Queste elezioni dicono poco di nuovo: confermano i trend iniziati svariati anni fa e che si sono venuti palesando a partire dal 2013. Sinteticamente (ed ancor più brutalmente come m'ha fatto osservare qualcuno via Twitter poco fa) confermano che il declino da noi vaticinato da troppo tempo, continua imperioso.
1) Aumenta l'astensione in tutto il paese, in molte regioni la maggioranza degli aventi diritto oramai non va a votare. Tralasciamo, per carità di patria, il problema della legittimità dato il nostro contesto istituzionale, ma mi si permetta di fare un'osservazione. Quando va a votare il 50-60% degli aventi diritto ed il "vincitore" (che poi, per un meccanismo elettorale o l'altro, governa) ha il consenso attivo di un cittadino su 3 o, spesso, su 4, è palese che nessuna riforma è possibile. Perché qualsiasi riforma vera tocca gli interessi materiali di molte persone e, se hai il supporto attivo di solamente un cittadino su 3 o 4, allora è ovvio che, fra chi non ti ha votato, ben via astensione o ben votando altri, ci sarà sempre una maggioranza sociale che bloccherà ogni iniziativa. L'effetto immediato dell'astensione è proprio questo: la paralisi.
2) Cosa significhi la crescita tumultuosa dell'astensione o del voto bianco/nullo - se disaffezione irreversibile o domanda per un'offerta politica altra da quelle esistenti - non credo si possa dire. Ovviamente io amerei pensare che l'astensione sia il segnale di una domanda di cambiamento reale nel senso che si era auspicato con il fallito esperimento di Fermare il Declino, ma questa è cosa assolutamente non ovvia. Anzi, forse è ovvio che non lo è, cosi faccio pre-empting al primo commento del mio caro amico Giovanni Federico :) ... Forse chi si astiene ha semplicemente perso fiducia nel paese e penserà a salvare se stesso e/o scappare.
3) Scompare BS, che è oramai una comica dichiarata mentre per 20 anni è stato una comica implicita (non per noi, ma per i tanti sprovveduti che lo votarono). Si profila l'emergere di una destra clerico-fascista e tribal-razzista che potrebbe raccogliere, a seconda delle regioni, fra il 15 ed il 25% del voto dichiarato. Una destra del genere non potrà mai governare e, se dovesse farlo, porterebbe il paese alla catastrofe. Però quella gente c'è, in Italia, e non ha alcuna intenzione di schiodarsi. Teniamocelo in mente perché senza "dire/dare" a costoro qualcosa che li schiodi dal primitivismo tribale che sembra pervaderli, temo non vi sia alternativa politica fattibile. Molti, la maggioranza, di quelli che votano il tribalismo salviniano, sono lavoratori/produttori, vittime quasi sempre inconsapevoli di un sistema politico-sociale che essi han probabilmente contribuito a costruire e che, così votando, perpetuano pagandone quotidianamente il prezzo.
4) L'altro punto politico rilevante è che - quando si sommano i voti dei vari gruppi che ancora pescano nel centro-destra "storico" della II repubblica - il totale, non tanto e non solo dei voti espressi (qui il calo è drammatico), ma anche delle percentuali ottenute, manifesta un chiarissimo trend discendente. Questo centro-destra è destinato all'opposizione per gli anni a venire. E si vede chiaramente che questo è ciò che i suoi "leader" (Salvini, Meloni e compagnia) desiderano, visto che vendono populismo della peggior specie mentendo spudoratamente sulla fattibilità ed utilità di quanto "propongono".
5) Il cosidetto "centro moderato" è un'assembramento di nani politici ed umani senza nulla da proporre. Questo nonostante il fatto che alcuni degli aspiranti "leader" di tale centro siano alti-alti-alti, come i papaveri del campo ... Non avendo alcunché di concreto da proporre al paese, altro dalla propria "moderazione", essi si fan ombra uno con l'altro nella speranza che la catastrofe delle due ali serva loro il paese su un piatto d'argento. Nella realtà non sembrano andare da alcuna parte se non a servire chi, a dx o sx, vinca le elezioni comunali/regionali/nazionali. In un modo o nell'altro staran sempre con un piede di servizio dentro al "governo" e, con quello dell'opportunismo, fuori ad aspettare la catastrofe altrui. Tutta roba da buttar via, non serve a nulla se non a dare qualche sedia a dei mediocri professionisti del palazzo.
6) Il partito della protesta populista, M5S, fa il pieno quando la rabbia è alta e poi si sgonfia nell'assoluta irrilevanza delle scemate che propone. Il suo consenso, lentamente ma chiaramente, cala. Anzi, se teniamo in conto che Grillo ci ha messo 20 annni a costruirlo e che dal 2013 ne son passati solo due, cala rapidamente. Perde non solo montagne di voti (che probabilmente finiscono, nella stragrande maggioranza, in astensioni) ma perde anche percentuali sostanziali fra chi ancora vota. Continua ad essere visibile solo perché non c'è altra formazione che appaia "estranea" al sistema politico-burocratico che governa il paese da 30+ anni. Energie, alcune anche valide, sprecate nell'assoluto nulla o, meglio, nell'alimentazione di un mito dell'alterità che a nulla può portare. Anche in questo caso, nessuna proposta di governo e nessuna intenzione di governare. L'opposizione populista come professione.
7) Il PD, nelle sue molteplici versioni (renziana, bersaniana, impresentabile, clientelare, fate vobis) resiste ed è ancora l'unico partito in grado di governare, nel senso di impedire che l'esistente crolli, ma non, ovviamente, di cambiare rotta al paese. Le nuove leve renziane si manifestano per quel che sono: ridicole invenzioni mediatiche di un capo tanto abile ad incantare l'elettorato (per un po' di tempo) quanto incapace di generare contenuti che riempiano la brillante confezione esterna. Incapace, soprattutto, di scegliersi collaboratori di valore perché narcisista (ed ignorante) a livelli patologici. Si, ho scritto proprio così: sarà un genio della "politica guerreggiata" il toscano, ma è patologicamente narcisista e tristemente ignorante, figlio esemplare dell'Italia post anni '70. Il bluff renziano è sempre più palese, checché ne dicano gli eterni adulatori del potere. Renzi non sa più, letteralmente, cosa fare. Ma, ad oggi, non c'è alternativa di governo al PD e questo non perché il PD meriti di governare ma perché il resto fa ancora più schifo! Va lasciato governare perché, come sul Golgota, il calice va bevuto sino in fondo.
Altro d'aggiungere ora non vedo. Non chiedetemi proposte, non ce le ho da due anni e quasi quattro mesi a questa parte.
P.S. Per chi, invece delle chiacchiere giornalistiche, fosse interessato ai numeri, eccoli qui chiari e semplici.
http://www.corriere.it/politica/15_giugno_01/voti-confronto-2010-2015-grafico-1bf15744-0890-11e5-b4ea-8178709faaab.shtml?liguria
Oramai chi va a votare sono due tipi di persone: quelli dal riflesso pavloviano "altrimenti vincono i coministi", oppure "altrimenti vince Berlusconi", non sanno nemmeno chi o cosa stanno votando, ma sono richiamati al voto dai vuoti slogan, gli altri sono i gruppi di interesse, potremmo chiamarli anche clientele, che il senso è quello.
Nello standard "riflesso pavloviano" ci metto anche il M5S che non usa la metafora comunista o Berlusconi, ma "politica" "non politica", facendo leva sui furti che la classe al potere commette a spese dei sudditi, ma, come dici tu, oltre non può andare.
Ho l'impressione che ci sia ancora un 5-10% che va a votare perchè convinto di esercitare un diritto, ma siamo molto vicini alla roccia dei due gruppi di cui sopra, e quelli si divideranno sempre secondo lo stesso schema.
Considerando che un 20% storicamente non ha mai votato rimane un 30% di elettori potenziali, che sono nella fascia "non ti credo più", e che solo un potente mesaggio (va bene anche l'ISIS è alle porte, eh) può riportare alle urne.
E qui sorge il problema: la potenza del messaggio e del comunicatore dello stesso, bene al momento messaggi ce ne sono, confusi e contradditori,e non c'è alcun comunicatore in grado di portare avanti i migliori messaggi, io mi dedicherei solo a creare i messaggi, che a comunicarli, data la brutale franchezza che mi contraddistingue, non sono per niente bravo.
Nel frattempo emigrare rimane la soluzione più facile.