Lei scrive, tra l'alltro, "il cammino da percorrere per raggiungere un’evoluzione culturale, capace di soddisfare e salvaguardare le reciproche identità culturali e religiose, è ancora lungo". Io penso che questo cammino abbia avuto una tappa fondamentale nella conferenza di Grozny (http://www.asianews.it/notizie-it/Conferenza-di-Grozny:-Il-wahhabismo-escluso-dalla-comunit%C3%A0-sunnita.-L%E2%80%99ira-di-Riyadh-38502.html) riguardo la quale le chiedo se ritiene che si sia effettivamente di fronte a una svolta (una sorta di Concilio di Trento) ovvero che, come dice Kamel Abderrahmani nell'articolo che le ho linkato, non ci sarà un vero “divorzio” fra sunnismo e wahhabismo.
Avrà notato che l'articolo entra nel merito della sola possibilità/eventualità di una netta condanna del Wahabismo e di una sua altrettanto eventuale definitiva emarginazione dalla sfera "sunnita". Nessuno ha fatto invece cenno al Salafismo, da cui ne è derivato il più volte citato wahabismo. A riprova di questo, notabili Imam e Mufti (in testa gli egiziani!) che hanno partecipato al summit hanno precisato che “le genti del sunnismo e coloro che appartengono alla comunità sunnita sono gli Ashariti e i Maatiriditi, sia a livello della dottrina che al livello delle quattro scuole della giurisprudenza sunnita, e anche i sufi, sia a livello di conoscenza che a quello della morale dell’etica”.
Purtroppo è per noi occidentali difficilissimo percepire le sfumature con cui si esprimono gli arabi sunniti. In effetti il salafismo, in particolare quello wahabita, è figlio della scuola Asharita. La Shaaria non è altro che l'ordinamento giuridico discendente dal Corano e dalle Hadith. L'Arabia Saudita ha come articolo unico di riferimento costituzionale la Shaaria e, guarda caso, questa è di Scuola Asharita, che, a sua volta, ha fatto suo l'insegnamento dell'Unicità di Dio e dell'increatività del Corano di Al Ghazali memoria.
Ergo, sino a quando il mondo musulmano non riuscirà a sottoporre a un processo di storicizzazione l'intero Islam (quindi Corano e Hadith), i cambiamenti di cui al bell'esempio di Grozni saranno effettivamente paganti per l'immediato, perchè comunque vanno su una apertura alla modernità e al dialogo, ma al tempo stesso saranno virtuali o di facciata!
"Articolo" veramente interessante
• simone •12/9/2016 - 12:04Lei scrive, tra l'alltro, "il cammino da percorrere per raggiungere un’evoluzione culturale, capace di soddisfare e salvaguardare le reciproche identità culturali e religiose, è ancora lungo". Io penso che questo cammino abbia avuto una tappa fondamentale nella conferenza di Grozny (http://www.asianews.it/notizie-it/Conferenza-di-Grozny:-Il-wahhabismo-escluso-dalla-comunit%C3%A0-sunnita.-L%E2%80%99ira-di-Riyadh-38502.html) riguardo la quale le chiedo se ritiene che si sia effettivamente di fronte a una svolta (una sorta di Concilio di Trento) ovvero che, come dice Kamel Abderrahmani nell'articolo che le ho linkato, non ci sarà un vero “divorzio” fra sunnismo e wahhabismo.
Grazie.
tra il dire e il fare
• Fabio Ghia •12/9/2016 - 13:23Avrà notato che l'articolo entra nel merito della sola possibilità/eventualità di una netta condanna del Wahabismo e di una sua altrettanto eventuale definitiva emarginazione dalla sfera "sunnita". Nessuno ha fatto invece cenno al Salafismo, da cui ne è derivato il più volte citato wahabismo. A riprova di questo, notabili Imam e Mufti (in testa gli egiziani!) che hanno partecipato al summit hanno precisato che “le genti del sunnismo e coloro che appartengono alla comunità sunnita sono gli Ashariti e i Maatiriditi, sia a livello della dottrina che al livello delle quattro scuole della giurisprudenza sunnita, e anche i sufi, sia a livello di conoscenza che a quello della morale dell’etica”.
Purtroppo è per noi occidentali difficilissimo percepire le sfumature con cui si esprimono gli arabi sunniti. In effetti il salafismo, in particolare quello wahabita, è figlio della scuola Asharita. La Shaaria non è altro che l'ordinamento giuridico discendente dal Corano e dalle Hadith. L'Arabia Saudita ha come articolo unico di riferimento costituzionale la Shaaria e, guarda caso, questa è di Scuola Asharita, che, a sua volta, ha fatto suo l'insegnamento dell'Unicità di Dio e dell'increatività del Corano di Al Ghazali memoria.
Ergo, sino a quando il mondo musulmano non riuscirà a sottoporre a un processo di storicizzazione l'intero Islam (quindi Corano e Hadith), i cambiamenti di cui al bell'esempio di Grozni saranno effettivamente paganti per l'immediato, perchè comunque vanno su una apertura alla modernità e al dialogo, ma al tempo stesso saranno virtuali o di facciata!