Supponendo la vita mia sia proprieta' mia. lo stato deve avere ragioni specifiche, e fortissime, per essere legittimamente nella posiziione di potermela togliere.
Sia cosi' che tu vuoi impostare il problema. La "logica" di chi sostenga la legittimita' della pena di morte inflitta dallo stato sarebbe la medesima della
ragione per cui uno stato puo' mandare alla morte un carabiniere o un vigile del
fuoco. Spesso in questo contesto vengono invocati interessi generali (ordine
pubblico, necessita' di soddisfare la voglia di vendetta, eliminazione pura e semplice di chi e' troppo pericoloso, e cosi' via.
Si noti che non sto sostenendo che io condivida questi argomenti, non li condivido,
ma vengo spronato ad esplicitare la logica di chi li sostiene, la quale logica esiste.
Cio' detto, continuo a non vedere che rapporto debba essere intrattenuto tra
il diritto *mio* a disporre del mio bene (chiamatelo bene assoluto se vi fa piacere) e il diritto reale o solo supposto e immaginato dello stato a prendermi quel bene.
Re: Il suicidio e la chiesa; la sostanza e la forma
• palma •16/2/2007 - 04:43va bene, for "argument's sake".
Supponendo la vita mia sia proprieta' mia. lo stato deve avere ragioni specifiche, e fortissime, per essere legittimamente nella posiziione di potermela togliere.
Sia cosi' che tu vuoi impostare il problema. La "logica" di chi sostenga la legittimita' della pena di morte inflitta dallo stato sarebbe la medesima della
ragione per cui uno stato puo' mandare alla morte un carabiniere o un vigile del
fuoco. Spesso in questo contesto vengono invocati interessi generali (ordine
pubblico, necessita' di soddisfare la voglia di vendetta, eliminazione pura e semplice di chi e' troppo pericoloso, e cosi' via.
Si noti che non sto sostenendo che io condivida questi argomenti, non li condivido,
ma vengo spronato ad esplicitare la logica di chi li sostiene, la quale logica esiste.
Cio' detto, continuo a non vedere che rapporto debba essere intrattenuto tra
il diritto *mio* a disporre del mio bene (chiamatelo bene assoluto se vi fa piacere) e il diritto reale o solo supposto e immaginato dello stato a prendermi quel bene.