Sulla spesa pubblica: risposte alle domande di Famularo

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In questo post di Massimo Famularo erano state poste alcune domande a Furio Colombo inerenti un editoriale da lui firmato su Il Fatto Quotidiano. Di seguito riportiamo la replica che Furio Colombo ci ha gentilmente fatto avere.

Per intendere lo scambio è bene tener conto che la situazione italiana e internazionale è cambiata da quando l'editoriale di Colombo e il post di Massimo sono stati scritti (mezza estate).

Seguo i numeri delle vostre domande, e per comodità le ripeto..

'<h' . (('3') + 1) . '>'1- la spesa pubblica è sempre buona?'</h' . (('3') + 1) . '>'

Certo che no. Quella di Hitler assai meno buona di quella di Roosevelt. Ma attenzione: la vostra obiezione ("anche per le auto blu" ....) cambia bruscamente contesto. Krugman, Obama e il mio articolo non si sono mai occupati di autoblu e di comunita' montane, che altrove non esistono, ma di riforma sanitaria (che negli USA vuol dire che i poveri non devono più morire per le strade) oppure di scuole pubbliche e accesso dei giovani senza risorse proprie alle università (che, dovunque sia stata abolita la spesa pubblica, sono costosissime). Sia le citazioni da Krugman, sia quelle, in articolo successivo, dall'altro Premio Nobel, Joseph Stiglitz, servivano per dire ciò che credo insieme a economisti, politici e cittadini di tutte le democrazie industriali: la spesa pubblica, se impiegata in modo da garantire uguaglianza di accesso, di cure e di diritti, e investita in progetti che riguardano tutta la comunità, sono il solo percorso che finora si conosca per uscire da grandi crisi come quella che stiamo vivendo.

Credo che dovrei aggiungere alle mie citazioni il Nobel per l'economia e docente di filosofia Amartya Sen (lo farò). Nel ricordare che non c'è un solo caso, nella storia di tre secoli di vita e avventure del mondo industriale,  di un Paese che esce dalla crisi grazie al valore, all'impegno, alla dedizione del settore privato. Accade sempre il contrario: l'avidità privata, che si impossessa del controllo di un  governo, provoca il disastro.

La vasta spesa pubblica di un governo cosciente del pericolo che incombe su tutti i cittadini che non sono portatori di ricchezza, trova la via d'uscita. Le auto blu, i barbieri, e gli altri riferimenti di [il post di Massimo Famularo su; ndr] noiseFromAmerika fanno parte del sottofondo pubblico di un mondo dominato dal privilegio privato e si tratta di furti locali, che non si possono accostare a Krugman, Stiglitz, Sen, Obama. Sono giustamente materia di un triste dibattito italiano su cui ho scritto e detto qualcosa, ma in un altro contesto.

'<h' . (('3') + 1) . '>'2 - Difendere la spesa pubblica senza distinzioni non è disonesto?'</h' . (('3') + 1) . '>'

In questa domanda c'è un equivoco che un po' di attenzione avrebbe permesso di evitare. In ciò che ho scritto negli articoli in discussione, niente fa pensare che io stia suggerendo spesa pubblica nelle mani di Brunetta o Sacconi o Tremonti, e neppure di questo Parlamento.

Mi sembra evidente che io ne ho parlato come si parla di acqua pubblica come bene comune. Inoltre era evidente, in tutta l'argomentazione che il contesto non era la disonestà pubblica o privata (gli evasori di doveri e gli evasori di tasse) che tormenta il paese Italia ma: come è accaduto che il mondo industriale democratico che si credeva ricco e superiore, sia entrato in una crisi violentissima e come ne potrà uscire.

'<h' . (('3') + 1) . '>'3 - Non crede che sia possibile essere contrari alla spesa socialmente inutile senza predicare lo smantellamento dello Stato sociale?'</h' . (('3') + 1) . '>'

Non tutto è bianco e nero, c'e'anche il grigio. La scena di cui discutiamo  è in bianco e nero,  e personalmente non ho alcun interesse per il grigio. In un mondo in cui i disabili, anche gravi, vengono abbandonati a se stessi, la spesa socialmente inutile non esiste perché se e' sociale (aiutare chi non può da solo) non è inutile, e se è inutile non ha alcuna connotazione sociale, è solo il privilegio di qualcuno a spese di tutti.

'<h' . (('3') + 1) . '>'4 - Questi soldi che con tanto zelo si vorrebbero spendere chi dovrebbe metterli? Facciamo un  nuovo debito?'</h' . (('3') + 1) . '>'

Roosevelt, per uscire dalla grande depressione creata dal privilegio privato, ha fatto debito immensi e ha salvato il suo Paese. Attlee, il primo ministro laburista inglese dopo la guerra, ha rifatto tutto il suo Paese con i debiti. Il piano Marshall, di cui ogni tanto si favoleggia, è stato un immenso debito americano per salvare l'Europa del dopoguerra.

Il debito italiano di cui portiamo il peso, invece, è una malattia che perdura e che si chiama "cattivo governo". Molti governi europei conservatori di questi anni (praticamente tutti) e le voci aggressive della estrema destra americana sono persuasi che gli errori dei governi e della  politica vadano pagati dai cittadini. Vanno molto le famose frasi " la festa è finita" e "abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi".

Ma la festa di chi?

E chi ha vissuto al di sopra dei propri mezzi?

'<h' . (('3') + 1) . '>'5 - Oppure aumentiamo le tasse?'</h' . (('3') + 1) . '>'

Domanda giusta. Il disastro americano, con seguito di sfiducia quanto alla capacita ddl colosso statunitense di pagare, è stato originato, contro l'opinione indignata  degli economisti che ho sempre citato e di gran parte del partito democratico Usa, dalla follia di Reagan e dei due Bush (sopratutto George W. Bush ): tagliare in modo drammatico le tasse dei ricchi e dei ricchissimi americani, facendo ricadere tutto il peso della spesa pubblica su coloro che lavorano (dagli operai ai dirigenti). Quel buco ha prodotto in pochi anni negli Usa un cratere di debiti che al momento appare insanabile.

Ma, di nuovo, la opposizione repubblicana, che ha la maggioranza alla Camera Usa, ha impedito al Presidente le tasse sui ricchi. Di nuovo tutto il sacrificio ricade sui poveri (che non avranno alcun soccorso per le spese mediche) e il vantaggio è dei ricchi, che continuano a non pagare. Si, le tasse sono una grande risposta e non troverete un serio economista con un reputazione da difendere che proporrà una via d'uscita diversa.

'<h' . (('3') + 1) . '>'6-Visti i risultati della spesa di Craxi, delle tasse di Prodi e della spesa + tasse di Berlusconi da quale pianeta dovrebbero arrivare questi politici capaci di spendere efficacemente ogni centesimo e di difendere i deboli?'</h' . (('3') + 1) . '>'

Non vedo come mettere sullo stesso piano le tre epoche e le tre persone. Dei tre, Prodi non è e non è mai stato indagato, ha sempre reso ben chiaro il suo modo di governare e, come  è impossibile non ricordare, ha portato la screditata Italia della Lira stracciata dentro l'epoca dell'Euro. Senza Euro, Grecia e Italia sarebbero già due zattere abbandonate, con  relativa immensa fuga di capitali.

Mi domandate, con un po' di sarcasmo "da dove dovrebbero venire questi politici capaci di spendere efficacemente ogni centesimo e difendere i deboli ?"  E ' la stessa angosciante domanda degli americani e di quasi tutto il resto del mondo, dal Giappone all' Argentina.

Continueranno a chiderselo loro e continueremo noi (che intanto però potremmo con urgenza cambiare la legge elettorale). E, nell'attesa, potremmo evitare le strade sbagliate come quella di credere che il governo del "privato" sia migliore solo perché non ha bisogno di pranzare al ristorante del Senato. Mai dimenticare che l'Italia è governata o dominata da quasi vent'anni da privati del genere che non paga tasse, e da essi non è venuto nulla di nuovo, solo più privilegi, pubblici, privati o rubati.

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Commenti

Ci sono 55 commenti

E' evidente che Colombo sarà anche un bravo giornalista ma di economia non capisce quasi niente. Francamente la sua risposta mi ha un po infastidito soprattutto quando incensa gente come Obama o Krugman! La sua è la classica posizione ideologica che presuppone che i soldi non finiscano mai.. lo stato può sperperare tutti i soldi che vuole che tanto ci sarà sempre qualcuno pronto a finanziarlo o da spremere con le tasse o al limite si stampano dal ninte.. grazie a Dio non è cosi! Non ha ancora capito che la vera crescita viene solo dai privati, soprattutto quella tecnologica e della produttività, che oggi sono i driver principali. Il pubblico non ha alcun incentivo ad aumentare la produttività perchè non deve affrontare altri concorrenti e perchè comporterebbe (moltissimi) meno posti di lavoro pubblici! Per es. secondo lui il fatto che si siano disabili senza assistanza significa che bisogna fare altra spesa pubblica e alzare le tasse per finanziarla... perchè non si domanda come mai nonostante tasse altissime qui in Italia quei disabili sono ancora senza assistenza? Forse perchè sono usati per mantenere i dipendenti pubblici e la casta invece che per i poveri e questo non dipende da Berlusconi ma è normale che sia cosi: lo stato è un mostro che si autoalimenta! Secondo lui, a parte le auto blu e le ruberie, lo stato è iperefficiente, non conta che con qualche database, software e facendo lavorare davvero i dipendenti pubblici almeno un 30%-40% sarebbero perfettamente inutili e si potrebbe offrire gli stessi servizi risparmiando miliardi... Pensa che vi sia sempre ricchezza da redistribuire ma non si preoccupa di come questa venga creata... a forza di tasse, regole, inefficienze della PA di ricchezza ce ne sarà sempre meno e quel che è peggio distribuita non per merito ma in base alle preferenze dei politici! E poi non ha capito che grazie alla globalizzazione, alla tecnologia e ai mercati se uno stato continua ad opprimere le imprese queste possono trasferirsi altrove mentre le piccole, il grosso qui da noi, devono subire tutto il fardello (speriamo che prima o poi si sveglino e inizino a ribellarsi). Non ha capito che la crisi è stata causata proprio dallo stato e dalle banche centrali amiche! e dal suo mito Obama che faceva un mucchio di soldi denunciando le banche che non prestavano ai neri che poi non potevano ripagare... o che il pubblico è la forza più improduttiva e parassitaria! E poi che paragoni fa tra politiche del dopoguerra e oggi? Non capisce che oggi è tutto completamente diverso? come se oggi lo stato potesse ripudiare il debito o requisire l'oro dei cittadini o costringerli a comprare obbligazioni di guerra (agli speculatori) o potesse prendere tutti i disoccupati, dargli in mano un badile e fargli costruire infrastrutture che ci sono già, togliendo soldi alle imprese che fanno beni e servizi che invece non ci sono già e che la gente vuole ed è disposta a pagare... le stesse che assumono e creano sviluppo! Geniale! E' questa la sua idea di economia? Oggi sono altre le cose che servono, per es, meno strade e più brevetti, meno case e più software e i disoccupati in genere non sono in grado di fornirle ecco perchè la disoccupazione resterà alta! non perchè il privato è brutto e cattivo!

Purtroppo il 90% degli italiani ed evidentemente anche quelli che assegnano i nobel la pensano esattamente come lui e continuano a bersi queste sciocchezze. Vi prego spiegategliele una volta per tutte!

La risposta di Furio Colombo è da manuale: piena di assunti impliciti (i poveri muiono davvero per le strade, i disabili sono davvero abbandonati a sé stessi) dati per veri come premessa per il confronto. E quindi il confronto sta a zero. Infatti si sottrae alle risposte per emettere giudizi sull'appropriatezza delle domande. Non ha fatti, ma superlativi assolutivi. Just another brick in the wall.

Tempo buttato, alle 6 e mezza di mattina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

l'avidità privata, che si impossessa del controllo di un  governo, provoca il disastro

A me sembra un'eccellente definizione di "spesa pubblica".

 

 

 

l'avidità privata, che si impossessa del controllo di un  governo, provoca il disastro

 

La frase si può anche leggere al contrario: "l'avidità del governo, che si impossessa del controllo dei cittadini, provoca il disastro". La costante è appunto "spesa pubblica" (e non solo) fuori controllo. Questa, più di ogni altra cosa, sembra la causa del disastro, da Reagan a Obama e, da noi, molto peggio.

Alla Columbia devono avere senz'altro apprezzato i pittoreschi "palindromi" del "professore"! Sarà per questo che lo hanno ingaggiato?

 

 

 

 

 

 

Il festival dell'ideologia: t utte le direzioni sono rappresentate!

i dipendenti pubblici almeno un 30%-40% sarebbero perfettamente inutili

 

Siamo tutti daccordo che la riorganizzazione e il recupero di efficienza del pubblico impiego sono necessari al paese; quando considero la distribuzione per attività trovo però difficile individuare dove tagliare 1200000 dipendenti (35%) o 1350000 (40% e trascuro l'"almeno") (mi scuso la distribuzione è vecchiotta ma è l'unica disponibile). Il vincolo  di <<offrire gli stessi servizi risparmiando miliardi.>> mi crea qualche problema.

Potresti illustrare la tua ipotesi.

 

 

 

Lavoratori del pubblico impiego per settore di appartenenza

Scuola 1.130.658

Servizio Sanitario Nazionale 692.002

Regioni e autonomie locali 578.657

Corpi di polizia 321.673

Ministeri 261.915

Forze armate 125.564

Universita 113.393

Enti pubblici non economici 62.873

Aziende autonome 34.368

Regioni a statuto speciale 26.735

Enti di ricerca 16.992

Magistratura 10.514

Carriera prefettizia 1.567

Carriera diplomatica 1.007

Totale pubblico impiego 3.377.918

Fonte: Centro documentazione dellfEurispes. - anno 2004

 

anche come costi siamo (in € pps/abitante) sotto la media europea (source Eurostat)

 


 

 

 

 

 

anche come costi siamo (in € pps/abitante) sotto la media europea (source Eurostat)

 

costi P.A. 2010

% / pil€ PPS / abitante

FR24,86493

IR19,76057

EU1721,95798

GE19,45617

EU2722,25430

IT21,25176

SP20,85150

PO21,44229

GR18,94099

c'è sicuramente un pbm di efficienza.

 

 

 

 il privato è brutto e cattivo

il privato non è nè brutto nè cattivo ma efficiente o inefficiente e in Italia purtroppo è spesso inefficiente : o vogliamo privatizzare Sanità o Scuola e farle gestire da chi ha gestito Telecom dopo la privatizzazione? o farne una nuova C.A.I.? (ci sono ancora in giro "capitani coraggiosi"?) o dare la Sanità aslla proprietà del S.Rita di Milano?

Io penso che il problema italiano sia molto più complesso  e che purtroppo l'inefficienza non sia una esclusiva del pubblico. 

La tua risposta è ideologica al pari di quella di F.C.

 

 

2 cose:

1. Il privato funziona se opera in un vero mercato! L'esempio di CAI è da manuale! Se l'azienda falliva lo stato non si sobbarcava gli oneri della bad company e ne avrebbero risposto azionisti e obbligazionisti e questo li avrebbe dissuasi dal finanziare altri baracconi pubblici in futuro. Inoltre l'attivo sarebbe stato messo all'asta al miglior offerente rimborsando meglio gli obligazionisti e impedendo una forte concentrazione e conseguente diminuzione della concorrenza a danno dei competitors efficienti (Ryanair) e consumatori. L'azienda inefficiente sarebbe fallita, i sindacati che hanno contribuito al 90% al suo fallimento sarebbero stati puniti e non premiati con scivoli d'oro pagati dai contribuenti, i competitors efficienti avrebbero guadagnato grosse quote di mercato e in un mercato finalmente aperto avrebbero investito di più abbassando i prezzi, aumentando i voli assumendo dipendenti e beneficiando il turismo... Spesso si scambia il privato inmanicato con lo stato, col privato che opera in concorrenza, e poi quando i risultati sono (prevedibilmente) negativi si dice "ecco hai visto è tutta colpa del privato, speriamo che lo stato sistemi le cose"... Non è ideologia, sono fatti!

2.Sui dipendenti pubblici. Quanto costano conta poco! Conta soprattutto quanto producono rispetto a quanto costano! e che danni provocano indirettamente al sistema privato. Per es al sud tutti vogliono lavorare sotto lo stato che paga bene e hai il posto garantito quindi il privato deve offrire condizioni che difficilmente può permettersi data la difficoltà di quel mercato.

Sui numeri credimi si può fare moltissimo. Non ho fatto studi specifici ma cerco di usare il buon senso. Per es. domattina potresti licenziare tutti i 120,000 bidelli ed esternalizzare totalmente il servizio ai privati. Si potrebbero anche licenziare moltissimi insegnanti e personale amministrativo. Per es. invece che 2 scuole che funzionano 5 ore la mattina ne usi 1 con 2 turni: 5 ore la mattina e 5 il pomeriggio: meno edifici da pulire e manutenere e molti monetizzabili sul mercato visto che si trovano in centri urbani. Molti insegnanti sono perfettamente sostituibili: registri lezioni su youtube approfondite, con esempi e casi svolti che lo studente può rivedere quando vuole quante volte vuole e puoi fare a meno tranquillamente di metà degli insegnati attuali. Ho seguito alcuni corsi cosi e posso assicurarti che sono molto efficaci, secondo me più delle lezioni in aula, certo serve comunque in parte il contatto/confronto con un insegnante in carne ed ossa, soprattutto per elementari e medie (ecco perchè ho scritto metà). Alcune categorie di insegnanti puoi eliminarle totalmente: religione, ginnastica, latino, greco, filosofia... chi è interessato va da un profe privato o fa da autodidatta come ho fatto io con le cose che mi interessavano. Se adotti questo sistema di insegnamento ogni 5 scuole te ne basta 1! Altro esempio: tutti il personale che lavora nelle biblioteche, in genere ogni comune anche piccolo ne ha 1, li puoi sostituire totalmente con i database di libri online e puoi monetizzare quegli immobili.... Semplificando la normativa scompare la necessità di moltissime pratiche burocratiche e relativi dipendenti che se ne occupano. Se informatizzi tutta la PA, raggruppi sedi e distaccamenti, accorpi piccoli comuni ed elimini province ed enti inutili non immagino nemmeno quanti posti risparmieresti.. secondo me al 30% almeno ci si arriva se si adotta l'efficienza delle imprese private. Quando l'hai fatto abbassi del 30% lo stipendio dei dipendenti pubblici rimasti e li rendi liberamente licenziabili come i privati, in modo che uno che cerca lavoro si rivolga al pubblico solo come ultima risorsa. Questo è fattibile, non è ideologia, al massimo ho esagerato con la percentuale ma è fattibile già domattina!

 

festival dell'ideologia: tutte le direzioni sono rappresentate!

i dipendenti pubblici almeno un 30%-40% sarebbero perfettamente inutili

Siamo tutti daccordo che la riorganizzazione e il recupero di efficienza del pubblico impiego sono necessari al paese; quando considero la distribuzione per attività trovo però difficile individuare dove tagliare 1200000 dipendenti (35%) o 1350000 (40% e trascuro l'"almeno") (mi scuso la distribuzione è vecchiotta ma è l'unica disponibile). Il vincolo di offrire gli stessi servizi risparmiando miliardimi crea qualche problema.

 

Festival dell'ideologie non direi:su alcune cifre ha esagerato (tagliare il 30 - 40 per cento di tutti i dipendenti è troppo), ma la direzione è quella giusta. Il vincolo di offrire gli stessi servizi abbassando drasticamente il numero di dipendenti è facilmente raggiungibile, in parte razionalizzando la governance dei singoli enti pubblici (c'è margine di manovra), in parte eliminando enti inutili (sì, lo so, se tolgo l'ente A chi farà il suo lavoro? Ma se lo fa l'ente B che accorpa l'ente A una parte rilevante dei lavoratori vengono assorbiti), in parte semplificando la legge (tolgo adempimenti => ho bisogno di meno persone che ci lavorino).

Risposta veloce, comparto per comparto, sulla base dei numeri che tu hai fornito (sarebbe bello averne di nuovi, aggiornati e facilmente consultabile: dovrebbe essere compito di Brunetta)?

  • Scuola 1.130.658: quanti ne risparmiamo cancellando la religione come insegnamento e razionalizzando gli istituti (ci provano da anni)? Facciamo 100mila?
  • SSN: ipotizziamo per il momento che lì il problema non sia il numero di personale (anche se qualcosa sulle ASL ci sarebbe da dire)
  • Corpi di Polizia e Forze Armate: accorpiamo Polizia e Carabinieri: risparmiamo in caserme, impiegati e burocrazia. Meno militari non fanno mai male: ad occhio altri 80 mila in meno
  • Regioni ed enti locali (anche a statuto speciale ed enti pubblici non economici): serve esattamente la metà del personale semplicemente cancellando province e comunità montane, riducendo a 10 il numero di regioni (3 al Nord, 3 al Centro, 2 al Sud più le 2 isole) e cancellando (accorpando, ad esempio) tutti i comuni sotto i 20 mila abitanti o sotto i 20 kmq. Totale: - 300 mila (ad essere buoni)
  • Università: 50% a casa, senza alcun problema. Lo dico per esperienza: guarda i numeri della Federico II dal 2005 al 2010 (da dicembre a dicembre): personale t.a. sceso da 4664 a 3635 (fonte MIUR). Meno 1000 in 5 anni senza che nessuno se ne sia accorto (anzi, credo che da un'eventuale sondaggio gli studenti direbbero che il servizio è migliorato). [Che poi mi devono sempre spiegare perché c'è più personale t.a. che docente]. Totale: -50 mila.
  • Aziende autonome: liberalizzaziamo e (quasi) tutti a casa: -20 mila
  • Magistratura: via la cassazione (civile e penale), depanalizziamo i reati inutili (contraffazione di biglietto, clandestinità), stop alla prescrizione al rinvio a giudizio e con l'attuale organico risolvi ogni problema.
  • Ministeriali: riducendo gli adempimenti un taglio del 20% sarebbe del tutto indolore. Totale: -50 mila

Totale: 700 mila in meno (-20%).

Nel dettaglio: ci sono decine di regole la cui cancellazione comporta l'automatico annullamento di decine di procedimenti che danno lavoro a migliaia di persone; rimuovendole ottieni un risparmio di personale pubblico (burocrati) e risparmi enormi per le imprese private (meno tempo da utilizzare, meno personale da impiegare, meno adempimenti). Mi vengono in mente tre cose inutili: assegni familiari (da chiedere ogni anno: personale dedicato solo a questo scopo in aziende pubbliche e private + personale pubblico per l'erogazione; da accorpare alle detrazioni), certificati antimafia (inutile: se sono un mafioso li aggiro; se non lo sono è solo più burocrazia; impiegato che deve emetterli, impiegato che deve controllari => lavoro inutile. Da cancellare), il doppio libretto per l'auto (di circolazione e di possesso).

La linea deve essere: meno regole, più chiare, più controlli, certezza della pena. Non è che si smette di costruire abusivamete perché si chiede un'altra dozzina di certificati in più: smetto se so che mi fermeranno e che butteranno a terra la casa.

Accorpamenti: sono partito dall'articolo di Seminerio che, a riguardo, sembra mancare un punto fondamentale: chi fa il lavoro delle province in caso di loro soppressione. Nell'articolo dice:

 

[...]e non dai comuni, la cui numerosità porrebbe insuperabili problemi di coordinamento, ove si creassero strutture consortili per gestire il territorio della provincia[...]

 

Errore: i comuni vanno più che dimezzati; sono attualmente più di 8000 con una media di 7500 abitanti per comune (7 mila se togliamo Napoli, Roma, Torino e Milano). Una distribuzione del tutto inefficiente. Per far sparire le province bisogna prima di tutto cancellare tutti i piccoli comuni (avremo 5500, forse 6000 comuni in meno: sto finendo in questi giorni la ricognizione dei comuni con abitanti e superficie) e tutte le comunità montante (i nuovi comuni le sostituiranno alla perfezione: ho calcolato che in media una comunità montana con 20 comuni attuali può essere sostituita da 3 "maxi-comuni").

Si ottiene così un'entità che sopperisce precisamente ai compiti delle province che potranno riposare in pace. Altri accorpamenti: far sparire (davvero, non per finta) enti inutili (CNEL? INPDAP da accorpare all'INAIL? mini Università=). La sola esistenza di un ente (sia esso comune, regione, provincia, Università) comporta spese fisse, personale che è necessario per la sola sua esistenza.

Piccoli effetti collaterali: meno enti significa centinaia di migliaia di posti politici in meno, sia in senso stretto (assessori, sindaci, consiglieri), sia in senso lato (cda di nomina politica); meno adempimenti significa rilanciare la crescita (quanti non aprono un'attività ecomica perché troppo costosa in termini di burocrazia?).

Postilla finale: questi provvedimenti non servono nell'immediato, ma nel lungo periodo. Infatti i dipendenti pubblici non possono essere licenziati (i politici sì: un risparmio da quasi subito l'avremo lo stesso), ma vanno ricollocati. Si potrà, però, bloccare tutte le assunzioni per i prossimi 7 anni, aspettando che tutti quelli in esubero vadano in pensione. Si tratta però di un risparmio che varrà per sempre, anno per anno.

 

Caro Colombo, grazie della risposta su NfA. Come da tradizione sul forum, uso il tu (spero che Viroli non me ne voglia per questo ;-)).

Avrei una domanda a monte, non su un punto specifico. L'Italia è un paese dove la spesa pubblica viaggia attorno al 50% del PIL, se non sbaglio. Questo è un livello molto alto, e, sempre se non sbaglio, dovrebbe essere cresciuto rispetto all'inizio degli anni '90. Inoltre c'è un accordo generale sul fatto che il livello dei servizi offerti dallo Stato rispetto ai soldi spesi sia scarso (pur con lodevoli eccezioni, stiamo parlando a livello aggregato).
Un settore pubblico poco produttivo, ma costoso è sicuramente un peso per l'economia del paese: non supporta adeguatamente innovazione e l'attività economica, consuma risorse e contribuisce alla percezione di uno stato sgangherato da parte del grande pubblico alimentando la sfiducia.

In questo contesto, perché giustificare comportamenti quali l'aumento della spesa pubblica? Capisco i punti verso cui vuoi tendere e sono sicuramente d'accordo a fornire supporto agli studenti universitari meritevoli, ai disabili, etc. Tuttavia, il modo di arrivarci è fondamentale. In un paese in crisi a causa del mix di debito pubblico e scarsa crescita, è impossibile proporre di aumentare la spesa, che vorrebbe dire aumentare il debito pubblico e/o le tasse, che fanno decrescere l'economia!

In breve, in Italia abbiamo una tradizione di uno stato grosso con cui siamo arrivati sull'orlo del baratro. Proporre una ricetta che ingrandisca lo stato ancora di più è un rimedio la cui validità va provata, tenendo conto del fatto che siamo in Italia e che già spendiamo un sacco di soldi in spesa pubblica e che li spendiamo male. In particolare, va spiegato come una maggiore spesa pubblica potrebbe avere un impatto positivo sulla diminuzione del debito pubblico e sull'aumento della crescita del PIL.

Su questo mi farebbe piacere sentire cosa hai da dire.

Mi permetto di anticipartela io una simpatica, ma realistica, risposta tanto le loro argomentazioni sono sempre quelle.

1. C'è un'evasione fiscale pazzesca! E' colpa dei ladri e avidi evasori se per aumentare la spesa pubblica di deve alzare le tasse (è una vera disgrazia perchè altrimenti loro le tasse non le alzerebbero mai e poi mai) E poi se tutti pagassero le tasse ci sarebbero più servizi per chi ne ha bisogno (anche se tutti i dipendenti pubblici lavorassero ci sarebbero più servizi e non servirebbe nuova spesa...) e cosi le tasse si potrebbero persino abbassare.. (sempre che non ci siano altri dipendenti pubblici da mantenere o amici da accontentare, nel frattempo per non sbagliare le alzano...)

2. I paesi del Nord Europa hanno tasse più alte di noi (ormai siami pari), un modello di welfare-state simile al nostro (direi un "filino" più efficiente) che ha dimostrato di funzionare bene (meglio del nostro sicuro!): pochi poveri, meno disuguaglianze ed economia solida. (Se ti sembra che l'Italia assomigli anche solo lontanamente alla Svezia o alla Norveglia inizio a preoccuparmi sul serio!)

3. Se l'hanno detto Obama, Stiglitz e Krughman... (manca solo Tremonti e siamo a posto..) deve essere vero per forza. E' un atto di fede!

4. Colombo no, ma i più sgamati di solito aggiungono anche questa: è tutta colpa delle banche private! Se lo stato potesse stampare la moneta che spende per i suoi cittadini (non per i dipendenti pubblici, per i cittadini, ci mancherebbe!) senza pagarci sopra gli interessi allora potrebbe garantire molti più servizi ed abbassare molto le tasse! Ma le banche centrali, siccome sono possedute dalle malvagie banche private non glie lo permettono con la scusa dell'inflazione.... e poi il signoraggio dove lo mettiamo? (Mi astengo dal commentare quest'ultima, ma vi assicuro che queste cose le ho già sentite molte volte e fanno molta presa sulla gente che tende a bersele).

L'intervento di Furio Colombo ha il pregio della chiarezza. Se questa è l'alternativa, e questa È l'alternativa, Dio ci conservi Voltremont.

Massimo quello che dici in questo commento NON è la soluzione: è il problema.

Abbiamo un  governo inefficiente (evito altri aggettivi) e non abbiamo un'alternativa convincente.

Quindi: che Dio NON ci conservi una cippa ma ci...scampi e liberi da entrambi.

PS

Comunque Dio è molto impegnato, perchè può vedere le donne mentre fanno la doccia (cit.)

 

Se non ricordo male c'é tutta una letteratura riguardo la vera efficacia del new deal e di come solo la 2a guerra mondiale riuscì a far uscire gli USA dalla crisi del '29.

Cito ad esempio il tetto minimo degli stipendi che mantenne alta la disoccupazione per tutti gli anni 30.

Assolutamente. I successi del New Deal sono stati fortemente ridimensionati - quanto meno. 

Se non ricordo male c'é tutta una letteratura riguardo la vera efficacia del new deal e di come solo la 2a guerra mondiale riuscì a far uscire gli USA dalla crisi del '29.

E mica per niente Krugman ora suggerisce una bella guerra contro, uhm... gli extraterrestri:


<iframe frameborder="0" src="http://www.youtube.com/embed/6isIAKVa2xY" height="345" width="560"></iframe>

http://www.thedailyshow.com/watch/thu-august-18-2011/world-of-class-warfare---the-poor-s-free-ride-is-over

Jon Stewart è l'americano più divertente che conosca (anche se, far ridere ridicolizzando i Repubblicani, grazie alla Fox, non è così difficile) però confesso che non ho capito perchè hai postato qui questo link (cioè: che collegamento ha con il post di Furio Colombo?)

 

In pratica, Colombo ammette che la spesa pubblica in Italia è insostenibile, ma è spesa pubblica cattiva, origina da governi cattivi. Da un governo buono originerebbe solo spesa pubblica buona, quindi basterebbe sostituire il governo Berlusconi, l'avidità privata, che si impossessa del controllo di un governo, con uno buono (Bersani) cosciente del pericolo che incombe su tutti i cittadini che non sono portatori di ricchezza, et voilà, si potrebbe continuare a spendere con rinnovata fiducia.

Una raffinata analisi, non c'è che dire.

che sia come afferma:

"Il disastro americano, con seguito di sfiducia quanto alla capacita ddl colosso statunitense di pagare, è stato originato, contro l'opinione indignata  degli economisti che ho sempre citato e di gran parte del partito democratico Usa, dalla follia di Reagan e dei due Bush (sopratutto George W. Bush)"

Chi ha pompato Fannie Mae, Freddie Mac e le banche in genere a dare mutui a tutti, con o senza requisiti di merito creditizio, seguendo il "politicamente corretto", sono stati i democratici. Obama compreso all'epoca.

con Greenspan che regalava soldi in giro......

 

 

scusi ma da quanto sta negli usa?  non se n'era accorto?

 

 

Siamo franchi anche i repubblicani hanno contribuito! Almeno adesso coi tea party la musica è finalmente cambiata!

 

Non tutto è bianco e nero, c'e'anche il grigio. La scena di cui discutiamo è in bianco e nero, e personalmente non ho alcun interesse per il grigio. In un mondo in cui i disabili, anche gravi, vengono abbandonati a se stessi, la spesa socialmente inutile non esiste perché se e' sociale (aiutare chi non può da solo) non è inutile, e se è inutile non ha alcuna connotazione sociale, è solo il privilegio di qualcuno a spese di tutti.

 

Quindi l'argomento é: la spesa sociale inutile non esiste. Difatti: o é spesa sociale e allora é utile, oppure se é inutile non é spesa sociale. A me ricorda parecchio l'argomentare di Don Ferrante quando si arrovellava sulla peste. Però lui viveva nella prima metà del 1600 e non conosceva i batteri ed il loro operare....

Mi sorprende e un po’ mi indispettisce che vari appartenenti alla “casta” politica invitino Fini ad affrontare il problema dei costi della politica per, come diceva giorni fa Furio Colombo sul Fatto Quotidiano,  “restare agganciati ai sentimenti del Paese … salvare quella parte di Parlamento che si adopera per contribuire al bene del Paese e non alla propria vita privata … altrimenti tutti sembreranno persone difficilmente distinguibili da Papa, Romano e Milanese”. Visto che il vento è cambiato e la gente è stufa di questi privilegi, molti parlamentari prendono le distanze dalla casta cui appartengono, giusto per riuscire graditi o restare sull’onda.

 

Invitare il Presidente della Camera a farlo sortirà più o meno l’effetto di affrontare sì il problema ma … dalla prossima legislatura, come fece Bertinotti nel 2007. Questi che improvvisamente inorridiscono e si meravigliano per il volume di soldi che entrano nelle loro tasche non vogliono essere accomunati a quei “figuri” che si appressano alla politica non per il bene comune ma per quello della propria vita privata. Ma, di grazia, i 200.000 euro l’anno (largo circa), che ricava dalla sua attività un parlamentare dell’opposizione (Colombo per esempio, e dire attività è un eufemismo), dunque uno tra i “buoni”, in che differiscono rispetto a quelli che percepisce un parlamentare della maggioranza o uno che entrando in politica ha fatto bingo, uno di quelli “cattivi”? I primi sono più meritati rispetto a quelli di un “Responsabile” asservito? Davvero l’opposizione non può far altro che proposte di legge, che verranno declinate o non discusse, non può che invocare morigeratezza al…la luna?

 

Io propongo a questi “buoni” qualcosa che loro pure – se sinceramente ritengono di aver superato qualche limite alla decenza, percependo in un mese ben più di quanto un appartenente al popolo dei “mille euro”,  che a parole comprendono e difendono, percepisce in un anno – qualcosa che in qualche modo farebbe ritornare nelle tasche dei cittadini quanto percepito ingiustamente. Basterebbe che costituissero un fondo dove versare il 10, il 20, il 30%  (?, tanto da non rimanere poveri a loro volta) dei compensi per aiutare la gente che ha perso il lavoro, quelli che non arrivano a fine mese. Strumenti per la selezione dei bisognosi non ne mancherebbero.

 

Propongo ciò indipendentemente da quanto verrà legiferato o da quanto altri dei numerosissimi parlamentari (e consiglieri regionali, e dirigenti di società partecipate da entità pubbliche) vorranno fare. Se non ai parlamentari “buoni”, a chi chiederlo? Lo dissi a Di Pietro e mi rispose che lui ne versa già tanti al suo partito, lo dissi a Donadi e mi rispose che si tratta di “poche lire” … Se non a costoro o ai tanti della sinistra e, perché no?, della Lega tanto attenta al suo popolo, spesso paladini degli ultimi, a chi proporlo?