La notizia del giorno è di per sé abbastanza scovolgente: i test Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) sui bambini di terza media sono stati significativamente falsati al Sud del paese. Essenzialmente, pare di capire, insegnanti e presidi hanno fornito un aiuto ai ragazzi. La cautela è dovuta al fatto che la scoperta è il risultato dell'applicazione di metodi statistici di vario genere e non della scoperta diretta dei fattacci, ovviamente. Questo leggiamo sul Corriere:
«Dal campione emergono, in maniera evidente, dei segnali che indicano comportamenti opportunistici in alcune scuole», si legge nella presentazione ufficiale dei dati. «Il fenomeno è abbastanza marcato», afferma Roberto Ricci, esperto di valutazione. È evidente che in alcune scuole del Sud presidenti di commissione e commissari continuano a voler dare una mano ai ragazzi, nonostante la dimensione dell'esame, le finalità scientifiche della prova, le raccomandazioni del ministero.
L'intero rapporto Invalsi è qui.
Ma la cosa più sconvolgente è la reazione, almeno quella che il giornalista del Corriere attribuisce al "qualcuno si chiede":
- o si molla tutto e non si fanno più test, oppure
- si fanno test su campioni ristretti in modo che gli insegnanti e le scuole non si sentano giudicati dai risultati dei propri studenti (nell'articolo questa appare come la proposta di Benedetto Vertecchi, pedagogista - sic).
E a cosa servono i test se non per giudicare gli insegnanti e le scuole? Ai bambini condannati all'ignoranza da insegnanti senza scrupoli chi ci pensa?
In galera, in galera! (gli insegnanti, non i bambini)
P.S. A proposito, chiedo ai nostri giuristi, cosa dice la legge,
- l'insegnante che passa il compito (a un test Invalsi) commette un reato?
- la "prova" statistica è sufficiente per incriminarlo?
CARRIARMATIINPIAZZACECCHINISUITETTI.
Ho letto anch'io l'articolo. Io manderei l'esercito - punto. Al pedagogista, poi, chiederei quanto è pedagogico che gli insegnanti favoriscano la scopiazzatura dei loro allievi per evitare di venire puniti/valutati. Che lezione di vita: non farti il mazzo, tanto qualcuno dall'alto ti proteggerà sempre il posteriore. WOW.
Forse è perchè vengo da quella zona eletta del Paese che con forza e arroganza ha unificato il Paese, ma mi chiedo se, davvero, in questi casi, democrazia, diritti umani, stato di diritto non vadano "sospesi" per risolvere velocemente queste sacche di criminalità e ignoranza che affliggono il Paese...
Ma non è quello che i sabaudi fecero all'epoca del brigantaggio? Non la democrazia, che non c'era, ma tutto il resto venne sospeso. Doesn't look like it worked...
Beh, Andrea, a puro titolo di constatazione, non sarei così sicuro che tale impresa sia unanimemente considerata un merito, almeno dalle mie parti .... :-)
Nel senso che, secondo te, mandare i militari sarebbe sinonimo di garanzia? Un gruppo più o meno numeroso di sottufficiali e di truppa annoiati e senza nessuna vera motivazione per mantenere la disciplina? Molti dei quali di età più simile ai ragazzini delle medie che ai professori?
Magari mi sbaglio ma tanto varrebbe mandarci i pescivendoli...
se non si riesce con la legalità e lo stato di diritto figuriamoci con l'esercito. dubito comunque che in molte zone del meridione ci sia uno stato di diritto reale.