Perche', oramai, e' difficile negare che cosi' sia: hanno sbagliato i conti. Intenzionalmente o meno - come e' possibile che due o tre mesi fa non riuscissero a vedere la crescita del gettito fiscale che ora tutti riportano e nessuno piu' nasconde? - li hanno sbagliati in maniera stupefacente. Mi sembra gravissimo in entrambi i casi, infatti non saprei cosa sia peggio: mentire e far apparire la situazione piu' grave per permettere a RC di prendersi qualche patetica "vendetta" tassando chi lavora e guadagna piu' di 50mila Euro, o semplicemente essere professionalmente incompetenti e non accorgersi che il gettito fiscale sta crescendo su base annua all'11%?
Tutti concordano, sembra: Corriere, Repubblica, Stampa (che ha solo mezza notizia!),
I giornali di governo invece mentono. Lo fa spudoratamente l'Unita', con un titolo che e' tutta propaganda, mentre Liberazione fa finta di nulla e parla di boiate "alternative" (nulla di nuovo, direte voi).
La reazione governativa all'annuncio della crescita delle entrate e' imbarazzante. Da un lato pretendono sia merito loro, perche' hanno annunciato la
lotta all'evasione (alla faccia delle aspettative razionali, gli
italiani sapevano gia' in febbraio che VV sarebbe stato viceministro
delle finanze a luglio?!) e dall'altra cercano di farsi perdonare
promettendo che l'extra gettito lo useranno, l'anno prossimo, per
abbassare le tasse! Le tasse che hanno appena aumentato, ora dicono che l'anno
dopo le abbassano, vi rendete conto? Qualcuno che sa giocare con i ratei ed i risconti, o con i derivati se volete essere sofisticati, o anche solo con gli straordinari ed i bonus di fine anno, sente per caso odore di incentivi fiscali a far trucchetti? Ma nessuno che possa spiegare ai tecnici di via XX
Settembre che l'instabilita' fiscale fa danni gravi? Possibile che
nozioni cosi' banali se le siano scordate?
Il comportamento della compagine economica di questo governo mi risulta completamente stupefacente. Le liberalizzazioni di Bersani si sono rivelate una bolla di sapone, il documento Rutelli sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali ed in attuazione di direttive UE (tema su cui mi riprometto di scrivere qualcosa) dopo la fanfara d'un mese fa sembra sparito dalla circolazione politica e dal dibattito pubblico. All'improvviso privatizzano Alitalia, dicono, ma io non mi fido. Comunque, aspettiamo e vediamo, magari succede. Che io sappia, nient'altro, buio assoluto ovunque. Una politica economica piu' episodica e priva di una visione strategica di questa e' difficile da immaginare.
Rimane solo la politica fiscale e di bilancio contenuta nella Finanziaria, che sembra ispirata da un interventismo Keynesian-Socialista-BundesBank che speravamo morto e sepolto da almeno tre decenni. Ed invece imperversa a via XX Settembre. Volete il loro modello? Ecco ve lo do io il loro maledetto modello KSBB.
K) Tassa e spendi, perche' il moltiplicatore della spesa pubblica in pareggio e' positivo. Quindi se estrai un dollaro di tasse dal reddito di chi lavora e lo spendi in nuovi ordinari inutili dell'Universita' di Cosenza ed in aumenti di stipendio ai ministeriali romani, la domanda aggregata sale, e con essa il reddito nazionale.
S) Tassa i "ricchi" piu' che puoi. Da un lato perche' i "ricchi" sono colpevoli d'esserlo e la giustizia sociale si fa a colpi di tassazione, non di crescita. Ma, dall'altro, perche' un anziano modello statico di tassazione ottima sotto informazione imperfetta, senza offerta di lavoro, senza scelta di professione, senza innovazione endogena (e con un'altra valanga di ipotesi irrealistiche) diceva che la tassazione piu' progressiva e', piu' e' buona e piu' fa bene al paese.
BB) Pero' cerca di tassare piu' di quanto spendi, che il debito, oh il debito ci ammazza. Perche' ci ammazza? Ovvio, perche' crea rischio di inflazione futura e la moneta si svaluta (lo vedi come si sta svalutando l'Euro? $1.33 per Euro. Drammatico, no?) e poi c'e' il crowding-out sugli investimenti privati, perche' il debito pubblico aumenta i tassi d'interesse di mercato e la domanda per investimenti privati viene uccisa. Il moltiplicatore-acceleratore, caro, cosi' funziona l'economia dinamica BB).
La parte K), scusatemi, mi rifiuto di dibatterla. Se qualcuno vuole offrirsi volontario faccia pure, ma io dopo i premi Nobels a Friedman, Solow, Modigliani, Miller, Lucas, Prescott, Kydland, Phelps (e mi scuso con quelli che pure hanno contribuito a gettare nella spazzatura il moltiplicatore ma mi son scordato di nominare) mi rifiuto di discutere ancora il moltiplicatore.
La parte S) l'ho discussa qui e qui . Al momento nulla da aggiungere ...
Discutiamo allora, ma di corsa, solo il pezzettino BB), con il quale non me la sono mai presa, almeno in questa sede. Questa follia del debito e del crowding-out: chi l'ha detto, dove sta scritto che occorre ridurre il rapporto debito/PIL ripagando il debito? Perche' non proviamo a far crescere il PIL, invece di tassare a sangue chi e' gia' tassato, per ripagare un debito che poi si continua a ri-gonfiare con spese improduttive? Ma da quale teoria del piffero e' uscita questa assurdita' che Almunia, poveretto, blatera e gli abitanti di via XX Settembre ripetono? Ma con Almunia, ci avete mai parlato? Quale sarebbe la logica economica di questa ossessione con il debito per se? Maastricht, ancora con la religione di Maastricht? Quali sono gli effetti positivi che derivano dal praticare questa strana religione guardando solo al deficit ed al debito aggregati? Il rischio d'inflazione, dov'e? Dov'e' il premio al rischio sul debito italiano? Qualcuno mi convince per favore che abbiamo uno spread sostanziale sui tassi dei Bund? Io, l'ultima volta che ho controllato ho visto 20 punti base, a farla grande. Tutto questo sfacelo per 20 punti base? Avete provato a controllare cos'ha fatto il rapporto debito/PIL giapponese tra il 1993 ed il 2003? Ve lo dico io: e' passato dal 60% circa al 160%! Sapete cos'e' successo al premio al rischio dei buoni del tesoro giapponesi? Nada, zip, nothing, niente!
Se TPS proprio non lo capisce, perche' l'unica cosa che gli e' rimasta in mente dall'ultima volta che ha studiato macroeconomia e' la parola (composta) "crowding-out", qualcuno fra i tanti tecnici con PhD che incontra quotidianamente, per favore gli spieghi che il problema della mancata crescita italiana NON SONO i tassi d'interesse troppo alti che non permettono ai privati d'investire! Sono le &$%#@!* tasse e gabelle per finanziare spesa improduttiva che rendono non conveniente investire in lavoro produttivo in Italia. Non i tassi d'interesse reali, che sono storicamente bassi e che con la sua mega manovra sanguinaria, se li abbassa di 10 punti base, e' un miracolo! Mi viene da piangere, ma dove hanno studiato costoro? Ma che riviste leggono? L'Espresso,Elle e GQ?
Il problema secondo me sta altrove. La domanda giusta da porsi e': perche' non c'e' supporto elettorale a politiche economiche sensate (cioe' liberali)?
Nota che non e' un caso solo italiano: in ogni paese quasi sempre le liberalizzazioni sono arrivate di sorpresa, contro le intenzioni dell'elettorato. Caso tipico quello della Nuova Zelanda degli anni '80. Il governo Palmer, nel 1984, varo', principalmente per iniziativa del ministro delle finanze Roger Douglas, riforme basate sullo smantellamento delle rigidita' del mercato del lavoro, abbattimento dei dazi ed eliminazione dei sussidi agricoli (all'epoca questa fu chamata "Rogernomics"). I Laburisti persero le successive elezioni del 1990, ma il governo passo' al National Party che, dopo aver fatto campagna elettorale contro le riforme e in favore di una vaga "Decent Society" (yikes!), una volta eletto le intensifico' (questa fase, dal nome del ministro delle finanze Ruth Richardson, fu chiamata dai critici "Ruthanasia" :-) ). Roger Douglas usci' dal Labour e fondo' un suo partito neo-liberale chiamato ACT (bellissimo nome: "Alliance of Consumers and Taxpayers"), che tutt'ora esiste (anche se dalla fine degli anni '90 ha perso parte del suo smalto). Nel 1994 anche Ruth Richardson si uni' ad esso, dopo aver lasciato il National Party: che, ovviamente, l'anno prima aveva anch'esso subito una batosta elettorale vedendo la sua maggioranza in seggi ridotta da 45 a 1. Peraltro, a dispetto della furia degli elettori, la combinazione di Rogernomics e Ruthanasia rivitalizzo' il paese, e oggi la Nuova Zelanda ha una delle economie in migliori condizioni.
Purtroppo i politici che predicano male per poi razzolare bene, come Roger Douglas e Ruth Richardson, sono una specie rara...
Beh, per dirla in parole povere è molto difficile, se non impossibile, convincere la gente che può stare meglio lasciando più soldi in mano ai ricchi. Non è assolutamente banale convincere la maggior parte dell'elettorato dei vantaggi di una politica liberale. E questo è uno dei problemi principali della democrazia, almeno nel modo in cui è intesa oggi. Un passo utile potrebbe essere quello di negare il diritto al voto a chi non paga le tasse sul reddito ("no representation without taxation" :-) ). Oggi è difficile proporre una cosa del genere, ma in futuro, quando sempre più giovani dovranno andare avanti con lavoretti a breve termine, senza pensione e pagando un bel po' di tasse, chissà...