Invidie

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Sono arrivato stamattina a Madrid, e comincio subito a soffrire d'invidia.

La prima invidia, la meno rilevante, è verso gli amici tifosi del Madrid (che sarebbe il Real Madrid, per quelli che non sono da qua) i quali avevano gli occhi tanto assonnati quanto i miei perché, mentre io facevo finta di dormire in aereo, loro festeggiavano il loro trentunesimo scudetto (31, sì 31). Pare che alle due di mattina ci fossero mezzo milione di persone nella Plaza de Cibeles e strade circostanti. E nessuno ha rotto nulla, mi dicono gli amici e confermano i giornali. Qui comincia la seconda invidia, quella più sostanziale. Perché, alla fin fine, che il Milan vinca il derby ci sono quasi abituato e l'Inter sta giocando così male che non credo mi strapperò i capelli (io ce li ho ancora ...) se per caso la Roma finisce per vincere lo scudetto di quest'anno.

Mentre, invece, che a Torino la gioventù italiota che va in centro a bere facendo finta d'essere a Madrid (confondendo la "movida" con il volgare "botellon": provinciali ignoranti, oltre che violenti ...) assalti i vigili, che costoro non reagiscano e fuggano intimoriti, e che il signor questore (prefetto, sindaco, probabilmente avranno consultato anche il vescovo) decida che per la quiete cittadina è meglio soprassedere (invece di mandare 200 poliziotti e fermare tutti, sequestrando tutte le macchine) ecco: questo a me sembra grave e mi genera invidia di tipo serio. Invidia perché, ad esempio, anche se l'altro ieri erano in 5000 i facinorosi pro-ETA a fare da supporto alla sindaco arrestata, oggi Garzon la sede gliel'ha chiusa lo stesso. Perché le leggi, qualche volta, occorre provare a farle rispettare.

Ma non basta. Poi apro il giornale italiano on line e leggo cose come queste, profferite dal nuovo di zecca presidente della Camera. Perché non c'è solo, ovviamente, il fatto che gli assalti alla torinese Fiera del Libro non siano stati sedati in tempo ed i delinquenti che li hanno praticati non siano stati puniti. Non c'è solo il fatto che i cinque figli di puttana (ho solo completato la frase di Ilvo Diamanti, tranquilli, non emozionatevi: per una volta l'idea non è mia) probabilmente (grazie alle leggi buoniste di questo paese catto-comunista pieno di fascisti) se la caveranno con pochi anni di galera, invece di essere rinchiusi in un gattabuia per poi perderne la chiave. Ma c'è anche, e soprattutto, il fatto che la terza carica dello stato - nel tentativo ridicolo di acquistare punti VDB da uomo non-antisemita perché ora è diventato pro-Israle, ora che Israele è diventato uno stato che viola i diritti umani: le preferenze profonde non si smentiscono mai! - riesce a dire cose infami come quella riportata sopra. Infami, per quanto poi cerchi di rigirarla, perché qui succederebbe il finimondo se il presidente della Camera si inventasse di uscirsene con argomenti bizantini del tipo i "violenti tuoi son più criminali dei miei". E l'amichetto del Senato subito a dargli manforte, ed entrambi subito a straparlare di "rieducazione" ... L'invidia cresce.

Poi la ciliegina sulla torta. Dalla borsa estraggo El Pais di ieri, che m'hanno dato in aereo e non ho letto. Fra le altre cose scopro questo, questo e questo. Scopro, cioé, che in questo paese i giornali della propria "parte" (Taguas è del PSOE ed El Pais vuole molto bene al PSOE) ti piantano su un casino bestiale se, dopo aver fatto il viceministro vai a fare il lobbista e a lavorare per un'impresa privata con cui avevi precedentemente relazioni. Scopro che hanno una legislazione sul conflitto d'interessi che, anche se non è quella USA e non è perfetta, è infinitamente meglio della non esistente legislazione italiana secondo la quale i direttori generali del Tesoro possono passare senza soluzione di continuità alle banche d'investimento e poi magari tornare a fare i governatori della Banca d'Italia. Notate: ho usato intenzionalmente l'esempio di Mario Draghi proprio perché non ho assolutamente nessun dubbio sul suo carattere integerrimo, nessuno! Altri esempi, sia dallo stesso palazzo che dai contigui, avrebbero purtroppo avuto altre implicazioni anche sul carattere della persona, mentre in questo caso è la follia della legislazione che voglio sottolineare.

Scopro infine, dagli stessi articoli, che i redditi dei politici spagnoli sono i seguenti: primo ministro, 87mila euro; ministro, 77mila euro; capogruppo parlamentare, 74mila euro; deputato normale, 44mila euro. No, non sono redditi netti mensili, cari italiani. Sono lordi, ed annuali.

Ed allora l'invidia è tanta che vado a mangiarmi un chuleton alla Sidreria Vasca, y a tomar por el saco!

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Commenti

Ci sono 109 commenti

Che invidia! :(

 

 

Ogni giorno che passa questo Paese mi procura crisi di vomito che da acute tendono a cronicizzarsi. Ormai mi chiedo se scappar via non sia davvero l'unica soluzione...

 

 

Temo di si

 

assalti alla fiera dal libro? altre informazioni? sono all'estero e non sono a conoscenza della news

 

A Torino, dove abito,  al termine del tradizionale corteo per il primo maggio, alcuni esponenti dei circoli sociali cittadini (Askatasuna e altri ) hanno bruciato in piazza San Carlo le bandiere di Israele e Stati Uniti dichiarando che avrebbero boicottato  il Salone del Libro dedicato quest'anno ai 60 anni  di Israele e organizzato una contromanifestazione durante i giorni di apertura del salone. 

Per il momento sono stati solo segnali di fumo per radunare i gruppuscoli di tutta Italia  per fare 'casino' probabilmente il giorno sabato 10/5 .

 

Qualcuno mi spiega perche' loro ci riescono e noi no?

 

Un altra nazione da invidiare e' l'Australia, dove un governo laburista sta sfidando l'impopolarita' degli improduttivi apprestandosi a tagliare la spesa pubblica , e quella dei debitori tenendo i tassi d'interesse ai livelli piu' alti degli ultimi 12 anni per tenere in scacco l'inflazione. Kevin Rudd, you are my hero :-)

 

 

C'è proprio da essere invidiosi, paragonando, in questo caso la Spagna, nei confronti degli altri paesi, in uno Stato come il nostro dove la certezza dell'impunità e consolidata, la cultura del "perdono" è eretta a sistema, la macchina della giustizia è penosa, è molto difficile vivere e pensare con serenità e fiducia al proprio futuro.

 

Aggiungo tra i motivi di invidia la politica statale e degli enti locali in particolare riguardo l'edilizia residenziale. Come documenta l'inchiesta di Report su Rai3 del 4/5/2008, in Spagna come in Francia lo Stato e specificamente gli enti locali usano i soldi dei contribuenti per intervenire concretamente nel mercato dell'edilizia popolare a vantaggio degli indigenti, dei giovani, e anche dei cittadini con minor reddito in generale. A Madrid, con citta' e provincia saldamente nelle mani del PP (centrodestra), ogni area edificabile prevede che il 50% delle costruzioni sia statale, da immettere nel mercato degli affitti e delle vendite a prezzi calmierati. In Italia invece, e particolarmente nella Roma amministrata dal centrosinistra, non si fa concretamente nulla a vantaggio dei cittadini nel campo dell'edilizia popolare. A Roma questo compito viene delegato a Caltagirone e ai suoi colleghi palazzinari, con pessimi risultati per il cittadino medio (e immagino lauti guadagni per la Casta). Quel minimo di edilizia popolare finanziata dallo Stato va a beneficiare invece prevalentemente la Casta politica e sindacale.

 

 

 

grazie alle leggi buoniste di questo paese catto-comunista pieno di fascisti

 

Dev'esserci qualcos'altro, perche' qui i fondamentali non mi paiono drammaticamente diversi (anzi forse sono a nostro favore): la Spagna e' paese cattolico quanto l'Italia, sono stati fascisti piu' a lungo di noi -- e neppure hanno cacciato il re alla fine della dittatura -- borbonici non ne parliamo, partiti comunisti e socialisti ce li hanno avuti e ce li hanno anche loro, e in piu' la guerra civile se la sono fatta a fucilate e non solo a parole come da noi. And yet...

Un indizio dalla vicenda dell'assalto ai vigili a Torino. Se l'enforcement varia discrezionalmente nel tempo e nello spazio non funziona. Se non fai multe per eccesso di velocita' nelle aree urbane e non, se non fai -- sistematicamente -- multe e non rimuovi le auto quando la gente parcheggia sui marciapiedi, sui passaggi pedonali, alle fermate degli autobus, allora puo' succedere quello che e' successo se vai a fare le multe alle 2 del mattino in Piazza Vittorio. A scanso di equivoci: non sto dicendo che la mancanza di enforcement ordinario giustifica quello che e' successo, sto dicendo che lo razionalizza.

Infatti e' esattamente quello che e' successo a Napoli a gennaio quando la polizia e i vigili del fuoco sono stati assaliti dagli anti-discarica. O quando la polizia a Napoli venne assalita da ducento persone, proprio come a Torino, perche' stava cercando di arrestare due ladri.

Qui non e' un problema di leggi buoniste, e' che le leggi di ogni tipo non hanno alcun valore se non si da' a intendere che le si faranno rispettare. E non e' che la cultura della legalita' di crea dal giorno alla notte (tantomeno alle due di notte quando la gente e' pure un po' brilla...)

 

 

Qui non e' un problema di leggi buoniste, e' che le leggi di ogni tipo

non hanno alcun valore se non si da' a intendere che le si faranno

rispettare. E non e' che la cultura della legalita' di crea dal giorno

alla notte (tantomeno alle due di notte quando la gente e' pure un po'

brilla...)

 

Contribuiscono molti fattori che si alimentano a vicenda. Leggi buoniste producono un clima criminogeno e di illegalita' diffusa, i cittadini si adattano ed evolvono in tale clima di lassismo e illegalita' ed eleggono politici che producono leggi buoniste. In questo panorama degradato germinano ideologie catto-fascio-comuniste che amplificano i danni. Tutto questo e' radicato e consolidato in secoli di storia, basta pensare alle grida manzoniane e a come veniva fatta rispettare le legge nel romanzo di Manzoni, basta pensare a Goethe che al suo secondo viaggio in Italia, passata l'infatuazione per i limoni, ha scritto:

 

L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle

strade,

ancora truffe al forestiero, si presenti

come

vuole.

Onestà tedesca ovunque cercherai invano,

c'è

vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;

ognuno

pensa per sé, è vano, dell'altro diffida,

e i capi dello

stato, pure loro, pensano solo per sé.

 

In altri paesi mediterranei cittadini ed elites hanno iniziato a crescere e a progredire, l'Italia sta rimanendo sempre piu' ultima e sola nel suo degrado e nella sua deriva. Secondo la mia personale diagnosi, alla radice di tutto c'e' il culto storico del diritto romano pervicacemente praticato in latino (lingua sconosciuta alle masse): come nota anche lo storico Marc Bloch, in tutti i paesi dove cio e' avvenuto c'e' stata una sistematica tendenza ad aggiustare la legge per gli amici e i potenti e applicarla magari con qualche aggravante nei confronti dei nemici e degli zotici in generale, un fatto storicamente consolidato che Andreotti ha cercato di tradurre in barzelletta. Ovviamente le elites italiane hanno fatto peggio di quelle francesi, spagnole e polacche, rimanendo piu' attaccate al latino, per poi sostituirlo, una volta che era diventato improponibile, con una lingua ugualmente non parlata da buona parte delle masse, l'italiano di Dante, e infine, quando il parco buoi finalmente ha imparato la lingua, hanno pensato bene di passare al burocratese, incomprensibile piu' o meno come l'italiano del Bembo per il contadino veneto fino alla seconda guerra mondiale e oltre. Queste tradizioni e convinzioni delle elites italiane sono processi sedimentati e consolidati nei secoli, non si cambiano facilmente, e quel che e' peggio tendono ad essere il punto di riferimento anche dei ceti popolari.

 

Curioso vero che spesso gli aspetti peggiori del costume italiano siano ricollegati all'influenza della dominazione spagnola, specie nel meridione? Come spiegarlo?

C'è una differenza fondamentale tra l'Italia e la Spagna. Nonostante circa un quarto di quest'ultima sia composto da popolazioni con forte sentimento identitario (Baschi, Catalani e, in misura minore, Galiziani), la Spagna è una nazione da secoli e secoli, e dall'inizio della Reconquista è passato circa un millennio. Anche se in se stesso non è un indizio di maggiore democrazia né di progresso culturale, un sentimento nazionale naturale (in quanto maturato da moltissimo tempo) è sempre di aiuto al senso civico e di sprone a fare squadra (che fatica superare il disgusto di citare LCDM!) specie nel momento felice dello sviluppo.

Bisognerà vedere come reagirà la Spagna quando la fiesta finirà.

 

 

 

che si dice:A tomar por saco no a tomar pol saco.


:-))

 

 

... la solita, gentile lettrice. Chiaramente non veneta ... 

 

Michele, non mi è chiaro questo passaggio del tuo post:

 

Ma c'è anche, e soprattutto, il fatto che la terza carica dello stato -

nel tentativo ridicolo di acquistare punti VDB da uomo non-antisemita

perché ora è diventato pro-Israle, ora che Israele è diventato uno

stato che viola i diritti umani: le preferenze profonde non si

smentiscono mai! - riesce a dire cose infami come quella riportata

sopra.

 

Fini compì il famoso viaggio in Israele anni addietro, suscitando le ire di Storace e camerati assortiti (non casualmente Storace disse che La Destra non avrebbe organizzato nessun viaggio a Gerusalemme: ognuno ha lo stile che si merita, evidentemente).

Ma dove e come Israele starebbe violando i diritti umani? Ti prego, contestualizza considerando lo stato di assedio a cui Israele è sottoposta da sempre. So che è banale affermare questo, ma a volte ripeterlo non guasta.  

 

E' da un po' di giorni che leggo interventi su questo Blog e mi son sempre sembrati equilibrati.. però questo proprio no..Allora:

1 io non penso che in Italia vada tutto bene però mi son veramente stancato che non facciamo altro che piangerci addosso ed invidiare gli spagnoli per ogni cosa( vedi Report).. e con questo non dico che magari là non ci siano cose che funzionino meglio.

2 L'intervento di Fini che ha garantito che sarà utilizzata la massima severità verso i ragazzi va invece a toccare un fatto secondo me gravissimo.Nel primo caso non è chiaro un'intento politico nella faccenda nel secondo è invece evidente che venga portato avanti un attacco verso l'esistenza dello stato di Israele e ciò per me è gravissimo. 

 

Dissento completamente sul punto 2.

Uccidere una persona è infinitamente più grave che incendiare bandiere o altro, a prescindere da eventuali motivazioni politiche.

E mi fa specie che il presidente della camera se ne esca con argomenti stile "però anche i vostri". 

 

 

Nessuno ha mai messo in discussione l'esistenza dello stato di Israele a parte qualche pazzo Iraniano. Almeno penso. Se avete informazioni di prima mano (e non interpretazioni di interpretazioni) vi prego di postarne il link qui.

Quello che si mette in discussione attraverso modalità che possono essere discutibilissime è la non-esistenza dello stato Palestinese, tanto più che quello che sta avvenendo a Gaza in queste settimane è chiaramente incivile e omicida (e chi si dice civile dovrebbe dimostrarlo con i fatti).

Il fatto che Fini stia in tutti i modi tentando di recuperare credibilità sul lato pro-Israele è evidente, e lo sta facendo da molti anni. Ed è anche normale trattandosi di un ex fascista che tenta di riabilitarsi. La stessa operazione anche se con altri tempi e modi la sta tentando Allemanno e pare che abbia vinto anche con i numerosi voti della comunità ebraica di Roma. Dico pare perchè non ci sono dati chiari e inequivocabili.

Ovviamente sono operazioni ambigue, che giocano con parole dai confini semantici porosi.

Da una parte, visto il proprio passato pro leggi razziali o addirittura pro olocausto (e il proprio presente di ambigua contiguità con gruppi sociali e politici che pro leggi razziali e pro olocausto lo sono ancora), bisogna rassicurare gli ebrei italiani e gli Israeliani, dall'altra bisogna tenersi buona la base che è quello che è. Si sà che Fini e i suoi colonnelli sono la parte più presentabile di AN.

Contemporaneamente si procede di pari passo e in maniera sistematica a creare un quadro di significato, un frame come si dice negli USA, che associ estrema destra nazista e fascista (ma chiamata solo criminale e violenta) alla sinistra extraparlamentare (paradossalmente c'è dentro pure l'ex ministro dell'istruzione Mussi) e che equipari il comunismo italiano al socialismo reale e un comunismo sui generis al nazismo (non fascismo attenzione).

 

 


Di seguito due comunicati. Vorrei specificare che li posto perchè la discussione ha virato su questo argomento e pare non avere basi solide su cui discutere se non le solite dichiarazioni che appaiono su giornali e tv. Ora io non faccio parto del forum palestina e non sono antisemita. Fare parte del forum palestina non necessariamente significa essere antisemiti. Essere ebrei e/o israeliani non significa necessariamente non condividere la posizione del forum palestina. Inoltre non voglio fare propaganda per nessuno. Visto che sono in ballo aggiungo anche che non ho ancora una posizione chiara sul boicotaggio della fiera del libro e quindi per ora non mi esprimo nel merito. L'unica posizione che ho è che non considero associabili in nessuno modo il boicottare e l'uccidere. ma questo ça va sans dire.

Detto questo rimando alle cose che ho scritto prima associando che è meglio tacere quando non si sa di cosa si parla. Io infatti, per quando riguarda il boicottaggio, mi silenzio, almeno per ora :)

Le aberranti dichiarazioni di Gianfranco Fini

di

Germano Monti

Dopo aver letto le dichiarazioni del cosiddetto

Onorevole Gianfranco Fini, c’è da chiedersi se siano

state rilasciate in piena facoltà di intendere e di volere,

o se siano state dettate da un particolare stato di allucinazione.

Nel secondo caso, poco male, anche se non è bello che la terza

carica dello Stato entri in stato di ebbrezza nelle case di milioni

di cittadini; nel primo caso, invece, bisogna preoccuparsi, e molto,

perché sarebbe la dimostrazione che sotto la cipria democratica

ribolle un’anima squadrista, la stessa dei criminali che hanno

pestato a morte Nicola Tommasoli. Poco importa se gli assassini abbiano

agito in nome di qualche “riferimento ideologico” o per

pura bestialità; questo, saranno le inchieste a stabilirlo

(speriamo). Quello che conta è che la terza carica dello Stato

ritiene che un gesto simbolico e una protesta democratica, se rivolti

contro lo Stato di Israele, siano molto più gravi di un omicidio.

Dato che non si tratta dell’opinione di un ubriacone da osteria,

ma di quella del Presidente della Camera dei Deputati, siamo obbligati

a prenderla sul serio ed a chiederci se non si tratti di una sorta

di “via libera” a chi, magari, vorrebbe trasformare la

manifestazione di Torino contro l’invito, quale “ospite

d’onore”, ad uno Stato che ha violato e viola sistematicamente

ogni norma del diritto internazionale ed umanitario, in una riedizione

della macelleria messicana di Genova 2001.

Di fronte ad un simile scenario, la cosa peggiore da fare sarebbe

quella di lasciarsi intimidire: al contrario, è importante

che a Torino, sabato 10 maggio, scendano in piazza gli amici del popolo

palestinese, della pace e della giustizia, quelli che pensano che

una vita – sia quella di un ragazzo veronese o quella di uno

shebab palestinese – valgono infinitamente di più di

un pezzo di stoffa, e che il diritto di manifestare anche contro lo

Stato di Israele non è nella disponibilità del cosiddetto

Onorevole Gianfranco Fini. Il diritto di manifestare e di esprimere

liberamente le proprie opinioni questo Paese se lo è conquistato

con lunghe e dure battaglie , anche sanguinose, contro gli antenati

politici del cosiddetto Onorevole Fini: portiamo questa consapevolezza

nella piazza di Torino.

*Forum Palestina

 

   
 

E' iniziata la settimana Free Palestine. Sabato 10 maggio manifestazione nazionale

 
 
Torino
 


La Settimana Free Palestine che si apre oggi è la conclusione di una campagna di lotta di mesi contro l’invito a Israele come ospite d’onore. Dopo che molti scrittori arabi, per richiesta delle organizzazioni sociali e politiche palestinesi, dichiararono tra gennaio e febbraio il loro boicottaggio, gli studenti del Network Antagonista Torinese diedero inizio alle contestazioni cittadine occupando la Fondazione per il libro di Torino. Pochi giorni dopo i vertici della Fondazione stessa – il direttore Rolando Picchioni, tessera 2095 della loggia P2, e il vicedirettore Ernesto Ferrero – e l’assessore Gianni Oliva vennero duramente contestati al centro Italo-Arabo Dar Al-Hikma di Porta Palazzo. Le mobilitazioni degli universitari per la Palestina provocarono poi un duro scontro tra gli studenti e Ugo Volli, che prese le difese di Israele e chiese al Rettore di bandire tutti i materiali filopalestinesi dall’Università, attaccando duramente anche Gianni Vattimo, che invece si era schierato con gli studenti antagonisti.
Inaugurato oggi e proseguirà fino a domani all'università un seminario internazionale nella sala lauree di Scienze Politiche con Gianni Vattimo, Angelo d’Orsi, Diana Carminati, Tariq Ramadan, Wasim Dahmash e Aharon Shabtai. Il 7 maggio il poeta israeliano Aharon Shabtai, che aderisce alla manifestazione del 10 e al boicottaggio del salone del libro, leggerà pubblicamente le sue poesie a Palazzo Nuovo; venerdì dalle 15 alle 20 si terrà a Palazzo Nuovo un’assemblea nazionale per la Palestina, con la partecipazione di portavoce del Fronte popolare di liberazione della Palestina, dell’Alternative Information Center, dell’International Jewish Solidarity Network, del Forum Palestina e dell’Unione Democratica Arabo Palestinese. Il 7, l’8 e il 9 maggio il Cinema Fratelli Marx ospiterà una rassegna di film di registi palestinesi, dedicata a tre intellettuali e artisti palestinesi assassinati da Israele.

L’Assemblea Free Palestine e il Forum Palestina avevano organizzato anche una presenza di fronte alla Fiera per tutta la durata dell’evento, tra l’8 e il 12 maggio, per informare i visitatori di quelle che sono le politiche e i crimini di Israele in Palestina, e per illustrare le ragioni che hanno condotto moltissimi scrittori di tutto il mondo – tra cui molti palestinesi e alcuni israeliani – a rifiutare la partecipazione all’edizione di quest’anno. Questo presidio informativo, che era stato inizialmente autorizzato (con l’eccezione della mattina dell’8 maggio, quando Giorgio Napoletano si troverà al Lingotto), è stato completamente vietato il 2 maggio dal questore Berrettoni, per tutta la durata della Fiera, “per motivi di ordine pubblico”. Negli stessi giorni le Associazioni Amicizia Italia-Israele hanno annunciato manifestazioni davanti al Lingotto con i vessilli israeliani.
Nei giorni scorsi fonti giornalistiche hanno anche diffuso la notizia che la manifestazione del 10 maggio sarebbe stata in parte vietata; tuttavia nessuna comunicazione ufficiale in tal senso è stata data dalla polizia. Il percorso richiesto – senza alcuna trattativa, per esplicita decisione politica dell’Assemblea Free Palestine – è corso Marconi, via Madama Cristina, via Genova, corso Caduti del Lavoro, via Nizza, fino al Lingotto. Questo percorso è stato autorizzato.
Le iniziative di questi giorni e la manifestazione del 10 assumono un chiara rilevanza politica anche come primo momento di protagonismo dal basso, di rilevanza nazionale e internazionale, nella nuova era Berlusconi. Il “nuovo” presidente del consiglio ha d’altra parte già risposto con precisione ai venti di protesta per le condizioni del popolo palestinese: Israele sarà la prima meta di un suo viaggio ufficiale all’estero.

 

 

 

 

Visto che ormai gli argomenti trattati dal blog sono i più disparati mi viene da chiedere alla redazione di NFA: perchè non ho ancora visto (però magari è colpa mia che sono poco attento) la vostra opinione sul petrolio a 122 dollari al barile ? L'energia in termini economici non mi sembra una questione irrilevante e a occhio e croce l'aumento del prezzo del petrolio degli ultimi anni spiega il deficit crescente della bilancia commerciale italiana).

 

Beh, abbiamo dei limiti anche se siamo bravini ad occultarli!

:-)

Se guardi qui mi ero ripromesso quasi due anni fa di parlarne, quando ancora il blog era clandestino ... mai avuto tempo.

Comunque, la mia posizione è banale: nucleare, nucleare. Togliere i sussidi cretinoidi ai biocarburanti ed alzare (in USA) le tasse sui derivati del petrolio. Altrimenti il barile andrà, come molti oramai già prevedono, a 200 USD e lo farà non solo a causa della svalutazione del dollaro!

 

Non voglio entrare nella discussione, che rischia di degenerare ancora una volta in una guerra per bande (l'inizio di una seconda brutta giornata su nFA?).

Faccio solo notare come gli ultimi commenti estremizzino in modo significativo l'argomento del pezzo di Michele, portando il discorso su di un piano di "lotta politica" tipicamente italiano, in particolar modo da parte di Johnny, che prego - senza alcun intento polemico, ma solo in nome di una indispensabile pacatezza di discussione, nel rispetto dei temi proposti - di evitare ulteriori forme di propaganda politica.

PER FAVORE

 

Mi associo pienamente, grazie DkFz.

Non perché io abbia paura di discutere di Palestina ed Israele (l'ho fatto qui d in altri posts, e la mia posizione "pro palestinese" è ben nota) ma perché, da un lato il tema non era la Palestina e, dall'altro e più importante, l'utilizzo beceramente di parte che si tende a fare di ogni singolo commento/osservazione comincia veramente ad essere insopportabile. Davvero, le baruffe continue fra gente che è ideologicamente attaccata alla "destra" o alla "sinistra" sempre e comunque e che vede sempre le paglie dell'altra parte ma mai le proprie travi, non sono né utili né interessanti.

Le dichiarazioni di Fini SONO scandalose ed immorali, ovviamente. Ma Fini NON ha l'esclusività nel dire troiate immorali, lo fanno i politici di sinistra, con uguale faccia tosta, in situazioni analoghe e contrarie: vedasi le immonde cretinate che si continuano a proferire sulla storia degli scontri di Genova e sulle responsabilità della polizia. Il punto della mia invidia era proprio quello: che la classe politica italiana è di una tale cecità ideologica che alimenta con le proprie dichiarazioni il senso d'impunità di cui questi criminali godono, fomentando quindi la persistente divisione del paese in destra/sinistra. I picchiatori fascisti italiani si sentiranno ora protetti da Fini esattamente come i picchiatori comunisti italiani si sentono protetti dalle dichiarazioni di rifondaroli e demodossettiani che li presentano come vittime in quel di Genova. QUESTO è il punto, cazzarola!

 

 

Come si sa, nessuno è mai contento del paese in cui abita: voglio sentire, ad esempio, cosa pensano gli spagnoli della loro patria.

Per fare un esempio di un possibile difetto spagnolo: la Spagna comprende un intero territorio, il Paese Basco, la cui popolazione nella sua quasi totalità, ha da sempre fortemente sostenuto una sanguinaria "lotta per l'indipendenza" condotta con metodi terroristici. Si noti che qui in Italia sono tifosi dei baschi qualche facinoroso dei centri sociali, Paolo Cento, e quel malato di mente di Cossiga. Lì, invece, tutti gli strati della popolazione (dagli studenti e i "proletari" alla borghesia) sono conniventi con l'ETA. Lo dico generalizzando, ma è una delle volte in cui mi permetto di generalizzare: nonostante che l'ETA raccolga il pizzo come un qualsiasi banalissimo e squallido racket di stampo camorristico, la popolazione continua a condividere i suoi "ideali", magari con i soliti distinguo con tro i "compagni che sbagliano" il metodo di lotta…

 

nonostante che l'ETA raccolga il pizzo come un qualsiasi banalissimo e

squallido racket di stampo camorristico, la popolazione continua a

condividere i suoi "ideali",

 

Descrivi bene la situazione, ma quest'ultima osservazione non aiuta secondo me a capire la realta' nelle aree basche della Spagna. La maggioranza assoluta della popolazione per motivi storici consolidati e' autonomista, e questa posizione include tutte le classi sociali, le elites, i cittadini, i proletari e anche le frange che esistono in tutte le societa' che desiderano menare le mani sprangando gli altri, oppure anche assassinare gli avversari politici, o al limite suicidarsi causando il maggior numero di vittime casuali. La maggioranza degli autonomisti vota il PNV, partito nazionale basco, una specie di DC locale paragonabile alla SVP italiana. Questi sono gli amici di Cossiga, peraltro. Una minoranza, cospicua ma minoranza, vota (in pratica) per l'ETA. C'e' una simpatia diffusa per l'ETA che pero' vale per gli ideali indipendentisti, e non si estende, se non per una minoranza dei baschi, alle pratiche assassine dell'ETA. Questo vale soprattutto oggi mentre ovviamente nel passato non democratico della Spagna sotto Franco mi aspetto che una frazione ovviamente maggiore simpatizzasse perche' le giustificava rispetto ad uno Stato non democratico le pratiche terroriste dell'ETA.

Quindi la situazione basca e' meno aliena di quanto potrebbe sembrare: si tratta di un "popolo" che si ritiene nella sua maggioranza diverso dagli spagnoli rispetto ai quali desidera autonomia fino all'indipendenza totale. Per motivi storici questa attitudine maggioritaria ha dato luogo anche ad un partito di minoranza marxista (almeno alle origini) e terrorista, che interpreta questo sentimento con pratiche terroriste.

 

 

Paese Basco, la cui popolazione nella sua quasi totalità, ha da sempre

fortemente sostenuto una sanguinaria "lotta per l'indipendenza"

condotta con metodi terroristici.

 

No, Artemio, non è vero. La totalità della popolazione di Euskadi NON appoggia ETA nella maniera più assoluta. Questo era vero (non nella "totalità" ma almeno nella maggioranza) ai tempi di Franco, quando ETA era un'altra cosa. Dalla democrazia in poi, con l'abbandono della lotta armata per parte di una fetta sostanziale di ETA (la politico-militare) il supporto popolare per le azioni di ETA è andato diminuendo anche in Euskadi.

Oggi la % della popolazione basca che vede con occhio favorevole le azioni di ETA non supera il 10%. Il partito che officialmente appoggiava ETA (Herri Batasuna) è illegale da parecchio tempo e le sue varie reincarnazioni continuano ad essere rese tali (a mio avviso molto erroneamente, ma questa è un'altra storia). Nelle ultime elezioni autonomiche (2007), la formazione che "rappresentava" l'ambiente terrorista e per cui si invitava a votare era ANV, che non è arrivata all'8%. Visto che in alcune aree le loro liste sono state ostacolate si potrebbe argomentare che quel numero è distorto verso il basso, il che è possibile. Qui trovi gli ultimi risultati elettorali (2008) in Euskadi. Anche assumendo che la metà dei voti pro-PNV siano voti di conniventi con il terrorismo (cosa che francamente dubito, conoscendo l'elettore PNV medio) arrivi ad un 13-14%.

La realtà, a mio avviso, è quella che poi descrivi nella seconda parte del tuo commento. ETA è niente di più di una orrenda mafia; tale la considerano tutti i miei amici baschi, parecchi dei quali molto nazionalisti ed impegnati in PNV ed EA. Infatti l'analogia Mafia-Sicilia = ETA-Euskadi calza bene per moltissime ragioni. Non c'è quindi da sorprendersi che un decerebrato come Cento ed un aristocratico democristiano, mafioso ed ignorante come Cossiga ne facciano propaganda in Italia.

 

 

Chiedo scusa per la veemenza, ma non sopporto il nazionalismo basco (tanto quanto ammiro e considero degna di grande interesse la lingua basca)... E in ogni caso, quan'anche la percentuale dei "fiancheggiatori" fosse, mettiamo, l'8%, sarebbe comunque un po' troppo, per una democrazia moderna. E poi, se sono tutti così contrari alla violenza e all'ETA, perché non fanno una bella manifestazione di massa per condannare i grandi e piccoli attacchi terroristici perpetrarti da questa? Non mi sembra che ne abbiano fatta mai una... È un po' la situazione dei paesi musulmani: in privato tutti disapprovano, ma nessuno si schiera pubblicamente, perché l'onore della nazione è al di sopra di tutto.

Effettivamente, ti devono stare antipatici i baschi.

Manifestazioni ne hanno fatte, a palate. Ovunque in Spagna ma anche, e soprattutto, in Euskadi. Non so che altro aggiungere.

Ovviamente il terrorismo dell'ETA e la connivenza fra di esso ed una (insisto, piccola) parte della popolazione è cosa gravissima e condannabile. Ma, ripeto, tanto quanto la mafia in Sicilia, la camorra in Campania, la 'ndragheta in Calabria, eccetera. Esattamente la stessa cosa. Quindi le tue parole finali si applicano altrettanto bene (come minimo) a quelle tre regioni italiani dove vivono MOLTE più persone che in Euskadi. E loro non hanno neanche la (piccola, ma legittima) giustificazione storica si essere stati discriminati, oppressi, invasi, maltrattati, bombardati. Cosa che, almeno, i baschi delle valli hanno. Insomma, ci andrei pianino, perché altrimenti le conclusioni a cui tu arrivi sull'Italia del Sud sono molto, ma molto peggiori delle mie.

 

del perdonismo nazionale, è già iniziata. Scomettiamo che anche questi se la cavano con pochissimo?

 

 

Qui siamo in pieno territorio privato di Axel, quindi spero mi perdonerà l'intromissione, ma  il processo si giocherà tra gli estremi dell'omicidio preterintenzionale, con attenuanti prevalenti (sono pur sempre bamboccioni di buona famiglia e poi c'era la rissa...) e l'omicidio volontario con aggravanti prevalenti (motivi abbietti e futili).

Insomma il pendolo oscillerà tra una condanna a  7/10 anni di carcere e una a 30 anni. Prevedo una condanna esemplare in primo grado, temo una revisione in appello passata l'emozione. 

 

segnalo che su Repubblica compare un pezzo di D'Avanzo ( www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/pestaggio-verona-2/pestaggio-verona-2/pestaggio-verona-2.html )  che fa il solito mestiere di cercare le responsabilità dell'omicidio nella società postcattolica-industriale-borghese.  La responsabilità individuale è roba naif.

 

Il finale è significativo: "Come se esistessero soltanto le scelte personali e non anche le

responsabilità collettive, i modelli culturali, i quadri pubblici,

l'assenza della benché minima opera di manutenzione sociale (senso

civico, legalità). Come se Nicola e Raffaele non fossero caduti su

quella "trincea profonda e invalicabile scavata in città tra il "fuori"

e il "dentro" di un territorio e di una comunità". Al portone del Bra, ricorda Francesco Butturini, è scolpita una frase

dell'Amleto: "Non c'è mondo, fuori di questa città". C'è a Verona chi

sembra crederlo per davvero. Raffaele lo ha creduto. Troppo facile ora

dirlo solo un delinquente. Troppo ingiusto dire, la morte di Nicola,

"un caso isolato".

Questo secondo me rappresenta bene il nostro declino culturale e morale. 

 

Nei paesi anglosassoni tendono a essere seri su queste cose. Guardate qui un articolo sulle finanze di Obama, quale dettaglio. Che mondo.

 

Segnalo l'eccezione nel panorama italiano, quella di Ivan Scalfarotto.

 

 

 

Obama ha il vantaggio che se ha qualche cosa da nascondere e' una scemenza (e' andato a cena con un ex-terrorista [rete delle previsioni del tempo "weathermen].)

I politici in Italia con scarsissime eccezioi hanno molto da nascondere.

Si va da chi sposa dipendenti della Rai al presidente della medesima che sposa varii rami della famiglia Agnelli.

Il tutto viene non stop esibito, per cui non sara' male che qualcuno spieghi chi fornisce i vasti regali e i trasporti con cui un "ceto politico" (cosi' essi si definiscono) va a farsi fotografare da Umberto Pizzi.

 

 

vorrei porre una sola questione (di cui io, nel caso interessi, vedo due ragionevoli risposte, ma for the nonce in any event, I stick with the issue and not with the issue from the issue.)

 

 

Le scemenze sociologiche e religiose lasciano ovviamente il tempo che trovano (la societa' infausta, il declino morale e cosi' via sermoneggiando da Platone in poi sul valore rieducativo della pena>0

L'unica cosa che "noi" (varie societa') abbiamo inventato anti crimine e' di rinchiudere i varii pedofili, sprangatori, ladri, grassatori, etc. in luoghi dove in condizioni ideali dovrebbero stare fino a morte avvenuta (per chi ha dubbi basta chiederlo alle mamme dei bambini rapiti.) Il processo famosamente (mal) descritto da Foucault, Michele ed altri e' noioso, costoso, crudele. Elimina tuttavia la necessita' di sterminare la canaglia e quindi placa le coscienze.

Fine della storia. Domanda seria qui: si hanno serie ragioni, *dato* un territorio fisso, ad applicare in modo discriminatorio le leggi? la domanda non e' uno scherzo.

Zigeunerbaron ruba 100 euro alla signora Verdi in autobus.

Viene arrestato, messo in prigione (e' un esempio) per due settimane e messo su una barca in direzione Bengasi, essendo zingaro etc. oppure non in possesso del documento tale e tale

 

 

Rossi ruba 100 euro alla signora Bernazza in autobus, viene messo in prigione etc per le stesse due settimane ma non in barca per Bengasi.

Perche'? 

 

In che senso la cittadinanza da privilegi di fronte alla pena?

Si potrebbero anche esiliare i criminali, cittadini, etc, o no? 

 

 

Si potrebbero anche esiliare i criminali, cittadini, etc, o no?

 

Certo, ma il problema ormai e' trovare un posto che li accetti... Un tempo gli Inglesi spedivano i criminali in America, ma poi i coloni cominciarono a protestare e per un po' fu usata l'Australia, che poi pure si stufo'. Su questo argomento, consiglio l'interessante descrizione dell'evoluzione del sistema legale inglese dal diciottesimo secolo in poi data da David Friedman a http://www.daviddfriedman.com/Academic/England_18thc./England_18thc.html .

 

 

Si potrebbero anche esiliare i criminali, cittadini, etc, o no? 

 

Chi se li prenderebbe i nostri connazionali criminali ?

Edit. Gli esempi di Enzo - che comunque sono interessanti -  non calzano, perchè si trattava di colonie inglesi, quindi sottoposte alla medesima giurisdizione della madrepatria, insomma un po' come mandare i criminali dalla Lombardia alla Sicilia (o viceversa).

 

 

....sulla querelle Italia-Spagna scatenata dalla vice-premier De La Vega? Io ricordo di recenti problemi di immigrazione clandestina avuti dalla Spagna a Ceuta e Melilla, e risolti in maniera non del tutto pacifica, mi pare (non sto dando, sia chiaro, alcun giudizio esplicito nè tantomeno implicito). Che ne pensi?

 

... e sinceramente tutta sta storia è ridicola. Giovedi El Pais aveva un pezzo che partiva dalla prima pagina, e occupava tutta la seconda, dal titolo: "Estàn preparando leyes racistas" [Stanno preparando leggi razziste]. Nel pezzo si parla di ritorno delle leggi razziali del fascismo e di altre cose del genere. Premesso che neanche a me piace il modo in cui questi qua (inteso come nuovo governo Berlusconi) si apprestano ad affrontare il tema, la manipolazione mediatica de El Pais è evidente. La vicepremier spagnola si è fatta trascinare nel vortice delle fesserie evidentemente. 

La cosa che mi pare più ridicola è che i media spagnoli continuano ad accusare la Lega Nord del clima di razzismo creato nella cittadinanza, quando gli incidenti più gravi si sono svolti non a Treviso, non a Vicenza, ma a Napoli. Mah...

 

 

zap

 

 

anche per le assonanze mussoliniane-dannunziane, mi permetto di segnalare -- davvero come servizio pubblico-- che fenomeni assai simili agli assalti ai "foresti" che avvengono in Italia sono in corso in Alexandria, Soweto e in altri cosidetti "luoghi informali di residenza", con morti, ustionati gravissimi, e decine di migliaia di persone che si rifugiano (in chiese, stazioni della polizia, case private.) La situazione in Gauteng e' assai grave. Ho nessun dubbio che vi siano influenze di criminali varii, e cosi' via. Rimane il fatto che in un paese che sperimenta un disagio enorme (ai lettori giudicare se Za sia comparabile o meno all'Italia) vi e' una fortissima pressione per esercitare violenza su varie etnie, principalmente definite dall'essere esterne in qualche senso al blocco nazionale, che arrivano nel paese di "accoglienza" cosidetta da posti dove la situazione e' infinitamente peggiore (nel caso di Za, Zimbabwe, Somalia, Burundi, in primis, in Italia alcune delle zone mediterranee, meno Israele, e gli europei dell' "Est", piu' gli zingari che sembrano essere proprio ariani puri ma stanno sulle scatole a quasi tutti.

Forse la repressione della violenza e' utile, ma e' praticamente impossibile negare che il risentimento sia presente. L'utilita' della comparazione e' utile invece a vedere come poco contino le condizioni locali.

Come venne notato in anticipo l'astio profondo delle elites (sic) mediatico intellettuali italiani verso qualsiasi approccio scientifico nega che vi siano generalizzazioni nomologiche. Beh, questa e' una, e attendo smentite. 

 

Alcuni studi (che però adesso non ricordo) hanno evidenziato che oltre una certa percentuale rispetto alla popolazione residente, il grado di accettazione dello straniero/diverso decresce rapidamente mentre cresce in maniera correlata il sentimento di rifiuto.

Quale sia la percentuale, in realtà è influenzata da innumerevoli condizioni, che possono dipendere dagli stranieri stessi e quindi la loro nazionalità o religione o la loro posizione nel mercato del lavoro e così viai o possono dipendere dalla realtà sociale che riceve gli "ospiti" e quindi strutture amministrative che funzionano oppure no, buon tessuto economico, disponibilità all'accoglienza ecc. 

Ferme restando queste variabili, ovunque e in ogni tempo le immigrazioni generano fastidio e rifiuto. Quanto poi questo rifiuto sia temporaneo o rimanga strutturale dipende da mille fattori e dall'intelligenza delle parti.

Per quanto riguarda poi la scarsa attenzione mediatica alle violenze in Sud-Africa, questa deriva da un (in)conscio razzismo dei media occidentali, per il quale, in fondo, "si tratta di questione tra negri selvaggi"

Paradossalmente, se la medesima violenza fosse stata esercitata da bianchi vs neri, sarebbe stata enormemente più enfatizzata, perchè i bianchi in quanto (inconsciamente) considerati migliori, non possono abbandonarsi alla violenza xenofoba.

 

Non sono un esperto di enfatizzazione mediatica, per cui forse e' vero e forse no che se la violenza venisse esercitata da bianchi contro neri ci sarebbe piu' "bagarre". Cio' detto ho i miei sonori dubbi che vi siano percentuali credibili. Nel caso di ZA per altro, quasi tutti (forse gli unici indigeni sono i San se uno vuol esser pignolo) sono "arrivati" la. L'etnia di gran lunga dominante in termini numerici (sono piu' di 11 milioni) se la si vuol  dir tutta e' di origine settentrionale. Ad esser generosi e' una nazione dai tempi di Shaka (sto parlando non di tempi immemori ma di contemporanei di carboneria e mazziniani in Italia.) Le altre etnie, San esclusi, sono quasi tutte Bantu, francesi, olandesi, inglesi, indiane, e cosi' via.

 

Ogni Paese e ogni cultura ha specificita' peculiari che in un economia sempre piu' globale e interconnessa conducono ad una sempre maggiore divisione dei compiti. La Svizzera offre servizi finanziari sicuri e discreti ai privati, l'Inghilterra servizi finanziari alle imprese e alle banche di tutto il mondo, la Germania e il Giappone producono ottime automobili, l'Italia alta moda, occhiali, macchine utensili e piastrelle. Fin qui tutto bene, anche l'Italia ha i suoi settori vincenti, e sono attinvita' oneste e interessanti, forse con l'unico difetto di essere di piccola scala e spesso di basso contenuto tecnologico. L'Italia avra' un settore statale ridicolo e penoso ma ha anche imprenditori e imprese leader mondiali in alcuni non trascurabili settori.

Poi ho letto questo articolo sul Corriere della Sera e ho capito quale sara' il ruolo dello Stato italiano nell'Europa unita. I vantaggi competitivi dello Stato italiano sono questi: la peggiore amministrazione della giustizia di tutta Europa, la migliore capacita' di assorbimento di criminali e lavoratori non qualificati stranieri (mi scuso per l'associazione che purtroppo coinvolge i lavoratori non qualificati, ma questi sono i fatti statisticamente documentabili e la colpa dell'associazione va attribuita allo Stato italiano). Insomma il destino dell'Italia nell'Europa unita sara' quello di essere la discarica per gli immigrati non desiderati.

L'unica consolazione che possiamo ricavare da tutto questo e' che anche i politici spagnoli (quelli socialisti al governo in prima fila, immagino) sono demagoghi disonesti non dico come i nostri ma quasi. Infatti se il cronista del Corriere non ha stravolto i fatti, queste sono le vere ragioni per cui i politici spagnoli hanno montato una propaganda preventiva contro gli intenti dichiarati del governo italiano di attuare una politica piu' rigorosa nei confronti dell'immigrazione irregolare:

 

il ministro di Zapatero: temo flussi verso di noi

È finito così il debutto in Europa del pacchetto sicurezza. Con la

soddisfazione del ministro delle Politiche comunitarie di An, Andrea

Ronchi. E i timori espressi apertamente dal suo omologo spagnolo, il

socialista Diego López Garrido: «Siamo preoccupati che una misura così

dissuasoria possa avere un impatto su altri Paesi e, essendo in uno

spazio Schengen possa deviare i flussi verso la Spagna»

virata di El País che nell' edizione pomeridiana online ammetteva: «La

Spagna teme che il decreto italiano devii i clandestini qui»

(registrando sul blog anche commenti favorevoli alla misura italiana

analoghi a quelli che sul sito di El Mundo lo approvavano all' 86%).

 

Se tutto questo e' vero, e se l'attitudine coinvolge altri Paesi UE oltre agli Spagnoli, si puo' prevedere che il resto dei politici UE cercheranno di contrastare in Italia il governo di destra e ogni politica rigorosa sull'immigrazione irregolare da parte dell'Italia, sfondando poi una porta aperta tra gli utili idioti della sinistra italiana. Allo stesso tempo l'Italia rimarra' nella UE anche se sfonda il deficit, e lo Stato italiano avra' un ruolo distintivo per i suoi meriti: discarica d'Europa.