Scoperte in un vecchio libro

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Cose di cosa nostra, scritto da Giovanni Falcone, con Marcelle Padovani.

Durante le feste,

a casa dei miei, non ho nulla da leggere. Prendo in mano un vecchio libro, Cose

di cosa nostra, scritto da Giovanni Falcone (con Marcelle Padovani). E' un

bellissimo libro, parte analisi lucida della struttura e del funzionamento

della mafia siciliana, specie del potere dei Corleonesi , e parte biografia del

giudice Falcone.

E' terribile

leggerlo oggi, leggere delle speranze e dei sogni di Falcone, leggere dei suoi

successi, sapendo come andra' a finire.

Il libro scritto

nel 1991 contiene discussioni interessanti anche sulla governance della

magistratura e sulla inefficienza della sua struttura operativa e

organizzativa. Mi ha colpito una frase, verso la fine del libro (pg. 164) che

pare presagire alcune delle discussioni di questi ultimi anni, che hanno visto

la magistratura ritirarsi a guscio davanti agli attacchi della destra.

 

La magistratura

ha sempre rivendicato la propria indipendenza, lasciandosi in realta' troppo

spesso irretire surrettiziamente dalle lusinghe del potere politico. Sotto la

maschera di una autonomia formale, il potere ci ha fatto dimenticare la

mancanza di autonomia reale. Abbiamo sostenuto con passione la tesi del

pubblico ministero indipendente dal potere esecutivo, accorgendoci troppo tardi

che, per un pubblico ministero privo dei mezzi e delle capacita' per una azione

incisiva, autonomia e indipendenza effettive sono un miraggio. O un privilegio

di casta.

 

L'attacco della

destra alla magistratura e' stato portato avanti in modo bieco e strumentale

agli interessi privati di Berlusconi e dei suoi accoliti. Nessun dubbio su

questo. Ma la difesa della magistratura ha assomigliato molto alla pura difesa

dei privilegi di casta.

Un'altra occasione persa per riformare una istituzione

che non serve i cittadini in modo adeguato, se non grazie al sacrificio, all'intelligenza

personale, ed anche alle motivazioni politico/ideologiche dei singoli. (Non sto pensando solo a Falcone e ai magistrati che

lottano o hanno lottato contro la mafia ma anche a Colombo e al pool di Milano degli anni di Tangentopoli).


 

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Commenti

Ci sono 1 commenti

Libro splendido, l'ho letto più volte e sempre con grande emozione. Decisamente un buon consiglio di lettura. Saluti!

 

-L