Il http://www.palazzochigi.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=40091&pg=1%2C2338%2C4722%2C7035%2C9111%2C11293%2C11964&pg_c=2comunicatoci informa su come (non) verrà trattata la questione Alitalia dagli organismi preposti alla tutela del mercato. In particolare a pagina 2 viene detto
Le operazioni di concentrazione connesse, contestuali o previste nel programma non sono soggette ad autorizzazione ai sensi della normativa antitrust. Le parti sono tenute alla notifica preventiva di tali operazioni all’Antitrust ed alla assunzione di impegni a tutela dei creditori per evitare aumenti dei prezzi o l’applicazione di gravose condizioni contrattuali per l’utenza.
Prima del decreto-legge in questione, la disciplina prevedeva che se vi è una concentrazione, le imprese devono ottenere un nulla osta preventivo da parte dell'Antitrust. L'Antitrust, nei casi che ritiene possano produrre effetti anticompetitivi (monopolizzazione o quasi monopolizzazione del mercato), può vietare l'operazione o, quando ne ricorrono le circostanze, imporre dei rimedi. Ad esempio può obbligare l'impresa che si viene a costituire con la concentrazione a cedere degli assets a dei concorrenti.
Il decreto-legge passa un colpo di spugna su tutto ciò. E questo è un male per tutte le buone ragioni esposte qui. Nel caso specifico i problemi antitrust sono di palmare evidenza. Air One e Alitalia monopolizzeranno la più profittevole tratta italiana, la Roma-Milano; ma anche su altre tratte nazionali e internazionali la loro quota combinata è elevata. Non si può sapere cosa avrebbe fatto l'antitrust, ma è difficile immaginare che sarebbe rimasto con le mani in mano a fronte di una concentrazione che avrebbe fatto scaturire un monopolio di queste dimensioni. Dopodiché ci si dice che è vero, dell'antitrust non c'è bisogno, e tuttavia (per buona educazione?) è bene spedirgli un malloppo di carte inutili per fargli sapere, casomai si fosse distratto - siamo ad agosto dopotutto - quello che oramai sanno tutti.
Domanda. Per farne che? Non può vietare o condizionare in alcun modo l'operazione, non può imporre dei rimedi (ad esempio, la cessione di slots ai concorrenti), che sono enforceable solo se vi è una procedura formalmente avviata per trattare la questione. Ma, per quanto detto prima non c'è bisogno di alcuna autorizzazione. Quindi non c'è nulla di tutto quello che apparirebbe un minimo sensato. Però c'è parecchio di insensato. Difatti il nuovo monopolista dei cieli nostrani può prendere impegni a favore dei creditori. Si impegna cioè, davanti all'Antitrust, a pagare i debiti che ha contratto. Di grazia, ma all'Antitrust che gliene frega dei debiti di Alitalia? Per quel che è noto, ma basta il buonsenso per arrivarci, da nessuna parte è scritto (e ci mancherebbe altro) che l'Antitrust si sia mai occupato, o che abbia senso debba occuparsi, della solvibilità di una impresa. E questo, così continua il comunicato, perché se si tutelano i creditori si evitano aumenti dei prezzi. Come sarebbe a dire? Se il monopolista aereo italiano paga i suoi debiti allora i prezzi non aumentano? Quindi dalla tragedia concorrenziale alla farsa ministeriale.
Qualcuno, più benevolo, potrebbe sostenere che si tratta solo di un refuso e che forse diverso è l'intendimento dell'estensore. Magari voleva solo dire che il monopolista andrà dall'Antitrust e gli dirà che si impegna a non aumentare (diciamo per 6 mesi) i prezzi. È bene saperlo fin da subito. Se il monopolista ha l'autorizzazione, qualunque impegno unilaterale prenda non è vincolante e vale esattamente zero. E come se Tizio dicesse a Caio che non aumenterà (diciamo per 6 mesi) il prezzo delle patate che gli vende. Se poi Tizio non lo fa, Caio lo guarderà storto, dirà che non è di parola, parlerà male di Tizio con gli altri acquirenti, e per punirlo andrà a comprare le patate da un altro. Il problema è che quando voleremo sulla Roma-Milano noi, a differenza di Caio, non potremo andare da un altro. Ancora una volta solo aria fritta.
Aggiornamento al 29 agosto. Il testo del decreto legge «di riforma delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi» lo si trova qui. In effetti il riferimento alla salvaguardia del creditore, era un refuso dell'estensore del comunicato. Quello che rileva è il comma 10 dell’articolo 1. II monopolista dovrà presentare proposte
di misure comportamentali idonee a prevenire il rischio di imposizione di prezzi o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose per i consumatori in conseguenza dell'operazione. L'Autorità, con propria deliberazione adottata entro trenta giorni dalla comunicazione dell'operazione, prescrive le suddette misure, con le modificazioni e integrazioni ritenute necessarie; definisce altresì il termine, comunque non inferiore a tre anni, entro il quale le posizioni di monopolio eventualmente determinatesi devono cessare. In caso di inottemperanza si applicano le sanzioni di cui all'articolo 19 della legge n. 287/1990.
Questo significa che:
a)misure strutturali (cessione slots, per intenderci) nisba;b)per 3 anni il monopolio non lo tocca nessuno;c)l’Antitrust o accetta le proposte sui prezzi del monopolista, oppure, se non gli vanno bene, gliene impone delle altre;d)se il monopolista è anche disubbidiente l’Antitrust lo può sanzionare per non meno dell’1% e non più del 10% del fatturato (questo é quanto dice l’articolo 19).Conseguenze pratiche. Per quel che riguarda il punto c, l’Antitrust diventa un regolatore dei prezzi, esattamente quello che, per natura e funzioni, non è e non è attrezzato a fare. Per quel che riguarda il punto d, gli effetti dissuasivi della sanzione sul comportamento di un monopolista destinato a rimanere tale sono improbabili e tutti da dimostrare.
Affascinante. Allora fatemi capire. Aprile 2008, il governo prodi dopo un bando di gara trova un compratore per alitalia, è un vettore straniero che ci mette i capitali e ce ne fa uscire puliti senza una spesa. Ora BS cosa fa, vende ai soliti noti imprenditori di stato e se ne fa di
un sol boccone delle normative comunitarie(costituzionali?le norme
comunitarie non entrano nel regolamento come fossero costituzionali?Vabbe' ormai il Presidente è un abituè di queste imprese, però una bella bocciatura dalla consulta o dalla corte europea del decreto darebbe le sue soddisfazioni) sulla concorrenza.
Io di mio(sarò tardo) non capisco il perché sia così strategico avere una compagnia di bandiera, poi non capisco il perché della deroga, poi non capisco l'esigenza di tutelare i piccoli risparmiatori (io sapevo che la politica del too big to fail sia applicata alle istituzioni bancarie e non alle società di trasporti), insomma non capisco veramente tante cose!
A me mi sa tanto di solita porcata di stato, la gloriosa storia delle privatizzazioni ne è piena. Si è svenduto agli amici italici che si sa prima o poi rendono il favore.
Operazioni senza ricadute politiche,ad es. chi ha svenduto telecom è ancora lì sulla cresta dell'onda. Noi italiani in cabina elettorale abbiamo memoria breve, figurati se fra 4 anni si ricorderanno di sta storia...