Una modesta proposta per combattere l'evasione fiscale

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Sono giorni in cui si legge in molti giornali, soprattutto di area “progressista”  (per esempio Il Fatto Quotidiano e Repubblica) che l'attuale manovra è ingiusta, colpisce i soliti noti e non fa pagare chi evade. A questa affermazione (autoevidente, dato che se uno evade non partecipa nemmeno all'aumento delle tasse) se ne aggiungono altre di sapore “vischiano”, che nulla hanno a che vedere con l'evasione fiscale, ma servono, populisticamente, all'equazione imprenditore=truffatore=evasore=riccoatuespese, e quindi da colpire senza pietà.

Alcune proposte, ad esempio, del PD, richiedono di tornare all'elenco clienti/fornitori in telematico e alla “tracciabilità” con il divieto di transazioni in contante superiore ai 100 € (in verità non sono proibite, si devono registrare su un cartaceo e conservare per cinque anni; burocrazia demenziale allo stato puro). Idiozie penose di chi ha una visione delle aziende e dell'evasione tipiche di chi non ha mai fatto impresa e risponde al criterio di “stato onnisciente”, primo perchè il totale di transazioni “segnalate” sarebbe talmente elevato (nel 2006 sono stati versati sui conti correnti quasi 1.000 mld di euro, di cui 357 miliardi in contante. Adesso monirateli. Qui i dati.) che diventa poi impossibile per chiunque capire chi ha pagato cosa, con un rumore di fondo che non serve a colpire l'evasione, ma solo a favorirla. Al tempo stesso gli adempimenti burocratici per le aziende ne aumentano i costi e ne minano la competitività, con risultati modesti peraltro, poiché il mondo delle imprese non è fra i maggiori evasori.

Un paper della Banca d'Italia chiarisce il punto: l'approccio di questo tipo è quello che dà minori risultati (divertente il paper, si scopre che l'Italia è sempre stato un paese di evasori, addirittura al 50% del PIL), ma il populismo chiede vittime e colpevoli, non razionalità.

Da imprenditore faccio una proposta banale, semplice, semplice, non burocratica, non punitiva, non impegnativa, per arrivare a colpire l'evasione fiscale, e che non sia punitiva per quella fascia di evasione che, anche altri  studi, chiamano “di necessità”.

La mia proposta è semplice: le banche e gli operatori/intermediari finanziari segnalano ogni mese solo due dati legati al codice fiscale/partita iva : l'ammontare totale dei movimenti (ovvero gli importi in "dare " dell'estratto conto bancario) e il relativo saldo. A questo punto l'incrocio dei dati è banale (se la Sogei non è capace di sviluppare un semplice software di incrocio dati glielo faccio io al costo di un anno di stipendio di un dirigente Sogei), si possono scartare in automatico tutti i dati non interessanti, ad esempio movimenti inferiori ai 1.500 €/mese e saldi non significativi su un conto riconducibile a un soggetto, a questo punto si incrociano i dati (che non sono più centinaia di milioni) con le dichiarazioni dei redditi/dichiarazioni IVA. Invece di avere un rumore di fondo hai dei dati chiari, questo perchè sia i contanti che gli assegni, che tutti gli altri mezzi di pagamento devono necessariamente, a un certo punto, transitare su un conto, anche gli addebiti delle carte di credito, anche il “nero” del bar o del gioielliere transitano su un conto. Questo perchè, a meno di pensare che li nascondano sotto un materasso di notte, l'unico modo di gestire il denaro è farlo passare per la banca.

L'approccio alla lotta all'evasione fiscale sarebbe di tipo contabile/aziendale: abbiamo il prospetto "economico" e quello "finanziario", nella mia ipotesi il prospetto "economico" è la dichiarazione i.v.a./Modello Unico, il prospetto finanziario lo forniscono direttamente le banche: poniamo che io dichiari € 10.000 annui e sul mio conto (identificato con il codice fiscale) passino € 20.000 di versamenti (come li spendo non interessa), la GdF mi chiama e dice: "scusi Sig. Esposito, mi spiega come ha fatto a "incassare" € 20.000, dichiarandone solo 10.000 ?

Facciamo anche il caso più "classico" del gioielliere che non batte lo scontrino dell'anellino da € 5.000 che un cliente gli paga. Come è pagato il gioielliere ? Carta di credito o assegno, ma fossero anche contanti, di certo il gioielliere non si tiene in cassa una simile cifra, e ammesso e non concesso che lo facesse dovrà pur impiegarlo questo denaro (pagamento a un fornitore, acquisto di un bene), quindi a un certo punto (l'inizio o la fine non importa) questo denaro dovrà entrare in un circuito ufficiale, quello bancario, e quindi generare un “movimento” in quel circuito, rendendo possibile il percorso a ritroso del denaro, con la prima “evasione”.

Questo sistema evita l'incrocio di una marea di dati, inoltre dà la possibilità di scegliere la “soglia” oltre la quale colpire l'evasione, ad esempio potrebbe essere non interessante (all'inizio, ovviamente) colpire una soglia di evasione del 5%, ovvero se sul conto di una ditta/esercente i movimenti sono del 5% superiori al fatturato (probabile nero) si potrebbe, in una prima fase, lasciar perdere questo tipo di segnalazioni, andando prima a colpire gli squilibri più vistosi.

Inoltre il sistema potrebbe anche essere usato per colpire l'evasione tramite le false fatturazioni, in genere effettuate attraverso le “cartiere”, ovvero una società X fattura 100 a Y, ma la fattura è falsa. I movimenti finanziari di X e Y lo renderebbero esplicito: X ha 100 in uscita (in genere queste operazioni si fanno con bonifico) e Y 100 in entrata , solo che Y è una società neonata, anziché seguire le fatture è più semplice seguire il “movimento”, anche perchè questo genere di operazioni è per importi significativi. Diciamo che le "segnalazioni" devono seguire le società neonate con movimenti superiori ai XXXX euro con un allerta automatico a GdF e Agenzia delle Entrate, in un mese, non in cinque anni...

Riassumo e filosofeggio. Con il sistema della "tracciabilità" lo Stato onnisciente ed efficiente dovrebbe controllare milioni di operazioni (quasi 200 solo per i prelievi tramite assegno, come da paper sopra linkato). Con la mia impostazione' i controlli si effettuano solo su quei conti il cui incrocio di dati ha dato differenze statistiche significative (scelte di volta in volta). Mentre l'attuale classe dirigente (e molti giornali d'opinione) pensa che il miglior sistema per “stanare” l'evasione fiscale sia quello di costringere tutti a tener traccia di ogni singolo movimento di denaro, come se lo Stato onnisciente sia poi in grado di capire dov'è il marcio, io penso che ci siano sistemi molto più semplici ed efficienti.

Difatti io parto dalla considerazione che come avvengono le transazioni è ininfluente, l'unica cosa interessante è il totale dei movimenti e il saldo finale, perchè presto o tardi il “denaro” deve diventare visibile in qualche modo, a meno di non tenerlo sotto il materasso, ed anche dieci movimenti da 99 € fanno 999 €, che possono essere un saldo di fine giornata su un conto corrente.

Questo principio banale è anche il modo in cui le banche “pesano” i clienti, senza guardare il loro Modello Unico. Anzi non lo guardano proprio, perchè sanno che se lo guardassero perderebbero il cliente e/o l'affare. Alle volte seguire quello che fanno gli altri (come la banca "pesa" il cliente) è meglio che essere fantasiosi e burocratici.

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Commenti

Ci sono 310 commenti

...la via più semplice è mettere una tassa sui prelievi in contanti su un dato conto effettuati mensilmente presso gli intermediari fuori dall'attività di impresa (per esempio 0% fino a 1500, 5% da 1500 fino a 5000, 10% fino a 10000 e 15% da 10000 in poi)...

...prevedendo che se uno apre più conti su più intermediari il limite per singolo conto si riduca automaticamente (se ho due conti i limiti saranno per conto 750/2500/5000)...

Non vedo quale sarebbe la difficoltà tecnica nel tracciare e nel caso monitorare tutte le transazioni che avvengono in un paese come la Repubblica Italiana. Siamo nel XXI secolo ...

Non ho parlato di "difficolta tecnica" nel tracciare i flussi finanziari. Ho parlato dell'impossibilità tecnica di capirci qualcosa. Quand'anche sai che X ha pagato Y, se non controlli il dato sottostante che te ne fai ?

Scusa, Marco, ma ti risulta mica che in sede di accertamento ogni prelievo (prelievo, non versamento) , anche sotto forma di assegno o bonifico dal conto corrente di cui non riesci a fornire la destinazione, viene considerato come "reddito" e che su quello ci paghi le tasse? Ho il nuovo commercialista che mi corre dietro a tutti i prelievi che faccio e mi chiede dove ho speso i soldi. A prescindere dalla cifra. Lo stato (o i suoi sgherri) non devono incrociare nulla gia' ora, sono io che devo ricordarmi di conservare gli scontrini per giustificare le mie spese (in realta' tutti confidiamo nel condono, che pagheremo anche se non abbiamo evaso nula, perche' solo di commercialista ci costerebbe di piu' un accertamento dal dubbio risultato). L'incrocio dei dati del c/c che tu proponi credo sia gia' in atto. Difatti il nero che vedo fare dagli artigiani viaggia tutto in contanti e non passa mai dalle banche, se non quelle all'estero.

Siamo gia' sotto "doppio controllo segreto" da un pezzo in 'sto paese di buffoni.

Gilberto io vorrei rovesciare la proposizione: oggi SE hai un accertamento devi dimostrare etc., etc.

Io invece vorrei che i versamenti (non i prelievi) siano giustificati, ovviamente se c'è incongruenza con i dati fiscali. In automatico.

Il problema in Italia non è mai stato scoprire chi evade ma far restiture il maltolto a chi ha evaso: è letteralmente impossibile recuperare alcunchè.

è vero

negli ultimi dieci anni il riscosso totale è risultato imferiore al 17%; inoltre l'evasore scoperto continua tranquillamente ad evadere.

addirittura ad oggi risultano non pagate rate successive del condono tombale 2002 per 3,6 miliardi.

con il giro di prestanomi il grande evasore risulta sempre nullatenente.

L'unica soluzione sono misure sulla persona , triste ma ciò significa il carcere.

 

Aldo, fermo restando che il carcere potrebbe essere una opzione (costruendo nuove carceri magari..), quei dati "accertato/riscosso" riflettono soprattutto il "sistema gdf", che funziona in questo modo: quando vengono da te (in genere aziende, facilmente rintracciabili) non posssono tornare a mani vuote, e ti addebitano di tutto, anche con fantasia estrema, tanto loro non rischiano nulla, poi l'azienda si oppone in Commissione Tributaria, vince, e l'accertato diventa infinitesimo, quando non addirittura nullo.

Non c'è imprenditore che non ci sia passato per questo meccanismo (costosissimo per le aziende: devi pagarti l'avvocato).

L'accertato serve solo a Visco, Tremonti, Befera, etc., per dire : noi facciamo la lotta all'evasione fiscale. Chiacchiere.

 

Alcune considerazioni suggerite da una sommaria lettura dei dati:

Vista la differenza tra gli ammontari effettivamente riscossi e quelli ipoteticamente accertati si potrebbero azzardare le seguenti ipotesi:

a) gli evasori sono molto rapidi a far sparire i soldi, che, per definizione essendo evasi, non transitano per i libri contabili aziendali, ma seguono canali paralleli. Qs è una ipotesi ottimistica, perchè sostanzialmente dice che si tratta 'solo' di un problema di evasione fiscale;

b) l'onere della prova richiesto dalla giustizia tributaria è assai più consistente di quello ritenuto tale dai controllori di prima istanza. Ciò segnalerebbe una sorta di corto circuito tra polizia tributaria (GdF, Agenzia delle Entrate) e giustizia tributaria. Spesso la "polizia" usa metodi molto più spicci della "giustizia", tuttavia nel corso del tempo ci dovrebbe essere un progressivo adattamento (un processo di apprendimento) dei criteri utilizzati dagli inquirenti a quelli utilizzanti dai giudicanti. Tutto ciò non si legge nei dati: la differenza abissale tra accertamenti e riscossioni permane nel tempo. E' possibile anche che vi siano degli incentivi perversi che spingono i responsabili degli accertamenti a gonfiare gli importi, tuttavia qs non elimina la necessità di allineamento e di coerenza di comportamento all'interno della PA;

c) peggio ancora: gli accertamenti molte volte potrebbero essere dei tentativi di ricatto e di taglieggiamento da parte della PA nei confronti di talune aziende che, pur non essendo irreprensibili, hanno comunque dei livelli di evasione piuttosto bassi (quindi pensano di essere in regola e non vogliono accontentare gli accertatori). In altri termini (ulteriormente peggiorativi)

d) gli accertatori in realtà sarebbero collusi con gli evasori da cui riceverebbero sostanziali benefici. Gli accertamenti verrebbero effettuati solo per coloro che non si adeguano a qs andazzo. Non ci sarebbe niente di cui stupirsi: visto lo standing etico-morale dei responsabili della PA (cioè della classe politica) sarebbe perfettamente coerente che la PA, tantopiù è contigua con la classe politica, fosse perfettamente allineata;

e) se fosse vero il punto precedente, il problema più urgente e propedeutico sarebbe quello di verificare le entrate degli 'accertatori'. Se dopo 50 anni di servizio di costoro ,il problema dell'evasione è ancora in gran parte irrisolto, qualche responsabilità dovrebbero ragionevolmente avercela;

f) ovvero il punto fondamentale, è che in realtà la classe politica non intende perseguire effettivamente l'evasione fiscale quindi non adotterà le misure necessarie e tantomeno quelle che si potrebbero dimostrare più efficaci. Anche perchè sanno qual è la situazione della PA che dovrebbe mettere in pratica le misure decise a livello politico;

Bottom line:  la proposta di 'tracciare tutti i pagamenti' anche di importi irrilevanti serve solo a creare confusione e a spaventare qualcuno sperando magari che versi - spontaneamente - qualcosa in più al fisco. Ad incrociare i dati non ci pensano nemmeno, perchè potrebbe funzionare, ma poi non saprebbero più cosa fare.

Sembra sia stato ascoltato, alla quarta manovra in 3 giorni, esce dal cilindro il carcere per gli evasori sopra i 3 milioni. Meccanici, idraulici, muratori, dentisti e parrucchiere avranno il fatto loro da ora in poi.

qui un'analoga proposta apparsa su repubblica a ferragosto.

la trovo razionale

 

di certo il gioielliere non si tiene in cassa una simile cifra, e ammesso e non concesso che lo facesse dovrà pur impiegarlo questo denaro (pagamento a un fornitore, acquisto di un bene), quindi a un certo punto (l'inizio o la fine non importa) questo denaro dovrà entrare in un circuito ufficiale, quello bancario, e quindi generare un “movimento” in quel circuito, rendendo possibile il percorso a ritroso del denaro, con la prima “evasione”.

 

Scusa l'ignoranza ma non capisco in che modo il gioielliere o qualunque altro autonomo che riceve contante, non emette fattura/scontrino, e poi si compra un bene potrebbe essere stanato in base ai suoi movimenti bancari. Non è un caso che i portafogli strapieni di contanti, con banconote di cui io manco conosco l'effige stampata, sono in mano a certe categorie di persone...

Ci sono diverse cose che non vanno in questa proposta.

Partiamo dal più grande, la tracciabilità dei pagamenti non serve affinché qualcuno poi elabori tutti questi dati, compito grande ma banale con i computer odierni, ma serve proprio affinché il contante finisca appunto nei conti correnti. Lei afferma che chi fa nero prima o poi deve mettere questi soldi da qualche parte è può essere scoperto, ma ciò non è assolutamente vero. Primo esempio, inventato, grosso professionista, lavora solo con contanti la maggior parte dei quali in nero. Questo professionista conduce uno stile di vita elevato, pranza sempre nei migliori ristoranti, cena a casa con i migliori cibi preparati dalla sua cameriera. Queste sono tutte cose, ed altre ancora l'elenco potrebbe essere lungo, che si possono pagare in contanti, magari di nuovo in nero. Solo per queste cose il professionista in questione movimenta un flusso enorme di denaro senza bisogno di passare per le banche. Secondo caso, reale, dirigente di una grossa società sportiva, riceve degli imprenditori che vogliono fare pubblicità ad un loro marchio, sono disposti a spendere molto, tanto è vero che si presentano al primo appuntamento con una valigetta piena di mazzette da 500 euro. Da dove le hanno tirate fuori? Il rigonfiamento sotto la giacca può dare qualche indizio. Ovviamente l'offerta è stata saggiamente declinata.

Le banche sono già oggi tenute a fornire determinati flussi informativi alla Banca d'Italia a fini di antiriclaggio ecc. Ma come vede questi flussi non catturano in nessun modo i semplici casi che le ho esposto. Se invece il professionista quando va al ristorante invece di cacciare la mazzetta con il contante fosse costretto a cacciare un sistema di pagamento tracciabile, la situazione sarebbe diversa.

 

 

 

Se invece il professionista quando va al ristorante invece di cacciare la mazzetta con il contante

 

Quindi il "grosso professionista" (in che senso ?) lavora solo con privati e/o altri evasori come lui, non ha un conto in banca, ma un capiente materasso (il pouf di Poggiolini ? Conteneva CCT, sono passati per la banca..), cammina sempre con la giacca gonfia e non teme le rapine, non compra mai un auto, una casa, una barca, non va mai fuori dall'area euro, ma sta sempre al ristorante.

Contento lui...

Mi sembra un'ottima proposta se L'Italia fosse circondata da mura impenetrabili e non vigesse la libera circolazione delle persone. 

Provo a fare l'avvocato del diavolo. Le banche svizzere, austriache, francesi, slovene dovrebbero potenziare gli sportelli per accogliere gli spalloni che trasportano i contanti per versarli in conti che sfuggono alle norme che suggerisci. Infatti la legge italiana puo' obbligare quello che vuole alla banche italiane ma non a quelle di altri paesi. Il nero verrebbe allora totalmente depositato all'estero, con trasporto fisico. Vista la mole di traffico (turistico e commerciale) lungo le frontiere italiane trovare e fermare gli spalloni sarebbe difficile. Basterebbe controllare se passano sempre le stesse facce? No, solo lungo la frontiera italo svizzera transitano tutti i giorni piu' di 50'000 frontalieri (che hanno anche percorsi agevolati per non essere fermati e non essere otacolati nel longo tragitto casa-lavoro) e poi ci sono gli spedizionieri, insomma o blocchi le frontiere oppure i soldi escono.
Certo questo meccanismo di espatrio avra un costo per l'evasore e magari ogni tanto qualche spallone verrà beccato. Ma non credo che questo blocchi un'economia che vale il 25-30% del PIL (e quindi diverse centinaia di miliardi di euro). Poi in Italia abbiamo circa 43 milioni di turisti e basta che uno su mille si presti al gioco (per arrotondare) per avere la manovalanza necessaria. Poi abbiamo milioni di italiani che lavorano all'estero, tornano a casa per natale, pasqua, per le ferie estive e magari si prestano a fare il favore al fratello o al suocero, portando una valigetta fuori d'Italia.
Ovviamente pero' in questo modo l'evasore non puo' usare in Italia il suo guadagno. Lo mette in salvo all'estero e trasforma il reddito nero in capitale nero salvato in qualche banca estera. Se ha bisogno di contanti andrà a prelevarli e li userà in Italia come contanti.
Diciamo che si mette un bel po' di sabbia negli ingranaggi dell'evasione ma non la si puo' bloccare in questo modo. L'evasore dovrà dichiarare tutto quello che transita tramite banca (asseggni, VISA etc) e tenderà a ridurlo il piu' possibile, mentre dei pagamenti in contante potrà disporre come vuole, consegnandoli allo spallone di turno.

Personalmente ritengo che l'evasione vada contratata diversamente, intervenendo sulle cause
1) Riduzione della pressione fiscale e contributiva
2) Riduzione della burocrazia e del numero di passaggi burocratici per ogni autorizzazione legale
3) Riduzione del numero delle leggi e semplificazione del loro contenuto
4) Riduzione e semplificazione delle legge tributaria e del sistema di ricorso tributario

Sul piano della tecnica tributaria passerei da controlli a campione al sistema esaustivo (tutte le dichiarazioni vengono controllate: si puo' fare) ed inoltre considero che abbinare alla tassazione su reddito delle persone fisiche anche una tassa sul capitale (pur di bassa aliquota, in millesimi) consente a chi analizza la situazione di un contribiente di verifcare che reddito e risparmio siano congrui e di tassare le differenze negative come "reddito presunto".

 

 

premesso che andrebbero ridotte non le vedo, allo stato attuale, misure che riducano l'evasione.

Non vedo il perchè chi oggi non paga 100 richiesti domani dovrebbe pagarne 80.

Perchè non funziona? Perchè non pagando 100 o 80 non rischia nulla. (vedasi tabella del mio intervento precedente)

Ci fossero pesanti sanzioni PERSONALI potrebbe funzionare perchè magari 100 è considerato esoso rispetto il rischio, 80 più congruo.

 

 

 

 

Francesco io faccio una proposta a legislazione fiscale attuale e rispondo alle idee bislacche in giro in questo momento.

Elenco clienti/fornitori (con le modalità richieste dallo Stato Italiano..), mantenimento del cartaceo per i pagamenti superiori a € 100,00 mi sembrano follie italiche, laddove l'onere della prova è tutto sul contribuente.

Quello che tu affermi è anche la mia idea di "stato ideale", io faccio una controproposta per i cialtroni attuali (giornalisti compresi).

Sugli "spalloni": già ci sono, già lavorano per grossi importi, non credo si mettano a lavorare per piccoli importi (il lume non vale la candela),inoltre se il "nero" riguarda il 17-18% dell'economia italiana non è possibile trasferire questa massa di denaro contante all'estero: semplicemente dopo un paio d'anni diventerebbe impossibile effettuare pagamenti "in nero": il contante sarebbe merce rara. A meno di non farlo rientrare in Italia: paghi due volte gli spalloni ? Quanto ti costa ?

"...a meno di pensare che li nascondano sotto un materasso..."

Purtroppo non ho dati precisi sull'argomento, ma solo fonti provenienti dall'esperienza sul campo di polizia/carabinieri: vi siete mai chiesti perchè le rapine in villa sono un genere di reato tipicamente italiano e più precisamente lombardo-veneto? Perchè i rapinatori, spesso collusi con qualche dipendente o cliente o fornitore dell'imprenditore/artigiano di turno, sanno benissimo che in queste ville troveranno i contanti generati dal nero. Se siete dipendenti, quanti contanti avete in casa o in tasca?

Questo, insieme al commento dell'utente Gianluigi, mi confermano che il contante "conta". Io non dico che la proposta di Marco Esposito sia sbagliata o non funzioni (almeno ha il pregio della semplicità, ma non so quanto in Italia venga apprezzata tale virtù). Il mio punto, che continuo a non capire, è come semplicemente dai movimenti bancari si arrivi a stanare l'evasione di chi usa (quasi) solo contanti. Bisogna per forza incrociare il dato bancario con quello sul possesso di beni immobili o registrati come le auto e le barche.

 

vi siete mai chiesti perchè le rapine in villa sono un genere di reato tipicamente italiano e più precisamente lombardo-veneto?

 

Ci sono dati a supporto di queste affermazioni, o si tratta solo di balle propagandate dal circo mediatico italiano?  La concentrazione nel lombardo-veneto in particolare puzza di balla di sinistra, come la disinformaizione che gli evasori sarebbero concentrati nel lombardo-veneto.

Le stime sull'evasione fiscale esistono ci sono diversi studi, praticamente tutti gia' discussi su nFA e indicano senza alcuna ambiguita' che l'evasione fiscale in Lombardia e' la piu' bassa di tutta Italia, un fattore 2 piu' bassa rispetto alle regioni che seguono (Emilia-Romagna e Veneto). Quasi tutte le altre regioni italiane si stima attendibilmente che evadano piu' del Veneto oltre che della Lombardia, in rapporto al PIL.

Sicuramente la maggiore evasione non puo' essere causa di maggiore concentrazione di rapine in villa nel lombardo-veneto, se questa affermazione non e' una balla, perche' non c'e' maggiore evasione fiscale nel lombardo-veneto rispetto al resto d'Italia.  Peraltro le rapine in villa possono essere correlate anche con altri fenomeni, come percentuale di immigrati, negligenza delle forze dell'ordine, minore controllo del territorio da parte della criminalita' organizzata.

Vengon fatte in lombardia-veneto perchè sanno che le forze di polizia in tali regioni sono estremamente sotto organico, quindi hanno la quasi sicurezza di non essere presi...

Se non ricordo male (ho svolto una rapida ricerca ma non ho trovato nulla di utile sorry) l'Italia è il paese (o uno dei paesi) Europei con la più alta quantità di contante in circolazione. (sarebbe bello avere dati precisi).

Sono solo aneddoti quindi non validi a fini statistici ma sono numerosi gli "operatori" (soprattutto lontano dalle città in realtà agricole/provinciali) che fanno tutto con i contanti, e anche molti (parlate con un qualsiasi "contadino" della bassa padana, quello che i comunisti vogliono rubargli la terra)

Comunque a me l'idea non dispiace assolutamente, sarebbe intatno UN passo (non demenziale) verso la direzione giusta, anche perché checché ne dicano gli anziani (ve li ricordate quei poveretti che non potevano più giare con migliaia di euro in tasca per colpa di Prodi) il contante sarà sempre più ridimensionato.

 

Se non ricordo male (ho svolto una rapida ricerca ma non ho trovato nulla di utile sorry) l'Italia è il paese (o uno dei paesi) Europei con la più alta quantità di contante in circolazione. (sarebbe bello avere dati precisi).

Ricordi bene ! Anche la tua descrizione del "paese reale" è congrua. So che non verrò creduto, ma conosco un negoziante di Morbegno (SO) che tiene il bancomat in cassaforte e non lo usa mai! Troppo pericoloso! Perchè ce l'ha? risposta "Me lo da la banca" e non sto parlando di un ottuagenario.

C'è un altro fattore che favorisce l'economia in nero: gli stipendi bassi e l'impossibilità a scalare dalle tasse determinate spese. Io personalmente  cerco sempre di farmi fare lo "sconto" su tutto quello che posso (non me ne vogliate ma piglio poco come molti miei coetanei). Se il fisco mi desse la possibilità di scalare dalla dichiarazione dei redditi il tagliando dell'auto o le spese di manutenzione per la casa allora il meccanico o l'idraulico non cercherei di pagarlo a nero ma mi farei fare la fattura.

 

Ma per "combattere" l'evasione fiscale non dovrebbe lo stato offrire servizi pubblici buoni prima di mettersi a fare controlli di vario tipo? Non vedo perchè un cittadino che ritiene ottimo il servizio pubblico non dovrebbe pagare le tasse.

Mi pare sensato che uno non paghi il canone perchè la RAI gli fa schifo più che per fare il furbetto con il resto della nazione..

in parte è vero, ma se il servizio pubblico buono lo pagano gli altri è mrglio

Nell'ipotesi che l'evasione fiscale venisse azzerata in Italia, a quanto finirebbe per ammontare la pressione fiscale rispetto al Pil a legislazione invariata? E in quale posizione di classifica mondiale metterebbe il nostro Paese?

 

grz

 

 

 

Nell'ipotesi che l'evasione fiscale venisse azzerata in Italia, a quanto finirebbe per ammontare la pressione fiscale rispetto al Pil a legislazione invariata? E in quale posizione di classifica mondiale metterebbe il nostro Paese?
 

 

 

Michele Boldrin ci ha scritto un articolo sul Fatto Quotidiano. Il calcolo che fa è il seguente:

pressione fiscale + pressione fiscale * tasse evase = nuova pressione fiscale

0.43 + 0.43 * 0.38 = 0.60 circa

E 0.60 ci porta primi in classifica.

 

A dire il vero ringrazierei se qualcuno mi potesse spiegarmi perchè usa 0.38 e non 0.17.  La prima percentuale sono le tasse evase da chi può evadere, mentre la seconda la media delle tasse evase. Non era più corretto utilizzare 0.17? E 0.38 non andrebbe in ogni caso moltipilcato per la pressione fiscale calcolata sui lavoratori che hanno la facoltà di evadere (imprenditori ecc)?

 

 

51.6%

www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Fisco-Cgia-pressione-pesa-9-punti-in-piu-la-reale-e-al-52_607580530.html

www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Fisco-Commercialisti-pressione-reale-al-516-in-Ue-siamo-1%5Enon-5%5E_607298495.html

Primi in classifica. Però, per correttezza, bisognerebbe annullare l'evasione anche negli altri paesi.
Quindi non è detto che saremmo primi.

 

 

 

Secondo me l'assunto che i soldi neri prima o poi devono passare dalla banca è debole. Avrei alcune evidenze aneddotiche (15k€ di commissione visti pagare a un  agente immobiliare a Milano in contanti e simili) ma le tralascio preferendo un approccio di concetto.

Se faccio il libero professionista o l'imprenditore l'unica cosa a cui devo stare attento è che se ho comprato ufficialmente per X devo vendere ufficialmente almeno per Y>X. Per il resto posso ad esempio:

 

  • vendere in nero tutto quello che riesco a comprare in nero (in particolare il lavoro mio e dei miei collaboratori)
  • giocare con il magazino (i beni deperibili possono appunto deperirsi, quelli invenduti per troppo tempo essere ceduti in perdita etc)
  • invece di distribuirmi utili  soggetti a tassazione usare i soldi dell'impresa per comprare cazzi miei

 

Quanto al folkrore dei materassi che evoca i film di Totò io credo che fino a un 10-15k€ al mese i contanti vadano benissimo, parliamo di 20-30 banconote da 500€. Sopra questa soglia comincia a diventare conveniente industriarsi per passare dall'evasione spicciola all'elusione e a quel punto passare dalla banca non è un problema.

Più in generale, al di là delle considerazioni già fatte sull'evasione (se teoricamente fosse eliminata gran parte degli evasori smetterebbe di produrre e la pressione fiscale darebbe il colpo di grazia alla crescita economica) la mia percezione è che, tralasciando le attività criminali, essa sia in larga parte cotituita da moltissime operazioni di importo contenuto regolate per lo più in contanti.

 

 

 

 

la mia percezione è che, tralasciando le attività criminali, essa sia in larga parte costituita da moltissime operazioni di importo contenuto regolate per lo più in contanti.

 

Ma siamo sicuri?

Mi trovavo in vacanza all'estero quando Obama "forzo" la CH a fornire i dati degli evasori americani. I nostri quotidiani erano gli unici (tra quelli europei) che riportavano la notizia come titolo principale (intendo per più giorni). Io l'ho visto come un segnale del fatto che la questione non riguardava una minoranza esigua (o almeno del fatto che i lettori di Corriere e Repubblica sono principalmente evasori:-)). Poco dopo, mentre il governo tedesco si lanciava contro il Liechtestein, il nostro creava un condono ridicolo per consentire agli evasori di evitare sanzioni (altro sintomo che la cosa stava molto a cuore cola dove si puote).

Certo sono deduzioni mooolto empiriche, ma finalmente dissento da Massimo (anche se solo parzialmente)

 

In un paese come l'Italia ad elevata presenza di criminalità organizzata e non, esistono canali alternativi per impiegare la liquidità, o per gestire i pagamenti. Un esempio è dato dagli usurai. Un altro esempio è dato da quei soggetti irregolari che offrono servizi bancari ad alcune comunità etniche di immigrati. Se il costo di evadere le imposte diventa più elevato quando si transita attraverso il sistema bancario, è facile che le imprese favoriscano canali finanziari shadow. Insomma un po' come è avvenuto con la spazzatura, quando a fronte di regole più stringenti per lo smaltimento sono fiorite "imprese" che altro non erano se non organizzazioni criminali che seppellivano rifiuti in giro per la penisola.

In pratica, elevando la sola probabilità di detection dell'evasione quando i flussi finanziari passano per gli intermediari ufficiali, da un lato è probabile che un po' l'evasione complessivamente diminuisca (e questo è bene), ma è anche possibile secondo me che l'economia-ombra nel suo complesso aumenti. E questo non è bene. Non saprei quanto il maggior gettito recuperato valga la candela.

Inoltre, sempre seguendo questa mia linea interpretativa, la proposta potrebbe incentivare maggior utilizzo di lavoro in nero. Quest'ultimo, qualora fosse attuata la proposta, consentirebbe un risparmio aggiuntivo all'evasore dato dalla possibilità di non far transitare flussi finanziari su c/c bancari. Ovvero: se l'impresa ha già la possibilità di nascondere parte del fatturato agli occhi del fisco (ad es. non emettendo fattura/scontrino), può usare la liquidità incassata per pagare dipendenti in nero in cash, così evitando l'accertamento induttivo che potrebbe scattare se invece il pagamento al dipendente fosse tracciabile.

Sul fatto che le proposte "vischiane" di cui sopra siano stupide concordo in pieno, ma neppure questa proposta mi convince. Può fare persino dei danni nel lungo periodo.

 

[eliminato]

 

ma molto più semplicemente obbligare ad eseguire pagamenti sopra i 100(o 200 o 500)  euro via bancomat o carta di credito?

 

p.s. non si dica che è troppo complicato visto che a ny pago gli hot dog al parco con carta di credito

 

"E i gli anziani come faranno?"

Ed ecco che questa sensata e da parte mia condivisibilissima proposta verrà seppellita da un mare di preteste e boati...

Avrei una domanda in merito a questa affermazione:  "poniamo che io dichiari € 10.000 annui e sul mio conto (identificato con il codice fiscale) passino € 20.000 di versamenti"

Se il reddito di 10,000 e' da lavoro dipendente non esiste margine per l'evasione. Se il reddito e' di un professionista o di un'azienda i conti si fanno sulla differenza tra ricavi e costi. In quest'ottica come funzionerebbe il sistema?

1. Non sono il Mago di Oz, non ho la velleità di far sparire l'evasione fiscale, io stesso conosco decine di metodi potenziali per aggirare il sistema da me proposto, il mio vuole essere un'alternativa semplice, plausibile ed efficace ai sistemi proposti in questi giorni. Il paper della Banca d'Italia dice proprio questo: più i sistemi sono complicati, coercitivi, burocratici, più si aggirano.

2. Qualcuno ha scritto che esistano circuiti bancari "non ufficiali", anche questi devono detenere un conto da qualche parte, il materasso è complicato, e più hai giro di soldi, e più è complicato. Anche la mafia ha i suoi libri mastri (ed i conti correnti).

3. Obbligo di pagamento senza contanti sopra i 100 €. Occorrono 30 milioni di poliziotti per farlo rispettare. Voglio proprio vedere la Gdf a ogni angolo di strada che come vede due che si danno la mano controllano che non si siano scambiati 101 €...

4. Situazioni personali (conosco un tipo che cammina con i pantaloni pieni di contanti: non ha barca, villa , auto, telefoni cellulari, etc.. non costituisce prova. E soprattutto non significa che non possa continuare a farla franca). La regola di nFA sono i dati, e i dati dicono che ogni anno transitano, solo di contante, nelle banche italiane, 357 mld di €.

5. Riassumo: nel mio sistema non è impossibile sfuggire (anche con gli altri proposti in questi giorni da altri), semplicemente costringerebbe chi fa il "nero" ad adottare le strategie delle organizzazioni criminali, in cui il contante è fondamentale, e il "frutto" si intesta a compiacenti prestanome (comunque difficile nel mio sistema, visto che il prestanome dovrà effettuare dei versamenti originari), vivendo sempre nel terrore che un giorno ti pizzicano e perdi tutto, oltre a non poter "ostentare" ricchezza e livello di vita. Se è questo che cerca l'evasore, contento lui.

6. Resta il fatto che l'eventuale recupero dell'evasione sarebbe un mezzo potente in mano alla banda di cialtroni che (s)governa questo paese, ma ripeto, mi sono focalizzato sulle proposte anti-evasione attualmente in giro.

Credo che la proposta abbia dei pregi, come la semplicità, fattibilita' e raziocinio. Mi sembrano già delle ottime cose rispetto a quello che si vede in giro oggi.... volendo aggiungere delle note, pongo la questione: Ma gli americani come fanno? Non potremmo prendere spunto anche dal loro famoso sistema anti-evasione?

Spero che il clima di aggressività messo in ballo in questi anni si vada lentamente spegnendo. Non fa bene a nessuno mettere in giro equazioni come "imprenditore=truffatore=evasore=riccoatuespese, e quindi da colpire senza pietà" o "dipendente pubblico=succhiastipendio fannullone=da massacrare senza pietà". Serve invece colpire effettivamente ed efficacemente là dove si deve...

 

Mi scuso per la ripetizione ma non ho visto (o se c'era non l'ho capita) risposta a questo

[Avrei una domanda in merito a questa affermazione:  "poniamo che io dichiari € 10.000 annui e sul mio conto (identificato con il codice fiscale) passino € 20.000 di versamenti"

Se il reddito di 10,000 e' da lavoro dipendente non esiste margine per l'evasione. Se il reddito e' di un professionista o di un'azienda i conti si fanno sulla differenza tra ricavi e costi. In quest'ottica come funzionerebbe il sistema?]

 

3. Non occorrono 30 milioni di poliziotti. Per meccanici, idraulici, gioiellieri, e per tutta una serie di categorie abituate a lavorare con il contante il passaggio obbligato al pagamento elettronico renderebbe alquanto complicata l'evasione. Il cliente dovrebbe essere quantomeno complice di un eventuale evasione (e a quel punto con una legge adeguata non gli converrebbe di certo), mentre per il commerciante i movimenti del suo conto/carta rappresenterebbero 1 a 1 le sue entrate. Controllare la sua dichiarazione dei redditi sarebbe un gioco da ragazzi. 

 

3. Obbligo di pagamento senza contanti sopra i 100 €. Occorrono 30 milioni di poliziotti per farlo rispettare. Voglio proprio vedere la Gdf a ogni angolo di strada che come vede due che si danno la mano controllano che non si siano scambiati 101 €...

 

Mica vero, vale la stessa logica della proposta originale: prima o poi questi soldi da qualche parte monitorata devono andare.
Supermercati, concessionari, assicurazioni, ricambisti... ci sono un sacco di situazioni in cui il pagamento deve essere collegato a una prestazione ben definita (ed al rispettivo controvalore sicuramente superiore alla soglia in alcuni casi) con tanto di registro (pubblico o interno), mettere un vincolo (anche imperfetto) all'uso dei contanti in questi casi completerebbe l'obiettivo di rendere il profitto in nero poco spendibile (non posso: depositarlo in banca, comprarci un televisore o altro bene costoso...), mentre la stessa misura senza un limite di questo tipo (anche con una soglia più alta, come 300 o 500€) impedirebbe solo il deposito diretto in banca (se compro il televisore dopo il negoziante verserà in banca, ma l'evasore ormai è salvo, cosa che non succederebbe se dovesse per forza pagare da un conto) finendo forse più per spingere a creare un sistema economico parallelo del cash che ha raggiungere gli obiettivi sperati.

Caro Marco, tu scrivi che:

 

"Qualcuno ha scritto che esistano circuiti bancari "non ufficiali", anche questi devono detenere un conto da qualche parte, il materasso è complicato, e più hai giro di soldi, e più è complicato. Anche la mafia ha i suoi libri mastri (ed i conti correnti).

[...] La regola di nFA sono i dati, e i dati dicono che ogni anno transitano, solo di contante, nelle banche italiane, 357 mld di €."

 

Le statistiche disponibili (scusa, non ho tempo per una ricerca puntuale, ti bastino i dati citati qui, qui, qui, e pure le considerazioni qui) evidenziano come in Italia l'uso del contante sia, rispetto ad altri mezzi di pagamento, estremamente più comune che in tutti gli altri paesi EU. E questo è vero già oggi. Se adottiamo la tua proposta, non è ragionevole aspettarci che il volume delle transazioni bancarie si riduca ulteriormente, dato che il costo di tali operazioni diventa più elevato per effetto dell'aumentata probabilità di detection dell'evasione?

Inoltre, sapevi che già adesso esiste un sistema informatico per il quale la GdF può interrogare il sistema bancario nazionale, ottenendo tutte le operazioni (anche, ad esempio, l'incasso di un assegno presso lo sportello di una banca di cui non si è cliente) compiute in un dato periodo presso tutte le banche operanti in Italia da un dato soggetto (persona fisica o giuridica)? La GdF cerca "Marco Esposito" in agosto 2011 ed ottiene un elenco di tutti i tuoi incassi, pagamenti, versamenti fatti passare sul bancario. La proposta di cui sopra aggiunge poco agli strumenti disponibili al fisco, forse solo una maggiore efficienza negli accertamenti automatici.

Altro punto: la tua proposta aumenta la detection per le sole transazioni tracciabili, non per tutti i conti di chiunque. I conti mastri di usurai e mafie, che non sono bilanci pubblicati ma libri custoditi da qualche parte, rimangono individuabili con la medesima probabilità che c'è oggi, anche dopo aver attuato la tua proposta, a meno che tu assuma l'assurda idea di organizzazioni criminali che tengono regolari c/c per tutti i loro fondi. Non è ragionevole aspettarsi che qualche contribuente (tanti o pochi non saprei) si accorga che il costo dell'atto di evasione si riduce se passa al "lato oscuro"? Non è ragionevole prevedere il fiorire di servizi, illeciti o para-legali, di gestione di tesoreria fatti per schermare la liquidità dalle mani dell'erario, ovvero un sistema bancario parallelo non regolamentato che in parte già esiste?

Insomma no, la tua idea continua a non convincermi, per quanto appealing per semplicità ed attuabilità.

Obbligo di pagamento senza contanti sopra i 100 €. Occorrono 30 milioni di poliziotti per farlo rispettare. Voglio proprio vedere la Gdf a ogni angolo di strada che come vede due che si danno la mano controllano che non si siano scambiati 101 €...

una soluzione ci sarebbe: abolire le banconote di taglio superiore ai dieci o venti euro. Non ho mai capito la ratio di emettere una banconota da 500 euro, e il taglio massimo che io maneggio di solito è 50 €. Per importi superiori ci sono assegni, bonifici e carte. Oppure renderlo obbligatorio solo per certi tipi di pagamenti. Per dire, se immatricoli o compri una macchina devi presentare la ricevuta del bonifico. 

Si potrebbe poi lavorare sugli incentivi. Si sarebbe potuta vincolare la cedolare secca al pagamento tracciabile degli affitti, oppure offrire un canale preferenziale per gli sfratti: ti fai pagare tracciabilmente e ti buttiamo fuori l'inquilino moroso in un mese. 

PS

ma servono, populisticamente, all'equazione imprenditore=truffatore=evasore=riccoatuespese

io a questa equazione non ci credo ciecamente, anzi: penso che l'imprenditore evasore faccia concorrenza sleale agli altri.

 

 

una soluzione ci sarebbe: abolire le banconote di taglio superiore ai dieci o venti euro. Non ho mai capito la ratio di emettere una banconota da 500 euro, e il taglio massimo che io maneggio di solito è 50 €

 

Spiegami dove è la soluzione?

Invece di passarmi 2 banconote da 100, me ne passano 10 da 20 e sempre 30 milioni di poliziotti servirebbero per controllare.

PS Confessa che sei un fabbricante di portafogli? :-)

Io sono sempre dell'idea che la cosa migliore e' una whistleblower policy, con immunita' e/o ricompensa in base al recuperato a chi aiuta/fornisce le prove. Mi risulta che per le norme antitrust europee funzioni alla grande.

L'evasione c'e' perche' tutti ci guadagnano, sia chi vende che chi compra. Siamo tutti pronti ad accettare uno sconto in cambio di una mancata procedura, o perlomeno lo e' la stragrande maggioranza degli italiani. Se si mina questa fiducia reciproca, se esiste il sospetto che chi hai davanti possa tradirti e guadagnarci sopra anche a distanza di tempo, uno ci pensa due volte prima di non fare la ricevuta ad uno sconosciuto.

A leggervi tutti uno dietro l'altro se ne deduce che in Italia non solo non è possibile sconfiggere - be' non esageriamo basterebbe arginare - l'evasione fiscale ma che tutto sommato non sarebbe nemmeno desiderabile perché da un lato la pressione fiscale si farebbe intollerabile - no, non intollerabile ma da primato mondiale - e dall'altro ci sarebbero sempre i soliti incapaci a mangiarsi ancora più quattrini.
Inoltre siccome nessuno può affermare nulla senza il conforto delle evidenze non è chiaro chi siano gli evasori se non lo zingaro con macchinone da 200.000 euro (questa è un'esagerazione voluta, qualche evasore è stato elencato e ipotizzato).
Poi vi chiedete perché le donne non vi seguono ;o)

Grazie per averci illuminato

Ritengo che lo Stato italiano abbia piu' o meno gli strumenti che proponi di usare. Poi secondo me il problema dell'evasione fiscale in Italia e' abbastanza diverso da come viene usualmente descritto nel circo mediatico.

Innanzitutto, con uno Stato barzelletta come quello italiano ed una pressione fiscale sugli onesti ai vertici mondiali, secondo le stime di Schneider ed altri, il sommerso totale italiano (inclusivo delle stime ISTAT e anche delle attivita' illegali) e' 26% del PIL nel 2002-2003, da confrontare con ~15-17% di Francia e Germania ma anche ~22% del Belgio, ~19% di Svezia e Norvegia, ~22% di Spagna.

Onestamente non capisco proprio per mezzo di quale magia si possa ritenere che uno Stato barzelletta come quello italiano possa avere evasione minore del ~26% quando Stati civili, moderni, efficienti e con popolazione estremamente civica come Svezia e Norvegia hanno il ~19%, con pressione fiscale sugli onesti inferiore a quella italiana.

In ogni caso deve essere chiaro che un obiettivo realistico puo' essere al massimo - finche' non intervengono cambiamenti significativi nella qualita' dello Stato (impossibili nel breve termine), finche' non viene drasticamente ridotta la pressione fiscale a livelli svizzeri - ridurre l'evasione fiscale dal 26% al 20-22%.

Inoltre parlando di evasione fiscale non si va proprio da nessuna parte finche' non si prendono in considerazione le differenze regionali.

In Lombardia non c'e' nulla da recuperare, anzi lo Stato italiano dovrebbe chiedere scusa ai contribuenti lombardi e restituire pronta cassa ad ogni contribuente lombardo probabilmente il 20% di quello che ha pagato in tasse finora, perche' i lombardi hanno - rispetto alle altre regioni - pagato troppe tasse ed evaso troppo poco: le stime di evasione fiscale in Lombardia sono ~13% in Lombardia rispetto a ~20-80% delle altre regioni italiane.  Lo stesso discorso di potrebbe fare per Emilia Romagna e Veneto, rispetto al resto d'Italia.

In generale in tutto il Nord Italia l'evasione fiscale e' piu' o meno quella di Francia e Germania, e meno di Belgio, Svezia e Norvegia, nonostante la pressione fiscale sia superiore a tutti questi Paesi.  Quindi complessivamente nel Nord Italia non c'e' nulla da recuperare, anzi uno Stato serio e civile ridurrebbe le aliquote in quelle regioni.

L'eccesso di evasione fiscale italiana rispetto a Francia e Germania viene interamente dalla maggiore evasione fiscale rispetto al PIL che si verifica nel centro Italia (Toscana, Marche e Umbria, in parte il Lazio), circa 35-40% del PIL privato, e alla mostruosa evasione fiscale del Sud Italia (60-80% del PIL privato).  Nel centro e nel sud lo Stato italiano dovrebbe fare di piu' e meglio, se fosse civile e se fosse capace.  Non ci si puo' illudere che tutto l'eccesso di evasione fiscale rispetto agli Stati civili transalpini possa essere recuperato, perche' la dimensione media delle imprese dell'italia peninsulare e' particolarmente piccola, e specie nel Sud c'e' un'elevata quota di lavoratori autonomi, spesso con redditi modesti.  Inoltre la struttura di tassazione italiana e' incivile per i redditi bassi, e scommetto che rende conveniente evadere piuttosto che sottostare a formalismi borbonici e lunari per essere formalmente a posto, pagando alla fine di tutto solo pochi euro.

Per concludere ripeto che se si vuole far progredire l'Italia e' abbastanza irrealistico sperare di perseguire l'evasione fiscale nel Nord Italia piu' di quando gia' ora accade. Semmai ci sono margini di miglioramento nel Centro e nel Sud, dove lo Stato fino ad oggi non si impegna in cambio di consenso elettorale, ma anche se per magia lo Stato italiano iniziasse a fare il suo dovere, non ci si puo' aspettare ragionevolmente che una modesta riduzione dell'evasione fiscale dal 26% al ~20% al massimo.

"In Lombardia non c'e' nulla da recuperare, anzi lo Stato italiano dovrebbe chiedere scusa ai contribuenti lombardi e restituire pronta cassa ad ogni contribuente lombardo probabilmente il 20% di quello che ha pagato in tasse finora, perche' i lombardi hanno - rispetto alle altre regioni - pagato troppe tasse ed evaso troppo poco: le stime di evasione fiscale in Lombardia sono ~13% in Lombardia rispetto a ~20-80% delle altre regioni italiane.  Lo stesso discorso di potrebbe fare per Emilia Romagna e Veneto, rispetto al resto d'Italia."

Se fosse vero io proporrei di trasferire il ministero dell'economia e la guardia di finanza in qualche regione del sud. Previe scuse ai lombardi e restituzione di almeno il 20% di tasse impropriamente pagate, inoltre, sposterei uomini e mezzi dal nord al sud. In questo modo, nel giro di un paio di anni, il resto d'Italia potrebbe allinearsi agli alti standard del lombardo-veneto.

Eppure secondo me qualcosa da recuperare anche al Nord c'è ancora. Poi è chiaro che anche il parcheggiatore abusivo va doverosamente perseguito.

Una sterlina d'oro pesa circa otto grammi e vale 250/300 euro. Con 200 sterline (peso un chilo e sei) puoi comprare un SUV.

Nonstante questo l'idea mi piace soprattutto perchè sarebbe relativamente semplice e poco costosa da applicare, e pertanto se non dovesse funzionare si potrebbe sempre accantonare.

PS sono abbasta vecchio per ricordarmi della "tassa sulle carte di credito"; un vero autogol!

Bel post, intelligente e pratico allo stesso tempo. La proposta è elegante e probabilmente efficace. La questione del rumore di fondo è sensata.

Varrebbe la pena sostenerla "ufficialmente" con un piccolo studio statistico, una sorta di simulazione.

Siccome non mi occupo di economia, che l'abbia capita pure io è buon segno.

Complimenti Esposito, ti leggo sempre con gran piacere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Provate a vedere il rapporto fisco cittadino come un normale rapporto venditore cliente.

Cosa vende il fisco? Dipende dove.

Nei paesi dove l'evasione è bassa vende la sicurezza di non vedere limitatata la libertà personale, in Italia vende la possibilità di evitare lunghe grane legali che alla fine si risolvono comunque a mio favore. Se per gestire queste grane devo solo pagare avvocati e fiscalisti che mi costano tanto ma un decimo di ciò che evado io evado perchè le grane le giro ai professionisti che pago. Se evadendo corro invece il rischio di saltare tre inverni a Sainkt Moritz o Cortina e tre estati in Costa Smeralda o a Capri, non esistendo ancora il professionista che puo sostituirmi al gabbio, allora con molta probabilità pago.

Il problema non è scoprire chi evade ma fare in modo che l'evasione gli costi cara. 

Il resto sono cazzate!

Se apro una sede alle Cayman perchè lo faccio e perchè è permesso?

non esistendo ancora il professionista che puo sostituirmi al gabbio

La frase corretta è "non esistendo più", non lontano da casa mia fino a pochi decenni fa (diciamo 3) esisteva la figura del "tizio che si va a costituire come pescatore di frodo" e mentre era in galera la sua famiglia veniva mantenuta, meglio di come avrebbe potuto fare lui (cioè mangiava) dagli altri.

Vista la crisi che c'è non mi meraviglierei se questa "professione" sispuntasse...

Mi sono appena letto articolo e commenti tutto d'un fiato, e ho avuto l'impressione che si sia manifestata la proposta "Poniamo un tetto legale alle spese in contanti" come alternativa al sistema di Marco Esposito.

A costo di essere banale fin dal primo commento :-) ma a me sembrerebbe che il tetto legale, unito al principio "prima o poi i liquidi passano per un tracciamento" sia un complemento imprescindibile.

Applicare gradualmente un pacchetto che prevede:

- progressivo obbligo di uso di sistemi tracciabili, anche per spese quotidiane
- conseguente ovvia uscita dal corso legale delle banconote di grosso e medio taglio
- sistema di incrocio dati basato sulle transizioni registrate

mi sembra di applicazione più difficile culturalmente che nell'aspetto pratico.

Ammetto anche io di essere un fan dei pagamenti elettronici (strenuo propositore del chip sottopelle, altro che bancomat...), ma una volta che lo si impone come standard de facto la stragrande maggioranza di onesti non ne sarebbe penalizzata, e anzi si sveltirebbero molte operazioni quotidiane.

C'è chi fa notare che il sistema no-cash italiano si scontrerebbe il resto dei Paesi €, che arriverebbero qui con dei bei bigliettoni che per loro hanno un valore. Di soluzioni ce ne sono, ma va fatta una premessa: ogni bravo Paese europeo ha le sue piccole o grandi leggi particolari, a cui i locali sono abituati e che per i forestieri sono spesso motivo di casino/incomprensione/fastidio. Chiunque viaggi se ne rende conto, prima o poi una cappella in buona fede la si fa.
Questo si affronta dal lato del cittadino con la buona volontà di informarsi il più possibile prima di avventurarsi in territori misteriosi (come ad esempio l'Olanda*), e da parte degli Stati rendendosi conto di quali leggi, statisticamente, risultino più oscure al foresto medio, e intervenendo per pubblicizzare i comportamenti richiesti nonché agevolando l'adeguamento rapido ed indolore sul posto (es.: procurarsi una vignetta autostradale austriaca non richiede salti mortali, così come dotare il proprio veicolo -if eligible- di una Umweltplakette tedesca).

Quindi, così come nel nuovo sistema ai cittadini italiani sarebbero forniti modi semplici per dotarsi di conto elettronico (accesso banalizzato presso tutti gli sportelli, accettazione universale delle carte, riduzione delle commissioni sulle transazioni) usando gli stessi canali si potrebbe fornire la stessa semplicità a chi arriva dall'estero con le mazzette da 500: prima cosa che fa è recarsi in un qualsiasi sportello, dove sarà dotato di conto online intestato alla persona fisica e carta bancomat emessa sul posto; oltre a questo, armonizzazione rispetto ai circuiti internazionali in modo che tutti accettino tutto, cosa che in ogni caso male non farebbe.

Ora, è chiaro che stiamo descrivendo dei mondi di fantasia, ma a me -e anche a molti di voi- piace farlo con realismo, e io lo trovo un esercizio positivo.
Il modello descritto mi sembra affrontabile senza gravi tragedie... se non per chi ha intenzione di compiere attività illecite. Non sarebbe fermato, ma gli daremmo dei bei fastidi senza spendere troppo.

 

*aneddoto sull'incomprensione culturale: in Olanda è proibito pernottare al di fuori di una struttura ricettiva (albergo o campeggio), suppongo non tanto per questioni di controllo à-la-DDR ma per la riscossione della tassa di soggiorno.
La prima sera varchiamo il confine attorno alla mezzanotte e arriviamo un'ora più tardi di fronte al campeggio, giustamente chiuso. Parcheggiamo -legalmente- di fronte e dormiamo -illegalmente- nel camper. Alle 7 di mattina energica bussata del proprietario del campeggio, con cui comincia un dialogo surreale:
"You are not allowed to camp outside the camping"
"We know, but the camping was closed"
"You should have arrived earlier"
"Well, it was not possible"
"You should arrive when the camping is open"
"Still, it was not possible"
"You should arrive when the camping is open"

(e lì penso: che dovevo fare, restare in circolazione fino alle 9 del mattino, sperando di beccare quanti più semafori rossi possibile? Rimuovere il frigorifero e montare il flusso canalizzatore per arrivare con -3 ore sull'orario reale? Il camper a 88 mph non ci arriva!)
"We'd like to use the camping for the next nights"
*sorrisone* "Everything's fine!"

(e lì mi sono sentito Troisi nella scena del fiorino, con tanto di "Mavafancul!" conclusivo)

Morale: apri il portafogli e le incomprensioni culturali si placheranno... :-D

 

Ora, è chiaro che stiamo descrivendo dei mondi di fantasia

Non si offenda nessuno, ma con questa frase (oltre alle tue) descrivi molte proposte dei commenti.

Marco Esposito ha proposto un sistema, con cui si può esser d'accordo o meno, ma è un sistema realmente applicabile.

Molti commenti sembrano ipersoluzioni che non si rendono conto della situazione di partenza:

siamo un paese dove la GDF non riesce fare semplici controlli patrimoniali, dove i tribunali sono intasati, dove (in alcune zone) l'evasione è al 60% e in comune devi mettere banconote nelle pratiche e stiamo discutendo di eliminare il contante, controlli a tappeto ecc ecc tanto vale proporre che gli evasori vengano attaccati dai trasformer ( o messi in galera "sopra i 3 milioni" :-))

E' come avere la 500 bloccata, perchè le gomme son bucate, e cercare di risolvere il problema montando un motore della Ferrari.

PS

Divertentissimo l'aneddotto olandese

 

Dato che si parla di riscuotere tutto l'evaso possibile, una domanda solo leggermente off-topic:

ma se a partire dall'anno prossimo magicamente si riuscisse a intercettare tutto il denaro evaso e riscuoterlo, quali sarebbero gli effetti sulle previsioni di crescita dell'italia?


a margine: se ho i dati giusti, mi pare che l'evaso sia dell'ordine del 30% dell'ammontare di tutte le tasse riscosse annualmente in italia. La pressione fiscale è al 44.5%, quindi da quello che ho capito senza evasione arriverebbe a qualcosa come il 57.85% del PIL, ma non sto tenendo conto dell'economia in nero. sbaglio i conti?
non rallenterebbe enormemente la crescita?

ho letto un post che avevo mancato, quindi ritiro la domanda a margine e me ne scuso (comunque la cifra l'avevo trovata facendo: pressione_senza_evasione = pressione_con_evasione * 1.3 ).

ma questo non tiene in conto il nero, che nel PIL non si vede. non ho capito come la CGIA lo stima, nell'articolo riportato in discussione sopra, dato che in teoria aggiungendo il nero la pressione dovrebbe scendere, nè capisco se lo tiene in conto quando considera il PIL. esistono stime decenti del "PIL nero"?

(l'articolo di cui parlo è
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Fisco-Cgia-pressione-pesa-9-punti-in-piu-la-reale-e-al-52_607580530.html )

 

a margine: se ho i dati giusti, mi pare che l'evaso sia dell'ordine del 30% dell'ammontare di tutte le tasse riscosse annualmente in italia. La pressione fiscale è al 44.5%, quindi da quello che ho capito senza evasione arriverebbe a qualcosa come il 57.85% del PIL, ma non sto tenendo conto dell'economia in nero. sbaglio i conti?
non rallenterebbe enormemente la crescita?

 

Immagino dipenda da cosa si fa con quei soldi, chiaramente la possibilità di spesa e investimento degli evasori "beccati" crollerebbe repentinamente e sarebbe necessario trovare subito un modo per sostituirla, immagino che la cosa migliore sarebbe una redistribuzione di quei fondi a chi le tasse le ha pagate. Nel caso delle aziende la cosa potrebbe essere particolarmente positiva, visto che se due aziende sono entrambe vive sullo stesso mercato, ma una paga tutto il dovuto e l'altra no, allora la prima è strutturalmente più forte (e la seconda è attiva solo perché evade), un trasferimento di fondi verso gli "onesti" in questo caso dovrebbe avere effetti positivi proprio per la crescita (esempio: l'impresa sleale fallisce e la sua fetta di mercato viene conquistata dalla concorrente "onesta" che ha appunto i fondi per crescere, questa a parità di fisco è più competitiva della rivale e ha più possibilità di crescere in futuro).

Scusate, ma dop aver letto l'articolo e una buona parte dei commenti e dopo una lunga riflessione mi è sorta una domanda.

Ma come è possibile combattere l'evasione fiscale se la legge mi permette di falsificare i bilanci impunemente? A naso direi che sarebbe come perseguire la ricettazione senza punire il furto, o no?

1. Sono stupito che in un sito di liberisti si parli dell'obbligo, per tutti, dell'uso della carta di credito/bancomat/assegni e dell'abolizione del contante. La mia preferenza individuale va alla mozzarella di bufala, pago tutto in mozzarelle, perchè lo Stato mi deve obbligare a fare una cosa ? E se mi rubano i codici/clonano carta lo Stato mi restituisce i soldi, visto che fino a ieri usavo il contante e nessuno mi truffava ?

2. Il mio post sembrava chiaro: la tracciabilità è una fesseria: che te ne fai di miliardi di dati ? E se pago con assegno (anche se con indicazione del c.f. del beneficiario) che "traccia" hai ? Oppure mettiamo i famosi 30 milioni di poliziotti a controllare le strette di mano e a guardarsi uno ad uno tutti gli assegni, trascrivere i c.f. in un data-base per poi incrociare i dati ?

3. Più di uno ha fatto notare che siamo in Europa, e l'euro NON è la nostra moneta: obbligare i tedeschi che vengono in Italia a usare bancomat/carte di credito per i pagamenti mi sembra l'occasione buona per farci mandare a calci nel sedere fuori dall'euro.

4. Nelle piccole aziende è normale fare acquisti fino a 150-200 € dando il contante al dipendente in attesa della fattura e del resto: obblighiamo a dare una carta di credito a tutti i dipendenti ? Assumiamo una persona per fare gli acquisti e un'altra per i controlli sulla carta di credito aziendale ?

Il fatto che molti di noi (me compreso) usino la carta di credito anche per i piccoli acquisti (il max contante che porto con me è € 50,00, alle volte anche niente) non significa che dobbiamo imporre i nostri gusti personali agli altri, a me sembra che la discussione sulla tracciabilità sia finita in una discussione sui gusti personali, nessuno (io li ho messi) ha visto i dati sui movimenti bancari: le carte di credito sono una frazione piccola, i contanti sono il 35 % circa, ma gli assegni sono altrettanto: e come li controlli ? Adesso faccio un esempio reale, assolutamente reale: dentista che fa un lavoro per € 6.000 a un cliente (nessuno porta € 6.000 in contanti, vedete troppi film), e dice: con la fattura sono 6.000 + i.v.a., senza facciamo 5.000. Pago con assegno e domando: come lo intesto ? Risposta: lo intesti a Rosa XXXXX, è mia madre, poi lo verso sul suo conto. Che ve ne fate della traccia di un assegno di € 5.000 da Marco Esposito a Rosa XXXXX ? E se ne faccio 5 da 1.000 € ? e 2 alla madre, 2 alla sorella, 1 al cognato ? Nel mio sistema questi versamenti risultano e diventano subito incongrui (scatta la lettera di richiesta chiarimenti) nella tracciabilità avete una traccia che porta al nulla. Aboliamo anche gli assegni ? Chiediamo alle carte di credito (che non hanno alcun obbligo in tal senso) di dare a tutti almeno € 10.000 di credito ?

Quello che mi stupisce è che nessuno ha commentato : buono il sistema, ma come facciamo con l'elusione fiscale ?

P.s.: Vado dal dentista solo per la pulizia dei denti, non sono io quello dei 5.000 €, anche perchè andrei in Olanda o in Ungheria a farmi curare, al 20% del costo di un dentista italiano.

Quello che mi stupisce è che nessuno ha commentato : buono il sistema, ma come facciamo con l'elusione fiscale ?

Chi ha commentato : "buono il sistema" ? :-)

Scherzi a parte: come facciamo con l'elusione? Pensavo il tuo sistema non se ne occupasse e basta, essendo cosa diversa dall'evasione. 

1. se serve ad eliminare l'evasione fiscale perchè no? E poi si parla di medie/grosse cifre. Non si parla di abolire totalmente il contante.

2. la tracciabilità non è una fesseria. non diciamo sciocchezze, lavoro in (una grossa) banca e ti assicuro che ci sono interi gruppi di lavoro che lavorano sull'antireciclaggio e segnalano continuamente. certo che se poi non ci sono leggi che ti permettano di recuperare eventualmente l'evaso è tutto inutile

3. perchè il tedesco medio non ha una carta di credito? viene qui a comprare gioielli con valigie piene di euro perchè gli fanno il nero?

4. lo dici già tu. fino a 150 o 200 euro non è un problema.

la questione di fondo è avere per il venditore o il fornitore di servizi che evade un unico punto in cui ad andare a controllare le sue entrate e matchare con la sua dichiarazione dei redditi. non occorrono 30 milioni di poliziotti per fare ciò. se poi si accompagna la cosa con una legge che punisce l'acquirente con una mutla pari all'importo pagato in nero voglio vedere chi si accolla tale rischio per avere lo sconticino.

Per l'elusione (ma anche per l'evasione): semplificazione e responsabilità civile e penale dei commercialisti.

Se sono obbligato ad avvalermi di un professionista autorizzato per la dichiarazione dei redditi, allora questo professionista condividerà con me anche le responsabilità per false dichiarazioni. Se non vuole farsi complice, mi esorterà, vigilando perchè lo faccia, ad una condotta legale oppure rinuncerà al cliente per evitare di farsene complice.

Se, semplificando la legislazione, lo Stato mi permettesse di presentare autonomamente una dichiarazione dei redditi, allora le conseguenze di errori e/o reati sarebbero solo mie. E come effetto collaterale gli onorari dei commercialisti diminuirebbero immediatamente per diminuzione della domanda!

Premesso che sono anch'io contrario a tutte le proposte precedenti di rendere obbligatori pagamenti elettronici o comunque tracciabili (per una serie di ragioni che in parte coincidono con quelle espresse da Marco Esposito, e per altre ancora), mi pare che qui si faccia un po' di confusione, dovuta forse ad un eccessiva semplificazione di come funzionano gli accertamenti nella realtà. Prendo lo spunto dall'esempio scritto sopra:

 

"Adesso faccio un esempio reale, assolutamente reale: dentista che fa un lavoro per € 6.000 a un cliente (nessuno porta € 6.000 in contanti, vedete troppi film), e dice: con la fattura sono 6.000 + i.v.a., senza facciamo 5.000. Pago con assegno e domando: come lo intesto ? Risposta: lo intesti a Rosa XXXXX, è mia madre, poi lo verso sul suo conto. Che ve ne fate della traccia di un assegno di € 5.000 da Marco Esposito a Rosa XXXXX ? E se ne faccio 5 da 1.000 € ? e 2 alla madre, 2 alla sorella, 1 al cognato ? Nel mio sistema questi versamenti risultano e diventano subito incongrui (scatta la lettera di richiesta chiarimenti) nella tracciabilità avete una traccia che porta al nulla.

 

A mio modo di vedere, il punto è che solo grazie alla tracciabilità dell'assegno (pagamento da X ad Y per una cifra Z), è possibile verificare se e come il soggetto, che assumo essere una P.IVA (professionista o azienda, è uguale) visto che di questo si parla in questo thread, ha documentato tali pagamenti.

Se Tizio (soggetto p.iva) emette un assegno non trasferibile a favore della mamma del dentista Sig.ra Rosa XXXXX, deve giustificarlo in contabilità registrando una fattura passiva, o un altro titolo. Senza l'assegno (o la carta di credito, o il pagobancomat), Tizio può prelevare i contanti dal c/c aziendale e usarli dal dentista, per poi dichiarare all'occorrenza che sono andati perduti, rubati, o che sono stati destinati a varie spese aziendali di piccolissima entità. La tracciabilità implica la possibilità per le autorità competenti, in fase di accertamento, di verificare la natura delle operazioni contabilizzate.

Inoltre, spese non tracciabili significano fatturato più facilmente occultabile. Infatti, nascondendo parte dei costi all'erario si riduce il fatturato che l'Agenzia Entrate calcola, attraverso stime parametriche (inclusi gli studi di settore) per verificare la congruità di quanto dichiarato. Dato il vero fatturato, diciamo 100, ed i veri costi, diciamo 50, una p.iva può decidere di dichiarare solo il 50% delle vendite (come farà il dentista dell'esempio di prima) ottenendo un debito di imposta pari a zero. Ma per evitare controlli analitici, può preferire di dichiarare anche minori costi, per es. fatturato 20 e costi 18, in modo da ottenere un apparente ritorno sulle vendite del 10%. Così paga un'imposta di importo risibile e allo stesso tempo minimizza la probabilità di farsi accertare. Questo tipo di evasione diventa difficile se tutti i pagamenti sono tracciabili.

Nel "sistema ME", solo fintanto che tutto è tracciabile (cioè, tutti i pagamenti della p.iva passano per assegni, bonifici, carte di pagamento), scatta automaticamente la segnalazione di incongruità. Proprio questa è la ragione per cui, nei miei commenti precedenti, spiegavo perché a mio avviso, dato che non è vero che in Italia la maggior parte dei pagamenti passa per strumenti tracciabili (guardate ai dati complessivi, non solo a quelli registrati sul sistema bancario!), è facile che il sistema ME porti a preferire maggiormente strumenti di pagamento non tracciabili. Nell'esempio di prima: Tizio ritira i soldi in contanti dal c/c aziendale, o predispone un fondo in contanti dagli incassi precedentemente non fatturati e incassati in modo non tracciabile, e paga la Sig.ra Rosa in cash.

Lo dico con tutta la stima (alta, i suoi commenti li leggo sempre con vivo interesse) per Marco Esposito, ma davvero non vedo grandi esiti per la sua proposta. Si dovrebbe imporre maggiore tracciabilità nei pagamenti, ma entrambi non la vogliamo. Nello scenario più ottimista, può incrementare in un primo tempo le segnalazioni automatiche. Ma, con l'eccezione delle imprese più grandi, che comunque credo evadano le imposte con altri mezzi (triangolazioni su estero, ecc.), le piccole imprese e i lavoratori autonomi che vogliono evadere ben presto capiranno che gli conviene passare al contante, o ad altri strumenti non tracciabili (la butto là: sistemi di pagamento P2P stile Bitcoin?).

Alla fine della fiera, per ridurre davvero l'evasione i rimedi sono sempre i soliti: abbassare le aliquote marginali; semplificare il sistema impositivo; rendere le sanzioni rilevanti e certe. Negli USA, la letteratura stima che la probabilità di essere beccati ad evadere sia inferiore all'1% (secondo alcuni attorno allo 0.5%), quindi bassissima. Eppure da loro il sommerso, secondo le solite stime di Schneider, è un terzo che da noi. Perché non limitarci ad imitare le best practices?

Mi pare un discorso troppo teorico, tu sai che il controllo dei pagamenti con le carte non è possibile, visti i miliardi di dati a disposizione, ma la percezione tra i commercianti e gli altri autonomi è diversa. Capita spesso che nello stesso luogo facciano lo scontrino quando si paga con carte e non lo facciano quando si paga in contanti. Diciamo che la sola possibilità di tracciare il pagamento incentiva l'emissione di scontrino/fattura.  

1. Sono stupito che in un sito di liberisti

Io personalmente non mi definirei un liberista, ed immagino non lo siano tanti tra i frequentatori e commentatori.

Io mi definisco usualmente un liberale, ma spesso preciso che a secondo degli scenari e dello stato corrente, non vedo male soluzioni liberiste o socialdemocratiche o, raramente, addirittura socialiste. Per chiarire, in posti come Haiti qualche anno di socialismo probabilmente non farebbe male, continuare però su quella strada come hanno fatto per decenni a Cuba è da idioti, come è da stupidi non rendersi conto che la Repubblica Italiana ha bisogno di riforme liberali e liberiste.

Sono stupito che in un sito di liberisti si parli dell'obbligo, per tutti, dell'uso della carta di credito/bancomat/assegni e dell'abolizione del contante.

perchè?

mi spego meglio, c'è una differenza concettuale tra il costringere qualcuno ad accettare moneta cartacea senza valore intrinseco e costringerlo a usare la carta di credito?

il chè risponde anche al

 perchè lo Stato mi deve obbligare a fare una cosa ? E se mi rubano i codici/clonano carta lo Stato mi restituisce i soldi, visto che fino a ieri usavo il contante e nessuno mi truffava 

e se ti rifilano banconote false? non è la stessa cosa?

 

Mi rendo conto però del problema di obbligare i cittadini ad avere un conto corrente, un pò il problema della riforma sanitaria di Obama, se si possa imporre o meno di avere una assicurazione. Con però la differenza che una carta tipo le ultime ricaricabili con IBAN potrebbe essere gratuita e non comportare "prestazioni patrimoniali", a differenza di una assicurazione.

Oltretutto, cosa ci sarebbe da obiettare all'obbligo di avere il POS per le attività commerciali, è differente dall'obbligo di avere il registratore di cassa o il blocchetto delle fatture, o di fare visite di controllo se guidi automezzi o maneggi generi alimentari?

Si potrebbe argomentare pure che se l'uso del contante facilita la commissione di reati (non solo l'evasione fiscale ma anche le rapine) la mia preferenza personale per il contante costa agli altri.

PS:

Nelle piccole aziende è normale fare acquisti fino a 150-200 € dando il contante al dipendente in attesa della fattura e del resto

#1: una carta ricaricabile anche via PC o telefonino incardinata sul conto della ditta è troppo complicata? Io l'adopero per la paghetta di mio figlio... 

#2: beato te... , potessi farlo io, a noi parassiti dela PA ci toccherebbe chiedere un CIG pure per le piccole spese.

Tipo, mi sono entrati due gatti del magazzino della biblioteca da una finestrella di ventilazione (posizionata in modo che dall'interno non la riesci a chiudere), e poi non sono più potuti uscire finché non sono tornato dalle ferie, lasciandosi dietro una simpatica scia di residui organici.

Adesso dovrei mettere una rete su quelle finestrelle, roba di dieci-venti euro. Che ci metterò di tasca mia perchè tutto l'ambaradam per farmi ridare max venti euro non vale la pena e far fare il lavoro da una ditta, per poi fargli un mandato di venti euro (che poi diventerebbero cinquanta) e la banca se ne prende cinque di commissione...

 


Acquisto di immobili

Quando è chiesta alla conservatoria la registrazione si renda obbligatorio allegare estratto del rogito con cifra pagata (p) ed eventuale mutuo (m). Oltre ai dati usuali la conservatoria deve digitare questi dati addizionali. Questi dati vanno in automatico con il cf al cervellone della A.E.: se (p-m)> k(somma redditi ultimi tre anni) fa uscire un alert automatico. (k da determinare magari funzione del reddito)  

Acquisto auto

Stessa cosa sostituendo conservatoria a P.R.A. e mutuo con finanziamento.

Si noti come questi procedimenti mettano anche subito in evidenza eventuali prestanomi. (di solito persone senza reddito). In questo caso si potrebbe prevedere l'automatica confisca del bene.

ribadisco poi l'obbligo di presentare ad ogni controllo stradale o portuale il c.f. del proprietario (facciamolo scrivere sulla carta di circolazione): gli agenti possono inoltrare in tempo reale c.f. e tipo di autovettura alla A.d.E. che si comporterà come sopra.

Ho sentito proprio stamattina che qualcuno paragonando il numero di auto di lusso immatricolate e la % degli acqurenti con reddito congruo per l'acquisto ben 150000 non lo sarebbero stati.

Se 150000 dichiarano 100k€ in meno questo costituisce un imponibile non dichiarato di 15 miliardi e una evasione di 6. 

Naturalmente tutti i casi sarebbero spiegati e non darebbero seguito ad accertamento se SB dichiarasse di evere effettuato nei confronti dei sospettati evasori (come per i Tarantini) una erogazione liberale o se il soggetto stesso dichiarasse di avere effettualo l'acquisto "a sua insaputa" o nel caso di immobili, solo per dormirci.

In ogni modo: Viva l'Italia! mi aveva risposto un deputato di primo piano al quale avevo scritto facendogli presente di avere citato un numero errato per un ordine di grandezza.

 

io continuo a pensare che o si elimina totalmente il valore della moneta cartacea e metallica e si mantiene solo la moneta elettronica,obbligando al pagamento solo con carta,anche di 10 centesimi,oppure la possibilità di evadere rimane...

 

io continuo a pensare che o si elimina totalmente il valore della moneta cartacea e metallica e si mantiene solo la moneta elettronica,obbligando al pagamento solo con carta,anche di 10 centesimi,oppure la possibilità di evadere rimane...

 

Premesso che la carta ed il metallo che prevedi di eliminare totalmente si chiama Euro e gira in tanti paesi (anche fuori dall'area che lo adotta) in miliardi di pezzi, se sparisse l'euro chi si dedica al sommerso potrebbe usare altri sistemi. Ricordate quando c'erano i mini assegni, si usavano gettoni telefonici, caramelle, francobolli? Nulla ci vieta di girare con dollari o franchi in tasca ed usarli con chi li accetta. 

 

http://www.corriere.it/economia/11_settembre_05/fisco-reddito-milione_219dcb4e-d77c-11e0-af53-ed2d7e3d9e5d.shtml

 

Nel nostro Paese i contribuenti sopra i 500 mila euro sono 4.437 su 41,5 milioni, ovvero lo 0,01%.

Per me parlare in questi termini significa non affrontare i nodi della questione e buttarsi sul populismo. Ma è poi vero che quei 4437 sono dovrebbero scioccarci? Quanti dichiarano più di 500 mila euro in Germania, Francia e UK? Non è che magari una volta aggiustato per la distribuzione del reddito otteniamo cifre simili rispetto agli altri?

 

Lo dico perchè mi aspetto che l'evasione sia presente non sui grandi redditi da 500 mila o sopra il milione di euro (li mi aspetto un Italia in linea con il resto d'Europa), piuttosto sulla PMI e redditi medi.

Mi piacerebbe trovare qualcosa per gli altri paese ma non trovo nulla...

 

Ammetto che le mie considerazioni sono tagliate con l'accetta ma:

dai 500K in su ci sono tali e tanti sistemi "legali" per non pagare tasse (almeno in Italia) che sbattersi a farlo illegalmente non so quanto convenga per quanto (vedi Valentino Rossi) indubbiamente tentar non nuoce.

Per il resto dei contribuenti credo che sulla percentuale di evasione influisca molto la "tipologia" di imposizione a cui si è sottoposti per cui sarebbe interessante fare un paragone fra i vari sistemi europei non tanto sulle percentuali "assolute" ma su quali voci formano le varie imposte.

Per fare un esempio concreto cito una testimonianza sentita ieri durante "Prima pagina" (Radio3 rai)

un legatore artigiano (laboratorio 12 mq) che per il fisco italiano è equiparato a una tipografia industriale cui viene calcolata un'imposta assolutamente non coperta dalle entrate.

Cosa succederebbe in altri paesi in un caso del genere?

Chiedo perdono...ma mi sfugge qualcosa...si dice che: "L'approccio alla lotta all'evasione fiscale sarebbe di tipo contabile/aziendale: abbiamo il prospetto "economico" e quello "finanziario", nella mia ipotesi il prospetto "economico" è la dichiarazione i.v.a./Modello Unico, il prospetto finanziario lo forniscono direttamente le banche: poniamo che io dichiari € 10.000 annui e sul mio conto (identificato con il codice fiscale) passino € 20.000 di versamenti (come li spendo non interessa), la GdF mi chiama e dice: "scusi Sig. Esposito, mi spiega come ha fatto a "incassare" € 20.000, dichiarandone solo 10.000 ?" Ora...al Sig. Esposito forse sfugge la differenza di concetto tra ricavo e reddito. Dal suo prospetto "economico" trae il dato reddituale e lo confornta con il dato tratto dal suo cosidetto prospetto "finanziario". Essendo quest'ultimo dato il totale dei versamenti nei conti bancari (non considerando per un attimo le problematiche connesse all'IVA) questo totale e' nient'altro che il totale dei ricavi annui del soggetto. Bene e' quasi impossibile che i ricavi coincidano con il reddito annuo a meno che un soggetto non abbia nemmeno un 1euro di costi ed e' quindi gioco facile controbattere alla GdF... La differenza sono X di costi ovviamente tutti belli documentati... Per questo motivo tutti gli strumenti di accertamento sintetico (redditometri, studi di settore, parametri, spesometri, minimum tax, Visentini ter etc...) hanno come basi di calcolo i costi. I costi sono certi e documentati, i ricavi veri sono difficili da calcolare....si possono presumere in via indiretta tramite i costi. Il ragionamento del Sig. Esposito regge solo se il soggetto evasore versa in banca il nero... Oddio qualche sprovveduto ci potra' anche essere....ma la maggioranza e piu' degli evasori piccoli o grandi aggira il passaggio bancario...e nei commenti precedenti altri hanno gia' spiegato come e perche'.... Quindi la tracciabilita' bancaria di un pagamento sia del governo Prodi che dell'attuale si dimostra in linea teorica un metodo piu' efficace. In pratica rischia se pensato male di essere solo maggior burocrazia e nulla piu'... Personalmente sono per un sistema forfetizzato di tassazione accompagnato da un redditometro piu' raffinato di quello in vigore.....ma questo sarebbe argomento di altro post... Cordialita'

 

 

Bene e' quasi impossibile che i ricavi coincidano con il reddito annuo

 

Mai detto questo, i ricavi annui dovrebbero coincidere con i movimenti "dare" bancari. Per i professionisti soprattutto. Gli strumenti di calcolo basati sui costi sono, appunto, uno "strumento", a cui è semplice controbattere, soprattutto in periodi recessivi.

 

Il ragionamento del Sig. Esposito regge solo se il soggetto evasore versa in banca il nero

 

Il mio presupposto, dato anche l'ammontare dei movimenti bancari, che ho linkato, è che questo avvenga già. Solo nei film girano le valigette di banconote.

ci mancava di sentire pure questa

http://denaro.it/blog/2011/09/08/congresso-nazionale-focus-sulla-manovra/

guarda caso la propone il presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri

"tutti i professionisti, che pur sono molto poco evasori nel contesto generale, potrebbero avere tutte le parcelle professionali pagate presso gli ordini professionali e poi, a loro volta, gli ordini potrebbero (sic!) pagare i professionisti"

Secondo me la chiave del ragionamento sono le tariffe minime: " “Al riguardo – spiega Rolando – basterebbe fissare tariffe minime e far sì che la loro riscossione avvenga tramite gli ordini professionali”

avevo letto che questo è il sistema usato per i medici (o solo per gli specialisti?) in Germania.

Non è poi così demenziale: di fatto si crea un analogo al sostituto d'imposta dei lavoratori dipendenti (non è detto che debba essere l'ordine professionale, potrebbe essere anche la banca, la posta, una cooperativa di servizi tra professionisti,  l'agenzia delle entrate stessa).

Insomma, il professionista mi dà un modulo tipo MAB o F24 che posso pagare ovunque (anche brevi manu dal professionista se ha un POS e magari con un sistema che mi addebita in automatico interessi di mora se pago in ritardo), a fine mese il professionista riceve gli importi netti e il fisco l'IRPEF; alle scadenze il professionista riceve un analogo del CUD per i redditi da professione. La ricevuta di pagamento vale per la deduzione delle spese per il cliente... 

a proposito di pagamenti elettronici: si possono fare da privato a privato con il telefonino,

http://www.ilpost.it/2011/08/31/mappa-pagamenti-square/

e

http://www.ilpost.it/2010/09/30/square-o-la-fine-dei-contanti/

 

 

Il PD propone l’ elenco clienti e fornitori?

Veramente esiste già. Solo che si parte da una certa cifra in modo da tener fuori la lotta a quella che hai chiamato “evasione da necessità”.

Fine delle frodi carosello.

Non so se ho capito bene la tua proposta, qualche dubbio al volo:

1. criteri di cassa e di competenza divergono (quando i pagamenti poi sono a due-tre mesi se non peggio, divergono pesantemente).

2. se la banca mi concede un mutuo da duecentomila euro e me lo accredita la cosa non è riscontrabile dall’ Unico (ovvero da cio’ che hai chiamato conto economico). Lo stesso vale per tutte le forme di finanziamento (soci, obligazioni…).

3. Ammettiamo che venda un cespite: incasserò molto (sul conto corrente) ma nel conto economico potrei avere addirittura una minusvalenza. In realtà tutte le operazioni che coinvolgono i cespiti dell' impresa mi sembrano problematiche.

Mi fermo qui ma a occhio e croce la “pulizia” necessaria per un confronto significativo sia oltremodo gravosa.

 

Bel commento, davvero! Sono le falle che vedevo anche io, dopo 200 e passa commenti sei il primo che se ne accorge, penso che sia dovuto al fatto che sono tutti innamorati della tracciabilità, anche se non serve a niente (attendo ancora risposte da un bancario sopra..).

Punto 1). Il problema c'è solo se incassi anticipi, altrimenti con i pagamenti posticipati hai meno incassi del fatturato e sei congruo,e sei automaticamente scartato (c'è una possibilità insita di aggiramento, vediamo se la scopri...)

Punto 2). Il sistema ti censisce come "incongruo" e devi solo mandare una mail/fax/lettera/piccione viaggiatore quando l'Agenzia delle Entrate ti chiede conto dell'incongruenza (in automatico nel mio sistema).

Punto 3). Le società non fanno parte del mio sistema in senso stretto, essendoci la possibilità di elusione che è molto meglio dell'evasione, anche perchè è perfettamente legale. Ovviamente le piccole attività darebbero immediatamente la segnalazione di incongruenza, per cui si tornerebbe al punto 2. Le multinazionali evadono/eludono alla grande, ma hanno sistemi sofisticati di aggiramento delle imposte, nè la tracciabilità, nè le incongruenze servono contro le multinazionali, occorrerebbero altri strumenti più sofisticati.

Questo provvedimento potrebbe considerarsi simile/equipollente a quanto descritto nel post?

 

puo anche darsi che l'autore si sia ispirato al post.

Nulla è impossibile!

Ho appena subito (eufemismo) un accertamento patrimoniale da parte della GdF (in verità è del Gennaio 2010, ne sono venuto a conoscenza 20 minuti fa), tramite la banca dati SISTER, l'accertamento è stato infruttuoso (nel senso che i miei saldi sono congrui con il dichiarato), ovviamente nel SISTER c'erano anche quote di fondi, carte di credito, un pò di tutto. Quindi il sistema, se interrogato, funziona, perchè evitare di far perdere tempo alla GdF con una infruttuosa ricerca su Marco Esposito, quando un sw poteva controllare in automatico ?

E con questa, alla faccia di chi dice che i controlli al Sud non sono effettuati, siamo a 4. Verifiche fiscali in 10 anni. Esito per lo Stato = 0. Cui prodest ?

Beh, un esito nullo non vuol dire esito inutile: se il contribuente è conscio del fatto di essere monitorato (qualunque sia il sistema) e quindi passibile di controllo analitico tale da rilevare anomalie e quindi produrre un provvedimento avverso (amministrativo, civile, penale... non importa) è indotto ad essere ligio e non evasore. Al contrario, se il contribuente ha la sicurezza di dover subire al massimo un solo controllo in tutta la sua vita lavorativa/professionale/aziendale, tenderà certamente ad evadere, poichè la sanzione provocata da quell'unica ispezione sarà abbondantemente compensata dall'evaso di tutti gli altri anni d'esercizio infedele. O no?

 

Stiamo andando nella direzione giusta?

Ma se a Palermo si accorgono solo in luglio che pagano qualcuno per spalare la neve, come è possibile immaginare che qualcosa di molto piu' complesso come le varie cose qui proposte?

L'ho sentita questa mattina a "Il ruggito del coniglio"

....e non ci sono gli snocciolatori di datteri ad Aosta?

Da altre fonti, che purtroppo non ho potuto verificare, sembra che gli straordinari fossero per una voce generica che comprende lo spalare neve. Cioe', glieli hanno pagati per una voce che comprendeva "spazzatura strade, pulizia cessi, spalatura neve, varie ed eventuali", non che abbia detto effettivamente che spalava la neve.

Anche cosi', c'e' da capire che ha fatto questo per fare cosi' tanti straordinari.

All'Agenzia delle Entrate o si sono tolti il prosciutto dagli occhi o leggono nFA (e , ahimè, il sottoscritto).

 

 

È arrivata, invece, al traguardo la norma sulle liste selettive che consentirà al fisco di accedere ai dati sui conti correnti per individuare i soggetti da controllare.

 

 

Qua l'articolo. Rispetto alla mia proposta cambia solo l'impostazione: è l'amministrazione finanziaria a chiedere i dati, non le banche a fornirli spontaneamente, ma probabilmente cambierà poco, presto o tardi ci finiremo tutti.

E adesso buona recessione a tutti.

Quindi, lasciami indovinare, il tuo prossimo post verterà sulla necessità imprescindibile di sgravi fiscali per gli imprenditori meridionali bi-laureati di fede milanista  :-)

Io lo dico sempre: attenti alle proposte che forse ci leggono.

Voglio e pretendo i diritti d'autore, senza se e senza ma.

Tu hai tutti i diritti di pretenderli ed io esorto Luciano Pontiroli a prestarti la sua opera gratuitamente in caso si vada in tribunale.

Detto questo: sei sicuro di voler far sapere in giro che l'idea l'hai avuta tu? Non credo che ti arriveranno molte email di ringraziamento :-)

 

Tengo aggiornato il post: un "google" per scovare gli evasori fiscali
www.tomshw.it/cont/news/serpico-il-super-pc-che-scova-gli-evasori-fiscali-italiani/35068/1.html

Vediamo come funziona o se è solo un sistema per spolpare chi è ricco di famiglia.