L'America e i massacri

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L'uomo che entra con un fucile in un luogo pubblico (supermercato, scuola, ufficio postale,..) e spara a tutto ciò che si muove è purtroppo un luogo comune in questo paese (l'Amerika). Rispondo a due domande (che mi sono posto da solo) su dove questi massacri siano avvenuti più frequentemente, cioè i) in quale regione e ii) in città o in "campagna". Senza assolutamente alcuna pretesa di stabilire relazioni di causa-effetto.

Prima di tutto le definizioni. Dividiamo il territorio degli Stati Uniti in quattro regioni: Nord-est, Sud, Midwest (non si può tradurre), Ovest. L'attribuzione dei vari stati alle regioni è come da tradizione (secondo una definizione del Census):

 

 

Il Nord-est è giallo, il Sud rosso, il Midwest blu e l'Ovest verde (Alaska e Hawai sono attribuite a Ovest, ma comunque irrilevanti nell'analisi che segue).

La definizione di massacro è necessariamente arbitraria. Ho deciso di applicare la definizione dell'FBI - uccisione di 4 o più persone in un breve periodo e senza soluzione di continuità - alla lista raccolta da Wikipedia. Spero la lista sia esaustiva: l'unico test che ho fatto è controllare che includa tutti gli eventi che ricordo (Oklahoma City non c'è, ma credo sia perché considerato attacco terroristico).

Ho deciso di restringere l'analisi al dopoguerra (pochi eventi in precedenza) e ho eliminato un evento avvenuto su una nave da guerra. Ho escluso gli eventi catalogati come "Other notable accidents" che mi pare riferiscano tipicamente a incendi dolosi. Ho aggiunto l'ultimo evento a Tucson l'altro giorno.

 

 

 

<form>

RegioneEventiPopolazione in milioniEventi in % del totalePopolazione in % del totale
Nord-est6552118
Sud101133637
Midwest3671122
Ovest9723223
Totale28307100100

</form>

 

 

 

 

L'Ovest è sovra-rappresentato e il Midwest sotto-rappresentato. Ognuno tragga le conclusioni che desidera sull'importanza relativa della cultura da film western.

Per quanto riguarda città e campagna, definisco città una della maggiori 50 aree metropolitane (per intenderci, Tucson, AZ, è una città; Austin, TX, no). 176 milioni di persone, il 57% della popolazione americana, vive in queste città (dati demografici in dettaglio). Ed ecco la tabella.

 

 

 

<form>

Eventi in % sul totale% Popolazione
50 maggiori aree metropolitane2957
Altrove7143

</form>

 

 

 

 

 

 

La sovra-rappresentazione della campagna è evidente. Sarebbe stata ancora più evidente se avessi definito città le 100 maggiori aree metropolitane. In questo caso avremmo il 32% di eventi in città (1 in più) e circa 65% della popolazione in città (dai 30 ai 40 milioni di abitanti in più).

Ognuno tragga le conclusioni che desidera sull'importanza relativa dell'alienazione da centro commerciale stereotipicamente il centro dell'aggregazione sociale in campagna).

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Commenti

Ci sono 68 commenti

Chiedi ad ognuno le sue conclusioni , io mi fermo alle mie impressioni.

Ho considerato come indice #abitanti / evento.

W 1evento / 8,0 milioni 

NE 1 evento / 9,2 milioni ( con 7 eventi invece di 7 sarebbe < 8,0 )

S  1 evento / 11,3 milioni

MW 1 evento / 22,3 milioni

per quanto riguarda la distribuzione geografica il MIDWEST  si distacca nettamente dalle altre regioni.

Non così il NE dal W : considerato che il numero di eventi è piccolo ne basta uno in più al NE perchè surclassi anche se di poco il W.

W e NE sono le regioni con maggiore densità di popolazione ( sottraendo a W le aree desertiche )

Conosco troppo poco gli USA ma ho avuto l'impressione che S e MW siano le regioni più tradizionaliste , pur nella diversità e forse dove il melting pot è meno marcato.

In effetti quando il numero degli eventi è così piccolo ne basta uno per cambiare abbastanza la faccenda. Per curiosità ho costruito la tabella come sarebbe apparsa una settimana fa, ossia poco prima dell'episodio di Tucson.

RegioneNumero Eventi% Eventi% Popolazione
NE622,218
S1037,037
MW311,122
W829,623
Totale27100100

E' sempre vero che il Midwest è l'area più tranquilla, ma le conclusioni sulla differenza Nord-Est/West sono più sfumate. Entrambi sopra la media, il W di più, ma non so se la differenza con NE sarebbe statisticamente significativa.

Se poi, per caso, il pazzo di Tucson fosse stato, che so, a New York la tabella oggi si preenterebbe così:

Regione
Numero Eventi
% Eventi
% Popolazione
NE
7
25,0
18
S
10
35,7
37
MW
3
10,7
22
W
8
28,6
23
Totale
28
100
100

Di nuovo NE e W sopra la media, ma ora il NE fa peggio. Come si dice in questi casi, extra caution in interpreting the data is needed.

 

rankstatefirearms prevalencefirearms prevalenceregion
8Illinois29.3924.86MW
31Indiana45.1152.78MW
16Iowa38.4950.91MW
26Kansas42.8842.55MW
17Michigan38.9644.31MW
12Minnesota35.4238.75MW
32Missouri45.350.6MW
23Nebraska40.8551.72MW
28North Dakota43.850MW
18Ohio38.9733.15MW
34Oklahoma47.6455.36MW
25South Dakota42.366.67MW
13Wisconsin35.7848.45MW
 AVERAGE MW40.3761538546.93153846 
7Connecticut25.4816.67NE
9Delaware30.7428.57NE
24Maine42.1248NE
11Maryland34.9738.27NE
2Massachusetts13.0816.16NE
19New Hampshire39.335.71NE
3New Jersey15.4416.26NE
5New York20.1922.48NE
15Pennsylvania37.947.03NE
6Rhode Island22.3618.75NE
30Vermont44.471.43NE
 AVERAGE NE29.6345454532.66636364 
50Alabama57.5157.69S
44Arkansas52.5160S
4D.C.20.13 S
22Florida40.5133.91S
46Georgia53.6554.62S
45Kentucky53.252.24S
49Louisiana55.0461.04S
51Mississippi60.2561.54S
39North Carolina50.6150.36S
42South Carolina5147.46S
43Tennessee52.3553.26S
33Texas46.2649.32S
35Virginia47.9241.38S
47West Virginia54.6465.63S
 AVERAGE S49.6842857152.95769231 
41Alaska50.91 W
37Arizona48.346.27W
10California33.2633.66W
14Colorado37.750W
1Hawaii11.59 W
40Idaho50.8776.47W
38Montana48.8376.47W
36Nevada47.9742.86W
27New Mexico42.9246.88W
29Oregon43.9257.69W
20Utah39.6151.43W
21Washington40.3547.5W
48Wyoming54.7887.5W
 AVERAGE W42.3853846256.06636364 

 

 

Un altra variabile importante, nel confronto, sarebbe la densità di armi pro capite nelle regioni. Tutto quello che ho trovato finora in una breve ricerca in google è questo paper (http://www.springerlink.com/content/l5mu897u52005258/fulltext.pdf) che usa due proxy per "Firearms prevalence" (il primo basato sul numero di suicidi avvenuti tramite armi da fuoco, il secondo derivato da un survey).

Evidentemente, la densità di armi da fuoco è massima nel sud e nell'ovest.

 

bob riesco a capire la differenza fra le due colonne

 

Evidentemente, la densità di armi da fuoco è massima nel sud e nell'ovest.

 

Beh, visto anche che si tratta di proxi, faccio un po' fatica a vedere l'evidenza. A me pare che le cifre siano piuttosto simili anche per il midwest, con una piccola prevalenza nel ovest.

L'unica regione dove sembra che ci siano meno armi è il nordest.

A questo punto mi pare tu abbia smontato abbastanza la correlazione armi/massacri, dato che le due regioni con la massima incidenza di massacri (molto vicine fra loro) sono quella con l'incidenza di gran lunga minore di armi e quella con l'incidenza massima (seppur di poco rispetto alle altre 2).

Inoltre il midwest, pur avendo una concentrazione di armi molto simile a west e sud, ha poco più di metà dei massacri/abitante.

1. il culto dell'autodifesa

(l'autodifesa degenera facilmente nell'offesa gratuita)

2. la diffusione  delle armi, la scarsa regolamentazione, la facilita` di ottenere armi

3. un abbassamento della soglia di tolleranza al dolore altrui

4. l'esaltazione del narcisismo individuale dei singoli

5. il mancato funzionamento (o l'assenza) di meccanismi culturali di sublimazione delle naturali tendenze all'aggressivita` (tra questi meccanismi culturali includo la famiglia)

i fatti elencati nei punti 1, 3, 4, e 5 sono anche dovuti e certamente rafforzati dal mondo dello spettacolo (cinema e televisione)

Oibò, quante granitiche certezze.

 

In Italia non abbiamo potuto usufruire dei punti 1, 2 e 5. Inoltre il mondo dello spettacolo ci proponeva i film di Franco e Ciccio e "Carramba che sorpresa".

Eppure siamo comunque riusciti ad effettuare una serie di "eventi", da Piazza Fontana ai recenti attentati alle ambasciate romane, (passando per Moro, Bologna e l'unabomber del nordest) che nulla hanno da invidiare rispetto quelli americani.

Anzi, aggiungerei che questi traguardi sono stati raggiunti senza nemmeno il "punto 4", perchè i nostri pazzi agivano probabilmente in gruppo e, sicuramente per modestia, hanno sempre agito anonimamente.

Considerando le ridotte dimensioni italiche rispetto al colosso USA possiamo finalmente applaudire un'eccellenza italiana nel mondo !

PS

Non fosse abbastanza ovvio è un commento ironico.

 

scusa, ma quante banalità.....se non ricordo male Washington DC è definita la "murder capital" a causa del numero di omici (che non vengono commessi con le borse della spesa) eppure, nonostante la sentenza Heller, a tutt'oggi vieta il possesso di armi ai privati.

Gli omicidi (e i suicidi) li compiono gli uomini non gli "attrezzi" piombare sulla fermata dell'autobus con una Punto è uguale a sparare al centro commerciale. Quindi bisogna regolamentare le Fiat con buona pace di MArchionne....

Vorrei poi far notare che per una ragione o per l'altra (il nonno cacciatore il papà guardia giurata, la semplice passione ecc) il numero delle case dove è presente un arma non è così diverso, in media, tra Usa e Italia, e che nei giorni tra Tucson e oggi vi sono state tre "stragi" in Italia. L'unica differenza con molti stati americani è la difficoltà, ma diciamo in pratica l'impossibilità, italiana di ottenere il permesso di porto per difesa personale. Ma non mi sembra che questo possa rappresentare un deterrente per il "matto" ne tantomeno per il criminale. Forse, come dice Bill Galston, stratega di politica interna di Obama bisognerebbe reintrodurre il TSO.....

Un controllo semplice potrebbe venire dalla distribuzione degli omicidi "normali" (non stragi), anch'essi correlati alla facilità di procurarsi armi. Sono più diffusi in città o in campagna? I "contadini" sono più pacifici ma quando impazziscono  lo fanno alla grande?

Questo post mi viene come il cacio sui maccheroni per porre una domanda che ho in mente da tempo, alla quale magari i nostri amici amerikani possono rispondere.

Mi sono sempre chiesto se c'è una grande differenza tra la nostra campagna e quella americana.

La nostra sembra essere un oasi di pace e tranquillità, dove la gente lavora duro ma è sostanzialmente felice, piedi per terra e pochi fronzoli per la testa. La americana, specialmente quella del sud, da l'impressione di essere un posto perfettino ma alienante, come nei film, dove la gente aspetta solo il week-end per andare a sbronzarsi nel bar del paese e passa il tempo libero nell'immenso e immancabile mall.

Io sono stato in amerika solo una decina di volte, e come turista, per cui non ho neesuna prova diretta di questi miei pensieri, ma cari amici che vivono in una tranquilla cittadina vicino Boston sembrano essere abbastanza d'accordo con questa tesi, quasi che il vivere in campagna sia fonte di stress maggiore che vivere in città, e magari queste tabelle sono lo specchio fedele di questo stress "campagnolo"

"dove la gente aspetta solo il week-end per andare a sbronzarsi nel bar del paese e passa il tempo libero nell'immenso e immancabile mall."

Senza offesa, ma messa così sembra che la gente nelle zone rurali americane non faccia altro che sbronzarsi e bighellonare nei mall. Mi pare piuttosto riduttivo considerando che sono molti gli americani che suonano, fanno teatro, ballo, volontariato oltre a decine di altre attivita' ricreative. Insomma gente che ha altri interessi extra lavorativi oltre a ciucca e shopping. Poi, ovvio, dipende anche dalla zona in cui si vive. Piccolo esempio: per lavoro mi sono trovato a vivere 18 mesi vicino Jackson, in Mississippi (stato povero e arretrato) fra il 2000 e il 2002. Essendo appassionato di teatro e recitazione credevo di trovare poco o nulla, salvo poi scoprire che esistevano compagnie amatoriali e teatri attivi anche in piccole e modeste località. Stesso discorso per quanto riguarda la musica: non ho mai visto tanti giovani in grado di suonare uno o più strumenti come da quelle parti e disposti a fare massacranti viaggi per pochi spicci in locali, fiere e festival. Mio cognato lavora come promoter in Italia e non avete idea delle lagne deve sentire da certe band per fare qualche chilometro in più.

Scusate per la piccola disgressione.

ML

Grazie. A me la digressione è piaciuta.

purtoppo sono poche le persone che hanno un po' di esperienza "americana" che non siano le ferie o il viaggio di lavoro alla corporate di appartenenza...quasi nessuno sa che la percentuale di volontari è molto più alta che in italia e parlo di volontariato serio non di ong che raggranellano soldi ma gente che bada ai poveri fa il pompiere sabato e domenica....

In realta' come gia' commentato da altri i numeri non sono statisticamente significativi: ci sono troppi pochi massacri (per avere significativita' statistica beninteso).

Se osserviamo 9 massacri, l'incertezza statistica e' radice_di_9 = 3.  Nella tabella che segue riassumo i dati su massacri, popolazione in milioni, massacri per milione di abitanti e relativa incertezza, e "numero di sigma" rispetto alla regione con minore frequenza di massacri, ovvero differenze di frequenza diviso la somma quadratica degli errori.  In termini di numero di sigma, la significativita' e' minore di 2.  In fisica delle particelle si chiedono 3 sigma per evidenza e 5 sigma per una scoperta.

regionemassacripopolazionefrequenza per 1Mincertezzan. sigmaP(uguale ad Mid-West)
Nord-Est6550.10910.04451.250.212
Sud101130.08850.02801.150.251
Mid-West3670.04480.02590.001.000
West9720.12500.04171.640.102

Aggiornamento successivo alla prima versione. Rispetto alla prima versione del commento, ho aggiunto alla tabella precedente una colonna con la probabilita' che il numero di massacri osservato in una regione degli USA sia esattamente uguale al numero del Mid-West (l'area con frequenza piu' piccola) e che la differenza sia dovuta esclusivamente a fluttuazioni statistiche (dovute al fatto che osserviamo un piccolo numero di eventi).  Ho fatto approssimazioni ragionevoli (es. errori Gaussiani).

La frequenza di massacri del West risulta con probabilita' ~10% compatibile con l'essere identica la Mid-West, e quindi 90% compatibile con l'essere superiore al Mid-West. Il 90% sarebbe insufficiente per dichiarare un'evidenza in una pubblicazione di Particelle Elementari, ma puo' essere ragionevolmente essere considerato evidenza di un effetto nelle Scienze sociali.  Ma e' bene tenere presente che non si puo' escludere, al ~10% di probabilita', che i numeri osservati siano compatibili con una distribuzione di massacri identica tra la regione con piu' e meno massacri negli USA.

Aggiungo la tabella del confronto tra aree metropolitane e altrove, in questo caso la differenza di frequenza di massacri osservata corrisponde a 2.8 sigma, un livello vicino alla dichiarazione di evidenza sperimentale in fisica delle particelle, corrispondente ad una probabilita' dello 0.48% che le osservazioni rappresentino uguali frequenze entro le fluttuazioni statistiche attese.

areamassacripopolazionefrequenza per 1Mincertezzan. sigmaP(uguale ad aree metrop.)
aree metropolitane81710.0470.0170.01.0000
altrove201290.1550.0352.80.0048

 

Non voglio lanciare il sasso e poi nascondere la mano (o forse si' e' proprio quello che volevo) ma in queste cose bisogna andare piano con le speculazioni. Io avevo un prior (delle aspettative), che questo tipo di massacri fosse relativamente piu' frequente in campagna che in citta' e nel Sud e nell'Ovest del paese. Avevo anche la convinzione che questo tipo di eventi dipenda in modo rilevante dalla "cultura" del luogo dove avvengono (la convinzione e' coerente col prior). Ben sapendo quanto difficile sia "testare" queste "teorie sociologiche", non mi azzardo a farlo (e se lo facessi sarebbe un lavoro accademico, non per nFA). Pero' mi sono tolto la curiosita' di vedere se nei (pochi) dati si vedesse questa correlazione. (Risultato: si vede ma solo in parte - il Sud sembra fare meglio di quanto mi aspettassi). 

Adesso la discussione ha preso la piega dell'analisi causale - che non si puo' fare ragazzi, non si puo' fare - i dati sulla disponibilita' di armi non aiutano - come spiega Giorgio piu' sopra. Ma anche la questione della significativita' statistica - ragazzi, certo che e' marginale (Alberto, gli standard di nFA sono alti, ma richiedere a questo post gli standard della fisica delle particelle mi par troppo)... Ogni tanto bisogna anche accettare che c'e' poca evidenza, che conclusioni sono difficili da tirare, e anche in questi casi si puo' pero' guardare ai dati.... basta non tirargli il collo. 

A me il fatto che il rapporto citta' campagna sia 30-70 e non 70-30 pare interessante in se'. 


A me il fatto che il rapporto citta' campagna sia 30-70 e non 70-30 pare interessante in se'. 


Why? Di sicuro, fra le molte classificazioni binarie possibili, ce n'e' una che da un 90-10 split ...

Eppoi: sei mai stato a Tucson e/o Austin? A me una sembra campagna e l'altra citta', ma non nell'ordine in cui la tua catalagozione le pone.

Avevo anche la convinzione che questo tipo di eventi dipenda in modo rilevante dalla "cultura" del luogo dove avvengono (la convinzione e' coerente col prior

La suddivisione del fenomeno come più frequente nele campagne, non può dipendere da un maggior tasso di acculturazione, di scolarizzazione, di cultura complessiva insomma di chi vive nelle aree urbane?

non è a mio avviso questione di campagna e cultura, non sono quasi mai degli ignoranti zappaterra ma spesso studenti liceali o universitari oppure impiegati licenziati...Come dicevo sopra mi sembra più un problema di "razza"

Chi fosse interessato ad una mappa interattiva con dati su omicidi con armi da fuoco ecc., qui:

http://www.guardian.co.uk/news/datablog/2011/jan/10/gun-crime-us-state

Peccato che non dividano gli handguns per la population. Perde completamente di significato.

Chi invece non vuole dati ma un'idea dei pazzi liberi di parlare negli USA, qui:

http://www.youtube.com/watch?v=Qpkxoql4xz0&feature=related

Nella lista di Wikipedia manca il Virginia Tech Massacre:

http://en.wikipedia.org/wiki/Virginia_Tech_massacre

 

Qualcuno ha letto/sentito parlare di questo libro sull'argomento? L'ho visto ieri nelle pagine di seconda copertina di un libro di Epstein che sto leggendo.

Guarda, le statistiche su armi da fuoco e relative problematiche vanno prese con le molle. Ho sentito anch'io parlare di quel libro dai miei net pals (che amano svisceratamente il 2. Am.), ma da qualche parte ho letto che ci sono state polemiche sulle sue statistiche, vedi

http://islandia.law.yale.edu/ayers/Ayres_Donohue_article.pdf

ma comunque la tesi di Lott è che se i cittadini sono armati, e in particolare possono portare addosso le armi nei luoghi pubblici (concealed carry), i crimini violenti come rapine,stupri e agressioni diminuiscono. Però si parla di crimini "razionali" come la rapina ( e in qualche misura anche lo stupro è "razionale", se il costo del piacere o dell'umiliazione inflitta alla vittima è troppo alto c'è un effetto deterrente)

Ovviamente, ciò è abbastanza irrilevante nel caso dei massacri, in cui quasi sempre l'assassino dà per scontata la propria morte, cioè il massimo deterrente possibile.

Mi viene in mente comunque il caso Battisti: in pochi hanno fatto notare che Torregiani è sulla sedia a rotelle perché colpito dal padre mentre si difendeva, e l'idea di decine di persone armate in preda al panico che cercano di abbattere l'attentatore mi sembra una ricetta per un massacro. Uno dei miei conoscenti USA (Austin, TX) sosteneva che se gli studenti e professori del Virginia Tech fossero stati armati, avrebbero abbattuto l'attentatore prima che facesse tutti quei morti... ma un professore o un altro studente riuscirebbe a sparare senza esitazione a un suo collega o allievo? Anche nel caso dello psichiatra islamista nella base militare, alla fine è intervenuta la sicurezza della base, non gli astanti.

A proposito di cose difficili da interpretare... o forse sono io che non riesco a capire cosa c'è dietro questo tipo di fenomeni... è un'invenzione giornalistica, o voi amerikani ne avete già sentito parlare? (con le notizie dall'estero del corriere.it vado sempre coi piedi di piombo)

 

 

Sia il Corriere che Repubblica scopiazzano tutto quello che scrivono sugli USA. Nel caso delle pistole, suggerisco di andare su Google News e digitare qualcosa del tipo glock sales 

allora, a mio modesto avviso e conoscenza dei "polli" la spiegazione potrebbe essere molto banale. Quando gli americani si sentono insicuri non cominciano a gracchiare contro il ministro dell'interno (che poi non è proprio come in Italia dato che è uno stato federale ma è per capirsi...) ma pensano a proteggersi. Casa fanno quindi? si armano (poi uno può essere dìaccordo o no ma è un altra cosa) e cosa comprano (dato che sono pragmatici e attenti ai costi) la migliore arma sul mercato, con un buon numero di colpi, in un calibro gestibile anche dalle mogli (anche come impugnatura) e che costi niente (350 euro, in italia 500 ma è economica anche qui) contro i 1000 dollari e oltre di una classica in acciaio completo.

Mah, io non vorrei addentrarmi in ambiti che non mi appartengono e che conosco poco, anche perché leggendo le statistiche che avete finora presentato, non mi è ancora chiaro se questo tipo di fenomeni siano realmente più frequenti negli US rispetto all’Europa. Ma supponendo che lo siano, è possibile che siano dovuti a diversità nell’organizzazione sociale tra vecchio e nuovo continente?

mi spiego meglio: se io italiano decidessi di dare di matto, strutturando le mie azioni criminali attorno ad un vago e farneticante movente politico, in realtà non sussistente ma utile solo come pretesto per fare un gran casino (mi sembra di capire, che più o meno, sia quello che è successo a Tucson, ma se mi sbaglio correggetemi), probabilmente andrei a cercarmi qualche associazione filo brigatista o giù di lì.

E’ possibile che l’americano medio sia istintivamente meno propenso alla collettivizzazione di qualsiasi attività? E che quindi sia più probabile che sia “attirato” da azioni del tipo da voi citato, piuttosto che dal partecipare a organizzazioni di tipo terroristico o simile?.

Preciso che non intendo assolutamente sostenere che l’americano sia meno socievole o compagnone dell’euopeo (il che sarebbe una cazzata colossale), ma semplicemente che è abituato a sistemi aggregativi differenti. Da architetto mi viene da pensare alla struttura del tessuto urbano, che è pur sempre una manifestazione di come una società mette in rapporto ambito pubblico e privato. Provate a pensare al sistema di strade e piazze all’italiana e alle griglie alla Manhattan

Non voglio certo aprire una discussione di sociologia che non sarei in grado di sostenere, ma forse a livello statistico non è così semplice distinguere tra strage compiuta da una persona isolata e quella compiuta da gruppi organizzati.

 

la migliore arma sul mercato, con un buon numero di colpi

 

un caricatore da TRENTA colpi? quando qualcuno ha fatto notare che i GIs hanno vinto la seconda guerra mondiale con l'M1 che di colpi ne aveva otto? Ma di che hanno paura, che gli arrivi in casa il "commando pim, commando pum, commando omicida" della terra dei cachi?

vedi:

http://davidbrin.blogspot.com/2011/01/not-on-colbert-also-tucson-and-magazine.html

 

beh...in certe zone con certe bande ........rischi di trovarti in casa 4 simpaticoni che di far fuori te e la tua famiglia non gliene frega niente......otto colpi , ti garantisco per esperienza, specie in mano di chi non è un professionista servono a forare il muro e basta.....

comunqu la glock viene venduta col caricatore da 15 anche in italia, io ne ho due, per cui fan teenta colpi e lo cambio in meno di tre secondi (ci metterei meno ma non mi voglio sparare sui piedi o al vicino di linea....

 

Nord-est, Sud, Midwest (non si può tradurre), Ovest

 

L'espressione ``Mid-West'' e` ormai entrata e si e` accomodata. Resti pure dove si trova, per carita`. Ma dire che sia intraducibile e` una forzatura impropria. Il punto e` che a seguire questa logica, l'espressione ``Middle-East'' (e con essa tutte le altre) non sarebbe mai stata tradotta in italiano. Siamo tanto caduti nella barbarie (linguistica), che tutto e` diventato intraducibile nella nostra lingua, o piu` precisamente viene considerato tale dai nostri parlanti, in cui si spegne l'uso creativo della lingua, a favore della facolta` adottiva. La lingua non cresce piu`, anzi arretra e perde terreno. Ci vorrebbe una bella tabella che mostri l'estensione della perdita lessicale. Non ce l'ho, ma me ne accorgo senza tabella. Del resto, basta mettere a confronto la televisione attuale con quella degli anni sessanta o settanta, che si puo` rivedere nel canale ``Rai Storia''.

Propongo ancora una volta di sentire cosa ha da dire Leopardi a proposito, anche per sgombrare il campo dalle solite accuse di ``purismo''.

 

Da torvo parola italianissima e di Crusca, il Caro nell’Eneide (l.2. dove parla del simulacro di Pallade) fece torvamente, parola che non si trova nel Vocabolario. Ci può esser voce più chiara, più naturale, e ad un tempo più italiana di questa? Ma perchè non istà scritta nella Crusca, e perchè a quegli Accademici non piacque di porre la famosissima Eneide del Caro fra i testi, avendoci messo tanti libracci, però quella voce non si potrà usare? Questo lo dico per un esempio [...]. Del resto questo è un derivato senza ardire nessuno, e sebbene anche di questa specie se ne danno infiniti, e così anche giovano moltissimo alla lingua, sì per la moltitudine, sì anche individualmente; nondimeno sono forse di maggior utile i derivati, o usi nuovi di parole o modi già correnti, fatti con un certo ardire. Ma ho portato questo esempio per dimostrare come si possano far nuovi derivati dalle nostre proprie radici, che sebbene nuovi, abbiano lo stessissimo aspetto delle parole vecchie e usitate, sì per la chiarezza che per la naturalezza, per la forma, suono ec. e quindi sieno tanto italiane quanto la stessa Italia. Del qual genere se ne danno, come ho detto, infiniti a ogni passo.
(15. Marzo 1821.)

Tutto quello che ho detto della derivazione di nuove parole o modi ec. dalle proprie radici, o dei nuovi usi delle parole o modi già correnti, lo voglio estendere anche alle nuove radici, non già straniere, non già prese dalle lingue madri, ma italiane, e non già d’invenzione dello scrittore, ma venute in uso nel linguaggio della nazione, o anche nelle scritture anche più rozze ed impure, purchè quelle tali radici abbiano le condizioni dette di sopra in ordine ai nuovi derivati ec. E queste nuove radici possono esser nuove in due sensi, o nuove nella scrittura, ma antiche nell’uso quotidiano; o nuove ancora in questo. V. p.800. fine. Qui non voglio entrare nelle antichissime quistioni, qual popolo d’Italia, qual classe ec. abbia diritto di somministrar nuovi incrementi alla lingua degli scrittori. Osserverò solamente 1. quel luogo di Senofonte circa la lingua attica che ho citato p.741. in marg. notando che la Grecia si trovava appunto nella circostanza dell’Italia per la varietà dei dialetti, e che quello che prevalse fu quello che tutti gli abbracciò (come dice quivi Senofonte) cioè l’attico, come quello che fra noi si chiama propriamente italiano. Giacchè c’è gran differenza tra quell’attico usitato da’ buoni scrittori greci, divulgato per tutto, quello di cui parla Senofonte ec. ec. e l’attico proprio. Nello stesso modo fra il toscano proprio, e il toscano sinonimo d’italiano. V. p.961. capoverso 1. 2. Che senza entrare in discussioni è ben facile il distinguere (almeno agli uomini giudiziosi, perchè già senza buon giudizio non si scriverà mai bene per nessun verso) se una parola usitata in questa o quella parte d’Italia, non però ammessa ancora o nelle scritture o nel vocabolario, ec. abbia le dette condizioni, cioè sia chiara, facile, inaffettata, di sapore di suono di forma italiana. (Giacchè di origine italiana, è sempre ch’ella è usata in Italia da molti, purchè non sia manifestamente straniera, e questo di recente venuta; mentre infinite sono le antiche parole straniere domiciliate, e fatte cittadine della nostra lingua.) In questo caso qualunque sia la parte d’Italia che la usa, una voce, una frase qualsivoglia sarà sempre italiana, e salva quanto alla purità, restando che per usarla nelle scritture si considerino le altre qualità necessarie oltre la purità ad una voce o frase per essere ammessa nelle scritture, e in questo o quel genere di scrittura, in questa o quella occasione ec. 3. Che tutte le lingue crescono in questo modo, cioè coll’accogliere, e porre nel loro tesoro le nuove voci create dall’uso della nazione; e che come quest’uso è sempre fecondo, così le porte della scrittura e della cittadinanza, sono sempre aperte, per diritto naturale, a’ suoi novelli parti, in tutte le lingue, fuorchè nella nostra, secondo i pedanti. E questa è una delle massime, e più naturali e legittime e ragionevoli fonti, della novità, e degl’incrementi necessari della favella. Perchè cogl’incrementi delle cognizioni, e col successivo variar degli usi, opinioni, idee, circostanze intrinseche o estrinseche ec. ec. crescono le parole e il tesoro della lingua nell’uso quotidiano, e da quest’uso debbono passare nella scrittura, se questa ha da parlare ai contemporanei, e da contemporanea, e delle cose del tempo ec. Così cresce ogni momento di parole proprissime e francesissime la lingua francese, mediante quel fervore e quella continua vita di società e di conversazione, che non lascia esser cosa bisognosa di nome, senza nominarla; massime se appartiene all’uso del viver civile, o alle comuni cognizioni della parte colta della nazione: e per l’altra parte mediante quella debita e necessaria libertà, che non fa loro riguardare come illecita una parola in ogni altro riguardo buona, e francese, ed utile, e necessaria, per questo solo che non è registrata nel vocabolario, o non anche adoperata sia nelle scritture in genere, sia nelle riputate e classiche. 4. Ripeterò quello che ho detto della necessità di ammettere la giudiziosa novità a fine appunto di impedire che la lingua non diventi barbara. Perchè la novità delle cose necessitando la novità delle parole, quegli che non avrà parole proprie e riconosciute dalla sua lingua, per esprimerle; forzato dall’imperioso bisogno ricorrerà alle straniere, e appoco appoco si romperà ogni riguardo, e trascurata la purità della lingua, si cadrà del tutto nella barbarie. Il che si può vedere, oltre l’esempio nostro, per quello della lingua latina, perchè questa parimente, dopo Cicerone, mancata, o per trascuraggine e ignoranza, come ho detto altrove, e per non trovarsi nè così perfetti possessori, e assoluti padroni della lingua, nè così industriosi, oculati, giudiziosi, solerti, artifiziosi coltivatori del di lei fondo, e negoziatori della sua merce e capitali, come Cicerone; o per timidità, scoraggimento, falsa e dannosa opinione che la ricchezza della lingua fosse già perfetta, o ch’ella in quanto a se non fosse più da crescere nè da muovere, nè da toccare; o per superstizione di pedanti che sbandissero le nuove voci tratte dall’uso, o dalle radici della lingua, come mancanti di autorità competente di scrittori (il che veramente accadeva, come si vede in Gellio); o anche per falsa opinione che le radici o l’uso, o insomma il capitale proprio della lingua non avessero effettivamente più nulla da dare, che facesse al caso, o convenisse alle scritture ec. ec.: mancata dico per tutte queste ragioni alla lingua latina la debita libertà, e la [790]giudiziosa novità, ebbe ricorso, per bisogno, allo straniero, e degenerò in barbaro grecismo. E come, per fuggir questo male, è necessario dar giusta e ragionata (non precipitata, e illegittima, e ingiudicata e anarchica) cittadinanza anche alle parole straniere, se sono necessarie, molto più bisogna e ricercare con ogni diligenza, e trovate accogliere con buon viso, e ricevere nel tesoro della buona e scrivibile e legittima favella, sì i derivati delle buone e già riconosciute radici, sì le radici che non essendo ancora riconosciute, vanno così vagando per l’uso della nazione, senza studio nè osservazione, di chi le fermi, le cerchi, le chiami, le inviti, e le introduca a far parte delle voci o modi riconosciuti, e a partecipare degli onori dovuti ai cittadini della buona lingua.

(G. Leopardi, Lo Zibaldone, pp 784-790)

 

 

 

Che il numero di armi per abitante, o la disponibilita' delle stesse, non sia correlato direttamente ai crimini gun-related è un fatto noto, qui un articolo simpatico di Foreign Policy al riguardo. In particolare esistono paesi in cui per la diffusione della caccia e della vita di campagna (Finlandia) o addirittura per disposizione di legge (Svizzera) armi da fuoco anche pesanti sono molto più diffuse che non negli States.

Sarebbe interessante paragonare il tasso di "massacri" (credo che Bisin traduca così l'espressione americana "killing spree") tra diversi paesi, ma non so se sono disponibili questi dati a livello internazionale. Più facile confrontare il semplice tasso di omicidi.

Da una lettura rapida trarrei le seguenti conseguenze:l'Italia ha un tasso basso, più o meno uguale a paesi vicini come la Svizzera (dove ricordiamo che quasi ogni maschio adulto, e anche alcune donne che hanno fatto il servizio militare, possiede un fucile d'assalto), l'Austria, la Slovenia, e anche di altri paesi europei come il Regno Unito, la Spagna, la Germania e la Grecia; solo un po' più alta la Francia.

Gli USA sono fuori scala rispetto agli altri paesi industrializzati del 1o mondo (il tasso è cinque volte più alto di quello italiano, tre volte quello canadese in cui la disponibilità di armi da fuoco è, mi pare, simile). I paesi asiatici ricchi variano dall'estremamente basso (Giappone, nonostante i film di Takashi Miike, e Singapore), e la Corea del Sud che ha un tasso di più del doppio del nostro (piccolo trivia: il massacro - usando la defininizione accettata da Bisin - più grave mai registrato è stato commesso da un poliziotto sud-coreano, che accoppò 50 persone suonando il campanello porta a porta). I paesi nordici dell'Europa occidentale anche hanno variazioni non indifferenti, dal dato quasi nullo dell'Islanda a quello della Finlandia (credo il paese dell'Europa a 12 con più omicidi); più alti in genere gli altri paesi baltici e quelli dell'Europa orientale. Nella top 20 tantissimi paesi dell'America Latina, soprattutto Centrale e Caraibi, la Russia, e qualche paese dell'Africa Sub-Sahariana (dove immagino in alcuni casi gli omicidi possano essere sottostimati).

Questi dati ci possono dire grossolanamente che la legislazione sulle armi da fuoco non è un fattore di importanza determinante rispetto ad altri; probabilmente è un cofattore. Per fare analisi più raffinate, bisogna capire la differenza tra un paese e l'altro della natura degli omicidi (gang-related, associati alla criminalità organizzata, alle violenze domestiche, all'alcool, alla malattia mentale...) e questo tipo di statistiche sono più difficilmente confrontabili tra diversi paesi. Se dovessi scommetterci dei soldi, direi ad esempio che in Finlandia (in rapporto agli altri paesi scandinavi) contano l'elevato tasso di alcolismo e l'isolamento di molte comunità; se questi dati fossero sovrapponibili a quelli di Norvegia e Svezia (non lo so) allora probabilmente la disponibilità di armi da fuoco potrebbe avere un suo peso (ma anche fattori culturabili meno tangibili: la Finlandia è storicamente legata alla Russia e culturalmente all'Estonia, tutti paesi dove gli omicidi sono molto frequenti). Negli USA gli omicidi sono sicuramente concentrati nelle inner cities e quindi collegati allo scontro tra bande; rimane da spiegare se questi aspetti giustifichino da soli il dato abnorme statunitense, o se invece ci sia un eccesso di omicidi anche in ambienti più suburbani, e se questo possa essere correlato a una maggiore tendenza alla violenza privata, ivi compresa quella che sottende al killing spree.

Intanto ieri altri due feriti in una scuola di L.A. per incidente.