Notaio vs. Title Insurance

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Ovvero comprar casa in America e in Italia: costi e modalità a confronto. Ovvero ancora: è un po' di tempo che nFA non parla male dei notai.

È opinione comune che il notaio sia costoso, forse non del tutto inutile, ma certamente costoso. I notai si sforzano di sottolineare la funzione di

garanzia, la tutela antiprocessuale, il fatto che molto di quello che

si paga loro siano in realtà tasse incassate per conto dello Stato e

così via, ma non serve, il notaio rimane "caro" e rimane la sensazione, tra chi vive

al di fuori del mondo notarile, che ci potrebbero essere sistemi e

soluzioni meno costosi per comprar casa o contrarre un mutuo. A qualsiasi notaio è capitato di sentire frasi del tipo "solo in Italia ci sono i notai", "in America non c'è bisogno del notaio per comprare casa e prendere un mutuo, si fa tutto via internet e senza spese".

 

 

 

Per la verità, le ultime vicende americane hanno

fatto un po' raffreddare gli inni al sistema statunitense, ma poiché il

pre-giudizio (nel senso di giudizio a priori) sui notai rimane, cerchiamo di capire quale servizio si compra da un notaioe

vediamo come funzionano invece le cose negli Stati Uniti, che - crisi o

non crisi - rappresentano comunque la grande economia di riferimento

per il modo industrializzato.

 

 

 

 

 

È infatti interessante indagare quali

soluzioni due sistemi giuridici diversi hanno dato alle esigenze

connesse all'acquisto immobiliare e al credito ipotecario e quali costi queste soluzioni comportano.

Nel settore immobiliare, il notaio italiano (è più in generale qualsiasi notaio di civil law) "vende" i seguenti servizi:

 

 

 

 

 

1)Unagaranzia. Il notaio, sotto la sua personale responsabilità, garantisce che

il bene che sta per essere venduto o ipotecato per un mutuo, è

realmente del venditore (o del mutuatario) e che è libero da formalità

pregiudizievoli, vale a dire ipoteche, pignoramenti, sequestri ecc. La

responsabilità discende direttamente dal fatto che assume la paternità

dell'atto e in alcuni casi è preliminare all'atto stesso, come nel

caso della certificazione ipotecaria che le banche richiedono al notaio

prima di concedere un mutuo. Il notaio

inoltre garantisce l'indentità personale delle parti (di cui deve

essere "certo") e la loro legittimazione ad agire, ossia che abbiano i

necessari poteri per sottoscrivere il contratto. Per esempio, nel caso

in cui sia parte una società, che il suo amministratore sia realmente

il legittimo amministratore e sia stato debitamente autorizzato o, nel

caso di minori, che siano state rilasciate le dovute autorizzazioni da

parte del giudice.

 

 

 

 

 

2) La preparazione dei documenti legali. Il

notaio redige il contratto e quindi acquisisce e predispone tutta la

documentazione necessaria a far sì che la volontà delle parti si

trasformi in un contratto valido e conforme alla legge, conserva poi

presso di sè il documento contrattuale finale e rilascia le copie

autentiche necessarie. Si tratta di una attività che è sia legale,

la redazione di un contratto valido, sia puramente materiale: rilascio

di copie per le parti, per gli uffici, ricerche documentali, custodia

di documenti ecc.

 

 

 

 

 

3) L'esecuzione di formalità. Dopo la

sottoscrizione del contratto, il notaio deve eseguire tutti gli

adempimenti presso i pubblici registri (conservatoria, catasto ecc.) ed

il pagamento delle tasse connesse all'atto. Per le tasse, tra l'altro,

è responsabile personalmente verso lo Stato, nel senso che se il

cliente non paga (o paga in ritardo) il notaio deve comunque versare

nei trenta giorni dal'atto le imposte all'ufficio del registro. È

intuitivo il vantaggio per lo Stato di avere un esattore

corresponsabile dell'imposta.

 

 

 

 

 

4) Una consulenza legale. Il notaio ha il

dovere professionale di fornire consulenza legale e fiscale perché

l'atto sia conforme alla legge, alla volontà delle parti e - nel

rispetto della legge - anche il meno costoso possibile dal punto di

vista fiscale. Questa consulenza è ovviamente neutrale, cioè non è

svolta nell'interesse di una sola delle parti, ma di entrambe.

 

 

 

 

 

5) Una certificazione. L'atto

notarile fa piena prova della identità delle parti che hanno firmato

l'atto, della data in cui ciò è avvenuto, delle dichiarazioni rese. Si

tratta di prova legale, nel senso che, sino a querela di falso, il

giudice la deve accettare in quanto tale, senza possibilità di

contestazione.

 

 


6) Uno strumento processuale. Come effetto

collaterale dell'essere una prova legale, l'atto notarile è anche un

titolo esecutivo. Per capire di cosa stiamo parlando, nel caso di

mutui, il notaio rilascia alla banca creditrice una copia dell'atto

con questo ordine:

 

 

Comandiamo a tutti gli ufficiali

giudiziari che ne siano richiesti e a chiunque spetti, di mettere a

esecuzione il presente titolo, al pubblico ministero di darvi

assistenza, e a tutti gli ufficiali della forza pubblica di

concorrervi, quando ne siano legalmente richiesti

 

 

In

forza di questa copia, la banca, in caso di inadempimento del suo

debitore, non ha bisogno di fare causa, ma può agire direttamente per

l'esecuzione del credito, ossia, detto in altri termini, mandare

all'asta il bene ipotecato senza bisogno di un provvedimento del

giudice che accerti l'insolvenza o l'esistenza del credito.

 

 


Questi sono dunque - grosso modo - i principali servizi forniti da un notaio per il settore immobiliare. Sono

servizi che vengono forniti efficientemente? Ritengo di sì. A parte le

considerazioni statistiche sul contenzioso in materia, che è

praticamente vicino allo zero, e a parte l'inesistenza, in Italia e nei

paesi di notariato latino, dei fenomeni di "title fraud" di cui

parleremo più avanti, c'è una evidenza empirica dettata dalla

esperienza comune di chiunque abbia comprato casa.

 

 

 

 

Nell'acquisto

di un immobile si investe una quota sostanziale del proprio patrimonio

ed è naturale che si senta l'esigenza di venire tutelati nel modo

migliore: se il notaio fosse solo un ottuso e costoso certificatore imposto dalla legge, ogni acquirente si farebbe assistere da consulenti di parte capaci di proteggerne gli interessi e di supervisionare l'operato del "certificatore", al quale è "costretto" a rivolgersi. Così

però non è. Il notaio gestisce le problematiche connesse alle

operazioni immobiliari senza l'assistenza o la supervisione di nessun

consulente di parte, se non, in rare occasioni, quando sono sorti dei

contenziosi nella fase che precede la conclusione del contratto. Se

ciò avviene è perchè fornisce efficientemente un servizio capace di far

ottenere il risultato voluto, ossia comprar casa in tutta sicurezza.

 

 

 

Anticipo la domanda dei critici: ammesso e non concesso che il notaio sappia pure fare il suo lavoro, quanto costano i suoi servizi?

 

 


L'onorario di norma viene pagato dal compratore, è collegato al valore della pratica ed è determinato in base ad una tariffa stabilita per legge. Concretamente, riporto due ipotesi di atti dove il venditore non è un costruttore

 

 

 

a) compravendita per €. 150.000,00 con mutuo per €. 100.000,00

b) compravendita per €. 600.000,00 con mutuo per €. 500.000,00

 

 

 

 

Dalle mie parti (Macerata) il costo di questi atti, secondo le tariffe mediamente applicate, sarebbe:

 

 

 

a) €. 960,00 per la compravendita e €. 900,00 per il mutuo

b) €. 1.440,00 per la compravendita e €. 1.342,00 per il mutuo

 

 

 

 

 

Il costo notarile rappresenta quindi - arrotondato per eccesso - lo 0,64% della prezzo della compravendita e lo 0,90% del mutuo per l'operazione di minor valore e lo 0,24% della compravendita e lo 0,27% del mutuo per l'operazione di maggior valore.

 

 

 

Si

tratta delle tariffe medie applicate dalla mie parti, in altre regioni

italiane probabilmente ci saranno cifre più alte, in altre cifre più

basse, ma comunque l'oscillazione, in più o in meno, è nell'ordine dei

3/400 euro, perchè la tariffa-base è nazionale e fissata per legge.

 

 

 

Anticipo subito la prima eccezione: i notai sono un monopolio, abolendo il monopolio i costi si ridurrebbero. L'eccezione

è parzialmente fondata. È vero che il servizio notarile è svolto in

regime di monopolio, nel senso che solo il notaio può stipulare

determinati contratti, ma - all'interno della categoria - il servizio

è svolto in regime di concorrenza tra i vari notai, con un sistema di

tariffe che, dopo la riforma Bersani, non sono più inderogabili. Una rendita monopolistica "di categoria" è tuttavia presente, ma su questo, e sulla barriera al free entry, ci torniamo dopo.

 

 

 

Andiamo ora a verificare come funzionano le cose lì dove questa rendita

è inesistente, vale a dire gli Stati Uniti, dove, come detto, non c'è

notaio e non c'è bisogno di intermediari qualificati per stipulare un

atto di vendita. Questo in teoria.

 

 

 

 

 

Nella pratica, invece, le

esigenze di garanzia, consulenza legale e fiscale, predisposizione di

documenti e gestione di formalità che da noi sono soddisfatte dal

notaio, non vengono certo meno, ma vengono ripartite tra una serie di

figure professionali che occupano il "vuoto notarile", fornendo servizi

similari, perchè, come ovvio, si tratta di esigenze che,

indipendentemente dal luogo dove si compra casa, accompagnano qualsiasi

transazione che porta una persona ad investire una fetta consistente

del proprio patrimonio o a indebitarsi per un lungo periodo.

 

 

 

 

Negli

USA, dunque, è il mercato che si preoccupa di fornire i servizi che in

Italia chiameremmo "notarili" e che, sebbene non obbligatori, sono di

fatto presenti nella quasi totalità delle contrattazioni. L'analisi

dei costi non può ovviamente prescindere da una considerazione

abbastanza ovvia: gli Stati Uniti sono un paese con notevoli differenze

economiche, sociali, giuridiche e culturali al suo interno e questo

si ripercuote anche sui costi e sulle modalità di transazione, che

variano molto da stato, se non da contea a contea. Avendo bene in mente questa precisazione, per fare

conoscenza dei closing costs americani dobbiamo parlare delle closing

agencies. La "closing agency", chiamata anche "closing company" o

"title company" è, come dice la parola stessa, una agenzia che si

occupa di tutte le questioni connesse al closing, ossa alla conclusione

del contratto. Questa "agenzia", spesso collegata all'agente

immobiliare o al broker che vende il mutuo, gestisce tutto il processo

pre e post contrattuale, vale a dire la preparazione dei documenti, la

registrazione del contratto presso i pubblici registri locali, il

pagamento delle tasse ecc. Detta alla grossa, la closing company fa quello che il notaio italiano fa ai punti 2 e 3 della descrizione dei suoi compiti, sopra riportata.

 

 

 

 

 

 

Il principale servizio venduto dalla closing company è però la title insurance. Questa

assicurazione garantisce la titolarità in capo al venditore del bene

venduto, l'inesistenza di ipoteche o altre formalità pregiudizievoli

e così via. Esistono due tipi di title insurance: la owner's

insurance che garantisce l'acquirente e la lender's insurance, che è

invece rilasciata a garanzia della banca che concede il mutuo. La

lender's insurance è indispensabile, perchè nessuna banca presta i

soldi se non c'è l'assicurazione, insomma: no insurance-no loan. La owner's insurance non è invece obbligatoria e

quindi si tratta di un costo opzionale, che viene però comunemente

assunto per garantire l'investimento ed a seconda degli stati viene

pagata dal venditore, dall'acquirente o divisa tra le parti. La title insurance assolve essenzialmente la stessa funzione del

notaio in relazione al punto 1) della descrizione sopra richiamata. Per

la verità, le due funzioni non sono propriamente identiche. Il notaio

garantisce l'acquirente sulla base del valore di mercato dell'immobile,

indipendentemente dal prezzo pagato, quindi se io oggi compro casa a €.

100.000,00 e tra cinque anni - quando il valore del bene è diventato €.

150.000,00 - si scopre l'esistenza di un pignoramento o una nullità del

contratto, il notaio risarcirà il danno per €. 150.000,00. La title insurance, invece, assicura solo il prezzo di acquisto o, nel caso di mutuo, la somma mutuata.

 

 

 

 

 

L'attività

di consulenza legale (punto 4 dei notai) è svolta negli Stati Uniti

dagli avvocati (attoneys o real estate attorneys) i quali sono spesso

collegati con le closing agencies e, in alcuni stati, spesso si

sostituiscono alle closing agencies e curano direttamente l'intera

procedura del closing. Per quanto riguarda l'attività di certificazione (punto 5 dei notai), va detto che spesso (ma non obbligatoriamente) le

firme dei contraenti sono autenticate da un public notary, che non ha

nulla a che vedere con il notaio italiano: è un semplice certificatore

di firma ed il suo unico compito è di attestare che chi ha firmato è

Tizio e non Caio, non assume nessuna responsabilità in relazione al

contenuto dell'atto, così come non è tenuto a controllare la

legittimità dei firmatari o i loro poteri di firma. Data la

diversità del sistema giuridico, poi, nella common law non esiste la

prova legale e quindi non c'è nessuno che fornisce il servizio indicato

nel punto 6) dei notai.

 

 

 

 

Quanto costa tutto ciò? La risposta giusta è "dipende". Dipende

innanzi tutto dallo stato dove si sta stipulando l'atto, se alla

compravendita è collegato o meno un mutuo, se la title insurance

acquistata è solo la lender's o anche la owner's se ci si fa assistere

o meno da un legale e così via. In generale, il costo principale è rappresentato dalla title insurance

che viene determinato in percentuale fissa in relazione al prezzo di

vendita o all'importo del mutuo e può variare notevolemente a seconda

dello stato dove si sta comprando (o vendendo) casa.

 

 

 


Il mercato della title insurance è

un mercato oligopolistico, perchè, sebbene l'assicurazione sia rivenduta

sul territorio dalle title companies, a

rilasciare il 90% delle polizze sono non più di cinque compagnie di

assicurazione. È poi degno di nota, che in molti stati le tariffe per queste assicurazioni sono fissate per legge e non sono negoziabili. Come si legge da questo sito di una title company della Florida:

 

 

 

 

Title

Insurance rules in Florida are highly regulated. Therefore, your

selection of a title company will usually be based on the company's

reputation for service as opposed to price.

 

 

Dal

medesimo sito si apprende che in Florida il costo è pari allo 0,57% del

prezzo per vendite sino a $100.000 e lo 0,5% per vendite tra $ 100.000

e 1.000.000. Per avere una conferma dei costi ecco poi quelli del Texas,

che sono pari allo 0,843% del prezzo sino a $100.000 e in un range

tra lo 0,6885% e lo 0,5649% per compravendite tra $100.001 e $1.000.000, mentre New York oscilla

tra lo 0,6% degli atti sino a $. 100.000 per diminuire progressivamente

sino allo 0,276% per atti oltre $15.000.000 e in California la media

è lo 0,33% per vendite da $500.000, mentre uno degli stati più

economici (per la sodisfazione di Michele che ci ha comprato casa) sembra essere il Missouri, per avere poi una valutazione complessiva - stato per stato - dei costi di closing per un mutuo di $200.000,00 si può vedere qui

 

 

 

I costi per il closing non

si esauriscono però solo nella title insurance, dato che si paga anche per altre prestazioni. Le spese più comuni sono:

 

 

 

- settlement/closing.

È la commissione pagata per la predisposizione di quella che in Italia

chiameremmo la stipula, ossia la preparazione dei documenti legali,

l'incontro in campo neutro presso la sede della closing company per la

sottoscrizione dell'atto e così via. Il costo si aggira intorno ai

200/500 dollari e in molti casi, oltre che dall'acquirente è pagato anche dal venditore;

 

 

- document preparation cioè la preparazione dei documenti. In alcuni casi è un costo incluso tra i settlement fees, in altri no;

 

 

- title examination/title search, vale a dire

l'indagine circa la validità del titolo, quelle che in Italia

chiameremmo le visure. Il costo oscilla tra i 150/400 dollari;

 

 

- wire transfer/shipping/delivery è il costo per la trasmissione dei documenti ai vari uffici, oscilla tra i 30 e i 100 dollari;

 

 

- lender's attoney è il costo per la

consulenza legale del lender, cioè - normalmente - il broker che

"vende" il mutuo. . Come si legge su questo sito sito, "this fee is paid to the lender's attorney for preparing and reviewing all of the closing documents on behalf of the lender". In

alcuni stati questa consulenza è praticamente obbligatoria in altri non

c'è mai. Il costo - a carico del mutuatario - è tra i 150/400 dollari

 

 

- attorneycioè il costo per la consulenza legale in favore dell'acquirente o del venditore e va dai 400 dollari in su.

 

 

- public notary le tariffe del public notary,

sono spesso fissate per legge e sono collegate al numero di firme da

autenticare. In generale il costo va dai 25 ai 150 dollari

 

 

- escrow si tratta di una commissione pagata

in relazione al fatto che alcuni documenti o somme di danaro per un

certo periodo di tempo rimangono depositate in garanzia presso

l'escrow agent (spesso la stessa closing company), sino a quando

determinate attività non vengono eseguite. Un esempio sono le somme

lasciate in escrow per il pagamento delle tasse sull'immobile per il

primo anno del mutuo. Il costo di questo servizio varia tra i 50 e i

150 dollari

 

 

 

I costi e le tariffe sopra indicati sono facili da reperire andando un po' in giro su internet, così come è possibile farsi fare un preventivo chiedendolo ad uno qualsiasi dei tanti siti on line. Ovviamente

tutte le commissioni sopra riportate sono negoziabili e alcune si

elidono a vicenda: spesso il costo del public notary viene assorbito

nei costi generali di closing fee, l'attorney non è necessario per

compravendite più standardizzate e così via. Questi costi aggiuntivi rispetto alla title insurance, però, anche se negoziabili non per questo scompaiono, anzi.

 

 

 

Da una analisi

molto approfondita della commissione di controllo dello stato della

California sulle assicurazioni, risalente al dicembre 2005, si può

infatti apprendere che nel 2004, a fronte di $2.923.506.440 incassati

dalle underwritten title companies californiane (una parte di tutte le

companies californiane) per le polizze da loro vendute, erano stati

incassati anche $1.125.067.480 di settlement/closing fees.

 

 

 

Alla luce delle cifre sopra riportate e in base ai preventivi che ho chiesto e alle valutazioni ricavabili dalla rete, il

costo medio di transazione per un atto di compravendita oscilla intorno

allo 0,45% - 0,85% del prezzo di acquisto, considerando il costo di

title insurance + i costi standard di closing in senso stretto.

 

 

 

L'oscillazione, come detto, deriva dalle differenze, anche notevoli, che si riscontrano nei vari stati.

Nel

caso in cui oltre all'atto di acquisto si stipuli anche un mutuo, il

costo viene incrementato dalla lender's insurance e da un modesto

incremento dei costi di closing sopra riportati. Naturalmente

l'acquirente può rinunciare alla garanzia della owner's insurance e

pagare la sola lender's, che è obbligatoriamente richiesta dalla banca:

in questo caso, a fronte di una minore garanzia, avrà ovviamente costi

ridotti, d'altra parte spesso le title companies vendono una sorta di

"due per uno", nel senso che il costo della lender's insurance viene

fortemente ridotto se rilasciata assieme ad una owner's.

 

 

 

Più in generale, poi, come evidenziato dal suddetto rapporto californiano e da una similare rapportocon dati nazionali risalente al 2006, emerge che il mercato delle title policies e dei servizi di closing è:

 

 

 

-

caratterizzato da reverse competition, perchè il consumatore non ha

potere di mercato sui prezzi, dato che questi vengono determinati

essenzialmente dagli accordi delle title companies con gli

intermediari che gestiscono le compravendite: agenti immobiliari,

intermediari finanziari, brokers, attoneys ecc.

- altamente concentrato e oligopolistico per quanto riguarda i fornitori delle polizze alle title companies, con un indice di Herfindhal-Hirschman,

che in California è di oltre 2.400 laddove un valore di 1.800 indica una "alta

concentrazione" secondo la definizione data dal dipartimento di

giustizia

- con profitti eccessivi, dato che il ritorno dell'investimento sul capitale è superiore al 40%

-

con barriere all'accesso, non legali, ma di fatto, poichè senza una

rete di pregressi rapporti con le agenzie immobiliari e i brokers

qualsiasi title company non riesce a operare, con la conseguenza che ci

sono pochi nuovi soggetti che entrano sul mercato

- con

pratiche illegali di "mazzette" pagate alle agenzie immobiliari perchè

queste dirottino la clientela verso determinate title companies,

scaricando poi i costi sui clienti finali

- con nessun adeguamento

dei prezzi, nonostante il notevole incremento delle transazioni

immobiliari degli scorsi anni, che ha consenitto di abbattere i costi

fissi.

 

 

 

Provo ora a tirare le somme

 

 

 

Il

costo di un servizio legale è dato dai suoi costi di produzione (cioè

quale e quanta attività si svolge), dalla responsabilità che si assume

verso il cliente, dalle spese generali e dal fattore profitto.

Avendo questi dati in mente, una comparazione tra USA ed Italia è

fuorviante, perchè diverse sono le responsabilità, diverse - o quanto

meno non identiche - le attività svolte, diverso il contesto economico

generale e, soprattuto, quello giuridico, quindi il rischio è quello di

paragonare le mele con le pere. Il fattore geografico, inoltre, ha una

influenza enorme e il costo in Texas non è lo stesso che in Missouri,

con differenze sostanziali.

 

 

 

Con forte approssimazione, si può però dire che il sistema di civil law prevede una sorta di cintura di sicurezza

obbligatoria (il notaio), perchè ha di mira non solo l'interesse del

singolo, ma anche quello, più generale, di un sistema di garanzie

affidate ai pubblici registri che forniscono una pubblicità legale

la cui affidabilità è ritenuta di interesse generale. Il sistema di common law statunitense prevede invece una soglia minima di garanzie standard, lasciando che sia il singolo - assieme al "mercato" - a decidere sino a che punto alzare la soglia della tutela con i costi connessi, il tutto nello spirito tipicamente anglosassone della autoresponsabilità.

 

 


Tutto

ciò, negli USA, genera risparmi per gli atti di valore inferiore ed ha

costi pari e progressivamente superiori a quelli italiani per gli atti

di maggior valore a causa soprattutto della notevole regressività della

tariffa notarile, che comporta una aggravio sulle compravendite di

minor valore. Quel che è certo è che, contrariamente ad una opinione

diffusa, anche in America ci sono costi di transazione per l'acquisto

di immobili, esattamente come in Italia e poichè "nessun pasto è

gratis", la minor tutela preventiva apre le porte a fenomeni da noi in

Italia sconosciuti, come le frodi ipotecarie (mortgage frauds) o le

frodi legate al titolo di proprietà (title frauds), per le quali invito

ad una lettura di alcuni casicasiesemplari dal sito dell'F.B.I. Entrambi i mercati hanno comunque un elemento

comune: la domanda di servizi notarili (in Italia) o

di insurance & closing in USA è inelastica, nel senso che mutamenti

nel prezzo di tali servizi hanno poco o nessun effetto sull'ammontare

dei servizi acquistati e variazioni nel prezzo causano scarsa modifica

nella domanda.

 

 

 

Ciò essenzialmente per tre ragioni: primo, la domanda di questi

servizi deriva dalla domanda di compravendite immobiliari e mutui ed il loro costo è relativamente piccolo in rapporto ai costi

delle sottostanti transazioni immobiliari ed anche se il costo può

raggiungere migliaia di dollari (in U.S) o euro (in Italia) è improbabile che un

consumatore condizioni la

transazione ai costi di closing ad essa connessi, dato che ha generalmente scarsa conoscenza di tali servizi che raramente usa; secondo, il mercato

è spesso legato ad operatori terzi (agenzie, banche, brokers,

costruttori) che hanno la possibilità di indirizzare il cliente,

bypassando la questione prezzo; terzo la scelta di un servizio professionale non è influenzata solo dal prezzo, ma dal rapporto fiduciario che si instaura con chi quel servizio fornisce.

 

 

 

Lo

scopo di questo articolo però non è di dimostrare nè che i notai sono

bravi, nè che le cose vanno meglio in Italia piuttosto che in amerika o viceversa,

nè può essere motivo di soddisfazione il fatto che anche negli USA ci

possano essere situazioni di monopolio. Quel che è certo è che in Italia un limite alla piena concorrenza nel

settore delle transazioni immobiliari è dato dalle limitazioni al free

access alla funzione notarile, poiché il numero dei notai è programmato

e legato a criteri quali la popolazione residente ed il volume degli

affari. La soluzione, a mio parere non è di spingere alla concorrenza facendo fare ad altri

professionisti quello che ora fanno i notai, sfruttando magari delle scorciatoie legislative, che periodicamente vengono tentate. La funzione

notarile, in quanto tale, funziona infatti bene garantendo piena

efficienza e affidabilità ai pubblici registri.

 

 

 

Si tatta invece di

eliminare o rivedere fortemente il numero programmato, mantenendo

l'accesso alla professione sulla base dell'attuale concorso che è

selettivo e fortemente meritocratico, ma senza più un numero

pre-definito: chi passa l'esame è autorizzato a lavorare come notaio,

punto.

 

 

In questo modo si conserva la qualità e si eliminano le

barriere all'accesso. In parallelo andrebbe anche rivista la tariffa

che è immotivatamente schiacciata verso il basso, e fà sì che il notaio

finisca con l'essere esoso con i "poveri" e molto generoso con i "ricchi".

 

 

 

Alla fine il mercato italiano risulterebbe più efficiente e molto meno concentrato di quello USA e, in definitiva, offrirebbe un miglior servizio al consumatore, continuando a garantire l'attuale affidablità del sistema.

 

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Commenti

Ci sono 35 commenti

Caro Sabino, come ti ho detto privatamente credo che il tuo articolo soffra di un visibile bias: il meglio di un modello confrontato con il peggio dell'altro. Poiché non ho purtroppo il tempo per documentare obiettivamente soprusi, follie ed altre amenità imputabili a notai italiani o europei (su nFA, si sa, gli aneddoti personali non valgono molto) mi limito a documentare il senso in cui io credo tu abbia qui riportato il peggio del sistema amerikano, invece che una ragionevole media.

Sia chiaro: NON intendo sostenere che il mercato immobiliare USA sia un paradiso della concorrenza e della trasparenza, ci mancherebbe. Cerco solo di sostenere che il confronto fatto da Sabino è improprio e fa apparire i notai italici molto meglio di quanto siano, perché li confronta con una controparte che, nella realtà USA, non esiste proprio. Insomma, le comparazioni sono purtroppo spurie. Vado un po' a caso.

Premessa: non è buona idea usare i costi riportati sui siti internet per fare i calcoli dei costi effettivi quando si opera in un mercato concorrenziale. Proprio perché c'è il mercato, la variabilità è altissima e si tratta di contrattare. Se fai una telefonata e prendi quello che ti chiedono, ti spennano. Se fai tre telefonate e contratti un po', la musica cambia completamente. It's the market, babe. I numeri che riporti sono chiaramente official quotes, e ti danno, praticamente, i valori medi massimi ufficiali. Tipo gli hotels dove, se arrivi all'ultimo momento, ti chiedono $500 ma, se telefoni un'ora prima, ti danno la stanza per $200. Lo stesso vale per le tariffe riportate. Ho comprato casa tre volte negli USA, e l'esperienza è sempre stata la stessa: contrattando i prezzi calano sostanzialmente da quelli iniziali. Persino qui a St Louis, l'ultima volta, chiamando in sequenza tre title agencies e dicendo ad ognuna "ma X mi fa such and such" la tariffa finale è calata alquanto, circa il 30% dalla richiesta iniziale. Lo stesso, by the way, succede con le banche ... provare per credere.

Più dettagliatamente, tu elenchi i seguenti costi USA:

 

 

 

- settlement/closing. (1)

 

 

 

- document preparation (2)

 

 

 

- title examination/title search, (3)

 

 

 

- wire transfer/shipping/delivery (4)

 

 

 

- lender's attoney (5)

 

 

 

- attorney (6)

 

 

 

- public notary (7)

 

 

 

- escrow (8)

 

I primi 4 costi sono costi contrattabili, appaiono e scompaiono come uno vuole. Sono tutti originati dalla title company, che fa appunto il lavoro del notaio (quindi include anche il public notary in (7), che normalmente è l'agente della title company). A me la title company non è mai costata più dello 0.25% del valore dell'immobile, ma gli stati che ho sperimentato sono tutti nel Midwest (Illinois, Minnesota, Missouri). Altri diranno degli altri stati.

L'escrow (8) che c'entra? È un servizio (ti pagano tasse ed assicurazione sulla casa, e ti fanno tutto il paper work). Se lo vuoi lo prendi, altrimenti te lo fai (l'ho preso in MO, costava molto poco, non l'ho preso in MN perché costava troppo: mia moglie, che si occupa della faccenda, mi maledice ogni sei mesi per il tempo che perde!). Probabilmente esistono agenzie che offrono questo servizio anche in Italia, se vuoi fare un confronto omogeneo devi includere quel costo, ma io lo escluderei perché è volontario.

Gli attorneys (5) e (6) non se li prende quasi mai nessuno, specialmente (6). In parte perché il tuo agente, se non è un delinquente, fa questo servizio, in parte perché anche qui la gran parte dei contratti è standardizzata e gli stati offrono servizi informativi gratis al riguardo. Il servizio legale di tipo (5), comunque, c'è anche in Europa, solo che sparisce nelle commissioni che la banca che concede il mutuo impone al cliente. Lo stesso vale anche qui: faceva parte della commissione che il divertente pescecane che mi ha trovato il mutuo (è specializzato: ha fatto i mutui di tutto gli economisti accademici di St Louis e di una buona fetta di quelli che lavorano al Fed!). Se lo metti nei costi USA, devi metterlo anche in quelli italiani. Idem per (6).


Più sopra menzioni due assicuarazioni, owner and lender insurance, che ci sono anche in Italia, e costano. La prima è semplicemente l'assicurazione sulla casa! Sospetto l'abbiano scoperta anche in Italia: qui le banche tendono a chiedere un minimo di assicurazione, sulla casa che finanziano, contro gravi sinistri. Da un lato non c'entra nulla con il notaio e con il closing, ma è richiesta dalla banca che presta. Dall'altro qualsiasi proprietario di casa che sia minimamente avverso al rischio se la compra. In Italia le case non le assicurate proprio grazie alla presenza dei notai? Suvvia!

La lender insurance, poi, ha aspetti dubbi (visto quando va succedendo) ma esiste di sicuro anche in Europa. Comunque, di nuovo, è una cosa inerente al sistema bancario e non vedo cosa c'entri con la presenza o meno dei notai! Se in Italia le banche prestano a clienti rischiosi quantità sostanziali senza assicurarsi, beh beate loro che hanno questa fortuna! In ogni caso: che senso ha metterle in evidenza da un lato e non dall'altro?


Più in generale:

1) Nessuno ha mai detto che gli USA sono un paradiso o che in certi stati USA non ci siano situazioni di oligo-monopolio!

Non è che perché in NY o FL ci sono cose simili all'Italia che l'Italia è giustificata! Che argomento è questo? La questione è completamente diversa: i servizi che il notaio offre sono tali da legittimare i prezzi che impone e la sua condizione di monopolio garantito dallo stato? Questa è la domanda a cui occorre dare risposta.

Tu non discuti questo tema: il notaio mica fa l'escrow, né offre homeowner insurance! Il notaio fa praticamente ciò che fa una buona title company, e costa tra il doppio ed il triplo. That's it. Se vuoi convincermi, dimostrami che così non è, ossia che il notaio fa anche altre cose utili. Nell'articolo tu fai l'elenco delle sei cose che il notaio italiano fa. Bene, 1)-3) e 5)-6) le fa pure la title company (il signore che ti fa il mutuo viene a closing, e quando il notaio della title company finisce di firmare e farti firmare milioni di carte, gliene passa una che dice: la casa c'è, il title pure, e' sua, eccetera, ora fammi vedere l'assegno, blah, blah ...) Quindi, secondo la tua lista, ciò che manca è 4). Ma solo in parte. Tutti i documenti che ho firmato erano prodotti dal mio agente in cooperazione con la title company ed erano certificati di essere in accordance with laws and regulations dello stato, ecc. A Madrid il notaio non mi ha fatto alcuna consulenza legale. Forse in Italia lo fate volontariamente? Possibile. Son certo che, se l'avessi pagato a parte, me l'avrebbe fornita. Ma anche il mio real estate lawyer di Mpls (ottima persona che mi fa ancora consulenze telefoniche gratuite)

me la fornisce ogni volta che gliela chiedo ... what's the difference?


2) Evidenza diretta che i notai "guadagnano troppo". Secondo l'Agenzia delle Entrate (scusate se non cerco di nuovo il link, se proprio insistete lo cercherò!) redditi MEDI dei notai italiani superano i 400mila euro. È un valore enorme, anche se tieni conto che, a differenza di avvocati e commercialisti, i notai son costretti a pagare le tasse. Perché, se fosse vero che il reddito lordo medio di avvocati e commercialisti ed altri professionisti italiani è di 430mila, allora l'Italia sarebbe molto più ricca di quanto non sia! Questo è il punto: davvero il reddito lordo medio dei professionisti italiani laureati in legge o in economia è di 430mila

(credo fosse questo il numero, ed eran dati del 2004-2006) euro all'anno? WHOW!

Ovviamente c'è una spiegazione. La mia e' che godono di protezione monopolistica; invece tu dirai: i notai sono più bravi. Ok, ma se davvero è perché sono più bravi, allora dovrebbero dimostrarlo anche in condizioni di concorrenza e free entry, no? Non è che diventereste tutti tonti solo perché qualche commercialista o qualche avvocato verrebbe autorizzato ad offrire i vostri servizi, non ti pare?

 

 

Michele, ti ho già risposto privatamente e ti rispondo pure qui.

 

nell'articolo ho scritto:

 

 

Lo

scopo di questo articolo però non è di dimostrare nè che i notai sono

bravi, nè che le cose vanno meglio in Italia piuttosto che in amerika o viceversa,

nè può essere motivo di soddisfazione il fatto che anche negli USA ci

possano essere situazioni di monopolio. Quel che è certo è che in Italia un limite alla piena concorrenza nel

settore delle transazioni immobiliari è dato dalle limitazioni al free

access

alla funzione notarile, poiché il numero dei notai è programmato

e legato a criteri quali la popolazione residente ed il volume degli

affari. La soluzione, a mio parere non è di spingere alla concorrenza

facendo fare ad altri

professionisti quello che ora fanno i notai, sfruttando magari delle

scorciatoie legislative, che periodicamente vengono tentate. La

funzione

notarile, in quanto tale, funziona infatti bene garantendo piena

efficienza e affidabilità ai pubblici registri. Si tatta invece di

eliminare o rivedere fortemente il numero programmato

 

 

Non mi pare di aver voluto fare l'apologia dei notai, nè di affermare che lo status quo sia perfetto, dato che suggerisco l'eliminazione del numero chiuso come strumento conocorrenziale

Sui costi americani, ho precisato che si tratta di costi tutti negoziabili (tranne la title insurance in diversi stati)

 

Ovviamente

tutte le commissioni sopra riportate sono negoziabili e alcune si

elidono a vicenda: spesso il costo del public notary viene assorbito

nei costi generali di closing fee, l'attorney non è necessario per

compravendite più standardizzate e così via

 

Ti comunico poi che anche qui da noi si ricevono telefonate come quelle che tu citi, con richieste di preventivi al ribasso: la concorrenza ed i ribassipotrebbero essere maggiori se non ci fosse numero chiuso ? probabilmente ed infatti l'ho proposto

Sulla title insurance, scusa ma non ci capiamo proprio.

Tu dici

 

Più sopra menzioni due assicuarazioni, owner and lender insurance,

che ci sono anche in Italia, e costano. La prima è semplicemente

l'assicurazione sulla casa! Sospetto l'abbiano scoperta anche in

Italia: qui le banche tendono a chiedere un minimo di assicurazione,

sulla casa che finanziano, contro gravi sinistri. Da un lato non

c'entra nulla con il notaio e con il closing, ma è richiesta dalla

banca che presta. Dall'altro qualsiasi proprietario di casa che sia

minimamente avverso al rischio se la compra. In Italia le case non le

assicurate proprio grazie alla presenza dei notai? Suvvia!

La lender insurance,

poi, ha aspetti dubbi (visto quando va succedendo) ma esiste di sicuro

anche in Europa. Comunque, di nuovo, è una cosa inerente al sistema

bancario e non vedo cosa c'entri con la presenza o meno dei notai! Se

in Italia le banche prestano a clienti rischiosi quantità sostanziali

senza assicurarsi, beh beate loro che hanno questa fortuna! In ogni

caso: che senso ha metterle in evidenza da un lato e non dall'altro?

 

 

Michele innanzi tutto cosa c'entra la title insurance con l'assicurazione contro i sinistri, scusami ma sei tu adesso a paragonare pere e mele.

L'assicurazione contro i sinistri (incendio, scoppio, caduta del fulmine e caduta dell'aereo) è necessaria anche in Italia per i mutui ed è richiesta pure in america e proprio perchè non ha nulla a che vedere con i costi legali  di transazione, non l'ho minimamente considerata nel mio articolo.

Allo stesso modo, cosa c'entra la lenders mortgage insurance da te linkata ? Nell'articolo mica ho  parlato dell'assicurazione sulla solvibilità del debitore ?

Qui dobbiamo parlare della title_insurance. Ebbene, in Italia non c'è nè la owner's nè la lender's insurance: non la vende nessuna compagnia di assicurazione e non viene venduta in tutta l'Europa continentale lì dove ci sono i notai e non c'è proprio perchè ci sono i notai. La funzione di queste assicurazioni è di assicurare l'acquirente o la banca in relazione all'esistenza o meno di vincoli pregiudizievoli sulla proprietà e in relazione al fatto che chi vende sia veramente ilproprietario. In Italia (e nel resto d'europa dove ci sono i notai) questa garanzia è data dal notaio che assume una precisa responsabilità professionale al riguardo. Per darti un'idea ecco cosa una banca chiede di certificare prima di concedere un mutuo:

 

"Io sottoscritto.....   Notaio in.....avendo eseguito le necessarie visure ipocatastali presso i competenti

uffici ed assunte le opportune informazioni presso l'Agenzia del

Territorio di......

ed esaminati i titoli di provenienza in relazione ai beni sopra indicati e descritti,assumendone la piena responsabilità professionale dichiaro che in base all'indagine da me, come sopra, effettuata i beni medesimi risultano di proprietà di....giusto atto di compravendita ....... e che precedenti passaggi di proprietà fino al ventennio sono i seguenti..... che

a tutto il ..... risultano liberi da iscrizioni ipotecarie,

trascrizioni ostative o pregiudizievoli, privilegi di qualsiasi natura

(compresi quelli di natura fiscale) e da ogni e qualsiasi altro onere

reale o peso, da censi, canoni, livelli, servitù  passive, vincoli di indivisibilità, diritti di uso civico"

 

 

 

 

 

Tu dici che le banche sono stupide e potrebbero ottenere una migliore garanzia attraverso l'assicurazione, può essere, ma per il momento il mercato qui da noi funziona così.

Più in generale, a me interessava valutare i costi di transazione italiani e americani. In Italia questi costi si chiamano "notaio", in U.S. si chiamano title insurance e closing fees, quindi devi considerare entrambi i costi, non solo quanto si paga alla title agency per i servizi di closing, altrimenti sei tu a mettere in evidenza costi da un lato e non dall'altro

Sull'ecrow ed altre cose (consulenza ecc.) provo a rispondere dopo perchè adesso devo lavorare

 

 

 

 

C'e' un elemento di costo che manca nell'articolo: se e' vero che in italia la title insurance non serve perche' e' il notaio che fa gli accertamenti necessari a garantire che la casa sia vendibile, e' anche vero che perche' il notaio possa effettuare queste garanzie dobbiamo mantenere l'istituto del Catasto. Quanto costano questi rozzi baracconi? 

Sabino:

in realtà sui fatti siamo in perfetto accordo, tu ed io. Mi verrebbe da farci sopra una lirica (non son molti quelli che i fatti li accettano in quanto tali) ma la risparmio ai terzi. Son certo che tu mi capisca.

La  differenza sta tutta nelle tonalità: forse non siamo come i cantonesi (non mi ricordo più se ne hanno 5 o 7, credo 5 ed Enzo ci farà sapere, son comunque troppe per me) ma usiamo tonalità diverse nel descrivere i fatti.

Quindi, siccome i fatti son quelli che sono, solo un dettaglio tonale ed un fatto finale (ribadito).

 

Michele innanzi tutto cosa c'entra la title insurance con

l'assicurazione contro i sinistri, scusami ma sei tu adesso a

paragonare pere e mele. ecc ...

 

Point well taken. Ho confuso nella fretta pere e mele. Però occorre aggiungere, allora, che la title insurance (versione owner or lender, fa poca differenza) è la cosa che costa e che la title company offre. Il resto son frattaglie. La title insurance è, come tu dici, il servizio che la title company offre ed è equivalente a quanto il notaio italiano offre. Siamo d'accordo, solo che nella mia esperienza la title insurance costa molto meno del notaio nell'Europa mediterranea. Il confronto, a mio avviso, andrebbe fatto fra il costo della title insurance, con i costi delle altre piccole cose (frattaglie) che vanno con essa, ed il costo del notaio. Qui, ripeto, la mia esperienza dice che costa di più il notaio.

Chiarito questo, siamo d'accordo: confrontiamo cosa costa la title company USA con il notaio italiano. Tutto il resto - scusami se insisto, ma il "resto" l'hai messo tu nell'articolo - non c'entra nulla.

Chiarito l'aspetto "tonale" (sul quale, ripeto, l'evidenza suggerisce che gli USA costano meno, parecchio meno) rimane il fatto: com'è che il notaio medio italiano fa 430mila euro all'anno? Alla fine della fiera, se la discussione è sulla posizione monopolistica dei notai, è da quel numero (che è un fatto) che dobbiamo partire. Vorrei che tu mi spiegassi la logica secondo cui redditi del genere corrispondono al valore effettivo del servizio dei notai e non a rendite di monopolio.

Ping ... :-)

 

Caro Sabino (permettimi di darti del tu...mi facilità la conugazione dei congiuntivi :D ) l'articolo è molto interessante, così come la replica di Michele Boldrin. Ho due curiosità che vorrei rivolgere a voi ed a chi legge NfA sperando in una delucidazione.Eccole: 

1 Conosco personalmente due inglesi ed una famiglia tedesca che hanno acquistato casa in Lombardia (Milano e Lazise rispettivamente).Tutti sono rimasti letteralmente sconvolti non solo dalle spese notarili ma dalla figura stessa del notaio. Specialmente gli inglesi.E' veramente così diverso dalle loro parti ?

2 Nel caso, diciamo "ipotetico", in cui:

un prestito viene rilasciato al signor X con, a garanzia, un'ipoteca su una abitazione che, viene fatta passare, come di proprietà del signor x. In realtà il signor x non è proprietario dell'abitazione a nessun titolo. Cosa rischia il notaio che ha "effettuato" l'ipoteca?

Bhe forse la seconda curiosità è più da Forum di Rete4 che da NfA  .

 

 

2 Nel caso, diciamo "ipotetico", in cui:

un prestito viene rilasciato al signor X con, a garanzia, un'ipoteca su una abitazione che, viene fatta passare, come di proprietà del signor x. In realtà il signor x non è proprietario dell'abitazione a nessun titolo. Cosa rischia il notaio che ha "effettuato" l'ipoteca? 

Provo a rispondere.

Succede che la banca risolverà il contratto di mutuo perchè privo di garanzia ipotecaria e chiederà al signor X la restituzione immediata della somma mutuata. E, se il signor X non sarà in grado di restituire detta somma, la banca la chiederà al notaio, il quale aveva garantito alla banca, assumendone la relativa responsabilità, che la casa ipotecata era del signor X.

Ecco cosa certifica il notaio. 

"Io sottoscritto.....    Notaio in.....avendo eseguito le necessarie visure ipocatastali presso i competenti uffici ed assunte le opportune informazioni presso l'Agenzia del Territorio di......
ed esaminati i titoli di provenienza in relazione ai beni sopra indicati e descritti, assumendone la piena responsabilità professionale dichiaro che in base all'indagine da me, come sopra, effettuata i beni medesimi risultano di proprietà di....giusto atto di compravendita ....... e che precedenti passaggi di proprietà fino al ventennio sono i seguenti..... che a tutto il ..... risultano liberi da iscrizioni ipotecarie, trascrizioni ostative o pregiudizievoli, privilegi di qualsiasi natura (compresi quelli di natura fiscale) e da ogni e qualsiasi altro onere reale o peso, da censi, canoni, livelli, servitù  passive, vincoli di indivisibilità, diritti di uso civico"

 Quindi se il mutuo era di 1.000.000 di euro il notaio rischia 1.000.000 di euro. Naturalmente il notaio rischia anche eventuali sanzioni penali (per falso, truffa e quant'altro) nonchè la destituzione, se l'operazione è stata da lui architettata insieme al signor X.

 

1 Conosco personalmente due inglesi ed una famiglia tedesca che hanno

acquistato casa in Lombardia (Milano e Lazise rispettivamente).Tutti

sono rimasti letteralmente sconvolti non solo dalle spese notarili ma

dalla figura stessa del notaio. Specialmente gli inglesi.E' veramente

così diverso dalle loro parti ?

 

Caro (o cara ?) Bera, ti rispondo solo su questo, perchè l'altra tua domanda ha già avuto risposta.

Dubito che i tedeschi si siano sconvolti, dato che in Germania funziona come da noi, ossia si compra casa con atto notarile. Se poi lo sconvolgimento è derivato dalla somma totale pagata al notaio, che comprende le tasse e l'onorario (visto che il notaio fa da "esattore"), può essere comprensibile, ma le due cose andrebbero separate

Per quanto riguarda gli inglesi, dato che si tratta di una nazione di common law, così come in america, anche da loro non c'è il notaio. Il mercato, se così si può dire, è in mano ai solicitors (ossia gli avvocati) e ciascuna delle parti (compratore e venditore) si paga il suo solicitor.

Avendo avuto anche io dei clienti inglesi ti posso confermare che la funzione notarile è difficile da far comprendere e va spiegata

 

Grazie Daniele e grazie Sabino per le risposte.

In effetti gli inglesi avevano problemi col concetto stesso di notaio, mentre i tedeschi contestavano la cifra del notaio e la scarsa chiarezza.

Quest'ultima era sicuramente dovuta anche ad un loro limite nel capire le nostre procedure e ad una generale esasperazione nei confronti delle medesime.

In effetti comprare casa in certe zone del Garda e soprattutto avere la residenza è parecchio complicato.

PS

Bera è un nickname mi chiamo Corrado Ruggeri (NON sono il giornalista che gira paesi e ristoranti e campa raccontandolo su Sky ma mi piacerebbe)

 

Ho letto con interesse l'articolo.  Non sono esperto di compravendite immobiliari ma dalla lettura dei giornali ho appreso che nonostante l'assistenza e gli onerosi compensi notarili in Italia e' (o era) possibile acquistare una casa secondo tutti i crismi del momento per poi vedersela confiscare (credo entro 2 anni) nel caso il costruttore fallisca.  Recentemente sono state approvate delle norme per evitare il problema, tuttavia credo di capire che ci sia una fidejussione non obbligatoria di mezzo, in assenza della quale si ricade nella situazione precedente. A mio parere questi fatti sono evidenza del fatto che il sistema di cui in notai fanno parte non garantisce in maniera ragionevole l'acquirente che paga regolarmente le varie tasse statali e oneri notarili. Date le somme pagate e la relativa rarita' delle confische, mi aspetterei che il sistema tra Stato e notai dovrebbe assorbire interamente i costi della confisca o dell'assicurazione contro i rischi di confisca.

 

Alberto, mi sembra un po' troppo pretendere che il notaio (così come  qualunque altro professionista) possa garantire che il venditore non fallirà nei due anni successivi all'atto o che non abbia debiti in giro, questa, tra l'altro, è una garanzia che nemmeno la title insurance dà.

Il notaio può e deve garantire che sul  bene venduto non ci siano ipoteche e vincoli simili così come, per esempio nel caso in cui a vendere sia un costruttore, gli è proprio vietato del tutto stipulare un atto di vendita di un appartamento se la casa è ipotecata, anche se l'acquirente è d'accordo, ma da qui a chiedere che abbia capacità divinatorie ce ne passa.



 

Art. 1350.

                     ATTI CHE DEVONO FARSI PER ISCRITTO

   

      1. Devono farsi per atto pubblico o per scrittura privata, sotto

    pena di nullità:

   

    1) i contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili;

 

La legge non richiede necessariamente l'atto pubblico (notarile). In teoria è sufficiente una scrittura privata (autenticata). A questo punto sorgono almeno un paio di dubbi:

1. Perchè nessuno utilizza la scrittura privata ? La risposta dovrebbe essere che i pubblici registri non sono affidabili/aggiornati e non consentono ai comuni mortali di accertare la proprietà dell'immobile che vogliono acquistare (oltre all'esistenza di gravami ecc.). In teoria questa è pura responsabilità dello stato che facendosi pagare imposte salate sull'acquisto dovrebbe fornire al compratore le necessarie certezze sul bene che intende acquistare. Basterebbe che lo stato (governanti e parlamentari in solido) si occupasse talvolta anche dei problemi dei cittadini.

2. Cosa fanno/farebbero gli impiegati di conservatorie e catasti (a proposito non ne basterebbe uno ?) se si presenta qualcuno con una scrittura privata autenticata da un funzionario comunale che attesta il trasferimento di un immobile e ne chiede la registrazione ? 


 

 

Con riferimento al punto (1), come fa il notaio Sabino Patruno a garantire la compravendita di un hotel in Porto Recanati di un valore superiore al suo patrimonio personale? E per quanti anni e' responsabile Sabino? Fino alla sua morte?

Immagino che sia piu' una curiosita' "teorica" che un problema "empirico" visto il basso numero di contenziosi.

 

 

Oltre che col proprio patrimonio personale, il notaio garantisce con una assicurazione di categoria (imposta per legge) che i notai si pagano attraverso i versamenti che effettuano al proprio consiglio nazionale del notariato. La copertura assicurativa permane per dieci anni dopo che il notaio è andato in pensione o è passato a miglior vita.

Aggiungo pure, che per i danni causati dolosamente dai notai, che non sarebbero coperti dall'assicurazione, anche se non richiesto dalla legge, è stato istituito  un fondo di garanzia, pagato direttamente allo stesso consiglio nazionale.

Per fare un esempio, se me ne scappassi in Brasile con una ballerina di lap-dance conosciuta in un night portandomi via i soldi che avrei dovuto versare all'ufficio del registro (ti posso assicurare che spesso sono cifre molto grosse) cagionerei un danno che nessuna assicurazione coprirebbe. A quel punto intereverrebbe il fondo di garanzia pagato dai miei colleghi.

 

sono d'accordo sulle conclusioni (aumentare il numero dei notai)

 

sono sostenitore da tempo di un unico esame (statale) di accesso alle professioni legali (avvocati-notai magistrati etc.)

 

all' interno della quale possono essere previste speciali ablitazioni (come ad es. i notai) oppure a seconda delle esigenze il Ministero di G.G. potra' prevedere delle assunzioni a tempo (come nel caso dei magistrati)

 

 

 

Nella mia corrispondenza con Sabino la cosa è già stata discussa, e credo lui la condivida. Volendo mantenere la figura del notaio riducendone significativamente il potere di monopolio, la soluzione più banale consisterebbe nell'eliminare il numero chiuso e, soprattutto, nel dare la gestione dei concorsi per notaio (come degli altri concorsi che ammettono all'esercizio delle magnifiche "professioni" italiane) non alla professione dei notai medesima, ma alle loro controparti economiche. Per cui il concorso notarile lo gestisce una commissione nominata dall'albo degli ingegneri, confindustria, confartigianato, abi, eccetera.

 

Il punto nodale è, a mio parere, il "sistema" di garanzie che il notaio "dovrebbe" fornire, ma che di fatto molte volte non fa.

1. I contratti sono standardizzati, sostituisco a Marco Esposito il nome Sabino Patruno e la casa la compri tu, ma non c'è alcuna consulenza, o know-how, fa tutto un computer, idem per mutuo, atti societari, etc.

2. I casi personali non valgono, ma, almeno qui a Napoli, sono state vendute/comprate abitazioni che hanno avuto la seguente problematica: rogito notarile, pagamento delle tasse e diritti al notaio, che ha max 30 giorni di tempo per registrare l'atto, talvolta sono somme molto grosse (in questi due casi lo erano), il notaio ha registrato l'atto l'ultimo giorno utile (lucrando, secondo me, cospicui interessi), nel frattempo la società Equitalia Polis, ente riscossore, aveva iscritto ipoteca sugli immobili (proprio nei 30 giorni di "vacatio") , per cifre non proprio da ridere. L'acquirente si è ritrovato con un immobile ipotecato, il notaio non aveva responsabilità (!!!) perchè ha 30 giorni di tempo per registrare l'atto, il venditore "dovrebbe" restituire al compratore le somme che Equitalia vanta nei suoi confronti, e per cui è stata iscritta l'ipoteca, ma latita. Il compratore ha dovuto pagare di tasca sua per farsi togliere l'ipoteca e citare il venditore, secondo il suo avvocato è imutile citare il notaio, non è responsabile anche se ha incassato fior di quattrini. Dov'è la tutela ? 

3. Se il notaio (capita anche questo) commette un errore materiale, e anzichè scrivere particella 5A sub sexties, foglio 21 etc., etc., sbaglia (non lui, la sua segretaria) e scrive 5a sub septes etc., ed io non conosco il latinorum mi compro una particella invece di un'altra. Anche qui l'errore è evidente , Sabino sa il perchè è dimostrabile, ma per far valere i miei diritti devo poi fare una causa, con i noti tempi biblici italiani. Dov'è la tutela se poi posso sbagliare molto meglio da solo ?

Ecco, io questa grande tutela non ce la vedo, solo costi.

 

Sabino sostiene

 

Concretamente, riporto due ipotesi di atti dove il venditore non è un costruttorea) compravendita per €. 150.000,00 con mutuo per €. 100.000,00

b) compravendita per €. 600.000,00 con mutuo per €. 500.000,00 Dalle mie parti (Macerata) il costo di questi atti, secondo le tariffe mediamente applicate, sarebbe:a) €. 960,00 per la compravendita e €. 900,00 per il mutuo

b) €. 1.440,00 per la compravendita e €. 1.342,00 per il mutuo

 

Fa bene Sabino a dire dalle sue parti. Altrove le cifre sono più alte. Ad esempio qui si riportano i dati relativi al distretto di Milano. Per una compravendita di 150000 euro l’onorario del notaio (senza IVA) é di 2159 senza mutuo e di 3450 con mutuo. Per un immobile del valore di 500000 euro i corrispettivi (sempre al netto dell’IVA) salgono a 3269 e 5534. I dati sono riferiti al 2005, e non mi sembra che la tariffa sia stata rivista al ribasso.

 

 

Milano è certamente cara, d'altra parte la Lombardia sta all'Italia come N.Y State sta agli USA

Tuttavia dai valori riportati devi sottrarre il 30% (come ho fatto anche io per i valori da me indicati).

  Nelle vendite tra privati (esempio da me fatto) quelle cioè per le quali si applica il c.d. "prezzo valore" cioè per le quali  le imposte si pagano sul valore catastale - indipendentemente dal prezzo, la tariffa notarile è ridotta del 30% (D.L del 4.7.2006 - una delle lenzuolate Bersani).

La riduzione ha una sua razionalità: poichè il "prezzo - valore" fa emergere i veri valori, che prima rimanvano occulti, l'onorario notarile (che prima veniva calcolato sui prezzi dichiarati, notoriamente molto più bassi) ne sarebbe risultato avvantaggiato, quindi si è deciso, secondo me correttamente,  di neutralizzare l'emersione del nero, attraverso l'abbattimento del 30% dell'onorario.

Quindi €. 2.159,00 meno 30% = €. 1.511,30 non così distante dall'oscillazione (3/400 euro) che ho indicato nell'articolo.

 

 

Scusa Sabino ma non mi ritrovo con i tuoi numeri. I notai di Como e Lecco mettono a disposizione un agile strumento che permette di calcolare gli onorari notarli che si pagano su quelle piazze. Utilizzando i tuoi esempi, e come nella tua replica il "prezzo valore", il calcolatore tira fuori numeri parecchio più alti dei tuoi. Per la casa da 150000 euro il costo (con mutuo) é di 2977 euro (contro i tuoi 1860), per la casa di maggior valore (sempre con mutuo) é di 4989 euro contro i tuoi 2782. Differenze quindi di 1100/2200 euro. Senza mutuo le differenze sono più contenute (767/1175 euro a seconda del valore dell'immobile) ma del 70%-80% più elevate rispetto ai tuoi onorari.

 

http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/mistero-empire/mistero-empire/mistero-empire.html

Divertente, e quasi a tema.

Credo che il giornalista italiano non si sia nemmeno reso conto del gioco di parole: nelots -> stolen

Il giornalista italiano ha anche sbagliato la descrizione di Willie Sutton, che non fu un ''prolifico autore di famose frodi bancarie'' ma un rapinatore di banche, famoso per aver risposto alla domanda ''Perché rapini le banche?'' con ''Perché è lì che ci sono i soldi''.  

 

Se posso permettermi, divertente e molto a tema.

Come scrivevo di sopra,

 

la minor tutela preventiva apre le porte a fenomeni da noi in Italia sconosciuti, come le frodi ipotecarie (mortgage frauds) o le frodi legate al titolo di proprietà (title frauds), per le quali invito ad una lettura di alcuni casicasiesemplari dal sito dell'F.B.I.

 

diciamo che ai casi segnalati dall'FBI possiamo oggi aggiungere anche l'Empire State Building.

Il punto da evidenziare nel caso del grattacielo di King Kong, però non è che ci possa essere una truffa in relazione ad un acquisto immobiliare, dato che questa può avvenire dappertutto (e non a caso Totò cercava di vendere la fontana di Trevi e il Colosseo qui in Italia), quanto che la vendita inesistente ha avuto la possibilità di entrare nei pubblici registri della città di New York, con ciò dimostrandone la totale inaffidabilità (e questo non avviene invece dappertutto).

Non ha neanche senso poi, prendersela con gli impiegati che non si sono accorti dello scherzo, perchè, per come è strutturato un registro fondiario USA, non è proprio prevista alcuna verifica nè preventiva, nè posteriore all'atto, sulla attendibilità dei dati che vi vengono immessi.

Gli impiegati che non si sono accorti dei timbri fasulli, dei nomi fantasiosi e della totale inverosimiglianza dell'intera operazione, non fatto altro che il proprio dovere, limitandosi ad acquisire quanto gli è stato loro consegnato: nulla più era loro richiesto.

sempre autocitandomi (anche se non è elegante farlo):

si può dire che il sistema di civil law prevede una sorta di cintura di sicurezza obbligatoria (il notaio), perchè ha di mira non solo l'interesse del singolo, ma anche quello, più generale, di un sistema di garanzie affidate ai pubblici registri che forniscono una pubblicità legale la cui affidabilità è ritenuta di interesse generale.

 

"L'aspetto più divertente della truffa è che nessun impiegato dell'ufficio ha verificato i dati dei documenti che ho consegnato ma tutti si sono preoccupati di controllare che le varie imposte e marche da bollo fossero state pagate regolarmente e che sul foglio apparisse il timbro nel notaio".

 

Rallegra constatare che non solo in Italia ma anche negli USA vasti settori dello Stato e degli enti locali si occupano solamente di rapinare (legalmente) i cittadini senza provvedere alcun servizio utile.

Mal de muchos, consuelo de tontos.

Chissà perchè gli spagnoli sono più saggi di noi...?!?

Dunque, credo d'aver trovato i dati USA (ed anche l'analisi bella e fatta). Grazie a Susan Woodward per la gentile cortesia fatta ad nFA. Quelli che vanno di fretta comincino a leggere dal capitolo IX (sperando siano esperti della terminologia).

Ora basta che qualche anima pia faccia uno studio analogo per l'Italia, e siamo a cavallo. Volunteer anyone?

Be' Michele, mi pare che i tuoi dati non facciano a botte con quanto da me detto.

 

Anche questa non è niente male.

 

Vorrei segnalare una perla apparsa recentemente nella rubrica di corrispondenza coi lettori di Beppe Severgnini sul Corsera (notare che entrambi, Severgnini e il Corrierone, si dicono liberali).

Ad una lettrice che gli scrive criticando il concorso per notaio, ecco cosa risponde il nostro (http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-08-28/05.spm):

 

lei propone di abolirlo [il concorso]. Temo non sia possibile: proclamare "notaio" chiunque abbia una laurea in legge e voglia svolgere la professione, affidando poi la selezione al mercato, presenta rischi enormi. Una compravendita o una successione affidate a un incompetente provocherebbero disastri e drammi familiari

 

Segnatevelo: "rischienormi", "disastri" e "drammi familiari" non facendo il concorso e lasciando la selezione al mercato.

 

Le soluzioni proposte sono ovviamente di stampo dirigistico:

 

Si potrebbero fare altre due cose, invece: aumentare i posti e rendere meno remunerativa la professione

 

Neanche consentire l'accesso alla professione a TUTTI quelli che passano il concorso. No, solo aumentare di un tot i posti e diminuire di un altro tot gli onorari. Come calcolare questi tot non e' naturalmente dato saperlo.

Ricordo che Severgnini e' figlio di un notaio e credo si sia gia' discusso delle sue idee su questa bella professione qui su Nfa.

 

Ad onore del vero, va detto che recentemente ha anche ospitato una lettera di protesta contro la politica anti-parafarmacie attuata da questo governo, che vorrebbe cosi' eliminare una delle poche liberalizzazioni attuate in Italia negli ultimi anni (http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-08-30/06.spm).

 

 

 

Severgnini e il Corrierone, si dicono liberali

 

Severgnini, Panebianco, Ostellino, Martino, Ronchey, ... ah, i "liberali DOC" italiani, che grandi e coerenti pensatori.