Vari quotidiani hanno riportato la notizia che Berlusconi si è pronunciato contro la vendita di Alitalia a Air France. E fin qui, niente di male in linea di principio.
Ma poi Berlusconi dice anche che "L'Italia non dovrebbe privarsi di un vettore di bandiera che potrebbe essere salvato da una cordata di imprenditori italiani". Dice che Alitalia ha 200-300 milioni di perdite (pare invece siano molto di più), che non bisogna abbandonare Malpensa, e che "un paese deve anche saper sopportare le perdite di una sua azienda".
Su questo sito Gianluca ha argomentato numerosevolte quanto sia fallace e perniciosa questa posizione. Che Alitalia venga gestita da italiani, islandesi, kazaki, marziani o chi per essi, non ci dovrebbe interessare per nulla: l'importante è la redditività e la qualità del servizio reso dall'azienda.
Certo, quelle di Berlusconi sono dichiarazioni elettorali e lasciano il tempo che trovano. Chiariscono però, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, che il cosiddetto "popolo delle libertà" con la libertà non ha veramente nulla a che vedere. Trattasi ancora una volta di corporativismo sfegatato.
Piu' a destra c'e' solo Storace ;).
La situazione e' questa... e si sapeva. Giorgio, cosa dobbiamo fare?, per favore indicaci la strada!