Live blog: giornate nFA 2009 (3)

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Vi raccontiamo la terza ed ultima giornata. Oggi, siccome il GT è già partito per Istanbul, ritorniamo allo stile normale, senza framing e fighettate varie.

9:30 Aspettando qualche ritardatario, che comunque siamo rimasti in pochi, proiettiamo in video le pagine di Urchin dove c'è il nostro counter, tanto per divertirci. Le parole o frasi con cui, via search engines, continuano ad arrivare al sito lettori, per transeunti che siano, divertono tutti. Mutande sporche, puttane, ed altre cose di quel tipo abbondano. Ma la vera sorpresa (per noi, ma apparentemente non per lui) è che Marco Boninu è un uomo famos: quasi un centinaio di lettori sono arrivati ad nFA durante l'ultima settimana mentre stavano cercando il suo nome in rete.

9:50 Si comincia. Come previsto siamo pochini, circa 30 persone inclusi gli speakers. Ma questa è una cosa prevista. Infatti, va detto che la partecipazione dei giorni scorsi è stata notevole se uno considera le condizioni in cui è avvenuta. Giorni lavorativi, città non troppo grande ma costosa (chi viene deve pagarsi l'albergo, noi possiamo ospitare praticamente solo gli speakers), villa in un posto abbastanza fuori mano e ... tema pallosi. Ecco, insomma, che circa 120 persone abbiano fatto la fatica di arrivare da luoghi anche distanti per venire a conoscerci e discutere di questi pallosi temi, a noi sembra bello oltre che sorprendente. Ma veniamo alla presentazione.

Inizia Emanuele Felice, il cui lavoro di ricerca si incentra sulle statistiche storiche delle economie regionali italiane e, in particolare, sul divario Nord-Sud. La sua esposizione è molto precisa e ben costruita. Dal lato statistico, ciò che Emanuele evidenzia sono due fatti apparentemente ben acquisiti fra gli storici economici:

- L'economia del Sud Italia, comunque la si voglia definire, NON era più ricca di quella del Nord o del Centro all'atto dell'unificazione. Tutti gli indicatori a disposizione suggeriscono che fosse più povera, anche se, all'oggi, non si è arrivati a ricostruire serie storiche del VA per capita (della produttività, eccetera) che risalgano sino al 1861. Nel 1881, comunque, era più povera. Ma lo era anche il NordEst che, a quel tempo e rispetto al Nord-Ovest, era praticamente tanto povero quanto le maggiori regioni del Sud. Le regioni "ricche" erano Liguria e Roma (oops, Lazio), seguite da Lombardia, Piemonte e Toscana. Quelle "povere" sono la Campania, Basilicata, Sicilia, Veneto ed il resto sta in mezzo.

- Il divario si è accentuato nel periodo fra le due guerre ed a partire dalla prima guerra mondiale. In particolare, durante questo periodo il Nord Est inizia un lungo processo di convergenza mentre le regioni del Sud crescono meno del resto. I dati dell'immediato dopoguerra, 1951, mostrano un'Italia che è già fatta di tre grandi macroregioni: il Nord Ovest in grigio-nero, il Nord Est e Centro in grigetto, il Sud tutto bello bianco (dopo mettiamo le slides, così i curiosi vedono i grafici).

Ad avviso di Emanuele la causa fondamentale del persistente divario è "culturale" o di "social capital". Questa differenza, a suo avviso, si è venuta determinando e si è accentuata dopo l'unificazione del paese. Le politiche pubbliche, a suo avviso, hanno favorito questa divergenza.

10:40 Tocca ad Alberto Lusiani, fisico sperimentale ed economista dilettante, come lui stesso si definisce. Alberto illustra l'evoluzione più recente dell'economia italiana e di quella delle sue regioni (NO, NE (che include Emilia-Romagna), C, S, Isole) rispetto allo spazio economico europeo, UE15 in particolare. L'evidenza del declino relativo, che inizia più o meno nella seconda metà degli anni '90, è chiarissima. Il primo aspetto da ricordare, e che Alberto evidenzia, è che il declino relativo alla UE15 è UNIFORME attraverso le cinque aree in cui lui suddivide il paese. La coppia S&I fa solo marginalmente peggio.

Alberto illustra i risultati di vari studi, di fonti diverse ed indipendenti, che cercano di stimare l'estensione dell'evasione fiscale a livello regionale. Oscure e misteriose che siano le metodologie utilizzate da questi studiosi, il risultato è sempre lo stesso: l'evasione fiscale nel Sud è doppia, tripla o quadrupla di quella del Nord.

In una relazione ricchissima di dati (che metteremo in linea più tardi) Alberto arriva a concludere che la spesa pubblica e la tassazione italiane non fanno nulla per ridurre le disparità e che probabilmente le accentua. La sua opinione, sulla base dei dati è che una riforma federale non farebbe di certo peggio e potrebbe fare molto meglio. Anche al Sud.

11:15 Agognata pausa caffé. Discussione aperta e veramente interessante, forse favorita dal fatto di essere poco più di 30 in sala invece di 100. Comunque, vado anche io a farmi un dolcetto!

11:30 Riprende Carlo Lottieri, con delle magnifiche slides che sembra quasi un economista invece del filosofo del diritto e scienziato politico che lui ci spiega di essere. [Per quelli che vedono cattiverie ovunque, questa battuta se l'è "autofatta" Carlo, in apertura].

La sua tesi è che le difficoltà del Mezzogiorno sono da attribuirsi sopra ed anzitutto ad un eccesso di stato, non ad una scarsità o supposta assenza del medesimo. In termini dinamici, ecco il suo ragionamento: all'inizio c'è una piccola differenza fra Nord e Sud. Questo inizio lo pote immaginare come il 1950 ma anche 1920. Questo divario, essendo fonte di discussioni e potenziale motivatore di voti, viene affrontato dallo stato, ossia da chi governa, come un problema che va eliminato attraverso politiche di trasferimenti, favoritismi, interventi d'un tipo o di un altro. Questa crescita nel ruolo "protettivo" dello stato rispetto al Sud, diventa prima assistenza e poi intrusione. Lo stato occupa spazio che sarebbe stato del mercato e degli agenti privati, spingendo questi in un angolo ed obiettivamente danneggiandoli attraverso richieste che sono teoricamente egualizzanti. Le aziende private del Sud devono pagare tasse e salari, adempiere procedure e seguire norme da paese avanzato e ricco, da Lombardia tanto per capirsi. Ma hanno la produttività e la forza lavoro da Basilicata, e questo divario le uccide.

Segue un dibattito, che continua al momento, sulla nozione di legalità che sottende al problema della mafia, sulla possibilità o realizzabilità di un sistema legale non centralizzato ma basato sulla competizione di agenzie regolatorie. La tesi di base, che trova un certo consenso, è che l'ordinamento savoiardo e poi italico imposto ai siculi, ai calabresi ed ai campani "generò" la criminalità organizzata come la conosciamo al Sud. Generò le mafie perché le società campane, sicule e calabresi rifiutarono tale ordinamento, opponengogli il proprio: mafia, camorra e 'ndragheta.

12:20Camillo Falasca chiude con una presentazione su "Il Federalismo è competizione". Il presupposto della presentazione è che, mentre il federalismo se non è competitivo non è, quelli della Lega, del PdL (e, neanche a dirlo, quelli del PD ma ora non contano) pensano l'opposto. Ossia pensano che il federalismo possa essere senza essere liberale e competitivo. Chi scrive - avendo cercato sin dal 1993 di spiegare tale concetto a Bossi Umberto & Co ed avendo miseramente fallito - non può non condividere pienamente tale affermazione.

L'idea che, negli stati federali, si voti non solo con la scheda ma anche con i piedi è alieana al legislatore italico. In Italia, paradossalmente, l'eterogeneità fra aree territoriali, che è sostanziale e maggiore che quasi in ogni altro paese dell'UE, viene usata come argomento CONTRO il federalismo, invece che a favore come logica ed esperienza di altri paesi suggerisce. Questo è perché in Italia è oramai dato per acquisito che lo stato centrale serve e deve servire per redistribuire grandi quantità di reddito da un lato all'altro del paese. SE il principio fondante dello stato centrale è la redistribuzione territoriale, allora lo stato centrale è necessario ed il federalismo è dannoso.

Seguono una serie di dati, non facilmente riassumibili ma altamente interessanti, che documentano una volta ancora il ruolo che lo stato centrale e le sue articolazioni svolgono in questa opera di redistribuzione e come questa operi, soprattutto, a favore non delle classi sociali più deboli del meridione ma di quelle più benestanti. Ossia: l'assistenzialismo serve, anzitutto, per favorire le elites meridionali mentre solo le briciole vanno ai "cafoni".

Segue un dibattito acceso su quella presa per i fondelli che in Italia chiamano "riforma federalista" e che è oramai cosa fatta. La valutazione di tale legge segue dal seguente scambio di battute. Domanda: perché hanno approvato una tale presa in giro? Risposta: se non facevano così non sarebbe stata approvata. Domanda: perché era necessario approvarla, visto che non migliora le cose? Risposta: era una promessa elettorale che andava mantenuta. Ossia bisognava approvare una legge che si potesse chiamare "riforma federale". Domanda: anche se peggiora la situazione? Risposta: Certo!

E con questa bella morale, finisce il live blogging. Adesso andiamo a mangiare. Quest'anno il mitico sottosegretario (chissà dov'è finito quello) che due anni fa sentenziò "Se se magna, allora bisogna restare" non c'è, ma noi mangiamo lo stesso. Arrivederci e grazie.

 

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Mezzogiorno - Felice

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Mezzogiorno - Lusiani

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Mezzogiorno - Lottieri

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Mezzogiorno - Falasca

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Commenti

Ci sono 58 commenti

quasi un centinaio di lettori sono arrivati ad nFA durante l'ultima settimana mentre stavano cercando il suo nome in rete.

 

Tutte le donne di nfa...

E' un bellone, il nostro Boninu?

Purtroppo oggi non ci sono, però seguo con piacere la cronaca live.

Mi pare di capire che Emanuele Felice abbia avanzato una critica, seppur velata, al periodo tra le due guerre. Di conseguenza mi verrebbe da pensare al periodo Fascista. Mi sarebbe piaciuto chiedergli se si può parlare di responsabilità diretta da parte delle politiche economiche e statali in generale dell'allora governo Mussoliniano nell'acutizzare il divario tra nord e sud.

Passeremo la domanda. Ma non si è concentrato solo sul ventennio: secondo lui anche le politiche giolittiane hanno avuto un tale effetto, l'armamento ed i sussidi all'industria pesante in occasione della I (ed ovviamente, anche della II) guerra mondiale, ecc.

Live commenting on top of live blogging ... whow!

Rispondo alla domanda... secondo me si può senz'altro parlare di responsabilità delle politiche mussoliniane: quelle demografiche, anti-migratorie, le politiche agricole, anche le politiche autarchiche per l'industria, hanno tutte contribuito ad acutizzare il divario.

Perchè dici che la mia critica in questo senso era "velata"? se ho dato l'impressione di voler velare, non era nelle mie intenzioni...

occorre aggiungere, a onor del vero, che nel periodo fra le due guerre il divario negli indicatori sociali (alfabetizzazione, speranza di vita) si è invece ridotto. Ma questo è avvenuto, a mio giudizio, soprattutto come risultato dell'impostazione data alle politiche sanitarie e scolastiche negli ultimi anni del periodo liberale. Forse anche questa un po' tardiva. Per l'istruzione, la legge fondamentale è ad esempio la Daneo-Credaro del 1911 (le leggi precedenti avevano fatto qualcosa, ma poco): da cui la convergenza nei decenni successivi. Da notare che in questo caso la convergenza si verifica quando le competenze (e gli oneri) passano dalle amministrazioni locali allo stato: "modernizzazione passiva", direbbe Cafagna.

 

 

 

La ringrazio per la risposta. Mi permetto di chiederle un'ultima cosa al riguardo. In questo contesto come si posiziona l'IRI? Cioè, l'IRI ha contribuio ad amplificare la divergenza tra Nord e Sud? O ha favorito, seppur in piccola misura, la convergenza?

Per quanto riguarda l'aggettivo velato, purtroppo non avendo assistito in prima persona al suo intervento ho letto il live blog, di conseguenza non ero certo che la sua fosse una critica diretta al periodo Fascista e alle relative politiche di gestione.

 

PS Le do del lei in quanto semplice studente di università. :-)

sì, diamoci del tu...

l'Iri ha delocalizzato al Sud molte sue imprese, che hanno funzionato per un po' (favorendo giocoforza la convergenza) ma poi sono fallite. Si applica all'Iri il giudizio espresso per le politiche pubbliche di industrializzazione negli anni 60 e 70, di cui l'Iri era il principale strumento (le imprese private, del Nord - v. Fiat - o straniere -v. Siemens -, erano pure importanti, ma in misura minore dell'Iri e comunque sono arrivate dopo).

Parlo solo dell'impressione generale che ho avuto, non parlerò degli argomenti trattati in maniera specifica, anche perchè a chi volevo dire delle cose le ho dette o in aula, o qui sul blog.

Villa La Pietra è veramente un bel posto, forse mal collegato con il resto della città (ma non tanto), ma ne vale veramente la pena, il posto è molto bello e ben disposto per i congressi, peccato che il giardino non sia visitabile (' sti amerikani e le loro fisime per la sicurezza..), contrariamente a quanto mi aspettavo la sala non è bardata con i colori dell'Inter,inoltre in puro stile Nfa non ci sono hostess megagalattiche, ma solo Boldrin che ti saluta. Il Wi-Fi su Linux non funziona, occorre la password e inoltre il router (ci sarà, vero ?) non fornisce il DHCP. Fa niente, le mail me le guardo in hotel stasera.

I relatori sono di altissimo livello e assolutamente informali, arrivo in ritardo (da perfetto napoletano..) e ascolto il tipo della CGIL che si lascia sbranare, non dice niente di veramente convincente (ah la tassa sui 150.000 euro.., ma quando la sinistra smetterà di cianciare?), ma da perfetto sindacalista cerca di ribattere.

Ascolto poi il tipo della Confindustria PMI (Morandini) che dovrebbe rappresentare anche me, ma non capisce che non è a un'assemblea degli associati e anche lui ne spara un paio grosse (moratoria su Basilea 2? E perchè ? Glielo chiedo, chiedendogli se poi una tale moratoria non ci costringa a lasciar vivere anche alcuni cadaveri, ma la risposta è insoddisfacente. Forse pensava di parlare a un sindacalista..)

DeBenedetti è un tipo simpatico, non ho nulla da aggiungere a quanto già detto sul blog.

Poi tocca al tipo dell'ABI (o forse no, non ricordo bene l'ordine degli interventi che ritrovate sul blog), solita analisi delle banche, la crisi ci ha colpito, ma noi stiamo reagendo alla grande, ROE in aumento, bla-bla. Gli domando se, a seguito della crisi è stato fatto fuori qualche manager bancario, mi risponde Ignazio Visco: sì 1 (uno). Se rinasco voglio fare il manager bancario, anche se sbaglio di qualche miliardo di euro non pago dazio, nella mia azienda se sbaglio di 1.000 euro la banca mi mangia..

Insomma mi piace molto questo tipo di convegni-incontri, molto informali, una riunione per chiarirsi le idee su alcune cose che magari non ti servono per vivere, ma ti forniscono il quadro.

Nell'intervallo di pranzo conosco Axel Bisignano, il noto PM di Bozen, ma, sorpresa, è italiano! Mi saluta ricordandosi che mi aveva proposto per il ruolo di Ministro della Giustizia in un governo Nfa, ma dopo poco faccio una proposta che lo farà ricredere, visto che il mio argomento portava dritti dritti a una condanna da tre a dieci anni (non lo sapevo che quello che dicevo fosse illegale, forse napoletano, ma non illegale..). Ho perso una poltrona in un amen...

Conclusioni della giornata : c'è una crisi economica profonda e dai contorni incertissimi, ma:

1. Non è colpa di nessuno. Almeno di nessuna delle categorie presenti al convegno(banche, imprenditori e lavoratori, oltre agli economisti incapaci di predire la crisi-)).

2. La soluzione della crisi non è quella che ha appena detto l'altro, ma la mia. Ascoltate il vangelo.

3. Non fatemi domande scomode, perchè noi non siamo economisti, ma latori di un messaggio e un verbo. Alla tua domanda svicolo. (andreotti deve avere una scuola da qualche parte..).

La sera Giorgio Topa (ognuno si assuma la responsabilità di quel che fa..) organizza la cena in un ristorante di Fiesole (la felce, se ricordo bene). Siamo in trentasei, si devono aggiungere dei tavoli, non ci mettono all'aperto, ma sotto una veranda, si muore di caldo, ma la compagnia è eccellente, il vino meno, ma fortunatamente un'anima pia aveva portato della Falanghina da Napoli, ma il cibo è una assoluta sorpresa: niente specialità fiorentine, tipo, che so, lardo di colonnata con fagioli, ma pizze. Pizze ? Sì, le mitiche pizze fiorentine, che si mantengono in piedi anche se le prendi per un angolo ! Fortunatamente il dopo cena è anche meglio, ci beviamo un bottiglione di limoncello in terrazza, si conversa amabilmente di economia, finanza e di un tal Ahmed, un marocchino elegante, facendoci un sacco di risate, ma non divago, gli assenti hanno avuto torto e basta.

Domani racconterò le mie impressioni della terza giornata.

 

Da buon napoletano, seppur acquisito, anche io critico le pizze di ogni altro posto al mondo diverso da napoli. :-) (non le sanno fare assolutamente!). Fuor di battuta, sarebbe piaciuto anche a noi dell'università di parma partecipare alla cena di martedì, sarà per un'altra volta. In ogni modo, è stata una bellissima esperienza che spero si possa rifare anche negli anni seguenti.

Da esperto di problemi fiscali aspetto con impazienza che mettiate in linea la relazione di Alberto Lusiani 

 

Da esperto di problemi fiscali aspetto con impazienza che mettiate in linea la relazione di Alberto Lusiani

 

Si trova dal giorno della presentazione su scribd.com. Non troverai approfondimenti sull'evasione superiori a quanto riportato su nFA, la presentazione era dedicata al declino italiano, la disparita' economica territoriale, il ruolo di intermediatore economico dello Stato, e l'evasione fiscale e' solo un dettaglio.

Ho trovato molto utile questo commento con suggerimenti di un lettore che era presente alle giornate.

Felice che tu abbia apprezzato :-)

Avevo anche provato a mettere qui due righe di critiche costruttive sull'organizzazione ma sospetto che siano allegramente andate persenel mare di commenti (quasi tutti più interessanti del mio a dire il vero).

PER CHI FOSSE INTERESSATO, QUESTE SONO LE FOTO FATTE DURANTE LE GIORNATE.

PURTROPPO ALCUNE NN SONO VENUTE NITIDE PER VIA DELLA LUCE CHE ERA GIUSTO DIETRO I RELATORI...COLPA MIA, AVREI DOVUTO MODIFICARE L'IMPOSTAZIONE "AUTO".

Magari non servirà a niente, ma descrivo anche l'ultima giornata del "convegno" Nfa, quella a cui tengo a prescindere: si parla del Sud.

Innanzitutto un flash-back: nella giornata precedente ho ascoltato Mario Seminerio, ma non so perchè è nei miei ricordi l'ultimo giorno. Boh, misteri della mente umana. Pur avendolo criticato epr la sua scelta di aderire al PDL Mario Seminerio è una persona intelligente, non fulminata sulla via di damasco dal "Verbo", ma semplicemente pensa che nella PDL i liberisti-liberali possano avere più spazio. Io la penso in modo diverso, ma dò atto che Mario Seminerio è una persona in gamba e non politicamente vestita. Il problema è che vede nero, non solo per l'Italia, per cui vede nerissimo, ma anche per il pianeta Terra. Speriamo si sbagli..

Non discuterò dei singoli interventi, ma ho piacere di conoscere Alberto Lusiani, con cui discuterò fino alla morte, ma anche a lui riconosco un'onestà intellettuale rara nei politico-vestiti.

La parte migliore è, però, nel dopo-pranzo, non per i dolci, ma per un acceso dibattito fra Michele Boldrin e una simpatica e combattiva signora (Gemma, se ricordo bene), dibattito che era incentrato sulla domanda della signora :"E' possibile un altro modello di sviluppo ?"

Poi, nel pomeriggio, giro d'obbligo con mia moglie per lo shopping a Ponte Vecchio. Al di là del dolore fisico provato per uno shopping a 35° mi scontro con la solita ottusità italica: la zona di Ponte Vecchio è Off Limits per i non residenti dal 1° Giugno al 30 Settembre, se passate la zona una telecamera vi fotografa e vi fa la multa. Il navigatore che mi porta a Ponte Vecchio non conosce queste astrusità, peraltro la ZTL è indicata da dei cartelli scritti in corpo 6, che non li leggi nemmeno da sotto, e solo in italiano (forse per gli stranieri non vale). Mi domando: ma se vuoi fare la ZTL è così scomodo usare dei cartelloni visibili, magari ci metti, giusto così, un paio di vigili ? Perchè devo rischiare una multa (salata, immagino) ? Perchè, tu ente pubblico, sei così cretino ? O lo fai apposta ?

Ultima considerazione: gli "orafi" (lo sono ancora?) di Ponte Vecchio non conoscono la crisi, ma io riconosco che solo un pollo può acquistare merce così scadente a prezzi così elevati. Peccato che Gucci non sia così.. non me la scampo...

 

Il navigatore che mi porta a Ponte Vecchio non conosce queste astrusità, peraltro la ZTL è indicata da dei cartelli scritti in corpo 6, che non li leggi nemmeno da sotto, e solo in italiano (forse per gli stranieri non vale). Mi domando: ma se vuoi fare la ZTL è così scomodo usare dei cartelloni visibili, magari ci metti, giusto così, un paio di vigili? Perchè devo rischiare una multa (salata, immagino) ? Perchè, tu ente pubblico, sei così cretino ? O lo fai apposta?

 

L'ente pubblico lo fa apposta. A Pisa, ma presumo anche a Firenze, se ricordo bene il 50% del bilancio comunale e' costituito dagli introiti delle multe. Il sistema della ZTL con le telecamere che fanno la multa automaticamente e' una vera manna dal cielo per l'ente pubblico italiano: poco lavoro, a tavolino e non per strada, e lauti incassi. A Firenze come a Pisa (e a Roma) c'e' in piu' l'enorme vantaggio del grande afflusso dei turisti: e' sufficiente usare segnaletica di bassa qualita', mal posizionata, non tradotta e scritta in piccolo, per massimizzare gli introiti sui non residenti, che non votano. Questa e' la tipica cultura dell'amministratore pubblico italiano, distillata dal potere pontificio in millenni di pellegrinaggi a Roma, e sviluppata poi vigorosamente nelle citta' d'arte come Pisa, Firenze e Venezia.

Certamente potrebbero e dovrebbero mettere i vigili a presidiare gli ingressi di maggior traffico, specie in citta' turistiche.  Ma si tratta di lavoro faticoso, noioso, all'aperto, che non rende. Esattamente come perseguire i posteggiatori abusivi nella piazzetta del centro: porta molte grane e pochi o nulli guadagni.

A Pisa ricordo che non c'erano vigili a controllare gli accessi nella zona ZTL nemmeno prima che venissero installati i varchi elettronici: troppa fatica e nessun guadagno. Invece, il Comune dava l'impressione ai forestieri che l'illegalita' regnasse sovrana, non facendo alcun controllo alle entrate ZTL, e poi spediva due ausiliari del traffico che piano piano, passando buona parte del tempo a chiacchierare tra loro, multavano sequenzialmente tutte le auto che posteggiavano in ZTL in posti perfettamente regolari (e segnalati come tali), ma vietati per loro perche' erano entrati senza permesso in zona ZTL.

A quei tempi i residenti protestavano perche', pur essendoci la ZTL, passavano tutti senza che ci fosse mai alcun controllo, e i parcheggi erano occupati da estranei (che il Comune allegramente multava).  Il Comune di Pisa ha resistito fino all'ultimo a consentire il passaggio a tutti, e ha acconsentito finalmente a vietare sul serio la ZTL solo quando ha acquistato e installato i varchi elettronici, che fermano il traffico dei residenti e degli insider (la maggioranza) ma consentono di riscuotere buone multe da non residenti e outsider.

 

Ultima considerazione: gli "orafi" (lo sono ancora?) di Ponte Vecchio non conoscono la crisi, ma io riconosco che solo un pollo può acquistare merce così scadente a prezzi così elevati.

 

Giusto un dettaglio: gli "orafi" (intesi come artigiani che lavorano l'oro per ricavarne gioielli di più o meno pregevole fattura) da Ponte Vecchio son quasi tutti scomparsi. Banalmente hanno venduto (a carissimo prezzo) il fondo a delle gioiellerie di mezza tacca e si sono spostati 500 metri più in là in zone meno "cool". Le gioiellerie in questione poi hanno sfruttato la fama del luogo per vendere a prezzi fuori di testa roba comunissima a turisti incauti (i suddetti "polli").

Il risultato è che chi sa di cosa sta parlando e cerca un gioiello di alta qualità va dall'orefice storico a due passi da ponte vecchio mentre il turista gonzo a cui tanto fa suonargli un corno che un violino paga migliaia di euro per della roba a livello di supermercato e poi se ne vanta con gli amici (plausibilmente) gonzi come lui.

È il libero mercato no? ;-)