Microfoundations XIII: Caruso ha ragione

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Dove si argomenta che il signor Caruso ha ragione nel richiedere che le forze dell'ordine italiane adottino norme di comportamento simili a quelle dei loro anologhi svizzeri, spagnoli, danesi, tedeschi, o americani. E se ne traggono le logiche implicazioni.

Il signor Caruso ha detto parecchie cose improbabili nella sua recente intervista al Corriere, pero' ne ha detto una di giusta, ed e' la seguente:

 

E allora?


«Allora lì [All'estero, MB] i reparti di polizia danno la netta impressione d’essere perfettamente addestrati».

Faccia un esempio.


«C’è un dimostrante che lancia una lattina? Partono in quaranta, e se lo prendono, lo risucchiano».

Un’azione studiata.


«Ripetuta chissà quante volte. Non come la nostra polizia. Che invece... ».

 

Verissimo. Poi il signor Caruso, evidentemente sconvolto dall'inusuale momento di lucidita', prosegue con le usuali farneticazioni deducendo, fra le altre cose, che la misura piu' urgente da adottare e' quella di numerare i caschi dei poliziotti in servizio anti-sommossa, cosi' da poterli piu' facilmente identificare.

L'osservazione che il signor Caruso fa la condivido. In tutti i paesi che io conosco, Italia a parte, se un dimostrante lancia un qualsiasi oggetto contro la polizia, o contro i passanti, o contro una macchina, o contro quel che sia, gli arrivano addosso immediatamente 50 (non 40, Caruso conta male) poliziotti che lo fermano e lo portano via. Tale comportamento delle forze dell'ordine ha due effetti: stronca quasi sempre sul nascere le azioni dei facinorosi che cercano di "scaldare" la piazza per provocare lo scontro; limita i danni sia a terzi, che alle forze di polizia, che, alla fin fine, ai manifestanti stessi. Dunque, sarebbe il caso che tali norme di comportamento venissero adottate anche dalle forze dell'ordine italiane, suggerisce il buon Caruso. Condivido.

Ma il nostro teorico dell'insurrezione diffusa non si rende conto che un comportamento di questo tipo richiede l'adozione ferrea di due principi guida:

1) Tolleranza zero. Al minimo sgarro che fai, fosse anche la violazione del divieto di parcheggio della bicicletta, le forse di polizia intervengono immediatamente e ti puniscono con il massimo della pena prevista dalla legge.

2) Uso di forza schiacciante. Ci si muove in 50 per arrestarne uno, anche se ha tirato un sasso: cosi' ai suoi vicini, ed a lui stesso, passa immediatamente la voglia di reagire, sputare e gridare insulti, estrarre la spranga, o semplicemente menar pugni come fece il consumatore di antibiotici nell'esperienza di Bossone.

Infatti, mi sembra ovvio sia dall'esperienza internazionale che da argomenti teorici su dissuasione ed azione collettiva, che questo e' l'unico modo serio di affrontare la violenza anonima e fondamentalmente immotivata (ma cercata e desiderata) che tende a fare da contorno a manifestazioni sportive, musicali, cortei di protesta, raduni vari, in tutto il mondo. La ricerca di tale violenza ed il rischio che essa si materializzi non sono particolarita' italiane - ricordate Seattle? Basta un pelo di tolleranza di troppo, e succede il finimondo. Cio' che e' particolarmente italiano e' la frequenza inusuale con cui tale violenza si realizza e porta a conseguenze gravi.

Perche'? A me pare ovvio: perche' in Italia le due regole elementari di cui sopra non solo non vengono mai applicate, ma sono considerate principi incivili, metodi antidemocratici, mancanza d'urbana tolleranza, e via sciorinando bestialita'. Di conseguenza, in Italia, le partite allo stadio generano guerriglia urbana in tre o quattro citta' ogni fine settimana, i tassisti paralizzano aeroporti e centri di citta' per giorni menando chi protesta o anche solo fotografa, i produttori di latte bloccano grandi arterie ed autostrade assalendo la polizia con i trattori, i dipendenti Alitalia in sciopero strattonano e minacciano chi va a lavorare o anche solo i passeggeri che cercano di far da soli o d'imbarcarsi con un'altra compagnia, ed i vari gruppuscoli di sderenati che vogliono nonsisabenechecosa bruciano dieci cassonetti e sfasciano otto o nove vetrine ogni volta che devono fare un sit-in di supporto al solito "compagno Flavio" o alla solita "compagna Alice" che un poliziotto ha messo dentro perche' rubavano i soldi alle vecchiette per finanziare l'eroina del centro sociale occupato. E le forze dell'ordine che fanno? Guardano, tolleranti, perche' cosi' ha ordinato il questore, a cui l'ha consigliato il prefetto, a cui l'ha raccomandato il signor ministro, al quale sono arrivate telefonate di preoccupazione di altri colleghi di governo, dei deputati della zona, del senatore che s'interessa al caso, del vescovo nella cui diocesi la manifestazione si svolge, del sindaco o dei sindaci del circondario, ed, ovviamente, del compagno Bertinotti e dei segretari generali o particolari di CGIL, CISL e UIL.

Violenze inconsulte ed anonime non sono ne' ristrette

all'Italia, ne' in Italia sono esclusiva del calcio. Basti menzionare

gli incendi di macchine nelle banlieues parigine un anno e qualcosa

orsono, o gli scontri in quel di Alcorcon (banlieue madrilena) due

settimane fa. Queste cose succedono in tutto il mondo occidentale. La

differenza fra Italia e Spagna o fra Italia e Francia e' che in Italia

succedono MOLTO piu' spesso. Affermazione perentoria la mia, non

suffragata da dati statistici. Me ne scuso, ma il tempo per cercarli

non li ho e non so nemmeno dove siano. Ma leggo a sufficienza i

giornali francesi ed ho vissuto a sufficienza in Spagna per essere

abbastanza certo che la perentorieta' della mia affermazione non e'

gratuita. E lo stesso vale per qualsiasi paese OCSE ad Ovest dell'Oder.

Cosa accada ad Est non lo so, e nemmeno m'interessa ora. La differenza e' quantitativa, ma e' cosi' grande che sembra quasi che tali fenomeni siano particolarita' solo italiane.

Ed in un certo senso lo sono, proprio perche' in Italia sono endemici e generalizzati, mentre all'estero vengono percepiti come straordinari, e come tali trattati. In Italia no, in Italia siamo tolleranti. Esiste una (sub) cultura nazionale della tolleranza, e della chiacchera vuota che la condisce, che concima il terreno su cui poi fiorisce abbondante la violenza anonima e di massa. Di tolleranza in Italia si riempiono la bocca sia i ricchi che i poveri, sia quelli di destra che quelli di sinistra, sia i preti che i mangiapreti, sia delinquenti che i poliziotti. Essere tolleranti e ragionevoli ed elastici e non esagerati e' chic, fa bello, e' segno di civilta', di saper vivere. Se non tolleri tutto ed il contrario di tutto sei - lo dice la parola stessa! - un intollerante, un intransigente, un moralista patetico, un calvinista ridicolo, un noiosissimo perbenista, insomma uno che e' cosi' poco furbo e si sa arrangiare cosi' poco che potrebbe anche scrivere su nFA ...

Quanto ci misero a Milano a sgomberare il Caciocavallo? Quante altre proprieta' private sono da anni nelle medesime condizioni in decine di citta' italiane? Quante migliaia di persone comuni viaggiano gratis in autobus o in treno o in metropolitana e, le rare volte che son pizzicati, la fanno franca? Quanti delinquenti saltano il rosso ed investono le vecchiette? Quanti milioni di italiani per bene parcheggiano sul marciapiede? Quanti bar violano le norme sul plateatico? Quante discoteche quelle sull'insonorizzazione e gli schiammazzi? Quanti potenti o potentini si fanno pubblicamente di cocaina o cose simili anche se in Italia sarebbe reato? Quanti macellai e dermatologi evadono le tasse nel plauso collettivo? Quante stelline televisive acquisiscono lavori e favori sulla base del loro meretricio pubblico? Quanti anni di galera o anche solo di radiazione hanno colpito i responsabili di calciopoli? Quanti milioni di italiani gettano le immondizie per strada senza che nessuno dica nulla? Da quanto continua ad essere pubblica una RAI che un referendum popolare aveva deciso, a stragrande maggioranza, che si sarebbe dovuto privatizzare? Quante migliaia di persone lavorano a, e quanti miliardi di euro manipola, un ministero dell'agricoltura che, in base ad altro e vincolantissimo referendum, avrebbe dovuto essere abolito piu' di un decennio fa? Quanti ragazzini e ragazzine fumano nei corridoi dei licei e delle universita', anche se sarebbe proibito? E quanti professori? Quanti degli appartamenti di lusso illecitamente occupati ad affitti ridicoli da politici e sindacalisti vennero restituiti e messi sul mercato ai tempi di Mani Pulite? Per quante giornate hanno sospeso un campionato di calcio che le grida della prima ora volevano cancellato? Quanti degli arrestati per gli incidenti di Catania verranno condannati e per quanti la sentenza verra' eseguita? Quanti anni di galera si fara' il giovanotto che molto probabilmente ha ammazzato a sprangate l'agente Raciti?

In un paese dove tutte le "elites" abusano sfacciatamente e ripetutamente di tutte le norme, leggi e regole,

facendosene vanto nello stile dei signori medievali o, forse gli sembra piu' consono, rinascimentali, perche' mai dovrebbe il "popolo" fare altrimenti?

Visto che Beppe Severgnini e' cosi' gentile da farci pubblicita', mi son messo a leggere la sua rubrica. Durante il week end ho trovato una lettera, di cui riporto i pezzi essenziali,

 

Ieri più o meno a quest'ora ero a undicimila metri di quota su un aereo

della Finnair. Ad un certo punto il comandante ha letto le ultime news

del mondo.Dopo [...] è passato ad illustrarci sommariamente i fatti di Catania. Mi ha

colpito l'ultima sua affermazione:"Che peccato quest'Italia, così

bella, piena di cultura ma terribilmente feroce e corrotta". Devo ammettere di essermi sentito piccolo piccolo,di fronte a questa verità.

[...] Perchè allora stupirci per i fatti di

Catania se il pianeta calcio è percorso ai vertici da un malcostume

diffuso? Si dice:"Dobbiamo educare i giovani".Belle parole,ma intanto "i

giovani" osservano bene che negli alti pulpiti si corrompono i

magistrati. La società italiana, ci piaccia o meno, è perfettamente uguale

a quella rappresentata dalla televisione. E allora perchè

sorprenderci? Forse che le donne scosciate che ci sorridono dal piccolo

schermo o del politico appena reduce da una condanna sono migliori di

quelli esagitati? Volete sapere perchè gli italiani si riconoscono

totalmente nel calcio? Semplicissimo. Perchè è uno sport dove possono

riversare le frustrazioni accumulate, ingannare con l'imbroglio il

prossimo e colpire chi ci stà di fronte impunemente, come è avvenuto

allo sfortunato poliziotto. Le stesse, identiche prerogative che

caratterizzano la maggior parte dei nostri abitanti.[...]

 

Sembra psico-sociologia un po' da strapazzo, ed invece, anno dopo anno, episodio dopo episodio, mi sto convincendo che questi due signori (il pilota finlandese ed il passeggero italiano) hanno ragione.

 

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Commenti

Ci sono 46 commenti

cosa sono le norme sul plateatico violate dai bar?

 

 

immagino che siano le norme su quanti tavolini puo' mettere il bar fuori sul marciapiede...

michele, leggendo assentivo con forza. Resta da chiedersi perche', perche' diavolo in italia vige questa subcultura della "tolleranza" e della violazione sistematica di ogni norma. Il passato feudale e rinascimentale, certo. La chiesa cattolica e la sua dannata enfasi sul perdonismo e sul vogliamoci bene (che secondo me non hanno niente a che vedere con il Vangelo - "se qualcuno scandalizza uno di questi piccoli, farebbe bene a mettersi una macina al collo..." parafraso a braccio). Tutte le incompletezze varie dei mercati per cui in italia si deve sempre fare affidamento sui rapporti informali, familiari, tramite conoscenze...

Vorrei pero' ipotizzare che la tolleranza e la violazione delle leggi che descrivi tu sono anche risultato endogeno della tendenza tutta italica al sovra-legiferare. Si legifera su tutto, compresa la distanza minima fra parrucchieri e la percentuale di volume del negozio che il parrucchiere stesso puo' dedicare all'esposizione di prodotti per i capelli. Si crede di poter raggiungere il nirvana sociale a colpi di leggi leggine decreti e regolamenti. E allora la gente che fa? Si comporta di conseguenza, ignorando le norme stesse e ritenendole una pura aspirazione ideale, non regole che vanno effettivamente seguite.

Un ciclo perverso se vuoi: la gente ignora le leggi (per motivi storici, la chiesa, i potentati rinascimentali...). Allora rincaro la dose legiferando ancora di piu'. Allora la gente ignora ancora di piu' perche' il peso legislativo sarebbe insopportabile se eseguito alla lettera. Eccetera. Sto semplificando in modo banale, ma spero che il punto sia chiaro.

 

 

Si, il plateatico si riferisce a quelle norme. In teoria bar e ristoranti affittano lo spazio dal comune, pagando. Tutti ne abusano, pagano per 50 metri e ne occupano altri 30 o 50 extra senza pagare, occludendo le piazze, eccetera. Anche a me piacciono i tavolini in piazza (in riferimento al commento seguente di Alberto) ci mancherebbe! Ma si possono mettere anche pagando il dovuto ...

Sul perche' l'Italia e' cosi: se lo sapessi, Giorgio, te lo dissi! E' chiaro da molti dei miei articoli che questo e' un quesito che mi affascina, per non dire ossessiona. Faro' una pubblica confessione: son forse 35 anni che ci penso, ricordo che ero al liceo e, quando c'era il "tema libero", facevo i temi in classe sull'ipocrisia nazionale. Probabilmente son sempre stato "calvinista", "intransigente" e cose del genere. Forse per questo mi son trovato abbastanza bene in Amerika sin dall'inizio: the rules were the rules, e fine della fiera. Se sbagli paghi, ho appreso a mie spese.

La battuta con la quale spiego da anni la mia scarsa tendenza al compromesso e' in linea con la tua ipotesi che le troppe leggi portano ad una violazione continua di qualcuna di esse, e poi alla loro violazione generalizzata per effetto imitazione-assuefazione. Eccola, la battuta. Contrariamente a molta gente, io ho ben pochi principi morali. Avendo pochi principi morali, ognuno di essi mi e' molto caro, e non lo piego mai. Chi invece ha molti principi morali vive nell'abbondanza etica e la teoria dell'utilita' marginale decrescente suggerisce che ognuno di essi, preso singolarmente, vale molto poco. Quindi vengono tutti violati, una volta o l'altra.

E cosi' l'Italia? In parte si', credo. Nella mia esperienza e' il paese in cui piu' frequentemente si esibisce pubbicamente un moralismo d'accatto generalizzato. Che viene poi violato sistematicamente ed in maniera massiva ad ogni pie' sospinto. Basta guardare cosa sta succedendo attorno a questa cosa del calcio e dell'assassinio di Catania. Qualcuno, alcuni commenti piu' in basso, ha riportato le folli dichiarazioni del padre del ragazzo incriminato: come possa la stampa dare spazio a tali follie, non capisco. Non e' vero che TUTTO ha diritto di essere riportato: le mie cretinate, per esempio, sono giustamente censurate dal TG1 delle ore 20:00! Ieri ho visto da qualche parte il seguente titolo, a cui faceva seguito articolo d'ugual livello "Mamma: ti giuro non sono stato io".

Si potrebbe continuare all'infinito. Il vero quesito che occorre porsi, in quanto scienziati sociali, e': quantitativamente, questo fenomeno e' davvero piu' rilevante in Italia che nel resto d'Europa (che sia piu' rilevante in Italia che negli Stati Uniti, ci arriva anche uno cieco, sordo e muto)? E' possibile definirlo in maniera rigorosa, ossia: COS'E'? Non scherzo, a volte mi rendo conto di non riuscire a descriverlo a colleghi che s'interessano di tali faccende. Riesco solo a fare tanti esempi. Pero' una definizione astratta non mi viene. Qualcuno ce l'ha? Sono altamente confuso io, che prendo fischi per fiaschi?

Sempre andando per esempi, eccone uno preso a caso, dalla posta di oggi (grazie Giorgio). Guardatevi questo "dibattito " (si fa per dire) fra due personaggi di "successo" italiani, uno di loro in particolare e' considerato un maitre a penser ... tutto e' ributtante. Gli argomenti pseudo-moralistici e religiosi, il tono, i termini usati, il volume della voce, e soprattutto la gigantesca ipocrisia di Sgarbi, che rende le bugie della Melandri con cui me la sono presa da un'altra parte delle cosette irrilevanti al confronto.

Vi rendete conto, con la vita che pubblicamente questo tal Sgarbi conduce, poi va in televisione a far dibattiti (a pagamento, credo) e si professa cattolico, fa il difensore della morale e della religione cattolica, fa l'apologia di papi, santi e beati vari dando del frocio a uno che, evidentemente, deve sentirsi colpevole di esserlo perche' rimane paralizzato invece di sputargli in un occhio! Vomitevole, semplicemente vomitevole. Sia chiaro, io non ho niente contro la maniera in cui vive Sgarbi, quache rarissima volta lo invidio pure (come alcuni sanno): ma mica mi guadagno da vivere facendo l'alfiere di santa madre chiesa!

Ecco, l'aspetto che io non riesco a capire e': perche' un tale livello di doppiezza ha successo? In altri paesi cretinate come queste sopravvivono underground, fanno parte della subcultura dei dementi. In Italia vanno in prime time, Sgarbi e' un'autorita' pubblica (e' ancora parlamentare?) ed e' stato addirittura sottosegretario in un qualche governo. Voila', ici c'est un detail qui, a mon avis, fait la difference.

 

 

 

Un ciclo perverso se vuoi: la gente ignora le leggi (per motivi

storici, la chiesa, i potentati rinascimentali...). Allora rincaro la

dose legiferando ancora di piu'. Allora la gente ignora ancora di piu'

perche' il peso legislativo sarebbe insopportabile se eseguito alla

lettera. Eccetera. Sto semplificando in modo banale, ma spero che il

punto sia chiaro.

 

Ti confortera' il sapere che hai il supporto di Laozi, o di chi per lui 2500 anni fa scrisse nel Dao De Jing una delle prime sintesi del laissez-faire:

The more laws are promulgated, the more thieves and bandits there will be. So: The

greater the number of statutes, the greater the number of thieves in the end.

So a wise man decreed:

So long as I "do nothing", the people get transformed of themselves.

So long as I love quietude, the people will of themselves go straight.

So long as I act only by proper inactivity the people will of themselves grow

rich.

 

 

Ah. l'Italia...leggi e leggine...Un piccolo esempio che riguarda l'evasione fiscale (l'esame di tributario aiuta).Nel caso di accertamento con adesione, dicasi tale una transazione tra ufficio delle entrate e contribuente, ho la possibilità di ridiscutere il mio imponibile con il fisco, per la parte non denunciata. Ebbene, dato che l'ufficio ha bisogno di incassare (come dargli torto), se riesco a spuntare uno "sconto" sul maggior imponibile del 20%, insieme alla riduzione delle sanzioni (del 75%) per questo tipo di adesione, ottengo lo stesso trattamento tra onesto e evasore. Ovviamente, più riesco ad avere uno sconto sull'imponibile, più mi conviene evadere. La materia del diritto tributario credo sia una delle più ricche di questi esempi.Per non parlare delle novità legislative. La foga del legislatore è tale che in 2 (due!) mesi i testi sono già vecchi. E poi ci si chiede perchè non si rispetta la legge. Mi trovo in pieno accordo con Giorgio, iper-legiferazione. Solo stamattina, avrei dovuto prendere credo 10 multe per eccessi di velocità, sorpassi, divieti di sosta, cellulare...ma così fan tutti. In California, l'anno scorso, non ho MAI superato le 65 miglia in highway.Ma ero in Amerika...

 

 

Credo che oltre alla tolleranza ci siano altri due fattori che favoriscono questa situazione:

1) i tempi della giustizia, che rendono praticamente imperseguibili i reati meno gravi: che te ne fai della tolleranza zero se poi la prescrizione arriva prima del processo?

2) una diffusa diffidenza verso le autorità che porta molti a simpatizzare coi rei e contro le forze dell' ordine.

 

 

Michele, da ex frequentatore (assiduo) di stadi, non posso che darti perfettamente ragione. A peggiorare la situazione, in Italia vengono talvolta approvate leggi o provvedimenti che, da profano, mi sembrano di dubbia costituzionalita' e che tendono ad acuire il senso di ostilita' di alcuni tifosi nei confronti delle forze dell'ordine e che palesano la debolezza dello stato. Mi riferisco, ad esempio, alla diffida che, come molti sapranno, viene spesso inflitta al tifoso prima di un regolare processo (mi sembra assurdo che si venga privati di una liberta' mediante un semplice atto amministrativo), o alla flagranza differita (un palese ossimoro-assurdo logico). Questi provvedimenti mi ricordano un po' la legge Reale (che accrebbe in modo insensato i poteri e le immunita' delle forze dell'ordine), in vigore dal 1975 all'1989, o le leggi speciali contro il terrorismo. Ritengo che uno stato forte debba comunque attenersi al rispetto dei diritti fondamentali (i.e. quello di un regolare processo), per tutti.

 

 

Come, operativamente, gestire una situazione nella quale ci sono 10.000 persone ammassate in pochi metri, ciascuna delle qualidisposta a compiere atti "sgradevoli" (che un "Brescia! Brescia! Vaffanculo!" oppure un fumogeno non scandalizzano nessuno)?? Le truppe Nato le riserverei per il Mezzogiorno (dove ormai la componente di "battaglia per il territorio" fra Stato e criminalità è preponderante). Allo stadio chi ci mandiamo, in guanti bianchi?

Infine, permettimi: basta con questi papocchi sulle libertà! Li trovo rivoltanti... adesso pure andare allo stadio è diritto inviolabile, anche di fronte a pressanti ragioni di ordine pubblico.................

 

 

sono assolutamente d'accordo con le tue considerazioni. estenderei anzi la critica all'italian way to crime deterrence oltre le violenze "inconsuete ed anonime" oggetto del post.

a supporto, ti propongo alcuni dei dati pubblicati di recente sull International Crime Victimes Survey (ICVS) della UE.

La ICVS costruisce un'indice relativo alla qualita' delle performance delle forze dell'ordine in base al giudizio delle vittime (un indice cioe' di perceived perfomance). l'indice e' costruito sulla base di 3 diversi indicatori: (i) la percentuale di crimini denunciati rispetto al totale (misura oggettiva e behavioural della fiducia nelle forze di polizia); (ii) la valutazione sul trattamento ricevuto da parte delle vittime (misura soggettiva); (iii) la valutazione piu' generale sull'efficiacia della polizia nel luogo di residenza (altra misura soggettiva).

not surprisingly, come ormai siamo abituati a vedere (coppa del mondo a parte), l'Italia figura nei bassi fondi della classifica

non basta. riusciamo a fare ancora peggio quando si va a guardare il rapporto tra perfomance e risorse messe a disposizione dallo stato. soldi spesi tanti, efficacia nulla: anche qui nulla di nuovo sotto il sole.

"declino dell'impero romano" scriveva alberto qualche giorno fa. appunto...

 

Wow, grazie. Interessantissimo, e spaventoso. Oh, ci fosse uno schifo di qualcosa che funziona meglio e costa di meno in Italia.

 

Abbastanza impressionante. Italia a parte, la cosa ancor piu' impressionante e' il fatto che, cross country, la semplice correlazione fra numero di poliziotti per abitante e l'indice di performance e' NEGATIVO!

Giovani aspiranti PhD, se non una tesi, io credo che in questi dati ci sia il seme di un bel paper su rent seeking e reverse causality. Avresti i dati per gli USA, e magari per stati degli USA? Pura curiosita'. Notate i paesi scandinavi, come al solito outliers, dal lato "buono" ...

Ah, la cultura, caro collettivo nFA, la cultura ... Qui ci vogliono dei fondamenti, non si puo' piu' andare avanti senza una teoria assiomatica delle norme culturali. Althusser non serve a nulla, Boudon e Bordieu nemmeno, Coleman neanche parlarne ... Preferenze, tecnologia e nozione d'equilibrio, la vecchia sacra trinita', non basta piu' ... occorre farne un quartetto, poco sacro magari ma piu' efficace. Di sera, tra Kos e La Pietra, occorrera' fare brain storming quest'estate. Tanto le signore si fan compagnia fra di loro. 

 

 

Stamattina io sono qui per difendere non solo mio figlio ma tutti i

giovani coinvolti in questa situazione. Non so perché abbiano tirato

quegli oggetti. Secondo me questa è stata una cosa voluta dalla polizia

che non può permettersi di lanciare i lacrimogeni dall'esterno

all'interno dello stadio

 

Questo ha detto il padre del ragazzo accusato (o solo indagato, non sono certo) per l'omicidio del carabiniere. Ci mancherebbe, probabilmente anch'io difenderei mio figlio ciecamente, ma l'accusa alla polizia da' un segnale di quanto poco rispetto ci sia nel paese per le forze dell'ordine. Caruso e' in buona compagnia.

 

 

A proposito di tolleranza zero: leggo sul Corriere che il soldato americano che ha violentato ed ucciso una ragazzina di 14 anni (irakena, forse vale meno) si è preso 100 anni di galera (non la sedia elettrica e neanche l'ergastolo), il che vuol dire che con sconti e quant'altro, potrà uscire relativamente presto.

 

ma quali "sconti"? quale "quant'altro"? "presto"?  che non ha avuto la sedia elettrica e' vero, ma esce presto? e' anche vero che gli americani tendono a essere "leggeri" con i propri militari (tutti lo fanno). ma  quando qualcuno gasa migliaia  di curdi e ha la pena di morte scendiamo in piazza, poverino, che gli americani incivili,  e pontifichiamo su Beccaria; ma quando un soldato americano da fuori di matto (non per giustificare, mi mancherebbe) allora "neanche la sedia elettrica", solo "100 anni". E gli italiani in Somalia? non c'erano stati  stupri anche li'? quanti anni anno preso i ns. soldati?

io onestamente non capisco. non capisco proprio da dove vengono queste posizioni. non ci credo che e' colpa di Bush; lui di colpe ne ha tante, naturalmente,  ma secondo me  non c'entra nulla, nel senso che l'anti americanismo mi pare quasi assolutamente indipendente. 

 

In un momento di depressione, ho trovato questo bellissimo post vecchio. Credo che il punto di svolta sia stato il '68 e che la colpa sia della DC. I dirigenti DC di allora, in parte per la loro cultura cattolica, hanno introiettato l'idea che il sistema fosse sbagliato (anche se aveva garantito un enorme incremento di benessere nei 10-15 anni precedenti) e non hanno avuto il coraggio di opporsi al movimento. Da allora i diritti dei manifestanti sono sacri. Poi dai diritti dei manifestanti per ragioni politiche si è passati al diritto del tifoso etc.

Il post chiede ''Quanti anni di galera si fara' il giovanotto che molto probabilmente ha ammazzato a sprangate l'agente Raciti?'', con riferimento all'omicidio dell'ispettore Raciti nel febbraio 2007 durante un derby Catania-Palermo. Oggi conosciamo la risposta. Antonino Speziale è stato condannato a 14 anni (nota di colore: nell'articolo si raccolgono le sue dichiarazioni in cui si afferma che è tutto un complotto; quando l'esempio viene dall'alto...). Daniele Micale è stato condannato a 11 anni.