[13032011 - Sulla spiaggia di Ez Zauia

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annoto le cifre dei giorni sui polsi

per non dimenticare come si può morire.

[audio]

La conta dei morti nella piazza

di Ez Zauia sfidava il rosso

dei pomodori allineati nel cortile

le mosche ronzavano il canto funebre

delle carogne

 

cercavo di dirti una parola

ma correvano forte / troppo forte

e gridavano via anche la mia voce

che si spegneva corta sul tuo viso

 

avrei voluto trovare fiato da soffiare al sangue

pomparti il cuore /dirti /che ancora /dovevi /lottare

 

mi trascinarono via ancora in ginocchio

uno per braccio

vedevo solo polvere] polvere e rumore

 

sono tornata a cercarti

nel velo nero

della luna come faro

ma non c’eri

 

stamattina mi hanno detto che stanno scavando buche

sulla spiaggia dove correvamo fino alle onde.

 

Eri il più piccolo, quello ribelle,

il mangialibri che cantava in inglese

non ti capivo, t i  c r e d e v o

guardavi il mondo come un animale selvatico

d e s t i n a t o  a l l a  v i t a

 

e ridevi e ti facevi serio

sfidando il cielo

perché la povertà non diventasse miseria

e la dignità significasse g i u s t i z i a.

Io sorridevo della tua follia

mi sentivo libera nel tuo respiro

dove sei adesso?

Qui cadono tutti

 

Volevo portare dei fiori

dove hai lasciato il tuo sangue

con quello di Anuar e Fa’ez e gli altri amici

ma non sopravvive più nulla in questa terra

i colori sanno di fumo

il grigio brucia le congiuntive

 

Mi asciugo gli occhi

Ho mani secche strette nei pugni

e unghie nere piene di terra

Tahir ha detto che stanno reclutando anche le donne

quelle più giovani e veloci

Domani mi daranno il fucile di uno di quei venduti

che hanno sgozzato ieri

 

Cercherò di ucciderne più che posso

prima di raggiungerti sulla nostra spiaggia

 

Rasha e Halima sono al sicuro con i bambini

Forse domani correranno per noi

dentro le onde.

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Commenti

Ci sono 8 commenti

 Eri il più piccolo, quello ribelle,

il mangialibri che cantava in inglese

non ti capivo, t i  c r e d e v o

guardavi il mondo come un animale selvatico

d e s t i n a t o  a l l a  v i t a

 

Molto toccante.

grazie Corrado... adesso vado a leggermi l'articolo di Michele... l'incipit della Zambrano mi chiama. abbraccio.

Grazie, natàlia. Le tue parole risuonano potenti e la tua voce trafigge l'anima.

sono io che ti ringrazio, e molto. esporsi non è facile, metterci la faccia, il nome, le parole, il cuore, la voce... ma quando arriva una persna come te e lascia un segno, allora pensi che forse "quel ridicolo" che temi sempre, ha una sua ragione d'essere, costi quel che costi.

un abbraccio.

Grazie Natàlia, per la tua capacità di dare voce ed evocare potentemente emozioni e sensazioni per le quali spesso non ci sono parole

ehi, Claudia, shhhh ... non dirlo a nessuno ma anche i "poetisudici" come me si imbarazzano e commuovono. grazie!!!!

Questi versi sono la trasposizione della trasparenza e dell'intensità dello sguardo che emerge dalle foto che hai posto su FB 

^_^ grazie Luzo!