Io sono Lilith

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E' il titolo di una delle poesie di Joumana Haddad, poetessa libanese dai versi sensuali e crudeli.

Questo post racconta di un colpo di fulmine.

Il 26 giugno, in occasione di una delle serate di Musicultura, un festival di qualità che unisce poesia e musica, ho avuto la fortuna di assistere, allo Sferisterio di Macerata, alla esibizione di Joumana_Haddad, una poetessa libanese, che parla sette lingue, tra cui anche l'italiano, e che, accompagnata da un'attrice e da una violinista, ha portato sul palco alcune delle sue poesie, dette in un affascinante intreccio di italiano ed arabo.

E' stata, probabilmente, una delle cose più sensuali, aspre e violente che mi sia capitato di sentire negli ultimi tempi.

La Haddad, che a Beirut dirige Jasaad, una delle prime riviste del mondo arabo a parlare liberamente di sesso ed a considerare le donne in maniera intelligente e non come soprammobili da esibire o come oggetti misteriosi da nascondere, scrive poesie di mediterranea bellezza, impregnate di erotismo e femminilità, perchè, come ha detto al Sole 24 ore in una recente intervista

E' il desiderio che fa muovere le montagne. Non la fede".

Purtroppo in rete non si trovano ancora le immagini di questa serata e, per avere una pallidissima idea della sua performance, posso solo rinviare a questo video spagnolo nel quale la Haddad, legge "Io sono Lilith"

 

Io sono Lilith, la dea delle due notti che ritorna dall'esilio.

Io sono Lilith, la donna-destino. Nessun maschio le è mai sfuggito e nessun maschio desidera sfuggirle.

Io sono le due lune Lilith. Quella nera è completata dalla bianca, perchè la mia purezza è la scintilla della depravazione, e la mia astinenza l'inizio del possibile. Io sono la donna-paradiso che cadde dal paradiso, e sono la caduta-paradiso.

Io sono la vergine, viso invisibile della scostumatezza, la madre-amante e la donna-uomo. La notte perchè sono il giorno, il lato destro perchè sono il lato sinistro, e il Sud perchè sono il Nord.

Io sono Lilith dai candidi seni. Irresistibile è il mio fascino perchè i miei capelli sono corvini e lunghi, e di miele sono i miei occhi. La leggenda narra che fui creata dalla terra per essere la prima donna di Adamo, ma io non mi sono sottomessa.

Io sono la donna-banchetto e gli invitati al banchetto. Strega alata della notte è il mio soprannome, e dea della tentazione e del desiderio. Mi hanno definita signora del piacere gratuito e della masturbazione, e sono stata affrancata dalla condizione di madre affinchè io sia l'immortale destino.

Io sono Lilith che ritorna dalla cella del candido oblio, leonessa del signore e dea delle due notti. Raccolgo ciò che non può essere raccolto nel mio calice da cui bevo perchè sono la sacerdotessa e il tempio. Consumo tutte le ebbrezze affinchè non si creda che io mi possa dissetare.

Io mi faccio l'amore e mi riproduco per creare un popolo del mio lignaggio, poi uccido i miei amanti per lasciare spazio a coloro che non mi hanno ancora conosciuta.

Ritorno dalla cella del candido oblio per coloro che non mi hanno ancora conosciuta, per lasciare spazio ritorno affinchè non si creda che io mi possa dissetare, dal biancore dell'oblio per assediare la vita e affinchè il numero aumenti, per uccidere i miei amanti io ritorno.

Io sono Lilith,la donna-foresta. Non ho subito attese augurabili ma ho subito i leoni e le pure specie di mostri. Fecondo tutti i miei fianchi per tessere il racconto. Raccolgo le voci nelle mie viscere perchè il numero degli schiavi sia al completo. Mi nutro del mio corpo perchè non mi si creda affamata e mi disseto con la mia acqua per non patire mai la sete. Le mie trecce sono lunghe per l'inverno, e le mie valigie non hanno fondo. Nulla mi soddisfa nulla mi sazia, ed ecco che ritorno per essere la regina degli smarriti nel mondo.

Io sono la guardiana del pozzo e il punto di incontro degli opposti. I baci sul mio corpo sono le piaghe di quanti lo tentarono. Dal flauto delle due cisce sale il mio canto, e dal mio canto la maledizione si diffonde come acqua sulla terra.

Io sono Lilith,la leonessa seduttrice. Mano di ogni serva, finestra di ogni vergine. Angelo della caduta e coscienza del sonno leggero. Figlia di Dalila, di Maia Maddalena e delle sette fate. Nessun antidoto alla mia dannazione. Dalla mia lussuria s'innalzano le montagne e sgorgano i fiumi. Ritorno per travolgere con i miei flutti il velo del pudore, e per asciugare le piaghe della mancanza con la fragranza della depravazione.

Dal flauto delle due cosce si eleva il mio canto

e dalla mia lussuria sgorgano i fiumi.

Come non potrebbero esserci maree

ogni volta che tra le mie labbra verticali brilla un sorriso?

Perchè io sono la prima e l'ultima

la cortigiana vergine

la concupita temuta

l'adorata disprezzata

e la velata nuda,

perchè sono la maledizione di ciò che precede,

il peccato scomparso dai deserti

quando abbandonai Adamo.

Egli errò qui e là, infranse la sua perfezione.

Io lo feci discendere sulla terra e accesi per lui il fiore del fico.

Io sono Lilith, il segreto delle dita che insistono. Scavo il sentiero, divulgo i sogni, fendo le città del maschio col mio diluvio. Non riunisco coppie di ogni specie nella mia arca: piuttosto divengo, affinchè il sesso si purifichi da ogni purezza.

Io, simbolo della mela, i libri mi hanno scritta anche se non mi avete mai letta. Il piacere sfrenato, la sposa ribelle, il compimento della lussuria che conduce alla rovina totale: sulla follia si schiude la mia camicia. Quanti mi ascoltano meritano la morte, e quanti non mi ascoltano moriranno di rabbia.

Non sono nè la ritrosia nè la giumenta facile,

piuttosto il fremito della prima tentazione.

Non sono la ritrosia nè la giumenta facile,

piuttosto lo svanire dell'ultimo rimpianto.

Io, Lilith, l'angelo scostumato. Prima giumennta di Adamo e corruttrice di Satana. L'immaginario del sesso represso e il suo grido più forte. Timida perchè sono la ninfa del vulcano, gelosa perchè sono la dolce ossessione del vizio. Il primo paradiso non potè sopportarmi. E fui cacciata perchè semino la discordia sulla terra,perchè gestisco sui giacigli gli affari dei miei sudditi.

Sorte dei conoscitori e dea delle due notti. Unione del sonno e della veglia. Io. Il feto poeta, perdendomi ho guadagnato la mia vita. Ritorno dal mio esilio per diventare la sposa dei sette giorni e le ceneri di domani.

Io sono la leonessa seduttrice e ritorno per coprire i sottomessi di vergogna e per regnare sulla terra. Ritorno per guarire la costola di Adamo e liberare ogni uomo dalla sua Eva.

Io sono Lilith

e ritorno dal mio esilio

per ereditare la morte della madre che ho generato.

 

 

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Commenti

Ci sono 3 commenti

Eterna Lilith, in tempi moderni anche nota coi suoi trasparenti pseudonimi Lulu, Lola e Lolita...

che quando sente Lilith pensa anzitutto alla moglie di Aquila della Notte?

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No. Solo che hai avuto più coraggio di me ad ammetterlo ... ebbene si, anche io quando ho letto "Lilith" ho pensato alla mitica defunta sposa indiana di Tex.