La modesta lezione di Lord Acton

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Il potere tende a corrompere, il potere assoluto corrompe assolutamente.

Molte delle geremiadi, anche mie, sullo stato  disastrato degli italiani e dei loro governi, istituzioni, eccetera, hanno - e ripetutamente - toccato il tasto dell'arretratezza culturale.
Per una classe politica dirigente che finge di dimettersi per imbrogliare il corpo elettorale. Per una classe sindacale che dice di difendere "chi lavora" occupandosi appunto di proteggere le caste che la sostengono. E cosi' via.
Invece di aggiungere, dopo Leopardi G., Gramsci A., Boldrin M.,  l'ennesima geremiade, vi propongo  un  toccasana educativo.

John Emerich Edward Dalberg Acton, eletto pari del regno ai suoi tempi, fu l'autore di una enorme quantita' di carta  scritta e stampata. Passo' alla storia, per chi lo ricorda, per l'osservazione acuta che il  potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente.
Mi e' tornata in mente notando che Antonio Pesenti parlava con Suslov al telefono su come abbattere il capitalismo, La Torre parlava -- dicono le intercettazioni -- a Conforte di come  scalare banche e cosi' via.

La differenza decisiva  e' appunto che il  potere corrompe.

Allora: si cominci ad insegnare, davvero a scuola, che il potere e' corrotto e corrompente.

Lo si dia come tema di maturita'...

Gli effetti della corruzione sono quelli da tutti visibili (il personaggio che annuncia  che va in Africa, non ci va, e si candida a sostituire il primo ministro, il cretino che per  andare non so dove ci si fa portare in ambulanza, quello che mai legifero' nulla di nulla, ma viene pagato 5000 dollari al mese di pensione, e cosi' elencando...)

Forse e' ora che questi non vengano scontati e sottaciuti, come inevitabli fenomeni. Uno dei nostri collaboratori scrive che tutti i politici sono babbioni e bugiardi, perche' cosi' fan tutti. Ma non e' cosi'. Ovunque controlli piu' stretti vengono applicati, queste pratiche vengono ridotte: mai azzerate --ripeterebbe Lord Acton-- ma ridotte.

Dopo di che' se proprio si dovesse quantificare perche' non introdurre pene non  compressibili per i politici condannati? Una volta che una sentenza passa in giudicato basta aggiungere la pena supplementare di settantacinque anni di regime 41bis alla pena primaria. Si otterrebbe un eccellente incentivo ai politici a star piu' cauti nelle loro esibizioni di potere tracotante e si eliminerebbero senza ritorno le possibilita' di rinascita di personaggi talmente pericolosi, proprio per la democrazie. Se Einaudi ha commesso errori, non ha creato alcun senso di disgusto per la democrazia. Per ogni testa  di legno che ogni volta che esce deve andare a farsi fotografare sulle scale della Signora Angiolillo, si perde un  punto in credibilita' e molti in rispetto per la democrazia.

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Dopo di che' se proprio si dovesse quantificare perche' non introdurre

pene non  compressibili per i politici condannati? Una volta che una

sentenza passa in giudicato basta aggiungere la pena supplementare di

settantacinque anni di regime 41bis alla pena primaria. Si otterrebbe

un eccellente incentivo ai politici a star piu' cauti nelle loro

esibizioni di potere tracotante e si eliminerebbero senza ritorno le

possibilita' di rinascita di personaggi talmente pericolosi, proprio

per la democrazie.

Ottime misure, ma vedo un po' difficile il loro iter parlamentare... 

Per questo, nonostante il nome, vedo bene il v-day di Grillo e l'annessa legge di iniziativa popolare.

SE esiste qualcosa che può forzare il parlamento ad approvare una legge del genere è un milioncino di firme raccolte in mezza giornata.

Visto che Nfa ha preso una pozizione quais positiva su V-day (di Grillo e della sezioen artisti e comici, etc.)

vorrei notare l'immediato effetto positivo.

 

Dopo l'amicizia tra tal Briatore e la signorina Melandri, il signor Mastella e' andato pure lui da Briatore, famiglia ed amici,  aspese del contirbuente, non si sa bene perche' con un airbus.

 

 

Il signor Mastella ha cosi' spiegato il suo comportamento

 

"

 

ROMA - Nessun

privilegio ma solo un volo al quale era stato chiamato ufficialmente il

vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli. Nei confronti del

ministro della Giustizia Clemente Mastella "L'espresso" ha avviato "una

campagna affatto giornalistica con evidenti finalità politiche".

 

 


Così il portavoce del Guardasigilli replica alle rivelazioni del settimanale.

Il ministro, spiega il portavoce, "si è unito, peraltro esclusivamente

nel solo viaggio di andata, al vicepresidente del Consiglio, Francesco

Rutelli, perchè chiamato ufficialmente a premiare i vincitori della

gara. Una visita ufficiale, dunque, ad una manifestazione nazionale che

ha grande importanza internazionale e alla quale il ministro ha preso

parte per poi rimanere in Lombardia anche a causa di altri impegni

politico-istituzionali".

 

 


 

GUARDA LE FOTO DEL VIAGGIO, ESCLUSIVA ESPRESSO


 

 


"Ma soprattutto è necessario chiarire - spiega ancora il portavoce -

che per ragioni di sicurezza, che sono prioritarie, il ministro della

Giustizia non può viaggiare come un libero cittadino, come peraltro non

lo possono fare coloro che, correndo seri rischi, sono oggetto di

tutela da parte dello Stato. E' del tutto sbagliato poi citare la

mancanza di benzina per le macchine dei magistrati perchè il ministro

Mastella, sin dal suo insediamento in via Arenula, sta facendo di tutto

per riassestare i conti della Giustizia e fornire agli operatori tutti

gli strumenti loro necessari, anche se un solo anno non può bastare a

risanare le lacune ereditate".