Iniziamo dalla seconda. Dunque Tremonti (ri)afferma che
si sta diffondendo non il cibo ma la fame nel mondo. Dati drammatici e tragici.
Dove li prende il ministro questi dati drammatici e tragici? Ero davvero curioso di scoprirlo, e visto che non ce lo dice me li sono andati a cercare. Credo ci si possa fidare dei dati della World Health Organization -- l'organizzazione mondiale della sanità -- che mantiene degli ottimi database.
In questi dati l'ho cercata la diffusione (cioé, se interpreto bene, crescita) della fame, ma davvero non l'ho trovata. Le serie storiche della DES (dietary energy supply, cliccare su Graphs, poi scegliere come indicatore DES total) indicano che con pochissime eccezioni (solo Congo e Zambia nella lista sotto) la quantità media di calorie è aumentata in quasi tutti i paesi africani negli ultimi 10-20 anni.
Ecco di seguito, per far prima, i grafici per alcuni (mi pareva che indicassero tutti la stessa cosa, quindi mi sono fermato) paesi, africani e non. Il totale calorico medio è la linea nera più in alto, quelle in basso sono la decomposizione per fonte alimentare. Angola, Benin, Bosnia, Botswana, Burkina Faso, Cambogia, Ciad, Congo, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gana, Mali, Mozambico, Myanmar, Niger, Nigeria, Repubblica Centroafricana, Ruanda, Senegal, Somalia, Sudan, Vietnam, Zambia, Zimbabwe.
Non sto dicendo che la fame nel mondo non esiste, sto dicendo che il totale calorico è aumentato. Questo, naturalmente, non implica che sia adeguato. Il fatto che sia aumentata la media, si potrebbe poi obiettare, è compatibile con la diffusione della fame tra i poveracci e l'obesità tra i ricchi. Giusto, ma l'onere della prova non ricade su di me. Quello che suggerisco è che il trend rivelato da questi dati è l'esatto contrario di drammatico e tragico: è motivo di speranza. Al limite siamo di fronte a un problema di distribuzione calorica, ma le calorie aggregate sono in aumentano in questi paesi che nell'immaginario comune sono affamati.
Se Tremonti ha altri dati a me piacerebbe vederli e rifletterci seriamente -- sono pronto a cambiare idea e ammettere che ha ragione se vedo un po' di evidenza, anche evidenza imperfetta. Se invece (come io sospetto) non ce li ha e parla per impressionare e per sentito dire qua e là a convegni da gente che dice ma a sua volta i dati non li legge, allora farebbe meglio a spendere un quarto d'ora a sfogliarsi i dati online della World Health Organization o altra organizzazione di fiducia.
Nella prima parte invece, torna un tema classico e caro al ministro, l'impossibilità di prevedere:
Non credo sia il momento di fare previsioni congiunturali, mi stupisco che qualcuno ancora le faccia.
La schizofrenia sta in questo: due mesi fa Tremonti prevedeva (indirettamente, ma prevedeva) un calo del PIL italiano del 2% nel 2009. Mettiamoci d'accordo: o le previsioni si possono fare, oppure non si possono fare. Se non si possono farle non può farle neppure la Banca d'Italia e tantomeno lui.
Infine, la mia interpretazione. Tremonti ha grossi problemi con i dati, la statistica e, evidentemente, le previsioni (caliamo un velo pietoso su quello che riguarda la teoria economica). Ecco cosa scriveva nel suo ultimo libro solo pochi mesi fa:
La squadratura che si sta così determinando, tra offerta che resta fissa e domanda che cresce, ha avuto e avrà nel mondo un effetto strutturale sostanziale: la salita globale dei prezzi. E dunque del costo della vita.
Ed ecco cosa è successo ai prezzi nell'ultimo anno. Insomma, s'è stizzito perché -- eccheccacchio -- uno manco può scrivere un libro che subito succede un casino globale di questre proporzioni, con tanto di deflazione. Prevedere è impossibile. Quindi inutile perdere tempo a leggere e analizzare dati.
Forse si riferiva a se stesso...per le sue capacità prevedere l'evolversi dell'economia è effettivamente impossibile :-D !!!