Illuminarsi di più?

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Ieri, 12 Febbraio, in Italia un tot di persone partecipavano all'iniziativa "M'illumino di meno", lanciata dalla redazione di Caterpillar [Disclosure: alcuni sono amici miei; qualche rara volta mi chiamano durante la trasmissione.] Via svariati siti internet ho notato una cosa strana: ai giovani che in Italia si definiscono "liberali", spegnere le lampadine inutili sembra attività spregevole. Mi domando il perché di questo atteggiamento.

Tutto ciò che ho da dire c'è già nel sommario. Però, siccome serve l'articolo, mi dilungo con un po' di retorica a buon mercato.

Non mi riconosco in nessun modo nell'ecologismo come etica di vita ed ho zero simpatie con i "verdi" sul piano politico. Non ho nascosto la mia scarsissima convinzione, ora trasformatasi in solido scetticismo, sull'esistenza di un riscaldamento globale dovuto ad attività umane (si, lo so: i lettori fedeli mi ricorderanno che avevo promesso un intervento sul tema ... manca il tempo, perdonate). Tendo a pensare che idee come la decrescita ed il ritorno all'autosufficienza (stile "buy only local produces") siano dannose, specialmente per i più poveri e svantaggiati. Mi piacciono la crescita economica, il libero mercato, il capitalismo ed i prodotti di lusso. Odio le vacanze alternative e guido automobili con 3000 e più cc ... eppure ...

Eppure non capisco il fastidio un po' isterico con cui attività di sensibilizzazione al fatto che le fonti di energia sono finite e suscettibili di usi alternativi vengono accolte dall'autoproclamato "liberismo" italiano (quello che orbita nella galassia PdL, tanto per capirsi). Non intendo la radice dell'astio che ampi gruppi di persone le quali, a loro dire, ritengono la libertà individuale assolutamente sacra, manifestano contro coloro che decidono di spegnere delle lampadine per segnalare che, appunto, le fonti di energia finite sono. Mi fa pena che si possano definire "cretini" coloro i quali provano, ingenuamente io credo, a ricordare che parte della scarsità energetica deriva da modelli di consumo sussidiati ed economicamente inefficienti, sostenuti da distorsioni dei prezzi causate dall'intervento pubblico o, a rovescio, dalla presenza di esternalità che non vengono corrette dall'intervento pubblico catturato da gruppi d'interesse.

Insomma, non capisco perché l'essere "liberali" implichi dover essere, ideologicamente e per partito preso, per le Hummer e l'eccesso di consumo, mentre diventano necessariamente "socialisti" o "amici delle tenebre" coloro i quali suggeriscono modelli di consumo meno dispendiosi. Il tutto mi sembra dovuto da un lato ad una grave confusione fra preferenze individuali e norme sociali e, dall'altro, ad una incapacità di accettare la diversità che sorprende fra persone che si autodefiniscono "liberali". Le mie preferenze me le pago, se si permette al mercato di funzionare: chi preferisce andare in bicicletta è liberissimo di farlo, risparmiando rispetto a me. Se vuole far proseliti, faccia pure: nemmeno quello è un crimine e, comunque, la bicicletta non è né di destra né di sinistra: è semplicemente utile, a volte. Idem per quelli a cui piacciono le Hummers: diffondano le loro preferenze, ricordandosi che così aumenterà il prezzo della loro macchina preferita.

Direte, tutto ovvio, cosa scrivi un post a fare? Ovvio per niente. Se girate i siti "di destra" in questi giorni trovate parecchie reazioni isteriche all'iniziativa di Caterpillar, tutte accomunate da un motivo di fondo: che è cosa dannosa e stupida. Va combattuta, consumando più energia possibile il 12 Febbraio, ed irretita sul piano ideologico. Il messaggio è, approsimativamente, il seguente: chi si preoccupa dell'ambiente o di minimizzare il consumo d'energia è comunista. Se affermazioni del genere venissero solo da fascistelli riciclati nel PdL (com'è spesso il caso) non me ne potrebbe importar di meno. Ma quando vedo post come questo, da parte di persone di cui ho stima, allora mi chiedo seriamente il perché.

Spegnere le lampadine inutili non implica non volere l'energia nucleare, anzi. Una delle maniere per far capire che l'energia nucleare è utile e financo necessaria consiste nell'evidenziare che occorre anche spegnere le lampadine quando non servono, perché l'energia COSTA e, probabilmente, costerà sempre di più. Tutto questo nulla c'entra con il riscaldamento globale o con fantasie agresti: è una pura conseguenza della scarsità delle risorse in un mondo dove (asintoticamente) 10-12 miliardi di persone vogliono, giustamente, vivere e consumare come noi occidentali. Se si riuscisse a togliere di mezzo l'ideologia destra/sinistra da questo dibattito -  appropriandosene, riconoscendolo come un problema di fatto, ossia un problema di esternalità e risorse scarse - forse ci eviteremo cretinate (queste sì) socialmente molto dannose come la scelta italiana di vivere senza energia nucleare.

Per potersene appropriare occorre sia smetterla di negare l'esistenza di un vincolo energetico-ambientale (il riscaldamento globale NON equivale a tale vincolo, che ha molte più dimensioni), sia lasciare che si affronti il problema del "modello di consumo" senza preconcetti. Pensare che parte della soluzione non debba venire dal lato della domanda è pensare erroneamente (a mio avviso) ma, anche se così non fosse, è necessario rispettare chi cerca di diffondere modelli di consumo differenti, purché non voglia imporceli a forza. La libertà di diffondere le proprie idee ed i propri valori alla ricerca di proseliti non è forse la "libertà liberale" quasi per antonomasia? Allora perché questo fastidio verso coloro i quali invitano semplicemente ad illuminarsi di meno? Cosa c'è di particolarmente "liberale", o anche semplicemente "condivisibile", nell'illuminarsi di più?

Io, a casa mia e da sempre, spengo le luci quando non servono e cerco di non esagerare con il riscaldamento. È la mia maniera d'illuminarmi quotidianamente di meno, e non mi sento per nulla cretino nel farlo.

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Commenti

Ci sono 135 commenti

Il perche di questo atteggiamento? Forse che coloro che si definiscono liberali poi lo sono solo a meta. Ovvero, finche fa comodo. Risparmiare energia e piu che altro buon senso, senza scomodare ideologie o partitelli. Ma questi che si agitano contro una proposta tale, non sarebbero forse d'accordo se ci fosse una campagna del tipo "spegnere le luci nei ministeri quando nessuno e in ufficio"...?

Grazie mr boldrin per una salubre folata di buon senso.

Sui motivi di chicago-blog non so è non posso pronunciarmi ma, in genere, come funziona in Italia è abbastanza semplice: a sinistra sono per illuminarsi di meno? Allora noi (di destra) siamo per illuminarci di più. A destra sono per il nucleare? Allora noi (di sinistra) siamo contro. Craxi candida il suocero a sindaco di Milano ? E' uno schifoso nepotista: voto lega. Bossi candida suo figlio ? bhe bisogna capirlo "l'è il sö bagai". Non è questioni di logica o di ragionamento, è come il tifo calcistico...solo un po' più becero (pensano sia "politica").

Voi che senza essere di sinistra avete criticato Tremonti avete creato gia abbastanza confusione, non complicate ulteriormente.

PS

Ironia a parte, non vedo nessi tra illuminarsi di più e liberalismo. Nemmeno logica (a meno di essere azionisti ENEL), però "M'illumino di meno" mi sembra, ogni anno che passa, trasformarsi da "occasione per sensibilizzare" ad "occasione per scaricarsi la coscienza". Forse è un rischio sempre insito in questo genere di iniziative ed io sono un po' troppo cinico.

 

Che post interessante! Mi trovo piuttosto d'accordo. E anch'io sono del partito di quelli che spengono la luce se non serve.

Solo una cosa vorrei commentare: purtroppo il riscaldamento globale c'è davvero, e mi gioco le mutande (scusate... ma come vedete sono abbastanza certo di non perdere la scommessa) che è antropogenico. E non basterà spegnere qualche lampadina per fermalo.

Faccio anche notare che quest'anno il punto centrale della manifestazione è parzialmente cambiato rispetto agli anni scorsi: hanno parlato molto meno di risparmio e si sono concentrati molto di più sulle fonti alternative.

Il liberalismo è sempre risorto sotto nuove forme.

Non è detto che coloro che si proclamano liberisti siano davvero quelli che faranno rifiorire i valori liberali, non sappiamo che forma prenderanno in futuro.

Probabilmente la nuova frontiera del liberalismo è la rinuncia a propri privilegi. Primo fra tutti il privilegio di sprecare, esemplificato da Boldrin.

 

Nemmeno logica (a meno di essere azionisti ENEL)

 

Azionisti no, però sulla home del sito c' è una bella pubblicità, e bisogna stare attenti a quel che si dice ché a quanto pare l' energia è in ascolto...

 

...ovviamente scherzo ( il banner però c' è sul serio)

al consumo dei combustibili fossili. Solo se causano global warming pero' (o come lo chiamiamo a Chicago "global comforting"). Altrimenti no. Per cui illuminiamoci molto di piu'.

 

Spegnere le lampadine inutili non implica...

 

Utili rispetto a cosa? A fare luce? Tenere un computer acceso per giocare? O per cercare alinei con seti@home? O le luci sono accese per dare sicurezza, luce, per battere la depressione invernale?

Insomma chi stabilisce cosa è utile? I Verdi? I liberisti?
Sono io libero, con i miei soldi, di stabilire cosa è utile per me?

Francesco

Oh dài, se ti dimentichi la luce accesa in camera mentre stai in cucina è energia sprecata, non credo che sia una questione di liberismo...

 

Insomma chi stabilisce cosa è utile? I Verdi? I liberisti?
Sono io libero, con i miei soldi, di stabilire cosa è utile per me?

 

Francesco, prima di polemizzare tu leggi gli articoli?

O hai preso anche tu le abitudini dei grandi accademici di Roma Tre?

Mi dispiacerebbe non poco ...

Iniziative di questo genere esistono anche qui nelle Fiandre, come per esempio il Dikke-truiendag (letteralmente, la "giornata del maglione pesante") che si è svolta ieri, sponsorizzata dal locale governo vetero comunista**. In soldoni (per evitare di tradurre il link, che è scritto in fiammingo) dalle scuole elementari alle superiori si mettono i riscaldamenti a 1/2 gradi di meno per sensibilizzare gli studenti circa il problema del riscaldamento globale, ma anche, seguendo il pragmatismo tipico di queste regioni, per risparmiare, dato che abbassando di un grado la temperatura si ottiene un risparmio di energia del 7% (stando a quanto riportato qui - anche questo link è in olandese ma fidatevi:-)).

 

**si scherza eh: il governo federale fiammingo è saldamente di destra, cosi' come in Olanda (dove si svolge una iniziativa analoga).

 

Che in Italia l'estremizzazione ideologica sia un problema endemico non e' novita', ma c'e' di piu'.

Su un post di Gilestro era apparso un commento di Antonio Mele che mi era rimasto impresso e che, scevro delle parti direttamente riguardanti il cambiamento climatico, si puo' applicare a questo argomento:

C) Infine, considerazione sulle conseguenze e sulle cose da fare, che tu non tocchi ma sono li' sospese a mezz'aria: secondo me la soluzione sara' tecnologica. Ci inventeremo un nuovo sistema di produzione dell'energia, o troveremo (ammesso che la CO2 sia fondamentale nello spiegare il cambiamento climatico) modi di eliminare la CO2, o cose simili. Quando diventera' profittevole farlo, vedrai che lo si fara'. Il problema e' che OGGI non possiamo prevedere cosa potra' succedere nei prossimi venti anni nella ricerca scientifica. Qui I beg to differ rispetto al generale pensiero dell'agire in base ad un principio prudenziale per cui la catastrofe e' data per scontata se non si agisce subito: il principio prudenziale qui e' esattamente il contrario, fermi tutti e non cambiate una virgola, visto il progresso tecnologico che abbiamo avuto negli ultimi cento anni la soluzione arrivera'. Anzi, che io sappia ce ne sono molte in giro, e' che ancora non sono profittevoli. Pazienza, calma e gesso: la scienza avanza a piccoli passi, mica tutti possono scoprire il bosone di Higgs!

Il pensiero e': "Non facciamo i pessimisti. E' dai tempi di Aurelio Peccei e di "The Limits to Growth" che gridano alla catastrofe, la catastrofe non e' avvenuta, non e' mai avvenuta: significa che quando il tempo arrivera', troveremo una soluzione tecnologica ai problemi ambientali come e' sempre avvenuto in passato".

Questo e' un pensiero ottimista, come ottimista e', a mio giudizio, il pensiero liberale in generale. Ma gli ottimisti non sono propensi ad andare in paranoia - eppero' quando penso che le risorse sono finite io un po' in paranoia ci vado... E questo e' un problema vero, perche' l'incertezza delle proiezioni sugli scenari futuri e' altissima.

C'ho azzeccato o sono completamente fuori strada?

Comunque, io che sono un prudente pessimista dedito alla paranoia, e pure appassionato di scienze naturali, sono chiaramente il primo a spingere l'idea di un vincolo energetico-ambientale.

 

 

"Allora perché questo fastidio verso coloro i quali invitano semplicemente ad illuminarsi di meno?"

perche'  questi signori hanno letto che "se tutti diamo valore solo alle conseguenze private delle nostre azioni allora viviamo nel miglior mondo possibile", e ovviamente l'hanno interpretato come "se vogliamo vivere nel miglior mondo possibile allora  dobbiamo dare valore solo alle conseguenze private delle nostre azioni".

 

La risposta non è molto difficile: spegnere le lampadine fa risparmiare energia (nel mio caso poca: a casa ho quasi tutto in fluorescenti o LED), ma spegnerle il 12 febbraio è un atto poliico, che serve a dimostrare che quelli di Caterpillar hanno un ampio consenso nel paese. Consenso che poi quelli di Caterpillar adopereranno per appoggiare politiche che magari non condivido.

E' un poco come le "giornate senza vettura": anche i loro promotori ammettono in privato (e taluni anche in pubblico) che non servano a niente dal punto di vista dell'inquinamento ma si devono fare perchè hanno un "valore educativo". Cioè servono a inculcare nelle menti del popolo che i promotori delle "giornate senza vettura" sono moralmente superiori ed ad accettare le loro argomentazioni senza sottoporle ad una seria e scettica analisi.

In conclusione, lasciare accesa una lampadina che non serve è uno stupido spreco di energia; lasciarla accesa il 12 febbraio è un’azione saggia che potrebbe servire ad evitare che Pecoraro Scanio ritorni ministro, oppure che qualcuno cominci a prendere sul serio la decrescita felice oppure la spesa a km zero.

Il 12 febbraio quindi, non essendo utile tenere accese le lampadine perchè consumano poco, ho preparato il castagnaccio.

 

 

Mi sfugge in che modo spegnere le luci il 12 febbraio e l'improbabile (per fortuna!) ritorno al governo di Pecoraro Scanio siano collegati. Sarà perché detesto il castagnaccio. 

Massimo, se capisco bene il tuo ragionamento è questo.

Siccome che (che non si dice, ma fa lo stesso) l'altro Massimo (il Cirri) e Solibello e magari anche l'Ardemagni e la Cinzia di Caterpillar sono "di sinistra", anche se nel caso specifico hanno un'idea buona e suggeriscono una cosa utile, io (tu, che non ti piace la "sinistra") ci vado comunque contro per ragioni "politiche".

Ho capito bene?

Nel caso io abbia capito bene, quali sono le ragioni "politiche" per cui una buona idea non va appoggiata, ma va anzi attivamente combattuta (facendo il castagnaccio)?

Io mi considero un liberista e anche di "sinistra" (tra virgolette perche' non c'e' una sinistra che mi piaccia in Italia) ma spengo le luci quando non servono da quando son piccolo, perche' cosi' mi hanno insegnato i miei genitori - decisamente conservatori.

Sara' che il castagnaccio non piace nemmeno a me, ma io credevo che queste iniziative servissero, come dice Michele, a ricordare che attualmente le fonti di energia piu' usate non sono rinnovabili, al di la' di chi promuove l'idea.

In realta' io credo che tutto stia nella diversa definizione di liberismo utilizzata in Italia.

Per quanto ne so, liberismo vuol dire che lo Stato detta il minimo delle regole necessarie in modo chiaro e piu' possibile univoco, poi controlla e le fa rispettare con il massimo rigore possibile: al resto pensano i cittadini.

Io credo che il liberismo in Italia si confonda con l'individualismo (pago ergo faccio quello che mi pare (*)) o con il fatto di seguire qualcuno che si dice liberista (confondendo il nome con l'azione), o entrambe. Quindi seguire una iniziativa "collettiva" e/o non proveniente dalla fonte definita "liberista" per definizione non lo e'.

In soldoni: e' la solita questione di roma-lazio, o inter-milan. Se lo fanno gli altri io *devo* fare all'opposto, anche se sarebbe una buona idea - magari anche per il portafoglio.

Per la cronaca: a casa ho praticamente tutte luci a basso consumo e interruttori separati che stacco quando non uso, quindi io mi illumino di meno tutto l'anno. Al massimo, posso seguire l'iniziativa per protesta contro l'ENEL, semmai: al contrario di Michele, io considero il nucleare una fonte economicamente poco profittabile e comunque non rinnovabile. 

 

(*) e' nel tuo diritto fare quello che vuoi se paghi, ma ricordarti una volta l'anno che stai usando qualcosa che non si rinnova non mi pare un delitto. 

 

 

 

Concordo, il ragionamento fatto da chi ha scritto il pezzo su ChicagoBlog è quello ed è alla base di ogni odio ambientalista della dx in Italia, dalle rinnovabili già compentitive come l'eolico, persino alla raccolta differenziata. (quest'ultima a livello locale è sostenuta - almeno nel nordest - anche dalle amministrazioni di destra locali e con buoni risultati ma guai a parlane a livello nazionale).
Il problema è quello del "o sei con me o sei contro" e dell'averlo esteso a tutto. La sinistra è stata per prima attenta all'ambiente, quindi la destra non deve neanche nominare queste cose (chiaramente essere apertamente pro-inquinamento non giova) aspettando ogni minimo fallimento dell'ambientalismo per farne una propria vittoria.
PS. quante volte avete visto il ministro dell'ambiente in TV? Dell'ambiente non si deve più parlare...

L'articolo è ragionevole, ma riguardo agli accenni al nucleare: io non sono contrario a prescindere (anche perchè manco della conoscenza necessaria per farmi delle opinioni solide), ma la sensazione è che in italia non siamo in grado di gestire una simile tecnologia.  In intere regioni, non si riesce a smaltire i rifiuti comuni, non vedo come le cose potrebbero essere diverse con scorie nucleari e simili.

Caro Michele, una protesta e una risposta. La protesta è questa: non capisco perché la butti in politica (al netto dell'attestato di stima, di cui ti ringrazio e che ovviamente ricambio). Non ho mai posto la questione nei termini di destra e di sinistra, non ho la minima idea se sono di destra o di sinistra, mi trovo talvolta d'accordo con la destra e talvolta con la sinistra e più spesso con nessuna delle due. Non voto né destra né sinistra (non voto). Sul tema in questione, tra email, commenti e discussioni personali mi sono trovato e mi trovo in accordo o in disaccordo, occasionalmente, sia con gente di destra che con gente di sinistra. Questo per dire: buttarla in politica non ha più senso che buttarla in calcio (i genoani sono per l'hummer e i sampdoriani per la bicicletta?) né aggiunge più informazioni.

Nel merito. Dei comportamenti individuali, non mi interessa NULLA. Se tu sei risparmioso, come sostanzialmente sono io, pagherai meno bolletta. Se sei uno che se ne fotte del risparmio, perché hai soldi da spendere o perché il costo non monetario di alzarti e spegnere tutte le luci è soggettivamente più alto del costo monetario di una bolletta più cara, affari tuoi e del tuo fornitore elettrico (siamo in un paese liberalizzato, non necessariamente è l'Enel).

Quello che mi interessa sono due cose. Una politica e l'altra culturale. Con un'appendice.

L'aspetto politico è questo. Manifestazioni come "M'illumino di meno" et similia promuovono POLITICHE di risparmio (non efficienza, su cui magari possiamo discutere: risparmio, cioè consumare meno) forzoso, come incentivi e obblighi che dovrebbero servire a indurre noi peccatori sulla retta via. Io non so se la lampadina a incandescenza sia responsabile dell'estinzione della foca monaca. Se anche fosse, visto il livello di tassazione sull'energia in generale e i combustibili fossili e tutti gli altri costi impliciti della regolamentazione (ambientale ma non solo), credo che in quello che pago siano internalizzate tutte le esternalità vere, verosimili, possibili e inventate. Dunque, vorrei essere libero di usare ancora la lampadina a incandescenza e non essere obbligato a ricorrere alle insopportabili lampadine a basso consumo. Allo stesso modo, non dico che tutti debbano guidare l'Hummer e nessuno la Prius: dico che chi vuole dovrebbe poter guidare l'uno e chi non vuole l'altra. (Disclosure: possiedo un Suv, seppure di piccola taglia, e se abitassi in un paese con le strade larghe abbastanza e se potessi permettermelo, mi piacerebbe guidare l'Hummer). Non credo che sia cretino chi la pensa altrimenti: credo che sia fastidioso se s'impiccia degli affari miei. Oltre a questo, c'è una questione non marginale: mi definisci, per cortesia, cos'è lo "spreco"? Perché in assenza di una definizione oggettiva, è tutto arbitrario. Propongo due definizione: la mia e quella di Caterpillar. Io dico: è "sprecato" tutto quel consumo che potrei evitare, a parità di bolletta (o pagando meno) e di costi non monetari ma comunque percepiti (per esempio: io stacco la corrente da quasi tutti gli elettromestici tramite una serie di interruttori per evitare che consumino "da spenti" con display ecc.). Di questi "sprechi" il mercato si sa far carico da solo. Caterpillar dice: "è spreco tutto quello che NOI decidiamo essere spreco". Per cui, l'Hummer è spreco "di per sé" e va vietato o almeno tassato ad hoc. La vecchia calderina è "spreco" e quindi lo Stato deve pagare i cittadini per cambiarla. La lampadina a incandescenza è "spreco" e quindi va cambiata.

Poi c'è un aspetto culturale. Io rifiuto, individualmente e soprattutto nel momento in cui viene proposta come etica pubblica, l'idea per cui "illuminarsi di meno" (attenzione: non illuminarsi allo stesso modo ma consumando meno) sia un'idea di progresso. Naturalmente, ci sono quelli che ritengono che il progresso sia frutto del maligno (e nessuno gli vieta di ritirarsi nei campi e vivere dei prodotti della loro biologica fatica, naturalmente). A me pare un dato ovvio (leggersi la storia dell'Europa pre-industriale del compianto Cipolla, in merito, o la storia dell'energia di Smil) che l'umanità abbia percorso l'intera sua avventura nel tentativo di avere (e usare) più energia (simbolicamente: più luce). Ogni progresso tecnologico è interpretabile in questa chiave. E, tra parentesi, da sempre, e soprattutto dalla rivoluzione industriale, gli uomini RIDUCONO il loro consumo per unità di prodotto (oggi percorrere un km in automobile consuma meno petrolio grezzo rispetto a 50 anni fa), ma AUMENTANO il consumo totale, o consumano più prodotti (percorriamo più km, e li percorriamo meglio: con riscaldamento, condizionamento, autoradio, auto più grandi e comode e sicure, eccetera). Oltre a rifiutare questo, rifiuto anche l'idea che sia desiderabile (ancora una volta: socialmente desiderabile, individualmente sono cavoli vostri) quello che l'edizione 2010 di Caterpillar avanza come modello tecnoloogico: i 50 ciclisti che pedalano per tenere accesa la luce.

In questo senso, e solo in questo, trovo importante buttarla in politica. Ma non nella politica della destra vs. sinistra. Bensì rispetto a cose più serie e più importanti, come la libertà individuale (inclusa la libertà di consumare di più, pagando di più, e perfino di sprecare di più, se te ne assumi tutti i costi) e il diritto dell'umanità (questa volta sì, collettivamente) a seguire la via del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita. In fondo, la questione è tutta qui: la gente si comporta in un certo modo e, facendolo, dimostra di ritenere più desiderabile la vita consumistica del presente di quella frugale e povera che certi signori propongono. Se riescono a convincerci che il denaro (e dunque il consumo) è sterco del demonio, ci adegueremo e non avrò nulla da dire. Se vogliono costringerci, è un altro paio di maniche.

Da quel che ho letto nell'articolo, Michele semplicemente si chiede come mai le voci contrarie all'iniziativa vengano essenzialmente da una parte politica o comunque per motivi politici (lo propone Caterpillar -> e' di sinistra -> noi siamo contrari). Ancora piu' si stupisce del fatto che questa parte si dice liberista, quindi in teoria a favore dell'iniziativa singola.

Comunque il discorso di poter sprecare di piu' se uno si assume tutti i costi e' corretto, ma come si puo' far assumere tutti i costi di uso ad un singolo per una risorsa condivisa?

PS Poi ci sono delle obiezioni sostanziali. Per esempio non credo che l'energia costerà sempre di più. Scommettiamo che tra n anni (decidi tu con n>=10) il costo dell'energia (vedi tu misurato come: prezzo reale del barile, prezzo reale del kWh, un paniere, vedi tu) sarà più basso di oggi? Ma su questo magari discutiamo nel prossimo post :-)

PPS Anche TRemonti dice che l'energia costerà sempre di più e che siamo condannati a morte certa dalla finitezza delle risorse, ragion per cui - dice lui, e suppongo anche Caterpillar - dovremmo rallentare lo sviluppo (cioè, simbolicamente, illuminarci di meno).

 

In fondo, la questione è tutta qui: la gente si comporta in un certo modo e, facendolo, dimostra di ritenere più desiderabile la vita consumistica del presente di quella frugale e povera che certi signori propongono. Se riescono a convincerci che il denaro (e dunque il consumo) è sterco del demonio, ci adegueremo e non avrò nulla da dire. Se vogliono costringerci, è un altro paio di maniche.

 

Non le pare di vaneggiare di esagerare? Non mi risulta che l'abbiano costretta ad aderire alla manifestazione, con minacce o olio di ricino;  semmai, mi sembra che sia lei (con più successo) sia Caterpillar (con molto meno) cerchino di convincere gli altri a seguire un suo personale modello di società e di crescita: quale è il problema?

 

E, tra parentesi, da sempre, e soprattutto dalla rivoluzione industriale, gli uomini RIDUCONO il loro consumo per unità di prodotto (oggi percorrere un km in automobile consuma meno petrolio grezzo rispetto a 50 anni fa), ma AUMENTANO il consumo totale, o consumano più prodotti (percorriamo più km, e li percorriamo meglio: con riscaldamento, condizionamento, autoradio, auto più grandi e comode e sicure, eccetera).

 

E che c'entra? Applicando un ragionamento analogo ("si è sempre fatto in questo modo") trecento anni fa giustificavano l'ancient regime. Dal fatto che i consumi di energia siano sempre aumentati, non si può mica inferire che debbano necessariamente aumentare per sempre e ad libitum, anche ammettendo che questo sia fisicamente possibile. Chi lo dice che c'è "progresso"  se e solo se c'è "maggior consumo - anche inutile - di energia"?

Infine: potrebbe per cortesia spiegarmi il rapporto tra "progresso" e "lascio accesa TV\Luci\Condizionatore quando esco di casa"? Francamente, non lo vedo.

Disclosure: non ho partecipato alla manifestazione, e non solo perché fino a ieri ne ignoravo bellamente l'esistenza...

[Nota per i mantainer: il tasto per barrare il testo non funziona...]

 

Caro Carlo,

grazie della risposta, che commento sotto.

La protesta, perdonami, non mi sembra del tutto meritata. Ho cercato di separare te dal resto della canea, citandoti separatamente ed in esplicito contrasto. Se non ci sono riuscito mi dispiace perché ho nominato il tuo nome (e solo il tuo nome) fra le decine di posts e commenti che avevo letto, per una sola ragione: di te ho stima intellettuale e conosco la tua indipendenza, del resto no. Però non è colpa mia se il fatto statistico che menzionavo è vero: nel giro "liberali che votano PdL" quello era il tono. Insomma, a "buttarla in politica" erano i fatti, io li riportavo solamente chiedendomi: perché?

Aspetto politico: non mi pare che quello "dirigista" sia l'approccio di Caterpillar e di questa loro iniziativa, però magari mi sbaglio. Non ho costanza di alcun luogo dove Ardemagni-Cirri-Solibello abbiano fatto la lista di ciò che si può consumare e ciò che non si può. Non vorrei che tu qui confondessi un certo ecologismo anarcoide - che riconosco al gruppo Caterpillar ma, dopo averli visti consumare, neanche tanto ... - con il socialismo dirigista che permea il parlamento italiano (ed europeo) sia a destra che a sinistra. A me, ripeto, sembra solo che a loro piaccia far propaganda per uno stile di vita. Propaganda ingenua, a mio avviso, ma non esecrabile e condannabile come molti dei post contro cui scrivevo suggerivano invece sia.

Aspetto culturale: qui il discorso si fa lungo, per questa volta mi astengo per mancanza di tempo. Se interessa possiamo tornarci (che ne dici: di un dialogo sulle "foundations di un ecologismo libertario?") La faccio breve: a mio avviso confondi il positivo con il normativo. Che le formiche si riproducano velocissimamente e così pure i conigli (finché ci sono risorse da consumare) implica nulla sulla "bonta'" ecologica del loro riprodursi. Lo stesso vale per gli umani. I problemi - fondamentalmente etici ma anche estetici credimi - che sottendono la questione del "è bene o male illuminarsi di più?" son piuttosto complicati e non credo facilmente dirimibili, almeno con le conoscenze oggi a disposizione. La mia posizione è, quindi, molto agnostica e molto "mista": riconosco ragioni all'una ed all'altra parte, ma non mi sembra ragionevole oggi propendere per nessuna delle due. Da un punto di vista molto astratto la ragione è semplice: il concetto di Pareto ottimo porta ad incongruenze quando la popolazione è sia variabile che endogena, nonostante gli sforzi (a mio avviso inconcludenti) del trio di di MN come chiarisce, a mio avviso in modo molto più convincente, il trio di Carlos III. Ma, davvero, la cosa è altamente complicata e, senza offesa, la tua incondizionata fiducia nelle magnifiche sorti, e progressive mi sembra sia ingenua che non corroborata dai fatti.

Vi sono poi i dettagli tecnici, o anche solo umoristici, della tua risposta.

I 50 pedalanti che accendono la lampadina come modello sociale e non come gag dadaista per attirare l'attenzione? Dai, Carlo, you know better than that!

Le esternalità: non so come tu faccia ad esser così certo di averle pagate tutte. Io non lo sono per nulla e, con me, non ne sono certi i colleghi che passano il tempo a fare questi conti. Occorre evitare di assumere che tutte le imposte caricate su combustibili e mezzi di locomozione servano solo per le esternalità del bruciar benzina. Ve ne sono altre, dalla manutenzione del sistema stradale al mantenimento dei servizi di soccorso e polizia, all'esternalità "congestione di traffico" con conseguente perdita di ore di prezioso tempo libero, e via elencando. Non guardare poi solo l'Italia, guarda questo paese dove le imposte sulla benzina sono molto inferiori. Oppure considera gli svariati sussidi a certi consumi di energia, da quello californiano all'acqua per l'agricoltura a quelli europei per il gasolio in agricoltura o per trazione di autocarri. L'elenco dei sussidi distorsivi è lungo e molto complicato, va dal nucleare francese all'eolico spagnolo!

Quale evidenza, teorica ed empirica, vi sia poi per l'ipotesi (che sembra sottostare sia al tuo post originale che a questa risposta) che cambiamenti nelle preferenze non hanno giocato e non giocano alcun ruolo nell'uso più efficiente delle fonti energetiche, io non so capire. Da quanto conosco, l'interazione fra evoluzione tecnologica, cambio di preferenze, segnali di prezzo ed intervento pubblico ha guidato negli ultimi duecento anni il nostro consumo di energia. Non vedo come si possa escludere che differenti preferenze possano indurre cambi dei prezzi e/o innovazioni che vadano in una direzione piuttosto che in un'altra.

Infine, per chiudere e ritornare al "buttarla in politica". Alla luce dell'evidenza fornita, continuo a ritenere che l'insurrezione della destraweb contro M'illuminodimeno sia frutto, al 90%, degli stessi motivi che portano quegli stessi siti a dichiarare che questa compagine governativa sta salvando l'Italia dal comunismo, che la magistratura complotta contro il governo per conto dell'opposizione, che la legislazione ad personam tale non è, che l'economia italiana va benissimo, e via elencando dannose corbellerie propagandistiche.

Io constatavo questo fatto e mi chiedevo perché il 10% a cui appartieni, ch'era spinto da altri motivi, avesse una posizione così rigida e monocorde su un tema che, invece, mi sembra proprio non giustificarla e sul quale invece, insisto, sarebbe interessante sviluppare un punto di vista liberista che non si riducesse all'affemazione che il problema energetico non esiste o che, se esiste, lo risolverà qualche innovazione a venire. Perché il problema esiste e l'innovazione all'orizzonte non la vedo.

 

Avrei voluto partecipare prima alla discussione, che mi interessava perché riesco a condividere buona parte delle argomentazioni sia di Michele Boldrin che di Carlo Stagnaro, ma, probabilmente per mia negligenza non ero riuscito a registrarmi. Ho postato quindi le mie impressioni sul mio blog:

http://lavalledelsiele.com/2010/02/14/137/

dove ho potuto essere anche un po' più prolisso, già che c'ero...

 Disclosure: guido un camion che pesa leggemente di meno di un elefante ed e' mosso da 8 cilindri e 5000 cc di produzione teutonica (la "macchina" e' indiana, adesso.)

Per altro non consumo elettricita' nel mio casolare (amo la doccia fredda e i ristoranti) per il ersto leggo con a luce solare. Il computer lo fa funzionare il mio datore di lavoro.

Cio' detto l'astio dei liberali del partito della liberta' e presto visto e compreso. Gli italiani, essendo un gruppo di cretini maleducati (sto volontariamente semplificando) passarono un decennio, ispirati da un ciarliero regista all'epoca celebre, a discutere gli assiomi potenti del tipo "la borsa di tolfa e' di sinistra, gli occhiali di Lozza sono di destra, le scarpe da deserto di Clark sono di sinistra e i mocassini sono di destra."

Il fenomeno e' analogo: spegnere le lampadine e' di sinistra, guidare Cayenne a Cortina e' di destra.

La scemenza che trapela e' folgorante.

Giusto en passant, anche il famoso "trust" di cervelli sul riscaldamento climatico e' affetto da dubbi, nons olo da scetticismo. Il problema che rimane e' che le fonti di energia sono finite e non si "scappa" dal problema. Una volta che 3 miliardi di persone avranno il frigorifero, che-dio-non-voglia gli ospedali con l'aria condizionata, andare a casa in bicicletta sara' obbligatorio. Il resto son chiacchere di quelli che un commentatore celebre chiamava "liberali alle vongole."

 

Non so se sia di destra o di sinistra, ma spero con tutto il cuore che il più ampio numero di persone possa avere, il prima possibile, ospedali con l'aria condizionata.

 

 Disclosure: guido un camion che pesa leggemente di meno di un elefante ed e' mosso da 8 cilindri e 5000 cc di produzione teutonica (la "macchina" e' indiana, adesso.)

 

Disclosure: non sopporto le castagne, e di conseguenza odio il castagnaccio.

Però, dato che l'argomento SUV torna periodicamente qui tra i commenti, a tutti voi che guidate siffatte bestie, vorrei chiedere: perché le comprate? A che servono?

Mi spiego: non riesco a capire in base a cosa le trovate migliori rispetto al resto dell'offerta. Mi sembrano meno belle e veloci di una sportiva, meno comode di una berlina, meno spaziose di un camper, meno atte ad andare fuoristrada di un fuoristrada vero. E sono dannatamente scomodi per girare e parcheggiare nel centro di una città europea. A me danno l'impressione di un accrocchio che fa tutto male ad alti costi.

Resta l'argomento "corsa agli armamenti": se vado a sbattere contro qualcun altro, è lui che si fa male e non io. Ecco, se è questo il motivo (e gente che dice "Compro un SUV a mio figlio perché mi fa sentire sicuro" ne ho sentita), mi sembra sia del tutto giusto stigmatizzarlo.

 

Se voglio vendere "qualcosa" , e allargo il concetto di vendita anche a una trasmissione radiofonica, non gli oggetti in sè per sè, capisco subito che l'operazione di Caterpillar è fatta bene, veramente molto bene.

Assummiamo che sia vero che Caterpillar è di sinistra, e voglia allargare il proprio bacino di utenza (avere più ascoltatori): si "inventa" una iniziativa limitata, che abbia un vago sapore di sinistra senza essere ostica alla destra, e la butta lì, affinchè si parli dell'iniziativa, e quindi indirettamente del programma. Più se ne parla, meglio è, bene o male non importa, chi è con me nell'iniziativa può darsi cominci a seguirmi (prima, magari, ignorava la mia esistenza), chi non è d'accordo con, ma ne parla, fa il mio gioco al quadrato. I costi dell'iniziativa commerciale sono prossimi allo zero (forse zero), i risultati rilevanti. Chicago blog ha fatto un errore, secondo me, a misurare quanti hanno spento la luce, avrebbe dovuto misurare gli ascoltatori di caterpillar (aumentati sicuramente, anche grazie a lui!).

Si chiama marketing indiretto, in Italia è usato male, molto male, ma è uno dei migliori sistemi di marketing (per il rapporto costo/benefici) mai inventato.

Poi, io le lampadine le spengo sempre, perchè sembre che l'Enel l'energia non la regali , anzi se la fa pagare cara e amara, vorrei quindi conoscere quali sono gli incentivi a consumare di più, almeno secondo alcuni dei commenti che ho sopra letto.

E adesso lasagna, che con il forno elettrico mi sarà pure costata uno sproposito..

ai giovani che in Italia si definiscono "liberali", spegnere le lampadine inutili sembra attività spregevole.

In Europa le cose sono - come è noto - del tutto diverse. Il gruppo ALDE (Alliance of Liberals and Democrats for Europe), nonchè il partito ELDR, dai cui membri è in maggioranza composto, è molto ambientalista e attivo sostenitore delle politiche europee in questo settore. Qualche tempo fa, nel 2008, questo gruppo promosse una campagna, denominata The Changers (vi si carica un questionario/giochino web), di un tenore molto simile alla citata iniziativa di Caterpillar. Dandoci un occhio vi fate subito l'idea del tema: il risparmio di energia e di risorse naturali può essere promosso anche dalle iniziative individuali, nella vita di tutti i giorni. Questo indirizzo personale NON si sostituisce alle politiche di settore, ma le complementa, e in qualche modo, ovviamente, le rafforza e le rende più efficaci. Qui trovate anche il resoconto della campagna, che prevedeva una gara a premi.

La politica ambientale ed energetica dell'ALDE (e dei vari partiti liberaldemocratici) trova alimento soprattutto negli orientamenti culturali del Centro e del Nord-Europa, ché il Sud non è a questo livello, né i rispettivi partiti Verdi ottengono, parimenti, dei risultati entusiasmanti. Nel Centro-Nord, invece, anche i Partiti Conservatori hanno da qualche tempo assunto in maniera molto decisa delle linee di politica ambientale ed energetica di simile tenore. Vale anche per il partito conservatore britannico, come forse è noto. La stessa Commissaria Europea per le Azioni sul Clima è una conservatrice danese (era il Ministro dell'Ambiente in Danimarca ed ha ivi preparato la Conferenza ONU), mentre il Commissario all'Ambiente è l'ALDE Potocnik, lo sloveno già Commissario alla Ricerca durante la scorsa legislatura.

L'indirizzo Miniarco-Individualista che si sprigiona dagli interventi di Stagnaro è - ça va sans dire - praticamente inesistente. Scorrendo nella mia mente Paesi e persone, posso forse indicare nel Presidente Ceco Klaus la personalità più vicina a questi orientamenti. Tra l'altro va detto che, con il "ritardo" della firma sul Trattato di Lisbona egli si riprometteva de minimis di ritardare l'entrata in carica della nuova Commissione, proprio per evitare che alla Conferenza sul Clima di Copenhagen essa fosse nei propri pieni poteri. Sotto questo aspetto egli ha pienamente ottenuto il proprio scopo.

Sul fatto che i sedicenti "liberali" italiani seguano questi orientamenti, presenti in quel Paese ex-Sovietico (e in effetti anche in altri) anzichè quelli dei partiti e dei popoli dell'Europa centro-occidentale-nordica la dice lunga su dove stiamo. Penso che il motivo principale per cui si comportano così vada ricercato nel ruolo di Cavallo di Troia dell'idea di politica pubblica che la questione ambientale ed energetica richiama. Per loro è insopportabile. Politica pubblica in generale, dico. Che richiama azione pubblica, per risolvere ad un livello necessariamente politico, e sottolineo necessariamente, dei problemi della società. Richiama quindi anche l'idea di obbligo giuridico, cioè di giustizialismo, che è ovviamente data per scontata nel resto d'Europa ma che è combattuta dai sedicenti "liberali" nostrani in quanto, appunto, ritenuta Mosca Cocchiera dell'uguaglianza delle persone rispetto alla legge, e sostanzialmente sovversiva dell'ordine pre-moderno che essi "praticamente" sostengono.

RR

 

 

Ma "illuminarsi di meno" il 12 febbraio vuol dimostrare che ci si illumina troppo gli altri 364 giorni dell'anno? o che l'umanità può raggiungere la sua felicità con le candele?

http://www.youtube.com/watch?v=9PfFzpYxM0Y

Poi la discussione sul castagnaccio andrebbe approfondita: a me piace!

Il circolo Giovani Democratici "Marco Biagi" di Manerbio, di cui sono segretario, ha partecipato all'iniziativa facendo una riunione a lume di candela. La motivazione che ci ha portato a promuovere tale iniziativa non è stata assolutamente mossa da un'ideologia anti-nucleare (cosa c'entra, poi?) quanto una volontà di sensibilizzare il più possibile sul tema del consumo sostenibile dell'energia, come anche credo abbiano voluto fare anche Caterpillar e RadioDue. La speranza è che in futuro altre iniziative simili che cerchino di portare questo tema senza contenerlo in qualche etichetta si creino, soprattutto da parte di noi giovani (destra o sinistra o centro che siano).

 

 

Il circolo Giovani Democratici "Marco Biagi" di Manerbio, di cui sono segretario, ha partecipato all'iniziativa facendo una riunione a lume di candela.

 

Non sarebbe meglio elencare tutti i neoconsumi rispetto a 20 anni fa (televisori in stand by, decine di caricabatterie per ogni tipo di elettrodomestico senza fili, telefonini compresi) e vedere dove è possibile innescare sistemi di risparmio? Meglio selezionare le opzioni di risparmio energetico del tuo PC. Sai invece quanti usano ancora quegli inutili salvaschermi (utili con i CRT ed inutili ora con gli LCD)?

Questo genere di campagne informative dovrebbero essere nazionali. E poi sensibilizzare non basta. Soprattutto se il tam-tam per la riunione a lume di candela lo hai fatto con il PC o con il telefonino, tanto per capirci. Ci sono innovazioni che comportano un risparmio energetico ed altre che comportano un incremento di consumi e di consumatori. Pensiamo a miliardi di PC e milioni di server, pensiamo alla ricarica di miliardi di telefonini. Non possiamo fare a meno del PC e del telefonino ed è assurdo spegnerli ogni 5 minuti, se non li usiamo. Per le lampadine poi ... quelle a risparmo energetico non vanno spente, perché piu' le spegni e riaccendi e piu' si rovinano, piu' consumano. Meglio lasciarle accese che continuare a spengere / accendere. E meglio non starci troppo vicino, per le radiazioni. Quelle ad incandescenza invece le spengo appena posso ma posso tenerle sulla scivania, per leggere. Insomma in sintesi mi pare che il problema energetico sia trattato in modo un po' troppo sommario e semplicistico. Il modo migliore per sensibilizzare sui consumi poi credo che non siano iniziative a lume di candela (sul cui insuccesso non brinderei mai) ma raddoppiare il prezzo della bolletta. Vedi cosa è successo quando la benzina è andata alle stelle: i consumi generali sono calati del 30%. Le persone hanno usato di meno la macchina. Il mercato è il miglior "sensibilizzatore".

FF

 

Tenere una riunione a lume di candela non è una buona idea per risparmiare energia: le candele sono un mezzo di illuminazione estremamente inefficiente, che emetto molta CO2 e significative quantità di particolato; in qualche caso diossina.

A meno chè, beninteso, la riunione non sia stata tenuta oggi, e lo scopo principale non sia politico ma ... social-ricreativo.

Buonasera a tutti, 

sono sostanzialmente d'accordo con carlo stagnaro.

La manifestazione di Caterpillar, come tutte queste manifestazioni di sensibilizzazione al risparmio energetico, sono infondate dal punto di vista dell'efficienza energetica. In effetti gli impianti di produzione elettrica sono progettati per funzionare in una sola condizione. La condizione che ottimizza il rendimento della centrale. Ottimizzare il rendimento significa minimizzare il consumo di carburante (gas, carbone, ecc.) massimizzando la potenza prodotta.

Ovviamente è impossibile far funzionare la centrale in condizioni ottimali, poichè esistono fattori esterni variabili (anche la temperatura dell'aria) che influenzano il buon funzionamento.

Spegnere le lampadine non porta risparmio di carburante, se non in maniera marginale, ma allontana il rendimento dalla condizione di ottimo. La centrale deve adattare la produzione alla richiesta. Tutto questo, semplificando al massimo, significa sprecare carburante. 

 

Non capisco:  ma trovandosi davanti ad una minore (e non temporanea) richiesta di energia ci sarà pure modo che il sistema, non dico la singola centrale, ne produca meno, no?

Alla fine l' iniziativa mi sembra  un' opera di sensibilizzazione volta a riconsiderare il proprio modo di usare l' energia: la mira non credo sia lo spegnimento temporaneo delle luci, questo si inutile.

 

Ovviamente è impossibile far funzionare la centrale in condizioni ottimali, poichè esistono fattori esterni variabili (anche la temperatura dell'aria) che influenzano il buon funzionamento.

 

Influenzano non tanto e non solo il funzionamento della centrale (non una nucleare) ma le richieste energetiche della popolazione.

Una giornata calda e afosa per esempio significa un gran lavoro per i condizionatori.
Tanto che le previsioni del tempo sono importantissime per la pianificazione della produzione oraria del giorno dopo, sulla base di modelli sempre più sofisticati.

FF

 

 

In effetti gli impianti di produzione elettrica sono progettati per funzionare in una sola condizione. La condizione che ottimizza il rendimento della centrale. [...]

Ovviamente è impossibile far funzionare la centrale in condizioni ottimali, poichè esistono fattori esterni variabili (anche la temperatura dell'aria) che influenzano il buon funzionamento.

Spegnere le lampadine non porta risparmio di carburante, se non in maniera marginale, ma allontana il rendimento dalla condizione di ottimo.

 

Il discorso sarebbe corretto se ci fosse solo una centrale unica che alimenta l'universo mondo. Ma nella realtà dei fatti risulta sbagliato, dato che le centrali sono ben più di una... Se otteniamo un risparmio tale da spegnere una centrale turbogas, che è la tipologia più facilmente regolabile e di facile accensione/spegnimento, abbiamo un risparmio netto di carburante mentre tutte le altre centrali ancora accese continuano a lavorare nel loro punto di ottimo.

E poi il discorso del rendimento ottimale è un po' fuorviante. Prendo l'esempio dell'automobile: per un normale motore a benzina, il punto di massimo rendimento si ha tipicamente con la farfalla completamente aperta (cioè con l'acceleratore a tavoletta) e il motore al regime di coppia massima, diciamo 4000 giri/minuto. Bene, questo sarà anche il punto di rendimento massimo dove il carburante che immetto è trasformato nella maniera più efficiente possibile, ma questo carburante che immetto è una quantità elevata perché sto producendo una grande potenza! È inutile che insegua il punto di ottimo rendimento, che significa 150 cavalli, se a me servono solo quei 20 cavalli sufficienti ad andare a 100 all'ora e ad alimentare radio e condizionatore: in questa situazione l'acceleratore non lo tengo certo a tavoletta e il regime di giri sarà a 2500-3000. In questo punto di funzionamento, il rendimento specifico per chilo di carburante consumato è certamente minore, ma dato che sto producendo poca potenza il consumo di carburante è notevolmente più piccolo della condizione di ottimo rendimento.

Fabrizio

 

Mi sembra che il dibattito "lampadina spenta o accesa" sia di natura troppo micro (trascuro l'aspetto politico e di marketing)  mentre il problema è - a parer mio - squisitamente macro.  In altre parole, mi sembra che nel dibattito manchino due aspetti essenziali: 1) il primo di equilibrio (o diseguilibrio) economico generale; 2) il secondo sulla tecnologia del futuro su cui si sta lavorando da almeno 50 anni.

L' energia (e quindi anche la luce elettrica) è di natura "liquida",  come la moneta. Si sposta abbastanza facilmente da paese a paese e da continente a continente.  Se così non fosse, gli italiani che vivono in Italia dovrebbero accendere e spegnere la candela tutte le sere, come i nostri avi. Le guerre del Golfo, in Iraq e in Afganistan - con il contributo dell'Italia - hanno distrutto e distruggono (consumano) una quantità di energia che nessun parco macchine SUV o Hummer potrebbe immaginare e realizzare.  Inoltre, quello che fanno in aggregato i consumatori americani - che, nonostante i rincari, pagano la benzina a metà prezzo degli italiani - influenza il costo, il consumo (e il tanto conclamato esaurimento delle fonti) dell'energia a livello mondiale.

L'altro aspetto del dibattito che mi soprende è di natura tecnologica - domanda/offerta.  Ho notato nei commenti - ma anche nell'articolo - una serie di affermazioni sulla limitatezza/finitezza delle fonti:

Michele Boldrin:

"...non capisco il fastidio un po' isterico con cui attività di sensibilizzazione al fatto che le fonti di energia sono finite...  ...manifestano contro coloro che decidono di spegnere delle lampadine per segnalare che, appunto, le fonti di energia finite sono."

Aldo Compagnoni:

"...eppero' quando penso che le risorse sono finite io un po' in paranoia ci vado..."

renzo:

"...Se le risorse energetiche in uso sono limitate posso pagare finché voglio, ma quando saranno finite nulla assicura che altri (i quali non potevano pagare) avranno la possibilità di avere ancora energia."

Carlo Stagnaro:

"PPS Anche TRemonti dice che l'energia costerà sempre di più e che siamo condannati a morte certa dalla finitezza delle risorse, ragion per cui - dice lui, e suppongo anche Caterpillar - dovremmo rallentare lo sviluppo (cioè, simbolicamente, illuminarci di meno)."

Palma:

"Il problema che rimane e' che le fonti di energia sono finite e non si "scappa" dal problema. "

Una chiosa linguistica: è curioso come l'ambiguità della lingua italiana, nel caso di "le fonti di energia sono finite" si presti a combinare il passato (le fonti di energia sono state esaurite e non esistono più)  al futuro  (le fonti di energia finiranno tra poco tempo). Cosa che non succede in inglese e in chissà quante altre lingue.

Ma quello che mi preme sottolineare veramente è la faccenda del progresso tecnico. Volesse il cielo che le fonti di petrolio e di carbone finissero domani mattina. L'intera struttura industriale mondiale troverebbe gli incentivi naturali (senza bisogno di promesse di sussidi statali) per una terza (o quarta) rivoluzione industriale i cui germogli sono già in atto.  Mi riferisco alla fusione dell'idrogeno in elio a cui fisici e ingegneri "elettrici" stanno lavorando da cinquant'anni.  Cioè, affermare che le fonti di energia sono "finite" significa dimenticarsi che l'universo intero è un calderone di energia a cui attingere in maniera praticamente infinita.

Secondo il programma ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor www.physorg.com/news164558159.html) nel 2026 il consorzio formato da European Union (EU), China, India, South Korea, Japan, Russia and the United States, sarebbe in grado di produrre, in Francia, 500 megawatts di energia per periodi di tempo prolungati.  La previsione è che nel 2050 l'energia prodotta dalla fusione sarà fatta in grande quantità da impianti industriali privati. Si tratta quindi di traghettare le economie mondiali dal presente al prossimo futuro, con il micro contributo di Caterpillar e della sua giornata di "M'illumino di meno" - se uno vuole -, perché no? 

 

Ma quello che mi preme sottolineare veramente è la faccenda del progresso tecnico. Volesse il cielo che le fonti di petrolio e di carbone finissero domani mattina. L'intera struttura industriale mondiale troverebbe gli incentivi naturali (senza bisogno di promesse di sussidi statali) per una terza (o quarta) rivoluzione industriale i cui germogli sono già in atto.  Mi riferisco alla fusione dell'idrogeno in elio a cui fisici e ingegneri "elettrici" stanno lavorando da cinquant'anni.  Cioè, affermare che le fonti di energia sono "finite" significa dimenticarsi che l'universo intero è un calderone di energia a cui attingere in maniera praticamente infinita.

Sara' che sono un microeconomista, ma non capisco. E' un po' come se uno dicesse: spero proprio che tutti i miei redditi si esauriscano da domani cosi' trovo un modo migliore per pagare tutti i miei debiti. In altre parole, mi sembra, ma forse sbaglio, che tu (ed altri) siate convinti che il vincolo di bilancio sparisca una volta che abbiamo a che fare con la produzione di energia.

Michele, leggendo - solo ora, per mancanza di tempo - il tuo post pensavo di risponderti in maniera articolata. Poi, ho letto la replica dell'amico Carlo Stagnaro: la condivido in pieno, dunque mi limiterò ad un paio di precisazioni.

La prima.

Per me - che, per come sono stato educato, tendo sempre a non specare ma, ovviamente, in linea con la mia personale concezione di spreco che può essere legittimamente differente da altre - è motivo di irritazione una cosa in particolare. Si tratta di quella sorta di afflato etico che pervade solitamente - non so e non mi interessa sapere se la cosa valga anche per Caterpillar, perché il tema è più generale - tutti coloro che considerano le proprie posizioni moralmente superiori, e che s'ingegnano a cercar di imporle a chi la pensa diversamente o, se ciò non risulta possibile, almeno a sollecitare in costoro un sentimento di vergogna per le proprie riprovevoli opinioni. In tale ambito, gli ambientalisti - cioè coloro che si appassionano ai temi qui trattati - non son secondi quasi ad alcuno: sembran tutti riproduzioni del pastore tedesco, intolleranti e rigidi come il modello, sebbene su temi in generale differenti (e nemmeno sempre, per la verità).

La seconda, personale.

Tu certamente ritieni correlata la mia disapprovazione per iniziative di questo genere ad una supposta appartenenza alla schiera dei liberali di area Pdl (at large, come mi dicesti una volta ....), perché non amo la sinistra, la ritengo politicamente ed economicamente dannosa, e non mi riconosco nella cultura di derivazione marxiana. In realtà tale valutazione è decisamente errata. Non solo perché io mi trovo spesso in disaccordo con entrambi gli attuali schieramenti politici, e mi capita di condividere posizioni in modo del tutto slegato da ogni ipotesi di appartenenza, ma anche da un punto di vista strettamente elettorale. Mai avendo apprezzato l'idea che il voto debba essere segreto, ed anzi essendo sempre stato dell'idea che sia opportuno - come s'usa dire - "metterci la faccia", vorrei rivelarti - faccio "outing" ..... :-) - che, a partire dai miei primi voti di diciottenne per il PRI dei tardi anni 70, e passando per una lunghissima serie di crocette sulla casella dei Radicali, mi è capitato ben di rado di scegliere qualcosa di simile all'oggetto dei tuoi strali. Solo in questi ultimi anni ho optato per la Lega - della quale non condivido parecchie posizioni - con una motivazione puramente tattica, legata al fatto che si tratta dell'unica formazione politica che persegue tenacemente il federalismo - pur con cedimenti non irrilevanti nel tentativo di ottenere il consenso necessario a proseguire il cammino legislativo in quella direzione - ed al fatto che il suo rafforzamento può costituire un argine alla meridionalizzazione del Paese, nel senso dell'adeguamento ad usi e costumi della "Casta del Sud", peggiore di quella settentrionale, già qualitativamente spregevole.

Spero ti sia chiaro, una volta per tutte ..... :-)

 

Excusatio non petita ...

Potrebbe finire qui, ma, siccome il commento è diretto esplicitamente a me, qualche altra nota a margine (che la questione fondamentale l'abbiamo risolta con il latinorum):

  1. Quelli che, discutendo un caso concreto, dicono: astraiamo dal caso concreto e parliamo "in generale" sono - in generale per carità ... - persone che nel caso concreto non sanno come darti torto però, siccome sanno che il mondo è diviso in buoni e cattivi e sanno anche chi appartiene a quale gruppo, hanno deciso di spiegartelo.
  2. Quelli che mi spiegano che gli altri le morali le vogliono imporre - come, di grazia? Nel caso concreto, intendo, non in generale - mentre loro invece no, hanno quasi sempre a fastidio la morale degli altri e vorrebbero venisse vietata o, almeno, silenziata.
  3. Cosa c'entra la cultura "marxiana" con le esternalità e la gestione di risorse scarse suscettibili di usi alternativi? Io la relazione non la vedo proprio, ma se tu ce la vedi, spiegamela.
  4. Io osservo correlazioni, e noto che sono tutte vicine a .99. Poi magari è tutto per caso: gli eventi di misura zero hanno solo misura zero, non sono strettamente impossibili.
  5. La Lega "tenacemente persegue" COSA esattamente? Non son certo di aver letto bene ...
  6. Non ti pare ironico che, poche linee dopo averci spiegato che non ti piacciano gli "intolleranti e rigidi" che vogliono imporre la loro morale agli altri, ci spieghi che ti piace la Lega che, notoriamente, "intollerante e rigida" non è?
  7. Ah, giusto parlando di Lega e di energia, ma il candidato leghista alla regione Veneto, il lucido Zaia, è a favore o contro l'energia nucleare? Io non ho ancora capito. Tu hai capito?

Spero ti sia chiaro, una volta per tutte ..... :-)

Diciamo che il data set ha un'osservazione addizionale e che anche questa cade perfettamente sulla linea di correlazione anteriore ...

 

Io dico una cosa.

La partecipazione ad una iniziativa che si suppone essere educativa ma che, al contempo, lasci agli altri la libertà di prendervi parte, e che non qualifica quanti non aderiscono alla stessa iniziativa in termini di riprovazione morale, non è necessariamente un esercizio anti-liberale.

Cerco di essere chiaro perchè voglio evitare ostellinate (ovvero posizioni di parte associate a un sedicente canone di liberalismo).

Io dico solo che nel caso in cui una posizione genericamente normativa (si dovrebbe fare x; sarebbe meglio z ecc ecc) si proponga di confrontarsi con posizioni alternative, tenendo in debita considerazione: le conseguenze prevedibili conseguenti la messa in atto di entrambe o tutte le alternative; il rispetto per l'autonomia decisionale dei singoli nell'ambito delle scelte private e la rivedibilità delle proprie posizioni in ragione di evidenze nuove (empiriche o argomentative)...ecco, quando si hanno tutte quelle cose non siamo di fronte a niente di minaccioso per la libertà individuale.

E se ogni forma di impegno normativo, oggi per spegnere le luci, domani per salvare i topi di campagna (che io sterminerei tutti) fosse percepito come una minaccia per la libertà individuale...beh allora non so cosa rimarrebbe della politica intesa come discussione pubblica.

Il punto non è tanto avere atteggiamenti normativi (che non sono di per sè incompatibili con la tutela dell'autonomia personale); il punto è accompagnare quegli atteggiamenti normativi con motivazioni che non riconoscono eguaglianza (di accesso alla discussione) a quanti vorrebbero dire la loro su una scelta magari individuale; e il ritenere che la giustificazione di quella normatività (spegni la luce, mangia meno, fai sesso senza preservativo) sia giustificato unicamente dalle intenzioni morali di chi propone quei comportamenti.

Una cosa è il catechismo (questa è la verità, mettila in pratica); altra cosa è una forma di sensibilizzazione per certi temi...che poi ce ne sono a dozzine di queste campagne: io sono infestato di richieste di aiuto per rinoceronti; panda; e altre cose che non sto a dire. Ma mica ogni volta che vedo qualcuno che ammazza il tempo con iniziative benefiche salto sulla sedia per timore della mia libertà.

Con Andrea abbiamo commentato l'enciclica sociale del papa, e io in particolare contestavo questa idea che sostenere posizioni morali bastasse a giustificare: a) la bontà di quelle posizioni; b) ad approssimare quei contenuti morali (leva più gente dalla povertà il mercato di mille prediche, per dire).

Il mio punto era però che non era tanto la "Caritate" che era preoccupante, ma la "Caritate in Veritate", cioè collegata alla presunzione di sapere lui, il papa (ma vale per chiunque altro), cosa fosse bene fare per tutti, e predicandola in forme che non sono accessibili a me quanto lo sono al papa. Ma se uno fa caritate senza imporre valori ad altri, ma solo proponendo la sua testimonianza...beh faccia pure, e qualunque sia il bene che intende promuovere; davvero non mi preoccupano le scelte diverse, è solo l'imposizione ad altri di quel bene che mi impensierisce. Se il fine di iniziative come "illuminarsi di meno" è che bisogna aspirare ad una impossibile Arcadia dove non si lavora ad ampliare il ventaglio di scelte disponibili per gli individui (anche quelle energetiche), ma a restringerla perchè alcuni credono che quella sia la cosa giusta (ma non mi pare che sia così) allora è giusto contestarla, ma solo in quel caso.

Comunque credo che Carlo e quelli di IBL (e Chicago Blog) volessere in senso quasi evangelico, "scandalizzare i piccoli": quelli che credono basti spegnere una luce per risolvere i problemi energetici...del resto ci hanno abituato: a difesa delle compagnie di assicurazione; delle aziende petrolifere; di microsoft contro le multe europee. Volete dare scandalo, dai è chiaro, ditelo! ;-)

Ps: però dico anche questo. Avete commentato positivamente, voi di IBL,  l'enciclica del papa, che mi pare abbia implicazioni paternalistiche di non poco conto per l'autonomia personale...e poi fate storie per una iniziativa fatta per ricordarci di non sprecare? Insomma, mi pare che vogliate dare scandalo a "corrente alternata", che ci sta bene in questo discorso. Siccome da quello che dite non vi preoccupate dei consumi energetici, devono esserci altre ragioni per cui alle volte l'autonomia personale sembra sacra altre volte no, appunto a corrente alternata. Io non le vedo. Fate bene a dare scandalo, ma non datelo solo ai piccoli, fate scandalo anche ai grandi.

Carlo, scherzo (mi piace IBL, ho anche la maglietta, vi leggo sempre...), ma come si dice: scherzando, scherzando...

 

Sul concetto d’utilità.

Anche a me sono sempre piaciuti i prodotti di lusso.

Nel mio tinello, sul tavolo Sarpi di Carlo Scarpa (lungo 210 cm), ci sono due lampade Frisbi d’Achille Castiglioni. Due anni fa ho cambiato le lampade Superlux 60 W con due a basso consumo a 11 W. La prima sera, a cena, ho notato che l’olio nell’ampolla di cristallo aveva un colore verdastro molto scuro e la cosa non mi è piaciuta per niente. Purtroppo lo spettro di frequenza di queste lampade non è quello delle incandescenti, cioè del sole. Ho rimediato rimontando una sola Superlux: quando apparecchio/sparecchio tengo accesa la basso-consumo, quando mangio le tengo accese tutte due.

Sono andato a leggere il lemma UTILE sul dizionario di Nicola Abbagnano ed ho scoperto la differenza con la nozione d’ofelimità del Pareto (che a molti di Voi sarà già famigliare). Il Pareto la utilizza per designare il valore d’uso degli oggetti (e dei comportamenti) economici, che non sempre coincide con utilità: ad esempio, mangiare con i due tipi di lampade ha O., ma non utilità (mangiare con due Superlux non è utile). Secondo esempio. Dice il Professor Boldrin: «Tutto ciò che ho da dire c'è già nel sommario». E’ stato utile scrivere il post? Dal suo punto di vista, penso, il post ha ofelimità, dal mio punto di vista, leggerlo, è stato utile perché mi ha portato ad imparare un nuovo concetto. Osservo ad ogni modo, che il post ha indotto un sacco di persone ad “illuminarsi di più”, tenendo acceso il computer (il giorno 13, però).

Sul concetto della libertà personale.

Fra un po’ di tempo saremo tutti obbligati ad eliminare le lampade incandescenti, perché l’UE le ha messe fuori legge (ma non si può escludere che nel mondo, in Cina o in India, qualcuno continuerà a produrle e qualche “vù compra” cinese ad offrircele in vendita). Magari fra un po’ di tempo l’UE, per risparmiare energia, metterà dei limiti al Web, proibendo i blog e lasciando i social network (che conservano i post soltanto per pochi giorni).

Credo anch’io che il progresso scientifico risolverà, tra altri, anche il problema della reperibilità dell’energia e considero i divieti dell’UE illiberali. Salvo che avesse ragione Platone nel sostenere che il mondo debba essere guidato soltanto dai sapienti.

Come autore di Caterpillar, anche se forse rappresento l'ala meno verde del gruppo (ho sì un'auto a metano, ma d'inverno non sopporto il riscaldamento sotto i 20 gradi, meglio se 21, e indugio sempre troppo sotto la doccia) mi sento ovviamente tirato in ballo.

Il tema è stato peraltro ben posto da Michele e anche se ho idee un po' diverse da lui sul nucleare (soprattutto perché a differenza di lui penso che non si ancora una trovata soluzione ragionevole allo stoccaggio delle scorie) e sull'origine del Global Warming (ma anche qui tendo solo a fidarmi del giudizio dell'IPCC senza avere conoscenze specifiche) direi che ha centrato il punto.

Mi sono trovato molto meno a mio agio con alcuni dei commenti successivi e cercherò di spiegare il perché. Mi scuso da subito per la lunghezza del post, compensata - almeno spero - dalla minima frequenza dei miei interventi su questo blog.

In molti dei post di questo appassionante dibattito ho trovato mescolati alcuni aspetti che per me vanno tenuti assolutamente distinti.

1. Il primo è come ognuno di noi valuta lo stato delle cose. In altri termini come ognuno di noi risponde a domande di questo tipo:1a. Le fonti energetiche non rinnovabili, in particolare le due principali fonti fossili come petrolio e gas naturale, stanno per finire? 1b. Lo sfruttamento dei combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone) gioca un ruolo chiave nel verificarsi del Global Warming? Mi fermo qui, ma altre domande analoghe sono facilmente ipotizzabili (es. Esiste un metodo sufficientemente sicuro per stoccare le scorie atomiche? Riusciremo mai a rendere meno inquinante, con metodi non antieconomici, lo sfruttamento del carbone?). Ma focalizziamoci sulle prime due.

2. Il secondo aspetto attiene alle propensioni in materia di politica energetica, che dovrebbero discendere dalle valutazioni di cui sopra: è chiaro che se si considera, ad esempio, il petrolio una risorsa pressoché illimitata e poco inquinante (in assoluto o rispetto alle altre fonti di energia) non ci si impegnerà in politiche di efficienza energetica (e tanto meno di risparmio energetico) salvo il caso che il consumo di energia non sia tassato significativamente (e in tal caso l'efficienza e il risparmio sarebbero perseguiti per un vantaggio meramente economico). Se il petrolio fosse quasi infinito, poco inquinante e non tassato, perché mai "illuminarsi di meno"? Qualsiasi critica all'iniziativa di Caterpillar sarebbe ampiamente giustificata. Ma i segnali che le cose non stiano così sono molti (si potrebbe a questo punto aprire un dibattito specifico).

3. Il terzo aspetto attiene alla libertà individuale. “Io delle mie risorse ci faccio quel che mi pare e piace” dice Stagnaro, il che è sicuramente giusto se alle due domande del punto 1 rispondiamo di no, cioè che – per farla breve – il petrolio è tanto e non inquina. Ma se, porto un esempio estremo, Stagnaro fosse il proprietario dell'ultimo baobab del mondo e se bruciare un baobab provocasse un forte inquinamento, qualcuno (lo stato?) dovrebbe impedirgli di bruciarlo, in primo luogo per evitare l'estinzione del baobab, in secondo luogo per evitare l'inquinamento dell'aria circostante che non è tutta di Stagnaro. Non mi sembra di essere particolarmente dirigista nell'impedirgli di usare la risorsa "ultimo baobab" come gli pare e piace. O sì e non me ne rendo conto? Riguardo ai SUV e agli Hummer ho una domanda - incidentale - da fare. Supponiamo - altro esempio estremo che non si verifica in natura - che un certo modello di auto, poniamo la JohnDoe Sport risultasse ai test leggermente più pericoloso di altri nell'impatto con un pedone. Diciamo che la JohnDoe Sport lanciata a 60 km/h ammazza 4 pedoni su 100 contro una media di 3. Voi lo mettereste fuori legge? Oppure se qualcuno mettesse fuori legge la JohnDoe Sport gridereste contro le politiche illiberali? E se la percentuale fosse di 10 morti su 100? Oppure aspettereste (qualche mese? Qualche anno?) che l'alto tasso di incidenti mortali causato dalla JohnDoe Sport ne rendesse antieconomico l'acquisto per il conseguente aumento del premio assicurativo? Non sarebbe meglio che oltre un certo livello di pericolosità una qualsiasi authority togliesse direttamente la JohnDoe Sport dalle strade?

Questo per dire che io ritengo sbagliata, ma legittima, la posizione che afferma: “No a M'illumino di meno perché ritengo che abbiamo tanto petrolio disponibile e poco inquinante”. Ma non del tutto legittima, quella che afferma: “io delle mie risorse ci faccio quel che mi pare e piace”. Legittima, ma non in tutti i casi.

4. L'ultimo aspetto è relativo all'efficacia e alla congruità delle modalità dell'iniziativa di Caterpillar. È del tutto evidente, come ha già sottolineato Michele, che avere 50 pedalatori che accendono una lampada è una operazione dadaista. Operazione dadaista che vuole sottolineare però il costo e l'importanza dell'energia. Il messaggio poi di "M'illumino di meno" nel tempo è cambiato: nei primi cinque anni suggerivamo di spegnere le luci per accendere l'attenzione sul problema. Quest'anno abbiamo chiesto di accendere le luci alimentate da energie rinnovabili per incoraggiare le best practice in questo settore. Ovviamente bisogna distinguere il meccanismo del gioco che abbiamo invitato ascoltatori e cittadini a giocare il 12 febbraio, rispetto al messaggio di fondo: cercare di spostare l'attenzione e gli investimenti sull'innovazione, sull'efficienza e sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili.

Un'ultimissima considerazione. Mi accorgo che c'è sempre troppa fiducia da parte di alcuni nella capacità di reazione in tempi brevi da parte dell'uomo. Come più su nell'esempio teorico del veicolo assassino, la stessa cosa si può ipotizzare nell'ambito delle fonti di energia. C'è chi dice, grosso modo: “Quando il petrolio sarà finito o qualora sarà assolutamente accertato che il petrolio distrugge l'atmosfera... beh, allora utilizzeremo qualcos'altro”. Come se fosse immediata la capacità di far fronte a una difficoltà con una nuova soluzione. Come se non ci fossero interessi in campo a remare in ogni direzione (e quindi anche contro la razionalità) e (in parte) a fuorviarci. Forse non ci ricordiamo quanti anni sono passati da quando si è capito con ragionevole certezza, diciamo al 99,9%, che il fumo del tabacco fa male, prima che venissero adottate severe politiche antifumo. Quanta gente è morta nel frattempo? (Lo so, lo so che nel conto economico sociale va tenuto conto anche della migliore qualità della vita dei figli dei dipendenti della Philip Morris e delle industrie dell'indotto, ma via...). Eppure anche lì prima di arrivarci, quanti dibattiti oziosi sulla libertà di fumare anche in casa, al bar, in auto, con bambini presenti o no, quanti studi finanziati dalle multinazionali del tabacco che dimostravano la relativa innocuità del tabacco...

Nel caso del global warming, secondo gli ottimisti, questo non avverrà. Non succederà, ad esempio, che studi finanziati da qualcuna delle sette sorelle, negheranno natura e cause del global warming. Non succederà soltanto perché sta già succedendo. E questo rallenterà, ovviamente, sia pure di poco la nostra capacità di reazione. Davvero non so perché ci si ostina a essere così ottimisti. Ottimista sono anche io (alla fine ce la caveremo one way or other), ma non così tanto ottimista.

 

 

 

 

 

Riguardo ai SUV e agli Hummer ho una domanda - incidentale - da fare. Supponiamo - altro esempio estremo che non si verifica in natura - che un certo modello di auto, poniamo la JohnDoe Sport risultasse ai test leggermente più pericoloso di altri nell'impatto con un pedone. Diciamo che la JohnDoe Sport lanciata a 60 km/h ammazza 4 pedoni su 100 contro una media di 3. Voi lo mettereste fuori legge? Oppure se qualcuno mettesse fuori legge la JohnDoe Sport gridereste contro le politiche illiberali? E se la percentuale fosse di 10 morti su 100? Oppure aspettereste (qualche mese? Qualche anno?) che l'alto tasso di incidenti mortali causato dalla JohnDoe Sport ne rendesse antieconomico l'acquisto per il conseguente aumento del premio assicurativo? Non sarebbe meglio che oltre un certo livello di pericolosità una qualsiasi authority togliesse direttamente la JohnDoe Sport dalle strade?

 

No. Mi spiego. Per prima cosa mi chiedo chi mai (quale leviatano) dovrebbe stabilire dove sta la soglia. 3 morti, 7, 10? Poi se la macchina piu' venduta ammazza in media 2 pedoni ogni 100 (ma circolano 10 milioni di vetture) mentre della JohnDoe Sport ne circolano 10'000 esemplari, mi pare che il problema principale per i pedoni non siano le JohnDoe Sport. Eventualmente prima di vietare la JohnDoe Sport (o la vettura vendita in milioni di esemplari) vedrei se esistono altri accorgimenti (airbag per pedoni, attraversamenti piu' sicure, maggiore illiminazione, educazione sia degli automobilisti che dei pedoni. Probabilmente il tuo esempio non calza. O calza solo se ad uno stanno sulle palle le JohnDoe Sport e non si preoccupa delle stradi di pedoni fatte dalle altre vetture, singolarmnete piu' sicure ma 10000 volte piu' numerose.

Hai messo troppa carne al fuoco per cui scusa se (il tempo è tiranno) intervengo solo su questo. Magari piu' tardi rispondo ad altri tuoi punti.

Francesco

Sono sempre stato convinto che fossero gli uomini che guidano spericolatamente le automobili ad ammazzare e non le automobili da sole.

Come dice Forti, troppa carne al fuoco. Ci vorrebbe un post intero per discutere delle fonti rinnovabili e non.

 

Ti ringrazio della risposta e dei chiarimenti, che consentono di circoscrivere (si fa per dire...) la discussione.

(0) La considerazione sul nucleare mi consente di segnare un primo elemento di demarcazione. Sebbene io come individuo sia tiepidamente nuclearista, come liberista non sono né pro né anti nucleare. Penso che la scelta se realizzare o no centrali nucleari non debba competere allo Stato o, in senso lato, alla politica. Se il nucleare è economicamente sconveniente (come dicono gli uni) o effettivamente pericoloso per la salute umana e l’ambiente (come argomentano gli altri) allora sono piuttosto certo che gli antinuclearisti possono dormire sonni tranquilli: il nucleare non si farà, a patto che (0.a) non sia sussidiato e (0.b) chiunque esercisca una centrale sia chiaramente e solidamente responsabile per i danni che compie. Ditemi pure che la faccio troppo semplice, ma se davvero il kWh nucleare costa troppo rispetto alle alternative nessuna banca finanzia le centrali; se davvero il rischio fungo atomico è concreto nessuna compagnia le assicura. Se dunque l’opposizione al nucleare poggia su basi puramente razionali, allora gli antinuclearisti dovrebbero accontentarsi di dire: no ai sussidi, no alle garanzie pubbliche. In quel caso saremmo d’accordo. Invece gli ambientalisti chiedono divieti, pretendono obblighi e fanno picchetti. Allora mi sorge il sospetto, dico solo il sospetto, che per qualche motivo che a me sfugge non siano contro il nucleare per le ragioni che dicono, ma siano contro il nucleare per altre ragioni che non dicono (magari solo perché gli sta sulle balle, vallo a sapere).

(1) Alla prima domanda rispondo con nettezza e ragionevole certezza: no, non stanno per finire (in senso economico). Il prezzo delle fonti fossili (che forse non internalizzerà i costi ambientali, ma di sicuro internalizza le aspettative sulla loro disponibilità nel futuro prevedibili) ci dice chiaramente che esse sono altrettanto abbondanti, o altrettanto scarse, rispetto alla domanda quanto lo sono state negli ultimi n decenni (in media). Alla seconda domanda do una risposta più sfumata: penso che la combustione dei fossili giochi un ruolo, ma non determinante, nel global warming. Penso anche che alcune politiche (una revenue-neutral carbon tax) siano appropriate, o comunque migliori di altre (schemi di cap & trade, sussidi alle fonti rinnovabili, eccetera).

(2) Non credo che le scelte di politica energetica derivino necessariamente dalla risposta che individualmente possiamo dare alle domande poste in (1), ma da una terza e non esplicitata domanda: chi è in grado di fornire la risposta “vera”? Non io, anche se sono profondamente convinto di aver ragone, e neppure quelli che dicono il contrario, i quali sono ugualmente convinti di aver ragione. Per conto mio, almeno fintantoché la questione ruota attorno alla disponibilità fisica di risorse, il mercato se la può cavare benissimo, perché sul mercato ci sono più informazioni di quelle che possono avere tutti i frequentatori di questo blog messi assieme. Se all’equazione vogliamo aggiungere le esternalità ambientali, benissimo, ma ancora una volta bisogna compiere scelte corrette e tali da incorporare il massimo numero di informazioni e di reagire a nuove evidenze, anziché innamorarsi di singoli approcci (come fa l’Unione europea con la sua congerie confusa e conflittuale di politiche ambientali). L’iniziativa di Caterpillar è un’iniziativa legittima ma – IMHO – velleitaria (se riguarda i consumi incidivuali), discutibile (per l’approccio culturale che implica: quello che ci stiamo illuminando troppo – attenzione: illuminarsi troppo è diverso dal dire stiamo riscaldando troppo il pianeta, perché ci si può illuminare anche senza riscaldare il pianeta, per esempio con le rinnovabili e il nucleare, o riscaldandolo poco, per esempio con il gas come facciamo in massima parte in Italia) e da avversare (se implicitamente equivale alla richiesta di politiche pubbliche che forzino, parafrasando Tremonti, il risparmio per il risparmio). La parziale correzione di rotta di quest’anno, che accanto al risparmio (cioè l’illuminarsi di meno) ha fatto sorgere le rinnovabili (cioè l’illuminarsi in modo diverso) non mi pare una sterzata significativa, perché ricade di fatto, e integralmente, nell’ultimo punto, relativo alla dimensione “politica” delle richieste.

(3) Il paragone tra l’ultimo baobab e il petrolio non tiene perché i prezzi ci dicono che il petrolio è abbondante rispetto alla domanda, e la logica ci dice che – a differenza dell’ultimo baobab – non c’è una particolare ragione di tutela della biodiversità o che altro per tutelare le residue molecole di greggio, gas, e carbone. Quanto all’esempio della JohnDoe Sport io dico che no, non la metterei fuori legge. E trovo un’incoerenza nel tuo esempio. Delle due l’una: o sappiamo in anticipo che la JDS è relativamente più letale, o non lo sappiamo. Se lo sappiamo, le polizze assicurative dobbiamo assumere che riflettano questo fatto e dunque disincentivino l’acquisto della JDS (a meno che tu non assumi un mondo dove tutti sanno tutto, tranne gli assicuratori). Se invece non lo sappiamo, nel mondo reale è probabile che gli assicuratori siano i primi a rendersene conto, e che adeguino le loro politiche di prezzo, quindi the market can take care of it. Tu dici: dove tracciamo la linea? Io dico: se tu sapessi che un’automobile uccide due volte e mezza di più di tutte le altre, la compreresti (posto che non solo devi pagare un premio assicurativo significativamente più alto, ma devi anche incorporare una probabilità significativamente più elevata di attraversare un brutto processo e finire in galera)?

(4) Tu scrivi: “l’operazione dadaista vuole sottolineare il costo e l’importanza dell’energia”. Ecco, questo è semplicemente non vero. L’energia oggi costa molto meno di quanto lascia intendere la fatica del pedalatore, tant’è che anche i più umili tra di noi ne usano molta di più di quando, appunto, per spostarsi dal luogo A al luogo B bisognava pedalare. L’importanza non so: è un concetto troppo soggettivo. Per me l’energia è molto importante in senso assoluto, mentre suppongo lo sia molto meno per l’eremita che vive in cima a un monte senza televisione, condizionatore e Suv. Però il singolo kWh, che per me è molto poco importante perché, al margine, implica un sacrificio molto basso (chessò, usare lo spazzolino a mano anziché quello elettrico), per l’eremita fa una differenza molto maggiore (rinunciare a 1 kWh della sua fatica vuol dire mangiare pane senza companatico). Quanto alle fonti rinnovabili: a me sta bene che la gente usi le fonti rinnovabili se la fa sentire felice. Mi sta meno bene che lo facciano scaricando la loro bontà d’animo e sensibilità per le sorti della farfalla monarca sulla mia bolletta mensile, peraltro già considerevolmente più cara (per ragioni fiscali e regolatorie) di quella di Michele.

(5) Sui tempi di reazione, a me pare evidente una cosa: anche nello scenario più pessimista, non è che domattina ci sveglieremo tutti al buio perché sarà finito il gas e non potremo fare il pieno perché le raffinerie sono a secco. La “durata” del petrolio disponibile, anche secondo i picchisti più feroci, si misura nell’ordine dei decenni, durante i quali – se è vero che non c’è più olio sotterra – i prezzi saliranno alle stelle. Quindi consumeremo meno, investendo in tecnologie più risparmiose, come abbiamo fatto durante l’escalation dei prezzi negli shock petroliferi e nell’ultimo decennio. E le fonti alternative diventeranno relativamente più convenienti: tanto più convenienti quanto più il petrolio sarà scarso. Non dico che non sia necessario nessun colpettino di incoraggiamento (oddio, secondo me non lo è). Dico che non è necessario decidere OGGI, per decreto, in che modo e in quali tempi dovranno cambiare i nostri pattern di produzione e consumo di energia.

(6) Per stare all’aspetto fondamentale di questa discussione, guido il Suv e adoro il castagnaccio, specie quello con copiose uvette e pinoli.

 

 

La discussione ha preso una strana piega.

Inizialmente tutti dicevano "noi non vogliamo certo vietare" e mi pare che su questo sia Carlo che Michele fossero concordi.

Ora invece si discute solo della logicità o meno di obblighi o divieti, in certe circostanze, usando esempi che servono o non servono. Ma non solo gli esempio, pu' o meno calzanti, il problema.

Il concetto è che nella vita moderna gli obblighi ed i divieti ci sono (anche troppi) per cui siamo anche abituati a concepire che la soluzione ad un problema sia un divieto (di passare col rosso, di sorpassare a destra) o un obbligo (di tenere la destra di indossare la cintura o il casco). Poi non tutti questi obblighi e divieti servono. E molti sono bellamente ignorati. Molti sono essenziali. Alcuni sono solo convenzioni (come la guida a destra da noi ed a sinistra in UK). Ma non è questo il problema.

L'aspetto che mi pare interessante da approfondire è la concezione che cerca soluzioni vietando o imponendo obblighi. E mi pare una concezione lontana dall'iniziativa di caterpillar, che è di pura sensibilizzazione. È una concezione che non è classificabile come destra-sinistra ma per l'altro asse del quadrante politico. Quello tra posizione autoritaria e posizione libertaria.

Come noto esistono posizioni autoritarie sia a destra che a sinistra (il secolo scorso abbiamo avuto esempi drammatici) come posizioni libertarie di destra e di sinistra (poche in verità).

Ci sono poi quelle posizioni del tipo "se tutti facessero così" (se non rubassero, se non ammazzassero, se consumassero di meno) che per motivi noti (o credo noti) non funzionano mai (infatti da millenni si muore ammazzati malgrado i noti comandamenti morali) e che trovano qualcuno sempre pronto a fare il passo successivo. Questo è "se non lo fanno, obblighiamoli".

È a logica religiosa del comandamento. Che appunto elenca una decina di divieti e di obblighi.

Credo che Carlo sbagli ad esultare se un invito del tipo "facciamo tutti cosi'" non funziona, perché il rischio concreto è che allora scatti un qualche obbligo o divieto generale.

Francesco

 

 

 

se un invito del tipo "facciamo tutti cosi'" non funziona, perché il rischio concreto è che allora scatti un qualche obbligo o divieto generale.

Perchè "rischio"? L'invito, o raccomandazione, è una modalità deontica, così come l'obbligo o il divieto. Non ce n'è uno "superiore" all'altro in se.

Solo un integralista del permissivismo potrebbe mettersi di traverso ad obblighi o divieti "a prescindere", cioè senza sapere di cosa stiamo discutendo, e perché e percome,...

Da laico, sono impegnato a combattere gli "integralisti a prescindere" di qualunque marca siano. In nome di un superiore, umano, concetto di valutazione. Non da eunuchi.

RR

 

Sono d'accordo, la discussione ha preso una strana piega (ma non per questo meno interessante). Da un lato c'è chi dice che se qualcosa può danneggiare il resto della comunità allora è giusto limitarlo/vietarlo regolamentarlo. Dall'altro c'è chi, come te, considera l'idea di regolamentare ed imporre qualcosa dall'alto un'azione autoritaria e, in quanto tale, detestabile e controproducente.

Tuttavia quello che sembra venir fuori dai tuoi post (che non so quanto sia aderente alla tua vera opinione ma su un blog i limiti di comunicazione ci sono e dobbiamo conviverci) è una visione in cui invece di dettare regole è meglio educare la gente e poi lasciarla libera di fare quello che vuole perché tanto agirà in modo ragionevole. Ecco, io trovo questa una bellissima utopia ma non mi risulta che sia quello che di solito si identifica con "liberismo". Dalle mie parti una visione del genere si chiama "anarchia" ed è una cosa bellissima ma che, purtroppo, non funziona un granché.

Certo, poi si può discutere su cosa valga la pena di regolamentare e (soprattutto) sul come. Ma l'idea che "la mia libertà è inviolabile e quindi faccio quello che mi pare e nessuno osi rompere le scatole" a me non sembra un granché razionale.

deve legarsi a qualche forma di imperativo assoluto, divino, o invocare la ctastrofe, la distruzione, la mazza da hokey, la calamità naturale imminente

...sicuro? Per te l'obbligo/divieto è legato a quegli agenti che citi?

'sto trucchetto

beh, oggi ho imparato qualcos'altro. Cheers.

RR

Viene legato (da esseri umani) a quegli agenti ... che definirei metafisici.
Naturalmente esiste un senso morale che fa da strumento per ancorare un obbligo alla nostra mente ma se non basta (e di solito non basta) allora si ricorre all'imposizione della legge.
Nel caso preciso (illuminazione) si invita a risparmiare e se non si risparmia abbastanza si impone il cambio di tutte le lampadine, come sta avvenendo con la necessaria gradualità). Invece di lasciare alla responsabilità della persona decidere cosa e quando fare, il burocrate impone (con riferimento a future catastrofi naturali, che altri compari minacciano da altre scrivanie governative) il cambio per legge.
Un cambio totale che in parte è stupido, perché quelle lampadine sono ottime in alcune situatuzioni e dannose in altre. Pero' noi non avremo piu' le normali lampadine, da usare in tutte quelle situazioni in cui quelle a risparmio energetico non vanno ancora bene.

Francesco

Ti dico a me cosa non piace di queste iniziative: lo spirito penitenziale, a cui corrisponde una totale irrilevanza dal punto di vista quantitativo. Prendi per esempio l'esortazione dei vescovi di Oxford e di Liverpool che ho linkato ieri su Facebook: per non usare un iPod, ci potrebbe essere una ragione piu' insulsa del risparmio energetico di qualche millijoule? E se l'energia e' cosi' scarsa, non si fa prima a lasciare che il suo prezzo aumenti? No, perche' il punto qui non e' razionalizzare l'uso di un bene scarso, ma usare il senso di colpa ai fini di controllo della psiche collettiva. E' una tecnica che le religioni organizzate (specie quelle di derivazione abramica, Cristianesimo in testa) hanno affinato da millenni, e che ora i nuovi preti dell'ambientalismo stanno facendo propria.

 

Ci siamo: il 28 febbraio blocco totale delle auto in tutto il nord Italia, ufficialmente per ragioni di qualità dell'aria

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/smog-blocco-auto-nord.shtml?uuid=459ff71e-1d52-11df-88d4-0be9676f782f&DocRulesView=Libero

Eppure gli esperti ammettono apertamente che i blocchi non sono utili per ridurre l'inquinamento

http://www.motori24.ilsole24ore.com/Tecnologia/2010/02/clini-inquinamento-riduzione.php

E allora qual'è la ragione. Non possiamo saperlo con certezza; la mia personale valutazione è che si tratti di una sorta di angheria di sapore medievale per chiarire al cittadino che è alla mercè dei potenti.

Che c'entra Caterpillar?  Per trovare un legame ci vuole una personalità paranoica. A me sembrano due iniziative parallele tese ad ottenere un effetto più che altro psicologico, per educare i cittadini alla deferenza verso la cricca ambientalista, ma ovviamente non posso provarlo.

Comunque mentre per l'iniziativa "m'illumino di meno" ho potuto, novello Balilla, scagliare un pezzo di castagnaccio contro l'oppressore, non mi è permesso protestare contro il blocco del traffico.

Potrei tentare con un barbecue, che in fatto di polveri sottili fa impallidire uno Hummer, abbruciandovi una mano come Muzio Scevola...