Chiedo scusa ai lettori che con l'inglese non si trovano a loro agio. L'articolo del New York Times che potete trovare al link precedente riporta, in due parole, la seguente notizia.
Il Senatore John D. Rockefeller IV, presidente della Commissione sullo Spionaggio (una commissione piuttosto importante nel Senato USA) ha cominciato a rilasciare interviste nelle quali si dichiara estremamente preoccupato per il tono usato dall'amministrazione Bush nei confronti dell'Iran. Più precisamente, si dichiara preoccupato per la raccolta di informazioni che l'amministrazione sta sponsorizzando, per gli atti diplomatici e militari (invio di altre truppe in Iraq) che sta compiendo, e per tutto il lavorio di "intelligence" (si traduce "intelligenza", vuol dire "spionaggio", ma molto di più di spionaggio ... informazione, propaganda, disinformazione se volete, ...) che l'amministrazione ha messo in moto.
Ad avviso di Rockefeller, è la stessa cosa di cinque anni fa con l'Iraq: Bush vuole alzare la posta in maniera definitiva, iniziando un'altra guerra, questa ancor più drammaticamente folle della precedente. Non mi sorprende, avendolo congetturato mesi fa in quanto possibile conseguenza della strategia di "conquest" prima, e della guerra del Libano poi.
Ad avviso di Rockefeller, questo è dovuto in parte alle particolari limitazioni mentali ed intellettuali del Presidente degli Stati Uniti, che JDR IV descrive per ciò che è:
“I don’t think he understands the world,” Mr. Rockefeller said. “I
don’t think he’s particularly curious about the world. I don’t think he
reads like he says he does.”
He added, “Every time he’s read something he tells you about it, I think.”
Insomma, un minus habens. Ovviamente, non c'è solo Caligola dialogante con il proprio cavallo nel palazzo presidenziale dietro ad una scelta del genere. C'e' un'intera macchina politico-militare che comincia a Washington e finisce a Tel Aviv, o viceversa.
Ecco, queste sono le notizie con cui i nostri cari pacifisti dovrebbero confrontarsi, ed i politici italiani che fanno politica estera prima ancora di loro. Altro che viaggi a Cuba, incontri con Chavez, e dichiarazioni di disapprovazione per l'intervento in Somalia. Altro che polemiche di bassa lega sulle basi da ampliarsi o restringersi.
Come influenzare l'opinione pubblica ed il Parlamento USA al fine di evitare questa follia? Come far uscire gli iraniani dall'angolo in cui si sono cacciati, o sono stati cacciati, e farli diventare il paese "normale" che meritano essere? Come bloccare la scommessa israeliana, che prima ha fomentato questa ipotesi (vedasi interviste di Olmert prima dell'estate e la propaganda della lobby pro-Israele sui media USA), poi ha giocato il tutto per tutto in Libano cercando di tirarci dentro Siria ed Iran (senza riuscirci, e distruggendo il tenue equilibrio libanese), e che ora rilancia alla disperata alimentando la guerra civile fra palestinesi nell'attesa della soluzione finale cucinata a Washington e servita a Teheran? Come ribaltare i termini del dibattito fra i paesi occidentali su come garantire la nostra sicurezza, quella d'Israele, e permettere allo steso tempo che il mondo musulmano diventi "se stesso" e si autogoverni, smettendo d'essere o una colonia dell'occidente o in guerra con esso? Cosa fare perche' si sviluppino in quel mondo meccanismi di decisione collettiva propri e non imposti militarmente da noi, che al contempo non si riducono a rais e sultani corrotti, ayatollah e santoni vari proni alla teocrazia ed alla guerra di religione, nuovi califfi con la bomba atomica in mano?
Qui si gioca il destino del medio oriente, ed il nostro. Se D'Alema e gli allegrotti rivoluzionari italiani vogliono far politica internazionale per la pace ed il progresso (come dicono loro), altro che manifestazioni contro l'aeroporto di Vicenza. Riflettessero su queste questioni ed agissero per risolverle.
Hic Rodus, Hic Salta. In compagnia del Senatore J.D. Rockefeller IV, che e' un supporter della base a Vicenza.
Concordo appieno sull'esortazione ai politici, politicanti, e aspiranti tali, a occuparsi dei veri problemi, almeno per quanto attiene alla politica estera.
E' ultra-ovvio comunque, che Bush non andra' a far guerra in Iran. Ce la farebbe solo con un colpo di Stato, che non e' proprio possibile. Tra i Repubblicani ci sono Senatori eccellenti che dovranno riconquistarsi il posto alle elezioni tra soli 22 mesi, ed altri (Chuck Hagel, McCain, ...) che a quella stessa tornata elettorale vogliono diventare Presidenti. A Bush non gli faranno nemmeno prendere la penna in mano, nei prossimi due anni. Hai visto per caso Chuck Hagel mostrarsi ultra-incazzato con Condy Rice durante la sua audizione al Foreign Relations Committee? Quindi gli interventi di Rockfeller sono solamente strumentali.