Public Option alla padana

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«Il governo ha dato i soldi alle banche che dovevano aiutare le imprese, ma le banche preferiscono tenersi i soldi per i tempi migliori quando potevano prestarli, guadagnandoci un sacco. Il governo non ha saputo creare una banca propria in concorrenza con le altre»

Scolpì Umberto Bossi, in quella che appare la versione rozza (diciamo ruspante, così non si offende nessuno) del già non particolarmente sofisticato Tremonti-pensiero sulle banche. Che facciamo, senatur, torniamo alle banche pubbliche? Gestite come e da chi? Magari da qualche delfino, o meglio da qualche trota?

Nessuna meraviglia: questo è lo stesso personaggio che da mesi straparla di gabbie salariali, manco fossimo negli anni Cinquanta. Si conferma l'esigenza insopprimibile di insegnare economia sin dai primi cicli scolastici, per non condannare le prossime generazioni di italiani (poveri loro, by the way) a sentire simili farneticazioni para-comuniste. Allargando lo sguardo, qualcuno ancora pensa che il federalismo Lega-style non sarà una centralizzazione burocratica e statalista su base locale? Abbandonate ogni speranza, o voi che pagate le tasse.

Nota a margine: il presidente dell'Abi, Corrado Faissola, spiega perché i Tremonti Bond non servono più: "Presentano un'onerosità che è pari a quella del capitale di rischio". Esatto. Tremonti, a cui questi concetti sfuggono da sempre, era riuscito a dire che gli ibridi (i Tremonti Bond)

 

«non sono strumenti di debito ma di patrimonio, ed in ogni caso non servono alle banche ma alle imprese»

 

In realtà le cose stanno diversamente. I Tremonti Bond, per le loro caratteristiche, sono titoli ibridi tra capitale e debito (chi volesse approfondire troverà qui e qui una introduzione a questi strumenti). Ma a parte ciò, Tremonti pensa davvero che i mezzi propri non abbiano un costo? Mai letto nulla riguardo una cosa chiamata Capital Asset Pricing Model, per gli amici CAPM? Ah, no, lui non è un economista, è vero. Tornando a Faissola, il presidente dell'Abi dice alcune cose condivisibili. In primo luogo, che i Tremonti bond «sono stati molto utili a prescindere da quante banche ne abbiano bisogno». In altri termini, che l'annuncio degli ibridi ha avuto un impatto psicologico che è servito a rassicurare e in qualche misura a rasserenare il mercato circa il sostegno pubblico alle banche. Tremonti dovrebbe rallegrarsene, non recriminare, ma non vi riesce perché in cuor suo è sempre stato realmente convinto che gli ibridi sarebbero stati direttamente reimmessi nel circuito creditizio, e pure col moltiplicatore. Non è così, e Faissola lo ricorda quando dice che "la domanda di credito non è ancora decollata", e che le banche hanno bisogno di "credito buono", non di quello cattivo, cioè destinato a tenere in vita aziende che purtroppo non ce la faranno, vista la ristrutturazione epocale che abbiamo di fronte.

Quello che Bossi e Tremonti non possono o vogliono capire è proprio questo: che la valutazione della domanda di credito va fatta sul piano quantitativo ma anche su quello qualitativo. Oggi, in un momento in cui la manifattura pare riavviarsi in tutto il pianeta, quello che possiamo e dobbiamo chiedere alle banche è proprio di fare la loro parte nell'individuazione della domanda di credito "buono", e non penalizzarla con aggravi di costo.

Tutto il resto è demagogia padana, una nuova, ennesima variabile impazzita nel disgraziato panorama politico italiano.

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Commenti

Ci sono 15 commenti

 

quello che possiamo e dobbiamo chiedere alle banche è proprio di fare la loro parte nell'individuazione della domanda di credito "buono", e non penalizzarla con aggravi di costo

 

Assolutamente, Mario. Le pittoresche critiche sin qui portate - da ogni parte - all'operato del sistema creditizio hanno sempre poggiato sulla medesima concezione etica (posso dire catto-socialista?) che deborda ovunque, ma che nello Stivale ha la sua massima e storica espressione.

Intendiamoci bene. Le banche sono tutt'altro che esenti da colpe, checché ne pensi l'imperturbabile Faissola, ma la questione fondamentale da sottolineare è proprio la sopravvenuta incapacità di valutare le aziende. La prudenza suggerita dall'incertezza in merito all'evolversi della situazione, corroborata dalla consapevolezza di essere considerati too big to fail (meglio, too friend to loose ....) dal potere politico, ha portato i banchieri a restringere il credito erga omnes - fatta eccezione per i soliti amici.degli.amici - proprio per manifesta incapacità a fare il mestiere che dovrebbe essere il loro.

Si sente dire spesso, dagli stessi vertici bancari, che gli istituti di credito devono tornare ad occuparsi di economia reale, anziché di transazioni ad alto rendimento e consistente rischio finanziario (ah, il senno di poi ......) ma, al momento, pare solo che il tutto si traduca nell'aggravio delle condizioni per la concessione del credito.

Ma il sig Bossi non ricorda che buoni risultati ha portato la Banca della Lega?

La famosa Credieuronord nel cui CDA c'era Giovanni Robusti, ex senatore leghista e leader dei «Cobas del latte».

La Lega aveidentemente ha saputo creare una banca in concorrenza con ke altre, ma se ricordo bene non è certo un esempio da imitare!

 

Ma il sig Bossi non ricorda che buoni risultati ha portato la Banca della Lega?

La famosa Credieuronord nel cui CDA c'era Giovanni Robusti, ex senatore leghista e leader dei «Cobas del latte».

 

Gia', e la cosa ridicola fu che il suo salvataggio da parte della BPL di Fiorani produsse un'immediato rovesciamento delle posizioni della Lega verso Fazio (cosa del resto che era parte integrale dell'operazione sin dall'inizio). Strano partito la Lega: i suoi dirigenti sembrano perseguire sistematicamente la sudditanza verso qualcuno che ce l'ha piu' duro di loro.

 

Tremonti parti' nel lontano :-) 2008 con la robin hood tax, per togliere ai petrolieri indebiti guadagni.
Dopo pochi mesi la crisi mostro' che il problema non era piu' rappresentato dalla speculazione sulle materie prime ma che il il fonte si spostava sulla finanza e sulle banche.

Anche ieri a Cernobbio il nostro  dice basta a banche troppo grandi da essere piu' grandi dei governi e che in caso di crisi richiedono sforzi immensi per essere salvate (too big to fail).

Chissà perché questo ragionamento vale da noi solo per le banche e non per le industrie automobilistiche. Se, uscendo dai nostri confini, Microsoft fosse in crisi, bisognerebbe salvarla?

Chissà perché qualcuno si mette in mente che le aziende in crisi debba o essere salvate dai governi (in ritardo, piuttosto che fatte fallire subito appena i debiti superano la metà del capitale versato.

Forse che in questo modo Mediaset sarebbe stata fallire da molti anni (se non fosse stata in Italia?)

Bossi fa solo da cassa di risonanza alle stupidaggini di Tremonti.
Ignoriamolo e concentriamoci sull'originale.

Francesco

 

Anche ieri a Cernobbio il nostro  dice basta a banche troppo grandi da essere piu' grandi dei governi e che in caso di crisi richiedono sforzi immensi per essere salvate (too big to fail).

Chissà perché questo ragionamento vale da noi solo per le banche e non per le industrie automobilistiche.

 

O le linee aeree, per restare vicini a casa. Ma vedi, li' sta il punto: l'importante per questa gente e' il rapporto di servitu' delle aziende al governo, secondo il modello perseguito con successo con i media (e con Alitalia). Se un'ipotetica banca UnIntesaMPS avesse il management nominato dal governo e erogasse credito a chi e' amico del governo, secondo il criterio Tremonti automaticamente non sarebbe troppo grande, anche col quasi monopolio del settore creditizio.

Mi pare di capire che l'articolo consideri la caduta del credito come conseguenza dei problemi di tenuta delle imprese di fronte alle difficoltà. La contrazione del credito sarebbe, secondo questo schema logico, la conseguenza. Ma un punto di vista diverso valuta la contrazione del credito una causa delle difficoltà delle imprese, o una delle cause principali. Tremonti e Bossi riprendono questo punto di vista, che è molto diffuso nel mondo delle imprese. Ho l'impressione che sia, almeno in parte, fondato. Perchè la contrazione del credito bancario, amplificato dal meccanismo di travaso dei problemi sul circuito del credito commerciale, non merita di essere inclusa tra le cause ?

Come ho scritto nell'articolo, occorre separare l'esigenza di credito "buono" da quello "cattivo". Vi è certamente un problema di flusso causale (il credito manca perché c'è la crisi o c'è crisi perché manca credito? Entrambe le cose, direi), ma puntare a banche pubbliche o a forzare l'erogazione indiscriminata di credito anche alle imprese che (con o senza i criteri di Basilea 2) non sono in condizioni tali da farcela è un errore politico, condito con l'immancabile demagogia e la scarsa comprensione dei titoli ibridi che a questo punto appare caratterizzare Tremonti, che ha copiato le preferred shares usate in altri paesi senza realmente conoscerne il meccanismo di funzionamento. Alle banche serviva aumentare il Core Tier1 (anche se in realtà il mercato guardava al tangible common equity, visti gli imponenti avviamenti da acquisizione, spesso evaporati), gli ibridi servivano a quello. Oggi, con il costo del credito crollato (come mostrano i livelli di credit default swap) vi è indubbia facilità di approvvigionamento sul mercato, a condizioni migliori rispetto ai Tremonti bond. Inoltre, i maggiori utili da trading proprietario e da margine d'interesse (grazie ad una curva dei rendimenti molto ripida) stanno riparando i bilanci. Credere, come fanno Bossi e Tremonti, che questi bond ibridi sarebbero stati immediatamente trasformati in credito, col tradizionale moltiplicatore, è una forzatura da Alice nel Paese delle Meraviglie.  

 

Signori carissimi, io credo che le questioni di cui si dibatte su questo post siano estremamente interessanti. Credo poi che le opinioni à la Bossi-Tremonti siano molto, molto diffuse (giusto per fare un esempio, guardate qui).
Io però non è che ci stia capendo poi veramnte troppo... Mi permetto di credere che un articolo in cui si cercasse di spiegare i termini della questione anche ai non addetti ai lavori sarebbe molto, molto, molto apprezzato... (quanto meno dal sottoscritto :D).

Grazie.