Lettera aperta al Ministro Fazio

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Le fragilità del sistema sanitario italiano: che fare? Se il ministro ci ascoltasse...

La gestione della salute dei cittadini può far cadere un governo regionale, destabilizzare una solida maggioranza parlamentare o mettere in discussione un Presidente. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.

Sono un medico e conosco dall’interno le fragilità del sistema sanitario italiano, che strumentalmente alcune persone si ostinano a considerare tra i migliori del mondo. Ho sperimentato in prima persona alcuni pregi del sistema americano, che le stesse persone si ostinano a considerare il piu’ iniquo al mondo. Con la pacatezza e la modestia necessarie mi sentirei di offrire un suggerimento al Ministro Fazio, investito, da medico, di un ruolo difficile e impopolare ma che, se ben giocato, può essere foriero di prospettive più rosee di quelle che intravediamo oggi.

I quattro problemi della Sanità sono, in ordine di rilevanza: (1) la soddisfazione del cittadino utente; (2) il contenimento dei costi; (3) il reperimento di fondi per il buon funzionamento della macchina e per ragionevoli investimenti; (4) l’incentivazione del personale del comparto.

Pensare che oggi il fruitore sia soddisfatto della Sanità Italiana è, eufemisticamente parlando, un po’ ingenuo. Liste d’attesa abnormi, impossibilità di accedere alle risorse in maniera omogenea, divario Nord-Sud abissale, con ospedali meridionali a volte semivuoti, a fronte di ospedali nel Nord con attese bibliche. Un’utenza locale che sperimenta difficoltà ad accedere alle proprie strutture per una migrazione pletorica (solo a volte non giustificata) da fuori regione. Cosa, quest'ultima, che comporta un indebitamento delle regioni di provenienza e crescente scarsa attrattività delle proprie strutture, con un pericoloso circolo vizioso.

A questo aggiungiamo l’obsolescenza delle attrezzature, in parte legato ad un fisiologico turnover che riflette la rapidità del progresso scientifico e tecnologico, ma in parte dovuto alla miopia risparmiatrice degli amministratori, fenomeno  diffusissimo in tutto il territorio nazionale. Per non parlare del personale, non sempre conscio del proprio ruolo e dei doveri da adempiere, e della farraginosità di ogni procedura, clinica e amministrativa.

La soluzione sta nei maggiori (e, soprattutto, migliori) investimenti e nell’incremento dei controlli, con verifiche semestrali da parte di un organismo “nazionale” terzo della gestione delle struttura, al quale deve conseguire una redistribuzione delle risorse umane ed economiche secondo il principio "premiare" i virtuosi, "punire" i viziosi.

Ma dove reperire i fondi? I fondi non possono che arrivare da una compartecipazione, da parte dell’utente, ai costi della prestazione erogata, secondo possibilità e giustizia sociale. Intendiamoci bene, le caratteristiche della compartecipazione non devono necessariamente passare attraverso un sistema privato di assicurazione: siamo in Italia e non dobbiamo scordarlo! Le assicurazioni private hanno interessi lucrativi ed è prevedibile attendersi tentativi ai limiti del lecito di schivare i rimborsi. Si potrebbe allora prevedere un pagamento diretto con possibile detrazione dell’x% (75%, per esempio) dalle imposte. Sarebbe un modesto onere per il cittadino e una giusta distrazione di parte del tributo per quello cui effettivamente serve.

Questo garantirebbe due cose. Primo, che la struttura sanitaria senza tetti, ribadisco senza il limite massimo del rimborso regionale, possa muoversi più liberamente sul mercato per reperire il professionista più attraente ed incentivarlo con la nuova linfa. Secondo, che le camarille dei vertici (politici, universitari ecc) avrebbero un naturale correttivo, purissimo ed incorruttibile: la soddisfazione dell’utente. Solo così il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe realmente risolvere le zone d’ombra che sono palpabili nel quotidiano rapporto con la gente.

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Commenti

Ci sono 155 commenti

La butto lì. A me sembra che chi assicura la salute non dovrebbe poter erogare servizi sanitari e che né gli assicuratori né gli erogatori dovrebbero poter operare in regime di mono-oligopolio.

di fatto in Italia l'offerta è piuttosto eterogenea: pubblico, semipubblco, privato...

C'e' un grave problema: il SSN e' in mano a politici che rappresentano un anello di un sistema spartitorio. Come cittadino potrei anche essere d'accordo sul versare al SSN un contributo diretto, ma che garanzie avrei su un suo corretto utilizzo in investimenti pro salute? Avete idea di quale percentuale della spesa del SSN sia dedicata al mantenimento dell'apparato burocratico?

E se invece la aziende del SSN ricevessero finanziamenti da investitori cui devono rendere conto in termini di obiettivi, trasformandosi in fondazioni a capitale misto? Non potrebbe essere questa un mezzo per migliorare i risultati senza che siano sempre gli stessi a pagare?

l'autonomia economica della struttura deriverebbe in parte dalla contribuzione del cittadino. Per questo se ti arriva denaro fresco i soldi che guadagni dovresti investirli in qualità, se no io da te non vengo più a pagare, anche se parzialmente, la prestazione sanitaria.

RIGUARDO AL 75% DIRETTO, MI SPIEGHI DOVE UN PRECARIO O UN DISOCCUPATO PRENDEREBBERO I SOLDI PER PAGARE LA PRESTAZIONE??

SI POTREBBE FAR PAGARE SOLTANTO  A CHI SE LO PUO' PERMETTERE, TROVANDO UNA SOLUZIONE PER I MENO ABBIENTI

..."secondo necessità e giustizia sociale" c'è scritto nel mio articoletto....

 

Ma dove reperire i fondi? I fondi non possono che arrivare da una compartecipazione, da parte dell’utente, ai costi della prestazione erogata, secondo possibilità e giustizia sociale.

 

Scusa, ma non ho capito il senso della proposta. Stai dicendo che l'utente paga direttamente le piccole prestazioni quali un esame X o un antibiotico (e potrei essere d'accordo per le fasce di reddito medio alto, ma sarebbe a tutti gli effetti un'altra imposta) o che deve pagarsi tutte le cure a cui eventualmente deve ricorrere?

Perche' ho l'impressione che un'operazione un minimo seria con annessa degenza possa costare migliaia o decine di migliaia di euro ed alcune malattie gravi centinaia di migliaia di euro. Il senso dei sistemi sanitari, private o pubblici che siano, e' quello di assicurarsi contro la sfiga medica. Tu paghi anche se sei sano, ma se hai la sfiga di ammalarti o avere un incidente puoi stare piu' o meno tranquillo. Dove mi sbaglio?

 

Si potrebbe allora prevedere un pagamento diretto con possibile detrazione dell’x% (75%, per esempio) dalle imposte. Sarebbe un modesto onere per il cittadino e una giusta distrazione di parte del tributo per quello cui effettivamente serve.

 

A parte che se poi detraggo il 75% dalle imposte (parli di imponibile o di imposta?) diventa un po' una partita di giro (pago la sanita' ma non pago le tasse), che facciamo con chi ha bisogno di cure mediche superiore alla sua imposta o al suo reddito (tipo la meta' degli anziani)?

 

 

Francesco, il senso che non sono riuscito a rendere è: NON E' PIU' POSSIBILE PAGARE TUTTO A TUTTI. In altre parole se ti devo operare di cataratta, il rimborso ospedaliero della prestazione per la regione Lombardia è di 900€, non è pensabile che il bracciante di Policoro non paghi NULLA esattamente come non paga NULLA il Notaio di Milano... !

Perchè ti parlo della cataratta? perchè è la prestazione chirurgica più eseguita in Italia (circa il 20% di tutti gli interventi chirurgici). Va da se che non mi riferisco ad una trapianto di fegato, per il quale non è pensabile un livello compartecipativo congruo.

Il concetto virtuoso della partita di giro è che non si tratterà più di una partita di giro, io i miei soldi li darò all'ospedale che mi cura meglio e che farà di tutto per avere un paziente in più.

Dopo vent'anni di attività ospedaliera sono sempre piu convinto che il sistema non sia realmente riformabile. Esso è un'espressione del paese ed inevitabilmente ne segue la strada. Le proposte serie e concrete fanno onore a chi le avanza, ma appaiono donchisciottesche a chi,come me (noi),si scontra quotidianamente con la realtà. Conosco (conosciamo) direttori generali che sanno dire solo "minchia",primari che non riescono a dire nemmeno quello, chirurghi che non distinguono il maschio dalla femmina etc. Ah,dimenticavo, l'immancabile centralinista che non parla nemmeno in italiano.

Mi perdoni Dottore ma proprio non riesco ad essere ottimista.

 

BENISSIMO, INDIVIDUATO IL PROBLEMA, MA LA SOLUZIONE NON E' PRIVATIZZARE

Per chi riesce a tirare fuori i soldi (magari non finendo con il culo per terra comprandosi la casa) sono concorde che la sanità funziona esattamente come da lei indicato (non applicabile nel caso si finisca in un pronto soccorso).

Nel merito anche del confronto della sanità italiana con quella americana vorrei far presente che ho VERIFICATO più volte che quella italiana funziona PREVALENTEMENTE con un processo che comporta un finanziamento privato-pubblico.
Ovvero ho dovuto SEMPRE pagare lo specialista con una visita in tempi brevi nel suo studio personale (finanziamento privato di elevata entità), per poi essere operato in tempi brevi nel suo ospedale (finanziamento pubblico di elevatà entità).
Ma secondo voi è normale che in un sistema sanitario TRA I MIGLIORI DEL MONDO telefonando al CUP si riesca a ottenere una visita per calcoli renali  nella struttura esperta di ambito dopo UN anno o dopo sei mesi nel primo ambulatorio libero.
In conclusione al costo in percentuale della sanità italiana va sommato il costo delle visite specialistiche private (in ogni caso chi è povero rischia e soffre molto di più).

e' vero, purtroppo spesso è vero... allora smettiamola con la demagogia, abituiamoci a pagare meglio un servizio migliore ed incentiviamo gli ospedali ed i medici più bravi...

..."secondo necessità e giustizia sociale" c'è scritto nel mio articoletto....

Non sono medico e per mia fortuna o usato pochissimo le strutture del SSN. Non sono neppure contrario alla compartecvipazione. Il motivo del commento è esprimere stupore per il fatto che con tutte le tasse che vengono spremute dai contribuenti occorra partecipazione ulteriore dei cittadini per la scuola, per la sanità e chissà cos'altro.

come non darti ragione...ma se non ci sono risorse..cos'altro si può fare?

Sono anch'io un medico (specializzando alle prime armi, per dirla tutta).

La mia esperienza è con la sanità nel Nord-Est. Riferendomi ai punti che citi tu, direi che sul punto (2), il contenimento dei costi, il SSN è fin troppo bravo. Mi aspetto da un momento all'altro che mi dicano che devo portarmi lo sfigmomanometro da casa o che montino letti a castello nelle stanze. Naturalmente, il direttore generale ha interesse a risparmiare ORA, non ha fare investimenti che possono avere effetti virtuosi (sulla salute e sul budget) tra cinque, dieci o quindici anni.

Sulla soddisfazione dell'utente, invece, meglio non esprimersi. Comincio a credere anch'io che creare una concorrenza tra strutture sia l'unico modo per evitare il presentarsi di scene da quarto mondo a cui tocca assistere. Però l'idea mi spaventa, perchè la soddisfazione personale poco si sposa con la buona medicina, campo in cui le leggi del mercato funzionano poco e bisogna sempre ragionare in termini di collettività. Non è un discorso ideologico: è che la medicina funziona sui grandi numeri.

Un esame inutile, anche se pagato dall'utente, è dannoso per lui e per la società. Se faccio la TC ad cazzum a tutti gli ipocondriaci che vogliono pagarsene una, è statisticamente inevitabile che avrò una marea di falsi positivi, e sarò costretto a fare migliaia di interventi chirurgici inutili. Creare vera concorrenza tra le strutture mi darà infermiere gentili e medici civili, ma non si rischia forse la levitazione dei costi? Ogni tanto per consolarmi penso che gli ospedali italiani (o almeno quello in cui lavoro io) facciano un'opera benemerita di disincentivare la medicalizzazione della popolazione.

l'una e l'altra cosa...ma se tu fai pagare, anche in piccola parte quella famosa TAC, il paziente ipocondriaco avrà una ragione in più per non pretenderla...sei giovane io faccio il medico da più di 25 anni, c'era un temp, quando i farmaci non ci costavano nulla che le case egli Italiani erano piene di armadietti con medicinali di tutti i tipi... era una abitudine solo italiana..., che faceva sorrdere i miei amici d'oltralpe. Le case farmaceutiche gongolavano, i medici di famiglia erano munifici elargitori e lo Stato pagava, pagava, pagava...

La mia esperienza è con la sanità nel Nord-Est. Riferendomi ai punti che citi tu, direi che sul punto (2), il contenimento dei costi, il SSN è fin troppo bravo. Mi aspetto da un momento all'altro che mi dicano che devo portarmi lo sfigmomanometro da casa o che montino letti a castello nelle stanze.

Mi permetto di dissentire in quanto conosco diverse situazioni assurde in ospedali del Nord Ovest (Emilia e Lombardia)

Un esempio su tutti: un medico strutturato viene spostato di reparto a causa di conflittualità personali col primario. Nel reparto a cui è stato assegnato svolge compiti di assistenza alle infermiere, medicazioni e poco altro, perchè la sua specializzazione non ha nulla a che spartire con le prestazioni mediche di quel reparto; eppure il suo stipendio è quello di strutturato, oltre 4000€/mese, di certo non commisurato alle prestazioni che offre.

Non è forse uno spreco enorme?

Mi viene quindi naturale azzardare un paragone col mondo della scuola e dell'amministrazione pubblica in generale: il grosso della spesa è destinato e finalizzato al pagamento di stipendi, non all'erogazione di un servizio. Io inizierei ad indagare su quanto siano pagati i vari dipendenti e dirigenti delle ASL, e se i loro servizi siano necessari e retribuiti adeguatamente.

 

Io ho avuto a che fare con un ospedale del nord-est due anni fa e sono rimasto stupito del servizio,forse per il fatto di essere stato costruito da pochi anni,il massimo dei letti era di due per stanza e il mio amico ricoverato era in singola non pagata(e non aveva malattie contagiose).Sono d'accordo che le liste d'attesa sono lunghe nel caso non sia una cosa urgente e che se vuoi il medico di cui hai sentito parlare bene occorre pagare anche abbastanza,pero avendo sentito da parenti di episodi spiacevoli in germania e gran bretagna,la realta italiana perlomeno quella con cui ho avuto a che fare è migliore.

Se poi vogliamo fare classifiche sevono come al solito i dati,quelli dell'oms che ho cercato sono un po' vaghi per quel che riguarda liste d'attesa o altro.

 

L'OMS non fornisce questi dati.

ti faccio anche io un esempio personale, io opero in un ospedale universitario di Milano, la lista d'attesa nella mia Unità di Oculistica Pediatrica, supera i trenta mesi, facciamo 12 interventi alla settimana (due turni operatori) ed ho 780 pazienti in lista d'attesa (i dati puoi averli dall'Ospedale), se consideri che ci sono poi interventi non differibili... il 45% viene da fuori regione.

Io sono lì tutti i giorni , ma non ci sono spazi e personale per gestire un maggior numero di sale operatorie...

 

Sono un medico e conosco dall’interno le fragilità del sistema sanitario italiano, che strumentalmente alcune persone si ostinano a considerare tra i migliori del mondo. Ho sperimentato in prima persona alcuni pregi del sistema americano, che le stesse persone si ostinano a considerare il piu’ iniquo al mondo.

 

Penso possa essere utile ed interessante se potessi portare qualche dato (OMS etc...) che possa confermare o smentire il fatto che la sanità italiana sia tra le migliori del mondo e quella america tra le più inique. Credo, infatti, che le esperienze personali non possano essere considerate significative.

Ad esempio io non posso che essere più che soffisfatto della sanità italiana: nel reparto maternità di un ospedale del Nord-ovest le future/neo-mamme sono sistemate in camere doppie con la possibilità di scegliere ogni giorno tra due diversi menu più uno vegetariano e sono seguite da medici ed infermieri che sono stati sempre attenti, gentili e disponibili a rispondere a qualsiasi domanda. Aggiungo ancora che, sempre nello stesso ospedale, vengono organizzati "corsi" pre-parto completamente gratuiti. Il servizio offerto è stato quindi, a mio avviso, eccellente. Ma, come ho già detto, si tratta solo della mia, poco significativa, esperienza.

P.S. Chiedo agli ameriKani che bazzicano da queste parti: quanto costa partorire negli USA? Un amico a San Francisco mi ha detto di aver ricevuto una parcella di 15.000 dollari...ovviamente ha un ottima assicurazione sanitaria.

La statistica famigerata dell'OMS in cui l'Italia era al 2o posto dei sistemi sanitari mondiali (1o posto la Francia), quella che si vede in Sicko di Michael Moore per intenderci, si basava sul'equità e sulla percentuale di servizi erogati dal pubblico.

Più interessanti i dati dell'OECD, su parametri come la sopravvivenza rispetto a specifiche malattie (cancro al colon piuttosto che ictus) o i tassi di ospedalizzazione nelle malattie croniche. Qui qualche dato riassuntivo, poi sarebbe da spulciare meglio. Non sembrerebbe che l'Italia se la passi malaccio, o meglio, in qualche modo misterioso il sistema regge, con una spesa lievemente inferiore alla media OSCE. Quello che l'OECD non fotografa sono gli abusi (dalla semplice maleducazione al nepotismo e alla politicizzazione delle ASL), le liste di attesa interminabili per interventi che magari non condizionano la sopravvivenza ma sicuramente lo stile di vita, e poi le disparità regionali: io non so se qualcuno abbia confrontato la "forbice" tra sanità locali buone e cattive in altri paesi, ma se un mio parente muore per malasanità a Crotone non mi consola tanto sapere che a Milano o a Treviso ci sono standard vicini al Nord-Europa.

La mia esperienza è anche nel Nord-Est ma non riguarda l'ostetricia, bensì la medicina interna. C'è da dire che là vediamo problemi che purtroppo non dipendono solo dai nostri amministratori ma anche da trend demografici; cioè un numero enorme di pazienti anziani non autosufficienti, con supporto familiare inadeguato, che devono essere gestiti con ospedalizzazioni improprie (quello che in uno relativamente giovane e autonomo può essere gestito ambulatoriamente magari richiede un ricovero di due settimane) in strutture cronicamente sotto organico (il nostro reparto è universitario, quindi tra specializzandi vari di medici ce ne sono fin troppi, ma gli infermieri sono caricati di lavoro all'inverosimile).

sottoscriverei le parole del giovane Panizon in toto...

La parola "strumentalmente" e il "si ostinano a considerare", nella frase "strumentalmente alcune persone si ostinano a considerare tra i migliori del mondo" stanno a significare che l'autore non crede che lo sia tra i migliori al mondo. !!!

 

 

In realtà nessuno qui demonizza o idolatra una Sanità rispetto all'altra, io, per quanto mi riguarda segnalo due esigenze: 1. recuperare risorse (per assumere giovani medici, incentivare i medici più esperti e più bravi (bravi perchè scelti di più dall'utente) e per acquistare migliori apparecchiature. 2. Eliminare un divario che vivendo al SUD si sente drammaticamente...tutto questo senza polemiche e con molte incertezze su quale possa essere la strategia più indicata, senza competenze economiche ma con un po' di realismo del vissuto. 

Se posso esprimere la mia opinione, ci sono sistemi come quello tedesco, olandese, francese, svizzero che sono definiti "misti". Una parte dei fondi viene da assicurazioni obbligatorie, che pero' non posso fare utili (solo costituire riserve obbligatorie) ed un'altra parte dei fondi viene dalla fiscalità generale. Un terzo fianziamento viene dai contributi diretti (franchigie, prestazioni non coperte). 
Per la svizzera a grandi linee abbiamo assicurazioni = 50%, Stato (confederazione, cantoni e comuni) = 30%, privati = 20%.
Soluzioni simili in germania, con le casse malattia (http://de.wikipedia.org/wiki/Krankenkasse).

La soluzione è quella di separare nettamente i fornitori di prestazioni (medici, ospedali, farmacie) dalla parte che si occupa di distribure equamente la spesa e raccogliere i fondi. Senza separazione c'è "conflitto di interessi". Se lo stato deve risparmiare, taglia le prestazioni.

In fondo non si tratta di inventare la ruota ma semplicemente di vedere come si fa in Europa, con l'eccezione di UK, ITA e Svezia.

Qui trovate una sintesi del sistema svizzero delle Krankenkasse, decisamente simile a quello tedesco.
Inoltre potete questa sintesi sui sistemi sanitari misti e la mia ipoesti, una decina di anni fa, su come fare questa riforma in Italia.

Una sola cosa: ne parlai con alcuni primari italiani che avevano lavorato a lungo all'estero.
MI dissero che era una idea ottima, anche non era nulla di rivoluzionario ma era solo la realtà che loro avevano trovato in Euriopa. Ma mi dissero anche che una simile riforma i politici italiani non la avrebbero voluta mai.

In effetti una proposta simile venne fatti ai tempi della commissione Onofri (1996-1997) la quale illustro' i sistemi misti e dichiaro' un grande interesse per il sistema olandese.
Non se ne fece nulla, per il NIET dell'allora ministro Rosy Bindi.

Francesco

 

OTTIMO IL SISTEMA OLANDESE, IN QUANTO PREVEDE UN SISTEMA DI CONCORRENZA FRA ENTI EROGATORI DI PRESTAZIONI MEDICHE, MA IN ITALIA  POTREBBE ESSERE APPLICATO? E DA CHI VERREBBERO LE RESISTENZE A NON FARLO??

Francesco, in effetti la mia esperienza in Germania, mi ha insegnato che si tratta diun sistema più equo e anche PIU' CONTROLLABILE

Di indicatori qualitativi in sanità ne esistono una marea, il livello di soddisfazione/insoddisfazione percepita dal paziente è un pessimo indicatore, qui ci sono quelli del Ministero, qui quelli dell'UE.

L'Italia spende, mediamente, per ogni cittadino € 1.702,00, qui alcuni dati, e, come detto anche sopra, bene o male nella media OECD. Il Sistema Sanitario, nel suo complesso funziona bene: le cure ci sono, i pazienti sono curati, le mortalità non indicano che in Italia ci siano maggiori fattori di rischio rispetto ad altri paesi. Tempi di attesa abnormi ? Solo per alcune patologie e per alcune regioni, che preferiscono avere ospedali sul pizzo di montagna (e ogni qual volta si parla di "chiusura di ospedali" abbiamo sollevazioni popolari), piuttosto che una Sanità decente, ma nulla hanno a che vedere con "compartecipazioni alla spesa", che, tra l'altro, già ci sono.

 

Primo, che la struttura sanitaria senza tetti, ribadisco senza il limite massimo del rimborso regionale,

 

A che strutture ti riferisci ? Gli ospedali sono rimborsati tramite i DRG, o è cambiato qualcosa ?

 

possa muoversi più liberamente sul mercato per reperire il professionista più attraente ed incentivarlo con la nuova linfa

 

Questa mi sembra una "sciocchezza" (senza offesa, ovviamente: è il mio punto di vista): primo, almeno nella sanità pubblica si dovrebbe ridiscutere il Contratto,secondo nella Sanità privata, invece, è già così e abbiamo visto gli effetti perversi nei casi della clinica S.Rita in Lombardia, e ti posso garantire che anche in Campania è così,terzo, il professionista valido lo attiri con la possibilità dell'Intramoenia, e , ma sicuramente lo sai, laddove l'intramoenia funziona il supermega professionista non si muove.

Nel tuo sistema io già vedo gli effetti perversi: medici che giocano al rialzo sulla percentuale, con conseguente rialzo dei costi sanitari, per effetto trascinamento (quasi inevitabile) dei salari, e avremmo i costi della sanità USA (dove i soldi sono spesi non per il sistema, ma per la mancanza di concorrenza nel sistema) con la sanità italiana.

 

La soluzione sta nei maggiori (e, soprattutto, migliori) investimenti e nell’incremento dei controlli, con verifiche semestrali da parte di un organismo “nazionale” terzo della gestione delle struttura, al quale deve conseguire una redistribuzione delle risorse umane ed economiche secondo il principio "premiare" i virtuosi, "punire" i viziosi.

 

Questa mi sembra un'affermazione poi, se possibile, anche peggiore, anzichè cercare di innalzare la qualità di base, si scatenano effetti disincentivanti su un settore che comunque deve avere caratteristiche minime. O specifichi cosa vuol dire "punire i viziosi", tenendo presente che già adesso sono in vigore sistemi punitivi per chi sfora il budget (sulla cui divisione ho forti perplessità, come avrai letto) o l'affermazione è priva di senso.

Poi avere l'ennesimo carrozzone romano che fa valutazioni mi sembra un non senso, già adesso il Ministero ha approntato degli indicatori, come evidenziato nel link che ho riportato, basta rapportarsi a quelli. Tra l'altro anche la definizione di "virtuoso" mi sembra un non senso, almeno senza una specificazione di "virtuoso".

Sarò brutale e diretto (ma so anche essere simpatico e accetto le critiche): questa lettera aperta mi sembra il tentativo di chiedere più soldi per i medici (seguendo la sanità USA?), ben sapendo che i soldi lo Stato non li ha, e chiedendoli quindi ai cittadini, con la scusa di inserire "meccanismi premianti".

Caro Marco di sicuro sei simpatico ma sei anche demagogico... che male c'è a chiedere più soldi per i medici. Lavoro in questo mondo da 25 anni e a stento raggiungo i 3.000 € al mese, se non ci fosse quel po' di intramoenia consentito non potrei mantenere eppure la famiglia a Milano, benedetta sia l'attività privata!

... Ma pensa un po'...io non vorrei farla proprio... vorrei spender il mio tempo solo nel pubblico ed avere negoziato un contratto in realzione a quanta gente riesco a soddisfare e attrarre nella mia struttura, se vuoi parlarne con il mio Direttore Generale, io non vedo l'ora per 8.000 € al mese di smetterla con il mio Privato.  Ti sembra tanto? in Olanda il mio omologo prende quella cifra, fa quadrare i conti della struttura e, ti assicuro lavara molto meno di me...

ma sono simpatico anche io... non me la prendo se un populista mi dice che dico sciocchezze o non sensi e affermazione se possibile peggiori...

 

" cercare di innalzare la qualità di base " ma dove sta scritto che una qualità di base non ci sia  già? o meglio cosa intendi tu xqualità di base. medica o strutturale? può essere anche che la qualità di base medica ci sia ma che poi la mal gestione interna della struttura penalizzi la stessa e allora forse un terzo potrebbe servire a rendere la diatriba più fluida mi sembra questo forse il sensodell' affermazione che tu contesti o no?

forsesarebbe meglio svecchiare questa classe di omnipotenti baroni fai DG, Presidi, detentori di risorse politicizzati fino al collo che non vedono o che anzi vedono troppo bene al di la del loro naso e permettere a chi ha linfa di rimodernizzare questo è

si potrebbe provare a consegnare ai fruitori del SSN, il conto della prestazione resa; un conto comprensibile ma abbastanza dettagliato, che non comporta ovviamente alcun obbligo finanziario ma che dovrebbe sensibilizzare riguardo alle spese effettive a carico della fiscalità.

cominciando ad es. dai ricoveri: alla lettera di dimissioni, si firmi anche la ricevuta, o meglio la presa visione dei costi alberghieri e delle varie cure mediche, specificati con un dettaglio simile a quello che si avrebbe per avviare una pratica di rimborso presso un'assicurazione privata. per un periodo transitorio, esoneriamo prudenzialmente i cardiopatici :-)

sono troppo naif? a me sembra che si dia troppo per scontato una percezione corretta di tali costi da parte di un utente medio. siam qua che ce la contiamo fra di noi e noi mai ammetteremmo di non conoscerli, almeno approssimativamente.

l'aggravio burocratico, non ci dovrebbe essere: una contabilità omogenea, almeno formalmente corretta, esiste già di sicuro. l'effetto non è garantito, ma non vedo nemmeno possibili conseguenze perniciose.

 

 

L'informazione è sempre positiva. Non è detto che comporti cambiamenti comportamentali, ma certamente la possibilità è maggiore che nel caso dell'ignoranza dei fatti (e dei numeri). Temo che ad opporsi sarebbero i medesimi che sono contrari a far sapere ai percettori di busta paga quanta parte della spesa che le aziende sostengono per i loro emolumenti viene fagocitata dall'idrovora pubblica ......

CONCORDO

 

Se è vera la seconda come misurare in assoluto la qualità del ns. sistema?

 

Il nostro stato di salute è ottimo, dice OMS (ricordo il doc del 2000 che ci metteva a pari merito con la Francia o subito dopo).

Ma se dallo stato di salute dei cittadini si passava a misurare:
a) l'omogeneità dell'erogazione delle prestazioni sanitarie nel paese
b) l'equità della distribuzione economica del costo tra i cittadini
da primi si scendeva in posizione sedici (scusate, vado a memoria) cosa che per un paese allora del G7 era veramente disonorevole. 

A mio avviso la qualità di un sistema sanitario si misura:
1) dalla qualità delle prestazioni (compreso il tempo d'attesa per avere le prestazioni stesse)
2) dalla omogenità di queste prestazioni nel territorio
3) Dall'equità del sistema che rimborsa il costo di queste prestazioni suddividendolo tra tutti.
4) dallo stato di salute risultante nella popolazione
5) dai casi di malasanità, dalla burocrazia, dalla code, dal ricorso al privato quando il pubblico è inefficente

Francesco

 

 

Il nostro stato di salute è ottimo, dice OMS (ricordo il doc del 2000 che ci metteva a pari merito con la Francia o subito dopo).

 

Quella era una classifica molto particolare, di efficienza, che misurava quanto vivevano gli italiani in media diviso il costo del sistema sanitario. In quella classifica Andorra, Colombia e Oman se ricordo bene risultavano avere un sistema sanitario migliore di Germania e Svezia. Insomma, quella classifica misurava qualcosa di sostanzialmente diverso dalla qualita' dei sistemi sanitari nazionali.

SSN italiano risulta favorita, a fronte di risultati mediocri in termini di durata di vita

Stai dicendo che in italia ci sono risultati mediocri in termini di durata di vita media?

Qui la famosa ricerca dell'oms

 

 

Cara Biba, forse sono andata giù n po' pesante, ma, secondo me bisogna distinguere i livelli; infatti, non ho nessuna intenzione di mettere in discussione la competenza professionale del medico che, vedendo il profilo, competenza che gli riconosco sicuramente, anche se credo che non è di certo del riconoscimento di una sconosciuta quello di cui ha bisogno. 

Semplicemente mi infastidiscono sempre molto i toni che mi sembrano molto vicini a uno sfogo depresso di chi non ha ottenuto qualcosa che voleva (più soldi? nuovo contratto?) ammantato da atteggiamento meditabondo e apparentemente preoccupato delle ricadute sociali....peccato che poi proponga a Fazio di far anticipare i costi della sanità ai cittadini...c'è da sperare che Fazio non lo ascolti!

Se dovessi fare una proposta a Fazio, o a qualche altro ministro, per trovare nuovi fondi da investire, gli proporrei di valutare e rimettere in discussione le agevolazioni economiche che lo Stato elargisce al Vaticano, ad esempio, oppure una riforma del sistema dell'8 per mille....

 certo che noi donne affrontiamo gli argomenti in maniera molto più introspettiva rispetto alla superficialità degli uomini

Forse non si tratta di superficialità vs profondità, quanto di sottolineatura di aspetti differenti...è però una fortuna che ci possano essere visioni diverse!

PS:

non è tanto importante che Nucci risponda oppure no; il blog è un'occasione di confronto e scambio, indipendentemente dall'autore

 

 

peccato che poi proponga a Fazio di far anticipare i costi della sanità ai cittadini...c'è da sperare che Fazio non lo ascolti

sono veramente negata l'unica cosa che riesco a fare è usare il grassetto x evidenziare ma oltre non riesco ad andare (scusa divagazione mia xchè non riesco ad usare sta benedetta blockquote)

tornando a noi quello che io ho recipito è, che propone  l'anticipo totale o parziale che sia  da parte nostra ma che poi noi lo recuperiamo detraendolo dalle tasse.(ipotizzava il 75% )

  naturalmente la proposta (sua) è solo ed esclusivamente atta a quei contribuenti che detengono e appartengono  ad una certa fascia di reditto alta , tutto invariato x i non abbienti o/e indigenti dove i costi sarebbero coperti con i soldi pagati dai più ricchi oltre naturalmente da quel poco che gli viene destinato dalle regioni visto che il resto sparisce o non si sa bene dove vada a finire

io questo ho capito

non è tanto importante che Nucci risponda oppure no; il blog è un'occasione di confronto e scambio, indipendentemente dall'autore

mi si è incantato nuovamente il tasto che palle....

cmq... a mio avviso invece è altresi interessante sapere l'autore che ne pensa, visto che l'argomentazione è sua  ed è lui che  l'ha sollevata quindi mi sembra lecito  e giusto sapere che ne pensa

Cara Biba e Cara Marcella, vi devo delle spiegazioni..fosse per me scriverei tutti i giorni sul blog e leggerei ogni due ore i vs commenti, per vanità... e per interesse...ma mi manca l tempo

..sono anche consapevole che quando uno esprime un parere in un bar, ad una cena ecc.. deve aspettarsi che altri replichino e che, se non altro per movimentare la discussione, entrino in polemica, anzi direi che tutto questo è normale ed auspicabile... Anche i toni possono essere accesi, non mi ha infatti offeso sentire che "dovrebbero darmi il Nobel per curare la mia depressione".

Sapete, molti scrivono per curare la depressione...,ma il mio tono, se avete a bontà di leggerlo senza preconcetti, non è depresso, semmai è questuante.

Credetemi, io non sono di quelli che ce l'ha con la Bindi per la gabbia in cui ha sperato di rinchiudere le nostre velleità di guadagno, la mia idea convinta, quella di un medico che vorrebbe manere optime nella sanità pubblica, è di non dovere, per forza, arrotondare fuori.

Ribadisco: molti di noi, se gli stipendi fossero migliori, farebbero TUTTO all'interno degli ospedali.

Credo che se non si troveranno altre risorse il sistema imploderà, e credo che le risorse non possano che venire, come scrivo chiaramente, dall'utente più ABBIENTE.

Perdonatemi se non risponderò con premura, ma non ho sempre il tempo di farlo, e continuate pure a stuzzicarmi, non sono permaloso... Biba e Marcella al Nobel non arriverò, ma qualche bel riconoscimento internazionale ogni tanto arriva, ma solo perchè vogliono curare la depressione. Mentre la ragione per cui scrivo qui è che nel lontano 1989 ero con Alberto Bisin (una delle voci autorevoli di NFA) a Chicago, lui studiava come un matto, io fingevo di farlo, e lui mi ha speigato che se volevo veramente una seconda laurea in economia potevo leggere il suo blog...giusto per conoscere gli economisti attivi...that's it!

 

Gent.le prof.o caro Paolo,non so quale dei 2 preferisci e posso permettermi

tu sei stato, da Marcella candidato al Nobel ,Io invece , in questo blog arrivata per caso, il mio Nobel l'ho già vinto "gallina in 1 pollaio di galli edotti"...non male è....ti assicuro che mi piace da morire e ci vado a nozze 

bando a ciò e  x tornare al tuo articolo che, ribadisco condivido abbastanza , ritengo che il sistema così com'è , sia già abbasta " sull'orlo del baratro "e che, se la soluzione non verrà trovata nel minor tempo possibile, veramente allora poi saranno "c...i amari "ma x tutti

quindi trovo giusto e sostengo " il togliere hai ricchi x donare hai poveri "

un'altra cosa vorrei chiederti, sempre tenendo presente il mio cervello ridotto, ma non c'era legge che imponeva 1 scelta  se stare "o dentro o fuori" il pubblico, quindi con non ammissibilità di 1 extra professione privata?

e cmq giusto è che se sottopagati x quello che si da e fa, si trovi modo diverso x incrementare  il proprio reddito ,non è reato... ma lo stesso principio che vige x 1 top manager solo parametrato in maniera molto diversa  

P.S. sulla tua/sua permalosità mantengo riserva anche xchè non ho ancora conosciuto uomo che non lo sia....specie poi in 1 blog come questo, dove così tanti primi della classe tutti insieme non gli avevo mai incontrati ma...c'è sempre 1 prima volta a tutto ....n'est pas.... 

e.... meno male che qlc lavora (a buon intenditor poche parole ) sono certa che TU qui mi hai capito benissimo

 

Esimio Professore,

 

Belle domande infatti. Manca il quinto problema però.

L'utilizzo libero della struttura pubblica per prestazioni private.

Come lo dice giustamente Biba, le inumerevoli possibilità di accorciare le code scegliendo la visita privata al posto di pubblica è proprio il sistema che incentiva il medico a mettere a frutto la sua capacità cognitiva per far crescere i suoi guadagni senza aver fatto crescere il benessere della sua gente.

Allora, aggiungendo questo spinosissimo problema alle probelmatiche da te esposte, si può capire il perchè di cosi tanta limitata efficienza.

Va beh, io vengo da un sistema sanitario che avrà le sue beghe, anche se mi è capitato di salire a bordo del treno "sanitario" (linea Torino-Lione, il lunedì mattino...): non esiste il contrario, cioè un esodo cosi massiccio di francesi, tedeschi, austriaci o svizzeri che si fiondano in Italia per accedere ad un SSN favoloso. Non è assolutamente sorprendente.

Certo che mi fa sempre impressione osservare che, nonostante la gente sia preparata in modo eccellente (la tecnica italiana è comunque di altissimo livello) non riesca a mettere la sua materia griggia al servizio della sua gente: le code assurde negli ambulatori sono frutto di disorganizzazione di chi gestisce, non per eccesso di richiesta di chi ha bisogno!

Ci sono problematiche pesanti legate all'intromissione di dirigenti incapaci (neanche preparati alla gestione, figuriamoci la gestione dell'attività sanitaria) e dall'altra parte c'è un sistema che, come sempre, premia il più furbo. E quando un medico, un professore, si vuole mettere in gioco anche cercando il massimo profitto, allora sono guai per tutti: col cervello che c'ha, fa man basse su tutto!!!

La vocazione, in queste condizioni, diventa una cosa extra e quasi da non esibire: risulterebbe sciocco metterla in evidenza come obiettivo principale!

Io ho un medico di base giovanne, che per la sua fortuna ha ereditato dei pazienti del suo padre e cosi non ha dovuto fare la fame prima di mettere assieme un portafoglio pazienti sufficiente. In compenso ha studiato un sistema intelligente per rendere la coda nel suo ambulatorio meno gravosa.

Però è chiaro che l'organizzazione del SSN cosi com'è adesso è da deficienti: vogliamo parlare del sistema di prenotazione delle prestazioni col CUP e dell'attesa predefinita in base all'urgenza della prestazione? C'è una città del nord dove la gente allo sportello non ha neanche capito il senso della differenziazione dell'attesa e appiopa 180 GG d'ufficio d'attesa anche se ci sono delle date disponibili prima: la dura messa alla prova dell'intelligenza umana...

 

 

 

 

 

Come lo dice giustamente Biba, le inumerevoli possibilità di accorciare le code scegliendo la visita privata al posto di pubblica è proprio il sistema che incentiva il medico a mettere a frutto la sua capacità cognitiva per far crescere i suoi guadagni senza aver fatto crescere il benessere della sua gente.

il mio,voleva solo essere un paragone tra 2 sanità gestite in maniera differente e capire come mai non possiamo ogni tanto svalicare e cogliere"il meglio"dai nostri cugini che hanno anche loro liste d'attesa, offrono anche loro la chance ma con costi notevolmente inferiori ai nostri

presumo quindi, che  alla base di ciò  la differenza stia nel contratto e nella non possibilità di scelta, o sei pubblico o fai il privato 

 

 

Se io fossi il padrone di un ospedale, cercherei di impedire che un mio dipendente lavorasse privatamente salvo che la sua atttività non portasse un vantaggio, di qualche natura, anche all'ospedale (magari anche il semplice fatto di poter impiegare quel particolare dipendente).

scusa, è che ormai sono un pò prevenuta... visto ciò che alcuni hanno esternato sul mio conto e sulla mia "presunta  kultura "  pensavo che tu fossi l'ennesimo che ironizzava

infatti vedi che ho titolato "1 castroneria certa "( intesa la mia )

e cmq la mia domanda era: ma il divario così abnorme, a parità di specialistica da che cosa è dovuto?

ci sarà 1 motivazione a tutto ciò, presumo

 

 

Ho riletto tutto e ho capito a quale divario ti riferisci. La ragione dei 300 euro in Italia sono gli "incumbent" (oltre alla cattiva organizzazione). Quanto ai 60 euro in Francia, nel caso, io cambierei mestiere e farei lo stagnaro.

non è proprio del tutto così

i 60€ sono tariffa sia in consultazione privata all'interno della struttura ospedaliera universitaria, sia nello studio privato al di guori della struttura ospedaliera, quindi con costi differenti da ammortizzare e lo Stato scusami lì non contribuisce per nulla anzi se mai "succhia"

 

E' probabile poi che i professionisti italiani approfittino del basso livello di istruzione dei nativi e dall'assenza di seri controlli statali per tosare i nativi ad un livello significativamente superiore a quello di Stati piu' civili e con popolazione piu' istruita, come la Francia, ma le differenze quantitive - ritengo - non sono 60 Euro contro 300 Euro come indicato, perche' le due cifre indicate non sono immmediatamente comparabili.

(questo della blokquote l'ho imparato ma poi come faccio a uscirne? help!)

il tuo pensiero mi rimane criptico, non comprendo

che c'entra  il basso livello d'istruzione degli italiani con l'onorario x consulto privato che dobbiamo corrispondere

mi stai a dire quindi che noi Italiani residenti inItalia siamo tutti ignoranti e coglioni ?

 

 

i 60€ sono tariffa sia in consultazione privata all'interno della struttura ospedaliera universitaria, sia nello studio privato al di guori della struttura ospedaliera, quindi con costi differenti da ammortizzare e lo Stato scusami lì non contribuisce per nulla anzi se mai "succhia"

 

OK, allora non ho capito o non ricordo bene alcuni commenti passati.  Non lavorando nel settore non so quante visite specialistiche faccia un medico al mese e non sono capace di capire se 60Euro a visita siano sufficienti a pagare studio e segretaria.  E anche possibile che sia cosi', facendo un buon numero di visite.

 

(questo della blokquote l'ho imparato ma poi come faccio a uscirne? help!)

 

C'e' effettivamente un problema dell'editor: non devi mai evidenziare tutto il testo fino all'ultima linea prima di scegliere "blockquote", devi lasciar fuori almeno l'ultima linea (eventualmente aggiungendo qualche carattere a mano in fondo in basso).

 

il tuo pensiero mi rimane criptico, non comprendo

che c'entra  il basso livello d'istruzione degli italiani con l'onorario x consulto privato che dobbiamo corrispondere

mi stai a dire quindi che noi Italiani residenti inItalia siamo tutti ignoranti e coglioni ?

 

Purtroppo in media e' cosi', gli italiani complessivamente si fanno fregare.  Al livello dei professionisti e dei dirigenti, per non parlare dei politici, i guadagni sono ai livelli dei piu' ricchi Stati europei, in alcuni casi ai vertici mondiali, mentre il lavoratore a livello medio-basso tende a guadagnare compensi nettamente inferiori alla media europea, sia al lordo che al netto delle tasse. Anche i giovani tendono ad essere sottopagati rispetti ai Paesi piu' ricchi e piu' civili.

Essendo l'Italia un paese relativamente povero in termini di reddito pro-capite medio, e particolarmente piu' povero della media UE15 sui redditi medio-bassi, anche le remunerazione dei livelli professionali elevati dovrebbe essere inferiore alla media europea e proporzionale ai salari medi locali.  In altre parole la visita medica specialistica dovrebbe costare meno che in Francia, Germania, UK.  Invece almeno nel privato tende a costare di piu'.   Siccome viviamo in un sistema di democrazia formale e ragionevolmente libera, in ultima analisi la colpa ricade sull'insulsaggine dell'elettore medio italiano, particolarmente in ambiti come come la sanita' e quindi i costi delle prestazioni specialistiche, dove l'intervento statale e' pervasivo e determinante.

 

 

C'e' effettivamente un problema dell'editor: non devi mai evidenziare tutto il testo fino all'ultima linea proma di scegliere "blockquote", devi lasciar fuori almeno

fatto, come dici tu ma poi....non ne esco.... non ne vuole sapere

do invio ,ma sempre dentro al rettangolo sto ......non mi fa uscire...vedi troppo complesso e dire che per questo ho pure scaricato firefox

ma....ammetto tanto fox non sono.....avete ragione voi  just hen

 

continuerò con l'evidenziare

 

Fai cosí, copi e incolli il testo che vuoi dentro il blockquote e poi ci aggiungi una nuova linea  con quello che vuoi tu (per esempio: "bla bla bla....") , solo dopo selezioni il testo senza il "bla bla bla" e lo cambi a blockquote, a questo punto con il cursore puoi tornare alla linea "bla bla bla" e continuare a scrivere dopo averla cancellata.

scusate, avevo sbagliato a postare il commento e non posso cancellarlo

 

In realtà, basta scrivere tutto il post includente anche il testo copiato e incollato da citare, oltre che il proprio commento, quindi, come ultimo passaggio, prima dell'invio, si deve selezionare il testo da citare (eventualmente selezioni multiple, se si vogliono commentare puntualmente uno alla volta vari passaggi della citazione) e applicare il blockquote :)

 

In realtà, basta scrivere tutto il post includente anche il testo copiato e incollato da citare, oltre che il proprio commento, quindi, come ultimo passaggio, prima dell'invio, si deve selezionare il testo da citare (eventualmente selezioni multiple, se si vogliono commentare puntualmente uno alla volta vari passaggi della citazione) e applicare il blockquote :

 

esaustivissimo,finalmente ho capito, grazie