Ho esaminato il decreto numero 208 (104 pagine, 49 articoli), la relazione tecnica (80 pagine) e la tabella riassuntiva della stesura originale che ho poi ricostruito secondo uno schema diverso nelle tabelle che seguono (qui l'elenco degli articoli del decreto a cui il governo non attribuisce alcuna rilevanza sui saldi, tra cui le nuove norme sull'uso del contante).
I valori riportati nelle tabelle qui sotto sono per cassa (cioé si riferiscono a quanto si spende e quanto si incassa in un certo anno, indipendentemente dall'anno in cui l'uscita e l'entrata sono stati o saranno contabilizzati) il che dovrà essere considerato quando si discuterà l'idoneità della manovra allo scopo. Il conto economico, da cui emerge l'indebitamento netto che si vuole azzerare nel 2013 è infatti costruito per competenza (cioé facendo riferimento a uscite e entrate come compaiono nel bilancio dell'anno, indipendentemente da quando effettivamente si pende e si incassa). I numeri citati nella discussione, salvo diverso avviso, si riferiscono al 2013, l'anno fatale dell'agognato pareggio. La diminuzione degli incassi nel secondo e terzo anno è spesso determinata dagli effetti su IRPEF o IRAP che intervengono con ritardo e che con gli acconti e saldi si stabilizzano ancora dopo. (le cifre in tabella sono infatti per cassa). Infine qui maggiori dettagli sul significato della colonna A nelle tabelle che seguono.
Iniziamo dalla prima versione della manovra, riassunta nella prima tabelle qui sotto.
Ieri è stato reso noto il maxiemendamento e la relazione tecnica di accompagnamento, riassunta nella tabella qui sotto.
i proventi da immobili e strumenti finanziari all'estero tengono conto, detraendole, delle imposte eventualmente pagate all'estero.
L'emendamento rende un poco più umana la manovra: indicizzazione totale certa per il 2012 anche per le pensioni fra 2 e 3 volte il minimo, aumento detrazioni IMU per i figli conviventi, attenuazione degli effetti della riforma delle pensioni sui pensionandi (secondo la legge attuale) dei primi prossimi anni. Estende a quasi tutti i patrimoni mobiliari ed immobiliari in Italia e all'estero la "patrimoniale". Accelera l'aumento dei contributi previdenziali di commercianti ed artigiani. Perde però in solidità avendo aumentato gli incassi dai capitali scudati. L'emendamento dovrebbe inoltre rendere la manovra leggermente meno recessiva.
La seguente tabella riassume la manovra dopo l'emendamento. Le poste cambiate sono evidenziate da asterischi prima della descrizione.
Chiamando ogni posta con il suo vero nome le ultime cinque righe della tabella danno il primo giudizio alla manovra. A fronte di 37,3 miliardi di nuove tasse certe (24,2 se si prescinde dalla posta IVA/clausola di salvaguardia) si hanno meno tasse per 21,2 miliardi (5,2 senza IVA/clausola di salvaguardia). Questo aumenterà la pressione fiscale di circa 1 punto. Non solo: i quasi 2 miliardi di tagli netti previsti per gli enti locali (posizioni da 21 a 23) potrebbero trasformarsi in nuove tasse qualora Regioni, Province e Comuni decidessero di recuperarli utilizzando l'autonomia fiscale concessa dal decreto (+0,2% di IMU) che, applicata al massimo, vale almeno 5 miliardi. Le spese risultano ridotte di 4,7 miliardi che potrebbero salire a 6,7 miliardi qualora gli enti locali si comportassero in modo virtuoso. L'83% dei tagli certi derivano dalla deindicizzazione delle pensioni. La manovra comporta anche un aumento di spesa di 1,5 miliardi. Nella tabella ho assegnato un peso ad ogni posta (personal technical effort) rispecchiante il suo effetto recessivo o espansivo (colonna A): ne esce che dovrebbe prevalere l'effetto recessivo per almeno 0,35 punti di PIL (0,4 prima dell'emendamento) il che vanificherebbe almeno 5,5 miliardi della manovra stessa. (maggiori dettagli su significato della colonna A, il "coefficiente recessivo")
Quanto sopra sarebbe sufficiente per emettere un giudizio ma per i più curiosi analizzerò alcuni provvedimenti, anche con ironia, onde evidenziarne la robustezza, le incongruenze e le inutili complicazioni. Mi sarei astenuto dal giudicare l'equità ma poichè è rivendicata ad ogni piè sospinto dal professor Monti questa volta l'ho fatto.
L'eredità di Giulio Tremonti. GT con l'ultima manovra ha lasciato, come buona uscita per gli italiani (che fino a poco prima baciavano la terra dove metteva i piedini), misure fiscali da definire per 4 miliardi nel 2012, 16 nel 2013 e 20 nel 2014 (punto 12). Se la delega per la riforma fiscale non avesse sortito risultati, le risorse si sarebbero reperite con tagli lineari di pari importo a deduzioni e detrazioni fiscali. L'aumento dell'IVA della manovra (punto 1) (+2% da ottobre prossimo, più un ulteriore mezzo punto da inizio 2014) definisce gran parte di queste entrate ( 3,3 miliardi nel 2012, 13,1 nel 2013 e 16,4 nel 2014); il rimanente è coperto dagli altri punti della manovra.
La patrimoniale farlocca. Checché se ne dica la patrimoniale c'è, farlocca ma c'è e consiste nelle righe 2 e 3 della tabella. I provvedimenti sono farlocchi ciascuno di proprio ed ancor più nel loro insieme. Infatti 10,7 miliardi su 11,7 del punto 2 (IMU= ICI, IMU sperimentale scrivono: mi piacerebbe sapere cosa c'è da sperimentare) è una imposta sui patrimoni immobiliari la cui base imponibile è il nuovo valore catastale uguale alla rendita rivalutata del 5% moltiplicata per un numero funzione della tipologia catastale. Con tali rivalutazioni stimo che mediamente il valore catastale degli immobili adibiti ad abitazione si attesterà al 50% del valore di mercato. Considerate le aliquote da applicare (0,4% con franchigia di 200 euro e deduzione di 50 euro per ogni figlio per case adibite ad abitazione, 0,76% per tutti gli altri immobili residenziali) ne deriva che il patrimonio a prezzi di mercato sconterà una imposta da 0% allo 0,2% nel primo caso e dello 0,38% nel secondo. Si dà però il caso che il rapporto valore di mercato/valore catastale è molto disperso e può tranquillamente variare da meno di 1 a 4 o 5. I valori catastali delle abitazioni sono ben lontani dallo stare in un rapporto unico con il relativo valore di mercato. La consistenza, pur con il diffondersi dei lofts è ancora basata sul numero di vani; zone censuarie, categorie, classi e tariffe non sono aggiornati da anni. A Milano non è raro il caso di appartamenti da un miliardo (in centro) con rendite anche minori di quelle di appartamenti nella prima periferia di valore meno della metà. I proprietari dei primi saranno soggetti ad un'aliquota reale meno della metà di quella dei proprietari dei secondi. (evviva l'equità). Il professore ha fustigato in pubblico GT per i tagli lineari e poi fa le rivalutazioni lineari. Intendiamoci, Monti non è responsabile di questa distorsione che affliggeva anche l'ICI, ma poteva intervenire. L'Agenzia del Territorio possiede e pubblica i valori di mercato per m2 e per zona e classe degli immobili di ogni comune, le mappe catastali sono tutte digitalizzate per cui sarebbe relativamente semplice ottenerne la superficie; con i due dati si sarebbe potuto fissare, almeno per il 2013, l'imponibile al valore di mercato (previo adeguamento delle aliquote). Ma forse Confedilizia è troppo potente e avrebbe fulminato Monti con una velocità che nè SB nè PLB conoscono. Solito occhio di riguardo poi ai possessori di seconde case con redditi alti: poichè l'IMU assorbe IRPEF ed addizionali (calcolate sulla rendita) il differenziale d'imposta sarà: redditi fino a 15k€ 0,52%, da 15k€ a 28k€ 0,48%, da 28k€ a 55k€ 0,37%, da 55k€ a 75k€ 0,34% ed infine > di 75k€ 0,32%. I vantaggi crescenti (sic!) con il reddito sono ancora maggiori se la casa è sfitta. Ma non si era detto "pagherà chi non ha pagato?".
Il Bollo sui depositi (punto 3) è invece una imposta su parte del patrimonio mobiliare: già prevista da GT con importi fissi per scaglioni, MM nella stesura originale ne ha allargato la base imponibile anche ai prodotti finanziari senza obbligo di deposito e l'emendamento ai buoni postali ed alle attività estere ed ha stabilito un'aliquota fissa (0,1% per il 2012 e 0,15% dal 2013 con un minimo di 34,2 euro e un massimo di 1200 €). L'imposta diviene flat/proporzionale impedendone l'elusione parziale praticabile dividendo il patrimonio su più banche. Peccato che avendo fissato un limite minimo (34,2 euro) e massimo (1200 euro) ne deriva, ad esempio, che chi possiede un patrimonio (si fa per dire) di 5000 euro pagherà lo 0,68%, chi di 5 milioni di euro lo 0,024%. L'anomalia derivante dal massimo di 1200 euro è stata eliminata dall'emendamento a decorrere solo dal 2013 (gli interessati avranno un anno di tempo per individuare modi diversi di elusione, fra un poco è Natale e non c'è tempo adesso). Il "farlocchismo" da accoppiamento deriva dalla disparità di trattamento riservato ai due tipi di patrimonio: l'immobiliare sarà tassato con un'aliquota massima reale dello 0,38% mentre l'aliquota massima per il mobiliare sarà lo 0,15%, meno della metà; con la dovuta eccezione dei patrimoni "si fa per dire" inferiori a 22880 euro che, per equità saranno puniti.
La patrimoniale farlocca sarà pur leggera ma vale due terzi del saldo della manovra!
I carburanti. Il punto 4 della tabella mostra gli aumenti di gettito conseguenti l'aumento delle accise sui carburanti per autotrazione (+IVA sull'accise stessa, ora 21%, da ottobre 2012 23% e da inizio 2014 23,5% ) che vale oltre il 20% del saldo della manovra. Per non dover portare il loden anche in casa, MM ha graziato i combustibili per riscaldamento e per contenere l'inflazione indotta ha adeguato il credito d'imposta per l'autotrasporto.
L'IRPEF. Grazie al PD, che non ha accettato l'aumento delle aliquote dei due scaglioni più alti, anche chi vive con mille euro al mese potrà fare la sua parte e raccontarlo fra anni ai nipoti. MM ha infatti subito apparecchiato l'aumento dell'addizionale regionale IRPEF, rigorosamente flat. L'aliquota arriva ora all'1,23% (da 0,9%) mediamente a livello nazionale (punto 5).
Capitali scudati. Non mi piace che i patti, anche se fatti alla e con Tremonti non siano rispettati ma MM ha deciso ancora una volta di sfidare tutte le Corti dell'universo terracqueo: +1,5% sui capitali già scudati (punto 6). L'emendamento ha ridotto l'aliquota per il prelievo straordinario all'1% ma introdotto altre misure fra le quali un'imposta ordinaria annua dello 0,1% per mantenere l'anonimato. Il tutto aumenta la previsione di incasso 2013 di 370 milioni. Questa posta è certamente la più a rischio a fronte di ricorsi alla C.C. ed alla C.E.; per quanto riguarda la reperibilità degli scudanti la R.T. dichiara di averne tenuto conto abbassando prudenzialmente le previsioni di incasso.
Pochi ma subito! Riaperti i termini per rivalutare le partecipazioni pagando un'imposta sostitutiva (punto7) La norma porta gettito a breve e lo riduce negli anni successivi. (naturalmente non a saldo zero altrimenti nessuno abboccherebbe)
Anchei ricchi piangano! Non solo la Fornero e i pensionati ma tutti! Tassa su auto di lusso, barche aerei: finalmente un poco di giustizia (punto 8). Pensate ai poveracci che possiedono una Ferrari FF (385 KW) che dovranno sborsare un superbollo di 6000 euro (oltre il 2% del prezzo di acquisto (260mila euro). Tempo un anno e avranno tutte targa MC o RSM. E che dire dei proprietari di barchette da 60 metri ormeggiate a Sanremo? Dovranno pagare una tassa da 190mila euro all'anno. Tranquilli in Costa Azzurra e in Croazia stanno già allargando i porti. E Sacconi, per non perdere l'abitudine, sta già studiando la CIG in deroga per i marinai. Qui Monti ha copiato Soru. Riceverà gli stessi dileggi dai clienti del Billionaire? Ma sopratutto lo sa che la tassa di Soru è stata bocciata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea? L'emendamento ha giustamente attenuato il prelievo in funzione della vetustà dei mezzi facendo coprire il buco ai fumatori di sigarette autoprodotte con tabacco e cartine ed ai fumatori di pipa (notoriamente responsabili del deperimento dei mezzi di trasporto, scherzo naturalmente)
Contributivo. Fra mezzo secolo anche commercianti, artigiani e co.co.co potranno godere di una pensione decente e non più il 60% di quella dei lavoratori dipendenti. Se ognuno deve avere per ciò che ha versato anche queste categorie dovranno versare ed accantonare il 33% come i lavoratori dipendenti e non, come ora, il 20%. MM (punto 9) ha fatto loro iniziare "la grande marcia", con un aumento dello 0,3% l'anno nel 2055 il 33% non sarà più un miraggio! Coraggio! Provvidenzialmente l'emendamento ha raddoppiato la velocità di avvicinamento almeno (finora) per i primi sette anni.
Un miracolo. C'è anche un miracolo nella manovra: Le detrazioni per interventi edilizi e per il risparmio energetico invece di costare generano risorse! (punto 10)
E per coloro che hanno sete di giustizia (e sono un poco boccaloni) il punto 11 va a pennello.
Sgravi IRAP.È quello che fa il decreto con gli sravi IRAP (punti 13 e 14). I valori in gioco costituiscono il pezzo forte per lo sviluppo rappresentando praticamente la totalità dei tagli fiscali e oltre il 25% del saldo della manovra. Se rapportati però al pil privato rappresentano meno dello 0,4%. Avendo a disposizione una cifra così modesta sarebbe stato conveniente destinarla a quelle imprese che possano dare il ritorno maggiore in termini di crescita (la seconda parte di questo) ; inoltre riducendo la platea dei beneficiati la riduzione possibile dei costi di produzione e quindi dei prezzi sarebbe stata più significativa. Ma noi, compreso, lo stiamo costatando, il professor Monti, non ne siamo capaci, non abbiamo mira, peggio non conosciamo i bersagli. Dimenticando la selettività purtroppo impraticabile, con le stesse risorse si sarebbe almeno potuto abbassare l'aliquota IRAP dal 4,2% al 3,3% per tutti; si è invece preferita la lotteria anzi le lotterie che sono tre e la complicazione alla semplicità. Dei 5 miliardi 1446 milioni sono infatti distribuiti permettendo di dedurre dall'imponibile IRES il 3% del capitale nuovo proprio apportato all'impresa, 1921 milioni permettendo di dedurre sempre dall'imponibile IRES la quota di IRAP pagata per la componente lavoro: è evidente che molti, non avendo profitto prima delle tasse, ed è spesso il caso anche dei nuovi start up, non potranno trarne profitto. I rimanenti 1690 milioni sono distribuiti aumentando di 6000 € pro capite per donne e giovani (< di 36 anni - nuova definizione) la quota deducibile dal costo del lavoro ai fini della determinazione dell'imponibile IRAP. In pratica un maggiore sgravio di 183 € per ogni donna o giovane in organico ( l'IRAP risulta ridotta di 252 € che però non puo più godere della riduzione IRES del 27,5% pari a 69,3 € concessa dalla norma precedente). Io non vedo perchè una maggiore presenza di donne e "giovani" in una azienda possa farla crescere maggiormente nè come, dovendo assumere un nuovo dipendente che costerà più di 20000 € 183 €, meno dell'1%, possano risultare decisivi nella scelta: io spero che questa ricada sempre sul candidato più competente e serio, anche fosse un transex quarantenne .In questo articolo si era suggerito che sussidi di questo tipo di solito non hanno effetti percettibili. Un'impresa sana assume più lavoratori solo se crescono gli ordini e non perchè riceve dei sussidi: al massimo, se possibile e compatibile, potrebbe cercare di sostituire lavoratori non incentivati con altri incentivati ma se il backlog degli ordini non cresce il totale dei lavoratori rimarrà costante. Forse la crescita, con norme così complicate, è garantita dal maggior numero di esperti in paghe e contributi che si renderanno necessari. Confindustria dopo avere visto solo i numeri si è meravigliata della generosità e ha ringraziato. Prendi e porta a casa: non crescerà il paese ma il loro portafoglio sì.
E infine i tagli. I tagli certi sono stati fatti solo sulle pensioni (punti 24 e 25) anzi sui pensionati: la deindicizzazione (poco meno di 5 miliardi) valeva da sola nella prima stesura l'85% dei tagli, l'emendamento ha stanziato un miliardo per garantire, finora solo per il 2012, l'indicizzazione totale delle pensioni fino a 1400 € lorde / mese. Ma l'ingiustizia rimane perchè i pensionati sono in disarmo e non hanno possibilità alcuna di compensare la perdita. Rimane anche la beffa: molte donne che hanno lavorato una quindicina d'anni fino alla prima maternità per poi dedicarsi alla famiglia hanno una pensione intorno ai 500 euro/mese che saranno indicizzate anche se la pensione del marito arriva a 5000. Chi poi avesse 4 pensioni (lo 0,5% dei "clienti" INPS o 3 (4,5%) ciascuna di 1000 € si vedrà rivalutati 4000 o 3000 €. Questo è un provvedimento immorale. Con uno 0,06% su tutti i patrimoni si sarebbe potuto evitare: su tutti perchè anche chi avesse solo 10000 €, 6 € (un settimo di quanto tolto ogni mese ad un pensionato a 2000 €) li potrebbe pagare.
E i costi della politica? Solo un gesto puramente simbolico: con la fusione e la soppressione di enti (punto 26) MM realizzerà un risparmio di 52 milioni di (milioni, avete letto bene). In generale, sui costi della politica è in corso una subdola campagna di depistaggio: tv e giornali riducono i costi della politica agli stipendi dei parlamentari che valgono in tutto 300 milioni all'anno. Bocche cucite invece sui 60 miliardi (200 volte tanto) in continua crescita di inefficienza della pubblica amministrazione nella gestione degli acquisti. In parte è lassismo, in parte corruzione (qui un'analisi empirica) ma sono sempre parecchi soldi. Non abbiamo dimenticato che la metropolitana di Milano costava al chilometro quattro volte quella di Amburgo in costruzione nello stesso periodo o che la TAV Milano Torino, percorso analogo a quelli francesi, è costata anch'essa tre o quattro volte tanto quella d'oltralpe. Divertente il discorso di Imposimato.
Le omissioni. Beauty contest invece dell'asta per le frequenze televisive, inerzia circa il possibile accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali italiani colà soggiornanti e, con il maxiemendamento, frenata brusca sulle pur timide liberalizzazioni.
La condizione posta dal Ragioniere Generale dello Stato, per appore la sua firma all'emendamento, ci assicura che le previsioni dela manovra sono precise al 99,9975%. Nessuno è perfetto!
500.000 € rappresentano meno dello 0,0025 del saldo della manovra.
Questa analisi dimostra anche le complicazioni delle nostre leggi fiscali: ogni norma ha n subordinate ed m eccezioni: già questa complicazione è un attacco mortale allo stato e una preziosa alleata della "speculazione". L'altra sera a Ballarò, Vito Tanzi, uso alla semplicità USA, solo sentendo della eccezione per i figli conviventi cara a Casini si è messo le mani nei capelli.
A breve la seconda parte sull'adeguadezza della manovra all'obiettivo.
ma è molto semplice, senza dover inventare diavolerie: con il mezzo apposito che esiste da tempo, cioè la progressività dell'aliquota irpef.
però inasprirla non sembra una cosa molto intelligente, visto che potrebbe far passare la voglia di lavorare, guadagnare ed arricchirsi, l'unico modo certo per uscire dalla recessione.
bisogna poi ricordare che, a proposito di equità, in Italia la progressività c'è eccome, ma è quasi scandaloso il modo in cui lo stato (non) redistribuisce; il nostro costosissimo welfare si disperde in mille fantasiosi rivoli, a favore di categorie organizzate e piagnone. va da sè che i veri emarginati, quelli da assistere davvero, pesano politicamente ben poco e beccano nulla. alberto alesina ci ha scritto sopra parecchio, è un dato assodato da tempo.
oppure volevi riferirti all'immoralità intrinseca della ricchezza?