L'articolo del Financial Times andrebbe letto per intero, a dir la verità a me non sembra fatto particolarmente bene: io, questi gran miglioramenti nella legge sulla bancarotta non li ho visti, ma magari sono poco attento. Il passaggio che ci interessa è il seguente.
First parenthesis: Alitalia’s rebirth eliminates a profitable
competitor. Second parenthesis: the NewCo’s investors, answering
Berlusconi’s call for “patriotic” businessmen with €1bn of their money,
shows the vigour of the Roman market in quid pro quos.
Traduzione corretta. Prima parentesi: la rinascita di Alitalia elimina un concorrente profittevole. Seconda parentesi: coloro che hanno investito nella NewCo, rispondendo alla chiamata di Berlusconi agli uomini d'affari ''patriottici'' con un miliardo di euro dei propri soldi, hanno mostrato il vigore del mercato romano per lo scambio di favori.
Adesso invece leggete l'articolo del Corriere. Lasciamo perdere la tesi sul ''giudizio nel complesso positivo'' sull'operato del governo, che io francamente non ho visto; sarà questione di sensibilità. Lasciamo perdere anche il lamento cripto-patriottardo sull'uso dei cliché; a me non risulta che FT si sia messo a parlare di pizza e mandolino, si è limitato a richiamare i fatti.
Dove non possiamo lasciare perdere è la traduzione della seconda parentesi di cui sopra (in particolare il pezzo ''shows the vigour of the Roman market in quid pro quos''), che il giornalista del Corriere traduce come ''la risposta patriottica degli imprenditori con un miliardo di fondi
propri mostra la capacità del mercato italiano di fare equivoci''.
Fare equivoci? Capisco che i giornalisti del Corriere abbiano problemi con
l'inglese, ma addirittura con il latino? Una volta, almeno, il liceo
classico lo finivano.
Aiutiamoli un po', va. Qui c'è una spiegazione di cosa intendono gli anglofoni con ''quid pro quo''. In sintesi:
English speakers often use the term to mean "a favour for a favour"
Ossia, a Roma si sono accordati per un bello scambio di favori alle spalle dei contribuenti. Cosa c'entrano gli equivoci?
Per capire dove stanno veramente gli equivoci date un'occhiata alla voce di wikipedia in italiano su ''quid pro quo'', che ci suggerisce la probabile fonte dell'errore: il prode giornalista ha scambiato ''quid pro quo'' con ''qui pro quo'', un'espressione effettivamente usata dagli italiani per denotare un equivoco. Peccato che questo non abbia nulla a che vedere con l'uso che fanno gli anglofoni di ''quid pro quo''. Il significato dell'espressione è più vicino a quello che gli italiani rendono con ''do ut des''. Vale la pena di riportare un pezzo di questa voce:
Do ut des: frase latina, dal significato letterale: «io do affinché tu dia» e senso traslato «scambiamoci queste cose in maniera ben definita».
.....
La frase è ancora oggi usata anche nel discorso comune, in genere
per indicare la propria volontà di fare qualcosa solamente per un
tornaconto diretto oppure per stigmatizzare uno scambio avvenuto tra
due terze parti.
Nessun equivoco direi, ma solo parti che fanno qualcosa per tornaconto diretto.
Ah, sto ovviamente assumendo che l'equivoco nella traduzione sia dovuto a
scarsa dimestichezza con le lingue straniere. Chi mai penserebbe che,
nel principale giornale italiano, si possa artatamente ed in malafede
sbagliare una traduzione solo per favorire un padrone politico o
economico? Simili abissi di mancanza di professionalità non sarebbero
degni della peggiore repubblica delle banane. Ma noi siamo in Italia, diamine.
Sicuro sicuro?
Al giorno d'oggi, nel mondo globalizzato, sotto gli occhi di tutti, una traduzione dall'inglese (non dall'aramaico antico ...) con le possibilità di sbugiardamento dietro ogni angolo, eccetera eccetera ...... :-)
Sai, a mio parere "simili abissi di mancanza di professionalità" son proprio la norma.
Esattamente come l'ignoranza e la superficialità che caratterizzano l'italico mondo dell'informazione.