Abbiamo messo a lavorare i nostri schiavetti (informatici), che ogni giorno raccolgono da news.google.it il numero di articoli pubblicati la settimana precedente contenenti la frase esatta "morti
bianche" generando automaticamente la seguente immagine:
Invitiamo i lettori a segnalarci altre emergenti mode giornalistiche per aggiungerle al codice di raccolta dati. Ne segnaleremo in seguito i risultati.
Lasciamo a voi l'onere, e l'onore, di discutere le cause e le implicazioni di tali fenomeni.
Il numero di articoli nel circo mediatico italiano dipende a mio parere da due fattori primari le cui influenze interferiscono:
1) tra le tante notizie di carattere aneddotico disponibili alcune vengono ritenute, spesso a ragione (perche' conoscono i loro polli), piu' adatte a sollecitare l'interesse dei lettori, e piu' utili quindi, opportunamente trattate, a veicolare la linea politica espressa del mezzo di comunicazione a disposizione, linea politica che in maniera dichiarata o dissimulata in vario modo e intensita' risponde comunque sempre praticamente solo agli interessi dei proprietari, perche' come ha scritto Montanelli, questa e' la tradizione storica del Belpaese (intellettuali a servizio del principe), sia perche' l'interesse del lettore in Italia e' debole o inesistente sia per il basso numero di lettori sia per il fatto che accettano tutto, e comunque preferiscono maggioritariamente la Gazzetta dello Sport.
2) una volta che un fatto aneddotico viene approfondito da un mezzo di comunicazione importante, si crea un effetto di risonanza, una moda, che costringe anche gli altri mezzi ad approfondire lo stesso argomento, non tanto per sviscerarlo, ma per veicolare la propria propaganda e per contrastare quella degli avversari. I proprietari o meglio le confranternite con maggiori mezzi propongono gli stessi fatti su una molteplicita' di testate (esempio Rai1,Rai3,Corriere,Stampa,Repubblica, oppure Rai2,Canale5,Rete4,Italia1,Giornale,Libero) e questo tende a costringere tutti gli altri partecipanti al circo a prendere la loro posizione sui medesimi fatti.
Se il mio modello e' corretto mi aspetto che i dati sulle notizie pubblicate dal circo mediatico italiano abbiano queste caratteristiche:
1) debole correlazione con la realta' per tutti gli aspetti che non hanno un impatto cosi' devastante da non poter essere ignorato. Per le morti bianche, mi aspetto che la correlazione con la realta' sia pressoche' inesistente, perche' non si tratta di un fenomeno di massa che colpisce la maggioranza, e manca nel vasto pubblico la percezione dell'importanza di questo dato statistico, e soprattutto riguardo al doveroso confronto tra la situazione dell'Italia e quella degli altri paesi per es. OCSE.
2) andamento ondulatorio della frequenza di citazione su molti argomenti, scorrelato con la realta', dovuto a fenomeni di auto-alimentazione, saturazione, e conseguente disgusto/ disinteresse dovuto anche al fatto che la sovraesposizione di alcuni temi si risolve in sterili contrapposizioni ideologiche piuttosto che che in un reale approfondimento e in un confronto costruttivo di idee diverse.
3) andamento sostanzialmente correlato con la realta' solo per i fatti di impatto devastante o comunque importante e diffuso per il vasto pubblico. La correlazione con la realta' mi sembra difficilmente evitabile per i fatti con
impatto devastante o comunque diffuso, come l'11 settembre, il
rapimento Moro, la criminalita' diffusa, la raccolta delle immondizie
in Campania (almeno dove la puzza arriva).
Riguardo alla deriva di lungo periodo, che forse e' quanto piu' interessa a chi ha iniziato la discussione, le mie "predizioni" sono piu' difficili. Per le morti bianche mi aspetto assenza di correlazione sul breve periodo. Sul lungo periodo mi aspetto una correlazione ma molto debole dovuta alla variazione della disponibilita' di fatti aneddotici, e alla distribuzione politica della proprieta' dei maggiori mezzi di comunicazione, dove il secondo fenomeno puo' anche essere piu' determinante del primo.
Per le morti bianche mi risulta che vi sia un calo moderato, pur rimanendo l'Italia ai vertici OCSE di questo spiacevole fenomeno. Personalmente non ritengo che il calo del numero assoluto dovrebbe determinare un calo dell'attenzione dei mezzi di comunicazione (a meno che gli incidenti non siano sostanzialmente azzerati) ritengo invece che l'attenzione dei mezzi dovrebbe essere proporzionale a quanto peggio fa in questo ambito l'Italia rispetto ai paesi piu' confrontabili, a partire da Francia, Germania e UK. Non ho dati precisi ma credo che l'attenzione dovrebbe essere costante o crescente, per questo ultimo parametro.
Come puoi notare da quanto segue, ai nostri lettori pensiamo sempre ... in anticipo