Non è, questa, una recensione, perché il libro non l'ho ancora letto tutto, ma ho ascoltato Lewis in un intervista e del libro sono uscite in questi giorni numerose recensioni, oltre ad un lungo sommario dell'autore sul NYT Magazine. Mi limiterò dunque a suggerire alcune letture e a porre una domanda ai lettori più esperti di me sul tema.
HFT è la pratica, comparsa da pochissimi anni, di sfruttare i vantaggi derivanti dalla la velocità della formulazione degli ordini di compra-vendita per ricavare piccoli vantaggi sui prezzi di scambio che, se moltiplicati per migliaia di scambi quotidiani, consentono guadagni milionari. La "gara" fra i traders "high frequency" è così agguerrita che la vicinanza fisica ai computers che regolano gli scambi è cruciale per guadagnare millisecondi di vantaggio. Un'impresa, Spread Technologies, ha in completa segretezza investito 300 milioni per deporre cavi ad alta velocità fra Chicago e New York (sedi dei maggiori mercati borsistici) lungo una linea il più retta possibile per risparmiare i chilometri sprecati dalle linee a forma di spezzata dove scorrono i cavi delle telcos tradizionali. Il tempo di percorrenza del segnale? Ridotto da 16 a 13 millisecondi, per un guadagno che, in questo campo, fa tutta la differenza. Altri operatori invece si sono ribellati, fondando un nuovo mercato borsistico (IEX) per livellare il terreno di gioco rallentando il ritmo degli scambi. Partito alla fine del 2013, già viaggia a ritmi di crescita sostenutissimi. I suoi fondatori sono gli eroi del libro di Lewis.
Come funziona HFT? Confesso che non sono completamente sicuro, avendo cercato cercato un po' in giro senza trovare nessuna spiegazione esauriente. L'idea che mi sono fatto è questa: è come se un fruttivendolo annunciasse il prezzo delle banane con un altoparlante, e il cliente più veloce potesse correre al negozio prima degli altri, acquistare le banane, e rivenderle ai clienti più lenti ad un prezzo leggermente maggiorato ricavandone un guadagno. Ma non sono del tutto sicuro che l'analogia del fruttivendolo sia adeguata. La domanda che pongo ai lettori esperti è di provare a spiegare in dettaglio, anche tecnico, come HFT funzioni.
Nei termini in cui l'ho spiegata sopra, non è chiaro dove stia lo scandalo, perché descritta come ho fatto io sopra, la pratica è perfettamente legale, e neanche tanto scorretta dal punto di vista etico. Lewis spinge invece la retorica dell'indignazione, affermando a più riprese che i mercati sono manipolati (è la traduzione migliore che mi è venuta in mente di di "rigged") da questi operatori, e che a pagare sono i soliti piccoli investitori, quelli che investono i propri risparmi nei fondi pensione.
Gli operatori però cominciano a difendersi. Anche Craig Pirrong, un professore di finanza, solleva critiche interessanti all'autore del libro. La sostanza della difesa è che HFT ha svantaggiato più i grossi operatori che i piccoli investitori che, attraverso scambi computerizzati, grazie anche ad HFT, possono accedere ad un mercato più liquido ed efficiente di quanto fosse possibile in precedenza. A naso, non sembra implausibile che in un mondo "lento" sia più facile per pochi eletti avvantaggiarsi dei propri vantaggi monopolistici. Secondo questi commentatori, la computerizzazione ha reso il mercato enormemente più efficiente soprattutto per i piccoli investitori. Rimando comunque agli esperti un approfondimento del tema: anche i fondi pensione sono, spesso, grandi operatori, e la maggioranza dei risparmi dei cittadini viene investita tramite grossi fondi piuttosto che individualmente.
Chiudo con altri consigli di lettura più specialistici. In questo post, John Cochrane descrive un paper di Budish, Cramton e Shim che analizza come siano variati nel tempo le opportunità di arbitraggio derivanti dalle differenze fra prezzi a cui un titolo viene richiesto e messo in vendita (bid-ask spread). Nel 2005, variazioni di prezzo nelle borse di Chicago e New York avevano correlazione vicina a zero dopo 100 millisecondi, ora la correlazione è superiore a 0.5 nello stesso intervallo di tempo. Il dato interessante però è che il profitto per opportunità è rimasto costante, si è solo ridotto il tempo per potersene avvantaggiare. Che il guadagno di efficienza, nell'ordine delle decine di millisecondi, valga il costo sociale, è certamente oggetto di dibattito. Malinova, Park e Riordan (2013) usano una aumento della tassa sugli scambi imposta dal governo canadese (che ha avuto un impatto significativo su HFT) per analizzarne le conseguenze sui mercati. Concludono che la riduzione dell'attività di HFT ha soprattutto svantaggiato gli investitori al dettaglio, avvantaggiando gli investitori istituzionali. Anche la survey di Charles Jones (2013) pone l'accento sui vantaggi di HFT in termini di maggiore liquidità ed efficienza dei mercati, pur rimarcando alcune esigenze di regolamentazione necessarie ad evitare alcuni fenomeni perversi causati, come i "flash crashes", causati dall'automazione degli ordini.
M. Spence pensa che questi scambi andrebbero eliminati senza particolari rimpianti (punto 4).