Payback time?

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La Confindustria, o almeno la sua presidente, Emma Marcegaglia, ha parlato. Un altro passo verso il peronismo, ed un'altra buona occasione persa per starsene zitta.

Considerazioni.

1. Il titolo della home page del Corsera dice "Marcegaglia, Governo: 'Berlusconi vada avanti'."; quello della Stampa "Berlusconi deve andare avanti.", quello di Repubblica "Marcegaglia difende Napolitano."; quello del Messaggero "Marcegaglia: 'Non scassare le istituzioni. Il governo vada avanti, niente elezioni'." Infine, il Sole 24 Ore (versione ufficiale ed autorizzata, assumo) titola "Marcegaglia: 'Berlusconi vada avanti a governare'."

2. Credo ragionevole inferire che: Confindustria ha ufficialmente dichiarato che sta con Silvio Berlusconi e che lo ritiene la persona adeguata a ricoprire il ruolo di primo ministro. Confindustria chiede che "vada avanti a governare" un uomo di cui la destra europea ha orrore (se vi stanno sul culo i francesi, sfogliatevi il Times o El Mundo o il WSJ o Der Spiegel ...) e che, come cortesemente mi scriveva ieri un conoscente americano esimio esperto di scienze politiche,

 

Intentional or not, he's certainly making monkeys of Italians.

 

3. Ora sappiamo, ufficialmente, quale sia la nozione che Marcegaglia ed i suoi soci (per capirsi: quelli della nuova Alitalia, delle concessioni pubbliche e della "sleale" concorrenza cinese ...) hanno della democrazia liberale, della separazione dei poteri e del conflitto d'interessi in politica. Per Marcegaglia e Confindustria, evidentemente, deve andare avanti e governare uno secondo cui la democrazia liberale funziona così: il Presidente della Repubblica ha controfirmato la legge, il Presidente della Repubblica è di sinistra, quindi il PdelllaR avrebbe dovuto garantire il voto favorevole alla legge dei membri di sinistra della Corte Costituzionale!

4. La dichiarazione in questione, con le logiche implicazioni di cui sopra, e sotto dovrebbero indurre tutti ad un sobrio realismo: il paese reale è quella cosa là. Quelle che così parlano sono le elites economiche e sociali italiane. Seguono la "nobile" tradizione di Gino Olivetti e Dante Ferraris, aspirando, suppongo, ad un ruolo storico che rivaleggi quello di Giuseppe Volpi, conte di Misurata. Con elites sociali ed economiche dotate di tal'intendimento del proprio ruolo, non v'è molto da sorprendersi che (s)governino BS ed i suoi impiegati. Preoccupati? Compratevi un biglietto di solo andata ed assicuratevi che la scadenza del vostro passaporto sia la più lontana possibile.

6. Immaginatevi, chiudete gli occhi ed immaginatevi, Epifani e Bonanni che rilasciano una dichiarazione simile, ma di segno opposto. Incredibilmente, stan stando zitti: ma immaginatevi la canea di parte PdL se parlassero magari criticamente del signor BS.

7. Eravate rimasti "sorpresi", si fa per dire, dal tono molto "solidale", "concreto" e "assolutorio" degli editoriali del Corriere degli ultimi giorni? Ora forse sarete meno sorpresi.

8. Cosa c'entra tutto questo con il "peronismo"? Una delle colonne portanti di quest'ultimo è l'accettazione (nella testa della gente e nella pratica quotidiana) di una concezione di "paese" (nazione, stato) come un tutto organico in cui le varie "parti" (sociali, economiche, politiche, culturali) cooperano al "bene comune" attraverso organi e canali ad esso preposti. Le corporazioni, appunto, che si fanno stato e vengono dal medesimo assorbite in modo tale che la mente che guida il tutto possa coordinare (per il superiore bene della patria) le loro disparate azioni ad un unico fine. Niente conflitto, quindi, niente competizione, niente dialettica d'interessi contrapposti: tutti a remare per il bene comune, 'ché la patria è in grave pericolo. Questo messaggio apparentemente "fattivo" fu, appunto, quello di Gino Olivetti nel 1915, ripreso poi innumerevoli e tristi volte dalla "sempre governativa Confindustria". Questo è oggi il messaggio di BS e delle sue teste d'uovo, ed a questo messaggio Marcegaglia si allinea ed associa. Chi a questo messaggio si oppone è - oggi come nel 1915, nel 1919 e per i più di vent'anni seguenti - un "disfattista". Ebbene: oggi in Italia la democrazia liberale si preserva facendo, invece, i disfattisti. Ma questo è tema complicato, ci ritorneremo un'altra volta.

9. Tutto questo esporsi, poi, in cambio di cosa? Delle famosi grandi riforme? Delle sempre attese e mai arrivate trasformazioni dell'apparato dello stato, del sistema fiscale e delle regolamentazione del mercato del lavoro? Di un inizio, anche solo accennato, di riduzione della spesa pubblica e di messa sotto controllo di quella pensionistica? Ma neanche per sogno. La signora Marcegaglia, ed i suoi soci di Confindustria, sono persone pratiche e concrete, che non perdono tempo con illusioni e grandi progetti ma guardano al grano. Pochi, maledetti e subito: è così che si viene ammessi ai salotti buoni dell'olimpo economico italiano. È su tale cultura che si formano le elites nazionali: prendi i soldi e scappa. Quindi, in cambio del suo supporto ad un ulteriore stravolgimento delle regole della democrazia liberale in direzione peronista (ed alla Banca del Sud, non si sa mai convenga ...) Marcegaglia che chiede? Che riducano, per favore, l'IRAP.

Non m'avevano detto che, di secondo nome, faceva Esaù. Strane tradizioni battesimali in casa Marcegaglia.

 

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Commenti

Ci sono 66 commenti

Michele, che c'e' da stupirsi? La Confindustria fa lobbying e munge piu' che puo'. Come ha sempre fatto e sempre fara'.  Sono quattro o cinque gruppi industriale che si comprano linee aeree, di telecomunicazioni, autostrade, ulteriori sussidi automobilistici...e, non scordiamoci, la promessa di mantenere lo status quo di monopoli. Che poi se BS elimina il falso in bilancio gli va pure bene. I sindacati proteggono chi il lavoro ce l'ha e chi se la prende nel di dietro sono quelli che non ce l'hanno e che cercano di entrarci nel mercato. Il parallelo di chi subisce i danni corporativi della Confindustria sono tutte quelle piccole imprese che esportano il 70% di cio' che producono, sono soggette alla concorrenza internazionale sostenendo come input il costo di servizi monopolizzati inefficienti. Ay There is the rub! Ma perche' questa classe imprenditoriale non s'incazza? Da buoni veneti sappiamo cosa trovi se fai un giro nei nostri distretti: imprenditori che lavorano come bestie, corrono dietro ai prezzi dei cinesi ma sono pronti a santificare Tremonti e a votare BS. Questo si' che e' un mistero!

Stabilito che una Lobby è una lobby e cerca di portare a casa risultati, che Confindustria ha come la politica problemi (grandi) di equilibri interni, che se i piccoli invece di lavorare come bestie e basta cercassero di capire cosa succede nelle Associazioni Industriali e di far cambiare la situazione forse la signora dovrebbe prenderli più in considerazione.

Un paio di pensieri:

Confindustria è filo governativa da sempre (ricordo quando la base accusava Montezemolo di essere filo Prodi) e non potrebbe essere diversamente, dovendo cercare mediazioni con chi governa in quel momento. Il Colaninno di Alitalia citato mi pare abbia parenti che fanno i ministri ombra (insomma il peronismo ingloba l'opposizione in questo caso).

Marcegaglia ha chiesto (sentito, non letto sui giornali che scrivono quello che gli fa comodo) a gran voce le riforme nei giorni scorsi. E su questo credo siamo tutti d'accordo.

Personalmente non amo BS e l'ho criticato parecchio anche nel blog ultimamente ma in questa situazione economica l'idea di una campagna elettorale politica mi fa venire i sudori freddi. E oltretutto penso vincerebbe ancora BS avendo avversari non pervenuti, con un ulteriore passo verso il peronismo della "volontà del popolo".

L'alternativa quale è? Me lo sono chiesto spesso. Perché non esiste un vero partito liberale e liberista nel paese? Perché non sappiamo selezionare una classe dirigente degna di questo nome? E dalla mia esperienza dico: perché poi i cittadini per primi sono più interessati a benefici personali e piccoli favori o corruttele che al bene comune. Il marcio parte dal basso, purtroppo.

E non vedo all'orizzonte una rivoluzione culturale.

Dimenticavo: che poi probabilmente fosse una buona occasione per tacere... sono d'accordo con te

Sono concorde con la sua analisi : attualmente con o senza BS poco cambierebbe,o magari cambierebbe in peggio perchè oltre ad un'opposizione lacerata ed incapace, ci troveremmo anche una maggioranza priva di una pur fittizia coesione. Riformare il paese credo sia difficile o quasi impossibile a breve o medio termine anche per una classe dirigente rinnovata (vi prego non ridete, sono un sognatore)perchè,come lei fa notare,è la stessa cultura nazionale ad impedirlo. Come diceva Montanelli ogni governo è espressione del proprio popolo. Aggiungo poi che nel corso dei decenni il paese si è diciamo "plasmato" sulle sue assurdità; in pratica metà della popolazione vive dei suoi mali: i dipendenti pubblici sono milioni, i falsi invalidi idem ,una parte del patrimonio industriale vive di sovvenzioni o monopoli , i vari "ammortizzati" etc. Sarà dunque difficile uscirne.

 

Che la situazione sia questa: non ci piove.

Che il marcio parta dal basso...ho grossi dubbi.

La mia esperienza all'estero è finita da tempo ma mi sento di sfidare qualsiasi imprenditore di qualunque latitudine a venire in Italy a fare impresa: i più scapperebbero dopo pochi giorni e tanti non avrebbero le palle di fare quanto riesce a tanti che, come scritto, si fanno un paiolo così giorno e notte.

Da un secolo, almeno a questa parte, l'Italia è stata gestita da una classe dirigente autoreferenziale che non ha fatto nulla, e nulla continua a fare, affinchè un minimo di spirito critico si impossessi, (miracolosamente?) dei cittadini, (mica è colpa nostra se la storia ci ha insegnato che, una volta raggiunta una posizione di potere, anche periferica, hai svoltato e sei più uguale degli altri..). Fino a vent'anni fa era un'imprea titanica, per un "chiunque" trovare libri di stampo liberale. I pochi liberali erano impegnati a litigare e, capita anche oggi, facevano cadere le loro teorie dall'alto, (ma da molto in alto), di modo che è molto difficile far comprendere i vantaggi insiti nella libertà al cittadino medio.

Oggi ci siete voi e altri che parlano come mangiano e già questo è rivoluzionario, a mio parere. Purtroppo qui non basta perchè troppo residuale è la percentuale di popolazione che sfrutta internet per informarsi.

Quindi, tornando alla tua conclusione? Secondo me ci vorrà del tempo ma se è vero com'è vero che la libertà è l'unica alternativa al declino si deve continuare a parlare ai cittadini dimostrando la bontà di certe teorie, (e pratiche) e, sono sicuro potremo saltarci fuori...Nel frattempo preparo mia figlia di 6 anni a comprendere che forse il suo futuro sarà migliore all'estero...

Il cincischiare e il non parlar chiaro a volte raggiungono livelli di parossismo. Un esempio veramente allucinante è l'atteggiamento della Marcegaglia verso il progetto della Banca del Sud. È abbastanza simpatico il modo in cui Il Mattino riporta le dichiarazioni della sciura.

Serve un taglio delle tasse. «Il governo deve mettere all'ordine del giorno il taglio delle tasse sulle imprese e sui lavoratori dipendenti, che sono quelli che stanno facendo di più - dice la Marcegaglia - La Francia sta abolendo l'Irap, la Germania probabilmente farà un taglio, pensiamo che anche il nostro governo debba mettere all'ordine del giorno questo tema».

«La Banca del Sud non sia un carrozzone». «Confidustria guarda con attenzione alla Banca del Sud, perché non sia un carrozzone pubblico, ma aiuti le imprese e i cittadini meridionali ad avere soldi ad un giusto prezzo - ha detto la Marcegaglia - C'è un problema di restrizione del credito soprattutto nel Mezzogiorno, questo è un tema vero».

Cosa c'è di divertente? C'è che prima si chiede il taglio delle tasse e poi, invece di indicare un qualche modo di tagliare le spese, si fornisce appoggio all'ennesimo progetto di sperpero di danaro pubblico e di intrusione statalista. Tutto questo, ovviamente, senza mai avere il coraggio di chiamar le cose con il loro nome e anzi usando ridicole foglie di fico. In dichiarazioni precedenti la Marcegaglia ha approvato la Banca del Sud ''purché non sia pubblica''. Se la Banca del Sud è un affare privato, cosa impedisce ai banchieri di metterla in piedi ammesso che ne abbiano voglia? Perché si deve impegnare il ministro dell'economia? Crede veramente la Marcegaglia che una Banca che verrà creata dal governo, anche se magari con congruo contributo di capitali privati che poi verranno adeguatamente remunerati in modo laterale, possa essere esente da influenze politiche? Meno male che siamo noi quelli che vivono su un altro pianeta. La vicenda Alitalia, in tutta evidenza, non ha insegnato assolutamente nulla.

Ma è veramente la visione dell'economia che esce da queste dichiarazioni che fa impressione. C'è un problema di restrizione del credito, a dire il vero non solo al Sud ma anche nel resto d'Italia. Qual è la soluzione? Intervento pubblico affinché il credito venga erogato ''al giusto prezzo'' ai cittadini e alle imprese meridionali.  Altro che modello superfisso. Qua siamo regrediti fino a Tommaso d'Aquino.

Che poi, perché solo i meridionali devono godere di credito al giusto prezzo? La Banca del Nord non può essere molto lontana...

 

 

Qua siamo regrediti fino a Tommaso d'Aquino.

 

 

Fazio prima e Tremonti ora l'hanno sempre detto di essere estimatori dell'aquinate...


Un pò di pensieri disordinati, provo a elencarli per punti, così non mi ci perdo.

1. Dò atto a MB di essere fra i pochi a indicare la pericolosa china su cui stiamo scivolando, Confindustria, con il suo atteggiamento, sta favorendo la deriva peronista.

2. Adesso mettetevi nei ns. panni. L'Imprenditore, in un commento sopra, (nome e cognome, mai ?) ha esemplificato uno dei problemi di Confindustria: i piccoli lavorano e in Confindustria si fanno vedere solo alle assemblee (ma Morandini sta veramente girando come un pazzo), i grandi fanno e disfanno, noi contiamo meno del due di picche. I piccoli meridionali, poi, potrei dire, non pervenuti.

3. Le "rivendicazioni" sono ormai al livello da Bar dello Sport : meno tasse, meno costi del lavoro, più credito, scusatemi, ma sono tipiche rivendicazioni di una "parte" che chiede al governo qualcosa, ma perchè Confindustria si dovrebbe mettere a fare le pulci al governo? Dalle mie parti si dice : "Cumpà, ma rai 'na vacc?" (compare mi dai una vacca?), mettiamo il caso che il governo dica: da oggi, per legge, le aziende non pagano tasse, il salario è dimezzato, ogni azienda deve avere credito illimitato: ma a me che importa se il paese va dove va BS ogni week-end?

4. Rapido accenno alla Banca del Mezzogiorno (per chi non lo sapesse, Banca del Sud esiste già, è anche attiva con un paio di sportelli, ed è stata fondata da un gruppo di imprenditori napoletani, ma nulla a che vedere con GT e le sue follie): c'è gente (molta, troppa direi) che rimpiange i vecchi tempi del Banco di Napoli, quando per avere un fido non dovevi avere un bilancio a posto, ma il numero di telefono di Cirino Pomicino. C'è gente che ricorda con entusiasmo quando con una telefonata aveva fidi in bianco fino a 50 miliardi di lire in ventiquattro ore. Questa gente (imprenditori ?) è orfana di quel sistema, si dedica molto più dei piccoli a coltivare amicizie, a frequentare Confindustria, non c'è da stupirsi se Morandini dice alla Marcegaglia: gli imprenditori del Sud vogliono la Banca del Mezzogiorno, e la "sciura" si adegua: le informazioni sono asimettriche.

Ho finito, ma anche qui concordo con l'anonimo imprenditore, dall'altro lato non si vede niente, i commenti che sento sono del tipo: adesso comandano questi qua, comunque quando comandavano quelli là con i comunisti era peggio, passeranno anche questi. Mussolini cominciò così. Michele, hai ragione da vendere, il problema è che non ha mercato. La legge della domanda e dell'offerta...

P.s.

 

La Banca del Nord non può essere molto lontana...

 

Già dato, grazie

Ma scusa Michele di che c*** ti stupisci. SB non è un'anomalia piovuta dal cielo, come gli Hyksos (premio a chi ricorda l'analogia). E' l'interprete ideale dell'italiano medio o,se vuoi, della maggioranza degli italiani - anche di alcuni che votano sinistra. E per questo lo amano e se lo votano. Ormai  deve essere chiaro che è incapace a governare. Un caimano quando si tratta del suo particulare, più pasticcione che malvagio quando deve fare qualche riforma. E in ogni caso attentissimo a non pestare i calli del suo elettorato di riferimento, inteso in senso ampio, includendo cattolici, ceti popolari etc.

 

 

 

Ma scusa Michele di che c*** ti stupisci.

 

Giovanni, vecchio mio, se dovessi scrivere solo quando mi stupisco, smetterei di scrivere.

P.S. Era un consiglio implicito? :-)

(son la xv dinastia d'Egitto, non si capi' mai bene se e' una lotta di potere tra egizii o invasori semitici che arrivarono dalla Mesopotamia, in ogni caso avevano il carro-armato-da combattimento e battevano tutti gli appiedati)

ha poca rilevanza.

La questione e' che nessuno in Italia nota la deriva peronista. Mussolini qui c'entra poco. Ci sta un paese che decade rapidamente, in termini sia della sua economia, che della gestione (di quasi tutto: e' di oggi la notizia, bizzarra assai che A. Bassolino vuol fare.. il governatore della Campania.... Hitler duro' di meno al potere. non state a scocciare col paragone ingiustificato, il punto e' il TEMPO che dura, non come e cosa fanno)

 

Quel che preme a me e' semplice. E' vero o non e' vero che le persone per bene debbano andarsene perche' nulla resta?

Io inclino al pessimismo, nel senso che credo vi sia nulla da fare, soprattutto perche' nonv i saranno pressioni esterne. Dopo le esibizioni da clown del g8 (gx visto che il numero cambia) vi sara' presto una ripresa dei problemi seri (i.e. ==[ndr = id est = CIOE'] Rpc USA South-South Block JAPAN 1 rep of Europe, probably BRD, il resto son "scorregge nello spazio" per prender in prestito la preveggente espressione del Sen. Bossi. Ne deduco che l'Italia verra' invitata, se va bene, a far la pizza alla festa di inaugurazione.

Dunque

1. non vi sara' nessuna pressione esterna (tipo ue)

2. i dioscuri del primo ministro (Brunetta che vuol essere Malraux e de Michelis che vuol esser Kouchner, Tremonti che vuol esser Strauss-Kahn, La Russa che vuol essere Attilio Regolo) andranno da nessuna parte

3. l'opposizione, QED, e' in combutta con il governo, si veda scudo fiscale se vi sono dubbi

4. che resta da fare?

l'unico suggerimento che mi viene in mente e' di premere (pressione mediatica) perche' si diminuiscano le possibilita' di un tracollo troppo rapido. Gli scarsi campi d'azione possibili sono queli del mercato del lavoro e delal riduzione ai minimi termini della obesa macchina politica, Se questo implica la ripresa delle cene da Letta e dei convegni degli universitari, il prezzo e' minimo, visto che l'alternativa e' una specie di lento dissanguamento mentre tutti attendono la prossima eruzione di sperma e sangue da parte delle elites.

sull'inettitudine del PD, che sostengo nella speranza che esca dal coma in cui è piombato, non discuto, però le sarei grato volesse spiegare in che forma il PD sia stato in combutta col governo sulla questione dello scudo fiscale.

Grazie

De Bortoli nel suo ultimo editoriale è stato chiarissimo.

http://www.corriere.it/editoriali/09_ottobre_10/critiche-al-corriere-f-de-b_4a57a7ee-b564-11de-8656-00144f02aabc.shtml

    <em>Le critiche al Corriere. Una risposta<em>

    Non sappiamo che cos’abbia spinto il premier a criticare ieri il Corriere . Non gli piaceva il fondo di Ernesto Galli della Loggia che pur stigmatizzando (e ci mancherebbe...) le espressioni da lui usate contro il presidente della Repubblica, riconosceva una serie di meriti all’azione del governo? Non credo. Non gli andava il corsivo di Pierluigi Battista che smentiva la vulgata di sinistra dell’esistenza di un regime con la sua impronta? Impensabile.

    Forse abbiamo un unico grande torto. Siamo un giornale che ragiona con la propria testa, lungo il solco liberale della sua tradizione. Un quotidiano che si ostina a coltivare la propria indipendenza. Abbiamo rispetto del ruolo politico e sociale del Cavaliere, e più volte su queste colonne lo abbiamo sottolineato. Ma ne critichiamo gli eccessi. Nello stesso tempo difendiamo i valori costituzionali e gli insostituibili ruoli di garanzia di alcune sue istituzioni. Ci sforziamo di trovare, nel dibattito quotidiano, più le ragioni per unire questo Paese, anziché dividerlo, più i motivi per sostenerlo anziché colpirlo.

    Il Corriere non veste alcuna divisa e non indossa nessun elmetto. Si è ben guardato, in questi mesi, dall’assecondare la campagna scatenata contro il premier, con vasta eco all’estero, dai suoi nemici, politici ed editoriali, e da tutti quelli che hanno ridotto l’opposizione allo sguardo insistito nella sua vita privata. Dimenticando tutto il resto. Come se non esistesse più un governo che va giudicato dagli atti concreti, quelli che servono al Paese in una delle crisi sociali ed economiche più acute. Tutti quelli che lavorano onestamente, dalla mattina alla sera, cittadini, lavoratori, professionisti e imprenditori, non possono che soffrire e nutrire un profondo senso di ingiustizia nel vedere l’immagine internazionale del nostro Paese messa così ingiustamente alla berlina.

    Certo le notizie non le abbiamo mai nascoste. Mai. Ma neanche strumentalizzate e piegate alle esigenze di parte, come accade in quasi tutto il panorama editoriale. I fatti ormai non sono più separati dalle opinioni, sono al servizio delle opinioni. Le inchieste di Bari sono state rivelate dal Corriere . Abbiamo informato, correttamente, senza mistificare la realtà com’è prassi quotidiana sulla stampa e sul video. Ma non abbiamo mai partecipato alla guerra civile mediatica che si è scatenata subito dopo. Per rispetto dei lettori, innanzitutto, che non vanno assoldati e iscritti d’ufficio a un partito o all’altro.

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    Il Corriere ha ospitato tutte le opinioni, nel solco della sua migliore tradizione. Ha elogiato il governo quando se lo meritava. Non poche volte. Lo ha criticato quando a nostro giudizio sbagliava. E’ successo, e in forma anche più dura, con i governi di centrosinistra. Ha praticato e difeso una libertà di stampa responsabile. Le querele ai giornali sono legittime, per carità, ma costituiscono spesso un errore, a mio personale giudizio, se vengono da chi ha alti incarichi istituzionali e di governo. Chi scrive ne ha collezionate, tra querele e cause civili, ben 180. E nei giorni scorsi ha perso in appello contro gli avvocati del premier Ghedini e Pecorella. Dunque, avevano ragione loro a sentirsi diffamati da un mio scritto del 2002. La sentenza è chiara e la accetto, senza pormi il problema se il giudice fosse di destra o di sinistra e senza cambiare idea rispetto a quello che ho scritto. Sbaglierò, ma non ho mai pensato minimamente che per difendere la mia libertà d’espressione fosse necessario scendere in piazza.
    Il Corriere è un giornale liberale e moderato, una delle istituzioni di garanzia di questo Paese. Non vuole partecipare allo scontro fra due fazioni, in un’Italia ridotta a una desolante arena nella quale si sta perdendo, insieme allo stile e al decoro, anche un po’ il lume della ragione. Vuole occuparsi dei problemi reali del Paese, informando correttamente i cittadini, rappresentando al meglio «quell’Italia che ce la fa», che lavora, produce, esporta, studia. Un grande Paese che non merita giudizi sommari. Senza muoverci di un millimetro da quello che consideriamo un nostro dovere verso i lettori

    (f.de b.)
    10 ottobre 2009

     

    Brunetta, in diretta, davanti a una piaciona Lucia Annunziata, sta spiegando che il golpe è in corso contro il governo perchè loro stanno facendo le riforme.

    Ha poi detto che lui è ancora socialista...e che anche lui ha utilizzato l'immunità al parlamento europeo per contrastare i monopoli e le inefficienze delle public utilities.

    Minchia, sembra il trailer del nuovo film di Natale della Walt Disney.

     

    <em>Sentenza Cir, sul giudice ne verranno fuori delle belle»<em>

     

    <em>

    Dal corriere.it

    <em>

     

    Michele mio, io leggo codesto tuo scritto come uno sfogo, quello di chi mal digerisce prese di posizione pubbliche che possano – in qualunque modo – essere intese, anche solo parzialmente, come un supporto a colui che, ormai, dipingi in guisa di “male assoluto”, e da costui utlizzabili a suo vantaggio mediatico.

    Lo capisco, intendiamoci, e non son certo qui a difendere chi si definisce liberale e si comporta all'opposto, sebbene mestamente ricordando di non riuscire a vedere alternative migliori (meglio, forse, non peggiori …..): nessun cavaliere bianco, all'orizzonte, insomma …...

    Eppure, volendo discutere quanto affermi, a me pare necessario prescindere da tale aspetto.

    Le parole di Emma Marcegaglia, in realtà, non dovrebbero essere fraintese: si tratta di una forte richiesta – anche a BS, che deve rispettare il capo dello Stato e “non amplificare le polemiche” - di abbandonare l'approccio “muro contro muro” che caratterizza la scena politica italiota (che fa rima, non a caso, con idiota …...), basato sull'insulto e sulla reciproca delegittimazione, per rivolgere l'attenzione ai problemi economici, ben lungi dall'esser risolti. Dichiarare che il governo deve poter governare è, dal punto di vista di un operatore economico messo in difficoltà dall'attuale congiuntura, considerazione non solo legittima ma persino lapalissiana, specie in un momento che vede altri esecutivi agire con diminuzioni dei prelievi fiscali, allo scopo di sostenere la competitività dei rispettivi sistemi-Paese: già le nostre imprese si confrontano in condizioni di svantaggio, dunque chiedere che tale forbice non si allarghi mi pare proprio il minimo sindacale …...

    Ti dò atto che avrebbe potuto meglio precisare, specificando “qualunque governo sia in carica, deve poter governare”, ma a che scopo, se non solo di prender le distanze dal premier attuale con dubbie conseguenze in termini operativi? Del resto, piaccia o meno, questa è sempre stata la posizione di Confindustria, filogovernativa per necessità di rapportarsi con gl'interlocutori del momento, oltre che – naturalmente, mica ci si fodera gli occhi di prosciutto …. :-) - per interesse dei grandi gruppi titolari di concessioni e protezioni, ancora troppo influenti al suo interno e protagonisti di una lotta per il potere, peraltro avversata dall'attuale vertice con risultati ancora incerti.

    Non ritengo, inoltre, che sarebbe stato meglio tacere – ed in ciò dissento dall'amico e collega “L'imprenditore” - giacché c'è davvero bisogno di quelle azioni concrete di cui, sino ad oggi, si son viste scarse tracce e che rimane fondamentale sollecitare con continuità. In particolare – non ti dovrebbe sfuggire – da tempo Ms. President insiste sulla non procrastinabilità di un cospicuo set di riforme strutturali, purtroppo sempre messe in coda ad altre – poco nobili – esigenze od anche, semplicemente, fieramente avversate dalla sciagurata statal-cleptocrazia che regge (?) - da che ho memoria - le sorti del Paese. Nel discorso di Salerno, tra l'altro, c'è stato spazio anche per un pressante invito a mandare a casa gli amministratori responsabili della catastrofe sanitaria meridionale e, sebbene il “giusto prezzo” del credito non possa certo essere stabilito per via legislativa ma definito dal mercato per ogni singola situazione, il richiamo al tema di un indubitabile credit crunch vuole – a mio avviso – semplicemente tenere alta l'attenzione sui comportamenti del sistema creditizio, che tutto il mondo manifatturiero giudica - a torto od a ragione, non è questo l'argomento in discussione ora - troppo restrittivi ed in questo senso definiti "ingiusti" con eccessiva semplificazione oratoria.

    Naturalmente non è affatto detto che il Berlusca prenderà la strada indicata, anzi vi sono fondatissime ragioni per ritenere che i suoi comportamenti daranno sempre più ragione alla nota definizione dell'Economist. Epperò, questo è il governo che abbiamo ed altri – meno “unfit” - nemmeno sono ora pensabili e, se anche domattina (per intervento di una qualche improbabile divinità) cambiasse la maggioranza, davvero qualcuno crede in una qualità superiore all'attuale?

    A me, francamente, non pare utile un atteggiamento da “tanto peggio, tanto meglio” che ponga sopra ogni cosa l'obiettivo di rovesciare il caudillo di Arcore, incuranti del dopo. Evidentemente la pensa così anche la sciura Emma, che si preoccupa - giustamente - di far notare quanto l'inazione sui temi veri sia di danno.

     

    Guarda non per essere il solito che fa il provocatore.. ma una maggioranza peggiore dell'attuale la vedo francamente impossibile.

    La sensatezza delle sue sosservazioni sulla Marcegaglia è messa in discussione dal dato oggettivo del contesto che vede berlusconi accelerare fortemente sulla scelta del con me o contro di me. Ed infatti, ad eliminare il dubbio, stamane si legge su CorSera di una sua affermazione secondo cui "siamo in guerra". Tutto questo rende un ragionevole invito come quello della Marcegaglia sottomissione. E lo conferma l'espressione riferita al governare del governo e non di ogni governo in carica.

    Scherzosamente ma non troppo: silvio non è il male assoluto. Solo relativo. E' il peggio che potesse capitre dopo 150 anni di unità d'Italia. Ma in fondo, con queste classi dirigenti non c'era da aspettarsi granchè di meglio.

    luigi zoppoli

     

    danield'agnelli, guardi che io sempre mi preoccupo per ragioni sindacali del benessere delle persone anziane. Per altro oggi Elinor Ostrom ha il premio. GO BIG RED!

     

     

    palma a, PhD IU 1989

    Credo sia anche la prima donna insignata (anche se non sono sicuro al 100%).Doppia soddisfazione.

    mi stai facendo dire che considero SB un incapace in quanto vecchietto?

    Perché non era questo che intendevo ma piuttosto che è una persona ridicola a 360° LUI, che dorme 3 ore a notte e passa le altre 3 a fare l'amore (con le mignotte).

    Diciamocelo: di qualsiasi colore sian le pilloline che prende son probabilmente sbagliate e sicuramente troppe.

    E' ridicolo come lo sarebbe la Montalcini in minigonna che fa battute idiote sul cervello di Gasparri (e ne avrebbe ben d'onde) in diretta TV tra uno starnazzo e l'altro sul complotto comunista.

    Tanto dovrebbe bastare... ed invece non basta mai.

    Preghiamo.

    Insieme alla grande manovra (grande riforma) si muovono anche persone intelligentissime, "eta' massimo trenta" -- mi illumina Corsera-- che assunte au champ d'honneur della comunicazione e dei "media" (la redazione di Colpo Grosso attende il fatidico "colpo" di telefono) deve difendere l'onore "sputtanato" di un piccolo Nixon lombardo. La guerra va iniziata immediatamente contro the nattering nabobs of nihilism.

    NON sto sfottendo, un ministro si occupa di questo, ministro Brambilla, con le mie scuse a S. Agnew, B. Safire, P. Buchanan, Boldrin fils

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    per i giuristi: pare che la base di "stare decisis" nella dottrina costituzionale sia la sentenza "Previti." Il tribunale di Milano dovra' cambiar orario se al primo ministro non aggrada la convocazione.

     

    La perversione globale e quella del monopolio mediatico si estendono al paese ed alla cosiddetta opinione pubblica. Anche in discussioni non da bar, ogni imbecille ritiene di poter contestare la sentenza sul lodo alfano non sulla scorta di osservazioni giuridiche ma ragliando con aria solenne: 'è stato eletto a premier dal popolo!.' E se va male, si raglia che la Corte Costituzionale ha offeso il Parlamento. Compreso dell'utri of course. Se non è peronismo questo....!!!!!! Ma nessun problema! il peggio deve ancora arrivare.

    luigi zoppoli

    Ma nessun problema! il peggio deve ancora arrivare.

    Terrorista...

     

    ogni imbecille ritiene di poter contestare la sentenza sul lodo alfano non sulla scorta di osservazioni giuridiche ma ragliando con aria solenne: 'è stato eletto a premier dal popolo!

     

    Nulla di più vero. Esattamente come ogni imbecille si ritiene in dovere di disquisire d'ogni cosa, meglio se a lui ignota, purché inserita nel mare grande della certezze inoppugnabili. Quelle esposte da un leader - chiunque esso sia - in sede di comizio o di esternazione mediatica "pro domo sua".

    Il Belpaese non è solo formato da 60 milioni di commissari tecnici della nazionale pedatoria .... :-)

     

    Insisto: è arruolata. Anzi, sono arruolati visto che la platea monzese ha reagito positivamente alla performance del duo BS-Marcegaglia. Leggetevi attentamente il poco che l'articolo racconta (e cercate altrove ulteriori dettagli del duetto) ed intenderete ciò che dico.

    Gravissimo collateralismo in una situazione di palese forzatura istituzionale e costituzionale da parte di BS, che sta giocando il tutto per tutto per arrivare al plebiscito sulla sua persona e l'affermazione, di fatto, del regime peronista che da sempre persegue. In una situazione del genere, la cosa che il presidente di Confindustria dovrebbe fare è starsene assolutamente zitta chiedendo, se proprio vuole parlare, solo il rispetto della Costituzione, dei suoi principi e delle sue procedure. Di tutte le procedure. Punto e basta. Se poi ha rivendicazioni "sindacali" da fare, le faccia direttamente al parlamento ed al governo (meglio, alla maggioranza) senza appelli "ad personam" all'amicone primo ministro che la vuole come vice-presidente del consiglio! Non siamo nemmeno in una repubblica presidenziale, figuriamoci se siamo nella specie di regime autocratico che i sempre più farneticanti pronunciamenti di BS descrivono e che, con le proprie parole, Marcegaglia neanche tanto implicitamente approva!

    E le faccia poi queste richieste, chiamandole per nome e cognome e definendole chiaramente, invece di continuare ad alludere a "grandi riforme" e "cose ancora da fare", dando l'impressione che da un lato qualcosa sia stato fatto (COSA???) e, dall'altro, lasciando nella totale ambiguità ciò che vanno cercando lei ed i suoi associati!

    Perché, aldilà delle melense parole e del pseudo "voemose ben, siamo tutti sulla stessa barca, diamoci da fare, passin passetto, qui occorre essere costruttivi, l'alternativa è peggio ..." ed altra retorica utile solo ad arrampicarsi sugli oramai oleosi specchi, l'impressione è che a questa, ed ai suoi soci, interessi solo che le riducano due lire di IRAP ed introducano, con i soldi dei contribuenti, un qualche sussidio al credito che devono ricevere!

    Che, per l'ennesima volta nella storia d'Italia, il prezzo di tali trasferimenti (perché di trasferimenti si tratta) consista nello stravolgimento della legalità costituzionale e nella degradazione politico-morale del paese, agli industrialini nostrani, amanti dello stato corporativo, non potrebbe fregar di meno. Quindi han deciso di schierarsi, come già fecero a suo tempo: una classe dirigente da sbochi - nel senso veneto della parola, con una "c" sola.

    Per tal piatto di lenticchie Confindustria si allinea al progetto Berlusconiano, sposandone le tesi di fondo:

     

    «Presidente, rimbalzi le polemiche, non si occupi delle polemiche. Vada avanti con ancora più forza nell'azione di governo. Faccia le grandi riforme e su questo la giudicheremo». «Questo è un governo che è stato eletto dai cittadini - aggiunge - e deve andare avanti. Il nostro Paese ha bisogno di tutto tranne che di instabilità».

     

    Oggi come allora, l'organizzazione degli imprenditori italiani si vende all'uomo del destino in cambio di un po' di soldi da ricevere sottobanco. Niente di sorprendente, ma prendiamone nota.

    Il paese non ha bisogno solo di stabilità, signora Marcegaglia. Anzitutto e prima di tutto ha bisogno dello stato di diritto, della separazione dei poteri, del ripristino della moralità pubblica. Il paese ha bisogno di democrazia liberale, signora Marcegaglia: la riduzione dell'IRAP, mi dispiace per il suo borsellino, questa volta viene dopo.

     

    Non invidio la "sciura", che un pò di destra lo è, ma (mi dicono) non ama BS, la base, invece lo idolatra.

    Franco potrà dirti di più da questo punto di vista, ma credimi, non ci capisco più niente. Ho sentito con le mie orecchie un imprenditore molto legato alle forniture pubbliche dire peste e corna del fatto che non era pagato da 14 mesi, e poi tornare da una manifestazione con BS estasiato dicendo: è un grande. Farà grandi cose per l'Italia: questo, questo e quello, ci sarà lavoro per anni. Il giorno dopo era di nuovo incavolato nero perchè la banca gli aveva detto che doveva rientrare, che l'esposizione era alta e i conti non movimentati.

    Eh, ma Berlusconi e Tremonti sono grandi, faranno, diranno...

    Boh...

    P.s.

    Lo Stato (quindi BS) continua a non pagare, ma il tema è sparito, più importante il lodo Alfano, difatti lui parla di separazione delle carriere a una platea di imprenditori e ottiene un boato da stadio. Saranno pure venduti per un piatto di lenticchie, ma io non ne sento nemmeno il profumo e tutti hanno già l'acquolina in bocca. Incantatore di serpenti ?

    Michele, proverò a dirlo in un altro modo: vediamo se riesco ad essere più convincente.

    Tu vorresti che Emma Marcegaglia scendesse in campo contro il governo: in mancanza di tale netta presa di posizione - noncurante dei molteplicipubblicidistinguo più volte uditi, anche dalle mie orecchie, e non certo da altri riportati - ne dichiari tout court l'arruolamento, comportandoti - senza offesa, s'intende .... :-) - come lo stesso BS che sentenzia "chi non mi è amico, mi è nemico" (cioé, rigorosamente, comunista ..... epiteto che riserverebbe anche a me se dovessi dibattere con lui, dal momento che non potrei approvarne ogni affermazione).

    La leader di Confindustria, però, non può comportarsi in quel modo. A prescindere dalle personali opinioni (e dice bene Marco Esposito, quando riporta voci di non grande "comunanza di sentimenti", non ostante BS, ossessionato dall'aspirazione a piacere a tutti, tenti continuamente di catturarne la simpatia, anche in modo becero), il suo mandato prevede che il rapporto con il governo - qualunque governo - non sia di totale chiusura ma di trattativa, perché solo così può promuovere gli interessi dei suoi rappresentati (il fatto che questi, se correttamente individuati, siano comuni a quelli del Paese tutto è solo una fortunata coincidenza).

    Ciò è dimostrato da quanto avvenne anche nei riguardi del precedente esecutivo, con il quale Luca di Montezemolo - non solo per interesse personale, ma proprio per consolidata impostazione - protestò vivacemente ma non arrivò alla chiusura nemmeno nel momento dello scippo del TFR o del demenziale decreto per la sicurezza sul lavoro, provvedimenti potenzialmente molto dannosi per le imprese.

    Dunque, io condivido la tua opinione che vi siano molti buoni motivi per criticar l'azione del novello caudillo - pur continuando a ricordare che alternative credibili nemmeno spuntano all'orizzonte - ma non puoi chiedere a Confindustria di dichiararlo apertamente, in particolare in un momento nel quale è a rischio la sopravvivenza stessa di un cospicuo pezzo del nostro sistema produttivo: è una questione di priorità e gli associati, che hanno eletto Ms. President, vogliono - in questo caso tutti, grandi e piccoli - che ci si concentri sull'emergenza economica. Puoi, serenamente, dar loro torto?

    Inoltre, proprio in considerazione di quanto ho detto, è preciso compito di chi presiede l'associazione imprenditoriale chiedere, con forza ed insistenza, il miglioramento delle condizioni per fare impresa, a partire da quell'aspetto fiscale (non solo d'IRAP si parla) che altri Paesi hanno rivisto o stanno rivedendo, ampliando così il già notevole divario.

    Infine, ma solo a latere delle considerazioni principali, aggiungo di ritenere che siamo proprio in presenza di un abile incantatore di serpenti, che riesce - in alcuni casi anche inaspettatamente - ad affascinare molte persone, in ciò aiutato - è importante ribadirlo, perché spiega parte del fenomeno - dall'inconsistenza attuale e dalle pessime prestazioni di governo fornite in passato dall'altro schieramento in campo.

     

    Come predetto, Emma ha presentato il conto. Ossia, ha descritto il piatto di lenticchie in cambio del quale è disposta a continuare a ripetere che BS, essendo eletto dal popolo, deve "governare" sempre e comunque, passi quel che passi.

    Sorpreso? Ovviamente no!

    Trovo interessante vedere a quali fini avesse parlato nei giorni scorsi e quali cose vengano considerate, in Confindustria, le grandi riforme da attuare: un po' di sussidi a pioggia alle imprese, travestiti da "bonus fiscale alla capitalizzazione", "Industria 2015", "Ricerca e innovazione", "Fondo di garanzia per la PMI" ... Una vera e propria lista della spesa.

    Insomma, Emma ha presentato il conto per il suo esporsi, e consiste in alcuni miliardi di sussidi pubblici alle imprese. Lei lo chiama "disegno di politica industriale", io lo chiamo "bribe".

    Notare please, perché è importante, che non chiede nessuna riduzione di spesa pubblica e che nel giorno in cui Draghi ripete che occorre aumentare l'età pensionabile (e Sacconi gli risponde, mentendo, d'averlo già fatto) la Emma le pensioni non le menziona nemmeno. Ah, le grandi riforme che il suo presidente deve fare ... ed il vincolo di bilancio, Emma?

    Sempre in tema di grandi riforme, per realizzare le quali auspica che BS "vada avanti", nemmeno menziona l'urgenza di una riforma fiscale che sollevi il reddito da lavoro dal carico che l'opprime: a Emma basta la proroga sino al 2010 dei bonus per la capitalizzazione. Tanto meno richiede di intervenire nel settore creditizio per aumentare la concorrenza: si accontenta di credito a buon mercato, via altri sussidi. Nel settore dei trasporti, non chiede migliori servizi a minori costi spingendo, per esempio, per l'entrata di compagnie che competano con Alitalia ... no, neanche questo chiede. Anzi, in questo settore non chiede nulla perché, essendo ancora azionista di Alitalia, probabilmente vuole evitare un conflitto d'interessi ...

    Che stile, Emma, che stile. Un esempio cristallino di quella grande classe dirigente nazionale di cui tanto si sente il bisogno. Congratulazioni.

    Appena letto l'articolo ieri sera pensavo che a parlare fosse stata la gemella di Emma, addirittura "netto giudizio d'insufficienza"...wow...poi riflettendo ho capito e realizzato la tua stessa idea. Che bello essere presi in giro velatamente; sono sicuro che 8 italiani su 10 non ci hanno capito niente di tutta questa storia.

    Ti volevo chiedere una cosa. Di quel poco che conosco del Peronismo argentino mi sento di esprime un parere favorevole a ciò che sostieni ormai da tempo circa il Berlusconismo; però in merito alla signora Marcegaglia non riesco a trovare una figura parallela in Argentina. La mia domanda dunque è la seguente: è una figura "innovativa"? O è semplicemente parte del remake?

     

     

     

     

    Chiedo lumi ai confindustriali che passano di qui: siamo noi che abbiamo i capannoni troppo bassi e quindi una visuale limitata, oppure chi arriva ai "piani alti" perde di vista la realtà del fare impresa nel quotidiano? Oppure, ancora, si conferma che Confindustria rappresenta solo quelle aziende molto ma molto grandi, le cui esigenze sono slegate dalle normali logiche di mercato, perchè lavorano in ambito monopolistici e a forte protezione, percui le loro esigenze, essendo basate su grandi numeri e non sul bisogno primario di raccolta ordini e crescita interna, sono principalmente mirate alla sostenibilità del loro debito, che è in fondo la loro ragion d'essere?

    Se non mi sono spiegato cercherò di essere un po' più chiaro, ma mi pare sempre di più che Confindustria sia la lobby di pochi, delle rendite di posizione insomma; i suoi sforzi per raccogliere sempre nuovi iscritti creando sottogruppi per piccole imprese, imprese giovani e distretti vari mi sembrano, alla luce anche di queste affermazioni e richieste, solo opera di proselitismo e/o maquillage.

     

    Maybe it's my fault