Non so chi sia il signor Franco Venturini, ma ora so che è capace di parlare a lungo senza dire un assoluto niente, ossia (in italiano corrente) senza dire un cazzo.
Già me l'immagino alla sera quando torna a casa (o al mattino, che ai giornalisti piace far tardi) tirar la giacca sulla poltrona annunciando "Gioite. Anche oggi mi son guadagnato da vivere vendendo aria fritta." Contento lui, contenti tutti. Ma, visto che scrive per il pubblico, io che sono parte del pubblico mi chiedo perplesso: ma non ha niente di meno irrilevante da dire? Detto in "economichese": quante ore ha perso a scrivere niente? Io, a scrivere del niente, ci sto perdendo dieci minuti. Scommetto che i suoi son stati venti volte di più ...
Domanda: a che serve avere editorialisti che invece di arrischiarsi di esprimere un giudizio, fare un'analisi, avanzare una critica, delineare un'ipotesi di lavoro, allertare ad un rischio, evidenziare un merito, favorire un'opinione foss'anche balzana, altro non fanno che ciurlare nel manico e ripetere (riassumendole in un italiano da terza media) le cose che pure la mia domestica ha appreso al largo delle ultime due settimane? A che serve? Perché lo pagano? Perché così i gonzi pensano d'aver letto un articolo intelligente? Ha lo stesso contenuto intellettuale d'una puntata del Gran Hermano, for Christ's sake!
Direte voi: ma che te ne frega? Rispondo: nulla. Passavo di qua per caso tra una moglie che va a dormire ed un cane che non ancora. Ho dieci minuti da buttar via, insomma.
Ma il più diffuso quotidiano italiano non dovrebbe servire, qualche volta, per dire cose non analoghe a "l'acqua bagna, il fuoco scotta ed i pedi puzzano"? Chiedo, di nuovo: a che servono costoro? Le masse, di cosa si pasciono? Aria fritta? Strano, ingrassano comunque.
Che sia per questo che i Catarrhal Noise (questi nostri fratelli intellettuali in esilio) si chiedono, parmedianamente, "mama mama e scorese pesa?"?
Da verificare che siano stati venti volte di più.
È vero. Ho scritto in fretta e questo fatto non ho potuto verificarlo. Per questo "scommettevo" invece di asserire. Magari l'ha scritto in un attimo ed io perdo la scommessa. In un certo senso è una scommessa che mi piacerebbe perdere.