Occorrerà aspettare lunedì per capire meglio i contenuti dell'accordo che ha permesso la proroga di 4 mesi dei finanziamenti alla Grecia. Questa mattina, dando un'occhiata ai giornali internazionali (qui un breve riassunto), l'impressione che ho avuto è stata di una capitolazione della Grecia. Il taglio del debito, punto centrale del programma di Syriza, è completamente uscito di scena. Il governo greco ha accettato di evitare di imporre unilateralmente manovre scassabilancio. Futuri finanziamenti sono condizionati al rispetto del programma di riforme. Naturalmente il governo greco può decidere in autonomia come raggiungere gli obiettivi di bilancio (ossia quali spese tagliare e quali tasse aumentare), come era vero nel passato.
Poi ho letto i i titoli dei principali giornali italiani, e ho avuto la netta sensazione di vivere in un mondo alternativo. L'eroico Tsipras aveva strappato a mani nude la fine dell'austerità ai cattivi teutoni, valorosamente spalleggiato dal fido pard Renzi. Poi ho letto gli articoli sotto i titoli. E improvvisamente il mondo è tornato a essere uno solo.
Andiamo per ordine.
- La Repubblica. Il titolo che appare in prima pagina è ''Stop austerity'', Tsipras esulta e chiama Renzi: grazie per l'aiuto. Cliccando sull'articolo, il titolo ribadisce il concetto. Solo il lettore che si avventura fino alla fine dell'articolo può leggere una realtà un po' diversa: ''Per il momento, la Grecia ha rinunciato a parlare di taglio del debito impegnandosi, inoltre a non introdurre unilateralmente misure umanitarie e a non far marcia indietro sulle misure imposte dalla Troika (specie su pensioni, licenziamenti e contratti collettivi) senza l'ok dei creditori. Gli 11,5 miliardi rimasti nel fondo salva-banche torneranno al Fondo salvastati e non potranno essere usati (come sperava Tsipras) per finanziare parte del programma di Syriza''. Come questo significhi la fine dell'austerità è un mistero che forse può risolvere solo Barbara Spinelli. E chiamare ''misure umanitarie'' le manovre scassabilancio è veramente da distopia orwelliana, così come quel ''per il momento'' riguardo al taglio del debito. Segnalo anche, perché mi ha fatto ridere di gusto, il seguente pezzo: ''Secondo quanto riportano fonti ufficiali dell'esecutivo nella lista di impegni c'è anche la lotta all'evasione fiscale e alla corruzione e la riforma della pubblica amministrazione''. Devo averla già sentita da qualche altra parte.
Il Corriere. Il titolo che appare in prima pagina è Tsipras esulta dopo l'accordo salva-Grecia: ''Cancella gli impegni sull'austerità''. Cliccando sull'articolo, il titolo ribadisce il cancellamento dell'austerità e nel sottotitolo appare pure il ringraziamento a Renzi e Padoan. L'articolo è abbastanza coerente con il titolo. Riporta unicamente le dichiarazioni entusiastiche di Tsipras senza fare alcun tentativo di spiegare al lettore i contenuti dell'accordo. L'unico pezzo che lascia capire cosa è successo sul serio è questo: Le misure previste dal precedente governo, guidato da Antonis Samaras, prevedevano entro la fine di febbraio l’aumento dell’Iva e nuovi tagli per 2,5 miliardi. Il memorandum offre a Tsipras la possibilità di sostituirle con nuove misure entro lunedì. Ossia, Tsipras dovrà sostituire l'aumento IVA con un'altra tassa. Proverà a raccontare che le entrate le vuole aumentare con la lotta all'evasione e ''le istituzioni'' (non si dice più troika) faranno finta di credergli se decidono di lasciargli abbassare un po' l'avanzo primario, e lo spernacchieranno altrimenti.
- La Stampa. Il titolo che appare in prima pagina è Accordo tra Grecia e Europa. Tsipras: cancellati gli impegni. E chiama Renzi per ringraziarlo. Cliccando sull'articolo, il titolo ribadisce il cancellamento dell'austerità, ma poi nel sottotitolo aggiunge un sibillino ''Ma in realtà non motivo per esultare''. Bisogna leggere l'articolo, nella sezione ''Chi ha vinto e chi ha perso'' per capire cosa questo significhi. ''In realtà Atene non ha troppe ragioni per esultare. Infatti il pesante programma di salvataggio oggi in vigore dovrà essere completato sotto il controllo della Troika, e non ci sono evidenti sconti di consolidamento, né novità quantitative per il calendario di riforme già definito. La verità è che ieri i negoziatori di Alexis Tsipras hanno dovuto cedere. Non poco.'' In una sezione successiva, dal signficativo titolo ''Il contentino a Tsipras'' si chiarisce cosa è la ''cancellazione dell'austerità'': ''Vero che l’avanzo primario del 2015 sarà inferiore al 3 per cento concordato tre anni fa, tuttavia l’obiettivo per Atene resta al 4,5 nel 2016. Mentre ogni eventuale misura che impatti sul programma dovrà essere discussa con «le istituzioni», nuovo nome della Troika, il club dei controllori formato da Ue, Fmi e Bce. Un contentino semantico per Atene. I greci pagano una diplomazia troppo muscolare che ha irritato i partner di Eurolandia.'' Sempre sul sito de La Stampa c'è il link a un articolo dell'ottima Tonia Mastrobuoni che racconta una storia ben diversa da quella dell'esultante Tsipras.
Sembra quasi che ci sia stata una disperata congiura del consenso dei titolisti, abbastanza indipendente dal contenuto degli articoli. In effetti, sembra quasi che chi ha fatto i titoli non abbia proprio letto gli articoli.
Tecnicamente, chi ha fatto i titoli non ha nemmeno detto una balla. Ha solo ripetuto le balle di Tsipras, che nei prossimi mesi avrà il suo da fare a spiegare al proprio elettorato che tutte le sue promesse di cancellazione del debito, aumento delle pensioni e così via erano sciocchezze incoerenti costruite su premesse false. È più grave raccontare balle o ripetere balle raccontate da altri senza dire che sono balle? Ai posteri l'ardua sentenza.
"Le misure umanitarie" è bellissima!