Oggi l'ANSA ha battuto la seguente notizia:
CAMPAGNA ATEI: RIFIUTATA DA TUTTE CONCESSIONARIE PUBBLICITA'
(ANSA) - ROMA, 3 MAR - Niente slogan su Dio sugli autobus italiani: l'Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti) ha interpellato tutte le concessionarie per la pubblicita' sui mezzi pubblici delle citta' italiane e da tutte ha ricevuto un rifiuto per il primo slogan: ''La cattiva notizia che Dio non esiste, quella buona che non ne hai bisogno''. Ma l'Unione atei non ha intenzione di fermarsi. ''Siccome abbiamo raccolto piu' di 30.000 euro tra gli italiani, per pagare la pubblicita' sugli ateobus - spiega Raffaele Carcano, segretario nazionale dell'Uaar - abbiamo deciso di coinvolgere soci e simpatizzanti nella ricerca di un nuovo slogan che possa viaggiare per le nostre citta'. Per partecipare, basta andare sul nostro sito e proporre il nuovo messaggio: il comitato di coordinamento dell'associazione sceglie i migliori e li mette ai voti, di nuovo sul suo sito''. Intanto l'Unione atei si dice pronta all'azione legale. ''Dobbiamo tutelare la liberta' di espressione - conclude Carcano - perche' si tratta di un principio costituzionale che viene regolarmente messo da parte tutte le volte in cui qualcuno dice pubblicamente che Dio non esiste. Intanto sono stati affissi i manifesti atei a Pescara, con lo stesso slogan che avrebbe dovuto circolare sugli 'ateobus', ma non senza accese polemiche in citta'''.
Siamo, ancora una volta, senza parole. Si può essere credenti oppure no. Si può giudicare di cattivo gusto la pubblicità oppure no. Tutto questo è irrilevante. Comunque la si pensi, il boicottaggio delle concessionarie è un segnale preoccupante e vergognoso.
Sì, è un boicottagio all'italiana.
Cioè: bigotto, ipocrita, dettato dal conformismo.
In Italia si cerca sempre di capire chi comanda, qual'è la sua opinione e come compiacerla. Con tanti saluti allo stato di diritto.
Ci sarebberò un'infinità di esempi tratti dalla cronaca (Englaro,Gravina di Puglia, ecc. ma porterebbero OT) che sono figli della stessa mentalità.
Da ateo colgo l'amara ironia che, per cambiare questa mentalità, ci vorrebbe un miracolo.