Il giorno della Memoria II

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Il giorno della Memoria è stato già ricordato da Sabino. Secondo il calendario ebraico la ricorrenza per il 2009 è il 21 Aprile. Quello che segue è un ricordo famigliare.

Nell’ Holocaust Memorial Museum di Washington si conservano molti documenti e fotografie di quel periodo. In questa foto è ritratto mio zio, il bambino a sinistra. Era nato nel 1930 ed aveva 13 anni. Assieme a lui furono deportate altre 18 persone della famiglia. Da quel viaggio nessuno di loro fece ritorno, morirono tutti prima ancora di arrivare a Treblinka. Mio padre si salvò perché si trovava a Zagabria e di lì gli fu possibile scappare a Trieste dove alcuni italiani, e fra loro ve ne erano anche di fascistissimi, lo aiutarono. Fu internato fino a quasi tutta la fine della guerra, prima a Lizzano in Belvedere e poi a Castiglione dei Pepoli, sull’Appennino bolognese.

Mio zio sarebbe stato contento di sapere che il mio secondo figlio gli somiglia come una goccia d’acqua.

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Commenti

Ci sono 46 commenti

Questo articolo molto profondo nella sua semplicità mi ha fatto riflettere . In questo periodo sono tutti impegnati nel discutere se la crisi attuale si possa paragonare o no a quella del 1929 .    Ed è passato quasi inosservato l'ennesimo intervento del presidente iraniano  Ahmadinejad. Io credo che si debba anche discutere del pericolo di trovarsi vicini ad un 1933 che sarebbe molto peggio del 1929. Il giorno della memoria ci deve far ricordare e permetterci di evitare che succeda ancora . A questo proposito mi piacerebbe sapere la vostra opinione su come il mondo si dovrebbe comportare nei confronti dell'iran e del suo programma atomico ( indubbiamente  militare ) . Personalmente credo che debba essere fermato con tutti i mezzi perchè non si ripetano gli errori del passato.

A questo proposito mi piacerebbe sapere la vostra opinione su come il mondo si dovrebbe comportare nei confronti dell'iran e del suo programma atomico ( indubbiamente  militare ) 

Trattare! Ovvero: accordarsi. L'obiettivo strategico dell'Iran non è quello di distruggere Israele (sostanzialmente non ne sarebbe in grado neanche se raggiungesse la capacità atomica) ma di essere riconosciuto come potenza regionale. Cosa che di fatto è già...

Personalmente credo che debba essere fermato con tutti i mezzi perchè non si ripetano gli errori del passato.

L'unico mezzo alternativo all'accordo sarebbe quello di invadere l'Iran... ;)
A parte questo, Raf, attenzione a fare paragoni tra la Germania degli anni '30 e l'Iran di adesso.

Il mio intento era proprio aprire una discussione per verificare quanto sia diverso/uguale hitler da Ahmadinejad. Entrambi volevano/vogliono eliminare gli ebrei dalla faccia della terra, entrambi hanno un programma militare da tempo di guerra e non da tempo di pace . Alla fine del dibattito spero che le differenze siano tali da farmi dormire tranquillo.

Ho l'impressione, ma solo l'impressione sia chiaro, che non fosse questa la discussione che ne'elam stava cercando di stimolare raccontandoci la storia di suo padre e di suo zio.

impressione assolutamente corretta Michele. 

Un bell'articolo, grazie.

Ho da poco finito di leggere "Il disegno di Zinaida". Narra la storia di una famiglia ebrea che, fuggita dalle minacce bolsceviche di Sanpietroburgo, si rifugia prima a Parigi e poi a Roma. In quest'ultima città trascorrerà vent'anni, prima di trovare la fine ad Aushwitz. Tutta, tranne il padre che, ritiratosi a Varsavia, attende dolorosamente e melanconicamente l'arrivo della fine.

 

Corto, scorrevole la lettura e coinvolgente, probabilmente questo libro non vincerà il premio Nobel ma l'autore riesce pienamente nell'intento di trasmettere la memoria di un periodo della nostra storia con cui dobbiamo fare i conti.

 

"Il disegno di Zinaida", Alvaro Giacchi, Joppolo Editore Milano, 1993(?).

Il ricordo, anche quando doloroso, è sempre utile, sopratutto se ci aiuta a ricordare non le cifre, le leggi aberranti, i nomi dei campi di sterminio, ma che alla fine di questo si trattava: di un volto ben preciso, con legami familiari, affetti, paure e speranze.  Persone.

Mio figlio va a una scuola quacchera. Sono strani i quaccheri. Invece di pregare per qualcuno, lo "tengono nella luce". Invece di far messa con un prete fanno meetings in cui la gente si alza e parla, spesso senza relazione tra l'uno e l'altro. E poi iniziano ogni meeting, ogni classe, ogni riunione, con un paio di minuti di silenzio. 

Io sono passato dal trovarli strani e quasi-divertenti come un vecchio zio un po' pazzo ad ammirare molto le loro procedure. Specie il silenzio prima di una riunione. Aiuta a concentrarsi, a riflettere sulle cose, spesso anche ad assumere un atteggiamento "socialmente" produttivo. 

Tutto questo per dire che sarebbe stato bello se il bellissimo post di ne'elam fosse stato degnato della "procedura quacchera": silenzio, riflessione,.. Lo avrebbe davvero meritato. 

Una occasione persa. 

Mi sembra di poter intuire che tu voglia accennare all'esistenza di due forme di speranza, anche di fronte all'abisso che che fu l'Olocausto. Una è il fatto che si trovino persone capaci di conservare la propria umanità, di rimanere individui liberi, nonostante il fatto che la paura o la propaganda abbiano avvelenato le menti di molti altri. L'altra è che le generazioni future tramandino qualcosa di noi, e che quindi le persecuzioni non possano in realtà distruggere fino in fondo le loro vittime.

Se è così, sono forse pensieri più vicini ad una sensibilità ebraica che ad una cristiana, che si focalizza maggiormente su temi quali il pentimento del carnefice, il perdono della vittima, la trascendenza dell'anima, la sofferenza terrena come passaggio.

Personalmente, trovo un po' difficile superare il senso di sconforto riguardo la natura umana che genera in me il considerare quanto FACILE sia stato per i nostri non lontani predecessori fare quello che hanno fatto, tollerare quello che hanno tollerato.

credo che si debba anche discutere del pericolo di trovarsi vicini ad un 1933 che sarebbe molto peggio del 1929.

Ieri sera è passata per Mestre Kathleen Kennedy (figlia di Bob) ed Arcangelo Boldrin (che non c'entra con Michele, ma è un affermato commercialista mestrino) ha organizzato una serata dove, oltre all'ottima cena, sono scorse le immagini dei Kennedy e letto il profetico discorso di Bob sul PIL. Ovvero sul fatto che non tutto si può misurare con la crescita del PIL. Non penso che siamo a rischio "nazismo" ma a rischio "chissenefrega" si, e tanto.

 

ne'elam: "Mio padre si salvò perché si trovava a Zagabria e di lì gli fu possibile scappare a Trieste dove alcuni italiani, e fra loro ve ne erano anche di fascistissimi, lo aiutarono."

Oggi con le solite polemiche sul 25 Aprile, ecc. questa frase può essere utile perché ci dice che, forse, non sempre è utile mettere esattamente sullo steso piano nazisti e fascisti. Nessun nazista vero avrebbe fatto qualcosa del genere, mentre in un fascista vero ciò era possibile. Ma il discorso porterebbe lontano.

Il ricordo di ne'elam è molto privato e delicato, aiuta comunque a risveglire qualche ricordo personale che può avere anche, chissà, qualche significato più ampio della pura testimanianza. Ho capito che cos'era in nazismo in due occasioni molto diverse: una prima volta molti, ma molti anni fa, quando il mio professore di Scienza delle dottrine politiche -il più grande studioso italiano della materia del novecento (anzi il fondatore, dice qualcuno, ma questo allora non era chiaro)- ci fece studiare il pensiero politico su un testo (non di autore italiano), costruito sul riassunto, intervallato da ampi stralci di testo originale, delle maggiori opere del pensiero politico moderno. Quando lo aprì la prima volta rimasi di sasso: non c'era, per dire, Thomas Moore, e a chiudere il libro c'era il Mein kampf. Allora l'opera di H. era non solo impossibile da trovare, ma non doveva neppure essere citata perchè l'autore, l'imbianchino, poteva essere solo quello di Chaplin. Lessi imediatamente, tutto d'un fiato, l'opera maledetta. Capì così cos'era davvero il nazismo. Della "prova", dell'olocausto, non c'è -al limite- alcun bisogno.

Il secondo episodio è di quelli che non si scordano, perché ci sono di mezzo le persone vere e i sentimenti in diretta. In una trasmissione televisiva veniva intervistata un'ebrea italiana, sull'olocausto e le stragi. Lei stessa aveva delle storie da raccontare, simili a quelle di ne'elam. Ad un certo punto la conduttrice dice all'intervistata, "ora ci colleghiamo con un protagonista di quei tempi che stava dalla parte opposta" e fa il nome di un ufficiale nazista, ben conosciuto dalle cronache italiane. La reazione dell'intervistata, una giornalista a sua volta, quindi una persona abituata a dominare i sentimenti, fu di terrore (evidentemente non ne sapeva nulla). Si rannicchiò, si protese in avanti con le mani in una postura di difesa, cominciò a farfugliare frasi sconnesse e alla fine riusci a dire con un filo di voce solo "no...no", scongiurando (senza riuscire a dirlo) l'intervistatrice di non di non fare il collegamento. Ma la macchina era ormai partita. Appare l'ufficiale nazista. Lo sguardo duro, distante, gelido. Disse solo una frase di circostanza in una situazione di una tensione insostenibile. L'olocausto c'è stato.

Ed è stato una guerra nella guerra, dalle caratteristiche uniche. Su questo non ho dubbi, nonostante una sottile opera smontaggio, non solo di destra-destra, cerchi, giocando sul tempo che passa, di far passare un discorso ben diverso.

Luciano Priori F.

Nessun nazista vero avrebbe fatto qualcosa del genere, mentre in un fascista vero ciò era possibile. Ma il discorso porterebbe lontano.

A me viene solo in mente "italiani brava gente", un modo di dire che è servito per nascondere tutte le malefatte del popolo italiano, a partire dal colonialismo in poi. Tra l'altro si potrebbe anche discutere di quello che dici tu se ci fosse la coscienza del contributo che il fascismo ha dato all'olocausto. Invece si citano sempre i numerosi, numerosissimi casi di buon cuore e si trascura la macchina organizzativa, politica, militare ed istituzionale che ha operato, col consenso quanto meno tacito del popolo tutto, per spedire tanta gente in Germania. Non dimentichiamoci poi che gli italiani stavano all'estero come truppe di occupazione. Non ci sono gli ebrei italiani, ci sono pure quelli del sud della francia, quelli in albania, in Jugoslavia ecc ecc

 

Su questo non ho dubbi, nonostante una sottile opera smontaggio, non solo di destra-destra, cerchi, giocando sul tempo che passa, di far passare un discorso ben diverso.

 

Mi sembra eccessivo, i negazionisti ci saranno sempre ma, per fortuna, non sono riusciti mai ad avere davvero voce in capitolo. Tranne nel mondo arabo ovviamente ma quella è un'altra storia.
Aggiungo solo che bisognerebbe sempre ricordare anche le altre categorie che sono state sistematicamente mandate al macello: Testimoni di Geova e zingari, per citare le due che mi vengono subito in  mente.

johnny23021981, anche non sono tanto d'accordo su "italiani brava gente", anzi, a pensarci bene, non lo sono per niente. I tedeschi, allora, sono "mala gente"?

La questione insomma del salvataggio di ebrei da parte di fascisti (che rischiavano in proprio nel farlo) è del tutto diversa. Ma se non ci sono alle spalle studi approfonditi (per i quali ci vogliono non anni, ma decenni) dubito che si possa capire bene che cosa sia accaduto veramente allora. Il fascismo e il nazismo non sono la stessa cosa. E non serve a niente metterci dentro il colonialismo, ecc. Questo è il punto.

Quanto all'italianità ... gli italiani semmai eccellono soprattutto in furbizia, spesso senza pudore. Ho appena letto che nella mia zona, rossa all'80% fino a non molto tempo fa, sta succedendo di tutto. Due vicesindaci di Rifondazione (in carica) si sono candidati a guidare il centro destra alle prossime elezioni amministrative. Forse sarò l'unico che si scandalizza ancora di queste cose (di un tale passaggio, non del centro-destra), perché la faccenda mi sembra un po', come dire, immorale. Solo che per sentire una cosa del genere su scala significativa uno straccio di morale (di contesto) bisogna che pure ci sia.

Poi però dalle mie parti la protezione civile si è mossa verso l'Abruzzo meno di due ore dopo il terremoto. Ma sono volontari.

Insomma le cose non sono mai lineari, come si vuol far credere [ad es., in tanti modellini di economia che peraltro anche nella mia attività io ho spesso usato (in mancanza d'altro)].
Come non è neppure lineare (e parlo non di robetta) il rapporto fascismo/nazismo.

Luciano Priori F.

non ci sono alle spalle studi approfonditi (per i quali ci vogliono non anni, ma decenni) dubito che si possa capire bene che cosa sia accaduto veramente allora.

non ci sono? chiedo ai lettori. forse non c'è stato un divulgatore di grido che li ha diffusi. non so, un Vespa ad esempio.

 

Il fascismo e il nazismo non sono la stessa cosa. E non serve a niente metterci dentro il colonialismo, ecc. Questo è il punto.

 

Bon, che si tratti di cose differenti mi pare chiaro (però Schindler era tedesco quindi anche i tedeschi potevano salvare gli ebrei, non solo i fascisti).

Invece, come ti dicevo, l'Italiani brava gente è stato usato per negare le responsabilità politiche di uno stato, della sua amministrazione, del suo esercito, del suo partito unico, della sua dittatura fondata per 20 anni anche sul consenso delle folle ecc ecc ecc Non capisco quindi il tuo discorso.

Non colgo poi chiaramente il significato di quel tuo "ci porterebbe lontano". Cmq, per chiarirci, l'italiani brava gente è stato sempre usato per coprire le nostre malefatte, a partire dai giganteschi massacri in libia del periodo coloniale (ma gli abbiamo dato scuole e strade vero?) continuando fino ad oggi, scandali somali compresi. Cosa c'è che non va in quello che dico?

Quando parlavo di "veri" fascisti e "veri" nazisti avevo in mente ovviamente un modellino fascismo/nazismo del genere BlogStudy e non certo BlogBar.

Ahi ahi, non ci siamo proprio. Capisco che la tua competenza accademica in materia sia davvero smisurata, peccato che tu sia anche davvero prolisso nei tuoi post ma senza mai affrontare la problematica che ti ho proposto e  non è certamente quella dell'ontologia fascista e nazista.

Il primo ed unico problema che ho sollevato è quello prettamente politico e storiografico che riguarda la copertura delle responsabilità del fascismo nei confronti dell'olocausto. Responsabilità questa che, a mio avviso, è stata sempre oscurata così come sono generalmente oscurate le responsabilità italiane in svariati altri fatti degni di nota (a partire dal colonialismo in Libia ho detto io, in realtà anche prima). Inoltre ho aggiunto di mio che, oltre a non parlarne, si tende a mettere in evidenza come tizio o caio o la famiglia sempronio abbiano agito umanamente nonostante fossero fascisti - cosa ovviamente di per se nemmeno sbagliata. Il vero problema è che la storia non la si racconta mai e ci si limita all'anedottica della serie "mio zio faceva così nonostante fosse fascista."  Non si capisce nemmeno più, a quel punto, cosa possa significare quel "nonostante" visto che mancano le premesse e le necessarie contestualizzazioni. Quello che rimane allora è unicamente l'"italiani brava gente" ed sono proprio queste tesi che si affermano nell'opinione pubblica nazionale e, poco alla volta, fabbricano la falsa memoria storica del paese. Ovviamente non è blogbar, ma forse tu non lo sai.

Ammetto però che non ci sia capiti, io stavo parlando di una cosa, tu di un'altra. Ti invito a chiarire il tuo pensiero o, se preferisci, a mostraci l'"elegante modello" che lo sostiene. Questo per curiosità ovviamente. Perchè la problematica di cui parlavo io era parecchio differente.

Due aggiunte: 1) ormai è chiaro, non riesco ad azzeccare il tasto Rispondi. 2) quello che scrivo non è assolutamente da intendersi come critica a ne'elam

 

Puo' essere che io sia stato prolisso. In genere non lo sono. E se non mi sono fatto capire e' certo colpa mia. Volevo dire qualcosa su altre questioni e ho messo tutto insieme (anche se un piccolo legame c'era). Ho un esempio personale da fare sul giro delle poltrone e per evitare incmprensioni lo faro' dove si deve fare.

Allora una cosa alla volta. Lascia stare la mia competenza, io parlavo della tua che mi sembra non ci sia.

Dico in sostanza (lasciamo stare il modellino fascismo/nazismo per ora) che nel fascismo non esiste DNA razzista. E non può essere dimostrato perché non c'è. Quando alla fine il razzismo viene in una certa misura praticato fa parte della politica, e basta.

Prendi la Sarfatti. Socialista, moglie di una grande avvocato socialista (che difese Mussolini gratis in quanto "compagno" contro lo Stato borghese), di ricca famiglia ebrea, diventerà la guida spirituale (oltreche' amante) di Mussolini fin dai tempi dell'Avanti.

Lo guiderà da un punto di vista intellettuale e delle scelte pratiche in tutto il tragitto dal socialismo al fascismo, e anche a lungo dopo. Preso il potere ne scriverà le lodi. Sarà lei il direttore della rivista Gerarchia. Poi, al momento delle leggi razziali, anche lei abbandona l'Italia per l'America (Argentina). Un solo altro esempio: al momento della fondazione dei fasci e nelle prime liste elettorali c'era un certo Toscanini, Arturo, il celebre direttore d'orchestra, ebreo anch'egli.

Erano (al momento delle scelte) dei masochisti?

Ma chi è il fascismo? C'e' uno strano modo di ragionare. Sembra che il fascismo sia un qualcosa che, a parte Mussolini, prescinde dagli italiani. Sapresti dirmi che cosa facevano sotto il fascismo i genitori dei maggiori giovani dirigenti del glorioso (ex-)partito comunista (ora diventati dirigenti massimi)? Furono quei genitori che poi posero le fondamenta del PCI del dopoguerra. E perché non dare una sbirciata ai nomi degli intellettuali che firmarono il Manifesto della razza?

Ecco che cosa si puo' leggere persino su WIKIP.

"Nel 1940 avrebbe aderito al Manifesto della razza del 1938, prodromo delle leggi razziali fasciste. Resta fonte di dibattito se ciò è da spiegare con una omonimia o no, ma B non ha mai smentito. Chi è favorevole a quest'ultima ipotesi, afferma l'improbabilità dell'omonimia dovuta al fatto che il Gruppo universitario fascista a cui B apparteneva, ed i littoriali, cui partecipava, sono noti per le critiche al regime da una posizione di fascismo sociale intransigente ed antisemita, il che spiega come B, ancora a metà del 1942, potesse scrivere un articolo sulla congiura ebraica mondiale; essendo lui un esponente in vista dei gruppi citati, è possibile che avesse firmato lui il manifesto". B non sta per Berlusconi (rispetto al quale ci sarebbe da dire, ma voglio evitare la prolissità).

La questione non andrebbe posta cosi' come la pone W, ma cosi': poiché il signore in questione, celebre giornalista e acerrimo antifascista nel dopguerra, e' nato nel 1920, e poiché  1938-1920= 18, e' normale per un regime del calibro del fascismo far firmare il Manifesto della razza ad un ragazzino?

Il problema di partenza è: fascismo/nazismo uguali?
Da quanto detto (in un modellino stile Lucas) se ne può dedurre che sono uguali?
Non parliamo d'altro per cortesia.

 

 

nel fascismo non esiste DNA razzista. E non può essere dimostrato perché non c'è. Quando alla fine il razzismo viene in una certa misura praticato fa parte della politica, e basta.

 

immagino sia stata tutta colpa di zio Adolf. Bene, queste saranno magari le tesi degli amici di Alemanno e dei lettori di De Felice. Non sono però le tesi di tutti gli storici. Sei presuntuoso, oltrechè poco informato. Avresti potuto almeno dare una piccola occhiata al primo libro indicato da ne'elam.
Ma giusto per cominciare ovviamente.

 

Il problema di partenza è: fascismo/nazismo uguali?

Non mischiare le carte ogni volta per cortesia. A me non piacciono i bari. Il fascismo ed il nazismo, al di là delle tue competenze rivendicate ma assolutamente nascoste - ma come dici tu lasciamo stare, forse è meglio - e dei tuoi modellini, non sono stati uguali.

L'unico problema qui è la tua tesi che afferma l'inesistenza nel fascismo di un "DNA" razzista. Già questo modo di affrontare le cose, il parlare di dna riferendosi ad un complesso problema storico e politico, a me fa inorridire e mi richiama alla mente un certo modo di fare sociologia e antropologia del 1800. Il tuo senso è questo: l'essenza vera del fascismo è estranea al razzismo e all'antisemitismo. Se queste cose ci sono state, sono imputabili a interventi esterni o eventi di superficie, transitori e non rivelatori (farfalle che passano) e comunque, se proprio bisogna ammetterlo, a gruppi dissidenti e correnti minoritarie all'interno del fascismo stesso. Stiamo in fondo parlando di politica. Il fascismo non è stato anche e sopratutto politica nel senso più largo del terminie? Pare di capire di no. Cos'era allora? Una semplice disposizione d'animo? Possiamo affrontare così un problema di questo tipo? Certo che possiamo, tu lo fai.

Il fascismo fu tante cose, tra le tante anche il manifesto della razza, il razzismo, le deportazioni degli ebrei, le persecuzioni degli stessi ecc ecc. Il problema quindi è: esiste o non esiste una responsabilità politica del fascismo tutto nelle deportazioni e nelle persecuzioni degli ebrei italiani e non? Tu svicoli ma la tua opinione mi fa paura ed è la solita, è l'"italiani brava gente". E' quella stessa tendenza che gentilmente si preoccupa di cancellare dal DNA fascista, che in fondo era buonista e mandava gli oppositori in vacanza, la seconda guerra mondiale, le guerre coloniali per l'impero, tutto il periodo della repubblica sociale (si sa, Mussolini non era più lui e comunque era ostaggio dei gerarchi folli - non fascisti dunque, non c'è follia nel dna fascista - e dei nazisti), le leggi razziali, la dittatura, l'esaltazione machista della violenza e l'ascesa al potere con centinaia di omicidi politici e saccheggi di intere città. Cosa resta al grande albero fascista se lo si priva dei rami, delle radici e del tronco? Giusto Donna Rachele, Sabaudia e le paludi prosciugate. Ed è su quello che in italia si scrivono e si vendono libri. E' questo, ti ripeto, lo stesso atteggiamento che porta a dire che in Libia, in fondo, abbiamo solo portato strade e scuole. Perchè ci sono stati così ostili?

Il mio DNA è antifascista al 100%. Di famiglia, tanto per essere precisi, con anche una probabile (perche' non ho le prove al 100%) vittima. Chiaro?

Tu riduci tutto a polverone (arrivi, incredibile, ad Alemanno, il protettore dell'istituto Gramsci, un altro, il Gramsci, che amoreggiò a lungo con Mussolini, anche dopo la conversione a destra).

L'argomerno invece e' circocritto. Dovresti spiegarmi perche' a trovare la sede dove fu fondato il fascismo fu un ebreo, non il portiere dello stabile, ma uno tra i fondatori del fascismo, e poi del ministro ebreo del gov. Mussolini, e delle centinaia e centinaia di ebrei che furono sqadristi, marcia su Roma compresa. Della Sarfatti, e cosi' via.

Infatti glissi. Non è il massimo, lo sai, si?

Insomma non capisci, o meglio non vuoi farlo 8conosco bene questo modo di argomentare e alla fine e' stucchevole). Io parlo di "DNA" e "politica". Ne capisci la differenza? Ci arrivi?

La domanda e', in fondo, semplice semplice: poteva essere, quanto a "DNA", antisemita (indipendentemente da quello che successe sedici anni dopo la presa del potere), "DNA" te lo ripeto, un movimento che a lungo annoverò tra le sue fila una schiera numerosissima di ebrei?

Se la risposta è no (e non vedo come potrebbe essere altrimenti), fascismo e nazismo sono due cose diverse, per quanto mi riguarda esecrabili (ma quando studi qualcosa il 'giudizio' personale non deve comparire, lo sai questo? E lascia stare De Felice, un fior di storico, di sinistra oltretutto. Ce ne fossero!).

Infine. Io ci metto la mia firma in quello che dico. Tu no.

Luciano Priori F.

P.S.: ne'elam, grazie  per la precisazione su Toscanini. Non mi occupo da un bel po' di tempo di fascismo. In un libro non sarebbe successo, in un blog si scrive alla svelta senza star troppo a controllare, questo è il rischio. Deve avermi condizionato, sapendo qualcosa di T, la frase "Toscanini poi lasciò l'Italia nel '38 a causa delle leggi razziali" che avevo trovato in internet e annotato di recente per usi futuri.
Avrei anche dovuto ricordarmi del famosissimo episodo dell'esecuzione wagnerianache che dovrebbe escludere... ma Barenboim?

 

 

Caro johnny23021981,

la chiudiamo questa chiaccherata?

Fra me e te c'e' fondamentalmente una differenza: io quando tratto di qualcosa cerco di farlo sempre con un minimo di ironia, anche quando ci sono di mezzo questioni tragiche, te invece sei sempre lancia in resta.

Quando dico di due, tre che ci leggeranno e' ironia.
Ci leggono, ci leggono, Boldrin compreso.
Il fatto e' che il problema e' da un lato spinoso, dall'altro e' troppo specialistico.

Meno bene va quando metti in dubbio il mio nome e cognome (Raf poi "con tu non sai chi sono io" e' il massimo dell'ironia, un po'autoaffondante in questo caso).
Ti assicuro Luciano Priori F. e' vero, non e' un nickname. Io poi non ho mandato da qualche parte nessuno. Non mi sembra ci siano ancora i presupposti.

Ti vorrei dare un'informazione. In questi ultimi due tre anni ho quasi compromesso qualche antica amicizia in chiaccherate furibonde in difesa degli ebrei. Quelle vecchie amicizie sono con gente di sinistra che sta passando (in massa) ad un antisemitismo di fatto (loro dicono di no, ma la sostanza e' quella).

Mica va bene. Che si fa? Devo per questo pero' 'negare' la storia?
Da tempo mi occupo prevalentemente di questioni economiche. Nei miei appunti di storia (gli ho dato finalmente un'occhiata) ci sono cifre precise sulle iscrizioni al fascismo di ebrei (punta massima nel '29-'32) e un'adesione entusiasta al regime. Lo consolidarono. Non posso essere "negazionista" su questo e su tante altre questioni già risolte dagli storici "veri" (nei miei appunti ci sono tutti i riferimenti necessari). Mi dispiace.

Se organizzi dibattiti invitami. Ci vengo gratis. Cosi' potrai vericare il mio nome e cognome e io, forse, conoscere il tuo. Altimenti va bene anche johnny23021981.

Stammi bene.

Luciano Priori F.

ok mi sembra giusto così. ai dibattiti ti inviterò. per te sarà pronta una sedia in prima fila così da essere vicino ai relatori. chiudiamo la conversazione e stammi bene anche tu. Saluti

Nel caso di invito della suddetta fattispecie potrei anche accettare l'invito, ma non gratis.

Oggi comincia l'anno 5770