È oramai apparente che Gianfranco Fini sta prendendo sempre più le distanze da BS e dai suoi "seguaci" (virgolette obbligatorie quando i "seguaci" sono stipendiati da coloro che seguono) su questioni non tattiche ma di sostanza.
Solo negli ultimi mesi abbiamo notato che:
- Fini mantiene una posizione coerente sul referendum del 21 giugno, invece di imitare i ridicoli voltagabbana del leader del suo partito.
- Fini ha difeso in varie occasioni il diritto alla libera scelta ed alla libertà di coscienza su questioni attinenti alla riproduzione, la cura dei malati terminali, la ricerca che usi cellule staminali e così via. Insomma, ha difeso libertà individuali elementari.
- Attraverso la Fondazione Fare Futuro, ed in particolare attraverso il periodico web-based della medesima, sembra voler fomentare la costruzione di una cultura di destra italiana che vada al di là del populismo xenofobo dei leghisti e delle volgarità da bordello su cui BS galleggia.
- Fini sembra essere l'unico uomo politico italiano a cui sia rimasto un minimo di senso dell'onore, della dignità nazionale e di senso delle istituzioni. Dignità che manifesta, per esempio, rifiutando d'inchinarsi (come svergognatamente fa tutto il resto, incluso il patetico D'Alema che "passa a salutarlo"!) al cospetto di uno squallido criminale quale è il signor Gheddafi.
- Fini sembra anche essere l'unico a continuare a pensare che l'Italia abbia bisogno di riforme economiche sostanziali (anche se non troppo liberiste, ma questo è un altro discorso) e che alcune di esse dovrebbero basarsi sui - banali per noi, ma marziani nel Bel Paese - suggerimenti di Mario Draghi.
- Più in generale, ma su questo tornerò in un post separato, Fini sembra l'unico leader autorevole che, da destra, ancora insiste sulla necessità che siano la morale ed una minimamente condivisa nozione di "interesse pubblico" a guidare l'azione del politico.
Che Fini senta il bisogno di ricordare cose tanto elementari è, da un lato, segno dei tempi che il paese vive e, dall'altro, indice che l'uomo è evoluto per davvero rispetto a vent'anni orsono. Me ne rallegro, ma non è questo il punto. Il punto sta nelle due domande che ho fatto inizialmente.
Fini è oggetto, da mesi, di attacchi personali, tanto violenti e vuoti quanto volgari, da parte di svariati "giornalisti" ed "esponenti" del PdL. Non lo hanno ancora chiamato "traditore" ma è solo una questione di settimane. Esempi non ne metto, per non perdere tempo e perché sono ovunque, ma se proprio ce ne fosse bisogno li metterò. Ciò che caratterizza tali attacchi è la loro natura ad personam, il rimprovero di molestare il "conduttore" e la completa assenza di argomenti sostanziali a loro sostegno. Non vedo da nessuna parte una discussione sui temi, i contenuti, gli atti politici, la cultura che la destra italiana dovrebbe esprimere o le politiche che dovrebbe praticare. Conclusione: il popolo a cui il "P" in PdL si riferisce ritiene, evidentemente, che il "conduttore" sia intoccabile e che le cose che Fini ricorda e dice siano irrilevanti.
Tutto questo avviene mentre l'opinione pubblica della destra non italiana, dal WSJ a El Mundo, dal Times a Le Figaro descrivono BS per quello che è, vergognandosene e manifestando un misto di indignazione e disprezzo. Domando: tutto un complotto comunista? Davvero nella destra italiana si pensa che sia così che si cambia il paese e ci si riconquista un "posto al sole"?
L'opposizione "ufficiale", sia essa PD, IdV o (mi sto stirando assai, lo so) i vari "sinistri inutili" e persino l'UDC, non esprime alcun contenuto. Di costoro non so più che dire, semplicemente perché non dicono nulla. Pur avendo davanti altri quattro anni (almeno, saranno di più) di governo BS non provano nemmeno a ricominciare da capo, ad elaborare contenuti, a produrre cultura, a discutere di "quistioni", a cercare di capire la crisi italiana e quali risposte possano aggregare nel paese una maggioranza sociale capace di tirarlo fuori dal declino fangoso su cui scende sempre più velocemente.
Di nuovo, anche questo mi sorprende poco - "anche", nel senso che di certo non mi sorprende quanto gli scherani di BS stanno dicendo di Fini. Da due decenni, la mia considerazione dei gruppi dirigenti delle entità di sottogoverno che hanno partorito PD e cianfrusaglie varie è così bassa che da costoro mi aspetto sempre il peggio - esempio, la reazione di questi minus habens alla boutade di BS sulla necessità di ridurre la dimensione dei due rami del parlamento: si può essere più dementi e più ossessionati dalla difesa delle poltrone e dei salari della combriccola? La mia domanda è rivolta, retoricamente, ai gruppi sociali ed alle organizzazioni della società civile che si sentono da costoro rappresentati: vi è qualche limite al vostro masochismo? Quanto in basso siete disposti a scendere?
Questo chiedo ai due popoli d'Italia, quello di Destra e quello di Sinistra: possibile che solo Gianfranco Fini, assieme a pochi altri ed isolati individui, sia rimasto in piedi a cercare di pensare alla politica come un metodo per risolvere i problemi reali della gente, controllare la violenza sociale, generare opportunità di convivenza fra diversi, elaborare valori comuni, creare condizioni per il benessere economico dei più?
Davvero siete oramai tutti convinti che la politica altro non sia che uno strumento per acquisire quante più possibili Noemi, o Marianne, con le quali dimenticare temporaneamente la propria impotenza?
Premesso che bisogna accontentarsi degli uomini che ci sono, ho qualche perplessità a seguirti su un punto: come argine alla mignottocrazia mi sembra http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/cronaca/vittorio-emanuele-2/daniela-fini/daniela-fini.htmldebole.
In compenso aggiungo un punto: da anni ha assunto una posizione ragionevole sull' immigrazione,seppur a fasi alterne.
Eh, Marcello, fosse solo quello!
Io pure spero nelle cose im cui sembra sperare Mich., ma quando pure assento alle parole di Fini, mi chiedo sempre se esse non siano motivate da ragioni tattiche assimilabili a quelle che oggi fanno dire a BS che non appoggerà il referendum. Dinnanzi a questo dubbio, di essere di fronte ad un tatticismo manifestato sia da Fini che da BS, mi chiedo perchè fidarmi di uno e non dell'altro: forse perchè uno di loro, in questo frangente, dice cose che mi piacciono?
Secondo me, per valutare davvero Fini bisognerà attendere la fine del suo mandato come presidente della Camera: è evidente che oggi, allo scopo di accreditarsi come rappresentante istituzionale super-partes, assume molto seriamente le sue attribuzioni...ma da qui a dire che sarà davvero un'alternativa a BS, non ci giurerei. Anzi, a giudicare dalle vicende di pochissimo tempo fa ("siamo alle comiche del finali"; con accettazione della candidatura alla camera proprio dall'istrione di quelle comiche) sembra di capire che dobbiamo guardarci bene le spalle. Per questo motivo, la frase di Michele
mi sembra un'esagerazione...anche se l'Economist di una settimana fa diceva cose simili.
Non intendo certo trasformare GF in una specie di eroe, grande statista o cose del genere. Infatti, proprio lì sta il paradosso e la tragicità della situazione, ossia che uno abbastanza modesto, anche se evolutosi nella direzione giusta, oggi possa apparire come l'unica opposizione credibile, l'unico che a destra cerca di costruire una cultura di destra degna del nome "cultura" e capace di confrontarsi con i problemi reali.
Per quanto riguarda la signora No. 2, in effetti al suo apparire non mi sembrò di alta qualità; di certo sembrava venire da mondi, e segnalare stili, poco raccomandabili. Ma, anche qui, va detto che la signora è sparita nell'ombra (cosa adeguata), si fa gli affari suoi ed evita, per quanto ne so, di usare il potere del consorte onde esibirsi in pubblico e dedicarsi ad affermazioni ed attività improprie. Altro punto a favore di GF.