Confesso, non avevo mai sentito parlare di Davide Maccagnani. L'ho sentito la prima volta quando il suo nome è apparso nella collezione dei virtuosi e patriottici imprenditori che si sono sacrificati per garantirci di volare tra Milano e Roma con il tricolore sulla coda degli aerei, fieri di fare un servizio alla patria e accontentandosi solo della nostra commossa gratitudine. Ah sì, anche del diritto di ristabilire una sorta di monopolio feudale per concessione governativa, ma questi sono dettagli.
Poi ho letto questo articolo di Repubblica, in cui si descrivono un po' i vari eroi nazionali accorsi disinteressatamente in soccorso del patrio suolo. Alla voce Davide Maccagnani di Macca si dice:
Ex titolare, presidente e amministratore delegato della Simmel Difesa,
unico produttore in Italia di munizioni e di spolette di medio e grosso
calibro per cannoni navali, oltre che di esplosivi, teste
missilistiche, razzi e sistemi d'arma a razzo, questo Davide ha appena
venduto l'azienda, con stabilimenti a Colleferro e ad Anagni, vicino
Roma, agli inglesi della Chemring.
Curioso, curioso. Può questo essere vero? Può essere che il nostro Maccagnani, pronto ad arruolarsi nelle eroiche coorti che hanno difeso il sacro marchio Alitalia, non abbia avvertito il dovere di non far cadere in mano nemica razzi ed esplosivi? Abbiamo quindi attivato i nostri formidabili servizi di spionaggio (che operano con una nuova e temibile tecnologia segreta di cui riveliamo solo il nome in codice: ''google'') per raccogliere ulteriori informazioni. Allora, se cliccate qui la Simmel Difesa comincia con un bel comunicato discolpatorio
PUR AVENDOLA CAPACITA’ DI PRODURRE QUESTI COLPI CON
CARATTERISTICHECHE SODDISFANO I PIU’
RECENTI E RESTRITTIVI REQUISITI DI SICUREZZA INTERNAZIONALI, LA SIMMEL DIFESA
CON IL NUOVO ASSETTO SOCIETARIO, INIZIATO NELL’ANNO 2000,NON HA MAI PRODOTTO NE’ TANTOMENO ESPORTATO
SUDDETTE TIPOLOGIE DIMUNIZIONAMENTO.
dove le suddette tipologie sono le ''cluster bombs'', un tipo di arma particolarmente letale per i suoi effetti sui civili attualmente oggetto di trattative internazionali per la sua proibizione. A parte questo, apprendiamo che dal 2000 esiste un nuovo assetto societario (a proposito, cosa faceva l'azienda riguardo le bombe a grappolo prima del 2000?).
Abbiamo quindi cercato di ricostruire, con i nostri possenti mezzi, la dinamica dell'assetto proprietario. Secondo il sito della società, l'impresa venne creata dalla Fiat nel 1948. Ma:
In the year 2000 new share holder acquired
the company to further develop the business prospective.
Traduzione: Nel 2000 un nuovo azionista ha acquisito l'azienda per sviluppare ulteriormente le sue prospettive economiche.
Questa notizia ANSA afferma invece che il passaggio di proprietà è avvenuto nel 2007. Si tratta di una intervista proprio al nostro imprenditore-patriota, in cui egli ci spiega il suo entusiasmo per la operazione Alitalia. Vi si afferma
Maccagnani ha un
passato in Fiat Avio dove e' stato responsabile tecnico, poi
amministratore delegato di Snia Bpd, quindi l'ingresso
nell'industria bellica con l'acquisto di Simmel
Inoltre
Simmel Difesa - settore
produzione di munizioni e sistemi d'arma esplosivi terrestri e
aerei, nata dallo spacchettamento della Bdp che negli anni 50
produceva il famigerato Ddt - e' stata ceduta l'anno scorso al
gruppo britannico Chemring per quasi 80 milioni.
La notizia è confermata sul sito di Chemring, dove si precisa che il prezzo di acquisto è stato di 77 milioni di euro. Si noti che Chemring è una società con sede addirittura nella perfida Albione.
Ulteriori informazioni sono fornite da Asdwire, un sito web che si descrive come ''global news distribution service for the Aerospace, Space, Aviation, Defence, and Security market''. Dando notizia dell'acquisizione di Simmel da parte di Chemring il sito afferma
Simmel, founded in 1948, is known traditionally for its large calibre
ammunition, particularly for naval applications.
......
After a decade within the Fiat Group, the company was spun out
in 2000 – and by 2006, was owned exclusively by Italy’s Maccagnani
family.
Traduzione: Simmel, fondata nel 1948, è tradizionalmente nota per le sue munizioni di grosso calibro, particolarmente per applicazioni navali. .... Dopo una decade all'interno del Gruppo Fiat la compagnia venne resa autonoma del 2000, e a partire dal 2006 è stata posseduta interamente dalla famiglia italiana Maccagnani.
Non possiamo valutare l'affidabilità del sito, ma quello che dice collima con quanto scritto nel sito di Simmel e con quello che dice Ansa. Assumendo che il sito sia affidabile (in verità non abbiamo ragione di pensare il contrario) il pezzo ci fornisce due informazioni interessanti. Primo, si capisce meglio la dinamica della propretà. Secondo, i 77 milioni di euro sono finiti tutti nelle tasche della patriottica famiglia Maccagnani.
Va bene, adesso fateci concludere con qualche osservazione seria. Non abbiamo nessuna ragione per ritenere che ci sia stato qualcosa di male nella vendita di Simmel a una società inglese. Per quel che ne sappiamo, si tratta di una operazione perfettamente legittima. Siamo contenti per la famiglia Maccagnani, che sembra aver fatto un ottimo affare.
Ma una domanda, semplice, semplice la dobbiamo fare a Enrico Cisnetto del Foglio e a tutti quelli che ci hanno spiegato in lungo e in largo che Alitalia è una compagnia strategica, che chiuderla o venderla agli stranieri sarebbe stato un disastro e via delirando. La domanda è: in base a quale stralunata visione del mondo una scalcagnata compagnia aerea è strategica mentre una florida azienda di armi no?
Ciao Sandro.
Da un punto di vista storico, direi che in genere è proprio come dici tu...sono le fabbriche di armi ad essere state poste sotto una speciale tutela, per prevenire la loro acquisizione da parte di stranieri...e se dunque si è tollerato che anche quel tipo di produzioni finissero in mano straniera, non si vede perchè, come dici, lo stesso non dovrebbe accadere anche per le aziende di trasporto.
Inoltre non capisco perchè non si accenni mai al fatto che una eventuale acquisizione di alitalia da parte di AirFrance sarebbe comunque un'operazione interna allo spazio giuridico europeo, con regole che dovrebbero essere condivise da tutti i paesi membri...c'è tanta retorica europeista in Italia, ma da questo frangente mi sembra che l'europeismo sia a corrente alternata.
C'è poi una cosa che mi sembra sia stata trascurata. Alcune località turistiche sono esplose, dal punto di vista delle presenze, più per l'azione commerciale delle low-cost, più che per una politica centrale organizzata dalle sedicenti compagnie di bandiera...anche se le compagnie low-cost sono oggetto anche esse, seppure in misura minore, di aiuti volte ad agevolarne l'insediamento in un aereoporto. Ma tu sai qualcosa di più al riguardo? L'altra sera qualcuno me lo faceva notare, mi faceva notare che anche Ryanair prende soldi dagli scali per essere attirata ad investire...ripeto non so molto, ma intanto la compagnia è in attivo e dunque sarebbero soldi ben spesi, ma poi credo che Ryanair sia attirata per via del volume di passeggeri che attira, esattamente come si incentivano le aziende a investire con sgravi fiscali e altre cose del genere....ma dimmi tu se sai di più di soldi pubblici a Ryanair.
Un ultima cosa. Sono usciti diversi commenti sulla vostra lettera alla Stampa. Mi colpiscono alcune cose.
Finchè si è potuto, siete stati ignorati ora invece si parla di voi per dirvi che sbagliate...però al contempo tutti si professano vostri amici, in accordo con quanto dite quasi sempre. Cioè dico: esistete da diversi anni, avete scritto su tutto, quelli che vi attaccano ora sono vostri amici sempre d'accordo con voi, o quasi, e però parlano di voi solo ora per difendere l'operazione alitalia o la Marcegaglia....questi, si sa, sono i ferri del mestiere dell'intellettuale di successo.
Ho poi notato di frequente che nel rispondervi si alluda di frequente ad un argomento del tipo: " ma quelle loro sono le teorie economiche, noi dobbiamo confrontarci con la realtà, che è più complessa e difficile, e comunuqe (così prosegue il loro dire) ci sono ragioni che esulano dall'efficienza economica e che vanno tutelate, come appunto avere una compagnia di bandiera e così via. [Questa mi sembra l'applicazione in campo economico di quel primato della politica che i politici italiani invocano quando sono beccati in flagranza di reato: a loro dire esistono sempre circostanze speciali che rendono la loro condotta e le loro scelte non sottoponibili ai metri di valutazione ordinaria, che è un modo complicato per dire che vogliono farsi i cazzi loro a spese nostre].
Se poi anche quest'ultimo argomento è rigettato, si passa all'enumerazione dei casi dove gli altri in Europa non hanno fatto niente di meglio (noi ci teniamo sempre a fare peggio di tutti gli altri).
Non dimenticare che anche il luogo di residenza viene giudicato negativamente, quando si esprimono opinioni non gradite: "E poiché siamo persone pragmatiche, non professori universitari che vivono da un’altra parte " (Marcegaglia, intervista su Corriere.it, grassetto mio)
Marcox, grazie per il tuo intervento. Riguardo a Ryan Air è vero che
viene spesso attaccata su questioni di finanziamenti pubblici. Non si
tratta però di contributi diretti, ma di facilitazioni che vengono date
dagli aeroporti piccoli e periferici usati da Ryan Air. Se si tratti di
veri sussidi è difficile dire. Gli aeroporti sono beni pubblici, e
soprattutto i governo locali hanno interesse a che vengano utilizzati e
vitalizzati. In buona sostanza il deal di RyanAir è ''io ti porto
traffico e passeggeri un una landa altrimenti desolata, tu mi fai
pagare poco''. La questione se ci siano sussidi o meno dipende dal
giudizio che dai sul prezzo, sulle condizioni, e sul costo opportunità
delle autorità aeroportuali. Ovviamente le compagnie di bandiera vedono
la cosa come il fumo negli occhi, ma a me che si facciano condizioni
migliori a Orio al Serio che a Malpensa sembra parte di una ovvia
logica economica. Mi sembra anche ben diverso dal prendere soldi
direttamente dallo Stato così a gratis, come è avvenuto con l'ultimo
prestito ponte. L'ultimo attacco è venuto riguardo l'aeroporto di Francoforte--Hahn. Dai anche un'occhiata alla vicenda della condanna europea per l'uso di Charleroi in Belgio. Qui trovi la notizia sul New York Times e qui trovi un articolo di Alesina e Giavazzi in difesa di Ryan Air