Son fascisti o no?

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La questione rimpatri ed il rifiuto di un'Italia multietnica. Domanda solo falsamente retorica: la risposta non mi è ovvia. Ragiono a voce alta, quindi magari mi contraddico, per questa volta.

Non è completamente ovvia perché non è ovvio che effettuare rimpatri - ovvero respingere alla frontiera le persone che non possiedono i requisiti di legge per entrare nel paese - sia atto tanto barbarico quanto alcuni lo fanno apparire. Lo si fa negli aeroporti USA, ed in quelli del resto del mondo, tutti i giorni: provate a sbarcare in quel di Pechino senza visto e magari senza passaporto. Lo si fa, ovviamente, alle frontiere terrene di ogni paese. Cosa c'è di diverso nel farlo al confine marittimo fra Italia ed i paesi del Nord Africa, Libia in particolare? Li riportano a casa sani e salvi, non li abbandonano di certo in mezzo al mare ... Fino qui, quindi, niente di male, a mio avviso.

In questa occasione, per fortuna, il PD evita di cadere nel populismo (vedasi dichiarazioni di Fassino) percependo che si tratta di un tema che, evidentemente, gli italiani sentono come fondamentale (che lo sia davvero, non lo so perché non sono lì e non so giudicare). Non propone però alternative, in particolare non disegna una strategia alternativa su come gestire (dovrei dire: creare) immigrazione di qualità verso l'Italia, scoraggiando quella non di qualità. Se vogliono essere un'alternativa politica a BS, meglio che riflettano su questo tema, non che giochino di sponda. Mi rendo conto che giocar di sponda è il meglio che sanno fare, ma io non posso fare a meno di consigliare. Poi cazzi loro.

Chi invece fa del populismo, almeno secondo le notizie dei giornali, è la chiesa cattolica in compagnia del Vaticano. Mi domando come reagirebbero se folle di sub-sahariani affamati cominciassero a salire regolarmente la marmorea scala che, dal lato destro del colonnato di Bernini, fa accedere all'interno del loro stato. Che farebbero le due belle guardie svizzere che stanno in cima alla prima rampa? Ma non importa: fa nulla e non conterà nulla. Proprio questo fatto (che non conterà nulla) suggerisce un'osservazione sui media e su come si gestisce l'opinione pubblica in Italia. Ricordate il caso Englaro? Il mondo cattolico sembra protestare sul tema "rimpatri" tanto quanto protestava sul supposto omicidio di Eulana. Eppure, eppure uno ha come la sensazione che sui media italiani, televisioni in particolare ma anche altrove, la voce dei cattolici, questa volta, risuoni molto ma molto più flebile. Anche sui blogs pro-PdL - che a suo tempo erano tutto un fiorire di componimenti foscolian-vitalistici, stile seconda ginnasio per capirsi, sulla vita e la morte e l'intoccabilità della prima e la divinità della seconda che solo l'altissimo può attribuire - non vedo nessuna ode alla compassione, alla solidarietà, alla fratellanza umana verso i senegalesi ... che ci sia una ragione dietro a questo silenzio mediatico, o è tutto per caso?

Ad ogni buon conto, non mi sembra ovvio che respingere i clandestini al mittente sia una politica sbagliata, né tantomeno fascista. Però, poi, il capo del governo usa per giustificarla argomenti che rivelano un approccio al problema basato puramente su motivazioni razziali. Ossia il rifiuto aprioristico del "multi-etnismo", l'idea che la popolazione dell'Italia debba rimanere "italiana" in un senso non ben definito. Tutto questo si accompagna agli strani pronunciamenti sui sedili riservati ai residenti nei trasporti pubblici, le ronde popolari, ed altre amenità leghiste o alemanne (dicasi dei compari politici del sindaco dell'urbe capitolina). Ora, che i dirigenti nazionali della Lega svolgano da tempo il ruolo di cani d'assalto del BS, il quale approfitta delle loro uscite xenofobo-demenziali per apparire moderato e ragionevole, non ci piove. Il gioco delle parti comincia ad essere abbastanza palese. E mi chiedo: aldilà del guadagno politico di breve periodo, aldilà del parlare alle intestina sozze del popolino per guadagnarne il voto alle elezioni europee, esiste una visione dietro tutto questo o siamo solo al fai da te che segue il vento mutevole della quotidianità? Insomma, oggi va forte essere xenofobi, domani potrebbe andar forte accogliere a braccia aperti i senegalesi dovesse succedere qualcosa che commuova il popolo della reality TV?

Pongo la domanda, ripeto, solo in modo parzialmente retorico: alcuni aspetti della strategia politica del BS mi appaiono oscuri ed è possibile che ciò si debba al fatto che sono oscuri ad egli medesimo (ossia: l'uomo vive alla giornata, avendo come unico obiettivo accumulare potere e "simpatie" fra il popolo, perché di questo si pasce oltre che di pulzelle, senza alcun interesse al fare qualcosa di preciso, salvo stare fuori di galera che è risultato oramai acquisito) ma è anche possibile che un piano vero ce l'abbia e che sia un piano diverso da quella che io vedo. Se c'è, qualcuno può aiutarmi a capire quale sia? Il piano di BS per il paese, voglio dire, che quello per se stesso m'è, appunto, chiaro.

Lui ed i suoi liberali non sono di certo, ma questo non l'avevo mai dubitato. Da anni vedo nel progetto di BS una replica italiota del peronismo argentino e, da quando quest'ultimo governo è stato eletto, quanto ha fatto e detto ha confermato tale impressione. Anzi, in molte cose vedo da mesi una deriva clerico-fascista (che per una volta ignori i moniti vaticani non è sufficiente per eliminare quel clerico, che tornerà utile alla prima occasione) la quale, nel mio vocabolario politico, è cosa più dannosa del peronismo. Tutti però negano che così sia e l'argomentarlo sembra schiaffarti immediatamente nell'indesiderabile compagnia dei Diliberto, Bertinotti, ColomboFurio, FoDario ed altre demenzialità nazionali. La qual cosa induce al dubbio: son fascisti, al fondo, o no?

Ora BS ci spiega che la sua politica sull'immigrazione è basata sul rifiuto di principio dell'Italia multietnica. Che sia questo il razzismo, invece dei cori allo stadio? O è solo autodifesa da un'invasione dannosa ad entrambi? Di nuovo, la risposta non è ovvia. Faccio notare che, in un certo senso, quanto dice è coerente con lo spirito della legislazione che regola il diritto alla cittadinanza italiana, legislazione che fu partorita più di un decennio orsono dai partiti che ora compongono il PD. Tale legislazione ha mantenuto come base principale lo ius sanguinis, che ha storicamente caratterizzato la normativa sulla cittadinanza in Italia. Tale criterio è esplicitamente razziale. Ora è vero che ci si può anche naturalizzare o magari sposare con un italiano/a, acquisendo la cittadinanza per quella via, ma rimane comunque complicato (molto, infatti) ed è significativo che il principio di base sia quello del sangue invece che del luogo di nascita. In questo senso le dichiarazioni di BS contro il paese multietnico non deviano molto da quanto la realtà legislativa sembra preferire. Vale la pena ricordare che condividiamo questa particolarita con i nostri due vecchi senior partners dell'Asse ...

Quindi? Son fascisti (gli italiani tutti) o no? O son solo dei burloni incompresi da noi, finnici di retroguardia? Che sia per questa ambigua identità che BS vince le elezioni ed è "amato" (ad ognuno il suo) dal popolo d'Italia, e non invece per la grande "classe" con cui gestisce la propria vita privata? Capite il dubbio? È più chiaro, ora, che il titolo non è una domanda retorica ma seria? Spero di sì ...

P.S. Che sia di questo tipo l'italianità che si vuole preservare e che un paese multietnico distruggerebbe? [Kudos a Phastidio per l'hint.]

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Commenti

Ci sono 147 commenti

Credo abbia ragione Beppe Severgnini del Corriere della Sera quando scrive sul suo blog:

 

"Non vogliamo l'Italia multietnica!". Ma conoscono il significato delle parole? Niente "multiculturalismo" all'inglese? E' un'altra cosa."

 

In effetti, anche a me a parso più sensato pensare che BS stesse utilizzando la parola "mulitietnica" nel senso di multiculturale. Ad ogni buon conto, per poter rifiutare il multiculturalismo gli immigrati bisogna prima farli entrare e poi decidere secondo quali modi integrarli: il multiculturalismo è un metodo di integrazione, per quanto a mio avviso sbagliato e fallimentare.

Cmque, secondo me il punto è che prima di rimandarli indietro si sarebbe dovuto fare una scrematura fra i richiedenti asilo politico e coloro che allo stesso non potevano avere diritto. Ma per poterlo fare bisogna avere strutture organizzate, competenze e un desiderio onesto di risolvere il problema non di utilizzarlo a fini elettorali, tutte cose che purtroppo l'attuale governo non mostra di avere.

Faccio una previsione. Dopo le europee si smetterà con questi rimpatri forzati, magari invocando gli ostacoli frapposti da Onu e Anchur. Previsione 2. Dopo le elezioni europee anche la vicenda del terremoto in Abruzzo passerà in secondo piano: niente più sciami cinici, invece che sismici, di politici all'Aquila; niente più visite a tamburo battente del presidente del Consiglio. Certo ci sarà il G8, ma non sarà la stessa cosa.

Dal modo in cui ha trattato l'esito delle sue vicende familiari, BS sembra interessato sommamente ai risvolti elettorali di ogni suo problema o azione.

Sui commenti della Chiesa ai rimpatri. Mostra ancora una volta, caso mai servisse, quanto unta di ipocrisia e strumentale sia la "fede" e religiosità di chi è al governo: alle volte sembrano prendere quanto dice la chiesa come il limite invalicabile alla Civiltà, altre volte se ne fottono semplicemente.

 

Vale la pena ricordare che condividiamo questa particolarita con i nostri due vecchi senior partners dell'Asse ...

 

Adesso non ho tempo di verificare (scusatemi) ma sono quasi certo che, recentemente (4-5 anni fa), in Germania abbiano modificato la legislatura in fatto di cittadinanza, seguendo un percorso inverso e rinunciando allo "ius sanguinus" (forse per far giocare Podolski e Klose in nazionale :-) ).

Piacerebbe molto, anche a me, capire perchè non si enfatizzi (sui media e fra i politici) la posizione del Vaticano così come si fece per il caso Englaro.

Riguardo la domanda del post non saprei dare una risposta seria, posto quella che dette Flaiano decenni fa:

"In Italia i fascisti sono una trascurabile maggioranza"

 

Corrado, sulla Germania hai ragione, come spiegano bene loro stessi qui. Dopo anni di immigrazione, e diversi politici che ancora alla fine degli anni '90 dichiaravano "la Germania non e' un paese di immigrazione", hanno capito che lo jus sanguinis e' un grande ostacolo all'integrazione per una societa' non fondata su basi razziali.

Sono molto d'accordo con Michele sull'importanza dei modi di acquisizione della cittadinanza--su un tema del genere vengono fuori razzismi non ovvi anche da persone 'per bene'. Tra l'altro le statistiche sulla scuola sono devastate dal fatto che si contino i bambini come stranieri anche quando sono nati e cresciuti in Italia.

Per il caso Englaro ci fu una levata di scudi da parte del Vaticano, per questa vicenda molto meno, o almeno così mi pare. Questo lo spiega in parte.

Espongo una prima riflessione a caldo. SB non sa bene cosa significhi multietnico, sa pero' che Maroni e la Lega hanno avuto un certo successo mediatico grazie alle recenti notizie dei respingimenti in alto mare di immigrati illegali verso la Libia (era un mistero come la 6a economia del mondo non fosse capace di respingere semplici barconi al limite delle sue acque territoriali) e pertanto ha voluto appropriarsene almeno in parte mediaticamente in vista delle prossime elezioni, ascrivendolo ad una deliberata politica del PDL per la quale ha inventato uno slogan malcongegnato sul momento.

...quindi è giustificabile ciò che ha detto?

Per me vale quanto disse Corrado Guzzanti in tempi ormai lontani [e scusate la digressione poco seria, mi rendo conto che la domanda è davvero seria]:

 

 

del fascismo essi hanno tutte le idee ma non hanno il coraggio di sostenerle con littoria virilità. Sono vili: quello dice le cose e poi le smentisce...

www.youtube.com/watch

 

Salve a tutti, visto che qui non si parla di materie economiche come nella maggior parte delle vostre discussioni (ma che comunque apprezzo molto) mi permetto di esprimere per la prima volta su questo blog il mio pensiero senza complessi di (in)competenza...

Riagganciandomi al pensiero di Marco, a mio avviso il semplice fatto di non verificare i requisiti dei richiedenti asilo politico (e sarebbe difficile in mare aperto mentre si organizza "l'inversione di marcia") contrasta in modo stridente con la rappresentazione dell'Italia "occidentale" e "civile". Giudico poi ridicola la motivazione di Maroni che non essendo gli immigrati respinti in acque territoriali italiane le valutazioni delle richieste d'asilo spettano alle associazioni internazionali in Libia...

Come al solito invece di lavorare seriamente al problema dell'immigrazione clandestina mettendoci pure i soldi e magari chiamare in causa anche l'Unione Europea, ecco l'ennesimo spot elettorale che fa guadagnar qualche voto a discapito della serietà e della responsabilità che dovrebbero possedere coloro che ci rappresentano.

 

Sulla regolarità dell'atto Maronista, i commenti precedenti hanno ragione: non si possono rimandare indietro quelli che chiedono asilo politico. Ergo, si sarebbe dovuto (e si dovrebbe) portare tutti a terra, scremare, e poi rimpatriare quelli che non hanno diritto all'asilo.

Sul razzismo: secondo me l'italiano medio più che razzista è un po' lento di comprendonio, in grado di abituarsi solo piano piano alla presenza dell'altro. Devo però dire che non posso portare prove particolarmente schiaccianti, solo aneddotiche. Però è un'intuizione che mi piaceva condividere, magari ha senso anche per qualcun altro.

Comincio con la mia esperienza idiosincratica e soggettiva: nei paesini della campagna veneta prima gli immigrati provenienti dall'africa erano "cattivi ruba-lavoro", poi semplicemente vicini di casa, colleghi, compagni di scuola. Magari son ancora strani, ma "xe anca boni fioi". Simile destino anche per chi veniva dall'Albania, mentre per il leghista medio il nemico oggi sono i Rumeni.

Aggiungo alcuni dati in ordine sparso:

Oggi, l'integrazione dei gruppi più vecchi tipo gli albanesi è molto superiore al passato --> vedi .

Inoltre il senso di discriminazione percepito dai non-italiani è meno alto di quanto uno si aspetterebbe, almeno tra coloro che sono regolari --> vedi .

Insomma, noi italiani siamo provinciali, e quando il mondo ci fa visita, ne abbiamo paura... ma poi alla fine capiamo che non è tutta sta tragedia (anche se molto lentamente e con un ciclo diverso per diverse categorie, tipo "overlapping generations" per capirci).

Ciò non vuol dire che va tutto bene perchè tanto domani i Rumeni saranno lasciati in pace perchè sostituiti da qualche altra etnia/nazionalità. Vuol però dire che l'italiano medio, prima sospettoso e propenso a veder il diverso come un nemico, diventa più insensibile alla diversità, e quindi incline ad accettare i non-italiani o gli italiani figli di non-italiani senza problemi, mano a mano che questi vengono integrati.

Certo, se da un lato questo lascia campo libero a chi cavalca il segmento crescente della "curva del razzismo" (il cui livello è destinato a restare grazie all'arrivo della generazione successiva di immigrati), dall'altro lato dice che la situazione non è irrecuperabile: aumentando l'integrazione non si danno solo agli immigrati i diritti che spettano loro, ma si diminuisce anche il razzismo dell'italiano medio.

A mi pare un punto di vista da considerare almeno come working hypothesis...

Francesco

Condivido l'idea, ma non so se sia così centrale nel problema.

E' ragionevole ipotizzare che in tutte le società, e non solo quella italiana, qualunque livello di sospetto/avversione verso un certo gruppo sia attenuato dalla sua progressiva integrazione. L'adattamento è nella natura umana.

Temo che quello che differenzia una società da un'altra sia piuttosto la curva di questo adattamento, e (forse soprattutto) il livello di disagio iniziale da cui parte.

E' la prima volta che scrivo qui. Mi piace il blog, considero la non ovvietà del contenuto dei commenti un buon indicatore a riguardo :)

Detto questo, ecco che penso io:

Secondo me focalizzarsi troppo sul dibattito "multietnico/multiculturale", prendendo in ballo il fatto che forse BS non sapeva bene ciò che voleva dire, potrebbe portarci fuori dalla vera questione. Credo chel'attenzione vada riportata sul fatto che BS, essendo totalmente vuoto di ideologia politica, è una mina vagante. E proprio in quanto mina vagante ci si può aspettare tutto.

Che gli italiani siano fascisti mi sembra ovvio. Ma nel senso che ogni popolazione ha la potenzalità di esserlo. Sta alle istituzioni democratiche, che dovrebbero offrire meccanismi di autocorrezione, cercare di scongiurare il declino.

Mattia

 

Non è completamente ovvia perché non è ovvio che effettuare rimpatri - ovvero respingere alla frontiera le persone che non possiedono i requisiti di legge per entrare nel paese - sia atto tanto barbarico quanto alcuni lo fanno apparire. Lo si fa negli aeroporti USA, ed in quelli del resto del mondo, tutti i giorni: provate a sbarcare in quel di Pechino senza visto e magari senza passaporto. Lo si fa, ovviamente, alle frontiere terrene di ogni paese. Cosa c'è di diverso nel farlo al confine marittimo fra Italia ed i paesi del Nord Africa, Libia in particolare? Li riportano a casa sani e salvi, non li abbandonano di certo in mezzo al mare ... Fino qui, quindi, niente di male, a mio avviso.

 

Non sono d'accordo. Un eventuale asilante ha il diritto di fare domanda e lo fa ovviamente alla frontiera, alle autorità preposte. Ci sono prassi da rispettare, sulla base di convenzioni internazionali.
Mandare indietro un barcone con 200 persone è sbagliato perché tra i 200 potrebbero esserci 20 legittimi richiedenti d'asilo.
Il loro respingometo alla cieca puo' mettere a rischio la loro vita ed in effetti non è ammesso il respingimento nel paese di provenienza.
E' possibile eventualmente, dopo aver esaminato il caso, respingerlo ma mai nel paese da cui proviene, se in quei paesi vige la pena di morte, la tortura ed i diritti umano non sono rispettati.
Ma come si fa ad esaminare il caso se l'intero lotto di emigranti viene respinto?
Mi spiace ma l'atto è barbarico ed indegno di un paese civile.

Ma qui lo sappiamo, ... non svelo certo un segreto se dico che non lo siamo. No?

Francesco

 

 

 

non so granche del diritto d'asilo, quindi chiedo per capire.

Francesco, dici che

 

Un eventuale asilante ha il diritto di fare domanda e lo fa ovviamente alla frontiera, alle autorità preposte. Ci sono prassi da rispettare, sulla base di convenzioni internazionali.
Mandare indietro un barcone con 200 persone è sbagliato perché tra i 200 potrebbero esserci 20 legittimi richiedenti d'asilo.

 

Allora non capisco. Un eventuale asilante ha diritto di fare domanda, ma per farla deve arrivare alla frontiera. Ma se alla frontiera non ci arriva, il problema non si pone no? o mi sto perdendo qualcosa nel ragionamento?

Mi spiego: come diceva Michele, se io arrivo in US ho diritto a fare domanda per entrare, e lo faccio alla frontiera presentando il passaporto e magari il biglietto di ritorno, se non un visto. Ma se alla frontiera non ci arrivo perche al mio aereo non viene dato il permesso di atterrare, il problema non si pone nemmeno. Io non ho nemmeno fatto domanda di entrare.

Non vedo perchè preoccuparsi della vita solo dei presunti asilanti e non degli altri poveracci la cui vita è messa a repentaglio sui barconi. D' altra parte maggiore è il numero dei barconi che vengono accolti, maggiore è l' incentivo a intraprendere la rischiosa traversata del Sahara, a subire le angherie dei libici e i rischi mortali di tragiche traversate. Respingere i barconi all' origine, evitando che intraprendano la pericolosa traversata è in questa ottica un atto umanitario. L' origine di tutto questo sta nel rifiuto di aprire le frontiere a tutti quelli che vogliano entrare in Italia. Se l' Italia non ponesse ostacoli all' immigrazione dall' Africa sub-sahariana, invece di affrontare i gravi pericoli e gli ingenti costi della traversata, i poveracci che da noi vogliono immigrare potrebbero comprare sicuramente a prezzo molto inferiore  un biglietto aereo (magare di charter) e arrivare da noi senza incorrere pericolo alcuno. Per quelli poi che non sono in grado nemmeno di potersi pagare il biglietto potrebbe essere organizzato un ponte aereo. Ma perchè aspettare che coloro che hanno diritto all' asilo, in quanto soggetti a regimi crudeli e oppressivi che non rispettano i diritti fondamentali della persona, si presentino alle nostre frontiere? Se gli offrissimo l' asilo e l' immigrazione in punti di raccolta predeterminati, l' arduo e pericoloso tragitto potrebbe essere evitato. Ad esempio potremmo organizzare un punto di raccolta in Kenya per i 10 milioni circa di Somali o in Zambia per gli 11 milioni disgraziati abitanti dello Zimbabwe, o in un paese vicino per le seicentomila e passa vittime del terribile regime della Guinea Equatoriale. Se non siamo disposti a questo, protestare perchè fra i disgraziati nei barconi ci può essere qualcuno con diritto di asilo (ma perchè devono venire proprio da noi ad esercitarlo, invece che in uno dei paesi da loro attraversati prima di arrivare alla costa del Mediterraneo?) è pura sciagurata ipocrisia.

 

 

L'argomento è serio, secondo me sono fascisti, solo anche più cretini.

Comunque le parole di BS sono state: "Noi non saremo mai una società multietnica", ma non si riferiva all'Italia, ma al Milan ed alla sua prossima campagna acquisti. Il messaggio era per Galliani e Ancellotti, lui pensava di stare a Milanello, non a Milano...

 

mi sembra ovvio che respingere i clandestini al mittente sia una politica sbagliata, né tantomeno fascista.

 

Sono d'accordo, il punto è che qui non c'è nessun mittente.

Non siamo in presenza di un traghetto libico dal quale cercano discendere persone prive di visto di ingresso ed alle quali viene giustamente impedito di mettere piede sul patrio suolo, rispedendole al porto di partenza del traghetto. Siamo invece in presenza di un barcone senza documenti e senza nessuna "identità", che vaga in acque internazionali e che è presumibile sia partito dalla Libia, ma di questo non c'è prova. Il mittente, quindi, è solo presunto, solo che, senza fare nessun controllo serio, le nostre autorità hanno deciso che è certamente libico e quindi si mandano le persone al presunto porto di partenza.

Vero è che chi tenta di entrare clandestinamente in Italia viola le nostre leggi e questo ovviamente non è accettabile, ma non è forse una violazione di legge anche rifiutarsi - a priori - di accertare se alcuni dei passeggeri del barcone hanno o meno il diritto a chiedere asilo politico ? Evidentemente si ritiene che solo  alcune leggi siano meritevoli di rispetto, mentre altre possono essere tranquillamente ignorate.

Per quanto riguarda poi la dichiarazione di Berlusconi circa il rifiuto di una Italia multietcnica, si tratta di un'affermazione priva di qualsiasi contenuto logico. Ammettiamo che il governo riesca nell'impresa titanica di imedire il passaggio delle frontiere a tutti i clandestini, questo renderà l'Italia meno multietnica ? assolutamente no.

Rimangono infatti comunque  vigore le leggi che regolano l'immigrazione, che prevedono in ogni caso un flusso annuale di immigrati "regolari", dotati cioè di contratto di lavoro, in un numero che negli ultimi anni è oscillato tra intorno ai 300.000 soggetti (oltre poi ai ricongiungimenti familiari).

Orbene, questi immigrati, tutti regolari e con tanto di permesso di soggiorno, hanno la pessima abitudine di provenire da tutte le parti del mondo, quindi affermare che scopo del governo è di impedire una immigrazione multietnica, in base alle leggi vigenti (la principale delle quali si chiama "Bossi-Fini") è semplicemente una sciocchezza.

 

 

Rimangono infatti comunque  vigore le leggi che regolano l'immigrazione, che prevedono in ogni caso un flusso annuale di immigrati "regolari", dotati cioè di contratto di lavoro, in un numero che negli ultimi anni è oscillato tra intorno ai 300.000 soggetti (oltre poi ai ricongiungimenti familiari).

 

Il flusso complessivo di nuovi immigrati e' stimato negli anni scorsi a circa 450mila all'anno, di poco inferiore al numero totale di nuovi nati per anno nel territorio italiano. Aggiungo che l'Italia e' il Paese e' ai vertici in Europa per numero di immigrati all'anno in rapporto alla popolazione negli ultimi 10-15 anni: supera Francia, Germania e UK. Alcuni demografi sostengono che questi numeri sono insostenibili, ma dovrebbero soddisfare chi sostiene l'opportunita' di accogliere gli immigrati senza limitazioni di numero. Non solo l'Italia e' gia' un Paese multietnico, a partire dalle mense scolastiche che devono rispettare le diverse tradizioni, ma si avvia ad essere uno dei Paesi europei con la maggiore frazione di residenti composto di immigrati.

BS, in qualità di Presidente del Consiglio, dovrebbe rappresentare l'Italia, e non solo il suo elettorato (in molti casi ignaro di ciò che il B fa...). Lo dice la Costituzione. A tal proposito le sue ultime parole sono la dimostrazione di come sfrutti, in maniera assurda e deplorevole, ogni singola possibilità di intervento per fare della "insana" campagna elettorale tramite i suoi slogan; d'altronde questa è la sua abilità, siamo tutti coscienti di questo. E non mi si venga a dire che non sapeva cosa stava dicendo, se fosse così staremmo veramente malissimo. 

Il nostro è un paese multietnico, almeno per le persone civili che ci abitano, lavorano, studiano, e che hanno un minimo di onestà intellettuale e coscienza. Il nostro non è assolutamente un paese fascista, il nostro è un paese pieno di incomprensioni e di scarsa trasparenza, soprattutto in politica. Questa è la motivazione per cui chi sceglie BS e la sua "Libertà", non ha il pieno controllo di se in sede elettorale. Non giudico male chi vota il PDL, non giudico nessuno in realtà, sto semplicemente sostenendo che B ha così tanto seguito in questo Paesino per un motivo molto semplice: c'è tanta ignoranza (nel significato più puro del termine). Perciò si vuole preservare questo tipo di Italia (come hai sottolineato tu nel PS), si vuole preservare l'ignoranza, che a lungo andare annienta la libertà seria! Questo fa comodo, tanto comodo. Se non ci fosse questo, dubito che ci sarebbe tanto seguito.

PS Ti devo fare un appunto, e mi dispiace sinceramente tanto, dato che mediamente sono sempre d'accordo con quanto sostieni. Cosa intendi quando associ al nome di Dario Fo l'aggettivo demenziale?

Lui ed i suoi liberali non sono di certo, ma questo non l'avevo mai dubitato. Da anni vedo nel progetto di BS una replica italiota del peronismo argentino e, da quando quest'ultimo governo è stato eletto, quanto ha fatto e detto ha confermato tale impressione. Anzi, in molte cose vedo da mesi una deriva clerico-fascista (che per una volta ignori i moniti vaticani non è sufficiente per eliminare quel clerico, che tornerà utile alla prima occasione) la quale, nel mio vocabolario politico, è cosa più dannosa del peronismo. Tutti però negano che così sia e l'argomentarlo sembra schiaffarti immediatamente nell'indesiderabile compagnia dei Diliberto, Bertinotti, ColomboFurio, FoDarioed altre demenzialità nazionali. La qual cosa induce al dubbio: son fascisti, al fondo, o no?

 

Cosa intendi quando associ al nome di Dario Fo l'aggettivo demenziale?

 

Che DF avrebbe dovuto continuare a fare l'attore comico, e lasciar stare il resto. Il 94% delle cose che proclama, fuori dal teatro, sono a mio avviso demenziali. Dal Soccorso Rosso in poi, mi sembra un'uomo con troppo senso dello spettacolo, eccessivo desiderio di apparire in pubblico, zero senso della realtà ed effetti negativi in politica e questioni sociali. Ovviamente è un'opinione, ma è un'opinione che ho da almeno 35 anni, non da oggi.

Ah, dimenticavo. Non si è sentito molto parlare del Trattato di "Amicizia, Cooperazione e Partnerariato" tra Italia e Libia. Credo sia importante per un'adeguata analisi della situazione.

radicals.ilcannocchiale.it/post/2141336.html

Mi sono rotto, ho sonno, ed il browser si è mangiato per la seconda volta un mio lunghissimo e circostanziato commento.

Il respingimenti di barconi di persone che presentano richiesta di divenire rifugiati è illegittimo ai sensi del diritto internazionale pattizio che vincola l'Italia.

A domani eventuali spiegazioni.

Credo che anche l'UNHCR sia d'accordo con me, vedi

Blogfratelli, mi sento (si parva licet ... etcetera) come quello che passeggiava anni fa alle Zattere, out of key with his time, [...] Wrong from the start--

Detto altrimenti, non mi son fatto capire ed è colpa mia. Riprovo.

Non mi son fatto capire nel senso seguente.

Io capisco la preoccupazione di molti con i destini del popolo africano tutto che vuole trasferirsi armi e bagagli nel continente di Bengodi passando per la penisola detta Italia, ma la trovo a metà fra l'irrilevante ed il suicida. Domando a costoro: QUANTI credete si possano accogliere sulle colline, le pianure e le ridenti valli e ville dello stivale? 1 milione? 10 milioni? 50 milioni? Dite voi, ma vi comunico che sono alcune centinaia di più i milioni che, se ne avessero l'occasione, allegramente vi si trasferirebbero. Che vogliamo fare? Dividere i pani ed i pesci? Ci fosse il Jesus in giro potrebbe anche funzionare, che lui li moltiplica i pesci ed i pani. Ma, visto che, nella migliore delle ipotesi, solo abbiamo a disposizione il suo vicario in terra ed un divo oramai prossimo (che era ora) alla bara, io sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci per violare il vincolo di bilancio non ci conterei. Quindi il vincolo di bilancio rimane, imperterrito e granitico. Ed il maledetto vincolo di bilancio chiede alle anime pie: ma CHI paga, tesori? Perché pagare bisogna, e molto e tanto ... ed il debito al 120% e passa già sta. Ragionamenti di bassa bottega? E sia, ma il vincolo di bilancio vincolo è, basso o alto che vi possa sembrare a voi, o care ed innocenti anime pie.

La posizione - come chiamarla se non così? - "buonista" la riassume Francesco Rullani

 

non si possono rimandare indietro quelli che chiedono asilo politico. Ergo, si sarebbe dovuto (e si dovrebbe) portare tutti a terra, scremare, e poi rimpatriare quelli che non hanno diritto all'asilo.

 

E perché no, Francesco? Forse che, ripeto, così non fanno tutti gli altri paesi che non hanno un intero Mediterraneo di fronte a far da passaggio fra l'Africa impoverita (e non tiratemi fuori il colonialismo che sennò perdo la mia pazienza "proverbiale" e mi scateno sui casini dell'Africa pre e post coloniale ...) ed il mondo dello stato del benessere, che qualcuno paga a botte di tasse guadagnate lavorando? Perché mai, allora, dovrebbe toccare all'Italia (ed alla Spagna) che hanno la sfiga geografica d'avere il Mar Lorum che le bagna d'adossarsi questo onere immane? Forse che la generosa Svezia, la Danimarca, l'Olanda, il Belgio ed il Lussemburgo ci pagano la loro quota, stile i giapponesi con Bush senior ai tempi dell'Iraq 1991? Non mi risulta. Ecco, se pagassero magari si potrebbe fare, che creerebbe occupazione che ce n'è bisogno. Ma che io sappia non pagano!

Dite, e dici, che la barca, barchetta, barcone, zattera va portata a terra (quale terra? Potremmo, chessò, riportarla alla terra da dove viene o all'isolotto del prezzemolo ed ivi lasciarla al mio amico ZP, o no? Pure quella "terra" è ...) e lì va fatta l'appropriata conta e verifica di chi ha "diritto" all'asilo politico e chi no. Ma non solo questo costa, e costa assai e qualcuno lo deve pagare. V'è di più: si assuma che un bel aereo, charter o quel che sia, entri senza autorizzazione nello spazio aereo non tanto USA, che son cattivi lo sappiamo e lo tiran giù, o Russo (che iddio ci scampi e liberi) ma anche solo svedese o danese o svizzero, ecco svizzero che loro sì li accolgono tutti a braccia aperte i milioni di africani che vogliono scappare. Secondo voi, che gli succede all'aereo questo? Ho la vaga impressione che malino lo tratterebbero, o no? Ed allora, perché il trucco delle barche (dietro alle quali una grande mafia di delinquenti ha messo su una bella industria redditizia) dovrebbe funzionare facendo appello ad una legislazione che, banalmente, è stata scritta decenni fa per gente davvero persa in mare, rifugiati politici veri, eccetera? La legislazione è completamente folle e fuori dai tempi, va cambiata ed urgentemente. Ma a nessuno frega di cambiarla, perché al momento cazzi sono, ed amari, dei terruncelli italiani ed ispanici. E costoro che dovrebbero fare se non rendersi conto che di un gioco ripetuto e folle si tratta e che occorre acquisire la reputazione d'essere duri perché la continuazione del gioco porta al disastro? All'UNHCR la cosa non piace? Molto bene, che si faccia finanziare da chi predica l'asilo a tutti e riempia il Mediterraneo di navi umanitarie finanziate da chi predica.

Il resto, per quanto giocato in punta di fioretto legalese con i distinguo del caso e le sottigliezze d'azzeccagarbugli, non cambia la sostanza del quesito di fondo: deve l'Italia essere il punto d'accoglienza per decine di milioni di africani che vorrebbero andarsene dal posto dove sono nati? Se la risposta è "SI'" occorre anche spiegare come si paga la cosa, che è costosa assai. Se la risposta è "NO", come io credo che sia, cominciare a respingere mi sembra decisamente ragionevole (ieri avevo dubbi, oggi non li ho più proprio grazie al dibattito: fare domande serve). Verranno per altre strade? Possibile, ma verranno in meno. E se verranno in troppi si chiuderanno anche queste. Sarebbe, una volta per tutte, ben il caso che si cominciasse a capire che nel mondo del XXI secolo una politica dell'immigrazione decente NON può basarsi sull'idea che chiunque lo chiede può accomodarsi. È una questione di numeri, ragazzi, puramente di numeri. Il vero, ed unico, problema ecologico è questo: il mondo è popolato da troppa gente che è meno ricca degli europei ma che vorrebbe vivere come questi e che ha, grazie al cambio tecnologico da noi indotto, la possibilità di trasferirsi nei paesi ricchi. Se si trasferiscono tutti il sistema crolla, quindi: CHE FARE?

Tutta questa manfrina per dire che QUELLO DI SOPRA non era il mio tema, era solo la scusa per fare la domanda che ho messo nel titolo. La quale, ovviamente, si riferiva alla grande maggioranza degli italiani, non al BS e compagnia. Perché il punto era, appunto, che le ragioni adotte da BS, Lega ed altri amichetti di governo per la politica dei "respingimenti" NON erano i calcoli pratici e concreti che ho appena svolto, ma l'appello alla "non multi-etnicità". E che QUESTO appello risuona, dicono i giornali e gli amici con cui parlo (quelli che nFA non lo leggono, perché "El ze masa difisie, Michele, che parlé tuti come ti 'na volta che no te ghemo mai capio ... no se capise un caso, tuti dotori ma mi 'avoro in fabrica ..."), fra il popolo italico, ossia quelli che votano. Ed era lì la domanda: perché QUESTO appello (contro la multi-whatever) risuona e gli argomenti sul vincolo di bilancio invece no? E nemmeno il soprendentemente minoritario "buonismo" della chiesa cattolica, che invece di solito tutti osannano? A quale, chiaramente condiviso, sostrato culturale il BS ed i suoi cani da guardia si appellano?

Dicono svariati: il BS è "gnurant" e non sa la differenza fra "etnico" e "culturale" (a ben pensarci neanche io: l'antropologia, che dice d'occuparsi di cultura, non si chiamava una volta e forse ancora "etnologia"? Non sarà che BS, quest'uomo rinascimentale, lesse Levy-Bruhl prima d'accostarsi con la Veronica?). Ammettiamo che così sia, fa differenza? Non fa alcuna differenza, perché i miei amici di cui sopra, che parlano molto male e quasi mai l'itagliano, sembrano avere la stessa opinione ed anche loro (grazie alla frequentazione del sottoscritto, lettori attenti di Malinowski fra un'ombra ed un cicheto) pensano che multi-checaso il loro paese non lo vogliono. Ed io mi chiedo: perché? È questo il fascismo italiano? Una parte di me dice no, l'altra dice sì. La seconda dice sì perché si sta convincendo sempre di più che quella, quella del ventennio e poco più, è la cultura degli italiani. Perché l'Italia l'avran fatta i Savoia e Garibaldi, ma gli italiani non li fecero né Crispi né Giolitti. Li fecero Benito ed i camerati suoi, Gentile soprattutto.

Ecco, questa è la tesi, rischiosa, che provavo ad avanzare ... wrong from the start? Possibly, but not certainly.

P.S. Sulla chiesa ed il suo comportamento, invece, propendo per gli argomenti del "maligno". Che poi, cosa garantisce loro che l'altro Maligno, quello vero, non si sia già impossessato della mente del loro supremo pastore? Misteri della fede ...

P.P.S. Risulto essere in accordo anche con Guzzanti. Un po' mi scoccia, perché mi stan antipatici (per svariate ed irrilevanti ragioni) lui e la sua famiglia intera (ma temo sia un classico caso in cui le colpe dei padri ricadono, eccome, sui figli!), ma se così è che così sia. Che alcuni di loro sian tali ed abbian paura di ammetterlo l'argomentai svariati mesi orsono, e s'incazzarono assai i poverelli. Ma il punto diabolico mio era che, appunto, non solo loro ma molti altri lo sono, senza saperlo ... o, sapendolo, senza gradir ammetterlo.

 

 

ma anche solo svedese o danese o svizzero, ecco svizzero che loro sì li accolgono tutti a braccia aperte i milioni di africani che vogliono scappare.

 

Durante la seconda guerra mondiale la svizzera, che contava mi pare 4 milioni di abitanti, accolse circa 300'000 profughi. Ebrei e non solo. Durante le guerre nate dalla dissoluzione della ex-jugoslavia nei primi anni 90, i rifugiati (politici ed economici) in fuga dal conflitto, furono circa 100'000 nella sola svizzera. In Italia per 10'000 albanesi ci fu una vera e propria crisi nazionale.

Ovviamente il rifugiato economico (con famiglia) puo' lavorare e contribuisce al PIL ma il rifugiato politico invece no e riceve un reddito minimo, durante l'istruttoria (lunga mesi) in cui si determina l'esistenza al diritto ed anche dopo se il diritto è accertato. Attualmente la svizzera riceve un migliaio di domande all'anno e solo una sessantina vengono rifiutate. Attualmente circa 26'000 persone, in gran parte provenianti dall'africa, vive in Svizzera con lo statuto di rifugiato politico.

Il rifugiato politico non puo' lavorare e riceve uno stipendio mensile dalla confederazione.

Per quanto riguarda invece gli stranieri che vengono a lavorare in CH, la % è del 20%, mi pare la piu' alta d'Europa. Si' direi che vengono accolti a braccia aperte, non vivono in baracche con in Italia, hanno casa e lavoro, assicurazioni sociali, sanità, scuole.

In effetti i rifugiati economici difficilmente si fermano in Italia. La loro meta (come anche tanti italiani che emigrano) è a nord delle alpi, in germania, francia, olanda, belgio, svizzera, spagna, UK.

In Italia si vive troppo male e non c'è lavoro.
Michele, credevi di fare una battuta ma secondo me l'hai fatta un po' fuori dal vaso. ;-)

Francesco

 

 

chiarissimo e illuminante, direi che quest'ultima argomentazione toglie ogni dubbio sulla domanda iniziale.

domanda cui non posso rispondere che sì: sono fascisti (io no, non sono abbastanza di sinistra per potermi definire fascista), e lo sono sempre stati:

Ed io mi chiedo: perché? È questo il fascismo italiano? Una parte di me dice no, l'altra dice sì. La seconda dice sì perché si sta convincendo sempre di più che quella, quella del ventennio e poco più, è la cultura degli italiani. Perché l'Italia l'avran fatta i Savoia e Garibaldi, ma gli italiani non li fecero né Crispi né Giolitti. Li fecero Benito ed i camerati suoi, Gentile soprattutto.

ANCHE perché la prima identità nazionale, a 60 anni dall'unità, la diede proprio Benito, più che nel culturame o genericamente nella retorica, nella forma dello stato, che se prima era tiepidamente liberale, con pesanti sacche di arretratezza latifondista e feudale (al sud), con Benito divenne esplicitamente e funzionalmente corporativo, e tale è rimasto finora (nonostante le corporazioni abbiano perso la rappresentanza parlamentare ufficiale, camuffata ora dal pluripartitismo di facciata che nasconde il mai troppo rimpianto partitone unico). il fascismo non è stato soltanto sfilate, balilla, dittatura, confino e leggi razziali, elementi sgradevoli ma essenzialmente folcloristici. il fascismo è stato soprattutto riforma profonda della struttura statale, ribaltamento dell'equilibrio pubblico-privato, sopraffazione dello stato sul cittadino.

sul piano "culturale" invece il fascismo (figlio di padre socialista e madre piccoloborghese di parrocchia) ha portato l'italiota medio alla presente schizofrenia, che lo vede durante la settimana impegnatissimo a mangiar preti, e la domenica in prima fila alla messa (per fare un solo esempi tra i tanti possibili)

penso ad alta voce anch'io:

ma non sarebbe più semplice avere degli uffici italiani sulle coste libiche dove gli immigrati possano presentare le pratiche di richiesta di asilo politico?  a quel punto, una volta accettata la pratica, permettergli di venire in italia magari con mezzi più consoni.

anche perchè ottenere asilo politico non è una pratica veloce, e una volta in italia passano ancora mesi prima di ottenere i documenti... tralasciando il fatto che, una volta ottenuto il permesso, non si ha alcun tipo di assistenza (mi pare solo un importo una tantum).

patrizia

 

ups, mi sono beccato del buonista!

Ma questa volta senza colpa. Ciò che mi premeva era dire che ciò che aveva detto Maroni, e cioè che quanto stava facendo seguiva paro paro quanto previsto dalla legge (anche se non specificava quale, che io sappia), a me pareva insostenibile. Non in virtù di chissà quale ragionamento buonista, ma solo avendo in mente che quando uno chiede asilo non lo puoi mandare indietro (nota: commenti successivi mi han poi fatto capire che la situazione è meno ovvia: l'esempio dell'aereo è carino, in effetti...).

Nel merito: siccome "chiudere tutto e ognuno a casa sua" e "apriamo tutto chi vuole venire venga": sono entrambe impossibili, a me pare che un restringimento delle maglie (o un loro allargamento) non possa portare radicali differenze. Mi pare più importante cercare di gestire in maniera più sostenibile i flussi, contenendo i costi associati e magari cercando di rendere il flusso un'opportunità. In effetti le parole di Michele indicavano proprio questa strada:

 

Perché mai, allora, dovrebbe toccare all'Italia (ed alla Spagna) che hanno la sfiga geografica d'avere il Mar Lorum che le bagna d'adossarsi questo onere immane? Forse che la generosa Svezia, la Danimarca, l'Olanda, il Belgio ed il Lussemburgo ci pagano la loro quota, stile i giapponesi con Bush senior ai tempi dell'Iraq 1991? Non mi risulta. Ecco, se pagassero magari si potrebbe fare, che creerebbe occupazione che ce n'è bisogno. Ma che io sappia non pagano!

 

Sono perfettamente d'accordo: qua non è un problema italia-libia, è un problema europeo, e dunque è a quel livello che i costi (di qualsiasi natura) devono essere condivisi. Dunque facciamoli pagare, che "se pagassero magari si potrebbe fare".

 

 

Ed io mi chiedo: perché? È questo il fascismo italiano? Una parte di me dice no, l'altra dice sì. La seconda dice sì perché si sta convincendo sempre di più che quella, quella del ventennio e poco più, è la cultura degli italiani. Perché l'Italia l'avran fatta i Savoia e Garibaldi, ma gli italiani non li fecero né Crispi né Giolitti. Li fecero Benito ed i camerati suoi, Gentile soprattutto.

 

Il punto, Michele, credo sia proprio questo. Lo penso da un pezzo (forse leggo troppo gli editoriali di Bocca sull'Espresso). Però, però. Il nocciolo vero, a mio avviso è una questione di identità nazionale mai nata. Non era popolare e condivisa e profonda nel 1861/66/70. Si provato a costruirla, dandole forma, come ferro rovente battuto sull'incudine, nel disastro della 1 guerra mondiale. Ma una generazione di giovani incosapevoli morta sul Grappa e sul Piave non sono bastati.

In fondo, roba da psicologia della mutua, credo persista un senso di inferiorità costante negli abitanti di questa penisola, che in profondità non si riconoscono in una comune identità italiana (domanda: esiste, quindi un'identità italiana?), ne di conseguenza nello stato che li governa ed organizza. Ogni italiano è tale fino al confine del proprio giardino, oltre è tutto opinabile.

Per questo, ho l'impressione, che ogni orgoglio nazionalista abbagli come un vetro sulla spiaggia può far credere di aver trovato un prezioso diamante. E chi si riempie la bocca di orgogliosissimopatriottismo, sembra riempiere il vuoto di identità che da 150 anni, ci si affanna di affermare.

Allora si, credo che gli italiani siano intrinsicamente fascisti: perchè non c'è altro modo di colmare un mancanza di identità profonda ed il senso di inferiorità che ne deriva, che ostentare violentemente il contrario. Costi quel che costi.

Ma forse allora non c'era altro modo di tenere insieme realtà culturali (multiculturali, già allora) e popoli pre-unitari cosi tanto diversi (e, forse, incompatibili).

Ora, al fine di creare identità mancanti, vanno benissimo le disgrazie (che siano guerre, calamità naturali o attentati in missioni all'estero). Qualcuno, magari, spera che accadano pure spesso, così da poter metter alla prova l'italico valore.

Altre volte, in assenza di catastrofi, facile sponda a cui contrapporreindentità mancanti, sono gli stranieri.

I quali sta volta, per la fortunata casualità di essere nati già abbronzati sono, a differenza degli odiatissimi sudditi di Francesco Giuseppe, facilmente riconoscibili.

 

Scusa Michele, ho un paio di domende per capire meglio. Che modello hai in mente quando dici che ci sono diverse centinaia di milioni di africani che si trasferirebbero in Italia? Hai in mente un modello in cui i salari non si modificano con l'afflusso di piu' mano d'opera? E quindi un differenziale di salario che rimane intatto? Ma allora di quale vincolo di bilancio parli? ti risulta che tutti gli immigrati sono mantenuti dallo Stato? Ti risulta che siano riceventi netti di denaro pubblico? legali ed illegali? onestamente faccio un po' di fatica a capire. Forse hai in mente un modello con almeno un fattore fisso, terra? se cosi' fosse, beh il Giappone, ad esempio, ha un'estensione territoriale simile all'Italia con il doppio della popolazione e un PIL pro capite maggiore, facciamo quindi 60 milioni di immigrati? Io non parlo, ovviamente, di rifugiati, ma di gente che viene (va) per lavorare e lavora tanto e si accontenta di poco, tanto e' sempre meglio che la' da dove vengono. Insomma, se uno prende due lire per raccattare i pomodori ed'e' felice, e io poi la passata la pago di meno, perche' mai non devo volerlo quel povero cristo? a me sembra un buon affare, o no?

Se poi c'e' gente che non li vuole perche' i pomodori li vogliono raccattare loro perche' non sanno fare altro, e pero' volgiono un salario "decoroso" (per chi?) perche' Italiani, e quindi lo meritano(??), beh problemi loro, o no? o dobbiamo diferne la rendita da Etnicita'?

Credo che i dettagli del diritto internazionale, pur importanti, vadano subordinati all' argomento di Chilosi, ripreso da Michele nel suo ultimo commento: il numero di persone che avrebbero diritto all' asilo è ingestibile da qualunque paese europeo, e forse anche dall' europa intera.

Già all' interno dell' EU si son posti vincoli alla mobilità delle persone (es: i Romeni non possono lavorare in altri paesi EU senza un permesso ) con il consenso entusiasta dell' opinione pubblica EU15.Il diritto di asilo, preso alla lettera, fa a pugni sia con la democrazia che con la ristrettezza delle risorse; credo fosse stato concepito quando gli spostamenti eran molto più difficili e costosi, e relativamente poche persone si rendevano conto di essere oppresse e di poter chiedere asilo.

Certo, sono posizioni antipatiche da sostenere,ma non credo sian ragionevoli quelle più "buoniste".

Credo sarebbe opportuno (non obbligatorio) fornire un minimo di assistenza (soprattutto medica) ai migranti respinti.

Visto che va di moda, chiudo con Clint Eastwood:

 

Clint:All these people,
are they your sisters and brothers?

Reverendo:They most certainly are!

Clint:Then you won´t mind
if they stay at your place, will ya?

 

 

 

Credo sarebbe opportuno (non obbligatorio) fornire un minimo di assistenza (soprattutto medica) ai migranti respinti.

 

Non ci piove. Nonostante la veramente profonda antipatia, a dir poco, che provo per Bobo Maroni, son disposto a mettere la mano sul fuoco per lui che quando dice che ha dato disposizioni che così sia l'abbia fatto. Che poi eseguano e facciano come si deve, su quello la mano sul fuoco non ce la metto. Perché qualcuno, al solito, si fregherà le razioni e le garze per rivenderle al paesello, dicendo d'averle somministrate ai bisognosi.

Ammetto di trovare a volte seccante il tono pontificatorio di Boldrin.

Avevo pensato questo pomeriggio di riscrivere tutte le motivazioni sul perchè il respingimento sommario è illegale, ma vedo che non frega a nessuno. Due cose che però non mi aspettavo dai frequentatori del forum, in particolare boldrin e baron litron, ma anche altri: il fatto che il ministro dell'interno decida che, quando è utile e necessario, i trattati internazionali sui diritti umani sono facoltatitivi, è un fatto di una gravità enorme, posibile apripista di altre violazioni, che potrebbero andare ad incidire anche sui miei diritti, invece che su quelli dei negri. Secondo: la discussione era sulle argomentazioni della scelta, che invece che alla razionalità sono ispirate al becero populismo? A me sembra che "ci costa troppo, ai gatti i trattati", sia una argomentazione beceramente populista.

Sono d'accordo che il diritto dei rifugiati abbia bisogno di un revisione, se non in sede internazionale, almeno a livello europeo, ma solo i paesi che accolgono rifugiati in maniera massiccia, ovvero sostanzialmente Italia e Spagna, ne hanno l'interesse. A livello UE la prima domanda per divenire rifugiato impedisce di ripresentarla in altri stati, ma il permesso di soggiorno ottenuto non abilita poi a circolare in area UE. Agli altri stati fa quindi comodo che il problema clandestini e rifugiati venga sopportato esclusivamente dai partner mediterranei, salvo poi lamentarsi del mancato controllo delle proprie frontiere quanto la prima cosa che fanno coloro con abbastanza presenza di spirito una volta ottenuto l'ingresso in Italia è attraversare immediatamente le Alpi ed entrare in clandestinità. Una carta interessante al tavolo negoziale per riformare la gestione dei rifugiati a livello europeo, limitandone la possibilità (estremamente difficile, la prassi internazionale va in altra direzione) e ottenendo fattiva collaborazione logistica ed economica nel soccorso in mare, identificazione ed espulsione, credo sarebbe non l'imbarcarsi in sospette avventure Libiche (la Libia non è firmataria della convenzione del 1951 sui rifugiati: vedo già un ricorsone in avvio presso la Corte Europea dei Diritti dell'uomo, con annessi risarcimenti danni), ma nell'_estendere_ l'accoglienza di rifugiati, farli arrivare in Italia, e magarai mettere anche loro in mano un biglietto di treno per Monaco o Lione. Forse allora Parigi e Berlino comincerebbero a prestare orecchio alla questione.

 

P.S. Il browser si era mangiato _anche_ questo post, che avevo fortunosamente salvato.

Concordo e aggiungo che Jeremy Rifkin sostiene da sempre il pensiero della multietnicità come valore aggiunto di un economia avanzata! D'accordo sul fatto che le nostre imprese in questo periodo di crisi producono meno, e hanno meno bisogno di lavoratori (sottopagati...), però siamo anche d'accordo che in un modo o nell'altro gli stranieri producono ricchezza, non solo materiale ma anche culturale e intellettuale. Per cui non vale la pena "estradarli" oltralpe o rispedirli al mittente, come alcuni hanno proposto. Sarebbe un grave errore, sia per un motivo umanitario e sociale che per il nostro futuro.

Per quanto riguarda ciò che sostiene Boldrin, credo abbia fatto esclusivamente riferimento alla piega che il governo Berlusconi (e la fetta di Italia che rappresenta) sta dando al nostro paese...a quanto pare filo-fascista. Secondo me, attualmente, non è così, però il suo messaggio rappresenta un warning legittimo e chiaro. 

Io penso, innanzitutto, che la domanda retorica posta come titolo è sbagliata: il fascismo era una cosa, il rifiuto della multietnicità è arrivato molto dopo, ed in ossequio all'alleato germanico, quindi partire dal discorso di BS per chiedersi se l'attuale PDL sia fascista è sbagliato, bisogna chiedersi se siano razzisti.

Alcuni lo sono, senza ombra di dubbio, e sono quelli che "difendono le valli", oggi dal negher, ieri dal meridionale, sono quelli che vedono nell'"estraneo" un pericolo a prescinedere: mi ruba il lavoro, la moglie , i buoi, sporca, etc. Ci sono e votano Lega (in massima parte) e PDL.

Poi c'è il problema , sollevato da MB: quanto siamo in grado di reggere l'onda dell'immigrazione ?

Poi c'è il problema del diritto: poteva il Ministero degli Interni costringere una nave che si trovava in acque internazionali a fare rotta verso la Libia ?

Poi c'è il problema umano: e se alcuni di questi erano "rifugiati politici" ?

Poi c'è il problema economico: chi paga e quanto ci costa quest'ondata di immigrazione clandestina, e quindi illegale (quanto ci costa l'illegalità ? Ce la possiamo permettere ?)

Domani mi dò le risposte a queste domande (a meno che qualcuno non ci voglia provare prima), adesso mi aspetta una bella giornata di lavoro..

 

Io penso, innanzitutto, che la domanda retorica posta come titolo è sbagliata: il fascismo era una cosa, il rifiuto della multietnicità è arrivato molto dopo, ed in ossequio all'alleato germanico,

 

Perdonami Marco ma ti sbagli. Il fascismo ha sempre rifiutato la multietnicità.Fin dall'inizio il suo scopo era quello di creare una "identità italica" che si rifacesse alle "comuni radici romane".

Un progetto, magari storicamente inesatto, ma molto logico: l'Italia in quanto nazione esisteva da poco e, al di là della retorica risorgimentale, non era "sentita" molto nè nel Nord-Est nè al Sud bisognava cioè "fare gli italiani".

Da subito il fascismo si è battuto per l'utilizzo di termini italiani al posto di termini stranieri e, siccome non sempre poteva occuparsene D'annunzio, abbia avuto gli orribili: "cialdino" per "cachet", "coda di gallo" per "cocktail" e "Luigi Braccioforte" per "Louis Armstrong"!

Nel nord-est si è tentato di italianizzare i cognomi di origine slovena-crota (o presunti tali) e per quello che hanno fatto in Alto Adige "c'è la menano"ancora.

Sul razzismo vero e proprio, ed in particolare l'antisemitismo, hai ragione è effettivamente arrivato dopo per l'influenza dell'alleato germanico. Però la mia mamma diceva sempre che uno gli amici se li sceglie, e se l'amico ti dice di buttarti nel pozzo non sei mica obbligato a farlo.

Intendo dire:la Bulgaria era alleata con l'Asse ma non ha perseguitato gli ebrei, ne tantomeno il suo Re ha firmato leggi razziali (solo i Savoia hanno questo imbarazzante primato).

Quindi la domanda ("siamo fascisti?") non mi sembra mal posta.

 

 

 

 

 

 

Sicuramente chi è al governo non è fascista. Non lo è nel senso che si assume abbia il termine negli studi di storia che riguardano l'argomento. Quindi la questione è risolvibile molto facilmente: l'attuale sistema di governo e le garanzie che esso assicura ai cittadini italiani, ne fanno qualcosa di diverso dal fascismo.

Rimangono però alcune cose che, come dire, fanno storcere il naso a chi non guarda con favore l'operato del governo attuale.

Sul discorso della praticabilità di politiche di concessione dello staus di rifugiato, mi sembra che esso possa essere ragionevolmente derubricato da questione geo-culturale alla solità barzelletta uscita fuori dall'accoppiamento fra leggi sull'immigrazione e uffici perifici di applicazione di quelle norme. Il solito, dico solito in senso laudatorio :-) , Alberto l'ha scritto bene: un ridicolo foglio di via, che è la foglia di fico dietro cui si nasconde la gestione e il rimpatrio dei clandestini.

Ed era lì la domanda: perché QUESTO appello (contro la multi-whatever) risuona e gli argomenti sul vincolo di bilancio invece no? E nemmeno il soprendentemente minoritario "buonismo" della chiesa cattolica, che invece di solito tutti osannano? A quale, chiaramente condiviso, sostrato culturale il BS ed i suoi cani da guardia si appellano?

Questo invece è il punto che interessa a Mich. E qui mi stupisco. Voglio dire: a me questo modo di impostare la discussione sull'immigrazione appare del tutto in linea con gli standard abituali della discussione politica italiana. Pochi, pochissimi fatti (dati, per voi economisti) e molto serrare le fila dei propri schieramenti sull'onda di pochi principi, morali religiosi o ideologici, dietro cui si dipana tutta la discussione. Non per lisciare il pelo alla NFA community, peraltro assai variegata, ma io tutte le cose che ho letto qui sui problemi relativi al diritto di asilo, non le ho mica lette nella stampa...eppure mi immagino che chi scrive qui lo faccia a margine di altre attività. Il dibattito centrale, nella stampa e nella televisione, invece si sta svolgendo al solito modo: i cattolici invocano principi (come al solito lontani dalla realtà), la sinistra riprende quei principi e fa asse con la chiesa (ora che condividono i medesimi pregiudizi sull'argomento in voga al momento); la destra silenzia la chiesa, la cui voce farà fatta risuonare alla bisogna solo in caso di necessità. Aggiungo poi, chè nessuno lo ricorda, che Prodi si è reso responsabile di un episodi di contrasto all'immigrazione assai più cruenti di quello oggi in discussione (nel 1997 si erano decise politiche di respingimento e speronamento delle navi albanesi)...giusto per ricordare che chi si straccia le vesti oggi...beh, ieri se stracciava a  parti invertite. Dopo quell'affondamento Berlusconi era andato letteralmente a piangere a Brindisi fra i reduci dello speronamento, e la sinistra, allora al governo, accusava Berlusconi di buonismo, e di strumentalizzazione delle tragedie del mare: insomma, il solito canovaccio della brutta politica.

Quindi, tornando a quello che interessa Michele, i vincoli di bilancio non vendono perchè una politica fatta tutta di ideologia non sopporta i vincoli e perchè, in genere, la discussione pubblica non è certo indirizzata ad un'analisi costi-benefici del problema dell'immigrazione. Gli italiani sono un popolo che solo ora sta conoscendo immigrazione diffusa (ora, intendo gli ultimi 20 anni) e quella che arriva non è per giunta immigrazione particolarmente qualificata; aggiungiamoci l'esistenza di una cultura fortemente statalista in economia, col modello superfisso applicato anche all'immigrazione (se lavorano i neri, noi stiamo a casa, questo il refrain) ecco che si spiega perchè funzionino di più certi argomenti.

 

Gli italiani sono un popolo che solo ora sta conoscendo immigrazione diffusa (ora, intendo gli ultimi 20 anni) e quella che arriva non è per giunta immigrazione particolarmente qualificata

 

Ma infatti questa e' la cosa triste in Italia: che chi impone la tutela dei propri interessi al resto del paese (in questo caso bloccando la competizione dall'estero, in altri casi forzando la mano del governo sulle licenze dei taxi o sui soldi da dare ai camionisti sottraendoli ai fondi per la ricerca) e' gente non qualificata. Il che significa che la maggioranza (almeno politica, se magari non strettamente numerica) in Italia e' costituita da gente con skills da terzo mondo, ma paghe da primo mondo.

sono in larga parte d'accordo. Ho solo un importante appunto. Si scrive: "respingere alla frontiera le persone che non possiedono i requisiti di legge per entrare nel paese - sia atto tanto barbarico quanto alcuni lo fanno apparire. Lo si fa negli aeroporti USA, ed in quelli del resto del mondo, tutti i giorni: provate a sbarcare in quel di Pechino senza visto e magari senza passaporto. Lo si fa, ovviamente, alle frontiere terrene di ogni paese. Cosa c'è di diverso nel farlo al confine marittimo fra Italia ed i paesi del Nord Africa, Libia in particolare? Li riportano a casa sani e salvi, non li abbandonano di certo in mezzo al mare ... Fino qui, quindi, niente di male, a mio avviso."

 

C'è il fatto che - nella pratica berlusconiana - prima nel rimpatrio non mi risulta che venga controllato se ci sono persone sui barconi che possiedono i requisiti per entrare in Italia. E' come se all'aeroporto O'Hare di Chicago non mi facciano neanche parlare con il poliziotto alla dogana (che ti prende impronte, fa foto, controlla documenti, ti chiede che vieni a fare, quanto tempo stai, etc.), ma mi rispediscano direttamente a casa, solo perchè ho i lineamenti, vestiario, e accento italiano.

 

C'è il fatto che - nella pratica berlusconiana - prima nel rimpatrio non mi risulta che venga controllato se ci sono persone sui barconi che possiedono i requisiti per entrare in Italia. È come se all'aeroporto O'Hare di Chicago non mi facciano neanche parlare con il poliziotto alla dogana (che ti prende impronte, fa foto, controlla documenti, ti chiede che vieni a fare, quanto tempo stai, etc.), ma mi rispediscano direttamente a casa, solo perchè ho i lineamenti, vestiario, e accento italiano.

 

Buon punto. Dovrebbero farlo. Son disposto a scomettere che la frequenza con cui troverebbero una persona con i requisiti legali sarebbe un infinitesimo molto piccolo. Ma non importa, dovrebbero verificare l'identità delle persone che stanno chiedendo di entrare.

 

giusto una nota tecnica: se all'aeroporto di Chicago o NY arriva un aereo autorizzato ma non di linea, cioe' un jet privato, allora tutti i membri a bordo devono avere il visto, e non vale il visa waver per nessuno. Se cio' accade nessuno mette piede sul suolo USA, salvo US citizens, e la compagnia aerea privata paga una penalita' salatissima. Se poi l'aereo non e' manco autorizzato (in analogia con i barconi), ho moti dubbi sul fatto che quell'aereo possa atterrare, a prescindere da chi sta a bordo.

In ogni caso ho trovato utile questo report del CRS sui richiedenti asilo fpc.state.gov/documents/organization/80737.pdf

 

 

Da quando l’ Italia ha iniziato a regolare con provvedimentiinizialmente blandi e privi d' efficacia e poi sempre più repressivi i fenomeni migratori qualunque misura di tipo limitativo o presunto tale è incorsa negli strali delle anime belle e politicamente corrette, che vedevano in ogni limitazione dei processi migratori un insopportabile sopruso a danno di poveri disgraziati in cerca di una vita migliore. Al posto della cultura del respingimento e della repressione si proponeva (e si propone) la cultura dell’ accoglienza e della cristiana solidarietà. Ma nessuno si è mai soffermato a considerare le conseguenze delle politiche implicitamente a contrario auspicate. L’ ho fatto io in un breve saggio del 2002 intitolato “On the EconomicsandPoliticsofUnrestrictedImmigration”, PoliticalQuarterly, no. 4, vol. 73, liberamente scaricabile all’ indirizzo

www.dse.ec.unipi.it/persone/docenti/chilosi/unrestricted%20immigration.pdf

di cui vi propongo la (veloce) lettura.

 

 

Non se ne parla quasi mai (solo in caso di incidenti come questo), ma secondo la BBC:

 

At least 1,500 Haitian migrants are intercepted at sea and repatriated by the US Coast Guard each year.

 

Da qualche tempo leggo, frettolosamente lo ammetto, le cose che la Fondazione FareFuturo mi manda. Tipo questa. Sono parecchie oramai, e sembrano andare tutte in una direzione abbastanza precisa anche se non necessariamente lucida e compiuta. Certo, volendo ci si ritrova parecchio da ridire oltre ad una certo semplicismo nell'articolare i ragionamenti. Ma rispetto al resto che su questa ed altre questioni vedo arrivare dal centro destra, le cose che leggo sul sito di FFF sono sideralmente superiori.

Visto che il padre nobile di FFF è Gianfranco Fini (oramai in Italia ogni politico che "conti" qualcosa ha la sua fondazione personale), non posso che sorprendermi. Gianfranco Fini è diventato la cosa meno spiacevole e più aperta al dibattito dell'intera galassia PdL ... non so se rallegrarmene o sospettare che ci sia sotto un trucco. Con i politici italiani di lungo sorso non c'è mai da fidarsi troppo ...

Voi che siete laggiù ed annusate gli odori per strada, illuminatemi.

Fini gioca a fare il padre della Patria da quando è stato eletto presidente della Camera. E' il suo modo per smarcarsi da Berlusconi, per (ri)guadagnare uno status autonomo dopo anni durante i quali sembrava finito nel cono d'ombra dell'attuale Premier. Si noti che le dichiarazioni di GF (mediate o meno da FFF) sono numerosissime e quasi sempre ortogonali a quanto va dicendo Berlusconi (un esempio ormai arcinoto  qui)

Sicuramente in questo c'è una componente di tattica politica "bassa", ie, poltrone: penso che Fini mal sopporti l'idea di un Berlusconi al Quirinale e, anzi, stia cominciando a preparare il terreno per una propria possibile candidatura.

Se e quanto le posizioni espresse da Fini e da FFF siano "sincere" e destinate a durare nel tempo penso che nessuno possa dirlo.

La mia personale opinione, che ho gia' espresso in passato, e' che MSI e poi AN sono dominati da un coeso gruppo dirigente legato direttamente alla tradizione politica e culturale fascista, ammodernata ai tempi, mentre Fini ha aderito all'MSI (come ha spiegato lui stesso) non in base ad un'appartenenza culturale fascista o post-fascista, ma solo come reazione al conformismo culturale comunista al tempo invasivo e anche tendenzialmente violento vigente a Bologna. Inizialmente Fini ha acquisito e fatto suoi l'ideologia e il sistema di valori post-fascista (statalismo nazionalista ed etico, economia corporativa, disprezzo del mercato, del liberismo e del modello amerikano, eccetera).  In seguito progressivamente Fini ha acquisito e fatto propri alcuni valori della destra conservatrice europea non fascista, con attenzione di stampo direi "radicale" sulle liberta' personali, e aperture su meritocrazia di stampo liberale. Purtroppo mi sembra mantenga i principi fascisti e post-fascisti, ma non solo, riguardo a statalismo e intervento dello Stato in economia.

 

La Repubblica di oggi si poneva la stessa domanda comentando il calorso incontro di Fini con le organizzazione gay (non riesco purtroppo a linkare l'articolo).

Per quel che vale, è una domanda che mi pongo anche io da un po' di tempo, da quando mi sono accorto, con sorpresa (e un po' di sgomento), di trovarmi sempre più spesso d'accordo con le sue affermazioni.

Voci di corridoio danno il "merito" a Benedetto Dalla Vedova ed alla residua pattuglia di ex radicali che ancora sopravvivono tra i peronisti del PdL

Quello che hai detto è vero Michele, come sono vere anche le cose scritte qui sopra. Credo ci sia davvero un misto tra "sincerità" e volontà strategica di smarcarsi. Quanto a quest'ultima, è cominciata prima che fosse Presidente della Camera ma è poi notevolemente incrementata: ora con gli alleati ha l'alibi del ruolo che ricopre, e al contempo può allargare il suo appeal al di fuori della sua parte politica. Lo scopo secondo me non è il Quirinale, ma la leadership del centrodx (magari senza Lega).

Io Fini non riesco a prenderlo sul serio da che ho visto il filmato che la sua compagna ha girato con Gaucci.

Magari sbaglio, ma proprio non ci riesco.

si'

Posto il mio primo commento riportando questo pseudo articolo della pacata stampa nostrana.

E' venuto a galla solo di recente e neanche a farlo apposta da una testata di BS da cui apprendiamo che (link):

 

Lambertow premiato dai giapponesi

Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi. Va infatti a Lamberto Dini (nella foto) un premio che Tokyo riserva ai cittadini stranieri: il Gran cordone dell’Ordine del sol levante. La cerimonia di consegna si svolgerà il 10 giugno nella residenza dell’ambasciatore giapponese in Italia Hirosyasu Ando. I meriti di Dini? «Il consolidamento delle relazioni bilaterali tra Giappone e Italia impegnandosi, durante il suo mandato al ministero degli esteri, alla realizzazione di eventi culturali tra 2001-2002». Tempestivi, non c’è che dire. Ma ancor oggi Dini contribuisce «allo sviluppo delle relazioni bilaterali» tanto che è uno dei sei consiglieri del «Praemium imperiale», il Nobel giapponese delle arti.

 

Oltre a non saper usare il correttore ortografico, direi che nemmeno il cervello viene granchè utilizzato.....a quando articoli sui "f***ing n****rs"?

Per la cronaca l'ambasciata del Giappone in Roma risponde così (link):

 

Ambasciata del Giappone

Roma

Roma, 7 maggio 2009

Egregio Direttore,

 


    ci riferiamo all'articolo apparso sul Vostro giornale il 30 aprile a p. 16, intitolato "Lambertow premiato dai giapponesi". Nel medesimo si legge "Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi". 



 

    E’ ben accetta l'attenzione prestata alla notizia del conferimento dell'onorificenza al Senatore Dini da parte del Giappone. Tuttavia, riteniamo che l'espressione utilizzata per identificarci, ossia "musi gialli", abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l'espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all'altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano.



    Pertanto, richiediamo quanto prima una spiegazione a scopo di rettifica sull'espressione "musi gialli giapponesi" come apparsa sul Vostro giornale.

 



    Attendendo una Sua risposta in merito, Le porgiamo distinti saluti.



 

 

 

                                          Shinsuke Shimizu                                      

                                                                                                                 Ministro e Vice Capo Missione                     

 

 

P.S.- Anticipiamo, inoltre, che la presente lettera sarà pubblicata in ogni caso sul sito della nostra Ambasciata al fine di informare i Vostri numerosi lettori.

 

_______________________

Gent.mo 


Dott. Mario GIORDANO

Direttore Responsabile


Il Giornale


Sullo stesso quotidiano di oggi il titolo: Quirinale: "Xenofobia". Premier: "Non da noi"

Lo fa apposta o gli vengono spontanee???

 

 

Assurdo. Grazie per la segnalazione.

Sono decisamente sconcertato...e pensare che 15 o 16 anni fa questo quotidiano aveva come direttore Indro Montanelli, no dico, Indro Montanelli! Ma perchè non parliamo del degrado della nostra stampa? Perchè ci ostiniamo a parlare solo del degrado della scuola, dei servizi, delle infrastrutture e mai di questa stampa ripugnante?

Ho appena visto un filmatino tratto da Repubblica video, dove BS arringa (lui?) la platea di Confindustria.

Io ho già detto che non condivido l'idea di chi dice che la democrazia in Italia si stia spegnendo; non penso che la TV o i media siano un moloch imbattibile (nell'Est Europa le televisioni continuavano a trasmettere menzogna, ma poi il muro è crollato lo stesso)... Io semplicemente credo che i fatti siano più forti delle opinioni e delle interpretazioni e che esistono nonostante tutto il nostro affannarci a sotterrarli o disconoscerli o manipolarli. Sono fiducioso sulla democrazia italiana perchè in anni non troppo lontani, anni '70, si diceva che i governanti erano non solo corruttori, ma anche assassini di giudici, terroristi che mettevano bombe sui treni nelle piazze e così via. Che fosse vero o no, rimane che alcuni vedevano anche allora rischi autoritari, anche se ora l'Italia non è meno libera di 30-40 anni fa, ma anzi, abbiamo anche più diritti.

Però, quando si vedono cose del genere, un po' si rabbrividisce. Insomma, SB propone la sua ricostruzione della vicenda Mills, disconosce apertamente la sentenza che (non ha condannato lui), attacca un potere dello stato fino a prova contraria autonoma; nomina personalmente il giudice che lo ha condannato e lo definisce "estremista di sinistra"; lamenta un uso restrittivo e a lui sfavorevole della prescrizione, dando ragione a quanti sostengono che la prescrizione sia di fatto una garanzia all'impunità utilizzata dagli illustri imputati per salvarsi; sottolinea che lui fa questo, benchè sappia benissimo che c'è il Lodo Alfano e la prescrizione e che dunque lui, ne è fuori. Insomma, siamo alle solite. Di nuovo, almeno per quello che so io, c'è una platea confindustriale che a tutti i passaggi che ho richiamato (quelli a mio giudizio più gravi nella sostanza di quanto lasciano intendere del rispetto del presidente del consiglio per i giudici) applaude, convinta e fragorosa. Non è grave anche questo? Come possono, questi imprenditori, volere una giustizia veloce e lamentarsi dei costi di quella e nel frattempo applaudire chi, quella giustizia la sfascia? E non si vogliono, questi capitani pochissimo coraggiosi e molto deferenti col potere politico, porre un problema di equidistanza rispetto a un potere dello stato, rispetto ad altri poteri con i quali avranno rapporti istituzionali? Che idea abbiamo, di imprenditori che applaudono uno che, secondo una sentenza dello stato italiano, corrompe un avvocato per sostenere false tesi in un processo? Forse rientra nelle usuali forme di rafforzo della loro attivita industriale e commerciale? Dov'è l'etica protestante del lavoro? Il rispetto delle regole? Nessuno, in Confindustria, si sente in imabarazzo? Nessuno? Franco, ti prego dì qualcosa! Almeno tu.

E poi un'ultima cosa. Si dice che a parlare di queste cose si fa il gioco di SB, e per questo, la sinistra perde le elezioni. Ma io noto che è sempre SB ad alzare i toni, a spararla più grossa, a cercare lo scontro, sempre citando il consenso di cui gode e che sarebbe in crescita.