L'italiano

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Avevo cominciato pensando di commentare la "manovra" del neo-governo Berlusconi. Son finito per fare pubblicità a un libro di Sebastiano Vassalli. Perché così vanno le cose, e non vanno bene.

Oggi il neo-governo, dando prova del suo encomiabile praticismo, ha varato i primi provvedimenti. Sono di natura economica, ma non solo.

Hanno dichiarato lo stato di emergenza per Napoli e la Campania, mandando l'esercito a fare il lavoro dei vigili urbani. Siamo al riconoscimento che è lì in corso una guerra civile non dichiarata ufficialmente, ma ugualmente tragica. Non mi sorprende, fa solo ridere amaro. Non avendo né forzato le dimissioni del governatore della Campania, né del sindaco di Napoli (e men che meno invocato il loro arresto per alto tradimento, truffa, peculato e diosolosa quant'altro) le misure repressive adottate ammontano alla solita farsa italiana dell'emergenza che non finisce mai, si dichiara sempre, e produce poi degenerazioni ancor peggiori. Per le quali ovviamente si dichiarerà, sei mesi dopo o sei anni dopo, un'altra emergenza nazionale. Buffonate da Pulcinella, nella città giusta questa volta. Hanno anche dichiarato guerra ai mendicanti e all'immigrazione "illegale", gli auguro buona fortuna. Con una polizia che non arresta neanche gli stupratori, sarà da ridere a vedere come ora arresteranno le valanghe di rei dei nuovi reati d'accattonaggio e d'immigrazione illegale.

Niente di nuovo. Anche le misure economiche hanno la stessa natura e seguono la stessa logica: eclatanti (ossia, ridicole) pezze appiccicate al culo dei pantaloni di un vestito economico che cade a pezzi ed occorrerebbe gettare, riconoscendo di essere nudi. Invece ci si attaccano con i denti e le unghie, vittime o della loro ignavia o della loro meschinità, o di entrambe. Valga per tutti l'incredibile commento della neo-eletta presidentessa di Confindustria:

 

"È un primo segnale forte sulla strada dell'aumento della produttività

e dei salari - ha commentato invece il nuovo presidente degli

industriali, Emma Marcegaglia - è un risultato di cui essere fieri, è

positivo, dobbiamo dirlo con forza".

 

Se questa è la cultura economica delle grandi elites imprenditoriali,

che cosa dovremmo mai aspettarci dalle masse del lavoro dipendente e

delle partite IVA? Perché sorprendersi che i sindacati, CGIL in testa, protestino

perché ai loro amati dipendenti pubblici non son stati detassati gli

straordinari? Logico, no? Finalmente il sindacato operaio dichiara alla

luce del sole d'essere il sindacato dei ministeriali: nulla di

sorprendente, ma almeno fa un po' di chiarezza. Come fanno chiarezza le

dichiarazioni del ministro ombra,

mai attributo fu più appropriato, Pierluigi Bersani il quale continua a

confondere produttività con redistribuzione. Perdonarli non è il caso,

ma che non sappiano ciò che fanno e dicono è oramai cosa ovvia, seppure comunque grave.

Non avendo più a disposizione le "svalutazioni strategiche" del tasso di cambio, le elites (si fa per dire) economico-politiche italiane si sono inventate le misure di finta detassazione che avranno lo stesso, deleterio, effetto delle svalutazioni: droga per sei mesi, hangover per sei anni. Della stupidità di tali misure abbiamo già detto in abbondanza - sulla follia di abolire l'ICI per rimpiazzarlo con un'imposta statale mentre ci si riempie la bocca di federalismo han detto altri - mentre sul pastrocchio d'accordo fra ABI e Tremonti sui mutui, e sull'ennesima truffa che trasforma il prestito di 300 milioni ad Alitalia in "patrimonio netto", preludio ad un'altra nazionalizzazione, nessuno ha ancora scritto; effetto dell'attivismo: quando le cazzate son troppe, alcune passano inosservate. Non importa: la presa in giro dovrebbe essere evidente anche ai più ciechi. Non vale la pena insistere, tanto nessuno ascolta ed ogni tanto persino io mi stanco di predicare al vento.

Preso da sconforto (che mi si manifesta quasi sempre nella forma d'una risata un po' cinica), non tanto per la ridicola sostanza economica della cosa ma per l'esiziale reazione della società italiana all'ennesima presa in giro, m'è venuto alla mente un libretto letto quest'inverno mentre mi nascondevo in Badia.

L'autore è Sebastiano Vassalli, i cui libri ho continuato a leggere nell'attesa che un giorno sarebbe arrivato quello utile. Questo sembra adattarsi alla bisogna. Lo si capisce dall'incipit:

Il giorno del Giudizio Universale, Dio chiamò a sé tutti gli uomini

del mondo, con le rispettive consorti. Chiamò l’Inglese e l’Inglese

rispose:

“Eccomi!”

Chiamò il Cinese e il Cinese rispose:

“Sono qui!”

Uno dopo l’altro, Dio chiamò il Russo, il Francese, il Greco,

l’Americano, il Giapponese, il Polacco, il Finlandese, l’Arabo,

l’Australiano, il Turco, l’Indiano, il Nigeriano, il Marocchino, il

Sudafricano nero e il Sudafricano bianco, il Portoghese, l’Israeliano e

tutti, nella loro lingua, risposero:

“Presente!”

Di ognuno Dio esaminò le virtù e i vizi e mandò tutti in Purgatorio:

perché nessuno meritava il Paradiso, e nessuno era abbastanza malvagio

da meritare l’Inferno. Poi Dio chiamò l’Italiano, ma non ebbe risposta.

“Cosa può essergli successo, - si chiese – perché l’Italiano sia

assente?” Tornò a chiamarlo. Allora l’Italiano, vedendo che tutti si

erano voltati verso di lui e lo stavano guardando, spalancò gli occhi e

si mise una mano sul petto. Domandò:

“Chi, io?”

Fanno seguito undici, brevi, racconti storici (avevo virgolettatto l'attributo, poi ho tolto le virgolette), che sono più delle macchiette o forse delle parabole - nel senso in cui lo fu Prova d'orchestra (tralasciate l'Analisi, basta la Trama) il film che mi convinse che Fellini aveva capito tutto da tempo e che io ero indietro su di lui - ma che, nel loro essere delle "parabole storiche e macchiettistiche" (uff, cosa non mi invento per fare una recensione!), colgono nel segno proprio grazie agli aggettivi. La storia d'Italia È una storia fatta di e da macchiette. Le quali, nel caso de L'italiano di Vassalli sono, nell'ordine

- Il doge (Ludovico Manin): "Sto mondo xe una cheba de mati, e i più sani sta de casa a San Servolo!". Entrò in chiesa, per rimettere la sua decisione nelle mani di Dio.

- Il prete (Gaspare Del Bufalo): "Veniamo da Roma. siamo preti [...] Chiedete a Dio di aiutare la sua Chiesa e i suoi preti. Ripetete insieme a noi: Pater noster qui es in coelis ..."

- Il commendatore (Emanuele Notarbartolo): "Quella donna, - rispose tranquillo [l'assassino di Notarbartolo] [...] - non ha visto niente."

- Il padre della patria (Francesco Crispi): "Stai tranquillo, - gli diceva, - e butta la pistola. Se io non muoio, te la cavi con poco!"

- Il tenore ("Caruso", sopranome d'un milite ignoto): "Insomma, - concluse il portinaio, - fu una delusione per tutti!"

- Il dissidente (Cesare Forni): "Giulia è una donna libera, - aveva aggiunto il conte [Carminati Brambilla, marito di Giulia, dopo aver fatto massacrare di botte il CF], [...] - e va a letto con chi vuole. In quanto a me, se è questa la ragione della vostra domanda, sono qui soltanto per fare un favore al partito. Non ho niente di personale contro Cesare Forni."

- Il trasformista (Saverio Polito): Nel 1956, Polito chiese al tribunale di Forlì di rivedere il processo di Bergamo, e ne ebbe l'assoluzione <>. Morì nel 1959.

- Il carabiniere (Orazio Petruccelli): "Morirò da carabiniere, - pensò [...] - anche se, in fondo, non ha senso. Ma quella nuvola, ha senso? E quell'uccello sul mare? E noi?" Si scoprì il petto e gridò: "Viva l'Italia! Viva il Re!"

- La femminista (Sibilla Aleramo): Si raddrizzò e chiuse la finestra. Mormorò: "Al diavolo le canzoni e le loro chimere. Al diavolo i ricordi."

- I due rivoluzionari (Palmiro Togliatti ed Adriano Sofri): Ma Pippo Pippo non lo sa / che quando passa ride tutta la città. [...] "Falla tu la rivoluzione, mio giovane eroe, visto che sei così bravo e che noi non siamo stati capaci di farla." [...] "Ci proverò, compagno Togliatti: può esserne sicuro!"

- Il signor B. (quello che ieri, fattivo, ha presieduto a Napoli lo storico Consiglio dei Ministri): Vedo che finalmente hai capito tutto. La verità sull'Arcitaliano può anche non piacere, ma è questa e non ce ne sono altre.

 

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Commenti

Ci sono 111 commenti

Scusa Michele, dove hai letto che il "prestito" alitalia è stato trasformato in patrimonio netto ? Perchè sui giornali non c'è (ancora). Non commento sui rifiuti, perchè da napoletano sono parte in causa e ci potrei scrivere un libro (o volete un articolo?), sulla "emergenza sicurezza" ho una sola cosa da aggiungere: senza un processo per direttissima non serve a niente, solo ad ingolfare una macchina ferma, quindi, come al solito, all'italiana, siamo "tutte chiacchere e distintivo". Sulla parte economica, da imprenditore, quoto al 1000 % (mille per cento) quanto da te detto, ma la Marcegaglia rappresenta le grandi imprese, quindi quando lei parla senti parlare le grandi imprese.Previsioni ? Sei mesi di overboost e poi crash landing.

 

Mi scuso, cervello non inserito, ho trovato il link su Alitalia, ma sai, noi terroni alle volte siamo un pò tardi. Il resto del mio commento resta.

 

Ieri, in occasione della riunione del CdM, il titolo Atlantia Spa (ex Autostrade Spa) è salito del 7.6%. Il tutto è legato alle decisioni attese dal nuovo governo relative alle convenzioni sul calcolo dei pedaggi autostradali. Ovviamente i commenti sono del tutto superflui.

 

Certo che se il buongiorno si vede dal mattino siamo messi male forte. Un commento su un punto che non ho letto da nessuna parte riguardo l'introduzione di reato per l'immigrazione clandestina: oltre all'ovvio di avere da un giorno all'altro 600k nuovi criminali per le strade, c'e' la complicazione che anche nella ipotesi fantascientifica che tutti possano andare incontro ad un processo lampo va considerato che questi avrebbero comunque diritto ad un secondo grado e un terzo grado di giudizio. Il che vuol dire che per chi decide di andare fino in cassazione non solo non c'e' espulsione, ma c'e' un motivo legittimo per rimanere in Italia i successivi 8 anni.

 

Mi viene da pensare, cinicamente, che facciano affidamento sul fatto che non molti sappiano di poter avere tre gradi di giudizio, e sul costo degli avvocati per seguire tutto l'iter.

Io sinceramente sono preoccupato piu' per le conseguenze economiche della cosa: l'immigrato clandestino e' forza lavoro a basso costo, che non sempre e' impiegato per attivita' illecite. Inventiamo pure che il 50% dei 600mila clandestini delinqua o chieda l'elemosina: abbiamo 300mila persone che fanno lavori utili, poco pagati e senza oneri per lo Stato. Se il reato venisse perseguito in maniera rigida , puntuale e continuativa avremmo un enorme costo (forze dell'ordine, carceri piene, costi e tempi giudiziari) e aziende (tipicamente piccole) che dovrebbero pagare di piu' il personale a bassa specializzazione, se pure lo trovassero. Sono due conti fatti da un profano, mi pare strano che non ci pensi nessuno o chi ci ha pensato non lo dica. C'e' la terza ipotesi che stia dicendo idiozie, ma ho l'impressione di essere nel Paese giusto per farlo :D

 

 

 

negli altri paesi come fanno ?

 

ma serve per rilanciare la crescista.

sai quanti avvocati, giudici e guardie di tutti i  tipi potrebbero essere assunti o creare imprese.

il passo successivo è rilanciare l'industria pesante per fabbricare cannoniere così da poter affondare i barconi di immigrati quando ancora sono in mare. quelli che riescono a toccare terra li si da in pasto al popolo per avere altri voti. perchè ormai sono trattati come bestiame o peggio. non sono più esseri umani.

saluti 

 

 

Intanto, una considearazione preliminare.

Se si decide di punire penalmente un determinato comportamento è perchè quel comportamento è considerato pericoloso e dannoso per la società, tanto da giustificare l'organizzazione di un apparato repressivo e giudiziario capace di perseguire quel medesimo comportamento.

Ora, per il governo attuale l'immigrazione clandestina ha queste caratteristiche di pericolosità.

In Italia le stime parlano di circa 600.00/800.000 (???) clandestini, tutti soggetti che alla luce della valutazione governativa dobbiamo considerare pericolosi e potenzialmente dei delinquenti.

Di fronte a tale invasione in massa di delinquenti (che tali sono secondo la valutazione del governo) la logica avrebbe dovuto imporre l'emanazione di un decreto legge, dato che 700.000 soggetti pericolosi che circolano per il territorio nazionale, rientrano oggettivamente nelle ipotesi di necessità ed urgenza che giustificano un decreto-legge

Bizzarramente, il governo ha scelto la strada del disegno di legge, segno che al reato di clandestinità non crede sino in fondo e avrà bisogno di tempo per fare, dopo l'effetto annuncio, gli aggiustamenti del caso, forse per salvare la bandante della mamma della Carfagna.

In realtà, la logica economica ed anche giuridica consiglierebbe una sanatoria, in modo da consentire di emergere a tutti coloro che stanno in Italia clandestinamente, ma hanno un lavoro, con beneficio anche per il fisco e l'INPS che si ritroverebbero con molti meno lavoratori in nero.

A quel punto si potrebbe presumere che chi non si è "sanato" non ha giustificazione per stare in Italia e quindi avrebbe un senso logico perseguirlo penalmente (dico logico e non morale che è un altro discorso).

Va da sè poi, che poichè anche i clandestini avrenno diritto ai tre gradi di giudizio, quelli realmente pericolosi con fonti di finanziamento illegali, saranno in grado di pagarsi gli avvocati e quindi rimarranno qui il più a lungo possibile, gli sfigati verranno invece esplusi più rapidamente.

 

 

Le buone notizie non possono riguardare misure buone che vengono attuate, ma misure pessime che vengono accantonate. Hanno levato dai provvedimenti sulla giustizia l'ennesima norma dilatoria pro-berlusca. Due commenti.

1) Se è vero, come dice il Corriere, che questo è dovuto all'opposizione di Maroni, perché non lo dice a voce alta? Sembra quasi che in Italia ci si debba vergognare quando si fa una cosa decente.

2) Nicolò Ghedini che dichiara che la norma non riguardava Berlusconi perché lui ha interesse a farsi processare il prima possibile è cosa da provocare crisi irresistibili. Oggi sono di buon umore, quindi la crisi è di riso. Ma capisco quelli a cui provoca crisi di pianto.

 

 

... tutti a parlare di politica, mentre io speravo d'aver attirato l'attenzione sulle storie di Vassalli (che consiglio di leggere, comunque) ...

Va bene, mi dichiaro sconfitto anche come piazzista di libri. Ero più bravo da giovane, quando vendevo le grandi opere della Garzanti ...

Delle follie economiche del governo Berlusconi, l'aspetto che io trovo più terrificante è quello "presa per i fondelli", che i commentatori non sembrano evidenziare.

Non so scegliere fra la truffa sui mutui e quella Alitalia. Alitalia tralascio, è terreno di Gian Luca. Sui mutui ho trovato divertente leggere i comunicati delle diverse associazioni consumatori le quali (a seconda della parrocchia politica che servono) ne danno versioni e valutazioni distinte: un'accozzaglia di Saverio Polito. Vi sono poi anche le ilari dichiarazioni della signora Marcegaglia, ma fa così spavento la vacua retorica della signora, che non oso esercitarmi in ulteriori commenti.

Pensare poi che tutto questo fumo il BS l'ha fatto per cercare di occultare il decretino privato per la sua Rete 4 ... un ero erede di Crispi, l'uomo che inizio la pratica del magna-magna su scala industriale.

 

 

 

http://www.corriere.it/politica/08_maggio_23/separare_le_carriere_di_giudici_e_pm_d5e9750c-288f-11dd-97ea-00144f02aabc.shtml

 

peccato non sia diventata ministro della giustizia. Non sto scherzando. Condivido in pieno la stragrande maggioranza delle cose che dice.

 

Questa volta sembra che non solo noi si sia stati capaci di vedere il prestigiatore che infilava il coniglio nel cappello.

Peccato che Confindustria, invece, sia meno economicamente acuta delle associazioni dei consumatori ...

Intanto han tirato fuori un'altra bella follia dal cassetto dei sogni andati a male. Un vero governo di fattivi ed originali managers, molto "capaci" ... 

 

Se per Capaci indichi l'ominima localita' sicula, sono d'accordo con te. :)

EDIT: se invece di  pensare al ponte si raddoppiasse la Salerno - Reggio Calabria si farebbe un miglior servizio al Paese a minor costo, IMHO.

 

 

 

 

Io ho detto la mia, voi le vostre. Lasciamo ai lettori farsene un'opinione. Se trovo l'energia, proverò ad articolare ulteriormente la mia posizione, cercando di mostrare perché entrambe le vostre conducano a paradossi abbastanza flagranti.

Trovo alquanto interessante che i vostri argomenti logici si elidano reciprocamente pur desiderando arrivare entrambi alla medesima conclusione (la "bontà", etica o anche solo economica, della mobilità più completa delle persone).

Da un lato la versione estrema di Rawls (Giorgio) che vorrebbe usare la libera migrazione (e tante altre cose, suppongo) per assicurare tutti da "dietro il velo dell'ignoranza", in modo da eliminare qualsiasi accidente dovuto alle origini personali (come non faccia, GG, a notare che la sua logica implica anche la redistribuzione totale della ricchezza, non lo so). Insomma, e non lo dico con intento polemico, una forma di comunismo utopistico ed anche abbastanza impossibile. Che sia una buona idea lasciar entrare chi vuole solo perché qualcuno ha qualche problema morale sul regime dittatoriale cinese, non mi convince. Mi convince di più dire ai cari cinesini che, magari, utilizzino un po' della loro abbondante energia per cambiare le condizioni a casa loro, poi vediamo.

Dall'altro lato (Enzo) una versione estremizzata, ed incoerente, del liberalismo individualista (del tipo: esiste solo l'individuo, da solo ed isolato, il resto non conta un piffero) che non posso attribuire a nessuno perché persino il Nozick buonanima riconosceva la necessità dello stato (per minimo che fosse) al fine di garantire i diritti di proprietà individuali. Non riesco ad intendere come egli non veda il cortocircuito logico nel quale incorre (e.g. se dieci individui che possiedono dieci pezzi di terra contigui volontariamente formano un club che esclude unanimente e per sempre chiunque altro dall'entrarvici, che facciamo?) ma non credo che mi dedicherò spassionatamente a cercare di chiarirlo, visti i precedenti. Se uno non vuole rendersi conto che, per quante tasse paghi, il raccoglitore di pomodori del Senegal non riuscirà mai a compensare per il valore capitale dei servizi pubblici che riceve o che, visto che le tasse in Italia le pagano da sempre i lavoratori dipendenti (che nella teoria di Enzo sono i cattivoni che vogliono tenere fuori i cinesini desiderosi di lavorare) frasi del tipo

 

Molta della gente che si lamenta della presenza di lavoratori stranieri riceve dallo stato più di quel che dà (o almeno dovrebbe, se non fosse per le ruberie e l'incompetenza della

casta politica che peraltro loro regolarmente eleggono), e se pensano

che non sia così dovrebbero chiedere a gran voce di ridurre

simultaneamente prelievo fiscale e spesa pubblica.

 

sono abbastanza insensate, io che ci posso fare? Se uno che teorizza che solo i diritti individuali sono giustificati (e chiama il resto "istinti tribali", suvvia ...) non riesce a capire che N persone possono decidere liberamente di pagare tasse alte, avere spesa pubblica alta ed allo stesso tempo escludere da tale combinazione tasse-spesa chi diavolo vogliono loro, il tutto nel nome della libertà individuale e dei diritti di proprietà individuali (che spero siano cedibili ...), che ci posso fare io?

 

 

 

come non faccia, GG, a notare che la sua logica implica anche la redistribuzione totale della ricchezza, non lo so

 

no, no, lo noto benissimo. E infatti quando in un commento piu' sopra scrivevo che gli open borders servono *soprattutto* ai poveri intendevo proprio questo. Pero' attenzione: io non la vedo come una ridistribuzione comunista proprio per niente. Utopica se vuoi ma non piu' comunista del concetto che chi e' nato in campagna ha il diritto, se vuole, di prendere la corriera e andare a cercar fortuna in citta'. Da questo punto di vista io la vedo una ridistribuzione piu' liberale se vuoi e infatti tutto quello che ha scritto enzo lo sottoscrivo. 

Ci sono un paio di punti un pochino piu' concreti che butto ancora li':

- la grossa maggioranza degli immigrati in europa (non so negli usa) arriva per rincongiungimento familiare o come rifugiato. Questi sono i targets degli open borders; di solito si tratta di gente che si sbatte per cambiare vita e sa che ha ben piu' chances di cambiare emigrando che non mettendosi a fare comizi in piazza.

- Immaginiamo venga deciso domani che dal 2020 il mondo sara' open borders. Quale sarebbe la politica estera conseguente di stati come ad esempio gli usa? Cosa succederebbe all'embargo cubano? Cosa succederebbe all'economia del petrolio venezuelano? Come cambierebbero i rapporti col messico? Probabilmente verrebbe fatto qualsiasi sforzo per cercare di migliorare le condizioni di vita dei paesi vicini, terrorizzati dall'invasione: cadrebbe l'embargo, i prezzi di estrazione del petrolio in venezuale si allineerebbero a quelli richiesti da chavez, etc. Gia' sarebbe una distribuzione di ricchezza ma tutto fuorche' comunista. In un mondo ideale, esattamente questa differenza di comportamento coincide con la responsabilita' sociale che ognuno di noi si porta dietro: esattamente quella responsabilita' che ha l'imprenditore padano nei confronti dell'india povera. 

 

 

 

Se uno non vuole rendersi conto che, per quante tasse paghi, il

raccoglitore di pomodori del Senegal non riuscirà mai a compensare per

il valore capitale dei servizi pubblici che riceve o che, visto che le

tasse in Italia le pagano da sempre i lavoratori dipendenti

 

Se il raccoglitore di pomodori del Senegal paga le tasse, non diventa anche lui un lavoratore dipendente?

 

 

Io ho detto la mia, voi le vostre. Lasciamo ai lettori farsene un'opinione.

 

Con piacere, ma evitiamo strawmen. Dove mai avrei scritto che non riconosco "la necessità dello stato (per minimo che fosse) al fine di garantire i diritti di proprietà individuali"? Ho pure fatto riferimento esplicito a Locke, che sosteneva questa tesi ben prima di Nozick! Semmai obietto alle politiche redistributive, che vanno in direzione contraria al diritto di proprieta', e ancora di piu' al modo incompetente e self-serving (vale a dire, intascando di nascosto parte dei soldi ridistribuiti) con cui nel mondo reale, e in particolare in Italia, queste politiche sono messe in pratica da chi sta al potere.

 

 

Avrei voluto intervenire quasi subito, poi il tempo - eternamente

tiranno - è passato e, nel frattempo, la discussione si è focalizzata

sui temi dell'immigrazione (per inciso, trovo convincenti le

realistiche tesi di Michele, piuttosto che le idealistiche opinioni di

altri), mentre a me interessava rimanere nella valutazione degli

interventi di carattere economico.

Essi sono, in realtà, per ora

più promessi che effettuati, fatta eccezione per qualche primo passo

nella direzione  di una differente tassazione della parte variabile

degli stipendi che, tra l'altro, pare un pannicello caldo, vanamente

utilizzato al fine di curare una malattia che assomiglia molto più alla

peste bubbonica che ad un'influenza.

Concordo infatti sulla

necessità, su questo sito più volte esposta, di rivoluzionare il

sistema economico (beh, diciamo anche e soprattutto la gestione del

Paese .....) per risolvere davvero il grande problema costituito dalla

perdita di potere d'acquisto dei lavoratori italiani senza penalizzare

la competitività delle nostre aziende sui mercati, ma un'azione

veramente efficace richiede tempo ed una determinazione tutta da

dimostrare.

Ecco, allora, che questa prima decisione costituisce

un segnale immediato - per quanto di modesta utilità generale dal lato

straordinari ed invece apprezzabile sul versante premi, purché non si

debbano contrattare anche quelli con i sindacati - in una direzione

meno "ingessata" e risponde ad una precisa richiesta pervenuta al

governo da parte delle aziende (soprattutto dalle piccole imprese del

nord-est, come forse non sa il collega Marco Esposito): in questo

senso, Michele, va letta l'approvazione della neo-presidente di

Confindustria, in perfetta coerenza con le reiterate dichiarazioni di

voler supportare le istanze di coloro che, in fondo, costituiscono la

grandissima parte degli associati al sistema.

In ogni caso, prendendo spunto da quanto detto, forse può esser gradito il link al discorso di Emma Marcegaglia 

che, avendolo acoltato e poi, pur frettolosamente, riletto, mi sembra

sensato e condivisibile e che, credo, possa divenire utile spunto di

commento e riflessione.

Possibilmente  con spirito costruttivo ..... :-)

 

A parte l'entusiasmo per la detassazione degli straordinari, il discorso della Marcegaglia contiene una serie di punti condivisibili, effettivamente. Sono anche citati diversi dati che correttamente sottolineano una serie di  problemi reali dell'Italia (40 mesi contro 12 media UE per il recupero dei crediti, 17 anni di pensione pagati contro 12 media UE, 2% del PIL contro 6% media UE in sussidi di disoccupazione). Apprezzabile ma scontato per un imprenditore l'indicazione della flexicurity come obiettivo importante. Non ho tempo di elaborare altro... L'aspetto al varco quando dovra' prendere posizione su problemi reali, come ad esempio gli scarsi investimenti in ricerca da parte delle imprese italiane.

 

"Buffonate da Pulcinella" purtroppo la definizione calza a pennello.

Complimenti. ottimo articolo!

 

Dal Corriere di oggi riporto alcuni dati numerici sul collasso dello Stato italiano di fronte al fenomeno immigrazione irregolare:

 

ROMA - La certezza della pena

non esiste più. Ci troviamo in una situazione di «indulto quotidiano»,

in cui tutti parlano ma nessuno fa. Il capo della Polizia, prefetto

Antonio Manganelli, non usa mezzi termini per definire lo stato della

certezza della pena in Italia.

[...]

CRIMINALITA' E CLANDESTINITA' -

«La criminalità diffusa in Italia ha un segmento di fascia

delinquenziale ben identificato che si chiama immigrazione clandestina»

ha aggiunto il capo della polizia. «Il 30 per cento degli autori di

reato di criminalità diffusa sono immigrati clandestini - ha spiegato

ancora Manganelli - ma questa media nazionale del 30 per cento va

disaggregata». Così, ha proseguito il capo della polizia, si scopre,

che se al Sud i reati commessi da clandestini incidono relativamente

poco («i reati compiuti da irregolari si attesta intorno al 30 per

cento»), al Nord e in particolare nel Nord est «si toccano picchi del

60-70 per cento». La maggior parte degli immigrati clandestini,

sottolinea poi Manganelli, entra in Italia non attraverso gli sbarchi

ma con un visto turistico. «Solo il 10 per cento dei clandestini entra

nel nostro Paese attraverso gli sbarchi a Lampedusa- dice il capo della

polizia- mentre il 65-70 per cento arriva regolarmente e poi si

intrattiene irregolarmente». E conclude: «Il 70 per cento di quei

crimini commessi nel Nord est da irregolari è compiuta proprio da chi

arriva con visto turistico e poi rimane clandestinamente sul nostro

territorio». Per contrastare la clandestinità, riflette Manganelli,

«occorre quindi non solo il contrasto all'ingresso, ma il controllo

della permanenza sul territorio dei clandestini».

 

 

 

CPT - Dal primo gennaio a oggi,

«le forze dell'ordine hanno fermato 10.500 immigrati clandestini per i

quali è stata avviata la procedura di espulsione: ma solo 2.400 di loro

hanno trovato posto nei Centri di permanenza temporanea» ha reso noto

Manganelli. «È un dato che io trovo inquietante - ha ammesso Manganelli

-, perchè significa che oltre 8 mila clandestini sono stati "perdonati"

sul campo essendosi visti consegnare un foglietto su cui c'è scritto

"devi andar via", che equivale a niente».

«Noi forze dell'ordine

diciamo che l'immigrazione clandestina va contrastata con rigore, ma di

fatto rinunciamo già in partenza a qualsiasi possibilità di farlo» ha

detto ancora Manganelli. In tutto il 2007 - ha spiegato Manganelli -

«gli immigrati clandestini fermati e avviati ad espulsione sono stati

33.897, ma solo 6.366 di loro hanno trovato posto nei Cpt: di fatto, 27

mila sono stati destinatari di un ordine scritto (di allontanamento),

naturalmente non accolto nella stragrande maggioranza, se non nella

totalità, dei casi».

 

Aggiungo altri due numeri. Dal Tg3 di oggi, nel 2007 gli immigrati in Italia sono aumentati di 450mila unita'.

Italia - 2007: 6300 clandestini nei CPT in attesa di espunsione, espulsioni probabilmente ~0.

Spagna: 430mila clandestini espulsi, da governo socialista che dispensa lezioni morali

Non so a quale periodo si riferisca il dato spagnolo, forse un anno. Ai ritmi italiani ci vorrebbero circa 70 anni.

Questa e' la differenza tra un Paese barzelletta, l'Italia, e un Paese mediterraneo un minimo serio.

 

 

Manganelli è il braccio violento dello stato. Non pensate male, è

semplicemente il gestore del monopolio statale di forza e violenza. Ora

quello che lui dovrebbe fare, e che sa fare benissimo, è appunto

eseguire gli ordini e manganellare quando glielo ordinano. E dovrebbe

anche preoccuparsi del suo personale segmento delinquenziale ad

intermittenza ed a tendenza moderatamente fascista che si chiama

polizia.


Invece lui si dedica, durante le sue audizioni, a discorsi utilissimi alla causa della montante marea nera e xenofoba.


Che lui possa dire cose del genere e che le dica ora e non due mesi fa

è indicativo della degenerazione violenta e razzista che la vittoria

delle destre ha avviato in Italia così come è anche indicativo dell'aria nuova che si respira da qualche tempo l'articolo 9 del decreto sicurezza che recita:

 

Art. 9.

Centri di identificazione ed espulsione

1. Le parole: «centro di permanenza temporanea» ovvero: «centro di

permanenza temporanea ed assistenza» sono sostituite, in generale, in

tutte le disposizioni di legge o di regolamento, dalle seguenti:

«centro di identificazione ed espulsione» quale nuova denominazione

delle medesime strutture.


 

Qualcuno direbbe che almeno, dopo i fatti di Torino, è stato eleminato l'ipocrita riferimento all'assistenza ma tantè...

Torniamo a Manganelli. Il sillogismo che ci propone è semplice e forse si presta bene ai suoi gusti personali. La criminalità deve essere repressa con forza e rigore. La

clandestinità è un crimine. Ergo i clandestini sono criminali e devono

essere reppressi con forza e vigore, cacciati o ficcati nelle carceri e

nei cpt, veri campi di concentramento moderni dove la gente muore senza

le più elementari cure mediche, vedi Torino, e dove viene

sistematicamente privata dei più elementari diritti umani (per info sui

cpt il sito di Amnesty è utilissimo). Non che le carceri siano meglio

invece.

Che Manganelli trovi inquietante che 8mila clandestini non siano stati

sbattuti nei vari cpt fa capire come sia solo un brutale esecutore di

ordini e che, come tale, dovrebbe restarsene zitto senza sparlare, senza sventolare dati e senza disaggregarli.


Per quello ci sono i sociologi e i politici, c'è il rapport annuale

istat. Anche perchè i dati sono oggettivi ma il modo di presentarli, lo

sceglierli e il discorso di contorno sono suoi, quindi risultato di una

scelta personale e politica come tutte le scelte personali.


Manganelli, ma si sà, lui è uomo d'azione, si dimentica di dire che è

clandestino ciò che noi decidiamo che clandestino sia. Quando il

decreto flussi 07 ha regolarizzato 170mila persone su 600mila circa si

sono creati per scelta 430mila irregolari e altrettanti italiani datori

di lavoro in nero.

Lasciare irregolare (oggi si dice clandestino e criminale) una persona

che lavora e che chiede il riconoscimento è un crimine perchè relega

quella persona in una zona oscura dominata da ricatti, miseria e paura.

Prendere quelle persone e metterle in un cpt o in un carcere è anche

peggio perchè alimenta non solo la pauperizzazione sociale ed economica

degli interessati ma anche delle loro famiglie.

E spesso rende questo processo irreversibile creando criminali per necessità.

A meno di non voler sostenere che gli irregolari siano

ontologicamente differenti dagli stranieri che vivono regolarmente in

italia. Una razza a parte di criminali pericolosi e da reprimere.

Insomma a meno di non essere dei responsabili, moderni e moderati

razzisti. Sarebbe interessante capire, senza Manganelli però, come sia

possibile diventare immigrato regolare in italia. Ebbene l'unico modo è

entrare irregolarmente da clandestino e sperare nei vari decreti flussi

pregando nel frattempo di non essere presi dai ragazzi di Manganelli

prima di avere in mano il fatidico foglietto di carta. Ah, bisogna

anche avere un buon italiano che non voglia lucrare troppo sul lavoro

altrui ma abbia intenzione di richiedere le regolarizzazioni.


Apro e chiudo una parentesi: ora che essere clandestino è un reato

probabilmente il bravo italiano non avrà più il coraggio di dare una

mano al migrante perchè avrà paura, poco importa se fondata o meno, di

incorrere nel reato di omissione di denuncia (di migrante, cioè un

reato fattosi persona). Un modo come un altro per tagliare tutti quei

pochi legami che in qualche modo avrebbero potuto aiutare lo straniero

ad uscire dal suo stato di irregolare.


Ma torniamo a Manganelli: prima parlavo del suo dare i dati a metà, ora parlerò del suo populismo.

Se si fosse letto il V capitolo del Rapporto Istat riguardante

immigrazione e stabilizzazioni avrebbe scoperto che i 100mila stranieri

denunciati nel 2006 erano al 94% sanza permesso di soggiorno.

Questo significa che gli stranieri regolari hanno un tasso criminogeno

pari a quello degli indigeni della penisola. E che gli unici che si

danno al crimine sono gli irregolari.

Tralasciando questo, tralasciando ogni considerazione sul processo e

sulle dinamiche che portano all'irregolarità, Manganelli si dedica al

populismo - il Giornale di domani ringrazierà - proponendo per un

problema complesso e delicato la soluzione più semplice: il manganello.

Nomen omen.

 

 

Ragazzi, non disperiamo e preghiamo tutti insieme la Madonna.

(Del resto e' provato che funziona)

 

 

A proposito di macchiette italiane, segnalo che ne hanno scoperto l'esistenza al G8 in corso a Tokio: galeotto fu il press kit riguardante il Presidente del Consiglio...