L'abolizione dell'ICI sulla prima casa è stata approvata dal consiglio dei ministri all'unanimità (quindi anche da Bossi). Secondo me nella misura adottata ci sono due lati positivi e due lati negativi.
Siccome più o meno sulla stessa base imponibile vi sono tre
dichiarazioni e tre tributi (IRPEF, ICI e TARSU) ed i prodi legislatori del Belpaese non sono stati capaci nemmeno di organizzare la riscossione con un unico versamento (un compito banale ma evidentemente superiore alle loro capacità e alla loro sensibilità nei confronti dei sudditi), è positivo per il parco buoi contribuente che - a parità di pressione fiscale totale - almeno vi sia un adempimento fiscale in meno.
Tra due tasse per vari aspetti equivalenti come TARSU e ICI, preferisco venga eliminata la tassa basata sul possesso e su un reddito figurativo piuttosto che quella correlata a precisi servizi pubblici.
Tuttavia è negativo togliere un'imposta ancorata naturalmente al territorio, con base imponibile legata senza ambiguità al Comune in cui si trova. Un secondo elemento negativo è la sostituzione delle entrate ICI dei Comuni con trasferimenti dallo Stato basati sul gettito storico, la tipica norma fiscale italiana tanto stupida quanto viziosa in termini di responsabilità fiscale e di correlazione puntuale tra spese ed entrate.
Sottolineo che tra i lati positivi non esiste quello di aver alleggerito la pressione fiscale: per diminuire la pressione fiscale va diminuita la spesa pubblica, non c'è altra strada, e contestualmente all'eliminazione dell'ICI nessuna spesa pubblica è stata ridotta. Solo contando sulla tradizionale ignoranza e obnubilazione del parco buoi elettorale italiano SB e associati possono sperare di vendere questa ultima ridicola baggianata.
Come noto l'ICI sulla prima casa è stata abolita ottemperando ad una precisa promessa elettorale di Berlusconi che io valuto orientata puramente all'ottenimento del consenso, anche se non totalmente sbagliata in sé, tanto che sia pure non nella misura integrale di SB era presente anche nel programma e negli atti di governo del CS.
Premesso tutto questo, la proposta di Bossi di reintrodurre l'ICI poco tempo dopo averla abolita appare - presa alla lettera - irrimediabilmente stupida, mentre sono invece giustificabili le motivazioni addotte (fornire imposte ancorate al territorio per il federalismo fiscale).
Comprensibilmente diversi esponenti del PdL hanno obiettato che era insensato cancellare dopo poco tempo una delle poche promesse elettorali mantenute.
Alcuni esponenti del PD hanno correttamente ironizzato sulla confusione
esistente nel CD. Tutti costoro tuttavia non hanno dato alcuna risposta
alla sostanza delle motivazioni addotte da Bossi.
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Vengo ora alle note positive. Per fortuna sembra (pag.2 del Corriere della Sera del 17 agosto 2008) che almeno alcuni dei politicanti nostrani (Bossi stesso, L.Moratti, L.Domenici sindaco di Firenze) stiano facendo in seconda battuta alcune riflessioni che mi sembrano corrette e utili.
Bossi precisa ora che la sua proposta sarebbe una semplificazione e ridisegno di tutto il sistema fiscale per passare dalle circa 12 tasse attuali a 3 o 4 tasse, una per ogni livello di governo federale. In questo ambito le entrate dei Comuni sarebbero alimentate da un unica imposta basata sugli immobili. Considerata l'usuale creatività dei legislatori italiani nell'inventare (o qui resuscitare) nuove tasse, e a complicare la vita dei contribuenti moltiplicando gli adempimenti per i quali vengono inventate a getto continuo nuove scadenze e nuove modalita' di riscossione, commuove apprendere che qualcuno sia arrivato all'idea che sia positivo ridurre il numero delle imposte.
L.Moratti propone una "tassa di scopo" unica sugli immobili al posto di quelle ora esistenti, che sostituisca l'IVA sull'acquisto, l'IVA su luce, gas e telefono,l'imposta di registro e l'IRPEF sulla casa (che però credo sia azzerato sulla prima casa, anche se con modalità astruse dato che la prima casa va comunque dichiarata) e la TARSU (tassa sui rifiuti). Per quanto l'idea di attingere all'IVA sulle utilities per le entrate dei Comuni sia inusuale e probabilmente sbagliata, è sempre positiva l'idea di ridurre almeno il carico degli adempimenti fiscali e di legare il pagamento delle imposte a scopi ben determinati.
L.Domenici sostiene che l'abolizione dell'ICI sulla prima casa è incongrua rispetto al federalismo fiscale e raccomanda un ripensamento complessivo delle imposte sugli immobili, proponendo di "unificare tutti i tributi sugli immobili, ICI, imposta di registro, imposta ipotecaria e altro".
Le riflessioni appena elencate sono sensate e abbastanza convergenti, e delineano una riforma fiscale che produrrebbe maggiore semplicità, più trasparenza, maggiore correlazione tra
spese ed entrate locali, e quindi maggiore responsabilità al livello locale di governo. Secondo L.Moratti e L.Domenici, Calderoli condivide queste linee di pensiero e sarebbe al lavoro per farne una proposta legislativa. Rimane il dubbio: riusciranno a trovare applicazione decente queste buone
idee, nella Repubblica bananifera Italiana? O vinceranno i soliti fautori della massima
irreponsabilità fiscale alimentata dalla cassa centrale comune di Roma, oppure vinceranno i moltiplicatori creativi di imposte, che immagino stiano da tempo lavorando ad una nuova imposta chiamata ICI2-la-vendetta-federale?
Bossi semplifica sempre molto (Michele direbbe che i suoi due neuroni non gli consentono altro, I suppose ...), forse anche per farsi capire da quella massa ignorante e credulona che partecipa alle celebrazioni tipo "acqua del Po", del resto non molto diversa dalla folla che s'incontra alle varie "feste" di partito e ... mi fermo qui, ma le considerazioni che si potrebbero fare in relazione alle cerimonie fidelizzanti ed identitarie non sono poi così differenti :-)
Sta di fatto, però, che appena dopo la dichiarazione incriminata, Calderoli ne ha precisato il significato (proprio nel senso che hai scritto) di accorpamento in un'unica gabella - da destinare al territorio - di tutte le 10-12 imposte che attualmente gravano sugli immobili.
A stretto giro di posta, Chiamparino ha approvato il progetto che oggi pare riscuotere un'ampia approvazione trasversale, fatte salve le dichiarazioni di bandiera tendenti, da un lato, alla critica generale per l'azione di governo e, dall'altro, alla rassicurazione di quegli elettori del cdx che hanno tratto motivazioni di voto dall'abolizione dell'ICI.
Del resto, anche Oscar Giannino ha prontamente spiegato (magari partendo dall'approvazione, con una motivazione a mio avviso poco chiara, del provvedimento assunto, forse per non dichiararne la vera essenza di mossa acchiappa-voti) le cose nello stesso modo.
Auguriamoci che, in un'ottica di federalismo non parolaio, la proposta abbia un seguito.