. Una qualunque, France' ? Mongolian Airlines va bene?

Boiata 4. Una volta dotata di un serio piano industriale, per Alitalia si formera' una coda di possibili compratori.

L'unico motivo per cui il valore di borsa della compagnia non e' zero e' che il mercato attribuisce una probabilita' positiva all'evento che il Governo brucera' altri milioni di Euro nel calderone Alitalia. Con la complicita' dell'Unione Europea, si intende. Mi immagino la ressa di acquirenti per una compagnia cui il sindacato non consente di adibire a mansioni di terra il personale navigante che non può volare. (Vedi Repubblica.it per questa ed altre chicche sulla compagnia.)

Mi fermo qui, in attesa che gia' domani er Pupone ci stupisca con un'altra delle sue mirabolanti idee.

 

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Commenti

Ci sono 9 commenti

Il Pupone ha colpito ancora, si veda il Corriere di oggi, sin verguenza.....

 

 

 

 

 

Non so cosa avesse in  mente di linkare Stockli (non funziona), ma questo sembra il contributo del pupone oggi:

"E' stucchevole l'idea di un derby Roma-Milano". Così il Vicepremier

Francesco Rutelli, a margine di una conferenza stampa al Ministero dei

Beni Culturali, replica al sindaco di Milano, Letizia Moratti, che ha

sottolineato l'importanza dell'aeroporto milanese nell'ambito di un

rilancio dell'Alitalia.

Secondo il Vicepremier in questo modo, "si ripete un dibattito

sconclusionato e superato, di otto anni fa". Rutelli chiarisce quindi

il senso delle proposte lanciate ieri in un'intervista per superare la

crisi della compagnia di bandiera: "Ho posto temi completamente diversi

- spiega - e cioè quelli della liberalizzazione dei voli, della

complementarietà tra aeroporti e di nuove alleanze che guardano ad Est".

 

 

Dal momento che ho lavorato per alcuni anni nel settore per una

piccola compagnia aerea regionale italiana vorrei fare alcune banali

considerazioni:

- Alitalia e' sempre stato un serbatoio elettorale

per i politici, sopratutto di destra, e il Pupone sta cercando di

approfittare della penosa situazione per avere un po' di consensi ed

essere acclamato come "pupone salvatore di Alitalia" (quindi dei romani

dato che ci lavorano solo romani li dentro) oltre che del

turismo italiano. Io porterei i libri in tribunale oggi stesso: hanno

fatto cosi' in Belgio con Sabena e in Svizzera con Suissair. Chi ha

detto che un grande paese deve avere una compagnia di bandiera? Gli

States hanno tutte compagnie private!

- Il vero problema di

Alitalia sono i costi (sopratutto del personale) che non sono

paragonabili a nessuna altra azienda presente nel globo terrestre. Ma

se si vuole essere prinpici mantenere la corte costa un po' (peccato che paghino gli Italiani e non il nobile di turno)

- Perche' un privato dovrebbe investire in un

settore dove c'e' un monopolista che continua ad avere, sotto varie

forme, sovvenzioni dallo stato quando gli va male? La compagnia in cui

lavoravo era privata e aveva piu' di una rotta in concorrenza con

Alitalia. All'inizio c'e' stata grande lotta, ma poi, capito come

andavano le cose (Alitalia ricapitalizzata e non molla nessuno slot)

hanno pensato bene di fare un accordo di code sharing per la felicita'

di tutti i passeggeri. Della serie: perche' rubarci la torta quando

possimo cercare di farla diventare piu' grande e dividercela...

Naturalmente il tutto condito da un perentorio senso patriottico che

difende l'onore dall'invasione "scorretta" delle compagnie straniere

(vedi low cost).

- Bisognerebbe incominciare a mettere il naso

sui bilanci delle societa' di handling (veri monopolisti del settore) e

di come si spartiscano le risorse mungendo le compagnie aeree come

delle vere e proprie vacche. Avere un bell' aeroporto e/o stazione

ferroviaria e' il business del futuro e, soprattutto, del presente

(chiedetelo a Benetton! Dopo gli Autogrill e le autostrate si continua

a investire nei monopoli -non tanto mascherati- con la camicia di

liberale)

 

-

in Italia il settore aereo e' completamente politicizzato e qualsiasi

privato non riuscirebbe a muovere un dito senza uno sponsor. Di fatto e'

una barriera di mercato insormontabile per qualsiasi privato serio,

capace e disposto a investire.

 

 

 

 

 

 

Stefano, grazie della testimonianza. La stampa non si occupa mai delle societa' di handling. Visto che hai una conoscenza approfondita della problematica, sarebbe buona cosa se ci fornissi qualche dettaglio in proposito. Ti ringrazio in anticipo.

La teoria dice che se il tuo fattore e' in "offerta fissa" (ovvero: aumentare la quantita' offerta e' quasi impossibile perche', per esempio, due compagnie di de-icing nello stesso aeroporto sono vietate da chissa' quale circolare ministeriale o di bruxelles) guadagni grosse rendite grasse senza far nulla, solo e semplicemente perche' c'e' crescita del sistema economico complessivo e la cosetta che tu controlli non ha un buon sostituto.

Insomma, la teoria dice che e' la sostituibilita' tecnologico/legale/preferenziale ad essere la madre della concorrenza, non il comportamento price-taking che ne e' solo una forzata conseguenza behavioral. [La precedente e la presente son tutta una nota, lunga, per i lettori che si dilettano con la teoria economica cosidetta "pura". Ossia: il mio amico Joe Ostroy e tutti quelli di large square economies han sempre preso fischi per fiaschi, perche' il modello giusto non e' quello con una misura di agenti non atomici, ma quello che fa attenzione al technology/legal set, ed a quanto il bene che tu produci lo posso produrre io o almeno io posso produrre una cosa che ai consumatori sembra la stessa cosa che produci tu. La teoria della misura (che non e' una teoria di come essere pacati) non c'entra, c'entrano i coni (non necessariamente Algida) ed aveva ragione Lionel anche qui! Fine della nota astratta.] Insomma: la naomi del briatore-evasore prende i soldi che prende perche' di combinazioni cosce-tette-fianchi-occhi-pelle come i suoi sembra non ce ne sia un'altra, al momento almeno.

Le compagnie di  "handling" sono, da quanto ci spiega Stefano, esattamente in questa molto privilegiata situazione: controllano l'offerta di beni e servizi che, sia per ragioni legali o per ragioni fisico/tecnologiche, sono in offerta tremendamente fissa. Basicamente, perche' di aeroporti Marco Polo uno ce n'e' ed ha lo spazio che ha. E fanno soldi a palate. La sua descrizione, sara' che sono in vena di teorizzare, mi stuzzica parallelismi forse ovvii ma forse che no.

Questo dettaglio, dell'offerta fissa, molti se lo scordano, e cosi' non capiscono perche' in Italia una valanga di inutili facciano i soldi: li fanno perche' Tiziano e Botticelli, Piazza Navona ed Amalfi, sono in molto ma molto fissa offerta, e per sempre, e ci sono 6 miliardi di bipedi che vogliono venire a vederli, costi quel che costi. Quindi ne segue che gli aeroporti italiani fanno soldi, e le societa' dentro ad essi anche, mentre le compagnie aeree (che non sono in offerta fissa e che possono variare offerta di sedili molto rapidamente) competono come bestie e finiscono a gambe all'aria. Il mercato funziona cosi', per questo occorre fare tutto il possibile per eliminare le strozzature, che sono i fattori in offerta fissa ... pero': fare una copia della chiesa del Redentore alla Giudecca e metterla a Wuhan in riva al fiume Gialle e' un casino tremendo ... quindi quelli che vendono troiate davanti al Redentore fanno soldi a palate. Per la stessa ragione i gondolieri veneziani, che hanno gli stessi skills di un rododendro, sono milionari, mentre i professori di scuola media non lo sono ed in gondola nisba, al piu' il traghetto di San Toma'. 

Se poi riesci anche a manipolare l'offerta del fattore tuo ed a ridurne il possibile tasso di crescita (aeroporti se ne possono fare, ma richiede tempo, denaro, e covincere quei quattro pirla di verdi che alla gente piace viaggiare)

allora vai alla grande. La testimonianza di Stefano mi sembra dare un esempio perfetto, assolutamente perfetto, di tutto questo. E dovrebbe far capire anche ai piu' duri di comprendonio perche' la concorrenza e' rivoluzionaria ed il monopolio invece no. E nemmeno gli ecologo-cretini che non vogliono l'alta velocita' e tutte quelle cosette li': vogliono mantenere quanti piu' fattori possibili in offerta fissa. Chi e' il cretino che ha sentenziato, buon ultimo, che la teoria economica non predice o spiega nulla?

 

 

Volevo dare alcuni dati in euro del Marco Polo presi dal suo sito per dare concretezza:

Ricavi:2002

84ml          

2003  125ml     

2004  146ml  2005

153ml 

Ebitda: 2002   24ml    

2003    39ml 

2004  47ml      

2005  47,5ml

 Utile:

2002   8,9ml       

2003    8,6ml  

2004    4,9ml  

2005 11ml

ma quale crisi! questa azienda scopppia si salute, in questi anni e' entrata anche in borsa.

Ryan

air e' stata la prima compania in veneto a volare su Treviso per avere

forti sconti e c'e' riuscita. Treviso ha avuto uno sviluppo molto

grosso negli ultimi anni. Perfetto... peccato che anche l'aeroporto di

Treviso sia del gruppo SAVE che gestisce anche quello di Venezia.

L'indottto e' sicuramente cresciuto (politici contenti) ma la

concorrenza? 

 

 

 

 

Modulo la questione ecologica, l'esistenza in Italia di una miriade di campi di volo ha il potenziale di ridurre drammaticamente le rendite di cui godono certi aeroporti. Ne e' un esempio l'aeroporto di Treviso. Le compagnie low-cost, che hanno come targets individui con un basso costo-opportunita' del tempo ( e che quindi non disdegnano di farsi un paio d'ore in torpedone per raggingere piazzale Roma), possono scegliere tra un numero di aeroporti a distanza non siderale dall'obiettivo Venezia. Visto che questi lavorano con increasing returns (in italiano: al di sotto della capacita'), la compagnia lascia ben poco sul piatto dell'aeroporto. E' il consumatore finale che se ne avvantaggia. Questo pone evidentemente un upper bound ai prezzi del Marco Polo. Se prezza troppo alto, anche gli abbienti clienti di Delta finiranno col preferire Treviso.