Intellettuali dispensabili

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Una nuova biografia di Arthur Koestler

Il libro ha interesse solo per chi veda la storia come un fenomeno che segna e insegna qualcosa. Il periodo è sconvolgente: l'opposto del presente. Il presente è di noia apocalittica (come solvere e risolvere l'invecchiamento delle popolazione europee, mantenendo il benessere acquisito negli anni a partire dal 1940-44.) Il passato: una specie di turbina per macellare individui, partiti, stati, imperi, unioni di repubbliche e anarchiche comuni.

Koestler era ungherese, anche se diventò inglese più tardi nella sua vita. Come quasi tutti gli ungheresi era troppo geniale e troppo pazzo (vedasi Erdos & Von Neumann, per esemplari esempi, ma si può moltiplicare - mi dicono amici ungheresi che circola tra loro uno scherzo, essendo essi tutti extraterrestri, hanno inventato la favola di esser ungheresi e di parlare una lingua che nessuno capisce per ... sviare i sospetti.)

Scrisse molto e di tutto, dalla parapsicologia a "Buio a mezzogiorno" che è tuttora leggibile anche se meno, ad avviso del sottoscritto, del "Dialogo con la morte" scritto dopo le iberiche prigioni del soggetto.

Su un tema vale la pena di ritornare, anche dati correnti eventi. Koestler fu dell'avviso, assai controverso, che dopo la nascita di Eretz Israel in quanto stato, non vi fosse nessuna possibilità di una forma di identità dell'Ebraismo, cinese, europeo, indiano, americano che non fosse la completa assimilazione o la "salita" a Israele (questo è il termine che traduce  alyiah.)

Sua fu la previsione che un Lilliput autoritario, fosse non meno autoritario che i giganti autoritari contro cui si batté, va detto a suo merito, a colpi di sole invettive.

Sul tema vale la pena di ritornare.

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Commenti

Ci sono 6 commenti

la vita del'uomo fu certamente vivace. Due suoi volumi meno noti vanno segnalati. questo sulla storia della rivolta di Spartaco che ha un richiamo assai diretto con la storia dei suoi anni; e quest'altro sulle sorprese che può riservare un'aspra contesa scientifica. In ogni caso K. scrive bene e si fa leggere.

 

Ho letto Brick to Babel, una selezione degli scritti commentata dall'autore stesso.

L'ho trovata una lettura illuminante, soprattutto quando Kestler descrive la sua esperianze di scrittore che viaggia attraverso l'Unione Sovietica per scrivere un libro di propaganda per il regime. Un bildungsroman in cui le convinzioni politiche dell'autore evolvono fino al rigetto del comunismo. Un'analisi lucida dei metodi, visti dall'interno, utilizzati dal regime per esercitare il potere.

Ne La tredicesima tribu si possono trovare le sue idee su Istraele; idee  molto interessanti e controverse per la sua epoca e forse anche per la nostra.

Poi leggendo della sua vita attraverso i suoi scritti e commenti ho scoperto che era grande amico di due autori a me molto cari: Huxley e Orwell.

Insomma, Koestler e` stata per me una delle migliori sorprese degli ultimi anni, seconda solo alla scoperta di nFA ;)

Kostler era un geniale autodidatta, capace di intuizioni profonde anche in materie sulle quali non aveva nessuna preparazione accademica, vedasi ad es. Sleepwalkers, un'eccellente storia dell'astronomia dalle origini ai giorni nostri spiegata in modo eccezionalmente chiaro in tutti i suoi risvolti scientifici e filosofici. Va anche detto che da buon autodidatta prendeva anche solenni cantonate (l'ultima sezione del libro in cui discute gli sviluppi della fisica e dell'astronomia nel XX secolo denotano una scarsa conoscenza della materia e una inquietante tendenza a volerne giudicare i risultati alla luce delle proprie inclinazioni religiose, sarebbe stato ottima cosa che si fosse fermato a Newton) ma appunto... genio e sregolatezza.

 

Sono stato spesso tentato fin da ragazzino (quando i Police incisero "Ghost in the Machine" :-) ) di leggere libri di Koestler ("la 13 tribù" in particolare). Non l'ho mai fatto, un po' perchè la sua biografia mi lascia perplesso (tendo a giudicare le opere anche in base a chi le ha scritte), un po' perchè dagli estratti mi sembrava che arrivasse a conclusioni generali partendo da assunti presunti più che verificati. Chi ha letto la 13 tribù lo consiglierebbe "spassionatamente" o effettivamente è ..dispensabile?

 

la tesi di quel libro é fantasiosa e infondata. Tuttavia K. é uno scrittore che conosce il suo mestiere. Io lo preferisco nella parte narrativa, un pò meno in quella saggistica. Ammetto che questa distinzione applicata a K. non rende bene le sue qualità. la sua autobiografia, per esempio, é un ottima introduzione alla comprensione di quegli anni (tra la prima e la seconda guerra mondiale) da parte di uno che li ha attraversati da ossservatore attento.

 

 

 

Dispensi, dispensi dottor Ruggeri, tranne che in un dettaglio. L'idea dell 13esima tribu' e' una corbelleria storica, mostra un fenomeno strano e curioso: la torsione semi-razziale dell'ebraismo e' recente e non ha base dottrinale alcuna.