Dagli all'untore!

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L'untore in questione è il perfido speculatore, il quale, oggi come allora, non si è materializzato. Ma continuano a dargli.

In questi giorni in Italia molti lo additano come causa del precipitare della situazione. Su questo blog sono state illustrate più volte le ragioni per cui la figura dello speculatore cattivo, come quella dell'untore, è spesso una figura mitica (leggere e rileggere i commenti di Michele Boldrin in margine a questo post). Certamente lo è in questo caso. Additarlo a causa è quindi cialtroneria. Alberto Bisin e Sandro Brusco ne hanno già parlato nei loro post [1] [2] questa settimana e non ci sarebbe molto da aggiungere, se non che i giornali italiani fanno da potente cassa di risonanza a questa cialtroneria. Una parola in più, per cui, non guasta.

Si tratta di un post senza link a gran parte delle fonti e me ne scuso. In questi giorni sono in vacanza con mezzi tecnici di fortuna per cui navigo poco e leggo parecchio (più del solito, almeno) la carta stampata. Mi baso quindi su ritagli di giornale, letteralmente. Come una volta.

La prova che di cialtroneria si tratta è il comunicato della Consob di lunedì 11 luglio. Dopo la valanga di vendite di titoli delle banche e delle obbligazioni pubbliche italiane tra giovedì 7 e venerdì 8 luglio (quelli che hanno generato i titoloni del tipo "l'Italia sotto l'attacco degli speculatori", "La speculazione internazionale contro l'Italia" e simili) la Consob ha indagato per capire chi stava vendendo e con quali contratti.

Ebbene, comunicava lunedì 11 luglio la Consob:

Sembra che le vendite allo scoperto abbiano avuto un ruolo marginale nella seduta. Dai riscontri che la Consob ha avuto, l'impressione è che non si tratti di vendite allo scoperto ma di vendite effettive.

Che differenza c'è tra vendite allo scoperto e vendite effettive? E perché le prime sarebbero speculative mentre le seconde no? Facciamo un esempio. Il governo ha emesso un titolo che promette il rimborso di 100 a scadenza. Tizio lo compra a 98 e ottiene quindi, a scadenza, un interesse di 2, cioè del 2/98 = 2,04%. Una vendita effettiva funziona così: dopo un po' di tempo Tizio, osservando ad esempio che mentre il debito pubblico dilaga il governo rimanda il pareggio di bilancio mentre il primo ministro se la prende col ministro dell'economia e il braccio destro di quest'ultimo viene indagato per corruzione, comincia a temere che il governo potrebbe non rimborsare a scadenza e quindi vuole vendere il titolo. Per farlo abbassa il prezzo fino a 97. A quel prezzo Caio è disposto a comprare e otterrà a scadenza, se il governo rimborsa, un interesse pari al 3/97 = 3,09%: il titolo è percepito come più rischioso e quindi rende di più. Tizio non si fida e vuole vendere, per questo il prezzo cala e il rendimento per chi è disposto a comprare aumenta. Niente di speculativo, quindi.  Una vendita allo scoperto, invece, funziona così: Sempronio è un avvoltoio, uno speculatore professionista. Annusa che Tizio non si fida più del governo e inferisce che sarà disposto a realizzare una perdita pur di sbarazzarsi del titolo. Quindi lo anticipa, lui che è un veloce professionista, e vende lui (Sempronio) oggi il titolo a Caio anche se ancora non lo possiede (da cui vendita "allo scoperto"), con un contratto che dice che glielo consegnerà dopodomani. Glielo vende al prezzo che Caio è disposto a pagare, cioè 97. Poiché Caio ha già comprato, Tizio oggi non trova da vendere e domani, innervosito come Sempronio si aspettava, sarà disposto a vendere a Sempronio al prezzo di 96. A questo punto Sempronio ha il titolo che ha promesso a Caio e fa soldi: Sempronio ha comprato a 96 e venduto a 97, realizzando un profitto di 1. La vendita è stata speculativa, basandosi sull'aspettativa (corretta ex-post, ma notate che Sempronio dovendo comprare per comprare per onorare il contratto si sta assumendo ex-ante il rischio di non vedere realizzata l'aspettativa di ribasso del prezzo) di poter comprare a poco e vendere a molto. Poiché il prezzo di mercato del titolo è sceso -- a causa dell'attività di Sempronio -- a 96, la speculazione ha accelerato la caduta del prezzo (rispetto al caso di vendita effettiva) e l'aumento del tasso di interesse sul titolo, che è adesso pari al 4/96 = 4,17%.

Ebbene, la Consob ci informa che la settimana scorsa le vendite che hanno fatto crollare i prezzi dei titoli italiani non sono state speculative ma effettive. Per esempio fondi pensione che hanno titoli del debito pubblico italiano e preferiscono venderli (tanto per loro il rendimento a scadenza sarebbe quello del giorno in cui li hanno comprati, quando lo spread era assai sottile) e comprare quelli francesi e tedeschi che sono più sicuri dopo le indecenze che Alberto e Sandro hanno esaustivamente commentato. Oppure investitori che preferiscono disinvestire nel settore bancario italiano perché il crollo dei prezzi degli stessi titoli del debito pubblico italiano potrebbe mettere in difficoltà le banche italiche, che da sole hanno in pancia (tra gli assets che danno a garanzia quando si rifinanziano, cioé) circa il 15% di questo debito (stima Bnp Paribas). Tra l'altro le banche italiane sono state tassate nella "manovra", cosa che ne riduce ulteriormente la redditività e quindi il valore per gli azionisti. Eccetera. Questi sono esempi di cosa siano le vendite effettive e di cosa le motivi. La speculazione, dice la Consob, ha avuto un ruolo marginale. Leggasi pure "pressoché nullo". Non dovrebbe sorprendere chi sta seguendo nel dettaglio gli eventi delle ultime settimane senza le fette di lardo di Colonnata sugli occhi, ma ricordarlo non dovrebbe far male. Al peggio dovrebbe contribuire a sciogliere il lardo residuo, se ce ne fosse.

Eppure lo stesso giorno (martedì 12 luglio) in cui riportava la dichiarazione della Consob che ho in parte trascritto sopra (a pagina 2) il Sole 24 Ore titolava (alla pagina precedente):

Italia bersaglio degli speculatori. Nuovo attacco a banche e titoli di Stato.

Caro direttore Napoletano, si decida: che notizia vuole dare? Personalmente mi fido più dei dati della Consob che della fantasia Sua e di troppi altri che stanno dando all'untore. Comunque faccia lei, purché ci sia un po' di coerenza almeno sul principale giornale quotidiano economico che si stampa in Italia.

Che all'untore diano Tremonti&Co. non sorprende. Per questa banda adesso al governo è l'unica speranza di allontanare da sé l'ira del popolo che vedendo il baratro comincia (e dopo quindici anni sarà sempre troppo tardi) a rendersi conto di quanto sia stato ripetutamente fottuto dall'intera classe dirigente della "seconda repubblica" e in particolare da Berlusconi. Additare lo speculatore internazionale equivale a dire "noi non c'entriamo", un goffo tentantivo di fare dell'Italia la vittima della cattiveria altrui piuttosto che del proprio malgoverno, liberamente scelto. Alessandro Plateroti, sul Sole 24 Ore del 7 luglio gli dava man forte: un articolo in prima pagina si intitolava:

Finanza e speculazione. All'estero c'è chi ci vuole male.

L'inizio dell'articolo (qui si, ho un link) metteva i brividi:

I banchieri tremano, ma gli speculatori possono dormire sonni tranquilli: le vendite allo scoperto non hanno più limiti e prima di capire chi, perché e con quali tecniche sono stati affossati i titoli bancari e finanziari italiani ci vorranno infatti almeno tre giorni lavorativi, cioè il tempo che è concesso al mercato per comunicare alle autorità di vigilanza sulla Borsa tutti i dati sulle negoziazioni effettuate. Poiché oggi è giovedì, gli operatori avranno tempo fino a lunedì per dichiarare alla Consob come hanno scatenato la pioggia di vendite sui big del credito come Intesa, UniCredit, Mps o Ubi. Poi serviranno alcuni giorni per le analisi dei tabulati, e se tutto va bene per metà della prossima settimana sapremo se per colpire le nostre banche si è fatto ricorso per l'ennesima volta alle cosiddette «vendite allo scoperto», le naked short selling che in poche mosse e con bassi rischi (i titoli vengono presi in prestito da terzi sulla scommessa di un loro ribasso) sono in grado di far guadagnare tanti milioni agli speculatori e di farne perdere altrettanti ai piccoli azionisti, che di «scoperto» rischiano ormai di avere solo il proprio conto.

Ma la Consob dice "sorry, no evidence of naked short selling". Fine dei brividi. Che all'estero, in fondo in fondo, non ci vogliano male? Non ho notato (per il momento) ulteriori commenti di Plateroti.

Tremonti&Co. sono in buona, ottima compagnia, a riprova che l'intera classe dirigente o non capisce o fa finta di non capire. Sabato 8 luglio Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini si sono telefonati per dichiarare congiuntamente, titola il Sole 24 Ore del 10 luglio, che

la speculazione non deve vincere

e per darsi appuntamento a Bologna (dall'articolo non si capisce né come né quando) perché le opposizioni facciano la propria parte. Potevano fare a meno di telefonarsi. Da analisi sbagliate nascono tipicamente soluzioni sbagliate. Non sono quindi ansioso di conoscere la soluzione che Bersani e Casini hanno in mente.

Poi Romano Prodi che, intervistato sempre dal Sole 24 Ore il 12 luglio, non ha dubbi:

L'Italia è sotto attacco, serve uno sforzo comune contro la speculazione.

Idem come sopra. Inutile procedere, se questa è la premessa lo sforzo comune che ha in mente sarà quasi sicuramente nella direzione sbagliata. La direzione, immagino, è quella indicata da Donato Masciandaro (che è un economista accademico e che quindi avrebbe potuto usare più prudenza in attesa che la Consob analizzasse i dati sulle transazioni) sempre sul Sole 24 Ore, 10 luglio:

Il secondo mercato che deve essere senza indugio regolamentato è quello di tutte le attività finanziarie puramente speculative: a partire dalle vendite allo scoperto e finendo ai derivati con finalità non assicurative [...]. Ci sono due strade: vietare o tassare.

Pare che in Italia non si riescano a concepire altre soluzioni: scrivere nuove leggi e inventare nuove tasse. L'analisi della Consob suggerisce che se fossero state vietate o tassate le vendite allo scoperto in Italia... beh, sarebbe successo comunque ed esattamente quello che è successo! A conferma che analisi sbagliate portano a misure che vanno dall'inefficace al dannoso. E anche se di speculazione si fosse trattato o si trattasse in futuro, ci sono due cose da notare. Primo, come già notato nell'esempio sopra, chi vende allo scoperto si sta assumendo un rischio. Dovendo infatti ricomprare lo speculatore è esposto al rischio che la propria aspettativa si riveli sbagliata. Può perdere la scommessa, insomma, e nessuno sano di mente scommetterà contro governi credibili. Secondo, e di conseguenza, vietare o tassare l'attività speculativa in Italia darebbe una mano a questa classe politica inetta che potrebbe così continuare a fare quello che le pare al riparo sia dalla disciplina elettorale (fino al giorno in cui avremo un meccanismo elettorale decente) sia dalla disciplina dei mercati. E' vero, come ha spiegato Guido Tabellini, che questo meccanismo disciplinante potrebbe avere esternalità indesiderabili all'interno dell'area dell'euro. A me però continua a sembrare un ottimo strumento: qualcuno è disposto a scommettere un solo euro sulla possibilità che la crisi del debito greco "contagi" il mercato dei bund tedeschi?

I ritagli di giornale non sono ancora finiti, sono qui sul tavolo di cucina che svolazzano agli ultimi rimasugli del vento di libeccio. Ma mi fermo, tanto farebbero tutti lo stesso punto e il punto l'avete già capito.

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e continua a urlare "Dagli all'untore!"

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Commenti

Ci sono 80 commenti

Forse è uno dei motivi per cui invece l'asta dei BOT è andata "bene" è che si vogliono tutti riposizionare sulbreve, che è la posizione più logica per chi pensa che la barca affonderà, ma mentre affonda si possono fare ancora un pò di soldi (pochi maledetti e subito). (l'altra spiegazione è che ci sia stata una "moral suasion" perfar partecipare all'acquisto dei BOT, ne parlava anche Michele Boldrin).

Ma la verità è che la barca affonderà, perchè  la correzione di rotta non è credibile.

Leggere NFA è come fare un corso accellerato di economia, bell'articolo.

Adesso che ho imparato tutto, quasi quasi mi metto a fare lo speculatore... ;) cosí faccio contento Voltremont.

attento! lo speculatore è come il maiale della barzelletta: felice di rotolarsi nel brago e strafottente nei confronti dell'asino, costretto invece, a suon di bastonate, a portar legna. finche il paziente somaro non gli fa notare che lui non è lo stesso maiale dell'anno prima. :-)

 

 

se tutto va bene per metà della prossima settimana sapremo se per colpire le nostre banche si è fatto ricorso per l'ennesima volta alle cosiddette «vendite allo scoperto», le naked short selling che in poche mosse e con bassi rischi (i titoli vengono presi in prestito da terzi sulla scommessa di un loro ribasso) sono in grado di far guadagnare tanti milioni agli speculatori e di farne perdere altrettanti ai piccoli azionisti, che di «scoperto» rischiano ormai di avere solo il proprio conto.

 

estraggo dal tuo florilegio questa concentrazione rara di scemenze; a parte che l'autore, pur qualificato si direbbe, confonde le vendite naked con l'usuale short col prestito dei titoli, è fenomenale la chiosa: quello che guadagna lo speculatore, lo perdono i piccoli, chissà perchè, e in egual misura!

la borsa a somma zero? e allora tutti i titoloni sui "migliardi" bruciati alla fine di una giornata, naturalmente "convulsa", di contrattazioni? nessuno che si ricordi della capitalizzazione creata dal nulla dagli speculatori al rialzo,cioè quelli che si fanno finanziare per acquistare titoli.

ma poi gli speculatori sono gli altri, per definizione. è troppo difficile, in questa calura, cercare di spiegare il market abuse che è diverso e, si spera, meno frequente delle oscillazioni di mercato che ci bastonano e premiano invece dei fortunelli che la pensavano diversamente.

 

 

 

Mi permetto di aggiungere una considerazione: che la speculazione non ci sia è quasi un peccato.

Con la vendita semplice, infatti, ho che al momento 0 il mio titolo vale X e al momento 1 vale Y (minore di X, perché c'è uno sbilanciamento lato offerta).  La "speculazione" (la vendita allo scoperto) aumenta l'offerta al momento 0 e la domanda al momento 1, quindi il titolo varrà un po' di meno (X-a) al momento 0 e un po' di più (Y+b) al momento 1.  Il risultato, quindi, può essere benissimo quello di equalizzare l'andamento del mercato, rendendolo paradossalmente (per chi crede che la speculazione sia brutta) meno aleatorio.

Non è uno studio approfondito, ma guardate cosa succede ai mercati che non ammettono transazioni un po' "evolute" (si tratta di futures, mentre qui di vendita allo scoperto, ma non si va troppo lontano - btw si tratta di un esempio ormai classico, credo, in caso mi scuso per la banalità).

 Il risultato, quindi, può essere benissimo quello di equalizzare l'andamento del mercato, rendendolo paradossalmente (per chi crede che la speculazione sia brutta) meno aleatorio.

sì, usualmente si dice che gli scalper forniscono liquidità al mercato, piazzandosi fra il denaro e la lettera. visto che un mercato poco liquido, sicuramente è anche volatile...

rimane il mistero, perchè di questo si tratta, di altissime volatilità, vere e proprie esplosività, registratate anche in mercati liquidissimi. ma è un'altra storia.

Dubito assai che il mondo sia pieno di speculatori che vogliono la rovina dell'Italia. Gli effetti sistemici di un default congiunto di Italia e Spagna (che oggi sono valutate dai mercati in modo equivalente), che sarebbe comunque già stato preceduto da quello di Grecia e Portogallo, e seguito da quello dell'Irlanda, sarebbero probabilmente devastanti per tutto il sistema finanziario internazionale. Detto altrimenti, il valore di qualsiasi attività finanziaria sarebbe a rischio di pesanti svalutazioni. Infatti, tutte le attività finanziarie, hanno la caratteristica consustanziale di essere anche delle passività finanziarie: quello che sta sul lato sx del bilancio degli uni, sta sul lato dx degli altri. Se dei debitori sovrani di tale rilevanza fossero costretti al default, il rischio per gli speculatori, che avranno necessariamente i loro assets presso qualche banca, di esserne indirettamente coinvolti è tutt'altro che trascurabile.

Come ha ben illustrato G. Zanella, la probabile assenza degli speculatori non risolve il problema, bensì lo aggrava. Se l'Italia, che ha un fabbisogno da finanziare (debito in scadenza + nuovo deficit corrente) tra i 200 e 300 mld di euro annui, non trova qualcuno che se lo piglia, l'esito è già scritto, senza scomodare gli speculatori; anzi gli speculatori non saranno affatto contenti di un simile esito, perchè se và a gambe all'aria il sistema finanziario anche loro dovranno cercarsi un nuovo lavoro.

PS Non c'è modo di risolvere i problemi che rendono l'accesso al Blog NfA particolarmente difficile per gli utenti di Windows Internet Explorer ?

Non per perdonare l'uso di Internet Explorer, ma fra pochissimo sara' pronto un redisign e trasferimento ad altro software, il che dovrebbe allo stesso tempo risolvere questi problemi. Qualcuno di particolarmente sfortunato e' costretto ad usare IE nella propria ditta, in fin dei conti. 

 

Windows Internet Explorer

 

Quel Windows è pleonastico: Internet Explorer c'è solo per Windows. D'altro canto puoi sempre seguire il consiglio indicato qui sotto: se proprio non puoi installare un browser, scaricatene uno in versione portable, che non necessita di permessi per il funzionamento.

 

PS Non c'è modo di risolvere i problemi che rendono l'accesso al Blog NfA particolarmente difficile per gli utenti di Windows Internet Explorer ?

Cambiare programma, firefox è già molto meglio, e chrome è fulmineo (non solo per nFA).

Sorry per il fuori argomento.

GD

Restando invece in argomento, grazie a Giulio Zanella per l'eccellente e documentato articolo.

Nondimeno penso che senza questa campagna disinformativa, intesa a creare un untore di comodo, non sarebbe passata in tempi brevi nemmeno la manovra di bilancio ora in dirittura d'arrivo. Intendiamoci, sono d'accordo che si tratta di un bluff sostanziale accompagnato da molte assurdità, come è già stato ben dimostrato nei precedenti articoli, tuttavia è almeno nel breve un segnale politico, e ha fatto sì che il superGiulio sia finalmente uscito allo scoperto dichiarando che stiamo andando a scogli, e che senza accostate decisive il naufragio è certo.

Sarebbe atroce una sintesi dei suoi recenti e recentissimi interventi (quelli del capataz nemmeno valgono la pena di essere citati, tanto sono grotteschi, per fortuna ora sta zitto) nei quali dichiarava che la nave procedeva dritta e sicura sulla sua giusta rotta.

GD

 

Sarebbe atroce una sintesi dei suoi recenti e recentissimi interventi (quelli del capataz nemmeno valgono la pena di essere citati, tanto sono grotteschi, per fortuna ora sta zitto) nei quali dichiarava che la nave procedeva dritta e sicura sulla sua giusta rotta.

 

La cosa che mi fa veramente inc****re, quasi più dei soldi che dovremo sborsare, è proprio quell'atteggiamento.

Soprattutto quello tenuto dopo la crisi "sub-prime". Una grande occasione (persa) di iniziare per tempo un'opera di risanamento. Macchè: "noi ne usciremo meglio degli altri".

Lavorando con tedeschi, vedevo come avevano preso la crisi seriamente e come organizzassero contromisure, anche "pesanti", e pensavo: "se fanno tutto questo, è sono la ricca Germania, noi che siamo l'indebitata Italia che cosa dovremmo fare?". Mi dicevo: "o sono pazzi paranoici loro, o siamo incoscienti noi". Adesso la risposta è ancora più chiara :-(

 

Le vendite allo scoperto sono state vietate negli Stati Uniti su alcune categorie di titoli fra il 19 Settembre e l'8 Ottobre 2008. Un post apparso su The Big Picture qualche mese fa mostra come nei 19 giorni in questione il trend discendente sui titoli interessati al divieto sia rimasto inalterato, e come questi abbiano fatto registare in media una caduta del 26.3% (contro il 21.4% dello S&P 500).

 

La fobia nostrana per lo short selling tanto mi ricorda le ossessioni del Dick Fuld degli ultimi mesi prima del collasso di Lehman (ben raccontate da Andrew Ross Sorkin in Too Big to Fail). Lehman si era semplicemente assunta troppo rischio per sopravvivere alla forte contrazione del credito del 2008 e Fuld se la prendeva Dochiscettoscamente con i venditori allo scoperto che non facevano altro che prendere atto della situazione ed agire di conseguenza. Analogamente, come spiegato molto bene da Giulio, i nostri inetti politicanti (con la complicita' di giornalisti altrettanto inetti) provano a scaricare su altri le proprie responsabilita'. Attivita' nella quale eccellono in maniera bipartisan.

io sono ancora giovane e un pò ignorante, ciononostante anche io ho capito che se la classe politica dice nero, in realtà si ha almeno un grigio e spesso molto chiaro. gli speculatori non sono sicuramente la causa prima degli ultimi eventi che hanno toccato i titoli italiani, ma passare dal nero di tremonti & co. al bianco di un'assoluta discolpa e disinteresse della speculazione riguardo agli ultimi eventi mi sembra esagerato.

se non sbaglio l'articolo citato riguardo all'indagine della consob (mi sembra di averlo letto) faceva riferimento ad un'indagine operata sul giorno precedente (11 luglio) quando ormai i titoli erano affondati un bel pò, ma di fatto i movimenti ambigui sono iniziati verso il 24 giugno quando moody's ha minacciato il downgrade del debito italiano. Ora la cosa che mi sembra strana 1) minacciano un downgrade, senza moventi (la nostra situazione è già grave da un bel pò) magari volevano dare uno stimolo in più alla stesura della finanziaria, e fin qui va bene. 2) poi la settimana dopo viene declassato il portogallo, altre crisi di panico, 3) poi la settimana dopo viene declassata l'irlanda. la prossima settimana chi uscirà dal pallottoliere ? forse oltreocenao

www.reuters.com/article/2011/07/15/sp-us-idUSL3E7IF0JL20110715

a questo punto mi viene da pensare che magari gli speculatori non sono perfidi ma le agenzie di rating invece si, oppure c' è qualche dinamica finanziaria che mi sfugge (ribadisco la mia ignoranza) che porta dei vantaggi ai paesi con debiti in questa dilazione di downgrades.

 

magari gli speculatori non sono perfidi ma le agenzie di rating invece si,

 

le agenzie influenzano di certo il mercato obbligazionario, ma in virtù di un super potere attribuito loro dal regolatore, oltre che dal loro track record di affidabilità, uscito molto ammaccato dal dopo- lehman.

è la legge, un po' in tutti gli stati, che impone a primari operatori quali fondi pensione, fondi aperti per il retail, assicurazioni, insomma un gran numero di mani forti, di detenere solo titoli almeno investement grade. se il rating peggiora, essi li devono vendere anche se i gestori non ne sono convinti, anche se non è il momento di mercato opportuno (qualsiasi cosa voglia dire). la stessa bce ha sempre avuto tali vincoli sui titoli da accettare come collaterale a granzia dei prestiti erogati, almeno fino al recentissimo caso del portogallo.

aldilà degli strilli anche assordanti, nessuno se la sente davvero di abolire tali vincoli, di correre tale rischio: troppo cose che non potevano succedere sono successe, si brancola nel buio.

 

http://fogliefluttuanti.wordpress.com/2011/07/13/apologia-dello-speculatore/#more-68

 

mi permetto di linkare un articolo, il tema è simile e c'è anche la canzone

Ed intanto per combattere l'untore NON ci mettono le mani nelle tasche

AAAAH  PONTIDA e la finanziaria per ridurre le tasse

La cosa piu buffa è leggere quelli che poi dicono che arriverà la sinistra tassatrice, da morire dalle risate.

QUI

 

 

Un po' meno buffo è vedere che la gente ci crede!

non c'è da considerare anche la speculazione al ribasso in cui possiedi titoli, li vendi ad X durante una fase discendente, puntando a riacquistarlo a valore Y < X in seguito?

Non avrebbe a che fare con i deliri sullo short selling, ma sarebbe una speculazione possibile.

postulati ovviamente i malvagi plutocrati in grado di manipolare il mercato

non c'è da considerare anche la speculazione al ribasso in cui possiedi titoli, li vendi ad X durante una fase discendente, puntando a riacquistarlo a valore Y < X in seguito?

calma; se ho comprato un titolo potrò ben venderlo a mio piacimento o devo fare le analisi del sangue che stabiliscano  le mie intenzioni? se col ricavato voglio cambiare la macchina, sì e se invece spero di ricomprarmi lo stesso titolo domani a miglior prezzo, no?

 

Sarebbe atroce una sintesi dei suoi recenti e recentissimi interventi (quelli del capataz nemmeno valgono la pena di essere citati, tanto sono grotteschi, per fortuna ora sta zitto) nei quali dichiarava che la nave procedeva dritta e sicura sulla sua giusta rotta.

A CASA!!! questi cialtroni incompetenti devono solo andare a a casa.

Non ne posso più del ragioniere che ripeteva che tutto andava bene mentre la barca stava affondando, che solo due giorni fa ancora insisteva che la colpa era di qualcun'altro.

Ma è possibile che non abbia un minimo senso del pudore e che non si dimetta ammettendo di essere un incapace?

E`possibile che questa gente non debba MAI rispondere dei propri errori/orrori?

che schifo....

 

 

Credo che l'ondata di vendite di venerdì sia stata causata dal paventato aumento dell'imposta di bollo sui depositi titoli con giacenza sotto i 50.000€. Vendite dei piccolissimi investitori che volevano chiudere il deposito, spesso sono proprio tipici soggetti che investono in banche ed obbligazioni pubbliche.

Secondo me se ne sono accorti infatti alla fine hanno lasciata invariata l'imposta di bollo sui depositi sotto i 50.000€.

Lo penso anch'io, come fattore scatenante. Certo dietro poi c'é tutta la polpa del debito alto, la crescita zero, le riforme mancate, la classe politica inaffidabile ...

Credo che l'ondata di vendite di venerdì sia stata causata dal paventato aumento dell'imposta di bollo sui depositi titoli con giacenza sotto i 50.000€. Vendite dei piccolissimi investitori che volevano chiudere il deposito, spesso sono proprio tipici soggetti che investono in banche ed obbligazioni pubbliche.

penso proprio di no; ci sono mille argomenti contro questa interpretazione, il più evidente dei quali è, secondo me, la scarsissima forza dei piccoli: non fanno volumi tali da spostare i prezzi, figuriamoci poi così rapidamente.

 

Una cosa che non ho sentito additare (o non abbastanza a mio avviso) come causa della perdita di valore dei titoli bancari italiani è l'aumento dello spread btp-bund. Un incremento dello spread comporta una crescita del rischio sistemico associato all'Italia con un conseguente aumento del costo di funding per le banche italiane ed una riduzione dei margini dell'attività bancaria stessa (= meno utili previsti in futuro). Non è un caso se da 2-3 anni a questa parte impazzano sul web o nelle strade le pubblicità dei conti deposito offerti da ogni banca italiana (anche banche che non ne avevano in passato ne hanno aperti recentemente).

Stando a quanto riportato qui e qua Unicredit sembra navigare in cattive acque

 

But why should you accept my feeling that UniCredit is in trouble? I have written about UniCredit's debt problems before in Dominoes Falling from the East.  In that article I detailed how exposed UniCredit is to East European debt. WIthout going in to details, UniCredit owns Austria's largest bank, Bank Austria, which is one of the largest players in Eastern European lending in countries such as Hungary, Poland and Romania. These and other countries of Eastern Europe and the Balkans have a common problem.

E ancora

Remember the other nation (other than Italy) whose banks have exposure to banking in Hungary and the region is...yep you guessed it, Greece. So as those currencies in Hungary Romania and Bulgaria fall against the rampant Swiss Euro, the Italian and Greek banks will feel the defaults. Two thirds of the outstanding debt in Hungary, Romania and Bulgaria is in Swiss Francs.

 

Quindi

 

This is the logic that I think explains why the market sells UniCredit like it has the plague at the slightest hint of trouble.  I think the market knows or at least suspects that UniCredit is in very bad shape and will only survive for as long as it's friends have total control over Italian regional and National politics. Should Tremonti, in particular, lose his grip, then UniCredit's viability suddenly looks very fragile indeed.
And if UniCredit looks fragile then so does Italy as a whole. UniCredit's fall would bring Italy down, gold reserves or no gold reserves.

 

 

Per finire, l'autore pensa che ci sia del debito "nascosto" negli enti locali (e.g., regioni)

In my opinion Italy as well as UniCredit is in far, far worse shape than has so far been admitted. Italy has, I think, hidden debts in its Cities and regions, particularly those of the North.  I think we will see 'new' debts surfacing, particularly if Berlusconi and or Tremonti goes.

 

Mi chiedevo una cosa: ma il fatto che le vendite speculative al ribasso non ci siano state non vorrà mica dire che, in realtà, gli operatori del mercato SI FIDANO del sistema Italia, e quindi non scommettono sul ribasso?

No, scusa. Se non stanno shortando, non "scommettono" sul ribasso, sono proprio certi dell'avvenimento perché vendono in questo momento.

il monitoraggio svolto dalla consob serviva a verificare l'importanza del naked short selling nella recente flessione  dei prezzi del mercato azionario, in vista di una possibile proibizione di tal pratica. i risultati sono stati negativi, come già era stato constatato durante il minimo del mercato del marzo 2009: con la proibizione in vigore da mesi unicredit era arrivata lo stesso a 0,75 €, ragion per cui tale vincolo fu tolto allora e non reintrodotto adesso. ci sono anche altri studi con gli stessi risultatii, per cui si vede bene la natura demagogica del riproporre le stesse formule: lo si fa solo per far vedere presso l'elettorato (gli operatori si occupano di altre cose) che qualcuno si muove e controlla la situazione.

Mi chiedevo una cosa: ma il fatto che le vendite speculative al ribasso non ci siano state non vorrà mica dire che, in realtà, gli operatori del mercato SI FIDANO del sistema Italia, e quindi non scommettono sul ribasso?

non è affatto vero, non lo si può dedurre da quella che rimane una questione eminentemente di tecnica del mercato; il dato fondamentale ed incontrovertibile resta il prezzo: chi offriva azioni di banche italiane, trovava compratori solo a prezzi ben più bassi, stop. questo non è indice di fiducia, mi pare. domani, è un altro giorno.

 

 

Mi chiedevo una cosa: ma il fatto che le vendite speculative al ribasso non ci siano state non vorrà mica dire che, in realtà, gli operatori del mercato SI FIDANO del sistema Italia, e quindi non scommettono sul ribasso?

 

No, se si fidassero del "sistema" avrebbero comprato azioni, facendone salire il prezzo, mentre invece le hanno vendute. Inutile far ragionamenti più elaborati, è una situazione molto terra terra..

 

 

 

 

 

 

 

La storia dello speculatore che vende a termine non mi quadra.   (Questo non cambia il punto di  sostanza di Giulio, forse lo rafforza).  Sarei grato se qualcuno potesse chiarire.   Scusate se ripeto il punto,  gia esposto qui . 

 

I derivati sono in offerta netta nulla. Per ogni Sempronio che vende a termine cé' un Cesare che compra a termine, operando sullo stesso mercato dei derivati in cui scambia Sempronio.   Ogni guadagno ex-post di Sempronio e' una perdita di Cesare, e viceversa.  La storia che vendere a termine "causa"  il deprezzamento non regge, almeno non in questa versione.  

 

 

Se   scommetto contro la Juve   (e il bookmaker che mi sta davanti scommette quindi pro-Juve)  influenzo il risultato della partita?

 

Mi pare molto diverso dal petroliere che "decide" di non vendere il petrolio  del suo pozzo,   cosi influenzando l' offerta netta del bene (lo so, nemmeno questa storia  funziona  bene... (cf. Hotelling) ).   

 

I derivati   consentono di aumentare di molto il rischio  a cui Sempronio  si puo' esporre, non la tendenza dei rendimenti del sottostante. 

 

Qualcuno ha in mente in meccanismo coerente che spieghi  come funziona  questa speculazione?  (senza assumere che i Cesari siano tutti cretini e i Semproni  tutti furbi) ?   

Gia che ci siamo, sarebbe carino anche tenere conto del fatto che le posizioni sui derivati vengono tipicamente chiuse prima della scadenza cosi che non corrispondono a nessuno scambio di sottostante. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I derivati sono in offerta netta nulla. Per ogni Sempronio che vende a termine cé' un Cesare che compra a termine, operando sullo stesso mercato dei derivati in cui scambia Sempronio.   Ogni guadagno ex-post di Sempronio e' una perdita di Cesare, e viceversa.  La storia che vendere a termine "causa"  il deprezzamento non regge, almeno non in questa versione.  

Buon punto, Francesco, vediamo se convergiamo. Nel mio esempio il Cesare che compra è Caio, che avrebbe comprato comunque anche in assenza di speculazione. Chi perde quello che Sempronio guadagana è invece Tizio, che non era parte del contratto di vendita allo scoperto iniziale. L'esempio è molto particolare (e riconosco che è zoppo: perché Caio dovrebbe comprare a termine allo stesso prezzo che è disposto a pagare a pronti?) ma è una possibilità.

Neppure in questo esempio, comunque, vendere a termine causa il deprezzamento, casomai accelera un deprezzamento che sarebbe avvenuto comunque.

Ciò detto, neppure io sono esperto di finanza: se qualcuno più esperto di entrambi volesse chiarire ed espandere il punto gliene sarei grato.

ho letto e riletto anche il link al tuo precedente intervento..francamente mi sembra ci sia un bel po' di confusione fra il naked short selling e la vendita a termine. quest'ultima è un contratto derivato regolamentato, uno stock futures e borsaitaliana ne quota parecchi (sono poco liquidi al contrario dei futures sull'indice).

la naked è invece una vendita sul mercato azionario, che è ben distinto da quello dei derivati, senza la consegna del titolo alla fine del periodo di regolamento delle posizioni, tipicamente a fine giornata. il compratore non esige tramite borsaitaliana quanto gli sarebbe dovuto e invece aspetta un tempo concordato col venditore, evidentemente perchè confida nella sua promessa di consegna e ritiene conveniente per se fissare quel prezzo di acquisto in quel momento, ovviamente è una pratica appannaggio di pochi grandi operatori che si fanno credito sulla parola.

è diversa quindi dalla vendita con consegna di titoli presi in prestito, accessibile a tutti salvo la disponibilità dei prestatori, e dalla normale vendita con ricopertura intraday, sempre possibile.

stabilito che non si possono temere le vendite tout court se si vuole avere un mercato, alle naked viene rimproverato il fatto che gli altri operatori di mercato ignorano se siano vendite effettive o scoperte, che cioè prima o poi dovranno essere riacquistate. a me sembra che questa sia unì informazione di ben poco valore: come faccio cmq  a distinguere una ricopertura da un riacquisto normale perchè magari lo stesso operatore ha cambiato idea il giorno dopo?

le prove empiriche sembrano poi a favore di una sostanziale neutralità di tale pratica, anzi, individuando il vero pericolo nella concentrazione di tali vendite fra pochi operatori, altri  osservatori qualificati spingono per ampliare l'intervallo di liquidazione da giornaliero a mensile (come quando ho cominciato io...), un ritorno al passato per consentire vendite nude a tutti.

 

Riassumo quel che capisco (e condivido) fin qui.

Ok, distinguiamo pure come suggerito sotto tra i diversi contratti di cui stiamo parlando. Uso la terminologia di Beber e Pagano (grazie per il link, dragonfly, mi ero perso questo articolo, molto utile), cioe' 

“naked short sales”, in cui il venditore non prende a prestito le azioni per consegnarle al compratore nel periodo di regolamento [...] “covered short sales”, in cui il venditore si protegge prendendo a prestito le azioni.

Con una naked sale vendo titoli che non ho. Con una covered sale vendo titoli che ho (preso a prestito). Ma l'effetto sul prezzo mi pare lo stesso. Perche' qualcuno questi titoli se li pigli bisogna che io abbassi il prezzo (la domanda e' la stessa di prima e non si sposta). Lo faro' perche' mi aspetto che il prezzo si abbassi ulteriormente. Chi se li piglia, evidentemente, ha un'aspettativa diversa, se non aspetterebbe a comprare o se proprio deve comprare comprerebbe titoli diversi. Se avevo ragione faccio soldi. In questo caso, SE la mia azione non influenza le aspettative del mercato (come nel caso di aspettative che si autorealizzano descritto da Fabrizio) non ho causato una riduzione del prezzo, ho fatto un profitto anticipando correttamente una dinamica di mercato che ci sarebbe comunque stata. Questo e' quello che succede nell'esempio che ho usato nel post. E qui e' come dice Francesco: il fatto che io abbia scommesso sulla retrocessione della Sampdoria il giorno che si son venduti Pazzini non ha causato la retrocessione.

L'evidenza prodotta da Beber e Pagano e' in linea con questo meccanismo: i divieti non hanno avuto effetti tangibili (figurarsi la tassazione di queste transazioni!).

Mi segnalano questo articolo.

Al di là dell'effettiva convenienza che la Germania può avere nel salvare la Grecia; mi piacerebbe chiedere all'autore se davvero pensa che il liberarsi di una zavorra ed essere più performante possa essere un problema per la Germania.

Ma forse sono io che ho capito male la tesi esposta...

Due domande:

 

1. il comunicato della CONSOB non è propriamente una garanzia di ciò che è avvenuto, visto che è pieno di condizionali. Ad oggi se ne sa qualcosa in più?

2. la speculazione avviene solamente tramite queste vendite allo scoperto? Non potrebbe essere avvenuta in qualche altro modo?

chiedo scusa

si può avere un link relativo alla comunicazione consob del 11/7 in cui si dice che non dipende dalle vendite allo scoperto?

grazie!

Senza nulla togliere allo spirito dell'articolo che è sostanzialmente giusto ma vorrei ricordare che vi è una consistente "letteratura" che parla di utilizzo di sistemi diversi dal mercato ordinario da parte di hedge funds e grandi player denominati "dark pools". In pratica, i grandi soggetti opererebbero su mercati paralleli non regolamentati; a tal proposito si legga, ad esempio, il seguente articolo www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/401900/ .  Ciò confermerebbe le dichiarazioni della CONSOB ma metterebbe in evidenza "un mondo" che opera con regole diverse da quelle ufficialmente dichiarate.

Sicuramente nei guai non ci hanno messo gli speculatori ma la nostra incapacità di affrontare i problemi. Starei però attento ha sostenere che il mercato (quale?) opera in assoluta trasparenza e senza presunti "complotti". Prima andrebbe verificato proprio il ruolo di queste "piscine oscure" che già dal nome sembrano piuttosto inquietanti....

Non regolamentare seriamente i mercati finanziari o non rilevare meccanismi perversi potrebbe essere anche più grave della caccia all'untore.

In pratica, i grandi soggetti opererebbero su mercati paralleli non regolamentati; a tal proposito si legga, ad esempio, il seguente articolo www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/401900/ .  Ciò confermerebbe le dichiarazioni della CONSOB ma metterebbe in evidenza "un mondo" che opera con regole diverse da quelle ufficialmente dichiarate.

ci sono diversi punti a monte che vanno chiariti:

i mercati regolamentati, o meglio ufficiali, lo sono per poter essere presi come sottostante dei mercati derivati. non vi è nessun altro motivo , la "regolamentazione" non si pone e non garantisce alcun obiettivo di controllo del mercato, se non per fornire pubblicamente dei prezzi certi, alti o bassi o fallimentari che siano. in altra epoca storica si è cercato di concentrare in questi mercati il maggior numero di scambi, per dare fluidità ai prezzi. col crescere dei volumi, da qualche anno anche le direttive europee consentono e incoraggiano la creazione di mercati alternativi. comunque lo scambio fuoriborsa, cosiddetto OTC, è sempre possibile e mica solo a soros: tantissime obbligazioni nel portafoglio del buon padre di famiglia, vengono trattate solo in mercati non regolamentati.

si capisce che se poi li chiamo "dark pools" la gente si spaventa! :-) i primitivi pink sheets o anche il nuovissimo turquoise  hanno nomi molto più gentili ... non ne so molto (ma certo sempre di più del giornalista mauro bottarelli, dal curriculum veramente eclettico) e mi limito allora ad osservare che un mercato, anche dubbio e malfamato, non è mai il luogo di ritrovo di congiurati: se tutti hanno le stesse aspettative ad es.ribassiste, gli scambi sono nulli. anche la taglia forte degli investitori non è poi un vantaggio, visto che lo scopo NON è portare il listino a un certo livello, ma uscirne con un guadagno. mai sentito parlare dei fratelli hunt? erano arrivati a detenere più della metà dell'argento mondiale e il prezzo se lo facevano fra di loro, ma, in definitiva, non trovarono più nessuno altro che glielo ricomprasse.

 

 

 "un mondo" che opera con regole diverse da quelle ufficialmente dichiarate.

So what? Come dici dopo,

nei guai non ci hanno messo gli speculatori ma la nostra incapacità.

Se fossimo stati capaci il modo in cui operano i mercati OTC sarebbe irrilevante per la finanza pubblica.