Letture per il fine settimana, 23-7-2011

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Questa settimana: andamento della spesa sanitaria; mappare le relazioni fra discipline scientifiche; la legge che limita gli sconti sui libri; lo sforamento del tetto del debito usa; ¡cerveza y libertad!; intervista de Il Fatto ad Antonio Merlo sulla casta; una collezione di letture sulla riduzione della spesa.

Buona lettura e buon fine settimana.

  • The incidental economist mostra un grafico che compara l'andamento della spesa sanitaria ed il PIL negli USA (da un paper di Robert Woodford e Le Wang) e si chiede se sia un trend sostenibile.
  • Eigenfactor.org mostra graficamente le relazioni fra discipline scientifiche calcolate usando citazioni fra riviste. Provate ad arrivare alla vostra disciplina preferita cliccando sulle bolle. Da controllare anche la cartella "well-formed".
  • Chicago-blog commenta l'assurda legge che limita gli sconti sui libri.
  • Nicola Persico spiega su lavoce.info quello che avrebbero dovuto scrivere tutti i giornali: lo sforamento del tetto del debito usa (peraltro non ancora avvenuto) non è paragonabile all'aumento del rischio di default del debito italiano. Aggiungiamo noi, non è nemmeno comparabile lo shutdown dello Stato del Minnesota (che si sta avviando a soluzione), ma che è stato etichettato come "default/fallimento" dal Corriere e da altri giornali.
  • D'accordo, l'articolo è in inglese ma ci siam fatti prendere dall'entusiasmo e abbiamo adattato lo slogan originale che era in spagnolo. Sul blog Bleeding Heart Libertarians il filosofo Matt Zwolinski nota che gli stati in cui la produzione di birra è più strettamente regolata, come la Germania, hanno assai meno varietà degli stati in cui la regolamentazione è leggera o non esistente, come il Belgio. Inoltre, la varietà è esplosa negli Stati Uniti, con il microbreweries movement, dopo che nel 1978 Jimmy Carter deregolamentò il settore. Domanda ai lettori: seguendo lo stesso ragionamento, non dovremmo attenderci maggiore varietà vinicola in Italia, che per secoli restò divisa in tante unità politiche indipendenti, rispetto a Francia e Germania, dove lo stato unitario arrivò molto prima? Prima di rispondere fatevi un paio di bicchieri di quello buono, che mette sempre di buon umore.
  • Antonio Merlo viene intervistato da Il Fatto sulla classe politica italiana. Antonio, insieme ad altri, ha scritto vari lavori empirici sul tema, mostrando tra l'altro che il parlamento italiano è l'unico in Europa il cui tasso di scolarizzazione/capitale umano scende invece di crescere nel tempo. La presentazione del giornalista è un po' naive, con la ''formula della casta'' e così via, ma di questo Antonio non è certo responsabile. Il riassunto dei risultati è interessante e  l'intervista pure. Il termine ''mediocracy''  viene da un lavoro teorico (in inglese; con Andrea Mattozzi).
  • Mettiamo qua di seguito un certo numero di interventi apparsi nella stampa sulla riduzione della spesa: la presentazione del rapporto Giarda (ma non abbiamo trovato il rapporto); Perotti e Zingales (uno e due); Rizzo e Stella sul Corriere; la proposta IdV (uno, due, tre, quattro, cinque); la proposta Baldassarri (versione corta, versione lunga). Probabilmente stiamo mancando qualcosa, i lettori aiutino nei commenti. La qualità non è omogenea, alcune proposte hanno più senso di altre, e tutta una serie di altri caveat. Però c'è abbastanza per discutere. Non commentiamo qua ma ci torneremo.
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Commenti

Ci sono 31 commenti

Grazie per questa rubrica che adoro (specialmente oggi che sono sull'insonne andante).

PS

 

Nicola Persico spiega su lavoce.info quello che avrebbero dovuto scrivere tutti i giornali: lo sforamento del tetto del debito usa (peraltro non ancora avvenuto) non è paragonabile all'aumento del rischio di default del debito italiano. Aggiungiamo noi, non è nemmeno comparabile lo shutdown dello Stato del Minnesota (che si sta avviando a soluzione), ma che è stato etichettato come "default/fallimento" dal Corriere e da altri giornali.

 

ma, anche fosse, cos'è questa "smania" che noto in parecchi giornali italiani di dimostrare che anche all'estero se la passano male? La cosa dovrebbe farci sentire meglio? Mha...

Si perche',

Noi non abbiamo piu' varieta' vinicola di Francia e Germania? "A naso" direi di si, ma 1. Di vino non ci capisco quasi niente 2. Di bicchieri non ne ho ancora bevuti, che devo guidare e sono in Utah.

P.S.: Discorso simile si puo' fare coi formaggi?

 

Ragazzi, l' Italia e' il paese al mondo con la maggiore varieta' di vitigni! Non posso trovare un riferimento al momento, ma sono abbastanza sicuro. Ma anche a naso, pensate solo a quando fate le vacanze in una qualsiasi regione italiana e a quante varieta' autoctone trovate. Certo se bevete solo Sassicaia...

Probabilmente stiamo mancando qualcosa

 Beh, in questo caso, di un po' di traduzione non letterale dall'inglese (we're missing something) :))

'azz, beccato. Adesso però devo scappare, ho parcato il carro in divieto di sosta :-)

Non e' un po' strano che non ci siano relzioni fra economia e psicologia?

E poi cavolo, uno si sbatte tanto per pubblicare sull' AER e dopo quarantamila rejections scopre che e' solo la decima rivista...

 

Non e' un po' strano che non ci siano relzioni fra economia e psicologia?

E poi cavolo, uno si sbatte tanto per pubblicare sull' AER e dopo quarantamila rejections scopre che e' solo la decima rivista...

 

La relazione tra psicologia e economia se ci fai caso passa via la sociologia e business&marketing... manca il grafo completo delle connessioni...

la classifica, per quel che valgono le classifiche, non mi sembra tra le meglio pensate: JEL prima di Econometrica... è redatta (se clicchi sopra le singole riviste) rispetto una sorte di "influence score" (?) ed è chiaro che se quello è il parametro JEL sarà sempre più in alto di Math. of Operat. Resear.

 

 

 

 

 

 

Qualcuno mi spiega in cosa consiste?

Da quello che ho capito io tutte le agenzie governative hanno chiuso, ma questo cosa vuol dire? Che hanno smesso di stampare certificati? Che i poliziotti di stato se ne stanno a casa a lustrare le pistole? Che gli insegnanti delle scuole pubbliche sono a casa a dar ripetizioni (con le quali, in base a quanto afferma un commentatore di questo sito, si guadagna di più che a lavorare a scuola)?

Non hanno una specie di esercizio provvisorio per casi del genere?

No, questo è il punto. Non hanno l'esercizio provvisorio. In più il bilancio deve essere approvato sia dal governatore sia dal parlamento. Se non trovano un accordo in tempo, il governo statale si ferma finché l'accordo non si trova. Di solito gli accordi si triovano prima della deadline, ma occasionalmente (come è stato il caso stavolta in Minnesota) no.

Nota però che il blocco dello stato non si estende ai livelli inferiori di governo. La polizia che dipende delle contee continua a lavorare. Gli insegnanti, che dipendono dai distretti scolastici, continuano a lavorare normalmente. Si fermano i parchi naturali e varie altre cose. Tra queste, in principio, le università statali. Ma di solito continuano a lavorare, l'unica cosa che accade è che al più si finisce con il ricevere uno o due stipendi con un certo ritardo. Irritante, ma non terribile.

Contro la tesi del protezionismo delle piccole librerie e dei piccoli editori, ho trovato il seguente testo:

it.wikipedia.org/wiki/Coda_lunga

L'ho pure trovato in libreria, ma non sono ancora deciso. Qualcuno l'ha letto e me lo può (s)consigliare?

Su chicago blog una petizione al presidente della repubblica contro la nuova normativa sugli sconti per l'editoria.

qui il testo dell'appello.

Questa storia mi convince fino ad un certo punto. Nessun dubbio che questa leggina, approvata con sospetta e pelosa tempestività, altro non sia che una mossa contro Amazon.it, e da questo pdv è pacifico che si tratta di provvedimento illiberale e ostile al principio della concorrenza.

Però mi chiedo se il comportamento commerciale di Amazon.it sia a sua volta corretto, e non inteso ad acquisire, mediante una politica di dumping, una posizione dominante altrettanto lesiva del principio di concorrenza.

Amazon.it ha iniziato con i libri, offrendoli con sconti sbalorditivi, dei quali ho volentieri approfittato. E sono sconti reali (fino al 35 % su libri professionali assolutamente al di fuori del bacino best-seller) accompagnati da un abbonamento alle spedizioni (10 euro all'anno, una tantum per qualsiasi numero di spedizioni) che ne rende il costo praticamente nullo.

Tutto bellissimo, ma ci sono delle stranezze. Se andate a vedere altri articoli (vendono ormai di tutto, dall'elettronica di consumo a oggettistica domestica) vi accorgete che sul non librario la loro capacità di concorrenza è abbastanza contenuta: nell'elettronica di consumo (telefonia mobile, pc, aggeggi vari) i loro prezzi sono più o meno allineati con la concorrenza già presente in rete.

Lo sconto del 35 % sui libri è invece abbastanza sospetto, in quanto del tutto iendito (IBS e Webster per es. non vanno oltre il 15%, raramente 20), ma soprattutto perchè notoriamente azzera quando non porta in negativo qualsiasi margine. Un qualunque libraio anche importante vi dirà che lo sconto editoriale, cioè il prezzo di vendita dell'editore o distributore, raramente tocca queste percentuali. Poichè in Italia la posizione dei distributori è granitica e inscalfibile (e stranamente la legge NULLA dice su questo, è evidente che Amazon.it ha scelto deliberatamente almeno pro tempore una politica  di utili zero sui libri, allo scopo evidente di distruggere la concorrenza, sia di rete che dei librai, acquisendo una posizione dominante che non dovrebbe far felice nessun liberista. 

Mi chiedo onestamente quale debba essere la reazione corretta a questa impostazione, che in principio favorisce la concorrenza ma in sostanza si propone di eliminarla. Non certo una legge come quella recentemente approvata, siamo d'accordo. L'unica legge che avrebbe senso sarebbe liberalizzare (ma come, visto che la distribuzione è in mano ai maggiori editori) l'intera filiera. Ma...e allora?

GD

 

gli sconti almeno fino al 20-25% sono quasi la norma per quanto riguarda le promozioni. i 3x2 (anche se non si possono equiparare al 33% sul singolo libro) ci sono spessissimo, e a seconda delle condizioni proposte dai distributori (che dipendono tanto dalle loro situazioni di scorte, magazzino ecc) si arriva spesso al 30%. non mi stupirebbe il fatto che una struttura come amazon possa arrivare al 35% senza farsi venire sudori freddi.. 

Sì, ma teniamo conto che le promozioni in libreria (collane scontate, i 3x2 etc.) sono di regola concordate con editori e distributori, che offrono evidentemente condizioni particolari ai librai. Prova ne sia che quasi sempre queste superofferte si trovano in quasi tutte le librerie. E in casi del genere ho constatato personalmente che amazon.it applicava un massiccio  sconto ulteriore. Così come ho acquistato con massimo sconto libri di editori di libri professionali, molto ma molto di nicchia, che dubito assai offrano trattamenti così favorevoli ad amazon.

GD

 


Dubito che Amazon tratti coi distributori, e' abbastanza grossa per andare direttamente degli editori (almeno quelli medio grandi).

In ogni caso il punto l'ha fatto Lusiani: se il problema e' il dumping si sanzioni quello.

Visto che Boldrin non ci sforna niente e che il piatto piange, mi sono immersa in questa deliziosa lettura suggeritami dall'unico napoletano dichiarato di nFA. Ebbene si, Marco Esposito ha colpito ancora! Prima ha tessuto le lodi del libro dal punto di vista storico , poi ci ha messo degli aneddoti e cosi' eccomi qui a trascurare i miei doveri di "donna di casa" per inabissarmi in una lettura gradevole e sorpendentemente attuale.

Leggo nella prefazione che il romanzo fu scritto nel 1982, pubblicato nel 1986 ma ora ridato alla stampa in occasione del 150esimo anche se il romanzo descirve i moti di liberta' di Napoli attraverso la vita di donna Eleonora de Fonseca, portoghese ma napoletana di adozione. Sono arrivata solo a pagina 226, cioe' proprio a meta' del libro, quindi non mi dilunghero' molto perche' mi preme di abbandonare il 2011 e ritornare ad immergermi nel 1799..tanto le starde sono le stesse , il cibo pure, gli ideali...anche quelli se vogliamo percio' anche se si tratta di un romanzo storico e', come vi ho detto, una lettura deliziosa.

Striano descrive nelle sue pagine la vita di corte, la vita della nobilta' piu' o meno decaduta, degli intellettuali, e la vita del popolo in maniera viva, come guardare un film.

Lenor, la protagonista , e' una donna letterata, studia di tutto, legge di tutto e approda nei vari salotti letterari del tempo, soprattutto quelli degli intellettuali intenti ad assorbire gli ideali americani e francesi per cambiare la realta' di Napoli. I suoi amici non disdegano di spettegolare su tutti i personaggi in vista della Napoli del tempo e uno dei commenti  di Vincenzo Sanges potrebbe uscire dai giorni nostri e ancora la giovane Lenor chiede a Vincenzo perche' frequenta assiduamente salotti per discorrere< Perche' nessuno di noi ha realizzato il bene proprio. Allora ci occupiamo di quello altrui. E' assai piu' facile. E comodo>

In eta' adulta Lenor ritrova il suo primo pretendente che oramai fa il poeta di corte, alla corte di Ferdinando e Maria Carolina: lo rivede ingrassato parecchio , e Primicerio seccato le risponde < il fatto e' che , ad una certa eta', i sogni, gli entusiasmi quelli di cui ti nutri in gioventu', se ne vanno. E allora, non puoi che nutrirti per davvero: di costolette, timballi.Rimane questo. (...) con un mesto sorriso, un po vero un po' falso, concluse: A quest'eta' certe cose riacquistano malinconico valore.>

A Lenor, Striano fa dire questo < Tocca agli uomini colti capire se i governanti procedano lungo queste lienee (rivoluzione americana/francese) e, se no, ammonirli, contrastarli. Come sta succedendo in Francia, come hanno fatto quegli Americani i cui nomi cominciano ad essere noti fra salotti e gazzette: Jefferson, Washington, Franklin. Hanno costruito una nazione attuando le idee dell'Europa migliore, dimostrando che SI PUO', che le voci sincere di letterati e scienziati non si perdono al vento.>

 

Beh, parla una donna, e' estate, e' un romanzo. Ma io ritorno alla mia Napoli del 1799 , anche se verranno tutti sterminati dalla restaurazione..

Se lo avete gia' letto, sicuramente vi sara' piaciuto, se non lo conoscete andate ad investire dieci euro in una buona lettura.

 

Grazie della recensione, seguiro il consiglio (Napoli, da "straniero",mi ha sempre affascinato)

 

Giuliana ti ringrazio per le lodi, ma il motivo per cui suggerisco questo libro è per capire Napoli.

E' dal 1799, da quando una intera generazione di illuministi, di giovani intraprendenti e di saggi anziani, fu sterminata, soprattutto dal popolino che invocò la restaurazione, che difese il re, che si ribellò alla novità, che la mia città è prigioniera di un dualismo e di una mancanza.

Da un lato una borghesia mediamente o molto colta, ma poco dedita agli affari (con i Borbone l'iniziativa industriale era appannaggio della corona), dall'altra un "popolino" che attende sempre che il "re" pensi a lui. Inutile dire che la borghesia schifa il popolino, sin da quel 1799. Inutile aggiungere che da allora l'intraprendenza, la ricerca della novità morirono con tutti gli ideali e le persone di quella rivoluzione.

Personalmente, e come molti altri, sento una mancanza in questa città: il gusto del nuovo, la ricerca di nuove sfide, poi ricordo che fine hanno fatto quelli che tentarono quella strada, e capisco: lo sterminio di un'intera generazione intellettuale, e il soffocamento successivo di ogni nascita in tal senso ha generato l'attuale situazione napoletana. Quando hai finito questo libro ne ho un altro, che ti darà il ponte fra napoli e il resto d'italia (che non è il "resto di niente").

Una conclusione e una domanda: ma quanto dovevano essere evoluti quegli uomini del 1799 per accettare che una donna (la Pimentel Fonseca) fosse loro pari nelle discussioni e nelle decisioni ? Quanti secoli sono passati affinchè alle donne fossero riconosciute quelle doti che quegli uomini del 1799 ammettevano senza dubbi ? Capisci cosa ci siamo persi ?