Letture per il fine settimana, 25-6-2011

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Questa settimana: il futuro fiscale dell'Italia e l'euro; Roberto Perotti sulla riforma fiscale; sanità e tassazione nelle regioni in deficit; Mario Baldassarri sulla manovra fiscale; Michele Boldrin intervistato da Libertiamo; il dibattito sulla riprivatizzazione delle banche in Gran Bretagna.

Buona lettura e buon fine settimana.

 

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Ci sono 28 commenti

L'intervista di Baldassarri è notevole. Per ridurre la spesa pubblica propone di aumentare i tagli alle spese per consumi intermedi  e di trasformare i sussidi alle imprese in crediti di imposta. In ambedue i casi un rinvio

i cosumi intermedi ammontano a circa 137 miliardi

il 34% circa 47 miliardi sono rimborsi per prestazioni sanitarie di enti convenzionati (cliniche, laboratori analisi)

per acquisti e prestazioni io non ho mai fornito nulla alla Pubblica Amministrazione ma si sente dire in giro che paga un 25-30% oltre i prezzi di mercato.

Dimezzare tale cresta comporterebbe un risparmio di oltre 10 miliardi.

Prestazioni sanitarie: mi pare che il settore privato (tranne il S.Raffaele che paga la megalomania di Don Verzè, il settore sanitario privato realizza alti profitti (a volte gonfiando le prestazioni e facendone di inutili (S.Rita, S.Giuseppe per restare a Milano): possiamo recuperare un 7% = 3 miliardi?

 

si sente dire in giro che paga un 25-30% oltre i prezzi di mercato.

 

Si sente anche che pagano a babbo morto, dimezzare la cresta potrebbe esser difficile.

 

Vabbé, se frequentate questo sito le cose che dice Michele un po' le conoscete.

Però nell'intervista sono dette in modo molto più lineare, pacifico, elegante e di conseguenza produttivo! Grandissimo lo schiaffo morale ai servetti libertari di B.

Boldrin, ci manchi!

Domanda tecnica, ispirata dalla lettura dell'articolo di FT.

Lo spread dei tassi sul debito italiano rispetto al tedesco è cosa di circa 2 anni, forse meno. Dal 1999 al 2009, circa, abbiamo emesso debito a tassi di pochi punti base superiori a quelli tedeschi. Siccome la maturità media del nostro debito è di circa sette anni, questo vuol dire che (al momento) lo spread lo paghiamo solo sui titoli emessi durante il 2010 ed il 2011, mentre il resto del debito ci costa ancora "poco". Non ho tempo per andare a ricavarmi i dati, ma credo sarebbe un esercizio interessante farlo per calcolare quanto ci "costi" la crisi finanziaria attuale. È una maniera, tra le altre, per calcolare il "costo fiscale" di un debt/gdp più alto di quanto i mercati considerino safe.

Ma il punto non era questo. Il punto è che se la situazione continua, come sembra, lo spread rimane o persino aumenta. Ed ogni settimana che passa con lo spread alto vuol dire che un'altra fetta di debito in scadenza (che costava "poco") deve essere rifinanziato a tassi alti. Ossia, con il passare del tempo il debito costa sempre di più ... mi domando se queste simulazioni che vediamo girare tengano conto di questo effetto e quali ipotesi facciano sui tassi a cui il debito italiano verrà rifinanziato nei mesi ed anni a venire. Perché, con un debt/gdp ratio del 120%, cento punti base applicati all'intero debito sono 1,2% di gdp di tasse in più ... altro che riduzioni dell'imposizione!

Ho trovato questi dati del Tesoro ma sono ottobre 2010. Comunque immagino che la situazione non sia cambiata molto. Nel 2011 sono in scadenza o sono scaduti circa 270 mld di debito, circa altro 180 nel 2012. Più ovviamente ci sono le nuove emissioni, dato che lo stato resta in deficit.

 

hai letto l'articolo su ft o su alphaville?

su alphaville,richiamando l'articolo su ft,si parla di una manovra di oltre 70 mld, quindi più alta dei numeri che girano. Magari è per il motivo che tu segnali, o per la crescita che è già più bassa di quanto preventivato.

sarebbe interessante vedere se nell'articolo originario ciò è dettagliato.

 

Ps:letta l'intervista su libertiamo. Complimenti.

 


Domanda tecnica, ispirata dalla lettura dell'articolo di F.T.

Nel tendenziale pre-manovra gli interessi passano da 70,2 miliardi nel 2010 a 97,6 nel 2014

dell'aumento 8,0 miliardi sono dovuti all'aumento dello stock di debito, 19,5 miliardi all'interesse medio pagato che passa dal 3,81% al 4,75%. ( i decimali non tornano per gli arrotondamenti).

Se spread e tassi base rimanessero costanti Voltremont nei quasi 20 miliardi avrebbe una signora mutanda.

il debito è coperto per l'82% dai titoli di Stato, il rimanente 18% sono prestiti, depositi di Tesoreria, depositi, conti e buoni postali, e titoli locali e perchè no sbilancio debiti verso i fornitori, crediti verso i cittadini.. Questo 18% costa, in termini di interessi, relativamente poco. (per esempio il tasso dei libretti postali delle vecchiette è stato portato a zero).

Dei Titoli di stato il 25% circa sono titoli a breve (Bot, CTZ) o assimilabili da un punto di vista interesse perchè indicizzato a quello dei BOT (CCT) che scontano un interesse basso (sotto il 2% i BOT e CCT, fra 2,5% e 3,0% i ctz). Circa il 63% sono BTP classici, i rimanenti (12%) BTP indicizzati, titoli per l'estero, Is.p.a. (prestito per TAV).

Ho analizzato i BTP a 3, 5, 10 anni che costituiscono quasi l'80% dei BTP, il 40% del debito.  

Su essi, ai cambi delle ultime emissioni, si perderebbero circa 0,2 punti nel quadriennio 2011-2014.

Addirittura e in particolare per :

BTP 3 anni l'ultimo tasso è minore dei tassi dei titoli in scadenza nel 2011

BTP 5 anni l'ultimo tasso è minore dei tassi dei titoli in scadenza nel 2012 e 2013

BTP 10 anni l'ultimo tasso è minore dei tassi dei titoli in scadenza nel 2011 e 2012. 

Penso che Tremonti, o quella santa donna (che Dio ce la conservi!), abbia previsto il costo del debito così in ascesa ipotizzando più che un allargamento dello spread un aumento dei tassi in generale (più qualche minislip).

 

L'intervista è completamente condivisibile tranne su l'affermazione secondo cui "anche Vendola saprebbe fare meglio dell'attuale governo". Mi sa che è proprio il timore di un regime ancora piu demagogico e populista che mantiene il Berlusca al potere a meno di ritenere gli italiani completamente stupidi. La politica non offre scelte come quando si fa la spesa: si sceglie al massimo tra un paio di mali

Quello che manca nell'intervista è la parte costruens: sino a quando non si spiega cosa sia il liberalismo allora mancherà anche il programma per raggiungerlo e qualsiasi politicante potrà dichiararsi "liberale". Anche perchè mi domanderei se esiste in Europa un governo liberale o se gli USA di Obama sono liberali e quando hanno cessato di esserlo.