Lettera aperta agli indignati italiani

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Non credo sia giusto che i danni causati da pochi violenti distolgano l'attenzione dalle ragioni della protesta; ragioni che tuttavia, con il massimo rispetto per la rabbia e indignazione, mi appaiono confuse e quantomeno dirette all'indirizzo sbagliato.

Cari amici,

non credo sia giusto che i danni causati da pochi violenti distolgano l'attenzione dalle ragioni della vostra protesta; ragioni che tuttavia, con il massimo rispetto per la vostra rabbia e indignazione, mi appaiono confuse e quantomeno dirette all'indirizzo sbagliato.

  1. Pensate che i nostri problemi vengano dall'esterno e che sia la cattiveria e l'avidità degli speculatori stranieri ad aver ingiustamente attaccato le emissioni di debito del nostro paese.
  2. Pensate che Draghi abbia fatto male a scrivere insieme a Trichet al nostro governo (suvvia che vuol dire commissariare? Prova ne è la misura in cui il destinatario ha dato seguito ai suggerimenti della della missiva)
  3. Pensate che sia una buona idea non pagare i debiti

Cominciamo dal primo punto, ma questi speculatori cattivi non vi ricordano i savi di Sion? Ancora una volta la teoria del complotto? Provate a rifletterci un istante con calma. Lo avete visto cosa fa il governo in carica? Avete visto i risultati degli ultimi 15 o 20 anni di governo? Se aveste prestato soldi a uno che, pur guadagnando sempre di meno, continua a fare nuovi debiti e sta lasciando deteriorare i beni che ha dato in garanzia, voi non ce l'avreste qualche perplessità?

Insomma guardate in faccia la realtà: vi pare più plausibile che ci sia in giro qualche malvagio attentatore alla nostra sovranità, oppure che la crudeltà dei mercati finanziari consista semplicemente nel metterci di fronte alle tragiche conseguenze della incapacità e della disonestà della nostra classe politica?

In secondo luogo, ce l'avete con Mario Draghi, colpevole di tradimento e lesa maestà per la lettera scritta al governo. Chi sarà mai questo signore? È uno che si appresta a diventare governatore della Banca Centrale Europea. Uno che i tedeschi, che la difesa del valore della loro moneta l'hanno scritta nella costituzione, reputano in grado di fare un buon lavoro; uno che i supernazionalisti francesi, ritengono in grado di far bene nonostante sia italiano (sì, il nonostante è un po' forte, ma se continua così tra pochi anni sarà eufemistico); uno che i bacchettoni dell'Economist hanno deciso di sostenere perché sufficientemente autorevole e indipendente.

Quale la sua colpa? Quella di aver rammentato a un governo in stato confusionale le poche misure che non è più possibile posticipare per salvare un paese che è ancora (per poco tempo) possibile salvare? Quella di essersi guadagnato le cariche che ricopre senza tessere della p3 o della p4? Quella di non avere padrini politici? Quella di capire l'economia meglio di tante capre che in Italia lasciamo salire in cattedra per meriti politici?

Oppure volete difendere il governo in carica? O un qualche tipo di confuso nazionalismo di cui ci ricordiamo solo ai mondiali di calcio?

Suvvia, se volete protestare contro il dissesto del nostro paese, fatelo contro chi di tale dissesto è il diretto responsabile, non contro chi si è permesso di interrompere il coro delle castronerie servili, che molti giornali riportano pedissequamente per diagnosticare limpidamente qual è il male (bassa crescita) e quale la cura (riforme).

In terzo luogo, prima di chiedere a gran voce di non pagare avete riflettuto sulle conseguenze? Non pagare il debito è possibile. I contratti si stracciano tutti i giorni. Dirò di più, se convenisse al paese non pagare il debito, perché pagarlo? Sarei con voi. Se chi ci ha prestato denaro lo ha fatto senza rendersi conto che saremmo (sareste) scesi in piazza inneggiando al default, peggio per loro.

Ma davvero ci conviene? Vi è chiaro che metà di quel debito lo avete sottoscritto voi? Se non direttamente, indirettamente attraverso le banche e le compagnie assicurative a cui avete affidato i vostri risparmi. Smettiamo di pagare solo il debito detenuto all'estero? Non credete i creditori esteri e gli altri stati possano reagire? Come credete che vivremmo tagliando i rapporti con il resto del mondo (con meno energia elettrica e meno combustibile tanto per fare due esempi significativi)? Insomma, avete pensato che potreste essere voi a subire le conseguenze peggiori di un'iniziativa del genere? Non siete anche voi creditori di qualcuno? Di uno stato che vi paga lo stipendio o la pensione? Delle imprese che trovano sempre più difficile sopravvivere in un ambiente a loro progressivamente più ostile? Che farete quando lo stato non avrà più di che onorare i debiti verso di voi e le imprese private falliranno? Esproprierete le ricchezze dei ricchi? Per quanto potrà durare prima che si arrivi anche a toccare casa vostra e i risparmi di una vita dei vostri genitori? A chi sono andati i proventi di decenni e decenni di indebitamento se non ai vostri genitori?  A chi può convenire un meccanismo del genere?

Non pagare i debiti dello stato non è una strada auspicabile per la stessa semplice ragione per cui non è spesso consigliabile, per un privato cittadino smettere di pagare il mutuo o le rate di un finanziamento. Perché i costi superano i benefici; perché diventerebbe molto più costoso (in qualche caso impossibile) anche tenere scambi commerciali.

In conclusione, può essere confortante pensare che il nemico sia uno straniero contro cui stringerci a coorte, ma purtroppo, non è così. Può fare comodo prendersela col medico che ci indica una cura dolorosa, ma l'unico risultato che si ottiene è il peggioramento delle condizioni del malato. Nei momenti di esasperazione la tentazioni di compiere gesti estremi è sempre forte, tuttavia la capacità di resistervi fa la differenza tra un momento di grave difficoltà e il disastro. Alla fine potremmo ritrovarci senza nessun “altro” contro cui recriminare a dover amaramente constatare che chi è causa dei suoi mali può solo piangere se stesso.

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Commenti

Ci sono 411 commenti

Secondo la mia modestissima opinione, nella Repubblica Italiana c'è tantissima ignoranza diffusa, soprattutto tra i più giovani, di come funziona e come va il mondo.

Ci sono lacune gravissime, spesso incredibili.

Tanti cittadini italiani non si rendono conto che non esistono pranzi gratuiti.

Non le ho ancora viste, ma non mi sorprenderei che uno dei motivi che ha spinto il Sig. Prodi a quelle lezioni televisive, sia proprio quello di cercare, tardivamente, di contribuire ad un po' di alfabetizzazione economica (e civile). Bisogna aggiungere che, data la sua storia personale, anche lui è corresponsabile di questo stato di cose. Meno di altri, ma più di tanti altri.

Bisognerebbe fare come fecero in Turchia quando negli anni 30 insegnarono a tutti la nuova lingua nazionale, rimandando a scuola tutta la popolazione. Nella RI, bisognerebbe mandare tutti a scuola di economia ed educazione civica.

 

Sono d'accordo con l'articolo e con il commento. In realtà non si tratterebbe di rimandare molta gente a scuola, ma di mandarcela la prima volta, o quasi.

In Italia, quelli che possiedono al massimo la licenza elementare sono 22.500.000. Altri 16.500.000 hanno quella media.

Saranno pure le persone più anziane, ma si tratta di cifre enormi. E spiegano molto.

Putroppo non ho sottomano un link per confermare queste cifre, che a suo tempo ho preso da pubblicazioni dell'Associazione Treelle e della Fondazione Agnelli.

 

Ci sono lacune gravissime, spesso incredibili.
Tanti cittadini italiani non si rendono conto che non esistono pranzi gratuiti.

 

Certo, e questo naturalmente poi implica che dovendo scegliere, anche in un semplice sondaggio, quali misure preferire, se ne escono mettendo al primo posto la riduzione delle spese dei parlamentari e l'abolizione delle provincie ed all'ultimo posto liberalizzazioni ed interventi sulle pensioni.
Intravisto ieri sera su Ballarò durante un po' di zapping.
Ora mi direte che ognuno ha il governo che si merita ma nell'attuale mondo globalizzato se crolla l'Italia con i suoi 1900 miliardi di euro di debiti, crolla l'Europa ed anche gli USA. E anche i Bric sentiranno il colpo.

 

 

ma questi speculatori cattivi non vi ricordano i savi di Sion

 

Noooo, gli indignados mica sono "fascisti". I savi di Sion non c'entrano nulla, è una sciocca superstizione. Sono state le lobby americane filo-israeliane.

Scusate il sarcasmo, ma sfruttando il fatto che i problemi ci sono veramente, questi rifondaroli si ripropongo in tv spacciandosi per leader di pseudo-indignados nostrani e ci spiegano la fine del capitalismo, il problema del signoraggio e come fare default in allegria: io non li reggo.

Facciamoli menare un po' con i carabinieri e diciamo loro "capiamo le vostre ragioni"; così sono tutti contenti e possiamo passare alle cose serie.

 

Un altro contro banche e signoraggio. Va beh, è solo una battuta. Il tema è più serio, sia qua in amerika che in Italia, ma non ho cose molto intelligenti da dire al momento.

 

Guardate che (come fa notare Brusco) il fenomeno degli indignados ha una portata mondiale, e forse merita un'analsi un po' piu' complessa di come lo si voglia dipingere qua.

Poi io sono (ovviamente) d'accordo che non pagare i debiti sia una cattiva idea. Pero' forse sarebbe il caso di discutere sul come e su chi debba pagarne il peso in questo paese.

In effetti io apprezzo questo articolo perché, anche se un po' pungente, mi pare realmente orientato a condividere una conoscenza, più che a condananre un'ignoranza e credo che questo tipo di dialogo, tra questo movimento mondiale che ha un bisogno disperato di prendere la strada giusta (ma probabilmente non ne ha le capacità) e chi ha le competenze per farlo, sia la principale speranza di tutti quanti (e soprattutto dei paesi come l'Italia, che non hanno una classe dirigente o un economia sane su cui basare una ripresa).

In effetti è da almeno un decennio che si vedono accenni di movimenti (dal social forum agli occupatori di piazze spagnoli) che prima di spaccare tutto provano a capire e a trovare soluzioni, quasi sempre senza le competenze minime per farlo con successo, ma probabilmente (almeno alcuni) in grado di cambiare idea di fronte ad argomenti convincenti e posti in modo costruttivo.

io penso che l'articolo si riferisca agli indignados italiani. le poche cose che ho letto delle proteste in UK e USA fanno intravedere (anche) un altro livello di dibattito. il livello culturale medio in italia e' molto basso

Guardate che (come fa notare Brusco) il fenomeno degli indignados ha una portata mondiale, e forse merita un'analsi un po' piu' complessa di come lo si voglia dipingere qua.

Appunto, io ho provato a non fare di tutta l'erba un fascio. Anche se si sentono in magica sintonia e hanno umori identici i manifestanti hanno protestato in luoghi diversi per circostanze diverse. Tanto per dire gli altri paesi non hanno il nostro presidente del consiglio nè il nostro stock di debito, come noi, d'altra parte, non abbiamo grossi segmenti di popolazione privi di copertura sanitaria o banche che sono state nazionalizzate. 

Io ho letto un po' in giro quelle che sono riuscito a ricostruire come idee ed ho trovato il paradigma Speculatori-Draghi-Default su cui ho basato il pezzo. 

Ma questi movimenti hanno sempre una portata mondiale.

Lo fu la contestazione studentesca nel '68 come il movimento no-global 11 anni fa. 

Anzi rispetto a quest'ultimo si tratta al 80% delle stesse persone che indossano un brand diverso, arricchite dell'ultima generazione arrivata. Ma la fauna multicolore - almeno quella che si vede in piazza - è la stessa. Comprese le frange violente, che c'erano anche nel 68 e non sono affatto una novità.

Le menate (anti-capitalismo, anti-multinazionali, anti-globalizzazione, anti-mercato, anti-finanza, ati-stato, No Tav) sono sempre le stesse, che si risvegliano come brace sotto la cenere al primo alito di vento e torneranno a sopire fino al prossimo episodo, quando naturalmente si faranno notare con un nuovo nome, per non far apparire troppo che si tratta di cose riciclate. Insomma io quelle idee alla fine degli anni 60 le sentivo dire dagli extraparlamentari di lotta continua e compagnia cantante, solo che non si parla piu' di Cina, di Mao e di lotta di classe (se non sottovoce).

Diciamo che crollato il comunismo, questi sono i suoi orfani ideali che si appoggiano a qualsiasi cosa capiti al momento pur di far vedere che ci sono ancora e che avevano sempre avuto ragione.

Poi che si debba dialogare con tutti e provare a contestarne ideologie, modelli, proposte bislacche, è ovvio. Ma l'analisi è abbastanta facile da fare, se si parte di vari episodi simili (ciclic) del passato

 

 

 

 

In verità,
1. sembrava il 15 ottobre fosse a Roma, anche e soprattutto, la giornata di protesta dei precari;
2. s'era capito si manifestasse per chiedere una più equa distribuzione della ricchezza;
3. era apparso, anche in altre parti del mondo, e non solo in Italia, si gridassero comuni parole d'ordine.
Forse gli indignati hanno sbagliato a protestare,
e forse non hanno compreso esattamente a chi spiegare le ragioni della protesta,
dimostrando non solo un'ignoranza diffusa, ma anche di agire inutilmente,
persino con rischio per la propria salute.
E magari l'ignoranza è di tipo planetario.
O no?
Severo Laleo
severolaleo.blogspot.com

Concordo pienamente.Suggerisco inoltre questo link per tutti gli interessati. http://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=111013-noveinpunto.mp3

Programma radio condotto da Oscar Giannino con la partecipazione del Prof Boldrin che rende chiara la situazione italiana

Lettera aperta..cavolo potevo pensarci. Io li ho definiti ignoranti e si è aperto il putiferio (uno mi ha fin detto che sono un adebto del sacro dogma del sistema finanziaro e che sono un pericolo per la democrazia XD) 

 

In ogni caso sì. Ecco una cosa: siccome in molti tirano in ballo la % di debito pubblico detenuta NON da cittadini italiani (quindi anche da banche edassicurazioni). E' possibile sapere in che % il debito pubblico è detenuto indirettamente da cittadini italiani attraverso banche e assicurazioni?

Secondo stime di Morgan Stanley del luglio scorso, gli investitori privati italiani, con un 14% del debito totale, sono in assoluto tra i maggiori detentori del debito pubblico, secondi soltanto alle banche italiane (15%) e ai gruppi assicurativi esteri e fondi comuni europei (14,6%). A quella percentuale vanno aggiunti anche i fondi di investimento italiani (5,5%), i fondi italiani gestiti all’estero (6,1%) e una parte del debito in mano a compagnie assicurative italiane (11,4%).

 

tempo fa ho trovato questo

 

Quindi una parte del debito di banche ed assicurazioni indirettamente è di cittadini italiani giusto? (in pratica, io deposito soldi e in cambio mi danno una % di interessi, che loro ricavano investendoli in titoli di stato? chiedo perchè Michele aveva parlato in un video un annetto fa ma non l'avevo capita bene XD) 

Quindi una parte del debito di banche ed assicurazioni indirettamente è di cittadini italiani giusto? (in pratica, io deposito soldi e in cambio mi danno una % di interessi, che loro ricavano investendoli in titoli di stato?

per "possedere  indirettamente", prefererirei intendere quei titoli di stato che posseggo se detengo quote di capitale di banche ed assicurazioni. se deposito, la banca mi è debitrice, ma col ricavato ci fa quello che gli pare a seconda del momento e delle loro aspettative. in particolare, pare che in questo periodo si indebitino a breve a presso la bce e investono intitoli di stato lunghi. se permane la crisi di questi ultimi, presto ne vedremo gli effetti nei bilanci.

in linea generale.le unità in surplus,tipicamente le famiglie,depositano in banca denaro.I depositi costituiscono attività per le famiglie e passività per la banca, su questi la banca pagherà un tasso d'interesse,rendimento per le famiglie.Questo rapporto si chiude qui.La banca impiegherà il denaro in attività reali o finanziarie(azioni,debito pubblico,mutui,prestiti alle imprese obbligazioni ecc) il rendimento su queste costituisce il ricavo della banca.Se lo Stato non paga  tutto o in parte il proprio debito le banche avranno perso  tutto o in parte il loro investimento e di conseguenza i depositanti avranno perso  tutto o  parte dei loro depositi(per questo penso venga usata la parola indirettamente).Spero sia stato chiaro e sufficientemente esauriente ho dato Intermediari Finanziari 2-3 anni fa.

 

P.S. Non hai Economia degli intermediari finanziari nel tuo curriculum ?Se ti va e se lo trovo ti mando del materiale completo. è molto utile per capire questo periodo.

 

ok ho capito grazie!

 

sì sì adesso che mi ci fai pensare gli appunti ce li ho (spiegati molto peggio). Non sapevo cosa sarebbe successo ai depositi nel caso in cui le banche avessero perso gli investimenti (ci han spiegato solo il caso della corsa agli sportelli e basta). 

Da ignorante quale sono, vorrei comunque intervenire. Premetto che anche io concordo sul fatto che il default sia una soluzione o che la colpa e' di tizio o di caio.

Ho pero' due punti da portare alla vostra attenzione:

1) Se e' vero che i depositi sono passivita' per la banca e che quindi le famiglie "prestano" liquidi alla banca la quale puo' utilizzarli per investimenti i cui proventi rimarranno alla stessa banca, secondo quale logica gli interessi attivi su un cc sono di gran lunga inferiori (Se esistono ancora) rispetto a quelli passivi? Non dovrebbero essere equiparabili?

2) Le grandi banche sono state di recente aiutate dagli stati ad evitare il loro e nostro default, e i cittadini hanno dovuto pagare con tasse aggiuntive per assorbire questo costo addizionale. Per quale ragione, visti i macroscopici errori strategici compiuti, le banche hanno avuto la possibilita' di distribuire dividendi e bonus ai loro azionisti e manager? Mi interessa di piu' la risposta sui bonus che sui dividendi.

Per il resto sono d'accordissimo su tutti gli altri punti esposti.

Grazie

Fabiano

A proposito del del debito

in questo articolo della voce

www.lavoce.info/articoli/pagina1002604.html

lo riconducono a quello accumulato tra il 1965 e il 1995 (e sprecato ...visto che poi non ha portato utile a quanto vorrebbe suggerire lo scrittore) ...ma questo penso fosse dovuto principarlmente ai costi di ricostruzione e in tal senso buono

Io farei riferimento esclusivamente al periodo 1990 - 1995 in cui a fronte di una crescita risibile il debito ha continuato a crescere con ritmi ancor maggiori

Oltre che i principali debitori siamo stati i maggiori creditori dello stato ( ce lo siam preso a suon di  pensioni e pubblico)...da un certo punto di vista se si pensa che investimenti e sviluppo stanno a 0 giustamente sull'orlo del baratro a chi non si è preparato per tempo (a che serviranno poi questi analisti e economisti :-) ) la scelta migliore e' prender il bottino e scappare. semplicemente perche' mancano i mezzi e le conoscenze per poter pianificare un altra alternativa.

Credo basti guardare il video/documentario del Corriere della Sera [delizioso il giornalista che continua a parlare di "50 pazzi" mentre le riprese mostrano ripetutamente che sono svariate centinaia e sono perfettamente tollerati dalla maggioranza del resto del corteo] per capire in che cosa il cosidetto movimento degli indignati consista, in Italia almeno.

L'accumularsi di scorie culturali, politiche e sociali di una sinistra tanto fallimentare quanto impermeabile a qualsiasi autocritica ed a qualsiasi "aggiornamento storico", continua a generare "mostri politici" sempre più vasti e però eterogenei, sempre più arrabbiati e financo violenti ma sempre più effimeri ed impotenti, incapaci di cambiare alcunché di rilevante perché, alla fine, minoritari nella società e quasi completamente estranei al mondo dei "produttori".

Il movimento spagnolo a cui ora tutti si ispirano - che conosco bene e che ho cercato di coinvolgere attivamente nei dibattiti dell'S3F con risultati (almeno per ora) alquanto deludenti (ma il contatto si è creato, quindi insisteremo) - ha qualche dignità politico-intellettuale in più, ma temo finirà anch'esso nel nulla più totale.

Questo non vuol dire, ovviamente, che il disagio non sia reale e che, in un certo senso, tutto questo non sia il segno di una grave, profondissima crisi. Lo è e lo è in modo tanto più drammatico quanto più "folle" il movimento ed i suoi slogan non stiano diventando.

Purtroppo la cultura e la visione del mondo da cui questi movimenti emergono e che ispirano le loro azioni/domande/progetti/analisi/motivazioni sono vecchie, iimpotenti, folli (nel senso di ortogonali alla realtà) e profondamente contradittorie al proprio interno. Si tratta di culture del tutto ideologiche, fondate sull'esigere un dover essere che è solo l'incubo di un desiderio delirante che vuole tutto ed il contrario di tutto.

Un movimento, insomma, destinato ad un inesorabile e triste fallimento. Passata l'ondata di agitazioni e di ribellismo scopriremo che i "poteri" che costoro sostengono di voler abbattere sono più forti, monopolistici ed impermeabili di prima. 

 

Sono pienamente d'accordo, anche se le mie posizioni politiche mi spingerebbero a simpatizzare con loro.

Sono molto preoccupato perchè certi argomenti, tipo "facciamo default" oppure "usciamo dall'euro e recuperiamo la sovranità monetaria" sono tecnicamente eversivi e di fatto reazionari: se facciamo default e usciamo dall'euro si ammazza l'industria italiana, si fa crollare l'Unione Europea, ne beneficiano i responsabili del debito pubblico, i proprietari di rendite e patrimoni (in caso di default chi ha immobili e cespiti denominati in euro suppongo se la caverà meglio di chi avrà solo stipendi e salari ridenominati in una valuta tipo "pizza di fango del Camerun" e magari rate e mutui contratti in euro e rivalutati a livelli weimariani), tutti quelli che potranno beneficiare di svalutazioni competitive invece di investimenti e innovazione, i nazionalisti euroscettici (io sono un federalista europeo  hamiltoniano...). Insomma, rischiano di diventare la ciambella di salvataggio di questa classe politica, che secondo me farà un jump on the bandwagon del populismo anti "finanza" e anti "casta" (cioè i tecnocrati alla Monti/Draghi/Prodi... meglio i Bisignani, i Lavitola e gli Scilipoti)

Non so se avete visto Urbani e Straquadanio a L'Infedele, Straquadanio riecheggiava strumentalmente le critiche a Draghi ("lui non dovrebbe parlare, stava a Goldman Sachs"), Urbani ripeteva le solite cose sulla speculazione e la finaziarizzazione (che poi saranno pure vere, ma insomma...), poi spiegava che siccome bisognava impedire che nel 1994 gli eredi del "soviettismo" del più grande partito comunista europeo (cioè il temibile e sanguinario bolscevico Achille Occhetto e l'efferato massacratore di capitalisti Walter Veltroni) andassero al potere, allora non hanno potuto far nulla per il debito pubblico, ma che comunque "se uno in Italia si definisce liberale bisogna metter mano alla pistola perchè sono macchiette e caricature del vero liberalismo" (sottoscrivo, ma lui sarebbe il primo).

Sono completamente d'accordo a meta' :-)

La mia idea e' che questi movimenti necessiterebbero di una leadership adeguata. Per il momento sono giusto l'espressione di un disagio sociale. Il problema di una inadeguata classe dirigente e' riflesso anche qui.

Riguardo il numero dei facinorosi e il fatto che fossero tollerati o meno ho informazioni differenti:

1) i facinorosi non erano 50 ma non piu' di un qualche centinaio. Sicuramente tanti, sicuramente troppi, ma comunque una minuscola percentuale dei dimostranti.

2)  secondo alcuni all'origine degli scontri c'e' stata l'accettazione di un percorso che trasformava le manifestazione in un evento folcloristico (http://www.corriere.it/cronache/11_ottobre_18/quelle-voci-su-un-patto-per-i-seggi-con-vendola-dietro-gli-incidenti-giovanni-bianconi_f127e95c-f947-11e0-bc4b-5084eabf7820.shtml ) . Qualcuno (chi?) ha permesso che i "vivaci" guadagnassero la testa del corteo. Io ricordo che Cossiga disse che la cosa migliore in questi casi era lasciare che i facinorosi si sfogassero e compiessero qualche devastazione per poi passare ai manganelli. Questo serviva a impaurire, squalificare, prendere le distanze, ecc. In altri termini serviva a "stabilizzare". Fu uno dei suoi ultimi insegnamenti pubblici (in una intervista) rivolto a Maroni. Qua http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/15/roma-manifestanti-contro-black-bloc/164119/ dei manifestanti (unica eccezione?) contro i "vivaci".

 

Riguardo le autocritiche del centrosinistra concordo che l'attuale leadership sia (ancora una volta) inadeguata. Qui  http://www.corriere.it/politica/11_ottobre_19/molise-tracollopd-trocino_f1cd0112-fa14-11e0-81c3-3aee3ebb3883.shtml uno dei mille esempi. Dire, pero', che il centrosinistra manca di posizioni diverse e (auto)critiche mi risulta piuttosto azzardato. Servono esempi?

 

Basta ascoltare o leggere i comunicati degli indignati nonviolenti per capire che ha ragione Boldrin.

"La nonviolenza è la nostra strategia. Ci poniamo in una posizione di dialogo e non giudichiamo le altre forme di protesta di piazza. La violenza che condanniamo è quella dell'attuale sistema politico, finanziario, economico e mediatico."

E' inutile girarci attorno: oltre ad essere un manipolo di ignoranti con le idee confuse, non si dissociano e non condannano la violenza.

[Dalla trasmissione di Gad Lerner del 17/10/2011, minuto 7:30 di questa clip]

condivido l'articolo

A chi sono andati i proventi di decenni e decenni di indebitamento se non ai vostri genitori?  

solo qui sarei per specificare meglio

due esempi:

--- anche i corrotti sono genitori di qualcuno ma se per un miracolo il debito si azzerasse e non si affrontasse il problema della corruzione a 60 mld/anno o ci affamano o nei prossimi trent'anni si riforma tale quale. 

---ho letto ieri

 

17:18 18/10/2011
Popolare di Vicenza: Andrea Monorchio nominato vice presidente (RPT)
Milano, 18 ott - Il consiglio di amministrazione della Banca popolare di Vicenza ha cooptato in consiglio e nominato vice presidente Andrea Monorchio. Quest'ultimo, gia' ragioniere generale dello Stato, e' stato cooptato in sostituzione del dimissionario Divo Gronchi e affianchera' l'altro vicepresidente Marino Breganze. Sono stati nominati anche tre nuovi vice direttori generali: Adriano Cauduro, Paolo Marin e Andrea Piazzetta. Com-che 18-10-11 17:18:36 (0336) 5

 

Ma questo signore quanti incarichi ha? Purtroppo non ho tenuto conto di annunci simili. Mi chiedo come si possano gestire tanti incarichi che per il sommo della sfiga permettono lunghe vacanze nei posti più esclusivi limitando il tempo da dedicare al lavoro. Ma forse l'importante è che da ogni incarico si ricavi una ricca prebenda. Come lui se ne contano migliaia anche loro genitori di qualcuno.

Esempi di genitori più genitori degli altri ce ne sono altre decine se non centinaia 

Quindi premesso che più o meno hanno goduto tutti del debito c'è chi ha goduto più e chi meno e non sarebbe male ricordarlo. Anche perchè i genitori normali stanno per essere  o sono stati costretti a rientrare nei ranghi mentre i genitori super non demordono.

 

Sottoscrivo in pieno. L'imprecisione è dovuta ad un eccesso di sintesi.

Avrei voluto tenere il pezzo più sintetico ed incisivo possibile, ma mi è venuto ugualmente un po' lungo.

"gia' ragioniere generale dello Stato" a mio modo di vedere significa che non lo e' piu'. Qui http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/La-Ragione/Il-Ragioni/ l'attuale "ragioniere".

quanti incarichi ha attualmente Monorchio?Di sicuro,non quello di ragioniere generale dello Stato,ora occupato da Grilli...tu sai di altri incarichi attuali,a parte fare il docente mi pare a Siena?

Mitico Monorchio, propose poco fa un'ipoteca obbligatoria sulle abitazioni private per ripagare il debito:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/10/07/visualizza_new.html_674327662.html

A me pare un articolo piuttosto superficiale, come spesso accade quando vi allontanate dalla vostra "materia".. accusate gli ignoranti di economia di parlarne a sproposito, ma non mi pare che le vostre analisi politiche o sociologiche siano particolarmente approfondite o solide.

Questa idea che gli "indignati" siano i 4 ragazzetti intervistati dai giornali o dalle trasmissioni tv è riduzionista, e mi pare che le ragioni della protesta siano ben altre che non le 3 indicate qui. Ogni tanto ho l'impressione che viviate un po' fuori dalla realtà, come capita solitamente alle categorie che hanno il "culo al caldo".

Le richieste di quello che non è un movimento di "indignati" ma di una fetta vastissima delle generazioni che vanno dai 25 ai 35 anni sono semplici: più equità, più trasparenza nella gestione pubblica, meno barriere d'ingresso nel mondo del lavoro, politiche familiari e sociali all'altezza di quelle degli altri paesi europei, e potrei continuare ancora. Un paese pulito che compia scelte razionali sulla base di un'idea politica, non sulla base di interessi particolari e corporativi, ma soprattutto un'idea di futuro e la possibiltà di contare qualcosa in una società gerontocratica.

Pensare ad un fenomeno sociale di questa portata e così trasversale in questa maniera paternalista è deprimente. Il tono dell'articolo è deprimente. L'idea dei giovanotti bamboccioni un po' stupidini a cui vanno spiegate le cose "facile facile" è deprimente. Questa visione dei "giovani" (che giovani poi non sono) è una delle cause della nostra assenza di crescita e della nostra totale incapacità di cambiare e innovare.

Scusa Alessio stai parlando in un blog di gente che al 70% ha dovuto emigrare per lavorare e mi parli di "culo al caldo"***? Ma aldilà di questo, tutta questa parte:

 

Le richieste di quello che non è un movimento di "indignati" ma di una fetta vastissima delle generazioni che vanno dai 25 ai 35 anni sono semplici: più equità, più trasparenza nella gestione pubblica, meno barriere d'ingresso nel mondo del lavoro, politiche familiari e sociali all'altezza di quelle degli altri paesi europei, e potrei continuare ancora.

 

io la sento adesso da te. Dagli indignati italiani intervistati da radio e tv ho sentito principalmente (quasi esclusivamente) gli sproloqui che cita Massimo Famularo.

Premesso questo, anch'io vorrei le cose che hai scritto ma, se quelli sono gli obiettivi da raggiungere, bisogna stabilire il come farlo e quel che si è sentito son cose come "default" e "ritorno al baratto"!

Quel che ha fatto scrivere Famularo (e che fa arrabbiare me) è proprio che la protesta parte da problemi veri che andrebbero affrontati e risolti ma butta tutto in vacca con ideologie d'accatto e rovesciando camionette (unici al mondo, per il momento).

PS

*** Mi sembri quegli studenti a L'Infedele che hanno accusato una studentessa cinese (che studiava alla Bocconi con una borsa di studio) di non capire le loro ragioni perchè è una privilegiata!!!

Le richieste di quello che non è un movimento di "indignati" ma di una fetta vastissima delle generazioni che vanno dai 25 ai 35 anni sono semplici: più equità, più trasparenza nella gestione pubblica, meno barriere d'ingresso nel mondo del lavoro, politiche familiari e sociali all'altezza di quelle degli altri paesi europei, e potrei continuare ancora.

 

su questo sono d'accordo (e sono un quasi sessantenne col culo al caldo). Ma lavoro all'università e quando vedo i manifesti con "noi il debito non lo paghiamo" o la patetica portavoce a L'Infedele, e ho una vaga idea delle conseguenze (tipo, l'arrivo degli alieni di Falling Skies sarebbe giusto un pò  peggio), mi incazzo come una iena, per non essere politicamente corretto.

Anche perchè:

- non sono un economista, ma se mi sono fatto un'idea delle conseguenze di un default con qualche libro e internet, possono farsela pure loro;

- non sopporto più la retorica stile '77 sull'assemblea e l'autoorganizzazione e su "nessuno può rappresentarci" : non c'è stato più un movimento stabile e organizzato e una cultura sedimentata;

- non reggo la demagogia anti-Bankitalia/antiBCE dai tempi in cui Lotta Continua (il quotidiano) inneggiava all'arresto di "Sarcinelli della BanDa d'Italia", in realtà una delle peggiori manovre della peggiore DC;

- sono socialista e keynesiano, ma mi sono rotto col mantra del "neoliBBerismo" come causa di tutti i mali del mondo, un minimo di spessore analitico no?


 

Beh, ma scusate, parliamo tanto dello stato disastroso dell'informazione italiana e voi vi fate un'idea di un fenomeno sociale di cui la manifestazione di sabato è solo una piccola e in parte distorta rappresentazione attraverso l'Infedele o la radio?

Io per deformazione professionale quando voglio capire un problema non leggo i giornali, vado a cercare approfonditamente, anche solo sul web, quali e quante sono le sfumature del fenomeno che voglio affrontare.

Sul "culo al caldo".. non è riferito a cosa si è fatto, ma alla stabilità della propria vita.. e l'andare all'estero c'entra abbastanza poco, e so cosa dico visto che la mia compagna ha vissuto 8 anni in austria, metà dei miei compagni d'università lavora o fa ricerca all'esero, il mio migliore amico sta per partire per Helsinki per un post-doc e io stesso potrei in brevissimo tempo trasferirmi all'estero.

Il problema è che non si può richiedere precisione nel proprio campo di studi o professionale e poi affrontare temi diversi con una tale superficialità. Io non sono un indignato, non sono stato a Roma, ho 33 anni e un contratto a tempo indeterminato, ma sento (e vedo) che le proteste rappresentano uno sfogo di una sensazione diffusa, di un malessere e di una forte volontà di cambiamento e di impegno, anche.

Pensare di inquadrare tutto questo nelle 4 interviste ai ragazzetti scelti con sagacia che blaterano di signoraggio è superficiale. Ho letto commenti paternalistici e qualunquisti che non fanno onore a questo blog anche se io per primo non reggo la retorica vecchia di questa gente, questi professionisti della protesta che non sanno interpretare tutto quello che in qualche modo rappresentano, quella stanchezza e disperazione di due-tre generazioni di persone preparate, capaci, volenterose che faticano anche solo a pagare l'affitto.

E se andare all'estero può essere una soluzione sul piano personale mi pare che sia comunque una ragione di rabbia e frustrazione il fatto di non essere messi in grado di fare ciò che si sa fare anche per il bene di tutto il paese.

 

A me pare un articolo piuttosto superficiale, come spesso accade quando vi allontanate dalla vostra "materia".. 

A parte il tono polemico (voi chi? vostra materia quale? l'articolo è firmato da un solo nome), mi sembra che il tuo commento pecchi della stessa superficialità di cui accusa il post, con l'aggiunta di retorica spicciola (attacco l'autore piuttosto che quel che dice) e wishfull thinking (le ragioni della manifestazione erano ben altre)

Ogni tanto ho l'impressione che viviate un po' fuori dalla realtà, come capita solitamente alle categorie che hanno il "culo al caldo".

Una frase del genere non meriterebbe replica. Mi limito ad osservare che ad un dialogo basato su evidenze empiricamente osservabili sono disponbile; mentre  "la versione del mondo secondo te"  e "tu hai capito tutto gli altri no", trattandosi appunto di seghe mentali non ammettono interazione con gli altri.

Le richieste di quello che non è un movimento di "indignati" ma di una fetta vastissima delle generazioni che vanno dai 25 ai 35 anni sono semplici: più equità, più trasparenza nella gestione pubblica, meno barriere d'ingresso nel mondo del lavoro, politiche familiari e sociali all'altezza di quelle degli altri paesi europei, e potrei continuare ancora. Un paese pulito che compia scelte razionali sulla base di un'idea politica, non sulla base di interessi particolari e corporativi, ma soprattutto un'idea di futuro e la possibiltà di contare qualcosa in una società gerontocratica.

Se così fosse perchè manifestare contro la banca d'Italia e chiedere il default? La tua lettura è quello che tu vorresti che fosse. La mia lettura è quello che si può evincere dal comportamento e dagli slogan dei manifestanti ed è logicamente coerente. Se la colpa è dei mercati cattivi ALLORA me la prendo con draghi e chiedo il defalut.

Se veramente avessero voluto quello che dici tu avrebbero dovuto manifestare contro il governo e la classe politica.

Pensare ad un fenomeno sociale di questa portata e così trasversale in questa maniera paternalista è deprimente. Il tono dell'articolo è deprimente. L'idea dei giovanotti bamboccioni un po' stupidini a cui vanno spiegate le cose "facile facile" è deprimente. Questa visione dei "giovani" (che giovani poi non sono) è una delle cause della nostra assenza di crescita e della nostra totale incapacità di cambiare e innovare.

Trovo il tuo modo di argomentare, così intriso di ideologia, incoerente e privo di qualsiasi articolazione assolutamente emblematico. Mai provato a rileggere quello che scrivi? 
Dove starebbe il paternalismo (conosci almeno il significato della parola)?
Dove avrei parlato di bamboccioni? Ma il testo lo hai letto? Da come parli, se anche lo hai letto, non lo hai capito.

Io ho scritto che:

 

  • la crisi non è colpa di fantomatici speculatori e questo è abbondantemente argomentato su questo blog
  • Draghi non è il giusto destinatario delle proteste contro la crisi
  • il default di cui si parla avrebbe gravi conseguenze in primis per i cittadini italiani

 

Dulcis in fundo: come fa la visione di giovani ad essere causa dell'assenza di crescita? Visione da parte di chi? Quale sarebbe il nesso causale? 

Da come scrivi potesti essere un destinatario ideale dalla mia lettera. Hai le idee estemamente confuse e non sei capace di articolare un discorso che abbia un inizio alla fine. Non ascolti quello che gli altri ti dicono e pertanto non è possibile instaurare un dialogo con te. Sei convinto che l'origine dei problemi sia collocabile altrove perchè non riesci ad accettare l'idea che tu stesso sei parte integrante del problema. E' principalmente a causa della mancanza di senso critico di quelli come te che i demagoghi e i delinquenti controllano il paese con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

 

 

Mi sembra che allo stato il movimento sia molto fluido e al suo interno ci sia di tutto di più. Semplificando quello che vede Alessio e quello che vede Massimo Famularo allo stato convivono nel movimento.

Non mi metterò a fare il sociologo, ma mi sembra evidente che se non si forniranno soluzioni rapide alla crisi del paese, le forme di protesta potranno assumere forme peggiori rispetto a quanto visto fin'ora, riportandoci ad un passato  che non vorremmo più vedere.

chi è deputato a fornire queste soluzioni, purtroppo, non mostra di esserne capace e interessato (eufemismo), chi dovrebbe informare correttamente non è capace o ha altri fini (vedere reazioni di formigli e annunziata alle dichiarazioni dei vari "indignados", oppure le tante genuflessioni di fronte al "signore oscuro"), chi potrebbe svolgere un utile ruolo d'informazione e indirizzo non ha praticamente accesso al grande pubblico (ogni riferimento ai gestori di questo sito è ouramente voluto).

Direi che non si può essere ottimisti in questo periodo.

 

mi stupisco che nessuno sulla stampa o in televisione abbia commentato la risposta Guzzanti a Tosi.

"ma cosa proponete?"

"sstiamo studiando"

C'è una riflessione che secondo me varrebbe la pena di fare sul "movimento", e riguarda la staticità di chi è in punta, visibile, alla fine dell'imbuto. Non c'è da stupirsi di quelle interviste e della scarsa capacità innovativa dei nostri movimenti di protesta, rappresentano bene il corporativismo e la chiusura italiana. Il più grosso difetto secondo me di questa realtà attuale e di essere molto poco inclusiva, di non saper andare a cercare le forze e le idee dove stanno. Ci sono fior di "indignati" professionisti che potrebbero portare idee, contenuti, pratiche ma non si avvicinano o non vengono attratti.

Questo poi porta all'idea che "gli indignati" siano un tot di ragazzetti universitari bambocciosi che non sanno bene di cosa stanno parlando, mentre sono solo una specie di sfogo visibile di un fenomeno ben più articolato, diffuso e trasversale.

Si si indignati..li vedi li nel corteo a protestare per come è l'italia; poi quando qualcuno gli farà l'accozzo per entrare statale a  2000 euro netti al mese, rivotano la stessa classe politica per cui si indignavano..voglio vedere chi tra questi è così onesto da chiedere la ricevuta al proprio medico o dentista, lo scontrino ogni volta che entra in qualche bar o negozio: gli indignati saranno così puri di cuore verso lo stato? Io non vedo nella classe politica "I disonesti"..Io nella classe politica vedo "I più disonesti degli altri" e trovo ipocrita l'italiano che va a chiedere le dimissioni di un governo che ha votato, perchè il governo che c'è in carica è l'espressione della disonestà che c'è innata nell'italiano che è frutto di un senso civico mai arrivato dalle istituzioni democratiche, esempio banale concorso nelle forze dell'ordine: come si può pretendere che il vigile urbano, carabiniere ecc che è entrato a lavorare con l'accozzo, ci faccia rispettare una regola se anche lui è entrato nel posto di lavoro violando le regole? Il governo berlusconi lo vedo come la prova di forza dell'esasperazione al massimo della disonestà italiana; esso da la risposta della domanda: fino a che punto la disonestà può arrivare in uno stato democratico? Fino a che punto il sistema di gente paraculo che ha creato può proteggerlo? 

Prima di estirpare la classe politica bisogna estirpare la mentalità paraculo e imbrogliona dell'italiano verso lo stato

PS: disonestà intesa verso lo stato.

Son d'accordo, se siamo in questa situazione è un problema di mentalità (scherzando ai miei colleghi stranieri dico "il problema del governo italiano è che è fatto da italiani") e non mi sembra si veda nel movimento italiano un cambiamento in questo senso.

Mi sbagliero ma mi appare meno propositivo di movimenti analoghi (indignados madrileni e newyorchesi) e più petulante (vogliamo, devono ecc).

Solo un appunto:

 

come si può pretendere che il vigile urbano, carabiniere ecc che è entrato a lavorare con l'accozzo, ci faccia rispettare una regola se anche lui è entrato nel posto di lavoro violando le regole?

 

Ci riescono benissimo! In Italia ci mancan tante cose ma la faccia come il culo no! Le regole non le fanno rispettare se sei un potente e puoi fargli un favore, se è faticoso farle rispettare, se sei parente/amico ecc, ma il fatto di aver avuto un privilegio non c'entra nulla. Il pensiero non li sfiora nemmeno!

 

Ci riescono benissimo! In Italia ci mancan tante cose ma la faccia come il culo no! Le regole non le fanno rispettare se sei un potente e puoi fargli un favore, se è faticoso farle rispettare, se sei parente/amico ecc, ma il fatto di aver avuto un privilegio non c'entra nulla. Il pensiero non li sfiora nemmeno!

Nella realtà dei fatti è vero come dici tu, all'onorevole si fa passare tutto mentre al poveraccio o parente no, anzi! E mai nessuno andrà a denunciare l'accozzo, perchè in italia l'accozzo non è reato: non c'è una legge che punisca il traffico di influenze.

Sono convinto che in quei movimenti, per il 90% la gente ragiona secondo il modello superfisso del professor brusco, a mio avviso da inserire immediatamente nei corsi di antropologia economica moderna per spiegare l'agire economico dei sinistroidi..XD

 


 

E mai nessuno andrà a denunciare l'accozzo, perchè in italia l'accozzo non è reato: non c'è una legge che punisca il traffico di influenze.

 

Per carità ci mancherebbe solo un'altra legge inapplicabile placa coscienze :-)

In realtà il traffico di influenze non sarebbe di per sè negativo. In una certa misura si fa in tutto il mondo. Il problema in Italia è dato dalla bassisima etica e dalla stupidità (l'ignoranza) nel valutare le conseguenze del nostro comportamento.

Non so se riesco a spiegarmi, ad esempio: quelli che vendono le patenti non pensano mai che l'incapace a cui hanno dato la patente potrebbe investire i loro figli? Il camorrista che butta i rifiuti tossici sopra le falde acquifere, non pensa mai che se la berrà anche lui? Eccetera, insomma non riusciamo a vedere oltre il nostro naso o come mi piace dire "siam talmente furbi che ci freghiamo da soli".

 

qui un post sul sondaggio di cui all'immagine, illuminante dello stato di coma della società italiana. Come meravigliarsi poi del proliferare di signoraggisti,e assertori del default come panacea di tutti i mali?

 

Dopo il primo sbigottimento ho trovato una spiegazione positiva: molti dei quei 61% non credono che i costi dati dal numero dei parlamentari siano decisivi, ma hanno capito che senza rinnovare la classe politica nessuna delle altre voci potrà essere attuata in modo da portare dei veri risultati.
Forse, se ci fosse stata la voce "dimissioni governo", il risultato sarebbe stato in linea con la "manovra Boldrin" è saremmo tutti più ottimisti.
Oltretutto è possibile che molti nel rispondere al sondaggio abbiano preferito sfruttare il proprio momentaneo potere per mandare un messaggio del tipo "sappiamo che siete voi il problema, se non lo saprete risolvere non pensate di poterla fare franca", piuttosto che rispondere con distacco accademico.

Oddio non ci credo!..Ci vuole un anno di iter parlamentare minimo per ridurre il numero dei parlamentari; complimenti per la misura in tempo record contro la crisi, come quella di eliminare le provincie! Semmai ridurre le provincie, quello si che è probabile farlo in tempi ristretti..Volevo dire un'altra cosa, è una mia impressione e sto sbagliando, ma nessuno si è accorto che i capitali iniziavano a scappare dall'italia gia dal 2007? Ho visto i valori dell'indice ftse mib nel 2007 era 40k e rotti punti, invece oggi è 16k e rotti; mi chiedo è stato un calo allucinante del valore dei titoli nostrani o una fuga di capitali? (o sono uno complementare all'altro?), ciò è iniziato perchè le aspettative per la caduta del governo prodi si faceva pressante? Il calo è continuato fino oggi a causa del malgoverno condito con la crisi economica? Semplicemente siamo in una fase di depressione di un ciclo economico che comunque si doveva attraversare? Can Someone answer my questions, please?XD

Ps: illuminazione XD, Non è che si giocava a ribasso?!

 

Secondo me sarebbe stato interessante introdurre voci come:

 

  • Maggiore spesa pubblica
  • Riduzione delle Imposte
  • Privatizzazioni 

Sarei curioso di vedere tra le prime due chi vince cosa pensa la gente della terza

 

www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/19/il-governo-si-taglia-i-tagli-ministri-e-sottosegretari-rimborsati-dal-fisco/164907/

questi istigano alla violenza però...

no! sono del partito dell'amore

Buonasera a tutti.

Volevo complimentarmi per il bel post. Purtroppo la percezione che avete avuto del movimento è esatta. Sono ragazzi provenienti dagli ambienti della sinistra radicale, ai quali si aggregano altri ragazzi senza idee politiche ma che vogliono vivere l'emozione forte della protesta, dell'occupazione a un' istituzione,ecc...Sempre i soliti, poi, che protestavano contro la riforma Gelmini, ecc...

Eppure in questo momento ci sarebbe davvero bisogno di un grande movimento giovanile, non ideologizzato che lotti per cambiare la situazione dei giovani. Ho fatto un video su YouTube in cui cerco di spiegare ai miei coetanei che molte delle cose che erano contenute nella lettera di Draghi, che tanto contestano, sono nell'interesse di noi giovani.

Questo è il titolo: www.youtube.com/watch C'è molta retorica, tante captatio benevolentiae, e alcune, forse imperdonabili omissioni. Di sicuro è intellettualmente molto più disonesto di questo bel Post. Spero però il fine giustifichi i mezzi, e quindi che alcuni di loro capiscano il messaggio che volevo mandargli.

Chi scommette su di me?! Ce la faccio a convincerli? :P

 

Questo pezzo è stato citato con rilievo a Radio3 giovedì mattina e l'ho poi letto su Repubblica (ma non ho rintracciato il link originale). Pensavo che sarebbe stato oggetto di discussione qui, ma non l'ho trovato (o mi è sfuggito?). Propongo in basso il link di un altro periodico, che lo riporta integralmente.

Un estratto: "Il sistema s’è inceppato e sicuramente la nostra generazione non è stata capace di garantire a questi giovani un futuro. Ma è anche vero che la fatica che abbiamo fatto noi i nostri figli non la vogliono fare."

E subito prima: "Il mutamento profondo che abbiamo descritto  è  stato  guidato  da  cetomedisti  e piccoli imprenditori preoccupati solo di arrivare al pianerottolo più alto. Quando bisogna scendere di un piano, scoppia il casino.  I  nostri  indignados,  pur  mescolandosi nel movimento fattori molteplici, vengono prevalentemente da qui"

http://www.civitanovalive.it/?p=22151

 

Un estratto: "Il sistema s’è inceppato e sicuramente la nostra generazione non è stata capace di garantire a questi giovani un futuro. Ma è anche vero che la fatica che abbiamo fatto noi i nostri figli non la vogliono fare."

 

A me sembra che la societa' italiana sia piu' ingessata oggi rispetto a quando De Rita era giovane, poi e' sbagliato pensare di "garantire a questi giovani un futuro" cio' che una societa' deve fare e' garantire opportunita' commisurate a quanto ognuno e' capace di fare sul mercato, senza dimenticare una rete di salvaguardia dignitosa per tutti.

La scadente cultura anti-scientifica e anti-meritocratica delle elites e delle masse italiane c'era anche quando De Rita era giovane, ma a quel tempo c'erano piu' opportunita' grazie alla crescita economica e alla presenza di una maggiore frazione di giovani.  Oggi c'e' da almeno 15 anni declino economico (secondo me da 20-25 anni, ma all'inizio nascosto da mostruosa spesa statale in deficit), e la scadente cultura delle elites italiane non sa produrre altro che ingessamento dei privilegi di Caste e sotto-caste,  scaricando tutti i problemi sui giovani senza una buona famiglia e outsider.  E' questo ingessamento progessivo, scadente risposta delle elites italiane al declino economico, che genera un disagio sempre maggiore, e giustificato. De Rita non puo' minimizzare i problemi addossando ai giovani uno scarso impegno.

E' vero che la scarsa alfabetizzazione delle famiglie italiane ha prodotto giovani inconsapevoli del fatto che la  prosperita' acquisita fino ad oggi deriva dal lavoro, molti credono che la societa' deve loro un posto statale nullafacente in base alal Costituzione, ma non credo che questa possa essere considerata la causa principale dei problemi italiani. Da quanto vedo, se si danno delle opportunita' reali, i giovani italiani sono pronti ad impegnarsi, come quelli di tutto il mondo.

Il problema maggiore dell'Italia corrisponde all'impostazione culturale anti-meritocratica strettamente connessa con la difesa delle rendite della Casta, delle sue clientele e delle molte sotto-caste, annidate in primo luogo nello Stato e anche in molte grandi imprese formalmente private ma in vario modo colluse e assistite dallo Stato e dalla politica.

 

 

c'è una fetta non trascurabile di giovani che non ha alcuna mentalità - né etica - del lavoro ...

 

... dolente comunicarti che, purtroppo, il fenomeno non è limitato ai giovani del sud.

Tornando agli indignati, su "Internazionale" in edicola oggi e ancora senza link, a pagina 21, col titolo "Il confronto - Cos'è successo a Roma il 15 ottobre" ci sono due interventi di corrispondenti esteri in Italia, uno di Eric Jozsef (Libération, FR e Le Temps, CH) e l'altro di Michael Braun (Die Tageszeitung, DE e radio pubblica tedesca). Non entro nel merito perché non ero a Roma il 15 ottobre, ma salta all'occhio che i due affermati giornalisti sembrano avere visto due manifestazioni diverse. Il che, insieme alle analisi di De Rita, mi spinge a frenare prima di emettere giudizi sul fenomeno indignazione e sui modi di manifestarla.

Sempre su Internazionale, pagina 18, c'è una mappa mondiale delle proteste corredata da una tabella della disoccupazione giovanile e da un'altra di variazioni in % sul PIL a confronto con i debiti, sempre in % sul PIL. Non ho trovato evidenti correlazioni tra violenze e dati economici.

http://www.corriere.it/editoriali/11_ottobre_19/una-bandiera-primitiva-ernesto-galli-della-loggia_9faad4e8-fa11-11e0-81c3-3aee3ebb3883.shtml

 

 

L'indignazione è all'ordine del giorno. È di gran moda, anzi, visto che parti significative delle classi dirigenti europee e americane che fino a ieri sembravano del tutto a loro agio nel «sistema», adesso arrivano a dirsi, se non «indignate» anch'esse, perlomeno solidali con chi lo è.

che è un pò lo stesso concetto di Straquadanio su Draghi a L'Infedele, solo detto più paludato

«L'indignazione» all'ordine del giorno è l'ennesima manifestazione dell'antipolitica che cresce, della progressiva cancellazione dall'esperienza di masse crescenti di cittadini di che cosa voglia dire la politica e di che cosa sia il mondo. Infatti, chi cerca di capire come funziona la società, e insieme ha qualche rudimento di economia, e dunque qualche idea di che cosa siano la polis e il suo governo, di che cosa sia e di come sia organizzato il potere, non si indigna. Propone qualcosa, sciopera, fa la rivoluzione, vota per l'opposizione o ne crea una: ma non si indigna. Soprattutto non sta lì a «proclamarsi indignato». Marx non si indignava. E neppure Turati, per dire qualcuno di tutt'altra pasta.

Il Galli della Loggia non è stupido e avrebbe anche ragione... ma chi è che  per vent'anni ha offerto rimedi miracolistici e ha opposto alla "noiosa complessità" (come dice più avanti) della politica le semplificazioni affabulatorie del "ghe pensi mi", del milione di posti di lavoro e della sconfitta del cancro in tre anni e del meno tasse per tutti?

Nulla come la finanza si presta a meraviglia a divenire il simbolo negativo dell'intero capitalismo, dell'intera dimensione economica quando questa non riesce più a darci le cose necessarie alla vita (innanzitutto il lavoro). Ma anzi, come sta accadendo in questi anni minaccia con le sue dure leggi di occupare ogni territorio sociale, di sterilizzare e cancellare ogni ideale collettivo, ogni progetto, ogni speranza. Quando accade cioè, come ora, che l'economia si trasformi in un economicismo asfissiante: vale a dire che essa diviene l'alfa e l'omega di tutto, il vincolo assoluto di ogni decisione.

molto bello, ma andrebbe ricordato che la "finanza" sta anche chiedendo il conto degli sperperi di decenni, e che purtroppo le risorse disponibili sono proprio il "vincolo assoluto di ogni decisione"  (l'economia la chiamavano apposta dismal science, no?)



Scusate, ma ho l'impressione che siamo finiti un po' fuori del seminato, sempre dal basso della mia ignoranza vorrei proporre la mia modesta analisi.

Una trentina di anni fa qualcuno lanciò l'idea che "l'individuo" fosse prevalente sulla "società", per conseguenza tutti gli apparati furono convertiti alla nuova filosofia secondo cui sarebbero nate milioni di opportunità, bastava impegnarsi quel tanto che bastava per diventare tutti ricchi, famosi (e magari pure belli!). Ammessa per un'attimo la validità della "teoria" non ci resta che constatare che la "pratica" è un fallimento (più o meno) indipendentemente da chi sia stato ad applicarla. Non sto a citare statistiche che conoscete meglio di me e se, sicuramente, la classe politica italiana non ha brillato non mi pare che le altre abbiano dato grandi prove, nel senso che se altri paesi in questo momento stanno meglio è perchè stavano già meglio prima.

Oggi ci viene detto che per rimediare al disastro dovremmo usare gli stessi metodi che li hanno causati, non so a voi ma io tendo a non fidarmi a lasciare il volante a uno che mi ha fatto finire fuori strada e soprattutto mi incaxxo quando uno vuole farmi percorrere una strada che si sa già non portare da nessuna parte.

Sono stato d'accordo con queste frasi piuttosto a lungo, ma poi mi sono sempre più convinto che sia un inganno dovuto a una sorta di propaganda (quella del "tutti ricchi, famosi e pure belli", ma non solo).

Credo che sia un po' lo stesso equivoco che si vede in Marx al primo approccio (se poi migliora non lo so, non mi ci sono addentrato): non si capisce se stia elaborando un modello per descrivere la realtà o un programma politico, che dovrebbero invece essere due cose distinte (anche se la prima è un prerequisito per la seconda, come la fisica del volo dei proiettili è prerequisito per progettare i cannoni).

Lo studio dell'economia dovrebbe appunto cercare di capire come questa funziona nella pratica (e gli economisti, per come li si conosce qui fanno questo), anche al variare della sua struttura e vivacità (di mercato o statalista, di sussistenza o globalizzata...). Questo lavoro di studio ha dato a oggi risultati estremamente validi, permettendo di capire quali situazioni siano particolarmente dannosi (monopoli, rendite di posizione, giustizia non affidabile...).

Purtroppo i concetti e la stessa terminologia di questa scienza sono stati usati come slogan negli scorsi decenni da politici di ogni sorta e cialtroni vari, che non solo ci hanno fatto finire nel fosso, ma si sono ben guardati (ammesso che capissero di cosa stavano parlando) dall'applicare i pochi punti di sicura utilità collettiva (norme anti monopolio, stretto controllo sulle norme, regole chiare e non distorsive, separazione di controllori e controllati...).

Anzi, in alcuni paesi (come l'Italia), si sono costruiti sistemi sempre più lontani da quanto un'analisi delle conseguenze avrebbe suggerito (fino al mostro della cassa integrazione, che impedisce il rinnovamento delle attività e disincentiva le aziende dal valorizzare e dimensionare la propria forza lavoro, scaricandone i costi sui lavoratori attivi).

Ora ci hanno raccontato di vivere nel mondo dei loro slogan (che probabilmente non è neppure ideale), ma in realtà abbiamo avuto tutt'altro e ora (un po' ingenuamente) ci lanciamo contro gli slogan, invece che contro la loro mancata applicazione (che non avrebbe forse portato il mondo ideale, ma almeno avrebbe dato una base sana su cui costruire qualcosa di migliore). È il grande dramma dei manifestanti di questi giorni: sono (siamo) stati truffati da gente che diceva di aver portato il mercato libero e liberale e ora non capiscono che se i soldi sono finiti non è per il libero mercato, ma perché quelli di liberale non hanno fatto nulla e sono scappati con la cassa (e si sono venduta pure la cassa).

 

Una trentina di anni fa qualcuno lanciò l'idea che "l'individuo" fosse prevalente sulla "società", per conseguenza tutti gli apparati furono convertiti alla nuova filosofia secondo cui sarebbero nate milioni di opportunità, bastava impegnarsi quel tanto che bastava per diventare tutti ricchi, famosi (e magari pure belli!). Ammessa per un'attimo la validità della "teoria" non ci resta che constatare che la "pratica" è un fallimento (più o meno) indipendentemente da chi sia stato ad applicarla.

 

scusa ma da cosa puoi arguire che l'dea sia stata messa in pratica alle nostre latitudini?
Io questa filosofia delle opportunità in Italia non l'ho mai vista, a parte l'opportunità di emigrare.

Una trentina di anni fa qualcuno lanciò l'idea che "l'individuo" fosse prevalente sulla "società", per conseguenza tutti gli apparati furono convertiti alla nuova filosofia secondo cui sarebbero nate milioni di opportunità, bastava impegnarsi quel tanto che bastava per diventare tutti ricchi, famosi (e magari pure belli!). 

Scusa tu, ma chi e dove avrebbe fatto questo?

Il commento mi sembra scritto in modo abbastanza ermetico e si fa davvero fatica a capire che cosa vuoi dire. 


Una trentina di anni fa qualcuno lanciò l'idea che "l'individuo" fosse prevalente sulla "società", per conseguenza tutti gli apparati furono convertiti alla nuova filosofia 

Qualunque cosa tu intendessi, nella Repubblica Italiana?

 

Perché tutti hanno opinioni molto precise e forti su sistemi economici e politici e non esitano a farcele conoscere senza tema d'imbarazzo mentre solo i pochi addetti ai lavori si sentono socialmente legittimati ad esprimere opinioni su come costruire centrali nucleari? Perché viviamo in democrazia e c'è la libertà di parola? Forse, ma allora perché non discutiamo in assemblea e sui blog come curare il cancro al pancreas? Perché tutti sembrano avere una cura per i salari bassi e nessuno ha una cura per i culi grassi?

 

DIpende dal fatto che questo e' un blog in cui si parla principalmente di economia. Se tu andassi a verificare su un blog di diete, o di salute, o di geologi, o di qualunque altro argomento specifico, scopriresti che l'italia ha 60 milioni di allenatori della nazionale.

Per la cura per il cancro, c'e' perfino una serie di ciarlatani che propaganda, sui forum e sui blog, la terapia di costui. Quindi non sentire presa particolarmente di mira la materia di cui ti occupi. E' proprio che gli italiani sono esperti di tutto in tutti i campi.

 

Credo di aver dato una risposta alle vostre domande con questo passaggio

..."di me e se, sicuramente, la classe politica italiana non ha brillato non mi pare che le altre abbiano dato grandi prove, nel senso che se altri paesi in questo momento stanno meglio è perchè stavano già meglio prima."

Infatti non ho detto che in Italia abbiamo applicato pienamente la teoria ma che, (sempre dal basso della mia ignoranza) anche dove sia stata applicata non ha comunque dato i risultati promessi. E il fatto che tutti i governi stiano più o meno brancolando alla ricerca di una soluzione che comprometta il meno possibile lo stato delle cose parrebbe confermarlo.

Che piaccia o meno il difetto sta nel "sistema" io non vedo altra soluzione che tornare ad un'economia basata sul lavoro "reale e diffuso" (quale che sia).

 

 

Questi indignati non li capisco molto, devo dire. E non solo, o non tanto, per la violenza che mi pare ricorrere in maniera così diffusa in certi movimenti che dichiarare estraneita fra quelli e questa mi pare una sorta di abracadabra auto-assolutorio.

Aggiungo. In certe pieghe del pensiero critico, quello veramente "critico" che indaga il linguaggio e lo espone all'analisi più dura e spietata alla ricerca di subliminali coercizioni al consumo o alla riproduzione di modelli culturali maschilisti, occidentali, coloniali ecc. ecc., ecco dicevo questo pensiero per cui una valutazione semiotica del linguaggio e dei suoi simboli è "precondizione" per abolire lo stato di cose presente sta sempre a rompere la minchia sui modelli culturali egemoni e sulle conseguenze che quel linguaggio avrebbe. In genere questi Echi di provincia (che ripetono sempre le stesse cose come l'eco appunto, pur con gli strumenti dell'Eco romanziere) non badano mai alle conseguenze pratiche che il loro pensiero, i loro simbolismo, il loro senso di giustizia vendicativa e riparatoria, il loro nutrire un senso di vendetta e rivincita per ordini sociali che non condividono può avere sulle giovani menti dei vari er pelliccia. La violenza è sempre estranea al loro modo di parlare e gestire la socialità. Mentre invece se vedi una sigaretta fumata in un film è sicuramente pubblicità occulta. Ma tutto questo è solo un dettaglio.

Mi stupisce di più vedere questi giovani che in maniera piuttosto infantilistica, dinnanzi al debito pubblico, e agli oneri di politica pubblica e di spesa che deriverebbero da una sua gestione, si ritraggono indignati (battuta) a dire: "non l'ho fatto io". Si proprio come i bambini che quando c'e da pulire il tavolo dopo la merenda si rimpallano accuse si chi sia stato a sporcare il centrotavola della nonna. Ecco, questo davvero mi stupisce. Un po' del mondo del volontariato cattolico e laico, oltre a vari gruppi politici impegnati, l'ho frequentato e mi pare che una delle prime cose che si imparano lì dentro è l'assunzione di responsabilità anche per riparare ad errori e problemi che non si sono direttamente provocati. Cioè questo continuare a dire: "il debito non l'abbiamo fatto noi" mi sa proprio di meschinità piccolo borghese, egoistica e non attenta allo sforzo comune. Dai ragazzi, con tutti quei presupposti culturali e quelle buone intenzioni non potete difendere slogan che starebbero bene a un integrato qualunque.

Già, peccato che il presupposto di ogni economia che funziona sia "chi sbaglia paga".

Qui si devono fare due cose: trovare e punire i colpevoli (e soprattutto bandirli da ogni decisione futura) e, pagando tutti (perché, come in ogni procedura fallimentare, i danni sono superiori a quanto si può recuperare), ricominciare e ricostruire un'economia e una società sane.

Non è possibile fare una sola delle due (per dire: Madoff è in galera e i truffati si sono tenuti le perdite, qualcuno pensa che senza la prima parte non sarebbe finita in violenza?).

E la responsabilità non è così misteriosa: abbiamo governi e imprenditori che hanno prosperato sulle spalle di tutti costruendo un sistema economico debole e asfittico (e facendo debiti a nome di tutti per ritardare lo showdown). Queste persone devono uscire di scena, le aziende non competitive devono fallire (quindi le quote azionarie perdere ogni valore, punendo e cacciando i responsabili) e solo dopo ricevere aiuto e i governanti che hanno permesso che le cose andassero diversamente (e hanno buttato soldi di tutti in sussidi e regalie) essere cacciati senza appello.

Michele più su ci ha cortesemente ricordato che quando si interviene in un dibattito parlando senza cognizione di causa è l'intera discussione a scadere. 

Si potrebbe obbiettare che se prendono la parola solo gli esperti il tono delle discussioni diventa troppo tecnico e ingessato, ma non credo che sia questo che auspicava Michele, che anzi spesso nei commenti distribuisce lezioni gratis.

Supponiamo di avere un campo da valorizzare ogni volta che inseriamo un commento e dovendo obbligatoriamente dichiarare se stiamo inserendo

 

  1. Un intervento costruttivo (es: risposta alla domanda di qualcun altro)
  2. Una domanda 
  3. Una opinione personale (es complimenti all'autore del post, lik sul commento precedente)
  4. Un aneddoto 
  5. Una troiata 

 

Non sto chiedendo modifiche al sito (anche se mi farebbe comodo un'etichetta del genere prima di aprire i commenti) e la classificazione è puramente indicativa e mi serve a  a illustrare come si può convivere civilemente tra Esperti e Amatori senza sputtanare un sito almeno finora, secondo me, riesce a formare e informare in modo leggero e ospita quasi sempre discussioni interessanti.

I commenti di tipo 1 dovrebbero in massima parte essere proposti da Esperti, gente che sa di quel che parla, ma, ad esempio un Amatore potrebbe costruttivamente segnalare ad es link o libri che propone come attinenti alla discussione.

I commenti di tipo 2 sono proposti in gran parte dagli Amatori,  ma anche da Esperti che quando vogliono approfondire un tema.

Le etichette 3,4,5 servirebbero unicamente a far risparmiare tempo ai lettori (Esperti e Non) che non hanno interesse a queste tipologie di contenuti. 

Dove voglio andare a parare? Che se ogni volta che Giovanni Federico discute di Storia e qualcuno sente il bisogno di racontarci le storie sentite dai suoi nonni avessimo chiaro in mente cosa è un intrevento costruttivo (ovviamente quello di Giovanni) è cosa è aneddoto, opinione non informata sui fatti o semplice troiata avremmo molte meno discussioni sterili.

Naturalmente la bandierina che da la categoria del commento non è indispensabile basta avere chiaro in testa che prima di parlare dovremmo cercare di capire e che anche quando crediamo di aver capito è raccomandabile essere cauti.

 

 

Massimo, non voglio sembrare troppo duro, ma mi sembra una proposta da Renzino L'Europeo ;-)

Una bella autocertificazione! Il problema è che, chi usa certi toni e porta avanti ragionamenti senza basi, fosse in grado di rendersene conto non lo farebbe.

Insomma: il troll di turno (che, abbiamo visto può anche essere un plurilaureato) durante una accesa discussione, quando deve scegliere l'etichetta per l'anedotto insignificante che lui ritiene confutare 3 anni di ricerche di Giovanni, che etichetta sceglierebbe?

PS

Affinità elettive: la frase da te citata (Wittgestein) è riportata da Boldrin nel suo sito (se non sbaglio).

 

Il papà di Ludwig, Karl, era probabilmente anche più interessante del figlio: www.57osobnosti.cz/40-en

Non in quel link, ma una volta ricordo di aver letto che pagò un buyout con i soldi in cassa dell'acquisito, intorno al 1880!

 

Siete sicuri che la citazione di Ludwig Wittgenstein sia corretta? Nella traduzione di G.A. Conte per Einaudi la settima proposizione suona: "Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere".

Il senso è un invito a non discutere delle questioni che non possono avere una risposta perché non hanno significato (cfr. la proposizione 6.53). Ho l'impressione che qui la si impieghi solo per intimare il silenzio sulle questioni specialistiche ai non-specialisti: obiettivo condivisibile, ma estraneo a W. (che, concluso il Tractatus, discusse poi senza porsi limiti di molte questioni che vanno oltre le proposizioni delle scienze naturali). 


Lega ladrona: la baby pensione della moglie di Bossi

 

Forse la lega non esisteva ancora ... 

 

Lega ladrona: la baby pensione della moglie di Bossi

 

Indignarsi non serve a nulla, bisogna votare chi propone di abolire questo genere di privilegi e in generale ogni indebito trasferimento statale a persone e aziende.  La LN lo diceva, piu' o meno, 20 anni fa, il problema e' che gli italiani invece di votare LN votavano DC-PSI-PCI, e in seguito Ulivo, Berlusconi, UDC/CCD e AN. Dopo 20 anni la LN si e' adeguata al volere della maggioranza degli italiani...

Sarebbe poi interessante fare un bel resoconto, aperto agli esponenti di tutti i partiti, per riassumere:

  1. quanto tali cialtroni hanno ricevuto dallo Stato piu' di quanto hanno versato (o riceveranno, a norme vigenti), e cosi' i loro familiari e parenti
  2. quanto tali cialtroni hanno ricevuto dallo Stato piu' di quanto ricevono in media, riscalata al PIL italiano, dei loro colleghi europei

Uno studio del genere, invece di essere il solito elemento di propaganda da circo mediatico italiano come quello linkato, potrebbe essere una rappresentazione piu' corretta della realta' e un utile elemento di informazione per gli elettori italiani un minimo alfabetizzati, e che siano abbastanza intelligenti da capire che se ritengono di ricevere qualcosa dallo Stato pagato da altri, in molti casi e' solo una miserabile mancia per comperare il suo consenso per far vivere nel lusso una Casta di cialtroni incompetenti.

Vado OT, ma sempre di lettera si tratta.

Lettera del governo alla UE.

Il succo è che si alza l'età pensionabile di due anni tra una decina d'anni, e si prevede d'incassare lo 0.35% del PIL l'anno in cessioni di patrimonio dello stato.il tutto infiocchettato nelle solite promesse con l'aggiunta di uno scadenzario. tanto si vota a marzo. Che dire, speriamo se la bevano. Anzi, speriamo di no perchè è ora di finirla con questo circo.

 

Ps: la commissione sul debito,da far cascare le braccia

 

Le pensioni

Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.

Grazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.

Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all’evoluzione della speranza di vita.

 

In pratica dice: non facciamo nulla perché quello che abbiamo già fatto e votato è un meccanismo per cui - gradualmente nel 2026 si andrà in pensione a 67 anni. Per l'anzianità i meccanismi sono già stati rivisti e sono agganciati alla speranza di vita.

I tecnici possono ora dirci se è vero, se è credibile (senza risatine, per favore)

 

a proposito dei licenziamenti più facili contenuti nella lettera d'intenti,

forse dico una sciocchezza, ma siamo sicuri che siano un buon affare per i "padroni"?

Con la cassa integrazione paga l'INPS, ma se licenzi il lavoratore non devi anche corrispondergli il TFR, a scapito delle casse dell'azienda, che se licenzia tanto florida non è?

 

In attesa della risposta di Seminerio segnalo per chi non l'avesse ancora letto, l'ottimo post di MB su phastidio

oddio, forse qualche percentuale di ragione gli apprendisti stregoni ce l'hanno. Se ci fossero modi alternativi di tenere alta la pressione per le riforme senza rinunciare a quella possibilità, perchè non mi sembra che MB la veda come causa di immediati sfracelli macroeconomici, non è che rischiamo di tagliarceli per far dispetto alla moglie zoccola  rinunciare a un utile strumento per punire chi se lo merita alla faccia dei danni collaterali? 

Intanto, sull'argomento e su altro, si è espresso anche Tabellini

Noooooo! Sul blog del Fatto ha (hanno?) tagliato la battuta sull'elicottero, che rendeva proprio l'idea! Peccato...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/28/piazza-grande-la-favola-bella-della-bce/166860/

Ho visto 20 min de L'infedele e mi sono tornati in mente quelli che mi obbiettavano che la mia lettera era superficiale e che le ragioni degli indignati erano ben altre.

Invece i  draghi ribelli  in TV parlavano proprio di non pagare il debito pertanto mi pare che la mia lettera non sia stata superficiale. Mi spiace per l'ottimo Perotti, ma mi è parso poco incisivo nel ribattere. Timidezza degli economisti in TV?

Un'immagine che mi è venuta in mente è se la crisi è una grossa vescica sotto il piede, dolorosa da curare, ma ben più pericolosa se trascurata, quelli che propongono il default si rendono conto che per evitare le cure dolorose stanno proponendo l'amputazione preventiva dell'arto?

Mi spiace per l'ottimo Perotti, ma mi è parso poco incisivo nel ribattere. Timidezza degli economisti in TV?

a me è sembrato cortese ma deciso nell'obiettare all'esponente dei draghi ribelli di guardare i numeri e che le pur benemerite riduzioni di grandi opere, spese militari e costi della politica non influivano più di tanto. E Lerner gli ha dato, mi sembra, più spazio per argomentare.


Secondo me per farti capire dai draghi ribelli devi quantificare le conseguenze in termini di iphone e vacanze low cost che non si potrebbero più permettere

 

oddio, sembrano tanto le americanate sui limousine liberals... semmai così si banalizza tutto, chunque penserebbe che in fondo a qualche iphone e vacanza si può rinunciare.

Comunque, ci sarebbero tre cose che qualunque economista di qualunque scuole (anzi, qualunque persona onesta e di buon senso) dovrebbe martellare:

- Argentina e Islanda non sono applicabili a noi perchè la loro crescita deriva dall'aumento dei prezzi delle esportazioni. Noi abbiamo qualcosa da esportare il cui prezzo è aumentato? Carne, grano, petrolio..No? e allora?

- Le banche saranno antipatiche ma, primo hanno in cassa i soldi delgi altri, famiglie e imprese, e senza credito si ferma tutto

- L'uscita dall'euro significa importare inflazione e non vedere più un centesimo dall'estero per anni. Finisce con operai pagati un tozzo di pane per esportare in concorrenza coi cinesi... esattamente quello che loro indicano come il risultato del "neoliberismo selvaggio".


 

Finisce con operai pagati un tozzo di pane per esportare in concorrenza coi cinesi...

 

se può interessare, ecco il mio personale slogan contro quelli che parlano a cuor leggero di default: "in busta-paga preferireste avere euro o nuove lire?" e mi piacerebbe che fosse anche la domanda del referendum greco, la nuova dracma non sarebbe un granchè.

come tutti gli slogan andrebbe preventivamente stressato da competenti, non vorrei mai che si prestasse a letture aberranti. il famoso "stay hungry, stay foolish" è stato interpretato da un mio conoscente (sulla cinquantina,  padre tardivo) come l'invito a coltivare  passioni come la pasta sfoglia e i naif yugoslavi, senza più dannarsi sul lavoro.


 

Il sottoscritto che e' ahime' vecchio assai, vi suggerisce di considerare l'ipotesi seguente con accuratezza e serieta'. Un gruppo di paesi (la maggioranza dell'Europa Ovest, nafta da Mexico al polo Nord, Giappone, Australia/Nz) ha cessato di crescere alla velocita' con cui lo fece per 150 anni (si puo' calibrare il numero degli anni ma non di molto.) Ergo tassi di crescita reale che superino un ambito che va da 0.5 a 1.5% per i prossimi decenni sono estremamente poco probabili. 

Nel frattempo le insipienti sciocchezze prodotte da elites di varia natura (ahime' troppo sostenute da autonominatesi caste di esperti), hanno finanziato debiti enormi che sempre meno le aree che crescono (BRIC+ Indonesia/ Nigeria) hanno  intenzione di pompare masse di denaro enorme per "ri"finanziare debiti che verranno mai pagati.

Quistione: che fare?

1. invece di blaterare di de"crescita" (che si ottiene in un modo solo, riducendo i consumi, non bevendo acqua, non andando in aereo, non comprando ipadipodiphone, e cosi' via) si pensi a come si vive con una crescita bassa e con una demografia che continua a produrre piu' vecchi che giovani

2. si lavori(cchi) un po' di piu' e si pensi ad alcune misure banali, si puo' benissimo mescolarle con misure simboliche (eliminar la maserati corazzata del generale in pensione costa nulla, basta venderla all'emiro di turno.) Le misure simboliche hanno appunto un effetto simbolico. Il grosso delle spese (e in Italia il punto e' quasi auto-evidente) e' un bilancio pubblico enorme che va tagliato. Pensioni e amministrazione devono quindi ridursi di dimensioni assolute. 

3. visto che il tutto non e' a costo zero, una prima fase e' dolorosa per tutti (vuol dire che la mensa dell'asilo va gestita da volontari, da chiese, da amministratori provinciali in disarmo e senza stipendio.) Modesta proposta: e se ci convincessimo che il glorioso sole dell'impero (non serve hardt/negri) sia tramontato e che al meglio i paesi (vedasi primo gruppo indicato in primo paragrafo) succitati sono un po' come l'Olanda quando finisce l'impero olandese. Una piccola scheggia che farebbe bene a puntare su quel che sa far bene (i tribunali ad esempo, in un altro caso computers) e non su quel che non sa fare (crescita industriale manifatturariera pesante.) Ne segue, ad esempio che la "politica industriale" e' una pagliacciata (mi spiace per il PdR d'Italia, ma ha nessun senso proteggere i cantieri per far pagare le navi italiane il triplo di quelle prodotte dai cinesi.)

4. una seconda fase di assestamento puo' darsi quando si veda come esistano nicchie minori in cui inserire le risorse reali (e' possibile che l'Italia, abbassando prezzi e quindi avendo meno profitti da bed and breakfast a Riccione o a Venezia, sia un polo turistico vero, e' difficile mettere Agrigento e Palladio nel deserto del Gobi)

5. il resto son un po' chiacchere per bambini viziati, il "default" che e' una possibilita' sarebbe l'inizio della fine della comunita' Europea (forse senza Grecia la UE continua, senza Italia, cioe' meno 60 mil di persone, continua ... meno... o cessa) il che non e'  la fine del mondo, per carita', e' finito anche l'ultimo impero vero nel 1911, ma questa e' la domanda, una dolce e calibrata serie di sacrifici contro un tracollo di tipo argentino (en passant -- non ho letto tutti i commenti ma si dovrebbe pur osservare che alcuni paesi si permettono di sopravvivere --- [dove vivo ad esempio]] date le continue stratosferiche salite dei prezzi delle materie prime (da quanti cinesi si comprano l'orologio di platino dipendono i minatori in africa, se non avevate notato, sara' forse male per l'ambiente ma non so nemmeno se dobbiamo lasciar il platino sotto terra.) In Italia non vi sono materie prime da vendere (mi risulta, piu' o meno le miniere del Sulcis o simili nostalgie.)

 

Da sconsigliare il default, forse da consigliare, cominciar a premere perche' ad alcune misure simboliche si associno tagli reali. Spiace per il ministro delle "riforme" e chansonnier U Bossi, ma vedo scarsa "manovra" da manovrare.

 

Come si osservo' spesso e' triste che gli Italiani non vedano la trave nell'occhio proprio se non indicata dall'estero (forse era meglio capire che al papa re andava sostituita una repubblica, ma venne Bonaparte a far guerre sul tema, dove non arrivo' Gennaro Serra buonanima ci perse la capa, forse era meglio capire che certe misure vanno prese, ma ahime' fino a quando non lo disse Draghi la priorita' dei parlamentari e' di discutere del menu col carpaccio etc.)

Ma triste o meno, e forse peggiorato da uno stato incolto (vedasi Zingales sullo stato educativo degli italiani,  http://www.youtube.com/watch?v=CRGEFzHSVEQ

 

vi sono meno laureati che in Mexico) delle masse, il problema e' esattamente uguale e nessuna grida delle televisioni fa alcuna differenza.

 

A riprova che uno, se oltre ad averlo il cervello lo usa, le questioni di fondo le capisce anche senza il PhD in economia.

P.S. Well, è vero che Palma, sotto sotto, non solo bazzica da sempre economisti di qualità (:-)) ma qualcosa ha pure leggiucchiato qui e lì ...

quali sarebbero gli effetti economici? Un nuovo shock petrolifero causato da un embargo è possibile?

 

quali sarebbero gli effetti economici? Un nuovo shock petrolifero causato da un embargo è possibile?

 

 

e chi lo sa? l'esempio più eclatante di sistema complesso, è appunto il campo di battaglia, dove il piano più dettagliato sopravvive al massimo 20 minuti (e la verità, ancor meno, secondo il detto). a me vengono in mente gli ostaggi d'ambasciata a teheran, presidenza carter: si ruppe un elicottero per una banalità, "cambiando il corso della storia".

qualcuno starà di sicuro scandagliando l'immenso rumore dei mercati finanziari, per isolare tracce di questa possibilità, ma la massimo ci sarà materiale per un giallo da ombrellone.

 

anche se fa effetto ed ' (abbastanza) ben scritto Tractatus e' un disastro, un campo di battaglia con pochi superstiti. 

quel che ha senso e' un effetto derivato di accettare che tutto quel che si 'dice" si dice in un calcolo delle proposizioni (per esser elegante e contro l'ornamento, che e' un crimine --ricordava il compadre Loos---- e' anche il calcolo delle proposizioni con u8n connettivo solo ==la barra, agli incliti nota come barra di Sheffer.) il resto son chiacchere che si esibiscono per quel che accennano e mai dicono (la mistica, l'estetica, la gastronomica, il sesso, gli stati mentali, la... matematica.....)

l'uomo buffo quanto mai convinse tutti con un'esibizione sopraffina di superiorita' mentale, manco per niente di superiorita' dei suoi argomenti, per chi di voi lo ha letto, vi invito a speigarmi cosa e' un numero seconod lui......

Loretta Napoleoni INSISTE! Ma avete sentito cosa continua a dire sul Fatto Quotidiano? "Cambiare governo non basta, bisogna rifiutare l'austerità di Bruxelles, urge uscire dall'euro, stampare denaro... o tra 6 mesi saremo come la Grecia!"

Questa in un minuto e mezzo distrugge anni del vostro lavoro di divulgazione seria e crea una disinformazione enorme. Video così fanno il giro dei social network in un battibaleno, tra l'altro con il logo del quotidiano in bella vista che le conferisce autorevolezza... Ma Padellaro si rende conto che così sputtana il giornale?

In God's name, stop her!

l'altro giorno ho incontrato un amico ex funzionario di Rifondazione Comunista, che è stato sposato con una argentina quando ci fu il default che adesso qualcuno presenta come modello alternativo.

I suoi commenti erano furiosi sulla demenza e ignoranza su chi propone il default, di "questa gente che nel vecchio PCI manco gli avrebbero fatto pulire il pavimento della sezione e adesso si sono fatti i loro partitini".

Intanto Bersani, simbolo per simbolo, ha aperto il comizio con l'Inno alla Gioia, l' "inno nazionale" de facto dell'Europa.

Oltrettutto, la L. Napoleoni è un altro caso alla FSL, una che sfrutta un cognome... (e se non sbaglio non è nemmeno parente di Claudio)

Ma ti stupisce che lo faccia su  Il Fatto, o che lo faccia in generale?

Perchè la Napoleoni sono settimane che imperversa con i suoi deliri su (cito a memoria) : Radio 2 con la Palombelli, Il Mondo, La Repubblica, Venerdì di Repubblica.

Se in Italia ci fosse una tendenza di svalutazione interna (ovvero, stagnazione o diminuzione di prezzi e redditi nominali), l'uscita dall'Euro potrebbe avere un senso, sia pure come extrema ratio.  Di fatto ciò non avviene, visto che i prezzi continuano a salire.  Bisognerebbe spiegare a Loretta e ai lettori del Fatto Quotidiano che la mancata crescita in Italia è un problema strutturale, che dura da ben prima della "crisi" e non si risolve svalutando; a meno che non si faccia una politica di austerità radicale, nel qual caso si svaluta quel tanto che basta a sostenere la domanda, e i detentori di titoli non ci rimettono ma al contrario sono tutelati.

Il discorso è molto diverso per altri paesi, dove stampare moneta converrebbe eccome: basterebbe riportare le previsioni di inflazione ai livelli prestabiliti come target dalle banche centrali, e successivamente dare stabilità all'andamento dei prezzi, o (scelta più radicale) dei redditi nominali.

 

http://www.youtube.com/watch?v=ixgbtOcEgXg

 

beh, insomma, Loretta ancora non ha ancora espropriato fattorie, perseguitato i gay a ridotto il paese alla fame... per ora?